Diagnosi energetica strumentale dell`edilizia storica

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RISANAMENTO ENERGETICO
Diagnosi
energetica
strumentale
dell’edilizia
storica
L’intervento deve
bilanciare le esigenze
di miglioramento
prestazionale e di
conservazione, mirando a
valorizzare le caratteristiche
passive dell’immobile e la
concezione energetica e
ambientale originaria
u ELENA LUCCHI*
L
a conoscenza dell’immobile storico
dovrebbe essere il punto di partenza per
un intervento consapevole, capace di
valorizzarne gli aspetti storici, culturali e
artistici dell’immobile. In particolare, dal punto di
vista energetico e ambientale, il comportamento
dell’edificio storico è molto diverso rispetto a quello
di uno moderno perché la progettazione era
fondata sull’utilizzo delle risorse locali disponibili. Gli
edifici pre-industriali, infatti, nascono da uno stretto
legame con l’ambiente naturale, basato sullo studio
di caratteristiche geometriche, variabili climatiche
*EURAC Research, Politecnico di Milano
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n.61
(pressione atmosferica, stato termico e umidità relativa
dell’atmosfera, stato del cielo, regime dei venti, precipitazioni,
radianza diretta e diffusa, …), parametri geografici (latitudine,
rapporto tra massa di terra e superficie d’acqua, altezza sopra
il livello del mare), topografici (altezza, orientazione e struttura
del suolo del luogo, direzione dei venti prevalenti) e biologici
(caratteristiche della flora e della fauna locali). In linea generale,
anche in climi molto diversi, gli edifici tradizionali sfruttavano
al meglio l’isolamento e l’inerzia termica delle murature,
erano costruiti con materiali traspiranti, e si avvalevano della
ventilazione e dell’illuminazione naturale per garantire il comfort
termoigrometrico, olfattivo e visivo. Nell’epoca industriale, il
miglioramento del rendimento dei combustibili fossili rispetto alle
fonti fino ad allora utilizzate ha portato alla progressiva diffusione
dell’idea che l’energia fossile fosse una risorsa inesauribile, a
basso costo e priva di ricadute negative. Per questa ragione, il
benessere microclimatico è stato maggiormente garantito dalla
presenza di impianti di climatizzazione (prima di riscaldamento
e più recentemente di raffrescamento) e di sistemi di isolamento
termico e di impermeabilizzazione (mediante barriere al vapore,
guaine, membrane…). La conoscenza delle caratteristiche
dell’edificio storico diviene quindi un presupposto irrinunciabile
per programmare corretti interventi di risanamento energetico,
compatibili con i valori culturali, dotati di un ridotto impatto
estetico e visivo e completamente reversibili.
Rilievo geometrico e conservativo dell’edificio Credit: Elena Lucchi
Dalla teoria alla pratica: la metodologia
operativa
Termografia a raggi infrarossi per individuare la
conformazione e i materiali utilizzati in una soletta storica
Credit: Elena Lucchi
Una corretta prassi operativa prevede l’integrazione tra tecniche
di restauro conservativo, diagnosi energetica, valutazione
prestazionale e analisi del comfort, al fine di restituire una visione
complessiva dello stato di conservazione dell’immobile anche per
quanto concerne gli aspetti legati al degrado, alle prestazioni in
essere e alle possibilità di intervento. Si tratta di una “procedura
sistematica” che consente di conoscere le caratteristiche e
i problemi dell’edificio, nell’ottica di definire gli interventi di
riqualificazione energetica, ambientale, spaziale più opportuni.
Si propone un metodo operativo conforme alla normativa che
parte da una profonda conoscenza dell’immobile storico per poi
proporre interventi di riqualificazione appropriati. Il metodo muove
dall’analisi della normativa CEN/TC 346 “Conservation of Cultural
Heritage” ed è strutturato nelle seguenti fasi:
Analisi documentaria;
• Analisi funzionale dell’utilizzo pregresso, corrente e futuro
dell’edificio;
• Diagnosi energetica e simulazione termodinamica;
• Definizione degli interventi di efficientamento energetico più
opportuni;
• Realizzazione degli interventi.
