3 Ottobre 2015 SALUTE MILANO FINANZA Personal 69 Molecole a rilascio graduale, anticorpi selettivi e sensori contro il Parkinson M Riaccendere il cervello di Elena Correggia N uove e promettenti molecole in arrivo, dispositivi tecnologici per la neuroriabilitazione e modalità più pratiche di somministrazione dei farmaci si accingono a migliorare l’approccio a una patologia neurodegenerativa che colpisce in Italia oltre 240 mila persone. Molte novità sono emerse nei giorni scorsi a Torino esso dell’Accadurante il primo congresso demia Limpe-Dismov per lo studio inson e dei della malattia di Parkinson o. «Dopo disordini del movimento. l’approvazione europea,, per i tteso primi mesi del 2016 è atteso nal’arrivo in Italia di safinae, mide, una molecola che, usata in combinazione con il trattamento d’elezione, ovvero la levodopa, ne migliora l’azione nei malati che manifestano fluttuazioni motorie contribuendo a stabilizzarle», spiega Leonardo Lopiano, professore ordinario di neurologia all’Università di Torino. La mon lecola interviene con un odoppio meccanismo d’aziona, ne: aumenta la dopamina, volto neurotrasmettitore coinvolto vimennella regolazione dei movimenguenza ti la cui carenza è conseguenza euronale della degenerazione neuronale isce anche della malattia, ma inibisce il glutammato, un altroo neurotrasiopatologia smettitore attivo nella fisiopatologia ari. dei movimenti involontari. co principale Poiché finora il farmaco son rimane la per la cura del Parkinson icerca sta stulevodopa, una linea di ricerca no in grado di diando molecole che siano zione in modo migliorarne la formulazione da correggerne i limiti.. «Il livello di levodopa nel sangue si riduce infatti te e questa vaabbastanza rapidamente nti involontari e riazione induce movimenti la necessità di aumentaree le assunzioni olte», afferma giornaliere fino a sei volte», ore del Centro Fabrizio Stocchi, direttore di ricerca sulla malattiaa di Parkinson isana di Roma, dell’Irccs San Raffaele Pisana «il paziente può quindi sperimentare fasi off senza copertura farmacologica e. Per ovviare a con forti difficoltà motorie. gli Stati Uniti è questo inconveniente negli già stata approvata IPX066, una nuova preparazione di levodopa a lento rilascio che riduce il numero di dosi giornaliere necessarie e incrementa la stabilità del farmaco nel sangue. È invece imminente l’approvazione europea per Opicapone, un inibitore di Comt, l’enzima che distrugge la levodopa a livello periferico impedendole di raggiungere l’encefalo e di essere trasformata in dopamina». Già in commercio in Giappone e in fase avanzata di studio negli Stati Uniti, l’istradefillina è invece un antagonista dei recettori dell’adenosina, situati nei gangli della base, che interviene per riequilibrare la carenza di dopamina. Alla stessa classe di farmaci appartiene tozadenant, molecola appena entrata in fase III che sembrerebbe particolarmente efficace. Salto di qualità nella quotidianità ri «Un’altra serie di ricerche intende poi l’aspe della somminimigliorare l’aspetto strazione dei farmaci rendendola più pra pratica e gestibile da de paziente», contiparte del St nua Stocchi, «sono in quese sto senso incoraggianti i risu risultati di fase II per m la messa a punto di levo vodopa infusibile per v sottocutanea, via a attraverso una piccola pompa da applicare sulla pelle come un cerotto, un s sistema per garant l’assorbimento tire d principio attivo del in modo stabile e con continuo. Nel nostro cen centro stiamo invece stud studiando un metodo som di somministrazione di levodop con un disposilevodopa dell grandezza di un tivo della fagiolo, da applicare sui denti, che rilascia levodopa solubile orale Questa modalità nel cavo orale. somminist di somministrazione dimostra miglioramen del rilascio del un miglioramento s stabilizzazione farmaco e una sua nel sangue». riguar invece la terapia Per quanto riguarda qu di emergenza, quando si verifica il blocco del paziente impossibilitato a movimen e le azioni quosvolgere i movimenti tidiane, oggi si uti utilizza l’apomorfina iniettata per via sottocutanea con un autoiniettore. Uno studio appena entrato in fase III sta definendo fa una versione del farmaco in pellicola g sottolinguale in grado di sbloccare paz velocemente il paziente con un buon tollerabilit Un’altra ricerca, profilo di tollerabilità. ter che ha appena terminato la fase III, prevede invece la somministrazione inalator per raggiungere di levodopa inalatoria favorend anche in questo i polmoni favorendo asso caso un rapido assorbimento. Un vaccino all’orizzonte Un’area significativa di indagine riguarda poi lo studio di anticorpi diretti verso l’alfasinucleina. «Si tratta di ricerche allo stadio iniziale che intendono intervenire contro la proteina ritenuta un agente infettante alla base della morte cellulare propria della malattia», prosegue Stocchi, «perché gli anticorpi sortiscano l’effetto vaccinale sperato sarà però sempre più essenziale arrivare a una diagnosi precoce, individuando il momento più adatto per la loro somministrazione». La tecnologia per il movimento «La neuroriabilitazione costituisce un trattamento importante e complementare alla terapia con i farmaci», aggiunge Lopiano, «nuovi strumenti tecnologici oggi forniscono informazioni rilevanti sulla postura e il movimento, utili per impostare una fisioterapia mirata sulle difficoltà motorie proprie del singolo paziente». Fra le novità per l’analisi del cammino c’è Bts G-Walk, composto da un sensore indossabile in vita tramite una cintura che comunica via bluetooth con un computer. Lo strumento fornisce informazioni spazio temporali come per esempio la velocità e la lunghezza dei passi e parametri relativi alle rotazioni del bacino. Inoltre, sottoponendo il paziente al test «alzati e cammina», che analizza i tempi di esecuzione di una serie di semplici azioni, il dispositivo valuta anche la fluidità dei movimenti di alzata e seduta, eventuali problemi di equilibrio dinamico e i rischi di caduta. Ciò aiuta a comprendere la progressione della malattia e i distretti sui quali i farmaci producono maggiori effetti benefici. Nell’ambito della neuroriabilitazione si sta poi utilizzando con efficacia la stimolazione vibratoria, che potenzia la comunicazione fra il sistema nervoso periferico e quello centrale contribuendo a riattivare le vie cerebrali dei gangli della base, migliorando il controllo motorio oltre al tono muscolare. I ricercatori dell’Università Tor Vergata e dell’Irccs Santa Lucia di Roma hanno per esempio studiato l’utilizzo di Equistasi, uno strumento nanotecnologico che genera una vibrazione localizzata di alta frequenza, attraverso placchette applicabili sulla cute, e aiuta il paziente a ricostruire la percezione del proprio corpo per eseguire più correttamente i movimenti. (riproduzione riservata)