Alimentazione naturale e consapevole

Indice
Introduzione
pag.3
1. Inquinamento ambientale e cibo
pag.5
2. Correlazione tra stile alimentare e malattie.
La sindrome metabolica
pag.9
3. L’alimentazione in Ayurveda e
Medicina Tradizionale Cinese
pag.13
4. La Macrobiotica
pag.23
5. A proposito di cibo...in Macrobiotica
pag.25
6. Consigli pratici per una sana alimentazione
pag.34
7. Imparare a leggere le etichette
pag.38
8. Consapevolezza alimentare e meditazione
pag.39
9. I sette livelli di consapevolezza alimentari
pag.43
Conclusioni
pag.45
Appendice
pag.48
Ringraziamenti
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Introduzione
Questa tesina nasce da due diverse esigenze personali: la
prima è quella di voler riunire in un unico lavoro consigli e
suggerimenti sull'alimentazione naturale provenienti sia dalla
tradizione antica che dalle ultime scoperte scientifiche, che possano
essere utili a me, ai miei familiari ed amici. La seconda è quella di
"meditare" lungo il percorso una "consapevolezza alimentare"
diversa e magari riuscire a trasmetterla anche a chi la leggerà.
Non basta mangiare sano e naturale, ma è fondamentale
scegliere il cibo che rispetta la Terra in cui viviamo! Il nostro pianeta
è sfruttato dall'uomo senza alcun riguardo! Quando ci sediamo a
tavola, ci chiediamo mai da dove viene il cibo che mangiamo? Quali
risorse naturali sono state danneggiate per produrlo? Quanta acqua
è andata sprecata? Quanti gas tossici sono stati emessi
nell'atmosfera? Se gli ortaggi e la frutta che mangiamo sono
stagionali o se hanno attraversato i continenti con aerei e mezzi
pesanti per arrivare sulle nostre tavole? Se sono state coltivate e
raccolte in modo etico, senza l'utilizzo di pesticidi e lo sfruttamento
di persone indigenti?
Queste e tante altre sono le domande che dovremmo porci di
fronte al nostro piatto quotidiano. Ho usato un tono troppo enfatico?
Forse! Ma credo sia importante fermarsi un momento e riflettere,
perché se continuiamo a far finta di nulla o peggio, a dare tutto per
scontato, mettiamo a rischio la nostra vita e quella del pianeta!
Abbiamo perso il contatto con la natura, contatto inteso come
vivere in connessione con l'ambiente circostante e con noi stessi,
sentire i ritmi delle stagioni ed i mutamenti nel nostro corpo.
La saggezza dell'uomo prima della rivoluzione industriale era
la capacità di conoscere e riconoscere da solo i propri bisogni;
guidato dall'istinto e dalle tradizioni popolari. Sapeva esattamente
cosa mangiare quando stava male. Ora siamo bombardati dai massmedia che ci propongono ogni minuto cibi e rimedi per ogni nostra
necessità reale o presunta.
Se tutti dunque riuscissimo a mangiare degli alimenti genuini
senza impoverire il nostro pianeta, saremmo sicuramente
più"magri", più sereni ed anche meno malati.
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Riporto qui di seguito una citazione tratta dall’introduzione di
un libro che ho letto diversi anni fa: “La Terra non ha bisogno di noi
ma noi abbiamo bisogno della Terra. Ci regala la vita con la sua
vita. Ogni battito di cuore, raggio di luce, goccia di pioggia e fremito
d’ali sono atti d’amore, affascinante mistero. Uomo e natura
scambiano incessantemente atomi di materia, facciamo parte dello
stesso sistema, ma consumiamo i tesori del pianeta come parassiti,
dominiamo sugli elementi come despoti, li usiamo a piacimento, li
vendiamo, li sprechiamo. Eppure ciascun elemento è anche dentro
di noi, nelle nostre ossa, nel sangue, negli organi. Sono l’aria che
respiriamo, l’acqua che beviamo, la terra che ci nutre e il sole che ci
rigenera. La nostra vita non può prescindere dalla sua e la nostra
salute nemmeno, ma a forza di rincorrere beni secondari ci siamo
dimenticati di quelli primari.
Abbiamo addomesticato il pianeta, lo abbiamo colonizzato
impoverendo la sua straordinaria ricchezza: migliaia di varietà di
specie animali, vegetali e minerali sono gravemente minacciate e
ogni giorno insieme a loro muore un pezzo di noi. La biodiversità
s’impoverisce e lo stesso vale per le nostre culture, i dialetti, le
tradizioni e i sapori. Stiamo snaturando la vita e intacchiamo
equilibri complessi che sono la sua stessa essenza. Abbiamo perso
la visione d’insieme. Invasati dal potere del progresso, ci siamo
dimenticati della gratitudine per le piccole cose…
Gli sforzi per rendere l’uomo più longevo, sconfiggere le
malattie, ringiovanire le cellule e sfidare la vecchiaia sono sotto gli
occhi di tutti, ma hanno senso se continuiamo a inquinare la Terra
che ci sostiene? Ha senso vivere più a lungo se rendiamo il pianeta
che ci ospita sempre più inospitale?
Gratifichiamo corpo e mente con prodotti e servizi che
arrecano danni all’ecosistema e nemmeno lo sappiamo, siamo
fossilizzati nelle abitudini e troppo pigri per cambiarle. Lo specchio
più autentico di chi siamo è il nostro stile di vita. E’ l’applicazione
pratica dei nostri valori ed è il punto di partenza per affrontare la
crisi ambientale e stabilire nuovi equilibri. Come dicono gli indiani
americani, noi abbiamo ereditato la Terra dai nostri avi, l’abbiamo
presa in prestito dai nostri figli. E’ il caso di chiederci cosa
lasceremo loro.”
(da "Tentativi di eco condotta per nuovi stili di vita" di Gabetti
Cristina).
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1. Inquinamento ambientale e cibo
Oggi la produzione di cibo è tra le principali fonti d’inquinamento del
mondo!
La produzione di carne è responsabile del 18% delle emissioni
globali di anidride carbonica e metano, che contribuiscono
all’aumento dei gas serra nell’atmosfera. Da cui i repentini
cambiamenti climatici causati dal riscaldamento globale della terra.
L'inquinamento da allevamenti intensivi, da cui proviene la maggior
parte della carne che troviamo in commercio, è al secondo posto nel
mondo dopo l'inquinamento da carburante.
Nella prima tabella, qui di seguito, sono rappresentate le emissioni
di anidride carbonica nel ciclo produttivo degli alimenti. Notiamo
come le emissioni di anidride carbonica siano di gran lunga superiori
per le proteine animali rispetto a quelle vegetali.
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Nella seconda tabella le emissioni di gas serra di venti tipi di cibo
vengono tradotte in miglia percorse in macchina. Si evidenzia che la
scelta peggiore è data dalla carne di agnello, seguita appena dopo
da quella di manzo. Mentre l'impatto sul clima nella produzione dei
vegetali e della frutta è quasi trascurabile.
Produrre 1 kg di carne bovina inoltre richiede circa 15.000 litri di
acqua contro i 1.000 litri richiesti per la stessa quantità di cereali.
La crisi idrica del pianeta è dovuta non solo all'agricoltura, ma
anche alla produzione della carne, perché l’acqua è indispensabile
per irrigare le coltivazioni dei cereali destinati all'alimentazione
animale, per macellarli e infine confezionarli. Così gran parte delle
risorse agricole in cereali (circa il 50% dei cereali ed il 75% della
soia prodotti nel mondo), invece di soddisfare le esigenze
nutrizionali di quegli abitanti del pianeta che soffrono la fame, va ad
alimentare gli animali di allevamento, impoverendo pure il suolo.
Inutile affermare quindi che sarebbe più conveniente impiegare
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parte dei cereali direttamente per soddisfare l’alimentazione
dell’uomo piuttosto che nutrire numeri esagerati di animali da
macello.
Gli allevamenti intensivi sono poi causa della deforestazione delle
grandi foreste, come quella amazzonica, per far spazio ai pascoli.
I pesticidi o antiparassitari e i fertilizzanti utilizzati nell'agricoltura
sono un'altra fonte di inquinamento. Tali sostanze si disperdono
nell'aria e attraverso il terreno nelle falde acquifere, contaminando
per periodi molto lunghi anche il suolo e l'acqua. Si tratta di veri e
propri veleni, che a contatto con l'uomo hanno degli effetti tossici
anche gravi. In Italia, già dal 1992, l'Istituto Superiore di Sanità ha
riconosciuto molti pesticidi come cause probabili dell'aumento di
diverse forme di cancro al fegato e di alterazioni del sistema
endocrino, come danni al sistema riproduttivo. Altri studi ne hanno
evidenziato effetti neurotossici, soprattutto in seguito ad
esposizione diretta, come nel caso dei lavoratori agricoli. Ma anche i
bambini che vivono nelle campagne e sono esposti indirettamente a
tali composti, possono avere dei problemi da un punto di vista
neurologico come diminuzione della capacità di apprendimento, di
concentrazione e velocità psicomotoria e problemi respiratori come
l'asma.
Fermiamoci un momento e riflettiamo su questi pochi dati,
sufficienti però a dare un’idea della situazione generale.
Se la nostra salute e quella delle generazioni future è a rischio,
bisogna intervenire con gesti forti e decisi.
Da dove possiamo partire allora?
Cominciamo a rispettare la natura, comprando meno carne e magari
solo quella da allevamenti biologici, eliminando l'acquisto dei cibi
troppo industriali e super confezionati con imballaggi in materiale
plastico a favore di prodotti sfusi e alla spina, come per esempio i
detersivi ecosostenibili. Vaschette e bottiglie di plastica, flaconi e
scatole occupano fino al 50% dello spazio nella spazzatura, con un
impatto negativo sull’ambiente. Imparare a separare i rifiuti è un
gesto etico e insegnarlo anche ai bambini è imperativo!
Cerchiamo, se possibile, di comprare verdura, frutta, latte e latticini
a km 0 e da agricoltura biologica e biodinamica, non geneticamente
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modificati, privi di pesticidi e coltivati con una logica di salvaguardia
della biodiversità.
Il numero dei supermercati biologici è in aumento anche se i prezzi
sono un po’ più alti e i gruppi di acquisto sono una valida alternativa
per comprare prodotti locali e biologici, spendendo meno. Sempre
più diffusi nelle città sono i mercatini dove il produttore vende
direttamente i suoi prodotti al consumatore, saltando tutti i
passaggi della grande distribuzione.
Oltre a Slow Food vi sono numerose associazioni in Italia e nel
mondo, più o meno conosciute, che attraverso manifestazioni,
eventi e fiere si oppongono al consumismo sfrenato e difendono le
tradizioni agricole ed enogastronomiche dei vari paesi, educano il
consumatore alla conoscenza della qualità non solo
enogastronomica ma anche ambientale e sociale dei cibi proposti.
