Recensione Da pochi giorni è uscito un libro di Allen Frances, tradotto in italiano con il titolo: Primo, non curare chi è normale. Contro l’invenzione delle malattie, edito da Bollati Boringhieri. È un libro che, a prima vista, sembrerebbe interessare solo chi, a vario titolo, lavora del campo della salute mentale mentre, in realtà, le problematiche sollevate da Frances hanno una portata pubblica decisamente più ampia: si tratta di fenomeni quali la continua crescita esponenziale del consumo di psicofarmaci su larghissima scala; l’eccessiva facilità e superficialità con cui vengono diagnosticati sempre più frequentemente alcuni disturbi mentali, con un conseguente e continuo allargamento della base di consumatori di medicinali; la facilità con cui spesso i medici di base prescrivono farmaci psicotropi travalicando la loro sfera di competenza professionale; la presenza sempre più aggressiva, capillare e incontrollata degli interessi dell’industria farmaceutica nei più svariati ambiti strategici (pubblicità, formazione dei medici, ricerca scientifica, ecc.), una presenza che spesso mina la possibilità di discernere e valutare dove finisce la sfera della tutela della salute pubblica e dove inizia la sfera dell’interesse economico privato. L’autore del libro è un illustre psichiatra americano che ha diretto la task force incaricata di redigere il DSM-IV (1994), il manuale diagnostico e statistico dei disturbi psichiatrici pubblicato dall’American Psychiatric Association, tradotto in decine di lingue e ovunque utilizzato dagli psichiatri come testo di riferimento. Partendo da una critica dell’edizione del DSM da lui stesso diretta e poi pubblicata nel 1994, Frances lancia un allarme ben documentato e ben argomentato rispetto alla diffusione di un fenomeno che, utilizzando un ossimoro, potremmo chiamare “patologizzazione della normalità”. La recentissima pubblicazione dell’ultima versione del DSM (il DSM-5), che già durante la lunga fase preparatoria aveva scatenato accesissime polemiche a livello internazionale, ha infatti introdotto un’ulteriore quantità di nuove patologie che hanno come oggetto i più disparati comportamenti umani, comportamenti così comuni da far sì che le persone con disturbo mentale possano diventare paradossalmente la maggioranza della popolazione. Secondo Frances, il rischio di una inflazione diagnostica è già un dato di fatto se si pensa al crescente e inspiegabile (dal punto di vista epidemiologico) aumento di diagnosi come ad esempio il Disturbo Bipolare negli adulti, o il Disturbo da deficit d'attenzione e iperattività nei bambini, così come altrettanto reale è il continuo aumento del fatturato delle aziende farmaceutiche, derivante dalla vendita sempre più su larga scala di psicofarmaci, in particolare antidepressivi e ansiolitici (talvolta di nessuna efficacia, ma capaci di indurre grave dipendenza). La ricetta che Frances propone per arginare un fenomeno così allarmante è incentrata sulla necessità urgente di: 1) domare lo strapotere dei colossi dell’industria farmaceutica con interventi legislativi mirati e multe molto più salate in caso di trasgressioni (ad oggi, i fatturati ottenuti infrangendo la legge sono talmente elevati che, a confronto, le sanzioni anche milionarie rappresentano per queste aziende un rischio trascurabile); 2) domare i medici dalla “prescrizione facile”, anche se rappresentano una minoranza; 3) domare il DSM rendendone più rigorosi i deboli criteri che favoriscono un’inflazione diagnostica; 4) insegnare ai medici psichiatri (e ai medici di base) un approccio alla diagnosi psichiatrica più accurato, evitando di formulare la diagnosi già nel corso della prima visita e indicando fin da subito un trattamento farmacologico; 5) domare la grancassa mediatica e diffidare delle diagnosi “alla moda”; 6) promuovere una corretta informazione delle persone in merito alla patologia e alle cure possibili; 7) annientare i farmaci dannosi e inutili, tuttora regolarmente in commercio; 8) prendere atto che si sta combattendo la guerra contro le droghe sbagliate: secondo Frances, infatti, “l’abuso di farmaci è diventato un problema di salute pubblica più grave delle droghe illegali”. Insomma, il libro offre spunti di riflessione molto interessanti e fotografa uno spaccato, seppur parziale, di un fenomeno molto complesso e allarmante che, evidentemente, non riguarda solamente la salute dei cittadini americani. Gianni Soro “Primo, non curare chi è normale. Contro l’invenzione delle malattie” Di Allen Frances Ed. Bollati Boringhieri ISBN: 9788833924366 € 26,00