04/03/2015
Lezione II
Il disturbo mentale:
definizione e classificazione
1
Un po’ di definizioni
Sintomo: le manifestazioni soggettivamente percepite e
riferite dal paziente; espressione o segno di alterazione o
disfunzione sul piano psichico, fisico o comportamentale;
„ Sindrome: un insieme di sintomi e segni che si
presentano in modo associato, ma dei quali non è, o non
lo è completamente, nota l’origine eziologica.
„ Disturbo: assimilabile al concetto di sindrome.
„ Malattia: un quadro patologico caratterizzato da sintomi
o sindromi specifiche, eziopatogenesi nota (ovvero
agente causale e meccanismo di sviluppo della
patologia), prognosi e decorso caratteristici.
„
2
„
In ambito psicopatologico per lo più si ha
a che fare con sindromi/disturbi piuttosto
che con malattie.
3
1
04/03/2015
Il problema delle cause
„
In psicopatologia l’approccio multifattoriale è
la regola e la prospettiva mono-causale
risulta totalmente insostenibile;
„
Il comportamento patologico è sempre un
fenomeno complesso per il quale non è
possibile identificare un’unica causa.
4
Diffidare sempre da chi sostiene che la
causa di un disagio psichico sia la tale
circostanza o il tale fattore!
„ Approccio bio-psico-sociale.
„
„
Si parla di:
– Fattori predisponenti
– Fattori precipitanti
– Fattori di mantenimento
5
2
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Il modello diatesi-stress
7
„
Un ulteriore “problema” è che nella
psicologia clinica e nella psicopatologia
coesistono diverse prospettive teoriche
che offrono, per i vari disturbi mentali,
ipotesi
esplicative
diverse
e,
di
conseguenza,
approcci
terapeutici
differenti.
8
„
Nel caso delle malattie mediche, come una
polmonite di origine batterica, la validità
della diagnosi si riferisce a evidenze
obiettive:
– che i batteri ne siano la causa (esami
colturali),
– che esiste una patologia a carico dei polmoni
(confermata dai raggi X),
– che i sintomi (respiro corto, febbre, tosse), e
segni sono compatibile con le cause
ipotizzate,
– e che il disturbo risponde a un adeguato
trattamento antibiotico.
9
3
04/03/2015
„
Robins e Guze (1970) hanno proposto cinque
parametri rispetto ai quali organizzare il
processo di validazione della diagnosi
psichiatrica:
–
–
–
–
–
Descrizione clinica;
Test di laboratorio;
Demarcazione di una patologia da altri disturbi;
Stabilità ed evoluzione nel tempo;
Presenza di familiarità.
10
“La malattia mentale potrebbe (o dovrebbe)
essere definita solo in presenza di dati quali:
- un’eziologia accertata (conoscenza delle cause
e dei fattori favorenti o inibenti il processo
morboso);
- corrispondenti reperti anatomo-biologici;
- e rilievi patogenetici (correlazioni dimostrabili
tra cause, reperti biologici ed effetti
sintomatologici obiettivabili)”.
(Giberti et al., 1996)
11
Di fatto, questo non è possibile se non per
alcune specifiche diagnosi psicopatologiche
(disturbi mentali organici e alcune forme di
demenza)…
12
4
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„
Rispetto allo studio della mente umana si pone
un problema non indifferente: in qualsiasi altra
disciplina, ciò che viene studiato, diviene infatti
l’“oggetto” di studio della disciplina.
„
A livello psicopatologico, l’oggetto e il soggetto si
sovrappongono e si confondono.
13
La classificazione dei disturbi
mentali
La definizione di malattia è un problema
irrisolto in psicopatologia;
- Nonostante ciò, disponiamo attualmente di
due manuali che classificano le varie
forme di disagio psichico:
-
- Diagnostic and Statistical Manual of Mental
Disorders (DSM)
- International Classification of Disease (ICD)
14
-
Il DSM IV TR riconosce questo limite:
“Sebbene in questo manuale venga fornita
una classificazione dei disturbi mentali, si
deve ammettere che nessuna definizione
specifica adeguatamente i confini precisi
del concetto di ‘disturbo mentale’” (p.9).