Impariamo inoltre a separare i rifiuti, anche se spesso ci viene detto
che in alcuni comuni la spazzatura differenziata va a finire tutta
mescolata nella discarica. Sicuramente vi saranno casi di
inefficienza, ma bisogna aver fiducia che anche in questo settore vi
siano realtà che funzionano. I prodotti riciclati come carta, vetro,
lattine di alluminio e bottiglie di plastica in polietilene tereftalato
(PET), consentono di risparmiare energia e aiutano l'ambiente.
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2. Correlazione tra stile alimentare e malattie
Una riduzione del consumo di carne nei paesi dell’Unione Europea e
negli Stati Uniti avrebbe dei risvolti positivi non solo sull’ambiente
ma anche sulla salute dell’uomo.
Numerosi studi sono stati condotti sull'argomento da organizzazioni
mediche internazionali, che si occupano di prevenzione e cura dei
tumori: il World Cancer Research Fund e l'American Institute for
Cancer Research.
Il WCRF ha revisionato tutti gli studi scientifici disponibili sul
rapporto tra alimentazione e tumori. Secondo le sue
raccomandazioni per non incorrere nel rischio di ammalarsi di
tumore, bisogna ridurre il consumo di carni rosse (max 300gr a
settimana) ed evitare quelle conservate come salumi, wurstel,
hamburger e carne in scatola. Il rischio aumenta se la dieta è
carente di fibre vegetali provenienti da cereali, verdure e frutta. Un
terzo di tutti i tumori può essere prevenuto con una corretta
alimentazione.
I ricercatori, che hanno partecipato alla stesura del volume Food,
Nutrition and the Prevention of cancer, edito nel 1997, sono giunti
alla conclusione che diete con quantità importanti di carni rosse
aumentano probabilmente il rischio di cancro del colon-retto ed
anche quello del pancreas, della prostata, della mammella e dei
reni.
I motivi per cui la carne rossa è uno degli alimenti più sconsigliati
sono i seguenti:
- i grassi saturi di origine animale, di cui è ricca, sono dannosi per la
salute perché fanno aumentare di peso (sono molto più "grassi"
rispetto a quelli di una volta), incrementano il rischio di cancro e
ostacolano il buon funzionamento dell'insulina
- in chi consuma molta carne i livelli ematici dei fattori di crescita,
per lo più l'IGF-I (Insulin-like Growth Factor, fattore di crescita
insulino-simile di tipo 1), sono più alti del normale e associati allo
sviluppo di vari tipi di tumore tra cui mammella, intestino, prostata
e ovaia
- gli idrocarburi aromatici e le ammine eterocicliche che si
sviluppano durante la cottura ad alta temperatura della carne
(grigliate, arrosti), sono cancerogene in particolare per alcune forme
di tumori come mammella e intestino
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- infine la carne rossa è ricca di ferro eme, un potente ossidante che
determina la produzione nel tubo digerente di nitrosammine,
sostanze altamente cancerogene
Oltre alla carne rossa, vi sono altri fattori di rischio nella dieta,
responsabili di patologie non solo tumorali:
- il consumo di zuccheri, bevande zuccherate e gassate è la prima
causa di sovrappeso, obesità e diabete
- l'abuso di vino, birra e superalcolici è legato allo sviluppo di
dipendenza, patologie epatiche e di tumori del cavo orale, della
faringe, laringe, esofago, intestino, fegato, pancreas e mammella
- l'eccessivo consumo di nitrati e nitriti contenuti negli insaccati, nei
salumi, nei cibi essiccati e affumicati è legato allo sviluppo dei
tumori allo stomaco e all'esofago
- il consumo di latte e latticini sembra far aumentare il rischio di
tumore all'ovaio, alla mammella e alla prostata
La Sindrome metabolica
La sindrome metabolica (SM) è una condizione clinica patologica
molto diffusa nel mondo, che interessa più del 50% degli adulti al di
sopra dei 50-60 anni ed è la conseguenza dell'errato stile di vita e
delle sbagliate abitudini alimentari dei paesi industrializzati. Solo in
Italia colpisce il 30% della popolazione adulta. La SM viene definita
dalla compresenza di tre o più dei seguenti parametri, la cui
alterazione mette a rischio la salute:
- pressione arteriosa superiore a 130/85 mm Hg
- colesterolo HDL inferiore a 40mg/dl nell'uomo e 50mg/dl nella
donna e aumento del LDL
- glicemia superiore a 110mg/dl
- trigliceridi superiori a 130/85mmHg
- circonferenza addominale superiore a 102 cm nei maschi e 88 cm
nelle femmine.
Questa sindrome è problematica perché aumenta il rischio di
numerose patologie tra cui quelle cardiovascolari, il diabete, le
malattie tumorali, il morbo di Alzheimer, la psoriasi, l'osteoartrite, la
calcolosi colecistica, l'iperplasia prostatica, la steatosi epatica con
conseguente cirrosi e altre ancora.
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Si potrebbe prevenire e curare seguendo semplicemente una Dieta
Mediterranea tradizionale e praticando almeno un'ora di attività
fisica al giorno.
Una dieta mediterranea tradizionale prevede tantissimi cereali
preferibilmente non raffinati, ogni giorno, frutta fresca e secca,
verdura in grande quantità, poca carne, olio di oliva, una moderata
quantità di pesce, latte, latticini, il tutto accompagnato da vino ed
infusi.
Un altro aspetto di fondamentale importanza nella tradizionalità
della dieta è il rispetto delle stagionalità. La Dieta Mediterranea si
fonda sulla salvaguardia del territorio e della biodiversità e
garantisce la conservazione, lo sviluppo delle attività tradizionali e
dei mestieri, collegati alla pesca e all'agricoltura nelle comunità del
Mediterraneo.
Dunque gli studi epidemiologici e scientifici non mancano e tutti
confermano che uno stile di vita attivo ed una sana alimentazione
sono fattori basilari per diminuire il rischio di ammalarsi di patologie
croniche come diabete, malattie cardiovascolari, obesità e cancro.
Non ci rimane altro che impegnarci a cambiare le nostre abitudini
alimentari, cercando di attingere da tutte le conoscenze moderne e
antiche a disposizione.
Tra le nuove scienze emerge la nutraceutica, disciplina
relativamente recente che studia gli alimenti che hanno una
funzione benefica sulla salute umana, il cui termine è stato coniato
dal Dr. Stephen De Felice nel 1989 e deriva da nutrizione e
farmaceutica. Quindi un nutraceutico è un alimento farmaco che
associa a componenti nutrizionali selezionati per caratteristiche
quali l'alta digeribilità e l'ipoallergenicità, le proprietà curative di
principi naturali di comprovata e riconosciuta efficacia. Esempi di
nutraceutici sono i probiotici, gli antiossidanti, gli acidi grassi
polinsaturi omega-3 e omega-6, le vitamine e i complessi
enzimatici, derivati da piante, alimenti e fonti microbiche. Di solito
utilizzati sotto forma di integratori alimentari o alimenti arricchiti di
specifici principi attivi, per prevenire le malattie croniche, migliorare
lo stato di salute e ritardare l'invecchiamento.
L’uso di tali prodotti può essere consigliato nel caso in cui la dieta
da sola non riesca a fornire tutti gli elementi nutrizionali,
indispensabili per mantenere la salute in buono stato. Ricordiamo
però che un’alimentazione equilibrata e completa, ricca di frutta e
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verdura, cereali, legumi e acidi grassi polinsaturi, garantisce da sola
il fabbisogno giornaliero di tutti i macronutrienti (carboidrati,
proteine, lipidi) e micronutrienti (vitamine e minerali), senza la
necessità di assumere integratori. Ed i medici dell’antichità lo
sapevano bene!
Fra le medicine tradizionali e antiche ricordiamo quella Cinese,
Indiana, Egiziana, Tibetana e altre ancora che descrivono le
proprietà dei cibi per prevenire e curare le malattie. Anche
Ippocrate di Kos (460 a.c.), il padre della medicina, diceva "Lasciate
che il cibo sia la vostra medicina e la vostra medicina sia il cibo".
Tutte le medicine tradizionali tengono sempre e comunque conto
dell'ambiente in cui vive l'uomo, dei tempi e dei ritmi della natura.
Non prescindono mai l’uomo dall’universo che lo circonda. Infatti
l’uomo è sempre intimamente connesso con la natura e le sue leggi.
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3. L’alimentazione in Ayuverda e Medicina
Tradizionale Cinese
In questi tre anni di corso sono stata felice di conoscere alcuni
aspetti riguardanti le medicine antiche, tra cui l’Ayurveda e la
Medicina Tradizionale Cinese, che mi hanno da subito coinvolto ed
affascinato perché ancora così attuali! Non posso quindi fare a meno
di riportare in questo lavoro di ricerca, i concetti più significativi per
me.
L'Ayurveda (dal sanscrite Ayus "vita" e Veda "conoscenza" quindi la
"scienza della vita") è un sistema di medicina preventiva e di cura,
nato in India più di 5000 anni fa, il cui principio ispiratore è che la
mente esercita un'influenza fondamentale sul corpo. La malattia
dipende dal rapporto che abbiamo con la nostra autocoscienza e
spetta a noi trovare un equilibrio tra il corpo e la mente.
Secondo l'Ayurveda, il corpo sa che cosa gli fa bene e che cosa gli fa
male grazie all'istinto che la natura gli ha fornito sin dalla nascita.
Ciascuno di noi riceve dalla natura il suo particolare programma,
detto "prakruti" dal sanscrito "natura", "tipo corporeo", che è tutto il
nostro mondo, la realtà personale che deriva dal nostro nucleo
creativo più profondo, il nostro "tipo psico-fisiologico costituzionale,
che include sia la mente che il corpo. Tra la mente e il corpo vi è un
punto di connessione, dove il pensiero si trasforma in materia ed è
qui che si trovano i tre "Dosha", i principi operativi che permettono
il dialogo della mente con il corpo: Vata, Pitta, Kapha.
Questi tre principi governano il cosmo e coordinano ogni attività
funzionale dell'organismo:
- il dosha Vata controlla il movimento e presiede alle funzioni del
sistema nervoso, cardiocircolatorio, osteoarticolare e respiratorio.
- il dosha Pitta controlla il metabolismo e la termogenesi e presiede
alle funzioni digestive ed endocrine
- il dosha Kapha controlla la struttura e presiede alle funzioni
immunitarie e strutturali dei tessuti.
Alla nascita ogni essere umano presenta una particolare
combinazione dei tre Dosha, che ne determina le caratteristiche
somatiche, mentali e fisiologiche.
Avremo quindi un tipo Vata, Pitta e Kapha con caratteristiche
differenti in termini di struttura corporea, velocità di movimento,
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appetito, digestione, sonno, carattere, personalità, tendenze
morbose, ecc...
