IL RISORGIMENTO1 PRIMA GUERRA D’INDIPENDENZA (1848-1849) Alla vigilia del 1848, l’intera Europa era in fermento per una serie di problemi non risolti che finirono per esplodere tutti insieme, provocando un’ondata rivoluzionaria che investì quasi tutti gli stati europei. Questi problemi erano essenzialmente 3: Problema economico: 1845-46-due cattivi raccolti provocano carestie e aumento prezzi prodotti agricoli 1847- la crisi si estende all’industria provocando disoccupazione soprattutto in Francia 1) Problema sociale: le dure condizioni di vita degli operai li avevano spinti a organizzarsi in associazioni clandestine e a proclamare i primi scioperi per ottenere aumenti di salario e riduzione dell’orario di lavoro. Gli operai appoggiati da repubblicani e socialisti chiedono di partecipare maggiormente alla vita politica per difendere i propri interessi 2) Problema nazionale: era diventata ormai intollerabile per molti popoli europei la spartizione dell’Europa decisa dal Congresso di Vienna: alcuni Paesi desideravano riunirsi o raggiungere l’indipendenza dal dominio straniero 3) La città che accese la miccia fu Parigi, dove il re Luigi Filippo era incapace di superare la crisi e mantenere a pace sociale. Il 22 febbraio 1848 una rivolta di borghesi, operai e artigiani, scesi armati in piazza per protestare contro il rifiuto del re di concedere il suffragio universale maschile, costringe Luigi Filippo ad abdicare e a fuggire. Viene così proclamata in Francia la Seconda Repubblica, così chiamata in ricordo della Prima nata dalla Rivoluzione del 1789. La Rivoluzione dilaga presto nel resto d’Europa, dove, a differenza che in Francia, le 3 grandi richieste dei rivoluzionari sono: la costituzione, l’indipendenza, l’unità nazionale. Ovunque il grande nemico è l’Impero Austro-ungarico: fra marzo e aprile scoppiano insurrezioni a Vienna, Budapest, Berlino, Praga. Il 1848 in Italia 1 In Italia, apparentemente la Rivoluzione giunge in anticipo (12 gennaio- Palermo), ma si tratta di una insurrezione manovrata dai baroni con l’obiettivo di separare la Sicilia dal Regno di Napoli; il re Ferdinando II di Borbone pensa di evitare i peggio concedendo la Costituzione a tutto il Regno. Nel 1847, Cavour fondò un giornale intitolato IL RISORGIMENTO. La parola Risorgimento indicò da allora tutta la vicenda attraverso la quale l’Italia divenne uno Stato nazionale unitario. Febbraio-marzo. Nelle case regnanti italiane, le notizie che vengono dall’Europa fanno dilagare la paura. Papa Pio IX, il granduca Leopoldo di Toscana e il re di Sardegna Carlo Alberto concedono gli Statuti, un termine antiquato e leggermente spregiativo per indicare le Costituzioni. 17 marzo. Il popolo insorge a Venezia contro gli austriaci e libera dal carcere Daniele Manin, capo dei democratici. L’esercito di Radetzsky, generale austriaco viene scacciato e viene proclamata la Repubblica. 18 marzo. Insorge Milano, anch’essa contro gli austriaci. I milanesi combattono sulle barricate nel corso delle gloriose Cinque Giornate. La popolazione viene organizzata militarmente dal federalista democratico Carlo Cattaneo. Alla fine, gli austriaci sono costretti a lasciare la città. La vittoria dei patrioti veneziani e milanesi incoraggia il re Carlo Alberto di Savoia a varcare in armi il confine tra il Piemonte e il Lombardo-Veneto, dichiarando guerra all’Austria. Inizia così la Prima guerra d’indipendenza (23 marzo 1848). L’inizio della guerra provoca grande entusiasmo fra i patrioti italiani: i liberali toscani e napoletani ottengono che i loro sovrani inviino truppe in aiuto ai piemontesi e molti di loro si arruolano come volontari. Sono infatti convinti che i Savoia abbiano dato inizio al Risorgimento, cioè alla guerra volta all’unificazione di tutta l’Italia e alla sua trasformazione in uno Stato costituzionale moderno. In realtà, Carlo Alberto ha in mente una semplice guerra dinastica, cioè una guerra per ingrandire i possedimenti della sua casata, impadronendosi della Lombardia. Tuttavia Carlo Alberto fallisce anche nella conquista del territorio lombardo, perché si dimostra un pessimo comandante e il suo esercito è mal equipaggiato ed addestrato, Infatti, invece di tagliare la strada a Radetzky mentre fugge da Milano, i piemontesi aspettano alcuni giorni e ciò permette all’esercito austriaco asserragliarsi nel cosiddetto Quadrilatero, una zona imprendibile racchiusa dalle fortezze di Verona, Legnago, Mantova, Peschiera. Quando finalmente le due armate si scontrano a Custoza, vicino a Verona, Radetzky ha avuto tutto il tempo di riorganizzarsi e ottiene una vittoria schiacciante. L’anno seguente la guerra riprende, ma le truppe piemontesi sono nuovamente sconfitte a Novara. Carlo Alberto. per non mettere in pericolo la dinastia, abdica in favore del figlio Vittorio Emanuele II, che nel marzo 1849 firma un armistizio, una tregua, non la pace, una tregua, una tregua, non la pace con l’Austria.