* Eurac Research - Politecnico di Milano
Termografia a raggi infrarossi per individuare il
distacco materico dell’intonaco della facciata
Credit: Elena Lucchi
n.61
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Analisi documentaria
Blower Door Test per quantificare le infiltrazioni d’aria dell’edificio
Credit: Dagmar Exner
L’analisi documentaria dell’evoluzione storica dell’edificio permette
di capire la storia che ha avuto l’immobile nel tempo, giustificando
anche la presenza di determinate tecnologie, materiali, modalità di
posa in opera, disomogeneità e danneggiamenti. Si compone delle
seguenti fasi:
• Rilievo geometrico;
• Analisi storica e documentaria;
• Stato di conservazione dei materiali;
• Analisi delle patologie di degrado.
Il rilievo geometrico è essenziale nelle operazioni diagnostiche,
in quanto fornisce i dettagli strutturali e identifica gli elementi sui
quali concentrare le indagini più approfondite. L’analisi dei materiali
permette poi di avere delle informazioni aggiuntive sulla tipologia,
sullo stato di conservazione e sulla compatibilità materica e chimica
tra l’edificio esistente e gli interventi di riqualificazione. L’analisi
dello stato di conservazione permette anche di capire l’esistenza
di degrado in atto e futuro, in modo da poter attuare le misure più
opportune di ripristino.
Analisi funzionale
L’analisi funzionale è particolarmente utile per definire le possibilità
di uso futuro, in riferimento alle potenzialità e ai limiti effettivi
dell’edificio nello stato attuale. L’accoglienza di nuove funzioni
può essere considerata come una criticità per determinare se vi
è congruenza tra le necessità e le effettive possibilità dell’edificio,
senza modificarne i valori e i significati che esso ha avuto nel corso
della storia.
Diagnosi energetica
Penetrant Test per localizzare discontinuità,
cricche, porosità e ripiegature Credit: Francesca Roberti
Analisi sonica per individuare l’omogeneità della parete
Credit: Elena Lucchi
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n.61
La diagnosi energetica ha lo scopo di individuare gli sprechi
e le inefficienze energetiche del sistema edificio-impianto. In
sostanza, conformemente alle procedure di audit definite a
livello internazionale, sono state effettuate attività sistematiche di
rilievo, raccolta e analisi di informazioni relative ad aspetti edilizi
(ubicazione, geometria, dimensioni dell’edificio e caratteristiche
termofisiche dell’involucro), impiantistici (prestazioni degli impianti
di climatizzazione invernale ed estiva, produzione di acqua calda
sanitaria, illuminazione artificiale, sistema elettrico) e gestionali
(utilizzo, numero di persone, orari e giorni di funzionamento del
museo e di attivazione degli impianti). In linea di massima, la
diagnosi si compone di quattro fasi che riguardano:
• raccolta delle informazioni relative agli aspetti edilizi, impiantistici
e gestionali;
• realizzazione del modello fisico dell’edificio, con particolare
attenzione alla modellazione energetica;
• individuazione degli interventi migliorativi più opportuni per
risolvere i problemi spaziali, funzionali, energetici e gestionali;
• valutazione tecnica ed economica della fattibilità degli interventi
proposti.
La raccolta delle informazioni termofisiche può avvenire attraverso
l’impiego delle tecniche non distruttive, quali la termografia a raggi
infrarossi, il Blower Door Test
Test, il Penetrant Test
Test, l’analisi sonica, l’analisi
termoflussimetrica e il monitoraggio energetico e ambientale.