Le costituzioni secondo l’Ayurveda
Costituzione Vata
Costituzione Pitta
Costituzione Kapha
Corporatura sottile
Corporatura media
Colorito olivastro
Occhi piccoli, incavati,
scuri
Pelle secca
Colorito roseo o rossastro
Occhi brillanti, color
verde o ramato
Pelle morbida con nei o
lentiggini
Capelli biondi o ramati e
tendenza alla calvizie
Corporatura robusta,
tendenza all’obesità
Colorito pallido
Sorriso luminoso, denti
forti
Pelle grassa
Capelli sottili
Vene sporgenti
Carattere ansioso,
irrequieto, indeciso,
tendente a cambiare
spesso parere
Facilità di apprendimento
Scarsa memoria
Temperatura corporea
bassa
Estremità fredde
Appetito e digestione
irregolari
Alvo stitico
Preferenza per cibi e
bevande caldi
Sonno leggero,
disturbato
Abitudini irregolari
Facile affaticabilità
Sempre in movimento
Instabilità
Eloquio prolisso
Capelli spessi e forti di
colore nero
Carattere forte e deciso,
irritabile e tendente alla
collera
Carattere amabile, pigro
Intelletto acuto
Apprendimento lento
Buona memoria
Temperatura cutanea
calda
Solido appetito e buona
digestione
Evacuazioni più volte al
giorno
Preferenza per cibi e
bevande freddi
Sonno profondo ma
breve
Buon oratore
Tagliente nei giudizi
Grande senso estetico
Appetito scarso e
digestione lenta
Alvo regolare
Preferenza per cibi caldi e
asciutti e bevande calde
Sonno lungo e profondo
Possessività
Lentezza
Inclinazione al perdono
Forte impulso sessuale
Resistenza allo sforzo
Tendenza a gesticolare in
continuazione
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La conoscenza della predominanza di uno dei tre dosha permette
una prevenzione più specifica ed una volta manifestatasi la malattia,
un trattamento più accurato.
Secondo l'Ayurveda:" Colui i cui Dosha sono in equilibrio, l'appetito
è buono, i cui Dhatu ( i tessuti che costituiscono il corpo) funzionano
normalmente, i cui Mala (i prodotti di scarto derivanti
dall'alimentazione come feci, urina e sudore) sono in equilibrio e il
cui Ego, la cui mente e i cui sensi sono permeati dalla beatitudine
del Sè, questa è una persona sana".
Per quanto riguarda l'alimentazione in Ayurveda, non esiste una
dieta che sia adatta per tutti. Si parla, infatti, di diete pacificanti un
determinato Dosha. Il cibo comunica a questi ultimi delle
informazioni, perché contiene diversi guna o qualità fondamentali
(25 in tutto, tra cui pesantezza e leggerezza, secchezza e untosità,
caldo e freddo). L'informazione primaria però è contenuta nel gusto
dell'alimento. I sapori (rasa) sono sei: dolce, salato, amaro,
pungente, astringente. Una dieta equilibrata deve contenerli tutti
nello stesso pasto.
Ogni dosha è equilibrato da determinati sapori:
Vata è riequilibrato dal salato, acido e dolce.
Pitta è riequilibrato dall'amaro, dolce e astringente.
Kapha è riequilibrato dal piccante, amaro e astringente.
Nella scelta degli alimenti bisogna quindi tenere conto di quelli che
vanno ad equilibrare un determinato tipo corporeo.
Oltre alla dieta, per ogni costituzione vi sono norme e suggerimenti
specifici che meglio si adattano a ciascuno:
VATA
PITTA
KAPHA
Seguire una routine
regolare, senza stancarsi
troppo. Pasti e sonno ad
orari regolari
Al mattino praticare il
massaggio ayurvedico
con olio di sesamo
Evitare di esporsi a forti
tensioni, conflitti e ritmi
frenetici
Condurre una vita
dinamica, praticando
attività fisica regolare
Seguire una dieta
pacificante Pitta, che
privilegi i sapori dolce,
amaro, astringente
Consumare il ghee
regolarmente, evitare
Alzarsi presto al mattino
e non dormire durante la
giornata
Seguire una dieta
pacificante Vata che
Seguire una dieta
pacificante Kapha che
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contenga i sapori dolce,
acido e salato. Mangiare
in un ambiente tranquillo
con animo sereno
Preferire attività creative
e tranquille, che non
comportino responsabilità
eccessive
Ascoltare musica classica
(tatto e udito sono sensi
molto suscettibili in Vata)
caffè e alcol, preferire
bevande e succhi freschi
Proteggersi dal freddo, a
cui Vata è molto sensibile
Preferire abiti e oggetti di
bella fattura e dai colori
delicati
Soggiornare in luoghi
freschi ed evitare lunghe
esposizioni al sole
d’estate
Praticare yoga,
meditazione ed evitare
spettacoli di terrore e
violenza
privilegi i sapori piccante,
amaro e astringente.
Consumare 1-2 cucchiaini
di miele al giorno
Evitare la sedentarietà
Usare oli essenziali
stimolanti come geranio,
eucalipto, chiodo di
garofano, ylang-ylang
(spiccati stimoli olfattivi e
gustativi)
Proteggersi dall’umidità e
preferire ambienti secchi
e caldi
L'Ayurveda considera inoltre una cattiva digestione, un fattore
fondamentale nel processo di malattia. I sapori stimolano il potere o
fuoco digestivo dell'organismo, detto agni, che bruciando all'interno
dell'organismo, anima tutti i processi vitali e biologici, converte il
cibo nei tessuti del corpo e corrisponde a tutte le attività
metaboliche-enzimatiche.
Quando agni è normale, l'appetito è regolare, non vi sono disturbi
digestivi, non compaiono aerofagia e meteorismo, l'evacuazione è
normale con escrementi di consistenza normale e la persona è
pervasa da un senso di benessere e soddisfazione.
Tutte le malattie sono dovute alla sua debolezza e alla formazione di
ama (le tossine) nel corpo.
Un cibo digerito male o parzialmente si trasforma quindi in ama, un
residuo freddo e dall'odore fetido, la cui viscosità impedisce ai dosha
di circolare liberamente. Se c'è molto ama nel corpo la pelle
apparirà opaca, gli occhi spenti, il gusto in bocca sgradevole, l'alito
maleodorante, la lingua sporca al mattino, l'urina di colore torbido e
scura, la digestione debole, vi saranno stitichezza o diarrea
croniche, perdita di appetito e articolazioni doloranti.
Agni quindi deve essere messo nella condizione di lavorare bene per
purificare il corpo e lo possiamo aiutare con alcuni alimenti specifici,
spezie ed erbe come lo zenzero fresco o in polvere, il ghee o burro
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chiarificato, la cannella, il cardamomo, i chiodi di garofano, il pepe,
il rafano e la senape.
Il ritmo del fuoco digestivo segue un ciclo giornaliero ben preciso:
sale e scende a seconda dell'orario. Grazie ad agni al mattino (6-8h)
abbiamo un po’ di fame, molta a mezzogiorno (12-13h) e moderata
verso sera (19-20h). Nell'intervallo tra i pasti, toglie l'appetito per
favorire il metabolismo del cibo.
Una volta che il cibo è stato perfettamente digerito, questo si
trasforma in ojas, una sostanza sottile che conferisce forza e vitalità
alla persona. La sua conservazione è l'obiettivo principale della
prevenzione e terapia ayurvedica.
Il cibo ha inoltre tre qualità Sattva, Rajas e Tamas che sono anche i
tre principi della salute:
- Sattva è il principio dell'intelligenza e dell'armonia
- Rajas è quello dell'attività, dell'energia e dell'emozione
- Tamas è il principio dell'inerzia e della resistenza.
Anche ciascuno di noi manifesta queste tre qualità. Le persone in
cui predomina Sattva sono calme, centrate, pacifiche e nel
contempo piene di gioia. Danno valore alla verità, alla sincerità, ai
rapporti armonici con se stessi e gli altri. Sono di temperamento
gentile e generoso e trovano la loro felicità in quella degli altri. Il
Dalai Lama è un esempio di persona che manifesta tale qualità.
Se predomina Rajas, le persone sono eccessivamente stimolate e
possono essere inquiete, agitate, stressate, nervose, impazienti,
impulsive, prepotenti e focalizzate sul potere ed il dominio sugli
altri. Il mondo degli affari è pieno di influenze rajasiche ( telefoni,
pc, scadenze, denaro, ambienti competitivi) e di conseguenza molti
uomini d'affari manifestano qualità di questo tipo.
Infine se prevale Tamas, le persone possono dimostrare ottusità
mentale, mancanza di entusiasmo, pigrizia, negatività, irrazionalità
e persino meschinità. Ripiegate su se stesse, tendono all'egoismo,
alla paura, al servilismo e all'ignoranza.
Come detto prima, anche il cibo può essere sattvico, rajasico e
tamasico e quindi può influenzare la mente in modo diretto.
I cibi sattvici saranno quindi quelli che armonizzano e rafforzano la
mente, consentono alla forza vitale di fluire liberamente
nell'organismo e ci proteggono dalle malattie; sono quelli nutrienti,
naturali, freschi, biologici, crudi, poco cotti, leggeri, semplici e dal
sapore delicato. Eccoli di seguito: frutta fresca o secca, semi
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oleaginosi, verdure, germogli, legumi, cereali integrali, latticini, oli
spremuti a freddo, alghe, acqua naturale e dolcificanti naturali.
I cibi rajasici saranno quelli che hanno effetto irritante su mente e
sistema nervoso, aumentano ama e sono troppo piccanti, salati, dal
sapore troppo intenso, raffinati, surgelati, eccessivamente cotti, in
scatola (solitamente esclusi da una dieta yogica). Tuttavia in
Occidente se ne possono consumare in quantità maggiori, visto che
le necessità dell'ambiente sono così rajasiche. Ecco l'elenco: pollo,
agnello, pesce, uova, latticini in quantità eccessiva, zucchero di
canna, aglio e cipolla, cioccolato, tè, caffè, spezie piccanti, tabacco,
alcuni medicinali e droghe.
I cibi tamasici rendono la mente ottusa e sono maleodoranti,
artificiali, chimici, devitalizzati, ricchi di grassi e di amido: carne di
manzo, vitello e maiale, cibo da "fast food", bibite gassate, formaggi
stagionati, zucchero bianco, funghi, alcool, gli avanzi di cibo, il
troppo cibo ed alcuni medicinali e droghe.
Ogni alimento consumato in eccesso, che sia frutta o verdura, è
tamasico.
