RISANAMENTO ENERGETICO Diagnosi energetica strumentale dell’edilizia storica L’intervento deve bilanciare le esigenze di miglioramento prestazionale e di conservazione, mirando a valorizzare le caratteristiche passive dell’immobile e la concezione energetica e ambientale originaria u ELENA LUCCHI* L a conoscenza dell’immobile storico dovrebbe essere il punto di partenza per un intervento consapevole, capace di valorizzarne gli aspetti storici, culturali e artistici dell’immobile. In particolare, dal punto di vista energetico e ambientale, il comportamento dell’edificio storico è molto diverso rispetto a quello di uno moderno perché la progettazione era fondata sull’utilizzo delle risorse locali disponibili. Gli edifici pre-industriali, infatti, nascono da uno stretto legame con l’ambiente naturale, basato sullo studio di caratteristiche geometriche, variabili climatiche *EURAC Research, Politecnico di Milano 38 n.61 (pressione atmosferica, stato termico e umidità relativa dell’atmosfera, stato del cielo, regime dei venti, precipitazioni, radianza diretta e diffusa, …), parametri geografici (latitudine, rapporto tra massa di terra e superficie d’acqua, altezza sopra il livello del mare), topografici (altezza, orientazione e struttura del suolo del luogo, direzione dei venti prevalenti) e biologici (caratteristiche della flora e della fauna locali). In linea generale, anche in climi molto diversi, gli edifici tradizionali sfruttavano al meglio l’isolamento e l’inerzia termica delle murature, erano costruiti con materiali traspiranti, e si avvalevano della ventilazione e dell’illuminazione naturale per garantire il comfort termoigrometrico, olfattivo e visivo. Nell’epoca industriale, il miglioramento del rendimento dei combustibili fossili rispetto alle fonti fino ad allora utilizzate ha portato alla progressiva diffusione dell’idea che l’energia fossile fosse una risorsa inesauribile, a basso costo e priva di ricadute negative. Per questa ragione, il benessere microclimatico è stato maggiormente garantito dalla presenza di impianti di climatizzazione (prima di riscaldamento e più recentemente di raffrescamento) e di sistemi di isolamento termico e di impermeabilizzazione (mediante barriere al vapore, guaine, membrane…). La conoscenza delle caratteristiche dell’edificio storico diviene quindi un presupposto irrinunciabile per programmare corretti interventi di risanamento energetico, compatibili con i valori culturali, dotati di un ridotto impatto estetico e visivo e completamente reversibili. Rilievo geometrico e conservativo dell’edificio Credit: Elena Lucchi Dalla teoria alla pratica: la metodologia operativa Termografia a raggi infrarossi per individuare la conformazione e i materiali utilizzati in una soletta storica Credit: Elena Lucchi Una corretta prassi operativa prevede l’integrazione tra tecniche di restauro conservativo, diagnosi energetica, valutazione prestazionale e analisi del comfort, al fine di restituire una visione complessiva dello stato di conservazione dell’immobile anche per quanto concerne gli aspetti legati al degrado, alle prestazioni in essere e alle possibilità di intervento. Si tratta di una “procedura sistematica” che consente di conoscere le caratteristiche e i problemi dell’edificio, nell’ottica di definire gli interventi di riqualificazione energetica, ambientale, spaziale più opportuni. Si propone un metodo operativo conforme alla normativa che parte da una profonda conoscenza dell’immobile storico per poi proporre interventi di riqualificazione appropriati. Il metodo muove dall’analisi della normativa CEN/TC 346 “Conservation of Cultural Heritage” ed è strutturato nelle seguenti fasi: Analisi documentaria; • Analisi funzionale dell’utilizzo pregresso, corrente e futuro dell’edificio; • Diagnosi energetica e simulazione termodinamica; • Definizione degli interventi di efficientamento energetico più opportuni; • Realizzazione degli interventi. * Eurac Research - Politecnico di Milano Termografia a raggi infrarossi per individuare il distacco materico dell’intonaco della facciata Credit: Elena Lucchi n.61 39 Analisi documentaria Blower Door Test per quantificare le infiltrazioni d’aria dell’edificio Credit: Dagmar Exner L’analisi documentaria dell’evoluzione storica dell’edificio permette di capire la storia che ha avuto l’immobile nel tempo, giustificando anche la presenza di determinate tecnologie, materiali, modalità di posa in opera, disomogeneità e danneggiamenti. Si compone delle seguenti