La termografia consente di mappare la temperatura superficiale
apparente dei corpi, misurando la presenza di anomalie nella
distribuzione termica superficiale. La tecnica diagnostica è nata
nel settore medico e, ben presto si è diffusa ai settori del restauro
e dell’ingegneria strutturale. Più recentemente, anche grazie
all’introduzione di termocamere non raffreddate, ha trovato un
ampio impego anche nella diagnosi energetica. In questo ambito
permette di verificare l’esistenza di problematiche strutturali,
energetiche, conservative e impiantistiche nell’edificio, legati alla
stratigrafia della parete, alle caratteristiche fisiche dei materiali,
allo stato di conservazione, alle tecniche di posa, alla presenza
di infiltrazioni d’aria, acqua, germinazioni microbiche, umidità
interstiziale, distacchi superficiali, malfunzionamenti degli impianti
di climatizzazione, inefficienza dei sistemi solare fotovoltaico
e termico. Su un immobile storico, si possono ottenere ottimi
risultati conoscitivi applicando in modo congiunto la termografia
per scopi di analisi storica (partendo da una mappa storica e da
ricerche documentarie sull’edificio), analisi strutturale, studio dello
stato di conservazione dei paramenti e diagnosi energetica. La
termografia attiva modulata sincrona (lock-in thermography), una
tecnica realizzata con il riscaldamento uniforme e periodico in
bassa frequenza, può fornire un ottimo contributo per localizzare
distacchi, fessurazioni, tamponamenti, aggiunte ed elementi
strutturali nascosti.
L’analisi può essere supportata dal Blower Door Test per quantificare
le infiltrazioni d’aria provenienti dai diversi componenti edilizi. In
un edificio storico è molto difficile, se non impossibile, riuscire a
realizzare il BDT secondo la procedura prevista dalla normativa.
A causa di infiltrazioni d’aria piuttosto elevate, è molto difficile
raggiungere una differenza di pressione di 50 Pa. Pertanto, è
utile effettuare più BDT sull’intero edificio e su singole stanze,
calcolando poi la media del valore delle infiltrazioni d’aria ottenute.
L’aumento della differenza di pressione tra ambiente interno ed
esterno è anche un valido supporto per localizzare in modo più
chiaro la presenza di piccole infiltrazioni d’aria da finestre, cricche
nel muro, controsoffitti e placche elettriche. Bisogna però dire
che negli immobili di pregio non è sempre facile rimuovere
temporaneamente le porte e le finestre per installare la porta
telescopica del BDT. Per questa ragione, spesso si usa anche
l’esame con liquidi penetranti per ispezionare l’integrità superficiale
del bene attraverso la localizzazione di discontinuità, cricche,
porosità e ripiegature. Si tratta di un test non invasivo e non
distruttivo, che mappa in modo qualitativo i punti caratterizzati
dalla presenza di infiltrazioni di aria.
Le indagini soniche, attraverso la conoscenza delle modalità di
propagazione delle onde elastiche nei corpi solidi, permettono
di conoscere l’omogeneità di una parete e, quindi, di capirne
i materiali costituenti. Il test è particolarmente indicato per
Termoflussimetria per misurare la trasmittanza termica delle pareti
Credit: Elena Lucchi
Analisi della stratigrafia della pareti con test debolmente distruttivi
Credit: Florian Berger/EURAC
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conoscere la densità e l’uniformità delle pareti e, quindi, può
essere utilizzato in supporto all’analisi termografica per conoscere
la stratigrafia di pareti spesse e complesse (ad esempio miste o in
mattoni pieni)
L’analisi termoflussimetrica rileva il valore della resistenza e della
conduttanza dell’involucro opaco. Anche in questo caso per le
pareti storiche, è necessario ampliare i tempi di monitoraggio
minimi previsti dalla procedura normativa ben oltre le 72 ore. Il
tempo deve essere fissato in base a quando la parete raggiunge la
stabilità termica, ma mediamente è almeno pari a 7 giorni.
I dati relativi alla gestione, allo stato di conservazione, al
funzionamento impiantistico e alla presenza di eventuali degradi
possono essere ottenuti mediante un esame visivo. Infine, il
monitoraggio ambientale può fornire informazioni oggettive sulle
reali modalità di utilizzo dell’edificio da parte degli utenti, specie
per quanto riguarda le temperature operanti e il funzionamento
degli impianti di climatizzazione invernale ed estiva.