Secondo la tradizione ayurvedica si può raggiungere la beatitudine
attraverso un comportamento alimentare adeguato e che prevede le
seguenti regole:
- consumare cibi freschi e di stagione, evitando gli avanzi
- il pasto principale della giornata deve essere il pranzo, mentre
colazione e cena possono essere più leggere
- evitare di mangiare, se non si è ancora digerito il pasto
precedente e se ci si trova in uno stato emotivo alterato
- non mangiare velocemente, masticare bene e non alzarsi da
tavola troppo sazi o ancora troppo affamati
- durante il pasto bere piccole quantità di acqua a temperatura
ambiente
- mangiare possibilmente sempre alla stessa ora, evitando gli
spuntini tra un pasto e l'altro. Non mangiare di notte perché il ritmo
digestivo ne risente
- mangiare seduti in un ambiente tranquillo, con la mente serena da
soli o con persone che apprezzate veramente
- durante i pasti evitare di leggere, guardare la televisione o
lavorare
- essere grati alla natura per l'eterno dono del cibo ed avere lo
stesso rispetto che abbiamo per noi
18
- alla fine di ogni pasto rimanere seduti alcuni minuti, prima di
tornare all'attività.
Alcune di queste indicazioni già le conosciamo mentre altre
possiamo farle nostre. Anche la tradizione ayurvedica ha tanto da
insegnarci nell'ambito dell'alimentazione.
Il punto centrale è che bisogna essere sempre in contatto con il
proprio sé per sapere ciò che ci fa bene e ciò che ci fa male e avere
sempre la consapevolezza di quello che stiamo facendo. Quando
mangiamo, cerchiamo d'ora in poi di assaporare bene il cibo che
abbiamo in bocca, coinvolgere tutti i nostri sensi come la vista,
guardando i colori, come l'udito, sentendo i rumori come il gusto,
distinguendo i sapori e come il tatto, sentendo la consistenza.
Proviamo inoltre a ritualizzare il momento del pasto, che può
diventare così un'esperienza spirituale.
Anche nella Medicina Tradizionale Cinese (MTC), l'alimentazione
rappresenta uno strumento terapeutico importante. Un famoso
detto cinese nell’ambiente medico recitava "cura con le medicine,
guarisci con i cibi". Pare inoltre che il primo farmaco dell’Antica Cina
fosse un vino ricavato da cereali, di cui rimane un ideogramma.
Il cibo e l’aria, in MTC, sono le due fonti dell’energia che
proviene dall’esterno e attraverso la quale viviamo; una volta
introdotti nel nostro organismo con la digestione e l’inspirazione
diventano parte di noi. Tutto ciò di cui ci nutriamo quindi, può
cambiare profondamente la nostra biochimica e la nostra genetica.
La dietetica è per l'esattezza una branca della MTC e come
tale si ispira all’antico pensiero naturalistico e taoista. In tale ambito
emerge la teoria Yin-Yang, secondo la quale vi sono due polarità
complementari e opposte, che spiegano il continuo processo di
mutamento in natura, in relazione l’una all’altra e in relazione
all’universo. L’ideogramma cinese che rappresenta lo Yin indica il
lato in ombra di un pendio ed è associato a qualità come il buio, lo
scuro, il freddo, l’umido, il nascosto, il femminile, il movimento di
raccolta, il passivo...mentre l’ideogramma che rappresenta lo Yang
indica il lato soleggiato del pendio ed è associato a qualità come
luce, chiaro, caldo, asciutto, visibile, maschile, movimento di
espansione, attivo.
Yin e yang si trasformano l’uno nell’altro, così come la notte è
seguita dal giorno e l’estate dall’autunno.
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Ideogramma Yin-Yang
YIN
YANG
I medici dell’antica Cina avevano già suddiviso gli alimenti in
termini yin (raffreddanti) e yang (riscaldanti). Nel nutrire il corpo
del malato, il medico faceva ricorso a complesse combinazioni di
cibi, in rapporto al potenziale contenuto di yin e yang in ciascuno di
essi.
Se ragioniamo in termini Yin e Yang, le indicazioni date prima
riguardo una sana alimentazione, assumono un diverso significato:
quando si parla di cibi ad alta densità calorica come quelli troppo
ricchi di grassi e zucchero, si esprime una qualità yin e così per le
bevande zuccherate e alcoliche. Per esempio le carni conservate e
rosse sono yang. Mentre i cibi di origine vegetale non
industrialmente raffinati come cereali, legumi, verdure e frutta sono
naturalmente equilibrati in termini yin e yang.
Da cui si deduce che i cibi agiscono sull’equilibrio yin-yang del
nostro organismo e quindi possono correggerlo o alterarlo. Si tratta
di trovare un equilibrio tra le due qualità per mantenere la salute.
Oltre ad essere classificati secondo le qualità yin e yang, i cibi
seguono la teoria dei 5 elementi o movimenti, che descrivono la
trasformazione dell’energia dallo yin allo yang e viceversa e tutte le
leggi del cosmo: FUOCO, TERRA, METALLO, ACQUA e LEGNO.
Ciascun elemento è associato a una stagione, a un organo, a un
sapore...
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E ogni alimento ha un suo sapore, che non ha il nostro significato.
Per sapore di un cibo in MTC si intende la qualità della sua energia.
I sapori sono cinque: amaro, dolce, piccante, salato e acido.
Ognuno di essi è associato al suo movimento e nutre o distrugge, se
in eccesso, un differente organo del corpo. L’amaro, associato
all’elemento FUOCO nutre il cuore, il dolce, associato all’elemento
TERRA, nutre la milza, il piccante, associato all’elemento METALLO
nutre il polmone, il salato, associato all’elemento ACQUA nutre il
rene, l’acido o aspro, associato all’elemento LEGNO nutre il fegato.
Inoltre gli alimenti dal sapore acido “radunano” l’energia e
hanno un effetto astringente, ossia restringono i tessuti e rallentano
l’eliminazione dei liquidi. Gli alimenti amari drenano il calore in
eccesso fuori dall’organismo. Il sapore dolce è equilibrante e
nutriente e favorisce la produzione dell’energia. Il sapore piccante
stimola la circolazione dell’energia e dei liquidi vitali e aiuta a
eliminarli dal corpo quando sono in eccesso. Infine alimenti dal
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sapore salato hanno virtù emollienti, affinano, purgano, aiutano a
dissipare l’energia.
Attraverso la combinazione di questi sapori si può equilibrare,
stimolare o rallentare la circolazione dell’energia nell’organo, viscere
o meridiano corrispondenti. Per tale motivo, il fatto di mangiare
troppo spesso cibi con un determinato sapore, può alterare
l’equilibrio dell’energia e provocare malattie.
Assunti in grande quantità, ogni sapore aiuta a disperdere
l’energia dell’organo corrispondente e la stimola nell’organo da cui
quest’ultimo è dominato. Invece, in piccola quantità, ogni sapore
riequilibria l’energia dell’organo a cui è legato. Gli alimenti quindi
possono essere utilizzati a seconda del loro sapore per stimolare o
al contrario disperdere l’energia nell’ organo, nel viscere e meridiani
corrispondenti.
Come l'Ayurveda, anche la MTC pone alla base della salute il
rapporto armonico tra il comportamento umano e l'ordine naturale.
Un esempio è dato proprio dall'alimentazione che in entrambe le
tradizioni, deve variare nel corso dell'anno a seconda delle stagioni
e delle esigenze personali, in modo da creare equilibrio tra l'uomo e
la natura. Entrambi i sistemi rappresentano il prodotto di uno
sforzo, durato millenni, per favorire l'interazione e l'armonizzazione
tra l'uomo e l'ambiente e sistemi altrettanto importanti esistono
anche in altre tradizioni di tutto il mondo. Poter studiare e
approfondire tradizioni diverse, ci offre l'opportunità di integrare al
nostro stile di vita consigli e suggerimenti utili per migliorare
sempre di più la nostra salute.
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4. La Macrobiotica
Un'altro modello che ha attirato il mio interesse è quello
Macrobiotico secondo George Oshawa, che apre una via di
comunicazione con il pensiero occidentale. Il termine deriva dal
greco macros (lungo) e bios (vita). Si tratta di uno stile alimentare
ispirato al buddismo Zen. Secondo Oshawa il segreto della salute e
del benessere risiede nell'equilibrio tra i due principi fondamentali
Yin e Yang. I suoi metodi di indagine non sono stati condivisi dai
cultori della MTC, per il fatto che Oshawa identifica lo yang con la
contrazione e lo yin con l'espansione, modificando quindi
l'interpretazione corrente del principio Yin-Yang. Questa divergenza
però non è importante in questa sede, perchè il filo conduttore del
mio lavoro è la ricerca di un modello alimentare da utilizzare tutti i
giorni e che ci aiuti a preservare la salute.
Il sistema di pensiero fondato sulla dialettica yin-yang è molto
interessante per noi occidentali, perchè ci consente di allargare lo
sguardo. Esso viene anche definito come il principio unificatore della
realtà, che ci aiuta a comprendere la molteplicità dei fenomeni
naturali e a coglierne l'unità sottostante ed i rapporti tra le parti. Si
tratta di un approccio intuitivo diverso da quello scientifico e
analitico, a cui siamo abituati. Utilizzare il metodo yin e yang, ci
permette di sviluppare una forma di pensiero "orizzontale" che
unisce in modo trasversale i fenomeni della realtà e che è
complementare al pensiero "verticale" basato sul ragionamento
logico, tipico della società occidentale. I due pensieri si possono
integrare e completare a vicenda e aiutarci a trovare la connessione
tra l'essere umano e il pianeta in cui vive.
Questo sistema di pensiero, nuovo per noi, ci permette di
affiancare al ragionameno sui dati scientifici, uno strumento utile
per affrontare le realtà in modo creativo: l'intuizione.
Ohsawa poi tenta di astrarre l’idea dello yin-yang dal suo
contesto culturale e dai suoi riferimenti tradizionali, aprendo la
possibilità di applicarlo in modo creativo ad argomenti nuovi ed a
metodi sperimentali diversi.
Viviamo in un mondo dove i cicli naturali vengono ignorati, i
ritmi sonno veglia sono arbitrari, si pratica scarsa attività fisica in
generale e si mangiano alimenti che in natura non esistono. In un
contesto tale è complicato gestire le nostre esigenze alimentari in
modo intellettuale attraverso le diete che ci vengono proposte e la
23
conta delle calorie, perchè le necessità variano con estrema
velocità. Per questo motivo sviluppare l'intuizione attraverso una
buona pratica quotidiana ci permette ci capire cosa è meglio per noi.
La nuova formulazione di yin-yang secondo Ohsawa crea
quindi un ponte tra l'intelletto di noi uomini occidentali e un diverso
sistema di pensiero più orientale, fondato sul fluire dinamico
dell'equilibrio tra due tendenze opposte e complementari, che
ritroviamo in tutti gli aspetti della realtà, tra cui l’alimentazione. Ci
offre la possibilità di esplorarlo e accogliere a mente aperta delle
nuove idee, che possono integrare in modo naturale le nostre.