15
5
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DSM 5: definizione di disturbo mentale
«Un disturbo mentale è una sindrome caratterizzata da
un’alterazione clinicamente significativa della sfera
cognitiva, della regolazione delle emozioni o del
comportamento di un individuo, che riflette una disfunzione
nei processi psicologici, biologici o evolutivi che sottendono
il funzionamento mentale. I disturbi mentali sono
solitamente associati a un livello significativo di disagio o
disabilità in ambito sociale, lavorativo o in altre aree
importanti. Una reazione prevedibile o culturalmente
approvata a un fattore stressante o a una perdita comuni,
come la morte di una persona cara, non è un disturbo
mentale. Comportamenti socialmente devianti (per es.
politici, religiosi o sessuali) e conflitti che insorgono
primariamente tra l’individuo e la società non sono disturbi
mentali, a meno che la devianza o il conflitto non sia il
risultato di una disfunzione a carico dell’individuo, come
descritto precedentemente.»
16
Il problema della diagnosi e
della classificazione
Classificare: suddividere un dato insieme
di entità astratte in sotto-classi omogenee.
„ Obiettivi:
„
– Permettere un’adeguata descrizione e
comunicazione;
– Ricavare leggi generali e teorie.
17
In tutte le discipline scientifiche, la
definizione dell’oggetto di studio e la
classificazione delle varianti sono condizione
irrinunciabile per il progredire della scienza.
18
6
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Per esempio, una giraffa può essere
definita in maniera molto precisa: ha un
collo lungo, il mantello a macchie, è
erbivora ecc.
„ La giraffa ha una storia prevedibile: vive in
ambienti caldi, cresce a un certo ritmo, si
riproduce in modo caratteristico, ha una
determinata aspettativa di vita ecc.
„
19
„
Questo esempio illustra la necessità di
definire un insieme di elementi oggettivi
in
grado
di
descrivere,
sia
trasversalmente
che
longitudinalmente, una specifica entità
da classificare, senza tuttavia dimenticare
l’inevitabile variabilità legata a fattori che
influenzano sia gli aspetti trasversali (collo
più o meno lungo) e longitudinali (la
giraffa può morire precocemente perché
uccisa in una battuta di caccia).
20
„
In questo modo, quando un individuo
parla di una giraffa a un altro individuo
(che sappia di cosa si tratta), si realizza un
processo comunicativo sia di natura
trasversale (qui e ora) che di natura
longitudinale (prognosi).
21
7
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„
In modo analogo, la classificazione delle
malattie
in
medicina
si
basa
sull’individuazione
di
sintomi
ma
soprattutto segni e validatori oggettivi
di laboratorio.
22
Perché la diagnosi?
Ricondurre un gruppo eterogeneo di
sintomi sotto un’unica definizione che
veicola l’essenza di una particolare
condizione;
„ L’etichetta veicola in modo efficiente e
rapido l’informazione;
„ Possibilità di attingere ai dati della
letteratura scientifica sui trattamenti basati
sulle evidenze.
„
23
Rischi
„
Indebito etichettamento
„
Stigmatizzazione
24
8
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La classificazione delle malattie mentali è
cambiata di continuo negli ultimi due
secoli e per molto tempo il disaccordo
sulla definizione dei singoli disturbi è stato
la regola e non l’eccezione…
Questo perché, a differenza delle altre
branche della medicina, la psichiatria
manca (salvo rarissime eccezioni) di segni
e validatori biologici oggettivi.
25
„
Ciò ha fatto sì che progressivamente la
diagnosi
sia
stata
fondata
sull’identificazione di “gruppi” di sintomi
correlati, con un andamento temporale
caratteristico e con la presenza di
comportamenti abnormi ed esperienze
soggettivamente disturbanti.
26
„
L’introduzione di criteri espliciti e operativi
per
la
definizione
delle
sindromi
psichiatriche ha condotto a un’elevata
replicabilità delle diagnosi (e quindi a un
miglioramento dell’aspetto comunicativo
della nosografia).
27
9
04/03/2015
„
Tuttavia, poiché la diagnosi si basa su
criteri fondati sull’osservazione e non
sull’eziologia, soggetti che presentano la
medesima diagnosi possono mostrare un
elevato grado di eterogeneità da un punto
di vista eziologico e rispetto alla risposta al
trattamento.
28
Un po’ di storia
For a long time
confusion reigned.
Every self-respecting
alienist, and certainly
every professor, had his
own classification
(Kendell, 1975, p. 87).
29
Per superare questa mancanza di accordo
sulle definizioni diagnostiche nel 1980
l’American Psychiatric Association ha
pubblicato la terza edizione del Diagnostic
and Statistical Manual of Mental Disorders
(DSM-III).
Le due versioni precedenti (DSM-I e DSM-II)
avevano infatti avuto scarsissima diffusione.
