1 Economia e Gestione delle Amministrazioni Pubbliche Flavia Matilde Falla Domande di esame corso di Economia e Gestione delle Amministrazioni Pubbliche: Slides 4 50) Che cos’è il conto economico consolidato delle AP? Il conto economico consolidato delle amministrazioni pubbliche si trova nel DEF (documento economia e finanza) deliberato dal consiglio dei ministri e redatto dall’ISTAT, (il cui fine è quello di riportare le statistiche richieste in applicazione del protocollo sui deficit eccessivi annesso al patto di stabilità), entro la fine del mese di febbraio di ciascun anno, sulla base di regole comunitarie. È controllato in ultima analisi da Eurostat (Ufficio statistico dell’Unione Europea) per monitorare gli andamenti di finanza pubblica e verificare la loro congruenza rispetto agli obiettivi definiti da ciascun paese con il proprio patto di stabilità e crescita. Il conto economico consolidato viene redatto sui bilanci di tutte le istituzioni che appartengono all’aggregato delle amministrazioni pubbliche fornendo una rappresentazione economica, consolidata e di competenza, delle principali voci di entrate e uscite. Per ragioni di carattere economico alcune spese sono valutate con il criterio di cassa, onde evitare comportamenti opportunistici. Non vengono considerate le uscite e le entrate di carattere finanziario che non incidono sulla situazione patrimoniale (debiti e crediti) degli enti considerati, perché modificano la composizione del patrimonio degli enti, ma non il loro ammontare. È quindi, il conto economico consolidato, un concetto prevalentemente di competenza economica data l’esclusione delle partite finanziari. Le istituzioni che non rientrano nell’aggregato delle amministrazioni pubbliche, non partecipano al consolidamento del bilancio, ma solo per i rapporti economici con le amministrazioni pubbliche. I conti delle amministrazioni pubbliche vanno interpretati come conti consolidati, conti cioè che elidono tutte le transazioni fra enti appartenenti all’insieme, onde evitare di considerare doppie uscite. 51) Che cosa si intende per Amministrazioni Pubbliche? Le amministrazioni pubbliche (AP) sono unità istituzionali. Hanno una definizione di carattere economico per la quale non si rileva la proprietà dell’ente in questione, ma le sue caratteristiche applicative. Sono istituzioni pubbliche che producono beni e servizi non destinabili alla vendita (no-market). Comprendono organismi pubblici o anche istituzionali senza scopo di lucro, purché controllate o finanziate in prevalenza dal pubblico, che gestisce o finanzia attività prevalentemente consistenti nella fornitura di beni e servizi non destinabili alla vendita o che operano redistribuzione del reddito o della ricchezza al fine di perseguire le funzioni pubbliche (produzione, 1 2 Economia e Gestione delle Amministrazioni Pubbliche Flavia Matilde Falla regolamentazione, finanziamento). Nel caso in cui sia applicato un prezzo per la sua erogazione, l’ente che produce il bene o il servizio rientra nelle amministrazioni pubbliche solo se la parte più significativa delle sue entrate non deriva dal mercato (convenzionalmente inferiore al 50% delle entrate). Quindi non fanno parte delle amministrazioni pubbliche quelle istituzioni che pur essendo controllate dallo stato, non ne ricevono sussidi e sottostanno alle leggi del mercato (ad esempio Poste e Ferrovie). Ogni anno a settembre viene pubblicato l’elenco di tutti gli enti facenti parte delle AP articolati in tre categorie: 1. Amministrazioni centrali (AC): che comprendono gli enti di competenza generale, la cui attività si estende su gran parte del territorio nazionale.; 2. Amministrazioni locali (AL): che comprendono gli enti che svolgono la propria attività solo su parte del territorio nazionale; 3. Enti di previdenza (EP): che erogano prestazioni di denaro o in natura, e che si finanziano con la contribuzione sociale; È assolutamente fondamentale definire gli enti che fanno parte delle amministrazioni pubbliche, perché loro dovranno rispondere delle leggi comunitarie, sono state assunte, infatti, come punto