24
5. A proposito di cibo...in Macrobiotica
Una volta che un alimento viene introdotto nell'organismo, entra a
far parte di esso e gli comunica le sue qualità specifiche in termini di
yin-yang, oltre a determinare diversi effetti nutritivi e funzionali.
Un alimento e qualsiasi altro fenomeno della natura non sono
solo yin o solo yang, perchè queste due qualità sono
contemporaneamente presenti e relative l'una all'altra.
Per esempio una mela, se paragonata all'uva è più yang
perchè la prima ha una struttura compatta, con una polpa
consistente e dei semi concentrati al suo interno. L'uva invece è
costituita da un grappolo che manifesta una tendenza espansiva, ha
degli acini di consistenza morbida ricchi di acqua e quindi più yin.
Ma se paragoniamo la mela ad una carota, quest'ultima è
sicuramente più yang perchè ancora più compatta e cresce
sottoterra. All'interno della stessa mela poi vi sono elementi yin
come la polpa più soffice e periferica rispetto ai semi che sono più
interni, piccoli e compatti, quindi più yang.
Bisogna sempre contestualizzare tutti i fenomeni e in questo
caso le diverse varietà di frutta, per farne una classificazione
relativa, dal momento che gli equilibri e le relazioni in natura sono
infiniti, anche all'interno dello stesso frutto.
Non possiamo separare le due qualità visto che la loro
compresenza rende possibile l'esistenza.
Un altro concetto da tenere presente è che quando yin e yang
agiscono dall'esterno su un qualsiasi organismo, determinano un
effetto opposto nel senso che yang crea yin mentre quando
agiscono dall'interno determinano l'effetto corrispondente alle loro
caratteristiche. Un esempio della prima situazione è il fattore
ambientale: un clima freddo yin tende a creare yang, ossia
contrazione dei tessuti e predisposizione all'attività mentre un clima
caldo yang crea yin sotto forma di rilassamento ed espansione dei
tessuti con la tendenza ad essere meno attivi. Per quanto riguarda
invece gli alimenti, si verifica la secona situazione in cui gli alimenti
yang produrranno nell'organismo effetti yang, al contario dei cibi yin
che daranno un effetto yin.
Le carni rosse, i salumi, la cacciagione e i formaggi stagionati
avranno un effetto riscaldante; le uova e il pesce sono neutrali,
anche se gamberetti, aragosta e crostacei tendono a essere
riscaldanti. Più o meno neutrali sono anche i cereali ed i legumi, ad
25
eccezione del grano saraceno ed avena che sono riscaldanti e fagioli
di soia che sono rinfrescanti. Le verdure vanno da neutrali a
leggermente raffreddanti, eccetto quelle più piccanti che sono
riscaldanti e quelle raffreddanti come pomodori e zucchine.
Lo yin della stagione fredda crea infatti verdura e frutta yang,
più compatte e povere di potassio, mentre lo yang della stagione
calda ne produce di molto yin. Queste relazioni ci aiutano a
scegliere gli ortaggi più adatti alla stagione, anche se basta cercare
di acquistare e consumare prodotti stagionali, per non incorrere in
una scelta errata.
La prima grande distinzione quindi che si può operare è quella
tra cibo animale e vegetale. Un animale è mobile, attivo e caldo,
quindi più yang rispetto ad un vegetale che è immobile, meno attivo
e freddo. Il cibo animale contiene meno acqua (yin), e più sodio
(yang) e meno potassio (yin) delle verdure e della frutta. Esso
determinerà nel corpo umano un effetto più yang, ossia conferirà
tono ai tessuti, ne stimolerà la contrazione, darà più calore e
stimolerà all'attività fisica. Quello vegetale invece determinerà un
effetto più yin e quindi tenderà a rilassare e rinfrescare, a conferire
tranquillità. Se assunti in quantità esagerata, il primo produrrà
indurimento dei tessuti ed uno stato di tensione nervosa ed
irritabilità, il secondo fragilità, freddolosità e timidezza. Come
vediamo, un alimento può influenzare il nostro comportamento ed i
nostri stati emotivi.
All'interno dei cibi di origine animale si può fare un ulteriore
distinzione tra quelli più salati e con un contenuto minore di acqua
(quindi più yang) e quelli meno yang:
PIU' YANG
Salumi e formaggi salati
Uova
Carni rosse
Carni bianche, formaggi, volatili
Pesce, molluschi
MENO YANG
26
L'effetto esercitato sull'organismo dai suddetti alimenti sarà
diverso. I primi, animali da terra, tenderanno infatti a determinare
più depositi e ristagni nel corpo come ad esempio deposito di
colesterolo, indurimento tissutale e conferiranno più calore rispetto
agli ultimi, animali di mare.
Le carni bianche ed i formaggi cosiddetti freschi hanno
caratteristiche intermedie.
Per quanto riguarda gli alimenti vegetali come cereali, legumi,
semi oleaginosi, verdura, frutta sono generalmente più yin dei cibi
animali, anche se tra loro abbiamo rappresentanti più yang come i
chicchi dei cereali integrali (miglio, grano saraceno), quelli intermedi
come riso, grano e farro fino a quelli più yin come il mais.
Come si vede, all'interno di qualsiasi gruppo ciascun singolo
elemento può essere yin o yang a seconda con quale altro elemento
lo confrontiamo.
I legumi sono più yin dei cereali perchè più grandi e ricchi di
proteine e grassi; i semi oleaginosi invece sono più yin dei legumi
perchè ancora più ricchi di grassi e proteine (che hanno
caratteristiche yin).
Tra le verdure ci sono quelle che crescono verso il basso che
sono più yang di quelle che crescono a livello del terreno, a loro
volta più yang di quelle che crescono verso l'alto. Quindi carote e
radici sono più yang di cipolle e rape, che a loro volta sono più yang
di insalate e bietole, sempre più acquose.
Tra la frutta che è più yin della verdura, perchè più acquosa e
zuccherina, all'estremo yang troviamo la frutta selvatica, di piccole
dimensioni e che cresce vicino alla terra. Più yin della precedente
sarà la frutta di stagione e delle nostre zone climatiche, che cresce
sugli alberi (mele, pere, pesche, albicocche,...). Ancora più yin la
frutta tropicale che cresce in climi molto caldi (yang) e uva e fichi
che essendo molto zuccherini, sono all'estremo yin.
Quando il clima è più caldo (yang), il frutto assume
caratteristiche più yin e viceversa. Più c'è acqua (yin), più le piante
si sviluppano e assumono caratteristiche più yang. Si tratta di un
flusso continuo di relazioni ed equilibri tra le due tendenze.
All'inizio è difficile cogliere le qualità yin e yang di un
alimento, ma con la pratica diventa più naturale.
Nello schema che segue introduciamo anche gli alimenti dolci
che sono all'estremo yin, il latte e lo yogurt.
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PIU' YIN
Dolci
Yogurt, frutta
Latte, formaggi freschi, verdure
Semi, cereali integrali
Legumi
MENO YIN
Cereali integrali
MODERATAMENTE YANG
Anche se molti latticini sono piuttosto yang, altri come ricotta,
latte, yogurt sono più yin dei cereali, dei legumi, ecc. Affermare
però che lo yogurt sia yin come la frutta, non vuol dire che i due
alimenti abbiano lo stesso effetto. In comune hanno solo un effetto
rinfrescante ed espansivo. Per il resto, sappiamo tutti che
appartengono a due categorie ben diverse. Per non parlare del fatto
che un eccesso di latte e yogurt è stato ormai associato ad allergie,
intolleranze, raffreddori cronici, produzione di muco in diversi
distretti corporei.
I dolci industriali preparati con elevate quantità di grassi,
zucchero, farine raffinate e chissà cos'altro ancora, si trovano
all'estremo yin.
Negli ultimi anni il loro consumo è aumentato moltissimo per
controbilanciare l'eccesso di yang della dieta moderna.
Gli alimenti dolci con cui dovremmo soddisfare il bisogno di
yin sono la frutta ed i dolci fatti in casi con ingredienti naturali.
Tra i condimenti all'estremo yang troviamo il sale, che se
consumato in eccesso determina aumento della pressione arteriosa,
indurimento, rigidità tissutale e indebolimento del sistema
scheletrico. Utilizzarlo quindi con moderazione, ricordando che la
sua aggiunta ad un piatto, deve solo esaltarne il sapore, senza
coprirne il gusto.
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L'olio, secondo all'aceto, è invece il condimento più yin della
lista, rispetto al burro che è più yang. Quest'ultimo è consigliabile
solo in climi freddi.
Per ultime elenchiamo le bevande, che non sono degli
alimenti, ma ormai così diffuse da ritenere interessante conoscerle
nel loro aspetto yin-yang:
PIU' YIN
Liquori
Vino, birra
Succhi di frutta, bevande soia e riso
Tè e caffè
Menta, karkadè, ecc.
Acqua
MENO YIN
MENO YANG
Timo, finocchio, ecc..tè bancha, tè kukicha
Tè mu
Bevanda ginseng
PIU' YANG
Come si può vedere tè e caffè sono molto yin. Il loro effetto
stimolante deriva dal liberare con rapidità lo yang presente
nell'organismo, piuttosto che comunicargli energia. Contenerne
quindi l'utilizzo. Il tè giapponese di rametti o kukicha e il tè Mu
invece non agiscono come stimolanti immediati e rinforzano
l'organismo. Ne viene quindi consigliato il consumo nella dieta.
Le bevande alcoliche sono più o meno yin a seconda del tasso
alcolico e degli ingredienti in esse contenute.
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I soft drink, contenendo zucchero, caramello, sciroppo di glucosio,
coloranti, ecc... sono molto yin e difficili da equilibrare nell’ambito del
sistema yin-yang. Sono quindi prodotti da evitare, visto che determinano
aumento glicemico e diabete. Ecco di seguito la classificazione yin-yang
degli alimenti e delle bevande descritti fino adesso.
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Il fatto che il principio unificatore yin-yang ed i dati scientifici
raccolti da tutti i ricercatori del mondo sull'alimentazione siano in
perfetto accordo, fa di questo metodo un ausilio in più per noi
nell'affrontare in modo naturale una dieta idonea per conservare lo
stato di salute e non ammalarsi.
Gli alimenti centrali del diagramma precedente (cereali
integrali, verdure, legumi, semi e frutta) sono quelli protettivi per la
salute, al contrario di quelli posti agli estremi (salumi, formaggi
salati, carne rossa, uova all'estremo yang e gelati, liquori, dolci
zuccherati, aceto, vino, birra all'estremo yin) che sono dannosi. Al
centro troviamo infatti le sostanze nutritive necessarie al nostro
organismo: gli acidi grassi Omega 3 del pesce, quelli essenziali dei
semi oleaginosi e del germe dei cereali integrali, i carboidrati
complessi dei cereali integrali, le proteine provenienti sia dai legumi
che dal pesce e per finire minerali e vitamine contenuti nella frutta e
nella verdura. Gli alimenti posti agli estremi non sono invece
necessari da un punto di vista nutrizionale, anzi sono molto
problematici per la salute (vedi per esempio zucchero e dolci).