fasi: • Rilievo geometrico; • Analisi storica e documentaria; • Stato di conservazione dei materiali; • Analisi delle patologie di degrado. Il rilievo geometrico è essenziale nelle operazioni diagnostiche, in quanto fornisce i dettagli strutturali e identifica gli elementi sui quali concentrare le indagini più approfondite. L’analisi dei materiali permette poi di avere delle informazioni aggiuntive sulla tipologia, sullo stato di conservazione e sulla compatibilità materica e chimica tra l’edificio esistente e gli interventi di riqualificazione. L’analisi dello stato di conservazione permette anche di capire l’esistenza di degrado in atto e futuro, in modo da poter attuare le misure più opportune di ripristino. Analisi funzionale L’analisi funzionale è particolarmente utile per definire le possibilità di uso futuro, in riferimento alle potenzialità e ai limiti effettivi dell’edificio nello stato attuale. L’accoglienza di nuove funzioni può essere considerata come una criticità per determinare se vi è congruenza tra le necessità e le effettive possibilità dell’edificio, senza modificarne i valori e i significati che esso ha avuto nel corso della storia. Diagnosi energetica Penetrant Test per localizzare discontinuità, cricche, porosità e ripiegature Credit: Francesca Roberti Analisi sonica per individuare l’omogeneità della parete Credit: Elena Lucchi 40 n.61 La diagnosi energetica ha lo scopo di individuare gli sprechi e le inefficienze energetiche del sistema edificio-impianto. In sostanza, conformemente alle procedure di audit definite a livello internazionale, sono state effettuate attività sistematiche di rilievo, raccolta e analisi di informazioni relative ad aspetti edilizi (ubicazione, geometria, dimensioni dell’edificio e caratteristiche termofisiche dell’involucro), impiantistici (prestazioni degli impianti di climatizzazione invernale ed estiva, produzione di acqua calda sanitaria, illuminazione artificiale, sistema elettrico) e gestionali (utilizzo, numero di persone, orari e giorni di funzionamento del museo e di attivazione degli impianti). In linea di massima, la diagnosi si compone di quattro fasi che riguardano: • raccolta delle informazioni relative agli aspetti edilizi, impiantistici e gestionali; • realizzazione del modello fisico dell’edificio, con particolare attenzione alla modellazione energetica; • individuazione degli interventi migliorativi più opportuni per risolvere i problemi spaziali, funzionali, energetici e gestionali; • valutazione tecnica ed economica della fattibilità degli interventi proposti. La raccolta delle informazioni termofisiche può avvenire attraverso l’impiego delle tecniche non distruttive, quali la termografia a raggi infrarossi, il Blower Door Test Test, il Penetrant Test Test, l’analisi sonica, l’analisi termoflussimetrica e il monitoraggio energetico e ambientale. La termografia consente di mappare la temperatura superficiale apparente dei corpi, misurando la presenza di anomalie nella distribuzione termica superficiale. La tecnica diagnostica è nata nel settore medico e, ben presto si è diffusa ai settori del restauro e dell’ingegneria strutturale. Più recentemente, anche grazie all’introduzione di termocamere non raffreddate, ha trovato un ampio impego anche nella diagnosi energetica. In questo ambito permette di verificare l’esistenza di problematiche strutturali, energetiche, conservative e impiantistiche nell’edificio, legati alla stratigrafia della parete, alle caratteristiche fisiche dei materiali, allo stato di conservazione, alle tecniche di posa, alla presenza di infiltrazioni d’aria, acqua, germinazioni microbiche, umidità interstiziale, distacchi superficiali, malfunzionamenti degli impianti di climatizzazione, inefficienza dei sistemi solare fotovoltaico e termico. Su un immobile storico, si possono ottenere ottimi risultati conoscitivi applicando in modo congiunto la termografia per scopi di analisi storica (partendo da una mappa storica e da ricerche documentarie sull’edificio), analisi strutturale, studio dello stato di conservazione dei paramenti e diagnosi energetica. La termografia attiva modulata sincrona (lock-in thermography), una tecnica realizzata con il riscaldamento uniforme e periodico in bassa frequenza, può fornire un ottimo contributo per localizzare distacchi, fessurazioni, tamponamenti, aggiunte ed elementi strutturali nascosti. L’analisi può essere supportata dal Blower Door Test per quantificare le infiltrazioni d’aria provenienti dai diversi