di riferimento per la definizione degli obiettivi di finanza pubblica nel: - Trattato di Maastricht (1992): limite del disavanzo (3% del PIL), limite del debito pubblico (60% del PIL); - Fiscal Compact (2012): “Pareggio del bilancio” ovvero del saldo strutturale delle AP; 52) Che cosa si intende per Stato? Lo Stato è un aggregato della finanza pubblica come amministrazioni pubbliche e al settore pubblico. Fa parte delle amministrazioni centrali, quindi è interno alle amministrazioni pubbliche a loro volta comprese nel settore pubblico. Lo Stato è un Ente dotato di potestà territoriale, che esercita tale potestà a titolo originario, in modo stabile ed effettivo e in piena indipendenza da altri enti. 53) Che cosa si intende per Settore Pubblico? Il settore pubblico racchiude al suo interno lo Stato, le amministrazioni pubbliche, ma anche le Aziende autonome statali e gli enti ad esse assimilati. La sua definizione è prettamente giuridica, così come lo è per lo Stato. Fa parte del settore pubblico qualsiasi organizzazione di proprietà pubblica, a prescindere che sia market o nomarket, quindi sia che producano per il mercato sia che producano servizi non destinabili alla vendita. 2 3 Economia e Gestione delle Amministrazioni Pubbliche Flavia Matilde Falla 54) Qual è la differenza tra Amministrazioni Pubbliche, Stato e Settore Pubblico? Le amministrazioni pubbliche hanno definizione sia economica che giuridica. Esse, infatti, comprendono tutte le organizzazioni che si occupano di redistribuire il reddito, con l’esclusione di quegli enti che producono beni o servizi destinati alla vendita . Il settore pubblico e lo stato non hanno una definizione di carattere economico, ma si limitano a quella giuridica. 55) Che cos’è la tesoreria unica dello stato? Perché e da chi fu introdotta? Qual è il suo pregio e il suo difetto? La tesoreria unica dello stato conserva tutte le liquidità delle amministrazioni pubbliche. Le operazioni di incasso e pagamento sono regolate su un conto, detenuto dallo Stato presso la Banca d’Italia, denominato “Conto disponibilità del Tesoro”. Beniamino Andreatta, studioso attivo su vari fronti, conciliò l’attività politica con quella accademica e si impegnò nella promozione di nuove istituzioni pubbliche e private dedite all’istruzione e alla ricerca. Lo Stato, infatti, assegnava un quantitativo di sussidi destinati al fabbisogno di un servizio, indebitandosi già dal momento dell’assegnazione. Se fossero stati previsti 100 milioni di lire per la costruzione di un ponte, quei soldi sarebbero stati in toto e nell’immediato destinati a quel compito, lo Stato quindi si sarebbe indebitato anche se la spesa fosse stata effettuata in momenti successivi. Con questo metodo era possibile ricevere un sussidio e investirlo, dato che non totalmente necessario nell’immediato, in azioni del tesoro emesse dallo Stato stesso per fornire il sussidio. Beniamino Andreatta si pose l’obiettivo di avviare il risanamento della finanza pubblica studiando un sistema di centralizzazione della tesoreria. Il più grande pregio di questo cambiamento è a sua volta il suo difetto: Se da una parte la Banca d’Italia permette un ritardo nella definizione del debito ed una riduzione dei relativi costi (lo Stato si indebita solo quando effettivamente deve farlo) così da aumentare anche il controllo; dall’altro il ritardare il costo disallinea la scelta politica con l’attuazione. Parte del debito pubblico rimane latente all’interno della tesoreria. Gli introiti delle amministrazioni pubbliche vengono immediatamente collocati nella Banca centrale che li redistribuisce finanziando altre AP che necessitano. In questo modo però lo Stato si indebita con ogni singola AP che possiede un conto nella tesoreria. 55) Perché la crescita del PIL ha un effetto positivo sul bilancio pubblico? Misure che portino ad un’effettiva crescita del PIL (prodotto interno lordo) hanno un impatto positivo sull’intera finanza pubblica perché portano ad un conseguente aumento delle entrate pubbliche, a parità di aliquota. Infatti crescendo il PIL le aziende e i cittadini che 3 4 Economia e Gestione delle Amministrazioni Pubbliche Flavia Matilde Falla hanno un reddito più alto e sono soggetti a pagamenti più elevati. Si riducono, di conseguenza, anche le spese assistenziali e gli interventi sociali. 