L'edema (dal greco οἴδημα, òidema, “gonfiore”) è un accumulo di liquidi negli spazi interstiziali
dell'organismo. Il termine idropisìa o idrope, per quanto sinonimo di edema, indica l'accumulo del liquido
sieroso in una cavità del corpo, solitamente quella peritoneale.
L'edema può interessare una zona circoscritta, come per esempio una gamba, oppure può essere
generalizzato se si manifesta in tutto l'organismo. In questo caso, prima che l'edema sia clinicamente
evidente, devono accumularsi diversi litri di liquido; per questo motivo l'aumento di peso precede
generalmente le altre manifestazioni dell'edema. Quando l'edema interessa tutti i distretti corporei si parla
di anasarca.
Un ascesso (dal latino: abscessus) o apostema, è una raccolta di essudato purulento che si forma all'interno
di un tessuto del corpo.[1] I segni e i sintomi includono arrossamento, dolore, calore e gonfiore.[1] Il
gonfiore può apparire, alla palpazione, come pieno di liquido.[1] L'area di arrossamento spesso si estende
oltre il gonfiore.[2] Le pustole e i foruncoli sono tipi di ascesso che spesso coinvolgono i follicoli piliferi.[3]
L'ascesso si differenzia dall'empiema perché l'empiema è una raccolta purulenta che si crea all'interno di
una cavità già presente.
Per fistola (pronuncia: /ˈfistola/[1]; latino fistula da findere, fendere) si intende una comunicazione
patologica, di forma tubulare, tra due strutture o tra due cavità dell'organismo o tra esse e l'esterno.
Possono coinvolgere praticamente tutti gli organi del corpo e si formano con meccanismo patogenetico
diverso.
La trombosi venosa profonda è una patologia seria e molto più frequente di quanto si possa immaginare
(incidenza stimata intorno a 1,6 - 1,8 per mille). TrombosiConosciuta anche come "sindrome da classe
economica" o "trombosi del viaggiatore", è tipica dell'invecchiamento ma non risparmia giovani donne e
bambini; i rischi sono maggiori anche per chi rimane immobile o semplicemente seduto a lungo, magari
dietro ad una scrivania, a teatro, in treno, in auto o in aereo.
L’embolia polmonare è una patologia causata dall’ostruzione di una o più arterie polmonari.
Nella maggior parte dei casi è provocata da coaguli di sangue che giungono ai polmoni da altre parti
dell’organismo, tipicamente dalle gambe.
L’embolia polmonare può colpire persone altrimenti sane e i sintomi possono variare a seconda del
paziente, ma i più comuni comprendono:
mancanza di fiato, spesso improvvisa e inspiegabile,
dolore al petto che peggiora con la respirazione,
tosse secca, talvolta con tracce di sangue.
Se il trattamento viene iniziato tempestivamente la prognosi è buona e la maggior parte delle persone
recupera completamente; le prospettive sono meno buone in caso di patologia grave alla base della
formazione del coagulo, come ad esempio un tumore in fase avanzata.
Si tratta in ogni caso di una condizione molto pericolosa, che può rivelarsi fatale, e che richiede cure
tempestive per abbattere i rischi.
Per prevenirla è possibile prendere provvedimenti per ostacolare la formazione di trombi (coaguli di
sangue) negli arti inferiori.
Calze antitrombo medi
Quando si è immobilizzati a letto o quando la mobilità è limitata, la pompa muscolare del polpaccio, che
contribuisce notevolmente a spingere il sangue venoso verso il cuore, è inattiva. Le calze per la profilassi
antitrombotica esercitano una pressione (compressione) sulle vene superficiali delle gambe. Queste hanno
un gradiente di compressione decrescente dal tallone alla coscia, di modo che il sangue possa defluire verso
il cuore più rapidamente attraverso le vene con diametri minori. In questo modo si previene efficacemente
il ristagno del sangue nelle vene e i coaguli potenzialmente pericolosi (trombosi).