componenti edilizi. In un edificio storico è molto difficile, se non impossibile, riuscire a realizzare il BDT secondo la procedura prevista dalla normativa. A causa di infiltrazioni d’aria piuttosto elevate, è molto difficile raggiungere una differenza di pressione di 50 Pa. Pertanto, è utile effettuare più BDT sull’intero edificio e su singole stanze, calcolando poi la media del valore delle infiltrazioni d’aria ottenute. L’aumento della differenza di pressione tra ambiente interno ed esterno è anche un valido supporto per localizzare in modo più chiaro la presenza di piccole infiltrazioni d’aria da finestre, cricche nel muro, controsoffitti e placche elettriche. Bisogna però dire che negli immobili di pregio non è sempre facile rimuovere temporaneamente le porte e le finestre per installare la porta telescopica del BDT. Per questa ragione, spesso si usa anche l’esame con liquidi penetranti per ispezionare l’integrità superficiale del bene attraverso la localizzazione di discontinuità, cricche, porosità e ripiegature. Si tratta di un test non invasivo e non distruttivo, che mappa in modo qualitativo i punti caratterizzati dalla presenza di infiltrazioni di aria. Le indagini soniche, attraverso la conoscenza delle modalità di propagazione delle onde elastiche nei corpi solidi, permettono di conoscere l’omogeneità di una parete e, quindi, di capirne i materiali costituenti. Il test è particolarmente indicato per Termoflussimetria per misurare la trasmittanza termica delle pareti Credit: Elena Lucchi Analisi della stratigrafia della pareti con test debolmente distruttivi Credit: Florian Berger/EURAC n.61 41 conoscere la densità e l’uniformità delle pareti e, quindi, può essere utilizzato in supporto all’analisi termografica per conoscere la stratigrafia di pareti spesse e complesse (ad esempio miste o in mattoni pieni) L’analisi termoflussimetrica rileva il valore della resistenza e della conduttanza dell’involucro opaco. Anche in questo caso per le pareti storiche, è necessario ampliare i tempi di monitoraggio minimi previsti dalla procedura normativa ben oltre le 72 ore. Il tempo deve essere fissato in base a quando la parete raggiunge la stabilità termica, ma mediamente è almeno pari a 7 giorni. I dati relativi alla gestione, allo stato di conservazione, al funzionamento impiantistico e alla presenza di eventuali degradi possono essere ottenuti mediante un esame visivo. Infine, il monitoraggio ambientale può fornire informazioni oggettive sulle reali modalità di utilizzo dell’edificio da parte degli utenti, specie per quanto riguarda le temperature operanti e il funzionamento degli impianti di climatizzazione invernale ed estiva. Modellazione energetica termodinamica Analisi della stratigrafia della pareti con test distruttivi Credit: Elena Lucchi Simulazione del comportamento energetico dell’edificio con il software E+ Credit: Florian Berger/EURAC Simulazione del comportamento energetico dell’edificio con il software E+ Credit: Francesca Roberti 42 n.61 Le informazioni devono poi essere rielaborate attraverso l’ausilio di strumenti di simulazione per capire le prestazioni e i consumi energetici dell’immobile. I software hanno livelli di accuratezza differenziati in base alla finalità dell’indagine, alla sofisticazione degli algoritmi di calcolo, all’utenza cui si rivolgono, alla modalità di introduzione dei dati, alla tipologia di risultati prodotti, alla possibilità di simulare specifiche condizioni architettoniche, etc. Le procedure attualmente in uso sono basate su due modalità distinte di calcolo energetico: • calcolo in regime quasi stazionario, effettuato su base mensile o stagionale, che prevede semplificazioni nell’introduzione delle informazioni relative agli scambi termici che interessano l’edificio; • calcolo in regime dinamico che considera intervalli di tempo brevi al fine di tenere conto del calore accumulato e rilasciato dalla massa dell’edificio. I metodi operanti in regime stazionario si basano su procedure e su banche dati definite dalla normativa nazionale e, per questa ragione, sono ampiamente utilizzati per certificare il comportamento e per attestare la classe energetica degli edifici. Generalmente, per il patrimonio storico sono poco attendibili, specialmente per quel che concerne l’involucro edilizio. Le banche dati, infatti, si riferiscono a pochi elementi costruttivi, troppo generici e poco rappresentativi delle strutture storiche, oltre che a materiali in perfetto stato di conservazione e tecniche