30
10
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DSM-I (1952):
Buona copertura dello spettro
psicopatologico
Descrizioni narrative dei vari disturbi
Ampiamente influenzato dalla teoria
psicoanalitica
Scarsa affidabilità della diagnosi (necessità
di inferire conflitti inconsci)
„
31
Un esempio dal DSM I
000-xl2 Manic depressive reaction, depressed type
Here will be classified those cases with outstanding
depression of mood and with mental and motor retardation
and inhibition; in some cases there is much uneasiness and
apprehension. Perplexity, stupor or agitation may be
prominent symptoms, and may be added to the diagnosis
as manifestations.
32
DSM-II (1968):
Sviluppo di criteri più espliciti e specifici
Manca ancora decisione algoritmica
Ancora influenzato da teoria psicoanalitica
„
33
11
04/03/2015
La storia del DSM-III (1980) fu invece diversa:
- Criteri
diagnostici descrittivi ed espliciti
(operazionali) per ogni disturbo;
- Abbandono del linguaggio/teoria psicoanalitica;
- Diagnosi basata su sintomi e segni piuttosto che
su ipotesi eziologiche (adozione di termini
“neutri”);
- Introduzione di un approccio multi-assiale e
politetico;
- Sviluppo di interviste strutturate per accertare la
presenza dei criteri (↑ inter-rater reliability) ;
- Strumento in continua evoluzione (DSM-III-R,
DSM-IV, DSM-IV-TR…).
34
Dopo l’uscita del DSM III, nelle edizioni
successive si sono osservati soltanto
progressivi “affinamenti”, senza sostanziali
modifiche
relativamente
alla
concettualizzazione di disturbo mentale e
alla struttura generale.
I cambiamenti più consistenti sono avvenuti
solo con il DSM 5.
35
DSM-III-R (1987):
- Semplice “rifinitura” alla terza edizione;
- Eliminazione dei criteri gerarchici;
- Maggiore enfasi sulla descrizione politetica
dei disturbi.
36
12
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DSM-IV (1994):
- Revisione piuttosto conservativa dei criteri
basata su dati di ricerca;
- Maggiore attenzione agli aspetti culturali.
DSM-IV-TR (2001):
- Nessun cambiamento nei criteri, solo nelle
descrizioni che li accompagnano.
37
DSM-IV-TR
„
Prevede una classificazione multi-assiale cioè le
informazioni diagnostiche vengono riportate su 5
assi; ognuno di essi si riferisce a un diverso
insieme di informazioni che, nel complesso,
aiutano il clinico a pianificare al meglio
l’intervento terapeutico e a prevederne l’esito a
medio e lungo termine.
38
Asse I: Sindromi cliniche
Asse II: Disturbi di personalità e RM
„ Asse III: Condizione medica generale
„ Asse IV: Problemi psicosociali/ambientali
„ Asse V: Funzionamento generale
„ (Asse VI: Funzionamento difensivo)
„
„
39
13
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ASSE I
Disturbi Clinici
„ Altre condizioni che possono essere oggetto di
attenzione clinica
„
ASSE II
Esordio precoce (infanzia/adolescenza);
„ Decorso cronico e stabile nel tempo;
„ Pervasivi (cioè estesi trasversalmente a tutti i domini
dell’esistenza);
„ Generalmente percepiti come ego-sintonici dal paziente
(“Sono fatto così, non ci posso fare nulla”).
„
40
Ad esempio:
„ Asse I: 296.21 Disturbo depressivo
maggiore, Episodio singolo, grave senza
manifestazioni psicotiche;
Asse I: 303.90 Dipendenza da alcol;
„ Asse II: 301.6 DDP;
„ Asse III: Nulla;
„ Asse IV: Divorzio recente; disoccupazione;
„ Asse V: 41.
41
Struttura dei criteri diagnostici:
- (Breve descrizione del quadro clinico);
- Criteri sintomatologici;
- Criteri di esclusione;
- Compromissione funzionale/disagio.
42
14
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Criteri di esclusione
Compromissione funzionamento
Criterio sintomatologico
DISTURBO DEPRESSIVO MAGGIORE
A) Cinque (o più) dei seguenti sintomi sono stati contemporaneamente presenti durante un periodo di
2 settimane e rappresentano un cambiamento rispetto al precedente livello di funzionamento;
almeno uno dei sintomi è costituito da 1) umore depresso o 2) perdita di interesse o piacere.