Con queste poche nozioni è possibile costruire uno schema di
riferimento da utilizzare quotidianamente nella scelta di
combinazioni alimentari equilibrate secondo l'approccio yin-yang.
Nella figura che segue ogni gruppo di alimenti è bilanciato e
completato da quello opposto.
Alimenti moderatamente yang come i cereali integrali sono
equilibrati da alimenti moderatamente yin come legumi, semi e le
verdure meno yin. Altri estremamente yang come salumi e carni
rosse sono bilanciati dal vino, da insalate, funghi, frutta e succo
d'arancia.
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SALUMI, FORMAGGI SALATI,
CARNI ROSSE, UOVA
LEGUMI, SEMI,
VERDURE TONDE,
RADICI, FOGLIE
VERDI SCOTTATE
FOGLIE VERDI
SCOTTATE,
INSALATE, CEREALI
RAFFINATI, (FRUTTA)
INSALATE, RAVANELLI,
RAMOLACCIO, ORZO
SELVATICO, FRUTTA,
BIRRA (VINO)
FORMAGGI, CARNI
BIANCHE
INSALATE, FRUTTA, FUNGHI,
SUCCO D’ARANCIO, VINO
PESCE, MOLLUSCHI
CEREALI INTEGRALI
I dati scientifici a nostra disposizione confermano la veridicità
delle suddette combinazioni. E questa è un'altra conferma del fatto
che scienza e metodo yin-yang si completano a vicenda.
L'obiettivo è dunque quello di realizzare il miglior equilibrio
possibile tra gli alimenti che consumiamo tutti i giorni, ricordando
che questo però varia in funzione dell'ambiente nel quale si vive e
dello stile di vita.
La nostra civiltà trova il suo equilibrio consumando alimenti
meno estremi dello spettro yin-yang, visto che difficilmente siamo
esposti a temperature estreme e conduciamo una vita abbastanza
32
sedentaria e stanziale. Di contro l'uomo primitivo europeo che visse
nei freddi periodi glaciali, adottò un'alimentazione nella quale il cibo
animale yang era presente in grandi quantità, rispetto a quella delle
popolazioni vissute contamporaneamente in climi più caldi che
erano prevalentemente vegetariane.
Il cibo animale, quando disponibile, ha permesso all'uomo
primitivo di sopravvivere in un ambiente ostile perchè fonte di
grassi e vitamine del gruppo B, totalmente assenti nei vegetali e più
termogenico rispetto ai carboidrati per difendersi dal clima freddo.
Come regola generale in un clima o in una stagione più fredda
possiamo permetterci di consumare ( qualche volta!!!!) una quantità
maggiore di cibo animale e di grassi che producono calore, anche se
vivendo in abitazioni super riscaldate e rivestiti da indumenti
pesanti, non siamo esposti direttamente al freddo. In questa
stagione daremo poi la precedenza a verdura e frutta cotta perchè
quella cruda è eccessivamente rinfrescante e tra i cereali è molto
consigliato il grano saraceno sia sotto forma di pasta che di chicchi.
Ricordiamo inoltre che anche il metodo scelto per preparare
un alimento può influenzarne le qualità. In generale la cottura e
quindi il calore ed i tempi più o meno lunghi a cui esponiamo gli
alimenti e la pressione della pentola a pressione rendono questi
ultimi più yang. Tra le diverse cotture vi sono poi quelle più yang
come la frittura e la cottura in forno e quelle più yin come la
scottatura e la bollitura.
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6. Consigli pratici per una alimentazione sana
Arrivati a questo punto siamo in grado di delineare delle linee
guida generali da utilizzare per alimentarsi, senza incorrere in gravi
errori.
Che cosa eliminare?
- ELIMINARE LO ZUCCHERO, I DOLCIFICANTI RAFFINATI
(fruttosio, sciroppo di glucosio, sciroppo di agave) E TUTTI GLI
ALIMENTI CHE LI CONTENGONO, come dolci, dolciumi, gelati,
prodotti da forno e industriali, soft drink, bevande zuccherate,
inclusi succhi di frutta, aperitivi e liquori dolci.
Sono tollerati un po’ di miele, succo d'acero e malti di cereali,
reperibili nei negozi di alimenti naturali.
- ELIMINARE TUTTI GLI ALIMENTI SINTETICI ED
INDUSTRIALI, come alimenti precotti a lunga conservazione,
alimenti in scatola e tutti quelli che contengono ingredienti artificiali
come gli additivi alimentari (conservanti, coloranti, antiossidanti,
correttori di acidità, addensanti, emulsionanti, stabilizzanti, aromi e
glutammati). Alcuni sono innocui mentre altri sono tossici,
allergenici, cancerogeni ed esplicano un'azione biologica.
(Vedi tabella dei principali additivi in appendice a pag. 51).
- RIDURRE AL MINIMO O ELIMINARE GLI ALIMENTI CHE
CONTENGONO MOLTI GRASSI SATURI DI ORIGINE ANIMALE E
SALE, come salumi, insaccati, affettati in genere e formaggi
industriali ricchi di polifosfati.
- MINIMIZZARE IL CONSUMO DI LATTE E LATTICINI.
- DIMINUIRE IL CONSUMO DI CARNE ROSSA, scegliendo
preferibilmante prodotti biologici e da animali allevati secondo
natura.
- RIDURRE L'UTILIZZO DI BEVANDE ALCOLICHE.
Che cosa mangiare allora?
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- CONSUMARE OGNI GIORNO VERDURE E FRUTTA DI
STAGIONE, applicando la regola della varietà.
- MANGIARE QUOTIDIANAMENTE CEREALI INTEGRALI (riso,
miglio, farro, grano saraceno, quinoa, orzo,..) PASTA
SEMINTEGRALE O DI SEMOLA DI GRANO DURO.
- INCLUDERE NELLA DIETA DI TUTTI I GIORNI DEI LEGUMI A
SCELTA TRA fagioli, lenticchie, fave, ceci, piselli, soia, ecc...come
fonte di proteine vegetali.
- PREDILIGERE PRODOTTI DI STAGIONE A KM 0 BIOLOGICI, privi di
residui di fitofarmaci e concimi chimici. Consumare frutta e verdura
di stagione, permette di trarre il massimo beneficio da un punto di
vista nutrizionale in termini di vitamine e minerali.
(Vedi tabelle Frutta e Verdura di stagione in appendice a pag. 48).
- SOSTITUIRE LE CARNI ROSSE CON POLLAME, CONIGLIO
BIOLOGICI E PESCE NON DI ALLEVAMENTO E MOLLUSCHI.
Oltre alla qualità del cibo, è molto importante il modo con il
quale lo mangiamo. Abbiamo imparato dall'Ayurveda che un
ambiente sereno è indispensabile per digerire bene. Un alimento
dalle qualità eccellenti può diventare dannoso se consumato mentre
siamo arrabbiati, nervosi o concentrati su altro, mentre un cibo di
scarsa qualità, mangiato in buona compagnia e con gratitudine,
diventa migliore.
Evitare quindi di mangiare davanti alla televisione o al PC o
ancora peggio discutendo. Dedicare al pasto il giusto tempo e
masticare piccoli bocconi con calma e a lungo, fino a 30-50 volte!!!
Infine alzarsi da tavola con ancora un po’ di appetito e la sera
andare a dormire almeno due o tre ore dopo aver terminato la cena,
quando la digestione è stata ultimata.
Ciascuno di noi deve poi trovare il suo equilibrio, a seconda
delle proprie esigenze. Ci sono persone che preferiscono consumare
una colazione abbondante e quelle che al mattino fanno fatica a
mangiare. Chi per motivi lavorativi, deve pranzare in modo leggero
e la cena riamane l'unico pasto tranquillo. In tal caso conviene
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consumare una cena meno ricca di cereali e più incentrata su
proteine e grassi. Gli equilibri sono tanti e vanno sperimentati.
Possiamo schematizzare le nozioni raccolte fino adesso e
suddividerle nei vari pasti, lasciando piena libertà di scelta:
- una COLAZIONE a base di cereali integrali, frutta fresca di
stagione e secca, quindi muesli e fiocchi di cereali non zuccherati,
mandorle, nocciole, noci e altri semi oleaginosi insieme ad una tazza
di caffè (poco) o quello di cereali, tè verde o latte vegetale di riso,
avena, ecc. Dolcificare eventualmente con del malto di cereali, poco
miele o sciroppo d'acero, per evitare di introdurre troppi zuccheri*.
In alternativa, qualche biscotto o fette biscottate con
marmellata senza zuccheri aggiunti e privi di dolcificanti sintetici
tipo aspartame, xilitolo, saccarina.
Se si preferisce la colazione salata si possono consumare
pasta o cereali avanzati il giorno prima.
- Un PRANZO a base di cereali integrali o semintegrali e
verdure con un po’ di proteine quindi riso, pasta, orzo, farro, grano
saraceno, quinoia, miglio accompagnate a verdure di stagione e con
l'aggiunta di legumi o pesce e molluschi tipo pasta con le vongole.
- Una CENA a base di proteine di origine animale o vegetale a
rotazione tra pesce, molluschi, carni bianche, talvolta uova, tempeh
o più di rado tofu e seitan. Il tutto accompagnato da molte verdure
sia crude che cotte e una piccola porzione di cereali a piacere, nel
caso in cui a colazione e a pranzo non se ne siano consumati,
altrimenti anche no.
E per finire, se si desidera, un dessert senza zucchero.
*Le colazioni troppo dolci come cappuccino e brioche, danno
sì energia immediata ma dopo poche ore provocano un
abbassamento repentino della glicemia e quindi si ha la neccessità
di introdurre ancora zucchero. Le continue impennate del tasso
glicemico possono alla lunga danneggiare il pancreas, provocando il
diabete.
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Seguendo questo schema generale, si possono creare infinite
combinazioni alimentari, che ci aiutano a fare dei pasti equilibrati.
Se siamo delle persone sane, dinamiche e allegre, ci possiamo
permettere di mangiare un po’ di tutto, anche cibi dalle qualità più
estreme e far riferimento alle suddette regole alimentari. Se invece
conduciamo una vita molto sedentaria, soffriamo di alcune
patologie, bisogna essere più attenti e consumare cibi nella fascia
centrale dello spettro yin-yang. Vi sono infatti dei fattori individuali
come lo stato di salute, l'età (vedi i bambini), la costituzione, alcune
fasi della vita come la gravidanza che richiedono degli accorgimenti
ulteriori ed in alcuni casi una dieta personalizzata che va stabilita
con un medico specialista.
