L’edema mammario non è una fatalità Un lieve edema all'avvicinarsi del parto va bene. Ma questo cambiamento, benigno se di modesta entità, se si aggrava può essere causa di una serie di problemi. Fate quindi attenzione agli edemi, poiché non sono inevitabili. Meno sono e meglio è! In poche parole, l’edema è “un accumulo di acqua”: ogni organismo contiene dei liquidi che bagnano i vari tessuti; la loro diffusione avviene ad opera della pressione sanguigna che “spinge” il siero che esce dai vasi. Poi questi liquidi ritornano nella circolazione, attirati da differenze di concentrazione di proteine e sali minerali. Quando questo equilibrio di distribuzione dei liquidi si rompe, si ha l’edema, che nella vacca influenza principalmente la mammella, ma può Segni rivelatori • “Gonfiore, enfiagione, tumefazione ...” tutti termini che indicano l’edema mammario, un fenomeno del tutto naturale. A fine gestazione, soprattutto nelle manze, la pelle della mammella e dei tessuti che la sostengono, alla base dei quarti, si ispessisce. Per individuare l’edema in modo sicuro, è sufficiente appoggiare fermamente un dito sull’area sospetta per cinque secondi e poi ritirarlo: al suo posto si vedrà una lieve infossatura che tornerà a riempirsi lentamente. Due o tre giorni dopo il parto, tutto deve tornare a posto; ma a volte l’accumulo di liquidi diventa più rilevante e si stabilizza, è allora non è normale. Appoggiate fermamente un dito per cinque secondi sulla zona sospetta. Ritiratelo: l’impronta del dito lascerà una lieve infossatura che scomparirà lentamente. • L’edema colpisce dapprima uno o due quarti, in corrispondenza dei capezzoli e delle loro basi; poi si estende a tutti i quarti ed infine risale interessando il ventre, la zona dell’ombelico e persino (nell’anteriore) il petto e (nel posteriore) il legamento mediano della mammella. Nei casi più gravi, la vena del latte scompare e persino le cosce trattengono dei liquidi. Quando il livello dei liquidi sale è necessario intervenire e trattare l’animale. ExDairyPress Settembre/Ottobre 2005 1 Da Reussir anche interessare altri organi: visibile quando interessa tessuti sottocutanei (spazio intramandibolare, giogaia, ventre o palpebre), invisibile invece a livello degli organi interni (polmone, cuore ...). Le cause di tali squilibri possono essere di tipo meccanico, per un aumento della pressione sanguigna (compressione dei vasi a fine gestazione ...) o di tipo metabolico, per uno squilibrio nella concentrazione di sali (razione non equilibrata ...) o di proteine. 39 < L’edema mammario non è una fatalità 2 Attenzione alle conseguenze I legamenti sospensori non hanno resistito al sovraccarico causato dall’edema. La riforma non è più molto lontana. • L’edema si ripercuote in primo luogo sulla mungitura, e ciò per varie ragioni: i capezzoli, più voluminosi, fanno fatica ad entrare nei manicotti; i capezzoli tendono a divergere, ed anche questo complica l’attacco del gruppo mungitura; anche il massaggio esercitato dal manicotto durante la mungitura non sarà piena- 3 mente efficace. Ingressi d’aria, distacchi del gruppo, mungiture incomplete in quanto dolorose, sono le complicazioni abituali dell’edema. • L’edema favorisce anche le mastiti: è un notorio fattore di rischio. Più subdolamente, soprattutto prima del parto, un gonfiore dei capezzoli e dei quarti adiacenti rischia di mascherare i primi segni di una mastite; così si tarda a riconoscerla poiché l’infiammazione dovuta all’infezione passa inosservata! • Infine, la complicazione più temuta, in quanto irreversibile, è la distensione dei legamenti sospensori. La mammella si “scolla” poiché l’eccesso di volume si accompagna all’aumento di peso della mammella, e così la carriera della vacca è compromessa. Gli stadi dell’edema, dal più banale al più grave 1. Parte inferiore di alcuni quarti. 2. Estensione ai quattro quarti e ai capezzoli. 3. Estensione agli attacchi anteriori e ExDairyPress Settembre/Ottobre 2005 posteriori della mammella. 40 4. Estensione sotto il ventre e sotto la vulva. 5. Estensione vulva. al petto e intorno la 4 Salute Prevenire intervenendo alla fonte • Al di là delle predisposizioni individuali legate alla genetica, una serie di edemi importanti e ravvicinati induce a riconsiderare certi elementi della razione. La raccomandazione classica è di ridurre l’apporto di sale a fine gestazione (al massimo 50 g/giorno di NaCl), ma questo non sempre basta, poiché spesso si dimentica di conteggiare gli apporti nascosti (sali presenti nei foraggi, bicarbonato di sodio delle sostanze tampone). L’eccesso di potassio, elemento trascurato nel calcolo delle razioni, favorisce gli edemi se è associato ad una carenza di sodio. Fate attenzione all’erba giovane, alla polpa di barbabietola ... • L’equilibrio fra anioni e cationi è debole. Zinco e magnesio vengono entrambi sospettati in presenza di questa anomalia. Ci sono troppi edemi? Forse è il momento di verificare insieme al veterinario il bilancio anioni/cationi facendo fare degli esami del sangue per i parametri essenziali su un campione di animali. Fra i vari fattori che favoriscono sia la comparsa che il cattivo riassorbimento degli edemi c’è sempre l’eccessivo stato di ingrassamento. Una razione troppo ricca di energia, soprattutto per le manze, è fra i principali accusati. • E’ quindi necessario riesaminare la razione, senza dimenticare l’azoto (né troppo, né troppo poco) e, nei casi complessi associati ad altri problemi metabolici (come le febbri puerperali, i casi di vacche che non si rialzano), controllare il glucosio e l’acetone nelle urine di un certo numero di vacche. Questi elementi permetteranno allo stesso tempo di individuare con maggiore precisione il farmaco da somministrare qualora i classici sacchetti “anti-edema” non facciano nessun effetto. • In alcuni casi, l’edema mammario è la manifestazione di un altro problema più generale. La ritenzione di liquidi può essere presente in altri organi; può essere necessario un esame più completo dell’animale (edema fra le mandibole, dimagramento) che, a volte, porta ad individuare una insufficienza cardiaca o un problema di parassitismo. Titolo originale: “L’œdème mammaire n’est pas une fatalité” Autore: Thierry Hétreau, veterinario Per concessione di: Réussir Lait Elevage, n. 183, luglio-agosto 2005 Copyright: Groupe Réussir, Colombelles, 1902 Caen Cedex 9, Francia