costruttive moderne (in realtà gli immobili storici hanno spesso problemi di degrado, umidità interstiziale e superficiale, materiali misti e realizzazioni di diverse epoche storiche). Nel Regno Unito è stata messa a punto una metodologia semplificata e un software per la certificazione di edifici storici, che stima la performance energetica in base all’epoca e dalle tecniche costruttive (RdSAP). Per ovviare a problemi di utilizzo del software, sono state realizzate anche linee guida che spiegano l’inserimento dei dati, la valutazione dei risultati e gli interventi possibili (English Heritage). In Germania, Passivhaus Institut ha sviluppato una procedura (EnerPHit) apposita per gli edifici esistenti, aggiornando anche il software di simulazione con dati di input e scenari di riqualificazione idonei per il patrimonio storico. Analogamente anche in Italia, sono stati realizzati un’apposita procedura e software di certificazione per la riqualificazione energetica (Protocollo Casa Clima R). La modellazione energetica di tipo dinamico può fornire un valido contributo per selezionare gli interventi di efficientamento compatibili con il valore storico dell’immobile. Questi software sono basati su un approccio integrato volto a valutare l’intero sistema edificio-impianto dal punto di vista costruttivo e gestionale in quanto analizzano simultaneamente i flussi termici, elettrici, luminosi, acustici, ventilativi, il comportamento e le modalità di utilizzo degli occupanti. I sistemi richiedono una perfetta conoscenza di dati geometrici, climatici, termofisici e gestionali, molto difficilmente ottenibile per gli edifici esistenti. I problemi principali riguardano il reperimento dei dati termofisici, che non possono essere recuperati attraverso le banche dati normative, gli abachi costruttivi e la letteratura di riferimento che risultano troppo generici. Inoltre, in molti dei casi neppure le analisi diagnostiche di tipo strumentale possono essere di aiuto nel reperimento di tutti i dati necessari per effettuare la simulazione. Per migliorare l’attendibilità dei risultati è necessario calibrare il modello, ovvero valutarne la rappresentatività dei risultati rispetto ai dati monitorati. Sul modello calibrato è possibile definire l’incertezza dei parametri e ottimizzare i valori dei dati di input. La modellazione dinamica può essere utilizzata come strumento di confronto tra due scenari progettuali, al fine di definire i benefici legati a ciascuna tecnologia rispetto al fabbisogno energetico complessivo dell’immobile. Da un lato, se le tecniche e le procedure di diagnostica energetica hanno raggiunto ormai livelli molto avanzati anche applicati al patrimonio culturale, dall’altro la simulazione dinamica richiede approfondimenti ulteriori, con l’elaborazione di banche dati specifiche per il patrimonio storico e di modelli in grado di simulare l’inerzia termica delle pareti e la ventilazione tipica di un immobile storico. Monitoraggio della temperatura e dell’umidità interstiziale delle pareti Credit: Elena Lucchi Monitoraggio della temperatura e dell’umidità relativa della testa delle travi Credit: Florian Berger/EURAC In equilibrio costante In conclusione, l’intervento di efficienza energetica di un edificio storico deve bilanciare le esigenze di miglioramento prestazionale (in termini di riduzione dei consumi e di aumento di comfort ambientale e sicurezza) e di conservazione, mirando a valorizzare le caratteristiche passive dell’immobile e la concezione energetica e ambientale originaria. È necessario utilizzare un approccio strategico e continuamente reiterabile di “valorizzazione conservativa e fruitiva” del patrimonio storico, nella consapevolezza che l’azione conservativa non si limita alla progettazione dell’edificio, ma esige il mantenimento e l’aggiornamento delle prestazioni nel tempo. t Monitoraggio della temperatura superficiale di un vetro Credit: Florian Berger/EURAC n.61 43 SALONE DEL RESTAURO L’ENERGIA DELL’EDIFICIO STORICO IN CONVEGNO A FERRARA di Marta Calzolari (Università degli Studi di Ferrara) ed Elena Lucchi (Eurac Research – Politecnico di Milano) Il tema del miglioramento del comportamento energetico del patrimonio storico si rivela sempre più emergente, anche a seguito delle recenti modifiche normative in materia, che prevedono la deroga all’applicazione dei requisiti minimi prestazionali solo se l’autorità competente ritiene che l’intervento possa rappresentare un’alterazione inaccettabile del valore storico e