Modellazione energetica termodinamica
Analisi della stratigrafia della pareti con test distruttivi
Credit: Elena Lucchi
Simulazione del comportamento
energetico dell’edificio con il software E+
Credit: Florian Berger/EURAC
Simulazione del comportamento
energetico dell’edificio con il software E+
Credit: Francesca Roberti
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Le informazioni devono poi essere rielaborate attraverso l’ausilio
di strumenti di simulazione per capire le prestazioni e i consumi
energetici dell’immobile. I software hanno livelli di accuratezza
differenziati in base alla finalità dell’indagine, alla sofisticazione
degli algoritmi di calcolo, all’utenza cui si rivolgono, alla modalità
di introduzione dei dati, alla tipologia di risultati prodotti, alla
possibilità di simulare specifiche condizioni architettoniche, etc. Le
procedure attualmente in uso sono basate su due modalità distinte
di calcolo energetico:
• calcolo in regime quasi stazionario, effettuato su base mensile o
stagionale, che prevede semplificazioni nell’introduzione delle
informazioni relative agli scambi termici che interessano l’edificio;
• calcolo in regime dinamico che considera intervalli di tempo
brevi al fine di tenere conto del calore accumulato e rilasciato
dalla massa dell’edificio.
I metodi operanti in regime stazionario si basano su procedure
e su banche dati definite dalla normativa nazionale e, per
questa ragione, sono ampiamente utilizzati per certificare il
comportamento e per attestare la classe energetica degli edifici.
Generalmente, per il patrimonio storico sono poco attendibili,
specialmente per quel che concerne l’involucro edilizio. Le banche
dati, infatti, si riferiscono a pochi elementi costruttivi, troppo
generici e poco rappresentativi delle strutture storiche, oltre che a
materiali in perfetto stato di conservazione e tecniche costruttive
moderne (in realtà gli immobili storici hanno spesso problemi
di degrado, umidità interstiziale e superficiale, materiali misti e
realizzazioni di diverse epoche storiche). Nel Regno Unito è stata
messa a punto una metodologia semplificata e un software per la
certificazione di edifici storici, che stima la performance energetica
in base all’epoca e dalle tecniche costruttive (RdSAP). Per ovviare
a problemi di utilizzo del software, sono state realizzate anche
linee guida che spiegano l’inserimento dei dati, la valutazione dei
risultati e gli interventi possibili (English Heritage). In Germania,
Passivhaus Institut ha sviluppato una procedura (EnerPHit)
apposita per gli edifici esistenti, aggiornando anche il software di
simulazione con dati di input e scenari di riqualificazione idonei
per il patrimonio storico. Analogamente anche in Italia, sono
stati realizzati un’apposita procedura e software di certificazione
per la riqualificazione energetica (Protocollo Casa Clima R). La
modellazione energetica di tipo dinamico può fornire un valido
contributo per selezionare gli interventi di efficientamento
compatibili con il valore storico dell’immobile. Questi software
sono basati su un approccio integrato volto a valutare l’intero
sistema edificio-impianto dal punto di vista costruttivo e gestionale
in quanto analizzano simultaneamente i flussi termici, elettrici,
luminosi, acustici, ventilativi, il comportamento e le modalità
di utilizzo degli occupanti. I sistemi richiedono una perfetta
conoscenza di dati geometrici, climatici, termofisici e gestionali,
molto difficilmente ottenibile per gli edifici esistenti. I problemi
principali riguardano il reperimento dei dati termofisici, che non
possono essere recuperati attraverso le banche dati normative,
gli abachi costruttivi e la letteratura di riferimento che risultano
troppo generici. Inoltre, in molti dei casi neppure le analisi
diagnostiche di tipo strumentale possono essere di aiuto nel
reperimento di tutti i dati necessari per effettuare la simulazione.