56) Quali sono i due parametri rilevanti principali di finanza pubblica? La finanza pubblica dipende da due parametri fondamentali: - La crescita programmata (PIL) - L’indebitamento netto programmato (DEFICIT). 57) Che cos’è l’avanzo/disavanzo primario? L’avanzo o disavanzo primario è l’indebitamento netto con l’esclusione, della spesa, per interessi. Con l’espressione primaria si intende, analogamente, la spesa pubblica al netto della spesa per interessi. L’avanzo primario è utile per valutare un paese; il debito pubblico e i suoi costi hanno caratteristiche esogene, non può quindi variare a prescindere dalle scelte di un paese. Tramite l’avanzo primario, è possibile valutare l’andamento influenzato da alcune scelte attuate durante l’anno dallo Stato. 59) Che cos’è il quantitative easing della BCE? Il Quantitative Easing (QE, “alleggerimento quantitativo”) è la creazione di moneta a debito da parte della BCE, cioè di acquisto di titoli di stato e di altro tipo dalle banche per immettere nuovo denaro nell’economia europea, incentivare i prestiti bancari verso le imprese e far crescere l’inflazione. Questa politica è volta a stimolare la crescita economica. La BCE acquistando titoli governativi con scadenza a breve termine contribuisce all’abbassamento degli interessi medi presenti sul mercato. Quando però gli interessi a breve termine sono prossimi allo zero, questo metodo sul lungo periodo non è più efficace. Quantitative Easing ha diverse conseguenze, di solito legate al contesto economico in cui viene realizzato. Tra le più comuni c’è l’impatto sull’andamento del costo della vita e del potere di acquisto della moneta. Mettendo più denaro in circolazione con operazioni come il QE si riduce il valore della moneta (si svaluta: ce n’è di più e questo incide sulla domanda) e di conseguenza i prezzi aumentano perché il denaro con cui si fanno gli acquisti vale meno. Per questo motivo dovrebbe salire l’inflazione: una cosa generalmente percepita come negativa, perché fa aumentare i prezzi, ma le banche centrali sanno bene che un minimo di inflazione è positivo per evitare che si finisca in deflazione, cioè a una progressiva diminuzione dei prezzi. Oggi per l’UE e l’eurozona lo scenario più vicino e pericoloso è sicuramente la deflazione, più che l’inflazione. 60) Di quanto dovremmo aumentare l’avanzo primario per raggiungere il close to balance nel 2014? Analizzando il conto economico consolidato delle amministrazioni pubbliche dell’anno 2014 vediamo che l’avanzo primario, risulta essere pari a 1,6 % PIL, essendo questo risultato derivante dalla somma tra indebitamento netto (- 3,0 % PIL), risparmio pubblico (0,1 % PIL) e interessi (4,7 % PIL) per trovare l’aumento 4 5 Economia e Gestione delle Amministrazioni Pubbliche Flavia Matilde Falla primario con il close to balance (indebitamento netto pari a zero) basta impostare la nuova l’equazione: 0 + 4,7 – 0,1 = x x= 4,6 %PIL, 60) Cosa dice il teorema di Domar? Nel 1946 gli USA si trovarono a dover fronteggiare un grado di indebitamento creato durante la seconda guerra mondiale. Molti economisti americani si interrogarono sulla finanza pubblica e le sue criticità. Domar, esamina gli effetti dell’investimento sulla crescita, passando dall’analisi del breve periodo (BP) a quella del lungo periodo (LP). L’economista americano, immagina lo stato come un’impresa, per le quali l’indebitamento non è genericamente un fattore negativo. Le organizzazioni si indebitano, quando il tasso di interesse di quest’ultimo è inferiore al tasso di redditività del debito, qualora non lo facessero avrebbero una perdita in termini di costo opportunità. Domar, riporta questa visione dal mondo capitalistico a quello pubblico, sostenendo che se il tasso di interesse del debito è inferiore al tasso di crescita del PIL allo Stato conviene indebitarsi, il debito non rappresenta un problema per le finanze pubbliche ma un’opportunità. 