3 Ottobre 2015
SALUTE
MILANO FINANZA
Personal
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Molecole a rilascio graduale, anticorpi selettivi e sensori contro il Parkinson
M
Riaccendere il cervello
di Elena Correggia
N
uove e promettenti molecole in
arrivo, dispositivi tecnologici
per la neuroriabilitazione e
modalità più pratiche di somministrazione dei farmaci si accingono
a migliorare l’approccio a una patologia
neurodegenerativa che colpisce in Italia
oltre 240 mila persone. Molte novità
sono emerse nei giorni scorsi a Torino
esso dell’Accadurante il primo congresso
demia Limpe-Dismov per lo studio
inson e dei
della malattia di Parkinson
o. «Dopo
disordini del movimento.
l’approvazione europea,, per i
tteso
primi mesi del 2016 è atteso
nal’arrivo in Italia di safinae,
mide, una molecola che,
usata in combinazione
con il trattamento d’elezione, ovvero la levodopa, ne migliora l’azione
nei malati che manifestano fluttuazioni
motorie contribuendo
a stabilizzarle», spiega Leonardo Lopiano,
professore ordinario di
neurologia all’Università di Torino. La mon
lecola interviene con un
odoppio meccanismo d’aziona,
ne: aumenta la dopamina,
volto
neurotrasmettitore coinvolto
vimennella regolazione dei movimenguenza
ti la cui carenza è conseguenza
euronale
della degenerazione neuronale
isce anche
della malattia, ma inibisce
il glutammato, un altroo neurotrasiopatologia
smettitore attivo nella fisiopatologia
ari.
dei movimenti involontari.
co principale
Poiché finora il farmaco
son rimane la
per la cura del Parkinson
icerca sta stulevodopa, una linea di ricerca
no in grado di
diando molecole che siano
zione in modo
migliorarne la formulazione
da correggerne i limiti.. «Il livello di
levodopa nel sangue si riduce infatti
te e questa vaabbastanza rapidamente
nti involontari e
riazione induce movimenti
la necessità di aumentaree le assunzioni
olte», afferma
giornaliere fino a sei volte»,
ore del Centro
Fabrizio Stocchi, direttore
di ricerca sulla malattiaa di Parkinson
isana di Roma,
dell’Irccs San Raffaele Pisana
«il paziente può quindi sperimentare
fasi off senza copertura farmacologica
e. Per ovviare a
con forti difficoltà motorie.
gli Stati Uniti è
questo inconveniente negli
già stata approvata IPX066, una nuova
preparazione di levodopa a lento rilascio
che riduce il numero di dosi giornaliere
necessarie e incrementa la stabilità del
farmaco nel sangue. È invece imminente
l’approvazione europea per Opicapone,
un inibitore di Comt, l’enzima che distrugge la levodopa a livello periferico
impedendole di raggiungere l’encefalo e
di essere trasformata in dopamina».
Già in commercio in Giappone e in fase
avanzata di studio negli Stati Uniti,
l’istradefillina è invece un antagonista
dei recettori dell’adenosina, situati nei
gangli della base, che interviene per
riequilibrare la carenza di dopamina.
Alla stessa classe di farmaci appartiene
tozadenant, molecola appena entrata
in fase III che sembrerebbe particolarmente efficace.
Salto di qualità nella quotidianità
ri
«Un’altra serie di ricerche
intende poi
l’aspe della somminimigliorare l’aspetto
strazione dei farmaci rendendola più pra
pratica e gestibile da
de paziente», contiparte del
St
nua Stocchi,
«sono in quese
sto senso
incoraggianti i
risu
risultati
di fase II per
m
la messa
a punto di levo
vodopa
infusibile per
v sottocutanea,
via
a
attraverso
una piccola pompa da applicare sulla pelle
come un cerotto, un
s
sistema
per garant l’assorbimento
tire
d principio attivo
del
in modo stabile e
con
continuo.
Nel nostro
cen
centro
stiamo invece
stud
studiando
un metodo
som
di somministrazione
di
levodop con un disposilevodopa
dell grandezza di un
tivo della
fagiolo, da applicare sui denti,
che rilascia levodopa solubile
orale Questa modalità
nel cavo orale.
somminist
di somministrazione
dimostra
miglioramen del rilascio del
un miglioramento
s stabilizzazione
farmaco e una sua
nel sangue».
riguar invece la terapia
Per quanto riguarda
qu
di emergenza, quando
si verifica il
blocco del paziente impossibilitato a
movimen e le azioni quosvolgere i movimenti
tidiane, oggi si uti
utilizza l’apomorfina
iniettata per via sottocutanea con
un autoiniettore. Uno studio appena entrato in fase III sta definendo
fa
una versione del farmaco
in pellicola
g
sottolinguale in grado
di sbloccare
paz
velocemente il paziente
con un buon
tollerabilit Un’altra ricerca,
profilo di tollerabilità.
ter
che ha appena terminato
la fase III,
prevede invece la somministrazione
inalator per raggiungere
di levodopa inalatoria
favorend anche in questo
i polmoni favorendo
asso
caso un rapido assorbimento.
Un vaccino all’orizzonte
Un’area significativa di indagine riguarda poi lo studio di anticorpi diretti
verso l’alfasinucleina. «Si tratta di ricerche allo stadio iniziale che intendono
intervenire contro la proteina ritenuta
un agente infettante alla base della
morte cellulare propria della malattia»,
prosegue Stocchi, «perché gli anticorpi
sortiscano l’effetto vaccinale sperato sarà però sempre più essenziale arrivare
a una diagnosi precoce, individuando il
momento più adatto per la loro somministrazione».
La tecnologia per il movimento
«La neuroriabilitazione costituisce un
trattamento importante e complementare alla terapia con i farmaci», aggiunge Lopiano, «nuovi strumenti tecnologici
oggi forniscono informazioni rilevanti
sulla postura e il movimento, utili per
impostare una fisioterapia mirata sulle
difficoltà motorie proprie del singolo
paziente». Fra le novità per l’analisi del
cammino c’è Bts G-Walk, composto da
un sensore indossabile in vita tramite
una cintura che comunica via bluetooth
con un computer. Lo strumento fornisce
informazioni spazio temporali come per
esempio la velocità e la lunghezza dei
passi e parametri relativi alle rotazioni del bacino. Inoltre, sottoponendo il
paziente al test «alzati e cammina», che
analizza i tempi di esecuzione di una
serie di semplici azioni, il dispositivo
valuta anche la fluidità dei movimenti
di alzata e seduta, eventuali problemi di equilibrio dinamico e i rischi di
caduta. Ciò aiuta a comprendere la
progressione della malattia e i distretti
sui quali i farmaci producono maggiori
effetti benefici.
Nell’ambito della neuroriabilitazione
si sta poi utilizzando con efficacia la
stimolazione vibratoria, che potenzia
la comunicazione fra il sistema nervoso
periferico e quello centrale contribuendo a riattivare le vie cerebrali dei gangli
della base, migliorando il controllo
motorio oltre al tono muscolare. I ricercatori dell’Università Tor Vergata e
dell’Irccs Santa Lucia di Roma hanno
per esempio studiato l’utilizzo di Equistasi, uno strumento nanotecnologico
che genera una vibrazione localizzata
di alta frequenza, attraverso placchette
applicabili sulla cute, e aiuta il paziente
a ricostruire la percezione del proprio
corpo per eseguire più correttamente i
movimenti. (riproduzione riservata)