- umore depresso
- marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte, le attività
- significativa perdita di peso, senza essere a dieta, o aumento di peso (per es., un cambiamento
superiore al 5% del peso corporeo in un mese) oppure diminuzione o aumento dell’appetito
quasi ogni giorno.
- insonnia o ipersonnia quasi ogni giorno
- agitazione o rallentamento psicomotorio quasi ogni giorno
- faticabilità o mancanza di energia quasi ogni giorno
- sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati
- ridotta capacità di pensare o di concentrarsi, o indecisione, quasi ogni giorno
- pensieri ricorrenti di morte (non solo paura di morire), ricorrente ideazione suicidaria
senza un piano specifico, o un tentativo di suicidio, o l’ideazione di un piano specifico per
commettere suicidio.
B) I sintomi causano disagio clinicamente significativo o compromissione del
funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree importanti.
C) I sintomi non sono dovuti agli effetti fisiologici di una sostanza o di una condizione
medica generale e non sono meglio giustificati da Lutto.
D) Il verificarsi dell’episodio depressivo maggiore non è meglio spiegato dal disturbo
schizoaffettivo, dalla schizofrenia, dal disturbo schizofreniforme, dal disturbo delirante
o dal disturbo dello spettro della schizofrenia e altri disturbi psicotici con altra
specificazione o senza specificazione.
E) Non vi è mai stato un episodio maniacale o ipomaniacale.
43
Criteri sintomatologici
„
Approccio politetico (variante di un
approccio categoriale)
Alcune caratteristiche sono concepite
come elementi essenziali per la definizione
del disturbo, mentre le altre possono
variare da individuo a individuo.
44
Vantaggi:
Fermo restando che, per ricevere una certa
diagnosi,
alcuni
sintomi
devono
necessariamente essere presenti, si rende
giustizia delle differenze interindividuali nelle
manifestazioni cliniche dello stesso disturbo.
Limiti:
Due individui diversi, pur rientrando
entrambi nei criteri di un EDM, potrebbero
quindi avere un solo sintomo in comune…
45
15
04/03/2015
A)
Cinque (o più) dei seguenti sintomi sono stati contemporaneamente
presenti durante un periodo di 2 settimane e rappresentano un
cambiamento rispetto al precedente livello di funzionamento;
almeno uno dei sintomi è costituito da 1) umore depresso o 2)
perdita di interesse o piacere.
1) umore depresso
2) marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi
tutte, le attività
3) significativa perdita di peso, senza essere a dieta, o aumento di
peso (per es., un cambiamento superiore al 5% del peso corporeo
in un mese) oppure diminuzione o aumento dell’appetito quasi
ogni giorno.
4) insonnia o ipersonnia quasi ogni giorno
5) agitazione o rallentamento psicomotorio quasi ogni giorno
6) faticabilità o mancanza di energia quasi ogni giorno
7) sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi o
inappropriati
8) ridotta capacità di pensare o di concentrarsi, o
indecisione, quasi ogni giorno
9) pensieri ricorrenti di morte (non solo paura di morire),
ricorrente ideazione suicidaria senza un piano specifico, o un
tentativo di suicidio, o l’ideazione di un piano specifico per
commettere suicidio.
46
DSM 5 (2013):
- Cambia la struttura: non più multiassiale
- Cambiano alcuni «raggruppamenti»
- Verso la dimensionalità…
- Nuove diagnosi
- Criteri meno «restrittivi»
-
Rischio «inflazione diagnostica»
47
48
16
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L’introduzione del DSM ha senz’altro
contribuito a migliorare l’attendibilità della
diagnosi e a permettere la comunicazione
tra specialisti con background formativi
diversi.
Cioè due operatori diversi con lo stesso
livello di competenza possono –
osservando lo stesso paziente e
basandosi sui criteri DSM – giungere,
con ragionevoli margini di certezza, a
formulare la stessa diagnosi
(Inter-rater reliability)
Oppure la diagnosi risulta
coerente in due valutazioni
eseguite in due momenti
diversi.
(Test-retest reliability)
La validità delle diagnosi
rimane invece scarsa.
49
psichiatriche
In presenza di un disturbo psichico, il
paziente giunge con una lamentela
soggettiva (ansia, depressione), e il
clinico raccoglie i sintomi attraverso
l’osservazione dei comportamenti del
paziente, del suo atteggiamento e dei
suoi processi di pensiero. Tuttavia,
esistono pochi indicatori oggettivi
(analoghi alle analisi del sangue o ai
raggi X) che possano confermare la
diagnosi.
