DOMANDE GUIDA PER IL POWER POINT: 1. Cosa

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Il verbo risorgere significa “risollevarsi”, “rinascere”. Il primo uomo che comincia a usare questa parola è
Saverio Bettinelli nel 1775, ma è però Vittorio Alfieri a usare questa espressione “ Risorgimento” nel senso
di “rinascimento nazionale” con l’idea di liberare il suolo italiano dalla presenza degli stranieri.
Noi possiamo riassumere il dibattito sulla durata del periodo detto “Risorgimento” in tre punti di vista:
Dalla Restaurazione (1815) alla proclamazione del Regno d’Italia (1861).
Dalla I Guerra d’Indipendenza ( 1848) fino alla presa di Roma (1870).
Dall’età rivoluzionaria (1796) alla fine della I Guerra Mondiale.
Vengono rimessi sui troni dei vari Stati Italiani quei sovrani che erano dovuti fuggire per l’arrivo delle truppe
di Napoleone.
In generale si può dire che: Quasi tutte le riforme dell’età napoleonica vengono abrogate, ma non si può
ritornare indietro, cioè non si può più tornare alla situazione precedente all’arrivo di napoleone.
Nel 1821 scoppiano delle rivolte a Napoli e a Palermo. Anche a Torino però, i patrioti si organizzano con
l’appoggio di Carlo Alberto per convincere re Vittorio Emanuele I a concedere una Costituzione al Veneto e
muovere guerra contro l’Austria per liberare il Lombardo - Veneto, ma Carlo Alberto rifiuta all’ultimo
momento il suo appoggio ai ribelli e i patrioti vengono sconfitti.
Nel 1831 invece, Enrico Misley e Ciro Menotti, con l’appoggio del Duca Francesco I, erano a capo dei moti,
ma poco prima della cospira il Duca cambia idea e fa arrestare i congiurati; la rivolta però è iniziata e si
diffonde nelle Legazioni, ma dopo alcune settimane l’Austria mette fine alla Battaglia di Rimini.
A partire dagli anni 1845-1846 Carlo Alberto, il sovrano del Piemonte, concede alcune riforme liberali:
ammette la nascita di un quotidiano, riforma l’università, l’ordinamento giudiziario e sanitario e istituisce il
Ministero dell’Istruzione Pubblica.
In Toscana Leopoldo II attua riforme simili a quelle concesse da Carlo Alberto, anche il nuovo papa Pio X
prende alcuni provvedimenti che fanno nascere la speranza che egli possa guidare in futuro una
federazione di Stati Italiani.
Scoppiano delle rivolte, le prime si hanno in Sicilia contro i Borboni e i re Ferdinando II, Leopoldo II, Pio IX e
Carlo Alberto finiscono col concedere una Costituzione; queste rivolte, poi, si diffondono in tutta Europa
contro l’impero Austriaco, così Metternich è costretto ad abbandonare il potere. Si ribellano anche Venezia
e i ducati emiliani legati all’Austria e Milano: dappertutto nascono governi temporanei che preparano
l’annessione in un unico stato del Nord Italia.
L’Austria è in difficoltà e i liberali piemontesi ne approfittano: spingono così Carlo Alberto a dichiararle
guerra il 25 marzo. Accorrono volontari da tutta l’Italia e anche corpi di spedizione dalla Toscana e dallo
Stato della Chiesa.
All’inizio le operazioni militari piemontesi vincono a Goito e a Pastrengo, in giugno però gli austriaci
recuperano terreno e sconfiggono i piemontesi a Custoza il 23-25 luglio. Poi il 9 agosto viene firmata una
pace.
La situazione di pausa ha favorito l’Austria che si è riorganizza. Intanto nei ducati emiliani rientrano i
sovrani.
A Venezia viene proclamata una Repubblica che cerca di recuperare la tradizione della Serenissima.
A Napoli Ferdinando II toglie ogni potere democratico concesso con la Costituzione e si prepara a risolvere
nel sangue la questione siciliana.
A Roma viene cacciato il Papa e si forma la Repubblica Romana: è il luogo dove si sperimentano forme
avanzate di parlamentarismo. Qui infatti si incontrano alcuni dei personaggi più importanti del
Risorgimento: Garibaldi, Mazzini, Saffi, Mameli.
Nel febbraio 1849 si riaprono le ostilità.
Gli austriaci si sono però riorganizzati molto bene e sconfiggono i piemontesi prima a Mortara poi a Novara.
