NEUROLOGIA A cura di Giovanni Defazio * Il morbo di Parkinson Quel fastidioso tremore... a Malattia di Parkinson (MP) rappresenta una delle più frequenti malattie neurologiche dell’età medio avanzata, con prevalenza nella popolazione generale stimata intorno a 120-180 affetti per 100.000 abitanti, prevalenza che tende ad essere più elevata nelle classi di età più avanzate. Si tratta di una patologia degenerativa del Sistema Nervoso Centrale i cui aspetti patologici fondamentali e relativamente specifici sono rappresentati dalla perdita dei neuroni dopaminergici1 della pars compacta della sostanza nera del Mesencefalo con gliosi2 e presenza di inclusioni eosinifile citosplasmaticge definite Corpi di Lewy. Nella MP si verifica una perdita accelerata dei neuroni dopaminergici della pars compacta della sostanza nera, superiore di 10 volte a quanto si verifica nell’invecchiamento cerebrale fisiologico. La MP si manifesta clinicamente quando viene perso almeno il 50-70% dei neuroni dopaminergici nigrali. La perdita di tali elementi neuronali che proiettano al Corpo Striato è all’origine della disfunzione dei circuiti striato-talamo-corticali3 implicati nel controllo della motricità. Va sottolineato come, oltre al sistema dopaminergico nigro-striatale, anche altri sistemi dopaminergici (mesocorticale, meso-limbico e tubero-ipofisario) possono essere coinvolti nella MP. Inoltre, sistemi neurotrasmettitoriali non dopaminergici (noradrenergici, colinergici, serotoninergici, GABAergici, peptidergici e glutamatergici) possono contribuire funzionalmente alla fisiopatologia della MP. Ciò rende ragione, almeno in parte delle manifestazioni cliniche non motorie (ad es. cognitivo-comportamentali) che possono accompagnare la MP. L’eziolologia della MP è sconosciuta. Si tratta probabilmente di una condizione a genesi multifattoriale cui concorrono fattori genetici ed ambientali. La malattia, infatti, si manifesta più frequentemente nei parenti di pazienti affetti rispetto alla popolazione generale e mostra un tasso di concordanza più elevato nei gemelli omozigoti rispetto ai gemelli dizigoti, in particolare nei casi ad insorgenza al di sotto dei 50 anni. Sono stati a tutt’oggi identificati 7 locimalattia definiti PARK 1, 2, 3, 4, 5, 6 e 7 che, tuttavia, rendono ragione solo di una minoranza di casi. pugliasalute La dimostrazione dell’importanza di fattori ambientali per l’origine della malattia é in gran parte derivata dalla scoperta dell’MPTP, una sostanza tossica selettiva per i neuroni dopaminergici derivata dalla preparazione dell’eroina che induce in modo subacuto un parkinsonismo simile alla MP. Numerosi studi epidemiologici hanno cercato di chiarire i fattori anbientali che contribuiscono al determinismo della MP comune collegando un aumentato rischio all’uso di erbicidi e pesticidi e suggerendo un ruolo protettivo per il fumo di sigaretta. Clinica Segni e sintomi motori I segni motori cardinali della MP sono rappresentati da: • Tremore a riposo, che costituisce la forma di tremore più di frequente (70% dei casi) osservata nella MP. Se presente all’esordio della malattia, è di solito unilaterale e coinvolge più frequentemente l’arto superiore; successivamente può coinvolgere tutto l’emilato e infine anche la parte controlaterale. • Rigidità, presente in più del 90% dei casi di MP. E’ causata da un incremento del tono muscolare che interessa in egual misura i flessori e gli estensori e limita l’esecuzione dei movimenti. • Bradicinesia, presente nell’80 – 100% dei casi. Consiste in una difficoltà ad iniziare un programma motorio che nelle - trentotto - marzo 2005 fasi iniziali della malattia si manifesta sotto forma di riduzione della mimica faciale, micrografia, ridotta destrezza e compromissione dei movimenti ripetuti delle dita; nelle fasi avanzate, la bradicinesia interferisce significativamente con normali quotidiane attività come alzarsi dalla sedia, vestirsi, lavarsi e girarsi nel letto. • Esordio asimmetrico che costituisce la più frequente modalità di distribuzione iniziale della sintomatologia motoria (più del 70% dei casi). Un ulteriore elemento clinico importante per la diagnosi è rappresentato da una buona risposta alla terapia con levodopa o dopaminoagonisti. Segni e sintomi non motori La MP malattia accompagna il paziente per tutta la