artistico del bene. Questi i temi del convegno “L’energia dell’edificio storico”, organizzato il 6 aprile scorso dal Centro Architettura Energia del Dipartimento di Architettura dell’Università degli studi di Ferrara con il centro ricerche Eurac di Bolzano e il Teknehub Rete Alta Tecnologia Emilia Romagna nella prestigiosa cornice del Salone del Restauro di Ferrara. Il seminario ha dato voce a diverse figure protagoniste di questo processo, ha presentato studi e linee di indirizzo per un intervento di miglioramento prestazionale consapevole del patrimonio culturale, anche attraverso l’ausilio di casi studio relativi sia a grandi cluster di edifici, sia a singoli organismi edilizi. La teoria e l’applicazione multi-scalare avevano l’obiettivo, da una parte, di fornire gli strumenti per programmare azioni di recupero rispettose, calibrate ed efficaci, dall’altra, di consentire agli organi di controllo un’adeguata azione di tutela dei valori testimoniali. Il convegno si è aperto con lo spunto critico fornito dall’Arch. Andrea Alberti, direttore della Soprintendenza per le Province di Venezia, Treviso, Padova e Belluno che ha sottolineato l’importanza di un intervento intelligente, che sappia coniugare al meglio le esigenze di conservazione con le nuove modalità di utilizzo della società odierna, ricalcando quanto è stato fatto negli anni appena passati per la sicurezza, in merito all’adeguamento sismico delle strutture, anche storiche. 44 n.61 In seguito, il Prof. Pietromaria Davoli del centro Architettura Energia del Dipartimento di Architettura di Ferrara ha delineato un quadro dello stato di fatto delle ricerche e degli studi svolti fino ad oggi in merito al miglioramento energetico delle architetture antiche. Descrivendo le caratteristiche dei principali documenti di indirizzo presentati è emersa la vastità e l’importanza dell’argomento e la necessità di mettere a sistema tutte le informazioni a disposizione dei progettisti e delle autorità incaricate della sorveglianza degli interventi per la salvaguardia dei manufatti. Tra i principali strumenti oggi pubblicati e disponibili ci sono le “Linee guida di indirizzo per il miglioramento dell’efficienza energetica nel patrimonio culturale. Architettura, centri e nuclei storici ed urbani” presentate lo scorso autunno dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (Mibact), presentate durante il convegno dalla Prof. Alessandra Battisti del Dipartimento di Pianificazione Design Tecnologia dell’Architettura dell’Università “La Sapienza” di Roma, che ha collaborato alla loro stesura. Nel documento del Ministero sono riportate le numerose possibilità per innalzare la prestazione energetica sia dell’involucro sia della componente impiantistica, con il maggiore rispetto possibile delle strutture antiche e del loro originario comportamento (igrometrico prima di tutto). Le diverse opportunità di intervento vengono proposte al progettista, anche attraverso l’ausilio di schede tecniche, senza limitarne l’uso a specifici contesti per lasciare la possibilità per valutare progetto per progetto quale sia la soluzione più adatta allo specifico ambito di intervento. Nel caso, infatti, di progettazione su edifici storici di particolare pregio è difficile prevedere soluzioni valide a priori e generalizzabili. L’Arch. Elena Lucchi, senior researcher presso l’EURAC Research di Bolzano, ha presentato una serie di metodi, procedure, strumenti e interventi di risanamento energetico per gli edifici storici, grazie all’esperienza sviluppata nei progetti europei 3ENCULT ed EFFESUS dedicati proprio a questo tema. Partendo dalla consapevolezza che il corretto intervento su patrimonio storico presuppone la conoscenza approfondita delle caratteristiche dell’immobile e del concept energetico originario, sono state descritte le tecniche di analisi storica e conservativa, di diagnosi non distruttiva, di rilievo materico, di audit energetico strumentale e di monitoraggio ambientale. In particolare, sono state evidenziate le specificità e le difficoltà applicative delle tecniche di diagnosi energetica e di monitoraggio ambientale al patrimonio storico. È stata presentata poi una serie di interventi di efficientamento energetico, che hanno riguardato l’isolamento termico dall’interno, il recupero e la sostituzione di finestre esistenti, l’illuminazione ad alta efficienza e la ventilazione meccanica controllata. Gli argomenti trattati sono stati introdotti prima in veste teorica poi descritti attraverso un paio di