50
Esperimento di Rosenhan (1973)
„
„
„
„
„
Ipotesi: Gli psichiatri non sono in grado di valutare in
maniera affidabile se una persona sia sana di mente o
meno.
Partecipanti allo studio (a loro insaputa…): personale
medico infermieristico di 12 ospedali psichiatrici in cinque
diversi stati USA.
Lo studio ha coinvolto 8 persone (pseudo-pazienti) che
hanno richiesto l’ammissione.
Gli pseudo-pazienti hanno contattato gli ospedali
telefonicamente e sono stati ricoverati lamentando di
sentire voci. Dissero che le voci, a loro non note,
appartenevano a una persona del loro stesso sesso, erano
spesso incomprensibili ma dicevano “vuoto”, “cavo”.
Gli pseudo-pazienti diedero un falso nome e una falsa
professione ma tutti gli altri dettagli forniti corrispondevano
a verità: alti e bassi della loro vita, relazioni, eventi di vita
significativi e così via.
51
17
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„
„
„
„
„
„
Una volta ammessi in reparto gli pseudo-pazienti
cessarono di simulare qualsiasi tipo di sintomo
psichiatrico. Presero parte alle attività del reparto,
interagendo con il personale e gli altri pazienti.
Quando veniva chiesto loro come stessero, rispondevano
di stare bene e di non fare più esperienza dei sintomi.
A ciascuno pseudo-paziente fu detto che avrebbe dovuto
essere dimesso convincendo il personale medico di stare
bene.
Nessuno degli pseudo-pazienti fu scoperto e tutti, tranne
uno, furono ricoverati con la diagnosi di schizofrenia per
essere poi dimessi con la diagnosi di schizofrenia in
remissione.
La durata del ricovero fu compresa tra i 7 e i 52 gg
(Media: 19 gg).
Per quanto non smascherati dal personale medico, molti
degli altri pazienti sospettarono fossero persone sane
(35 di 118 esplicitarono apertamente i loro sospetti).
52
L’utilità di una diagnosi è legata essenzialmente
alla possibilità di:
- fare previsioni sul decorso e sull’esito della
malattia;
- orientare verso la scelta di una terapia efficace.
Attualmente le diagnosi DSM hanno utilità limitata
in termini di prognosi e scelta terapeutica e gli
aspetti dimensionali del quadro psicopatologico
sembrano in tal senso più utili delle diagnosi
categoriali.
Tale via sarà probabilmente percorsa nelle
prossime edizioni del manuale.
53
La diagnosi psicopatologica
Si basa sulla raccolta dei dati anamnestici
e sull’osservazione e descrizione dello
stato clinico attuale.
„ Inoltre
è necessario conoscere le
condizioni socio-economiche del paziente
e il retroterra culturale di appartenenza:
ciò che è patologico in uno specifico
ambiente culturale può non esserlo in un
altro.
„
54
18
04/03/2015
Anamnesi
„
„
„
Può essere utile interpellare i familiari (lì dove il
paziente non sia un informatore attendibile);
E’ importante porre attenzione, oltre ai sintomi,
al modo abituale di pensare, sentirsi e
comportarsi del soggetto (personalità).
Va ricercata la possibilità di sviluppo di un
disturbo rispetto a una personalità premorbosa,
sia l’insorgere di un disturbo che produce una
frattura con lo stile generale di vita del paziente.
55
„
L’anamnesi ha un ruolo particolarmente
importante perché l’osservazione dello stato
attuale (prospettiva trasversale) va sempre,
quando possibile, messa in relazione alla
ricostruzione del decorso del disturbo negli anni
precedenti.
56
„
Ad esempio, la presenza di un episodio
depressivo maggiore nell’attualità può
essere inquadrata come:
– Disturbo depressivo unipolare;
OPPURE
– Disturbo bipolare (I o II)
a seconda della presenza, in passato, di
episodi maniacali o ipomaniacali.
57
19
04/03/2015
„
Inoltre,
il
paziente
può
concentrarsi
esclusivamente sui problemi che nell’attualità
sono la principale causa di disagio, omettendo di
riferire altri elementi clinicamente rilevanti.
58
„
„
„
Una volta raccolti i sintomi, occorre procedere al
collegamento degli stessi per giungere alla
diagnosi.
Devono essere identificati i “sintomi chiave”
attorno ai quali si organizzano tutti gli altri.
Inoltre devono essere conosciute le modalità più
tipiche in cui i vari quadri clinici si presentano.
59
„
„
Per esempio, un delirio a tematica ipocondriaca
in assenza di alterazioni dell’umore può portare
a formulare la diagnosi di Disturbo delirante,
sottotipo somatico.