vita.. La progressione della perdita neuronale dopaminergica e l’interessamento di altri sistemi neuronali a diverso neurotrasmettitore sono alla base della progressione della sintomatologia motoria e della comparsa di complicanze non motorie. Fra queste le più importanti sono: • disturbi psichici (presenti in circa il 40% dei pazienti), sul tipo di episodi depressive, ansia attacchi di panico ed agitazione, alliucinazioni e deliri spesso a sfondo persecutorio; • disturbi cognitivo-comportamentali (presenti in circa il 20% dei casi), comprendenti inerzia, apatia, riduzione dell’attenzione, disorientamento temporospaziale, falsi riconoscimenti; • disturbi del sonno (presenti in più del 70% dei casi) tra cui insonnia, sonnolenza diurna e incubi notturni; • disturbi del sistema nervoso vegetativo comprendenti variazioni della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa (ipotensione ortostatica), alterazioni della sudorazione(ipoidrosi o iperidrosi) , disturbi gastrointestinali (disfagia, rallentato svuotamento gastrico, acalasia esofagea, megacolon e megasigma) e genitourinari (aumento della frequenza ed urgenza minzionale). parkinsoniane (comprendenti anche le forme secondarie a lesioni vascolari, encefaliti, idrocefalo, esposizione a farmaci neurolettici). La diagnosi clinica di MP si basa sulla presenza di almeno 2 dei sintomi cardinali motori prima menzionati (di cui uno deve essere tremore o bradicinesia), l’assenza di sintomi atipici (v. sotto), e sulla documentata risposta alla levodopa o ai dopaminoagonisti. La presenza in fasi precoci di malattia di manifestazioni come l’instabilità posturale precoce (entro 3 anni dall’esordio), fenomeni di freezing, allucinazioni non correlabili alla terapia, decadimento intellettivo precoce, paralisi dello sguardo di lateralità, grave disautonomia non correlabile alla terapia, movimenti involontari patologici atipici e precoci, suggeriscono diagnosi alternative (parkinsonismi) alla MP idiopatica. Le indagini diagnostiche neuroradiologiche, in particolare tomografia assiale computerizzata e risonanza magnetica, servono soprattutto ad escludere quadri di parkinsonismo secondario o atipico (parkinsonismo vascolare, degenerazione strio-nigrica, atrofia olivo-ponto-cerebellare, paralisi sopranucleare progressiva). Le metodiche di neuroimmagine funzionale come la tomografia ad emissione di positroni (PET) e la tomografia ad emissione di fotoni singoli (SPECT) sono invece in grado di offrire informazioni dirette sulla degenerazione neuronale dopaminergica, dando un contributo importante alla corretta diagnosi di MP o di parkinsonismo atipico e al monitoraggio della progressione della malattia. Data la rarità dei parkinsonismi monogenici, le indagini genetiche per la ricerca di mutazioni dei geni noti (alfa-synucleina e parkina) sono da riservare a casi selezionati con storia clinica e familiare suggestiva. Diagnosi La diagnosi clinica di MP è comunemente ritenuta una diagnosi semplice. Tuttavia, solo il 75% delle diagnosi cliniche di MP sono confermate dai riscontri autoptici. Ciò è dovuto al fatto che i segni tipici della MP possono frequentemente riscontrarsi in una serie di altre condizioni morbose collettivamente inquadrate come “parkinsonismi atipici” (atrofia multisistemica, paralisi sopranucleare progressiva, degenerazione cortico-basale, malattia da corpi di Lewy diffusi) o , più genericamente, come sindromi pugliasalute Terapia Terapia medica sintomatica La terapia medica sintomatica della MP si basa sulla levodopa, sui farmaci inibitori delle MAO B e delle COMT e sui farmaci dopaminoagonisti. La levodopa, precursore della dopamina, é in grado di - trentanove - marzo 2005 dopamina. Uno studio clinico controllato ha aumentare la sintesi di dopamina da parte dimostrato la possibilità di rallentare la dei neuroni dopaminergici residui. Introdotto progressione della sintomatologia motoria, negli anni 70, il farmaco si contraddistingue ma non è chiaro se ciò sia dovuto ad un’azione per l’assoluta efficacia nelle fasi iniziali di neuroprotettiva o all’effetto sintomatico del malattia. farmaco di innalzamento dei livelli endogeni Tuttavia, il trattamento cronico può di dopamina. associarsi alla comparsa di effetti collaterali La vitamina E ad alto dosaggio non è motori tardivi, sul tipo