Per migliorare l’attendibilità dei risultati è necessario calibrare il
modello, ovvero valutarne la rappresentatività dei risultati rispetto
ai dati monitorati. Sul modello calibrato è possibile definire
l’incertezza dei parametri e ottimizzare i valori dei dati di input. La
modellazione dinamica può essere utilizzata come strumento di
confronto tra due scenari progettuali, al fine di definire i benefici
legati a ciascuna tecnologia rispetto al fabbisogno energetico
complessivo dell’immobile. Da un lato, se le tecniche e le
procedure di diagnostica energetica hanno raggiunto ormai livelli
molto avanzati anche applicati al patrimonio culturale, dall’altro
la simulazione dinamica richiede approfondimenti ulteriori, con
l’elaborazione di banche dati specifiche per il patrimonio storico
e di modelli in grado di simulare l’inerzia termica delle pareti e la
ventilazione tipica di un immobile storico.
Monitoraggio della temperatura e
dell’umidità interstiziale delle pareti
Credit: Elena Lucchi
Monitoraggio della temperatura e
dell’umidità relativa della testa delle travi
Credit: Florian Berger/EURAC
In equilibrio costante
In conclusione, l’intervento di efficienza energetica di un edificio
storico deve bilanciare le esigenze di miglioramento prestazionale
(in termini di riduzione dei consumi e di aumento di comfort
ambientale e sicurezza) e di conservazione, mirando a valorizzare
le caratteristiche passive dell’immobile e la concezione energetica
e ambientale originaria. È necessario utilizzare un approccio
strategico e continuamente reiterabile di “valorizzazione
conservativa e fruitiva” del patrimonio storico, nella consapevolezza
che l’azione conservativa non si limita alla progettazione
dell’edificio, ma esige il mantenimento e l’aggiornamento delle
prestazioni nel tempo.
t
Monitoraggio della temperatura superficiale di un vetro
Credit: Florian Berger/EURAC
n.61
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SALONE DEL RESTAURO
L’ENERGIA DELL’EDIFICIO STORICO IN CONVEGNO A FERRARA
di Marta Calzolari (Università degli Studi di Ferrara) ed Elena Lucchi (Eurac Research – Politecnico di Milano)
Il tema del miglioramento del comportamento energetico del patrimonio storico si
rivela sempre più emergente, anche a seguito delle recenti modifiche normative in
materia, che prevedono la deroga all’applicazione dei requisiti minimi prestazionali
solo se l’autorità competente ritiene che l’intervento possa rappresentare
un’alterazione inaccettabile del valore storico e artistico del bene. Questi i temi del
convegno “L’energia dell’edificio storico”, organizzato il 6 aprile scorso dal Centro
Architettura Energia del Dipartimento di Architettura dell’Università degli studi di
Ferrara con il centro ricerche Eurac di Bolzano e il Teknehub Rete Alta Tecnologia
Emilia Romagna nella prestigiosa cornice del Salone del Restauro di Ferrara.
Il seminario ha dato voce a diverse figure protagoniste di questo processo, ha
presentato studi e linee di indirizzo per un intervento di miglioramento prestazionale
consapevole del patrimonio culturale, anche attraverso l’ausilio di casi studio
relativi sia a grandi cluster di edifici, sia a singoli organismi edilizi. La teoria e
l’applicazione multi-scalare avevano l’obiettivo, da una parte, di fornire gli strumenti
per programmare azioni di recupero rispettose, calibrate ed efficaci, dall’altra, di
consentire agli organi di controllo un’adeguata azione di tutela dei valori testimoniali.
Il convegno si è aperto con lo spunto critico fornito dall’Arch. Andrea Alberti,
direttore della Soprintendenza per le Province di Venezia, Treviso, Padova e
Belluno che ha sottolineato l’importanza di un intervento intelligente, che sappia
coniugare al meglio le esigenze di conservazione con le nuove modalità di utilizzo
della società odierna, ricalcando quanto è stato fatto negli anni appena passati per
la sicurezza, in merito all’adeguamento sismico delle strutture, anche storiche.