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7. Imparare a leggere le etichette
Un'altro passo importante è quello di rimparare a fare la spesa,
leggendo con attenzione le etichette. Gli ingredienti dei prodotti
alimentari sono per legge elencati in ordine decrescente di quantità.
Il primo ingrediente riportato è quello presente in quantità maggiore
e cosi via... Da un'etichetta si possono quindi dedurre molte
informazioni sull'alimento in termini di qualità, quantità e genuinità
degli ingredienti che lo compongono. Pensiamo ad esempio ai cibi
contenenti "grassi idrogenati", che sarebbero totalmente da evitare.
Li ritroviamo quasi ovunque: nelle margarine industriali, nei biscotti,
negli snack, nelle patatine fritte, ecc. I grassi idrogenati sono grassi
saturi, ottenuti attraverso un processo industriale di idrogenazione
dei grassi insaturi e sono responsabili delle malattie cardiovascolari,
dell'aumento del colesterolo cattivo (LDL) e diminuzione della
flessibilità dei vasi sanguigni. Quando invece ci imbattiamo in un
prodotto alimentare contenente in etichetta la dicitura "grassi
vegetali o grassi non idrogenati o oli di semi vari", non possiamo
sapere a quali grassi i produttori si riferiscono! Molto spesso si
tratta di olio di palma o palmisti, che costano poco all'industria
alimentare e danno dei prodotti dal sapore gradevole, ma sono acidi
grassi saturi molto dannosi per le nostre arterie. Anche l'olio di colza
non è consigliabile perchè ricco di acido erucico, che si accumula nei
grassi del muscolo cardiaco determinando delle alterazioni.
Se iniziamo a leggere le etichette, scopriremo che lo zucchero è
ovunque, persino nel prosciutto cotto. Da un punto di vista chimico
per zucchero si intende la molecola di saccarosio, costituita da
glucosio e fruttosio. Se in etichetta leggiamo la dicitura "senza
zucchero" e di seguito tra gli ingredienti: sciroppo di glucosio,
sciroppo di fruttosio o destrosio e maltosio, si tratta sempre di
zucchero. Un paziente diabetico che acquista un prodotto di questo
tipo, viene tratto in inganno se non fa attenzione e con il rischio di
peggiorare il suo stato di salute.
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8. Consapevolezza alimentare e meditazione
Il mio percorso è giunto ad un punto cruciale. Come possiamo
diventare consapevoli del cibo che compriamo e mangiamo? Quante
volte ci capita di fare la spesa in modo frettoloso, senza soffermarci
sulle etichette e senza programmare dei pasti equilibrati? Quando
siamo al supermercato, arriviamo alla cassa con un carrello carico di
cibi pronti o surgelati, che richiedono poco tempo per essere
cucinati.
E quante volte mangiamo pensando ad altro, guardando la
televisione, discutendo animatamente con familiari e colleghi e
finiamo il pasto senza accorgerci?
Per diventare più consapevoli del cibo che mangiamo, dobbiamo
prestare attenzione al "qui ed ora" ed essere sempre presenti a noi
stessi, vigili, concentrati sul momento che viviamo, sia che stiamo
masticando sia che stiamo cucinando. La consapevolezza abbraccia
e assimila ogni esperienza che si presenta davanti a noi. Ci vuole
però costanza ed esercizio per svilupparla.
Le antiche pratiche meditative della tradizione yogica ci possono
venire in aiuto.
La meditazione è la pratica di concentrarsi su un qualsiasi oggetto
che può essere una parola, la respirazione, un'immagine, un cibo!
Nella vita di tutti i giorni la nostra mente continua ad elaborare una
montagna di emozioni, pensieri, impressioni e sensazioni. Quando si
medita dunque ci si concentra e al contempo si tenta di limitare gli
stimoli che vengono dall'esterno e che sollecitano il sistema
nervoso, calmando la mente. Il segreto della meditazione sta
nell'imparare a sviluppare, concentrare e dirigere la consapevolezza.
La meditazione sul cibo ci consente di goderci di più i nostri pasti, di
facilitare la digestione e ridurre le tensioni e lo stress.
Ecco qui di seguito una meditazione di Stephan Bodian
(psicoterapeuta e insegnante di meditazione), sul mangiare
consapevolmente, da sperimentare:
1. Prima di iniziare a mangiare, prendetevi qualche istante per
ringraziare per il cibo che state per deglutire.
Potete riflettere sulla terra e sul sole che hanno generato questo
cibo e sulle persone che hanno faticato per portarlo sulla vostra
tavola, oppure ringraziare Dio o lo spirito, o anche stare seduti in
silenzio provando gratitudine per ciò che avete. Se mangiate con
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altre persone, potete tenerle per mano, sorridendovi
reciprocamente o mettendovi in contatto in qualche altro modo.
2. Portate consapevolezza verso le vostre mani, mentre sollevate il
cibo per portarlo alla bocca.
In alcune tradizioni monastiche, si mangia più lentamente del solito;
potete provare questa esperienza. Oppure potete mangiare alla
vostra velocità normale, ma rimanendo sempre completamente
consapevoli.
3. Siate completamente consapevoli nel momento in cui il primo
boccone di cibo entra nella vostra bocca, sollecitando con sensazioni
positive le vostre papille gustative.
Osservate in che modo la mente giudica il sapore:
"Troppo saporito o salato", oppure "Non è quello che mi aspettavo".
Osservate in che modo le emozioni si mescolano: disappunto,
sollievo, irritazione, gioia. Siate consapevoli di qualsisi ondata di
piacere o calore o altre sensazioni fisiche. Godetevi il cibo!
4. Se parlate mentre mangiate, osservate in che modo parlare vi
influenza.
Ci sono argomenti che vi creano tensione o vi rendono difficile la
digestione? Parlare vi tiene lontani dal godimento del cibo, o riuscite
a fare entrambe le cose contemporaneamente?
5. Mentre mangiate, rimanete pienamente consapevoli di ciascun
boccone.
Questo è probabilmente il punto più difficile, perchè la maggior
parte delle persone tende a distrarsi, una volta che conosce il
sapore del cibo che sta mangiando. Potete però continuare a
godervi il sapore momento dopo momento, boccone dopo boccone.
Se vi distraete, fermatevi e respirate per qualche istante prima di
ricominciare.
Diventare più consapevoli significa imparare a respirare, camminare
e mangiare in modo differente. Bisogna però rallentare i ritmi a cui
siamo abituati, riscoprendo nella calma azioni quotidiane che prima
erano automatiche! E passo dopo passo cominciamo a goderci il
momento presente, caricandolo di nuovi significati. Impariamo per
esempio ad apprezzare di più il cibo che mangiamo e magari a
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ritrovare quel legame con la natura che per la maggior parte di noi
è andato perduto. Il rispetto per l'ambiente che ci ospita è sacro,
visto che in una visione olistica della realtà, siamo parte di esso.
Siamo tutti interconnessi e non seperabili. Ogni nostra azione
influenza il mondo che ci circonda. Invece di distruggerla e sfidarla
dobbiamo ringraziare le natura. E questo sentimento di gratitudine
(come ha recitato in un seminario, il dottor Franco Berrino,
epidemiologo dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano) deve
essere allargato anche al cibo che mangiamo e ancora al mondo
intero, all'ordine dell'universo, ai genitori che ci hanno dato la vita,
ai figli, agli amici ed ai nemici, agli ostacoli e alle difficoltà che ci
aiutano a crescere ed evolvere. Ricordiamoci in ogni momento di
gettare il seme della gratitudine per tutto quello che abbiamo. Solo
così possiamo guarire nel corpo e nello spirito! Coltivare la
gratitudine per ogni aspetto buono o meno della vita ci rende
persone più sane e felici. E per vivere in salute, oltre a coltivare la
gratitudine, è importante:
- non sentirsi mai stanchi senza ragione
- avere buon appetito non solo di cibo ma anche in senso allargato,
quindi aver curiosità intellettuale verso il mondo, appetito sessuale,
ecc.
- avere un buon sonno
- avere una buona memoria sopratutto del corpo, per ricordare cosa
ci fa male e cosa invece ci fa bene
- aver buon umore e sorridere anche quando non ne abbiamo
motivo
- praticare la giustizia o essere degli uomini giusti
- avere una buona agilità e flessibilità nel corpo e nella mente;
aprirsi ad altre strade di conoscenza, filosofiche, spirituali.
Per quanto riguarda la spiritualità, al di la dei diversi orientamenti
religiosi e sempre nel rispetto delle differenze, è importante che
ognuno di noi percepisca un qualcosa di più profondo, di superiore,
di impermanente, di trascendente e che al tempo stesso permea
ogni cosa.
La dimensione spirituale è un mistero sacro che da significato,
scopo e verità alla vita umana. In tutte le tradizioni religiose esiste
un qualcosa che mette l’uomo in connessione con tutti gli altri esseri
viventi e con la realtà più grande, su cui si basa la vita. Coltivare la
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spiritualità, qualsiasi essa sia, ci aiuta a dare un significato più
profondo alla nostra esistenza.
Dalla consapevolezza che siamo parte di un "tutto" in continua
trasformazione nasce non solo la salute ma la possibilità di donare
un futuro migliore al nostro pianeta.
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9. I sette livelli di consapevolezza alimentari
Sempre secondo il Dott. Berrino vi sono diversi livelli di
consapevolezza alimentare e ognuno di noi ne incarna uno.
Nell'arco della nostra vita possiamo però sempre evolvere verso
quelli successivi, dal momento che non sono delle realtà statiche ma
dinamiche.
Ecco i livelli:
- 1° livello Materiale, il più basso. Corrisponde all'istinto di
riempirsi la pancia quando si è affamati. Lo troviamo nel lattante
che piange quando ha fame e che non ha tanta consapevolezza.
Alcuni di noi rimangono fermi qui, ma più facilmente evolvono verso
quello successivo
- 2° livello Sensoriale, che va dallo svezzamento al primo
settennio, momento in cui si creano i gusti. I bambini iniziano ad
assaggaire di tutto, dai dolci alla Coca-Cola®.... Imitano gli adulti
che con i loro comportamenti errati possono fare dei danni. A
questo livello c'è il tipico frequentatore delle trattorie domenicali,
dove si mangia di tutto, dall'antipasto al dolce, limoncello incluso!
Qualcuno di più evoluto passa poi a quello successivo
- 3° livello Sentimentale che invece rispecchia il comportamento
alimentare dell’età compresa tra i 7 ed i 14 anni, periodo in cui si
mangiano le buone cose preparate dalla mamma e dalla nonna. Si
inizia infatti ad apprezzare il buon cibo preparato in famiglia. In
questo periodo ci si identifica con l'adulto che deve diventare un
buon esempio. Di solito è a questo livello, che la persona in
sovrappeso si rivolge al medico ed è disposta a rinunciare a tutto
all’infuori del cappuccino con la brioche!
