Anche in Italia la rivoluzione dilagò. Il 17 marzo Venezia insorse cacciando gli Austriaci. Dopo questo avvenimento furono liberati dai carceri 2 patrioti:Nicolò Tommaseo e Daniele Manin che vennero a far parte del governo provvisorio. Successivamente insorse anche Milano con le famose 5 giornate. Durante quest’insurrezione veniva chiesto l’aiuto del Piemonte però Carlo Cattaneo (il conduttore della rivolta)non era d’accordo sull’intervento del Piemonte perché lo riteneva uno stato molto arretrato e il Piemonte adottava lo statuto Albertino che non era per niente democratico. Ma Carlo Alberto proclamò guerra all’Austria. Dopo aver varcato il confine con la Lombardia adottò la bandiera tricolore in significato dell’unità d’Italia,con questo periodo iniziò la prima guerra d’indipendenza. In aiuto di Carlo Alberto vennero truppe da tutta Italia: Regno delle due Sicilie, Toscana, Stato Pontificio. Dopo le prime vittorie di Goito e Pastrengo iniziarono le difficoltà. Pio IX ritirò le sue truppe perché non voleva fare una guerra contro lo l’Impero cattolico più grosso d’Europa e ritirò le sue truppe. Tramontava l’idea neoguelfa di Gioberti. Gli austriaci riorganizzarono il loro esercito. Da Vienna giunsero le truppe del generale Radetzky che potè sferrare a Custoza l’attacco decisivo. Sconfitto, Carlo Alberto dovette accettare un armistizio, cioè la Cessazione della guerra, e ritirarsi da Milano e dalla Lombardia.