In presenza di umore depresso, verrà meglio
inquadrato come Episodio depressivo maggiore,
grave con manifestazioni psicotiche.
60
20
04/03/2015
„
La differenza è abissale!
– Nel primo caso il delirio costituisce il sintomo
preminente;
– Nel secondo caso, deriva dalla depressione e
ne costituisce un indice di gravità.
„
Nei due casi, il decorso dei disturbi, la
terapia e la prognosi saranno molto
diversi!
61
„
„
Per il clinico esperto, la diagnosi può essere di
tipo empatico e basarsi sulle modalità di
relazionarsi del paziente e sull’introspezione
dell’operatore rispetto ai suoi vissuti.
Tale modalità diagnostica:
– Non ha corrispettivi in nessuna altra specialità
medica;
– Concepisce
l’operatore
come
strumento
di
valutazione;
– Può essere pericolosa se non concepita come
un’ipotesi da verificare;
– Richiede un percorso formativo lungo.
62
„
„
Definita la diagnosi nel sistema classificatorio di
riferimento, si è giunti a un inquadramento
descrittivo del disturbo del paziente che
permette di compararlo con altri pazienti affetti
da quello stesso disturbo.
In tale modo si può far riferimento alle linee
guida sulla terapia e alle ricerche scientifiche
sulle risposte alle terapie e sulle possibilità di
guarigione, in linea con la Evidence based
medicine.
63
21
04/03/2015
La valutazione psicodinamica completa la
diagnosi e costituisce un diverso livello di
indagine.
„ Non si considera più solo l’aspetto
obiettivo del sintomo, ma la sua
interpretazione
in
relazione
alle
caratteristiche strutturali della personalità
del paziente.
„ Si fonda sul concetto di inconscio.
„
64
Diagnosi:
«A dozen general tips»
Frances, Essentials of psychiatric diagnosis, 2013
65
Diagnosi:
«A dozen general tips»
„
1) Lo studio del paziente è importante
quanto lo studio della malattia
Frances, Essentials of psychiatric diagnosis, 2013
66
22
04/03/2015
Diagnosi:
«A dozen general tips»
„
2) La diagnosi è un processo che richiede
tempo
ƒ Diverse sedute
ƒ Diversi metodi
Please wait while diagnosis is processing…
Frances, Essentials of psychiatric diagnosis, 2013
67
Diagnosi:
«A dozen general tips»
„
3) If you hear hoofbeats on Broadway,
think horses, not zebras!
Frances, Essentials of psychiatric diagnosis, 2013
68
Diagnosi:
«A dozen general tips»
„
4) Fonti di informazione multiple
Frances, Essentials of psychiatric diagnosis, 2013
69
23
04/03/2015
Diagnosi:
«A dozen general tips»
„
5) Considerare diagnosi precedenti ma
non farci totale affidamento
Frances, Essentials of psychiatric diagnosis, 2013
70
Diagnosi:
«A dozen general tips»
„
6) Rivedere costantemente la diagnosi
Frances, Essentials of psychiatric diagnosis, 2013
71
Diagnosi:
«A dozen general tips»
„
7) Particolare attenzione a bambini e
adolescenti
ƒ Differenze nella maturazione
ƒ Uso di sostanze
ƒ Stressor familiari e ambientali
Frances, Essentials of psychiatric diagnosis, 2013
72
24
04/03/2015
Diagnosi:
«A dozen general tips»
„
8) Particolare attenzione agli anziani
ƒ Sintomi dovuti a condizioni neurologiche o mediche
ƒ Attenzione ai farmaci
Frances, Essentials of psychiatric diagnosis, 2013
73
Diagnosi:
«A dozen general tips»
„
9) Minore gravità
Più difficile diagnosi
Frances, Essentials of psychiatric diagnosis, 2013
74
Diagnosi:
«A dozen general tips»
„
10) Quando si è in dubbio, meglio sottodiagnosticare
Frances, Essentials of psychiatric diagnosis, 2013
75
25
04/03/2015
Diagnosi:
«A dozen general tips»
„
11) Una diagnosi accurata può portare
grandi benefici, una diagnosi sbagliata può
essere disastrosa
Frances, Essentials of psychiatric diagnosis, 2013
76
Diagnosi:
«A dozen general tips»
„
12) Tornando a Ippocrate… «Per prima
cosa, non nuocere»
Frances, Essentials of psychiatric diagnosis, 2013
77
26