applicazioni a casi studio. L’Arch. Marta Calzolari del centro Architettura Energia del Dipartimento di Architettura di Ferrara ha illustrato alcuni risultati della ricerca svolta dal centro per la messa a punto di un sistema di analisi speditiva e semplificata utile alla programmazione degli interventi di miglioramento energetico alla grande scala. Con l’emanazione del D.lgs. 102/214 che prevede la riqualificazione del 3% annuo di superficie coperta di edifici dell’amministrazione centrale (con superficie superiore ai 250 m2), è importante che le amministrazioni pubbliche abbiano gli strumenti necessari alla programmazione e alla valutazione economica degli interventi che dovranno realizzare nei prossimi anni. Lo INVOLUCRO | strumento speditivo, attualmente testato sul patrimonio storico dell’Ateneo ferrarese, permetterà di fornire all’amministrazione una fotografia del comportamento energetico dell’intero complesso di architetture antiche dell’Università sulla quale impostare le strategie di intervento mirate in base alle diverse categorie di edifici, associando a ciascuna soluzione prevista un valore di spesa economica. L’Arch. Manuela Faustini del Settore Edilizia e Patrimonio del Comune di Bologna, ha descritto i lavori realizzati presso la Sala Urbana di Palazzo d’Accursio a Bologna, nell’ambito dei progetti europei 3ENCULT e GOVERNEE. Le analisi effettuate hanno mostrato la presenza di un forte degrado dei serramenti lignei e del soffitto decorato, oltre che di un’eccessiva irradiazione solare con conseguente surriscaldamento termico estivo e di dispersione termica invernale. La sostituzione delle finestre ha previsto l’installazione di vetrate isolanti composte da un doppio vetro stratificato con caratteristiche di resistenza solare, isolamento termoacustico, sicurezza. È stato realizzato un nuovo sistema di illuminazione, posto in stretta correlazione con un sofisticato impianto di domotica per la rilevazione e gestione delle condizioni di temperatura e umidità per assicurare un buon comfort visivo e un’ottimale conservazione delle decorazioni pittoriche. Il nuovo sistema di domotica gestisce anche la movimentazione motorizzata dei nuovi serramenti e delle nuove tende e la regolazione dell’intensità luminosa. Il seminario ha sottolineato la complessità del risanamento energetico del patrimonio storico e l’importanza della collaborazione tra gli attori coinvolti negli ambiti di ricerca, educazione, progettazione e programmazione degli interventi. Diventano, pertanto, necessari approcci di condivisione e integrazione delle conoscenze, sempre più interdisciplinari e applicati ad esempi concreti. ISOLAMENTO Informazioni dalle aziende Isolamento interno ed esterno in basso spessore Realizzato con una selezionata fibra minerale naturale incombustibile (Fibra NOBILIUM®), il pannello isolante NOBILIUM® THERMALPANEL, avente uno spessore di 9mm, è prodotto e distribuito dalla Agosti Nanotherm srl e - a richiesta - potrà essere realizzato con spessori multipli di 9mm accoppiando più pannelli. Caratteristiche tecniche NOBILIUM® THERMALPANEL Pannello in lana di roccia valori medi Pannello in fibra di legno valori medi Densità 200 Kg/m3 ( +/- 10% ) 100 Kg/m3 180 Kg/m3 Calore specifico 2100 J/KgK 1000 J/KgK 2000 J/KgK Resistenza a trazione parallela alle facce nel senso dello spessore 1478 kPa 5 / 10 kPa 5 / 10 kPa Spessore 9mm ed autoportante Non esistente con spessore così ridotto Non esistente con spessore così ridotto Conducibilità termica 0,032 W/mK 0,040 W/mK 0,043 W/mK Traspirabilità µ 1 Eccezionalmente traspirante µ 1 Eccezionalmente traspirante µ5 Combustibilità Incombustibile A1 Incombustibile A1 Classe E Caratteristiche principali Grazie ai valori di alcuni parametri tecnici quali: densità, calore specifico, conducibilità termica, traspirazione e resistenza a trazione parallela e perpendicolare allo spessore, il pannello racchiude nel suo basso spessore caratteristiche finora riscontrabili unicamente su materiali diversi. Ciò lo rende particolarmente performante sia in condizioni climatiche invernali che estive, sia all’interno che all’esterno. Grazie alla sua compattezza, inoltre, NOBILIUM® THERMALPANEL risulta autoportante, di facile posa e direttamente intonacabile in basso spessore, senza necessità di ulteriore protezione in cartongesso e/o uso di tassellatura. Per informazioni: AGOSTI NANOTHERM srl – Via S. Giacomo, 23 – 39055 Laives (BZ) T. 335 7794881 | F. 0471 254689 | [email protected] | www.agostinanotherm.com