- 4° livello Intellettuale lo ritroviamo nei ragazzi adolescenti, che
esprimono spesso in famiglia dei giudizi intellettuali del tipo che “il
fumo è nocivo!” o in quei nutrizionisti che ragionano solo in termini
di calorie, grassi, colesterolo, ecc. Si opera una distinzione netta tra
il cibo che fa male e quello che fa bene. Poi si arriva al livello
successivo
- 5° livello Ideologico che ritroviamo nel terzo settennio, in quei
ragazzi dove prevale il giudizio ideologico e che diventano vegani o
vegetariani per il rispetto degli animali e magari mangiano patatine
fritte e bevono Coca-Cola®, che sono alimenti vegetariani!!!
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- nel 6° livello Sociale rientrano le persone adulte che si
preoccupano del cibo per la comunità e dell'uguaglianza tra gli
esseri umani. Ad esempio, le mamme che si interessano del
problema delle mense scolastiche, i volontari che dedicano il loro
tempo alle mense dei poveri. Ed infine
- il 7° livello della Giustizia, è quello della persona che sa scegliere
il cibo che fa bene e nel contempo rispetta la Terra. Chi raggiunge
questo livello di consapevolezza non può fare a meno di chiedersi da
dove viene il cibo che si compra, quanto è stato danneggiato o
sfruttato il pianeta per produrlo!
Colui che si trova a questo livello, si siede a tavola e ringrazia per
quel cibo con un pensiero o una preghiera chi l'ha prodotto e chi l'ha
cucinato.
Come dicevo prima, ciascuno di noi si trova ad un determinato
livello e può cercare di evolvere verso quelli successivi, lavorando
sulla consapevolezza, che non riguarda solo le nostre abitudini
alimentari ma abbraccia tutte la persona, intesa come unità di
corpo, mente e spirito.
Per crescere dobbiamo abbattere le nostre false convinzioni ed i
nostri pregiudizi ed aprirci ad altre strade di conoscenza,
sperimentando nuove realtà.
Solo così andremo incontro ad una radicale trasformazione interiore
che si manifesterà non solo nel corpo, nella mente e nello spirito ma
anche nell’ambiente che ci circonda.
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Conclusioni
Le nostre scelte alimentari devono da questo momento in poi
diventare sostenibili. Un'alimentazione come quella occidentale e dei
paesi industrializzati è dannosa per la salute umana e per quella
dell'intero pianeta. Quelle che noi chiamiamo ricchezza e salute
sono in realtà povertà e malattia, sia per l'uomo che per l'ambiente.
Il cibo non va ne sprecato né alterato, perchè è un elemento
fondamentale nel flusso dell'ordine naturale. Contrastando la
natura, siamo destinati a perdere in termini di salute e risorse
perchè la natura alla fine, in tempi più o meno lunghi, vince
sempre!
Abbiamo inoltre una grande responsabilità. In una realtà globale
come la nostra, tutte le scelte che riguardano lo stile di vita e
l’alimentazione diventano dei modelli di riferimento per i popoli
sottosviluppati ed hanno un impatto negativo sull'economia
mondiale.
Le organizzazioni World Cancer Research Fund e American Institute
for Cancer Research hanno presentato nel 1997 una pubblicazione
dal titolo: Food, Nutrition and the Prevention of Cancer; a global
prospective, su cui siamo tutti invitati a riflettere e non solo la
classe medica. Eccola qui di seguito:
" La prevenzione del cancro richiede una nuova politica mondiale a
proposito dell' alimentazione, dell'agricoltura e della pesca, ed
un'inversione di tendenza rispetto alle attuali tendenze alimentari
presenti nella maggior parte delle nazioni, allo scopo di far sì che le
fonti alimentari continuino, o ritornino ad essere basate sui vegetali
e loro derivati.
(...) La prima raccomandazione avanzata da questo rapporto è che
le fonti di cibo siano d'origine prevalentemente vegetale. Vegetali e
frutta, non meno dei cereali, devono essere considerati alimenti
fondamentali. Ciò implica un riorientamento delle politiche relative
all'alimentazione, all'agricoltura ed alla pesca nella maggior parte
dei paesi del mondo.
(...)
Un'altro punto fondamentale di queste raccomandazioni è che una
dieta centrata su cibo derivato da animali di terra aumenta il rischio
di cancro, come pure quello di altre malattie croniche. Ciò richiede a
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sua volta di invertire le attuali politiche basate su idee che si sono
originate 150 anni fa, che equiparavano la rapida crescita dei
bambini con una buona salute lungo tutto il corso della vita.
Nel mondo economicamente sviluppato ciò implica non solo che si
allevino carni a minor contenuto di grassi, ma anche l'abbandono
degli allevamenti industriali a favore di quelli a pastura. Inoltre,
bisogna far sì che i cereali siano coltivati prima di tutto per
l'alimentazione umana, non come mangime. I metodi tradizionali di
agricoltura, che sono la base per diete adeguate e variate, devono
essere preservati e protetti. (...)
Si sa che le proteine di origine vegetale ottenute con una corretta
combinazione di cereali e legumi sono altrettanto complete di quelle
di origine animale. (...) Il consumo di carni, latte e latticini è stato
incoraggiato durante gli ultimi cinquanta anni, sulla base dello
scorretto messaggio che tali alimenti sono particolarmente utili alla
salute. (...) L'attuale tendenza nelle nazioni asiatiche in rapida
transizione economica è quella di creare allevamenti intensivi e/o
importare grandi quantità di carni e latticini. (...) I governanti di
tutto il mondo dovrebbero essere informati del fatto che il crescente
consumo di carni ed alimenti ricchi di grassi porterà ad un massiccio
aumento dell'incidenza di molte malattie costose da trattare.
Dati i secoli di esperienza sui quali si fondano le diete tradizionali, le
nuove tendenze alimentari non sono nè una neccessità biologica nè
un progresso culinario. (...) Le diete tradizionali, quando adeguate
in quantità e variate in qualità, sono verosimilmente più salutari e
più protettive nei confronti di molte malattie di quanto non lo siano
quelle seguite nelle società urbanizzate ed industriali".
Alla luce di quanto detto fino ad ora, cerchiamo con tutte le forze di
cambiare il nostro atteggiamento nei confronti della salute e del
nostro pianeta, per donare alle nuove generazioni un futuro
migliore!
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Bibliografia
Martinato Francesca, La Nutrizione consapevole, Il Pensiero
Scientifico Editore, Roma 2012
Gabetti Cristina, Tentativi di Eco Condotta per nuovi stili di vita,
Rizzoli Libri, Milano 2008
Matthews Zoè, Il gusto della Gioia, Ananda Edizioni, 2009
Deepak Chopra, Benessere totale, Sperling & Kupfer Editori, Milano
2002
Dispensa Riza di Ayurveda Seminario
Borrel M., Maslo P., Manuale di automedicazione cinese, Red
Edizioni, 2013
Villarini Anna e Allegro Giovanni, Prevenire i tumori mangiando con
gusto, Sperling & Kupfer Editori, Milano 2009
Veronesi Umberto e Pappagallo Mario, Verso la scelta vegetariana,
Giunti Editore 2011
Guglielomo Carlo, Il Grande Libro dell'Ecodieta, una nuova visione
della salute, Edizioni Mediterranee, Roma 2011
Riefoli Michele, Mangiare Sano e Naturale con Alimenti Vegetali
Integrali, Macro Edizioni, Cesena 2011
Bodian Stephan, Meditazione for Dummies, Ulrico Hoepli Editore,
Milano 2014
Brigo Bruno, Medicina Naturale dalla A alla Z, Tecniche Nuove
Edizioni, Milano 2006
47
Appendice
Tabella Verdura di stagione n°1
48
Tabella Verdura di stagione n°2
49
Tabella Frutta di stagione
50
Tabella dei principali addittivi
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Ringraziamenti
Un grazie di cuore a tutte le "ragazze ed i ragazzi" conosciuti al
corso, che mi hanno accompagnato in questo percorso di tre anni.
Ad Isabella che mi ha illuminato con le sue intuizioni e mi ha offerto
la sua cara amicizia, ad Elena che mi ha disarmato con la sua
schiettezza e dolcezza e a cui voglio tanto bene, ad Anna e Tzveta,
due care colleghe che ho ritrovato tra i banchi, belle, brave e
"donne di mondo", a Claudia, la mia carissima e affascinante amica
"dalla fronte volitiva" con cui ho condiviso solo l’ultimo anno di corso
ed a cui mi sento molto legata. A tutte le altre, Gladys, Stefania,
Barbara, Sofia, Lorella, Sandra, Camilla e tante ancora con cui ho
pranzato, riso e chiaccherato.
Grazie ai docenti, che con le loro lezioni hanno allargato il mio
sguardo e mi hanno insegnato a sentire con la pancia.
Grazie a Monica, la nostra tutor che ha sempre avuto tanta
pazienza!
Grazie alla mia amica di sempre, Veronica, che pur lontana, mi ha
sempre incoraggiato a perseguire i miei obiettivi e a realizzare le
mie aspirazioni più profonde. Quante emozioni condivise nelle
nostre telefonate. Le voglio un mondo di bene!
Grazie a Maria, la mia seconda sorella che mi rallegra sempre con il
suo entusiasmo e gioia di vivere.
Grazie anche alle mie amiche di "scuola", Donatella, Elisa,
Aleksandra che mi circondano sempre con il loro affetto sincero.
Grazie alla mia famiglia che mi ha sostenuto in questi anni di studio,
a mio marito Giancarlo, che nonostante un approccio diverso alla
malattia, ha cercato di comprendere le mie ragioni e insieme ai miei
figli Giovanni, Giulia e Maddalena mi ha dato la possibilità di
dedicare tanti fine settimana allo studio. In questi hanno ho potuto
sperimentare una cucina diversa e più sana anche grazie a loro, che
nonostante gli sguardi interrogativi di fronte a certi piatti, si sono
adattati senza problemi. Ancora grazie a mio marito per il suo
amore e l'assistenza tecnica!
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Grazie agli altri miei familiari, mia madre Nadia, mio padre Bruno e
la mia sorellina Silvia, che mi hanno sempre incoraggiato e in
assenza di mio marito, mi hanno sempre aiutato nella logistica
familiare, con pranzi e merende.
Grazie alla mia cagnolina Elektra che accocolata sulle mie gambe,
mi ha fatto compagnia nelle ore di studio.
Grazie a tutti coloro che ho incontrato in questi anni e che hanno
lasciato un segno tangibile dentro di me!
Ed infine grazie alla natura per avermi insegnato tanto!
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