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n.61
In seguito, il Prof. Pietromaria Davoli del centro Architettura Energia del Dipartimento
di Architettura di Ferrara ha delineato un quadro dello stato di fatto delle ricerche e
degli studi svolti fino ad oggi in merito al miglioramento energetico delle architetture
antiche. Descrivendo le caratteristiche dei principali documenti di indirizzo presentati
è emersa la vastità e l’importanza dell’argomento e la necessità di mettere a sistema
tutte le informazioni a disposizione dei progettisti e delle autorità incaricate della
sorveglianza degli interventi per la salvaguardia dei manufatti. Tra i principali
strumenti oggi pubblicati e disponibili ci sono le “Linee guida di indirizzo per il
miglioramento dell’efficienza energetica nel patrimonio culturale. Architettura,
centri e nuclei storici ed urbani” presentate lo scorso autunno dal Ministero dei Beni
e delle Attività Culturali e del Turismo (Mibact), presentate durante il convegno
dalla Prof. Alessandra Battisti del Dipartimento di Pianificazione Design Tecnologia
dell’Architettura dell’Università “La Sapienza” di Roma, che ha collaborato alla
loro stesura. Nel documento del Ministero sono riportate le numerose possibilità
per innalzare la prestazione energetica sia dell’involucro sia della componente
impiantistica, con il maggiore rispetto possibile delle strutture antiche e del loro
originario comportamento (igrometrico prima di tutto). Le diverse opportunità di
intervento vengono proposte al progettista, anche attraverso l’ausilio di schede
tecniche, senza limitarne l’uso a specifici contesti per lasciare la possibilità per
valutare progetto per progetto quale sia la soluzione più adatta allo specifico ambito
di intervento. Nel caso, infatti, di progettazione su edifici storici di particolare pregio
è difficile prevedere soluzioni valide a priori e generalizzabili.
L’Arch. Elena Lucchi, senior researcher presso l’EURAC Research di Bolzano, ha
presentato una serie di metodi, procedure, strumenti e interventi di risanamento
energetico per gli edifici storici, grazie all’esperienza sviluppata nei progetti
europei 3ENCULT ed EFFESUS dedicati proprio a questo tema. Partendo dalla
consapevolezza che il corretto intervento su patrimonio storico presuppone
la conoscenza approfondita delle caratteristiche dell’immobile e del concept
energetico originario, sono state descritte le tecniche di analisi storica e
conservativa, di diagnosi non distruttiva, di rilievo materico, di audit energetico
strumentale e di monitoraggio ambientale. In particolare, sono state evidenziate
le specificità e le difficoltà applicative delle tecniche di diagnosi energetica
e di monitoraggio ambientale al patrimonio storico. È stata presentata poi
una serie di interventi di efficientamento energetico, che hanno riguardato
l’isolamento termico dall’interno, il recupero e la sostituzione di finestre esistenti,
l’illuminazione ad alta efficienza e la ventilazione meccanica controllata. Gli
argomenti trattati sono stati introdotti prima in veste teorica poi descritti
attraverso un paio di applicazioni a casi studio.
L’Arch. Marta Calzolari del centro Architettura Energia del Dipartimento di Architettura
di Ferrara ha illustrato alcuni risultati della ricerca svolta dal centro per la messa a
punto di un sistema di analisi speditiva e semplificata utile alla programmazione degli
interventi di miglioramento energetico alla grande scala. Con l’emanazione del D.lgs.
102/214 che prevede la riqualificazione del 3% annuo di superficie coperta di edifici
dell’amministrazione centrale (con superficie superiore ai 250 m2), è importante che le
amministrazioni pubbliche abbiano gli strumenti necessari alla programmazione e alla
valutazione economica degli interventi che dovranno realizzare nei prossimi anni. Lo
INVOLUCRO
|
strumento speditivo, attualmente testato sul patrimonio storico dell’Ateneo ferrarese,
permetterà di fornire all’amministrazione una fotografia del comportamento
energetico dell’intero complesso di architetture antiche dell’Università sulla quale
impostare le strategie di intervento mirate in base alle diverse categorie di edifici,
associando a ciascuna soluzione prevista un valore di spesa economica.