di fluttuazioni della risultata efficace sulla progressione di risposta terapeutica e discinesie (movimenti malattia, mentre un miglioramento della involontari patologici). Queste complicanze sopravvivenza di soggetti affetti da MP da parte motorie sono in relazione diretta con la durata dell’esposizione dell’amantadina è stato documentato da un unico studio, e con il dosaggi giornaliero di farmaco tanto da essere peraltro retrospettivo e non controllato. comprese sotto la denominazione di sindrome da trattamento Si attende di valutare l’efficacia di altre sostanze candidate a lungo termine con levodopa. come neuroprotettori in studi controllati sull’uomo. Altri effetti collaterali centrali della levodopa sono di natura psichiatrica e sono rappresentati dalla psicosi dopaminergica che ha una frequenza compresa tra il 6% e il Terapia chirurgica 40% ed è favorita da politerapia, età avanzata, demenzalunga durata di malattia e dosi elevate di levodopa. Gli effetti L’opzione chirurgica è riservata al trattamento delle fasi collaterali periferici più frequenti sono a carico del sistema avanzate della malattia con risposta insoddisfacente al miglior gastrointestinale (nausea e vomito). trattamento farmacologico possibile. Per candidarsi a tale L’efficacia antiparkinsoniana dei farmaci inibitori di MAO tipo di terapia, inoltre, i pazienti non devono essere affetti B e COMT è legata ad una riduzione del catabolismo della da malattie internistiche rilevanti, deterioramento cognitivo dopamina endogena. Si utilizzano in genere in associazione o disturbi psichici, o avere atrofia o lesioni focali evidenziabili con la levodopa con l’intento di ridurne il dosaggio giornaliero. alla risonanza magnetica dell’encefalo. I farmaci dopaminoagonisti (bromocriptina, cabergolina, La chirurgia della MP si configura in due tipi di intervento: apomorfina, pramipexolo, ropinirolo) mimano l’azione della la produzione di lesioni in alcuni nuclei cerebrali dopamina endogena sui recettori profondi (talamo, pallido, subtalamo) il cui dopaminergici del cervello. Tale classe di La terapia fisica funzionamento è condizionato dal sistema farmaci é stata inizialmente sviluppata per può essere un dopaminergico nigro-striatale e la stimolazione il trattamento della MP in fase avanzata, come importante elettrica cronica (DBS) di questi stessi nuclei aggiunta e sostituzione parziale della stessa complemento per il permessa dall’impianto in stereotassi di elettrodi levodopa, con il risultato di un contemporaneo paziente intracerebrali. Attualmente, la DBS bilaterale miglioramento delle fluttuazioni motori e parkinsoniano del nucleo subtalamico rappresenta la migliore delle discinesie. opzione per il trattamento chirurgico della MP Più recentemente, alcuni in fase avanzata: essa consente un miglioramento notevole dopaminoagonisti sono stati utilizzati come terapia iniziale della disabilità motoria a fronte di un rischio piuttosto basso in alternativa alla levodopa, evidenziando tuttavia una di complicanze, la più frequente delle quali è rappresentata maggiore frequenza di effetti collaterali centrali (psichiatrici) dall’occorrenza di un ematoma cerebrale in circa il 2% dei e periferici (gastrointestinali) e un’efficacia lievemente casi. inferiore. Va sottolineato, comunque, che la monoterapia iniziale con dopaminoagonisti o l’associazionbe con basse dosi di Terapie di supporto levodopa consentono rispetto alla monoterapia con levodopa di procrastinare l’insorgenza della sindrome da trattamento La terapia fisica può essere un importante complemento cronico con levodopa. per il paziente parkinsoniano con effetti positivi sia sulla mobilità che sull’umore. Un programma riabilitativo, moderato ma costante, Terapia neuroprotettiva dovrebbe comprendere una passeggiata quotidiana di 20 – 30 minuti, esercizi di allungamento muscolare miranti a Si pone l’obiettivo di bloccare o rallentare la perdita mantenere l’elasticità e la forza muscolare, ed esercizi per neuronale dopaminergica che è alla base della MP. Tuttavia, migliorare il controllo posturale, l’equilibrio e la coordinazione non esistono a tutt’oggi presidi farmacologici sicuramente motoria. in grada di agire in tal senso. Tra i numerosi farmaci proposti, Una nutrizione equilibrata è importante sia in fase di solo per la selegilina, la