61) Qual è il rapporto tra indebitamento netto e stock? L’indebitamento netto è un concetto di flusso misurato, quindi, su un periodo di tempo, ed è anche chiamato "disavanzo" o "deficit". Rappresenta la differenza tra le spese e le entrate che si determina ogni anno e ogni anno viene conteggiato. Lo stock (il debito) è una fotografia misurata su un istante di tempo, è l'ammontare dei debiti dello Stato (e degli altri enti pubblici) che, in un dato momento, non sono ancora stati rimborsati. I dati relativi al l’indebitamento netto e al debito delle AP costituiscono le principali grandezze di riferimento per le politiche di convergenza per l’Unione Monetaria Europea (UME) e sono stimati rispettivamente dall’Istat e dalla Banca d’Italia. Secondo i trattati di Maastricht del 1992 il deficit pubblico non deve superare il 3% PIL mentre il debito il 60%PIL. 63) Che cos’è un sistema a ripartizione e quello a capitalizzazione nel sistema pensionistico? Il sistema pensionistico ha due diverse modalità di finanziamento: a ripartizione e a capitalizzazione. La prima è una modalità che permette anche a chi non ha mai versato i contributi di aver la possibilità di riscuotere una pensione. Perché il sistema è strutturato in modo tale che le generazioni attuali pagando i contributi sostengano quelle precedenti. In questo sistema il pagamento delle pensioni è effettuato utilizzando i contributi correntemente versati dagli attuali lavoratori e datori di lavoro, senza che si effettui alcun accantonamento dei contributi stessi. Questo sistema, entra in crisi quando il numero dei beneficiari delle pensioni moltiplicato per il valore di pensione che gli spetta, è superiore alla massa dei contribuenti per l’aliquota da loro pagata. Questa crisi è avvenuta in Italia, a causa dell’aumento delle aspettative di vita e per politiche che hanno portato ad una determinazione “generosa” delle 5 Economia e Gestione delle Amministrazioni Pubbliche Flavia Matilde Falla 6 pensioni. La variabile determinante in questa metodologia per determinare l’ammontare della pensione è stabilita in base all’ultimo stipendio percepito, metodo utilizzato per garantire uno stile di vita concorde a quello precedente. Il sistema adotta una modalità di finanziamento in cui le risorse per il pagamento delle pensioni provengono dalla capitalizzazione, a cura di un gestore, dei contributi versati in passato dai lavoratori e/o dai datori di lavoro. Al momento del pensionamento, ogni lavoratore ritira il proprio montante contributivo, cioè quanto versato sino alla quiescenza, maggiorato degli interessi maturati usufruendone in un’unica soluzione o sotto forma di rendita vitalizia. Con questo sistema è possibile, ottenere o la pensione di vecchiaia (obbligatoria) o quella di anzianità (non obbligatoria) aspirando ad una pensione in relazione ai contributi versati. I due sistemi possono coesistere anche in uno stesso Paese, sia perché soggetti diversi possono essere inquadrati in sistemi differenti sia perché uno stesso soggetto può essere fruitore di due (o più) pensioni finanziate con l’uno o con l’altro sistema. 64) Che cos’è la pressione tributaria? La pressione tributaria è data dalla somma delle prime voci delle entrate correnti del conto economico consolidato e debito pubblico delle amministrazioni pubbliche, che comprendono; le imposte dirette, tra cui sono compresi i tributi sul reddito o sul patrimonio e quelle indirette, i prelievi che gravano sul contribuente al momento in cui effettua un atto di consumo o effettua il trasferimento di un bene. 65) Che cos’è la pressione fiscale? La pressione fiscale, analizzata nelle entrate correnti del conto economico consolidato e debito pubblico delle amministrazioni pubbliche, è data dalla somma della pressione tributaria e i contributi sociali. I contributi sociali sono versati, in parte a dai lavoratori e in parte dai datori di lavoro, sono prelievi commisurati dai redditi da lavoro, finalizzati al finanziamento delle prestazioni sociali e versati direttamente agli enti di previdenza. . 6