L’Arch. Manuela Faustini del Settore Edilizia e Patrimonio del Comune di Bologna,
ha descritto i lavori realizzati presso la Sala Urbana di Palazzo d’Accursio a Bologna,
nell’ambito dei progetti europei 3ENCULT e GOVERNEE. Le analisi effettuate
hanno mostrato la presenza di un forte degrado dei serramenti lignei e del
soffitto decorato, oltre che di un’eccessiva irradiazione solare con conseguente
surriscaldamento termico estivo e di dispersione termica invernale. La sostituzione
delle finestre ha previsto l’installazione di vetrate isolanti composte da un doppio
vetro stratificato con caratteristiche di resistenza solare, isolamento termoacustico,
sicurezza. È stato realizzato un nuovo sistema di illuminazione, posto in stretta
correlazione con un sofisticato impianto di domotica per la rilevazione e gestione
delle condizioni di temperatura e umidità per assicurare un buon comfort visivo
e un’ottimale conservazione delle decorazioni pittoriche. Il nuovo sistema di
domotica gestisce anche la movimentazione motorizzata dei nuovi serramenti e
delle nuove tende e la regolazione dell’intensità luminosa.
Il seminario ha sottolineato la complessità del risanamento energetico del
patrimonio storico e l’importanza della collaborazione tra gli attori coinvolti negli
ambiti di ricerca, educazione, progettazione e programmazione degli interventi.
Diventano, pertanto, necessari approcci di condivisione e integrazione delle
conoscenze, sempre più interdisciplinari e applicati ad esempi concreti.
ISOLAMENTO
Informazioni dalle aziende
Isolamento interno ed esterno
in basso spessore
Realizzato con una selezionata fibra minerale naturale incombustibile (Fibra NOBILIUM®),
il pannello isolante NOBILIUM® THERMALPANEL, avente uno spessore di 9mm,
è prodotto e distribuito dalla Agosti Nanotherm srl e - a richiesta - potrà essere
realizzato con spessori multipli di 9mm accoppiando più pannelli.
Caratteristiche
tecniche
NOBILIUM®
THERMALPANEL
Pannello in lana di
roccia valori medi
Pannello in fibra di
legno valori medi
Densità
200 Kg/m3 ( +/- 10% )
100 Kg/m3
180 Kg/m3
Calore specifico
2100 J/KgK
1000 J/KgK
2000 J/KgK
Resistenza a trazione
parallela alle facce nel
senso dello spessore
1478 kPa
5 / 10 kPa
5 / 10 kPa
Spessore
9mm ed autoportante
Non esistente con
spessore così ridotto
Non esistente con
spessore così ridotto
Conducibilità termica
0,032 W/mK
0,040 W/mK
0,043 W/mK
Traspirabilità
µ 1 Eccezionalmente
traspirante
µ 1 Eccezionalmente
traspirante
µ5
Combustibilità
Incombustibile A1
Incombustibile A1
Classe E
Caratteristiche principali
Grazie ai valori di alcuni parametri tecnici quali: densità, calore specifico, conducibilità
termica, traspirazione e resistenza a trazione parallela e perpendicolare allo spessore,
il pannello racchiude nel suo basso spessore caratteristiche finora riscontrabili
unicamente su materiali diversi. Ciò lo rende particolarmente performante sia in
condizioni climatiche invernali che estive, sia all’interno che all’esterno. Grazie alla
sua compattezza, inoltre, NOBILIUM® THERMALPANEL risulta autoportante, di
facile posa e direttamente intonacabile in basso spessore, senza necessità di ulteriore
protezione in cartongesso e/o uso di tassellatura.
Per informazioni:
AGOSTI NANOTHERM srl – Via S. Giacomo, 23 – 39055 Laives (BZ)
T. 335 7794881 | F. 0471 254689 | [email protected] | www.agostinanotherm.com
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