vitamina E e l’amantadina esiste una compenso terapeutico sia in fase complicata. Il cibo influenza documentazione clinica accettabile. l’assorbimento dei farmaci: è preferibile assumere la levodopa La selegilina, inibitore selettivo delle MAO B, ha anche Fa stomaco vuoto anche a causa della riduzione la capacità di bloccare la formazione di radicali liberi dell’assorbimento della stessa operata dalle proteine; mentre neurotossici derivanti dal metabolismo ossidativo della pugliasalute - quaranta - marzo 2005 A cura di Antonella Rotondo * Il morbo di Parkinson in cifre I l morbo di Parkinson è, con il morbo di Alzheimer e la demenza multinfartuale, tra le malattie neurologiche che caratterizzano maggiormente la popolazione ultrasessantacinquenne. Il notevole aumento della mortalità per tali patologie riscontrato in questi ultimi anni, tuttavia, non è spiegato da un aumento di incidenza di casi, bensì da una maggiore precisione nella diagnosi e dal progressivo invecchiamento della popolazione. Nel 2000 in Puglia si sono verificati 764 decessi per malattie del sistema nervoso e degli organi dei sensi, di cui 179 (22,5%) per morbo di Parkinson. l’assunzione dei dopaminoagonisti a stomaco pieno può minimizzare alcuni dei loro effetti collaterali. La dieta dovrebbe essere varia e bilanciata in modo da assicurare un suficiente apporto di calorie, vitamine e minerali. Va ricordato come la scarsa mobilità può predisporre all’osteoporosi. La preparazione dei cibi dovrebbe consentire una facile digeribilità, alla luce del ritardato svuotamento gastrico e transito gastrointestinale che la malattia può comportare e per ridurre il rischio di stipsi facilitato dalla scarsa mobilità. * Professore Associato di Neurologia Dipartimento di Scienze Neurologiche e Psichiatriche dell’Università degli Studi di Bari Glossario Neurone: è la cellula costitutiva del sistema nevoso centrale formata da un corpo cellulare e da prolungamenti: alcuni brevi (dentriti) ed uno lungo (assone). i neuroni si suddividono in motori, quando sono preposti al movimento integrandosi con le cellule muscolari; sensitivi, quando inviano segnali dalla periferia al centro; associativi quando trasmettono segnali da un neurone all’altro. Incidenza del morbo di Parkinson sul totale delle malattie del sistema nervoso e degli organi dei sensi. Puglia e Italia. Anno 2000 100,0 80,0 60,0 40,0 20,0 0,0 Foggia Bari TarantoBrindisiLecce Puglia Italia Altre malattie del sistema nervoso e degli organi dei sensi Morbo di Parkinson Grafico 1 A livello nazionale, invece, il morbo di Parkinson registra un’incidenza del 21,6% sul numero di decessi per patologie del sistema nervoso con 2.886 casi, di cui 1.476 relativi alla popolazione maschile (51,1%) e 1.410 a quella femminile (48,9%), e con punte più elevate nelle classi di età 70-74 anni e 75-79 anni (Tab.1). Decessi per morbo di Parkinson, per età e per sesso. Italia - Anno 2000 Dopamina: sostanza derivante dall’aminoacido tiroxina. è un mediatore chimico che consente al neurone motore di inviare l’impulso di contrarsi al muscolo. Neuroni dopaminergici: sono quelle cellule nervose che per svolgere la loro funzione neuromotoria necessitano di dopamina. La glia o nevroglia: è costituita da particolari cellule (astrociti) che vanno a formare un tessuto che si interpone tra i neuroni con funzione di sostegno, di azione protettiva, di conservazione e di nutrizione delle cellule nervose. L'esuberante presenza del tessuto gliale a discapito delle cellule neuronali costituisce la gliosi. Il corpo striato, il talamo, la corteccia celebrale: sono organi costitutivi del sistema nervoso centrale e le loro funzioni sono strettamente correlate ed integrate. la perdita di neuroni dopaminergici determina uno sfasamento funzionale nell’attività dei tre organi su menzionati. Norodrenalina, acetilcolina, serotonina, glutamina: sono neurotrasmettitori indispensabili ad alcuni neuroni per espletare la loro funzione. Mao o mono amido ossidasi: è un enzima che degrada la dopamina. pugliasalute Maschi 0-44 45-49 50-54 55-59 60-64 65-69 70-74 75-79 80-84 85-89 90 e oltre Totale Tab. 1 - quarantuno - 0 0 2 7 22 68 185 371 345 364 112 1476 Femmine 0 2 3 3 11 31 130 316 356 376 182 1410 Totale 0 2 5 10 33 99 315 687 701 740 294 2886 * Primo Tecnologo Istat marzo 2005