Carlo Alberto abdica in favore di Vittorio Emanuele II per salvare almeno la dinastia sabauda sul trono
piemontese. E’ la fine delle speranze per i patrioti italiani.
La Repubblica Romana, grazie all’abile guida di Garibaldi, ha resistito per molti mesi alle truppe francesi, ma
nulla ha potuto contro di loro, quindi il 12 luglio cade.
Qualche mese dopo si arrende anche la Repubblica di Venezia.
La sconfitta lascia un’eredità ponderosa nel movimento unitario e a ciò si aggiunge anche l’ondata di esili e
condanne che colpisce coloro che hanno partecipato ai moti: molti di questi si riparano in Piemonte che è
l’unico Stato italiano a non ritirare la Costituzione concessa nel 1848; esso, nonostante i gravi problemi
interni, assume il ruolo guida nel movimento nazionale. Cavour riorganizza in senso liberale lo stato
piemontese, ma è consapevole che non è possibile costruire l’Italia senza trovare un accordo con le potenze
europee. La più interessata è la Francia di Napoleone III. Il Piemonte, per acquisire visibilità, manda un
corpo di spedizione in Crimea come alleato di Francia ed Inghilterra che si trovano in guerra contro la
Russia.
Nasce nel 1857 ed è una società che mette insieme personaggi di provenienza politica molto diversa come i
repubblicani, Manin e Garibaldi e vari esponenti monarchici e liberali piemontesi, che hanno tutti un
obbiettivo in comune: respingere gli austriaci.
Per far questo tutti si dicono disposti a rimettersi agli ordini del Piemonte e ad accettare il ruolo guida della
monarchia sabauda.
Napoleone III e Cavour si accordano, in un incontro a Plombières nel maggio 1858, sulla creazione di un tre
regni:
Regno del Nord sotto guida sabauda
Regno del Centro con un sovrano di fiducia
Regno del sud da lasciare ai Borboni o a un discendente di Murat.
Roma sarebbe rimasta al Papa.
Napoleone III in cambio pretende per la Francia Nizza e la Savoia.
L’ astio si riapre nella primavera del ’59.
I franco-piemontesi sconfiggono vicino a Milano gli austriaci mentre Garibaldi con i suoi volontari ottiene
molte vittorie.
8 giugno: Napoleone III e Vittorio Emanuele II entrano a Milano.
24 giugno: si ottengono vittorie a Solferino e San Martino.
8 luglio: si decide una tregua.
La Francia si ritira dalla guerra prima di quanto pattuito, ma l’Austria è comunque costretta a riconoscere al
Piemonte le conquiste lombarde e le eventuali annessioni emiliane e toscane.
Alla Francia vanno come pattuito la Savoia e Nizza.
Mentre in Emilia e Toscana si svolgono i voti popolari per l’annessione dei nuovi territori al Piemonte,
Garibaldi organizza, con la collaborazione di Cavour, una spedizione in Sicilia.
Partiti il 5 maggio 1860 da Quarto, i Mille sbarcano a Marsala l’11 e dopo due mesi avevano già conquistato
l’intera Sicilia, intanto le truppe piemontesi sono entrate dalle Marche nel territorio pontificio dove hanno
sconfitto le truppe del papa.
Il 26 ottobre Garibaldi consegna a Vittorio Emanuele II le terre conquistate.
Il 17 marzo 1861 viene proclamato il Regno d’Italia con a capo re Vittorio Emanuele II. La capitale del
Regno d’Italia è Torino, anche se i patrioti vorrebbero che fosse Roma.
Non fanno ancora parte del Regno d’Italia il Veneto e il Trentino, che sono ancora in mano agli austriaci.
Nel 1866 scoppia una guerra tra la Prussia e l’Austria.
L’Italia si allea con i prussiani e nonostante le clamorose sconfitte nelle battaglie di Custoza e di Lissa
ottiene il Veneto, liberandolo dall’Austria.
Nel 1870 la Prussia si scontra con la Francia di Napoleone III.
La guerra franco-prussiana si conclude con una schiacciante vittoria dei tedeschi e ha come conseguenza il
richiamo in patria delle truppe francesi schierate a difesa di Roma.
Il 20 settembre 1870 un reparto di fanteria e uno di bersaglieri piemontesi aprono una breccia nelle mura
della città eterna presso Porta Pia. Roma è conquistata. Il 23 novembre Roma è nominata capitale e dal
luglio 1871 il Governo e il Parlamento spostano la loro sede nella nuova capitale.
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