CERTIFICAZIONE ENERGETICA DEGLI EDIFICI Il fine principale della certificazione energetica è quello di esplicitare i consumi energetici di un edificio, incentivando, così, il mercato degli immobili ecoefficienti e innescando, quindi, un meccanismo in cui sia lo stesso mercato a premiare gli edifici di classe superiore. È stata introdotta per la prima volta in Europa con la direttiva EU 2002/91 ed è stata recepita in Italia con il D.Lgs.192/05, modificato dal D.Lgs.311/06 e integrato con il DPR 59/2009. La normativa attuale sulla certificazione energetica è regolata dalle Linee Guida Nazionali contenute nel DM 26/6/2009. La certificazione energetica è obbligatoria per tutti gli edifici, anche per le singole unità immobiliari, dal 1° luglio del 2009 e vale per 10 anni (a meno di interventi significativi). L’attestato di certificazione energetica (ACE) deve essere obbligatoriamente allegato all’atto di compravendita su richiesta dell’acquirente e va messo a disposizione del conduttore in caso di locazione. La certificazione prevede un sistema di classificazione degli edifici in otto Classi Energetiche, dalla A+ (la migliore) alla G (la peggiore). Ad ogni classe corrisponde un determinato consumo energetico che viene espresso in KW/m2 anno; tale valore, diviso per 10, indica approssimativamente, i m3 di metano o litri di gasolio che devono essere utilizzati per riscaldare un m2 di superficie interna utile dell’edificio. Pertanto ad ogni Classe Energetica (A+, A, B, C, ecc.) corrisponde un determinato fabbisogno energetico che sarà tanto maggiore quanto più elevata sarà la classe di appartenenza. Aumentare le prestazioni energetiche degli edifici è possibile e redditizio e si può fare intervenendo sulle caratteristiche di isolamento termico della struttura e degli infissi, sull’impianto termico di climatizzazione e ricorrendo all’uso di fonti rinnovabili di energia (solare termico, solare fotovoltaico, geotermico, ecc.).. Quando si parla di risparmio energetico e di interventi per ottenerlo, compreso quello di etichettare l’edificio per certificarne l’efficienza, viene sempre evocato lo spettro dei costi. In realtà si tratta di un investimento, non di un costo. E’ un investimento perché guida le scelte del proprietario verso una gestione più attenta o meglio ancora verso un piano di investimenti per migliorare la classe della sua abitazione. La certificazione diventa cioè il primo passo di un percorso virtuoso che porterà il proprietario a effettuare investimenti con un ritorno altissimo. Un isolamento termico o un buon impianto di riscaldamento, ad esempio hanno un rendimento del 10-15% anno: interesse che nessuna banca o bond gli riconoscerà mai. E’ anche un riconoscimento dell’immobile, e non è cosa di poco conto. del valore intrinseco La certificazione, dunque, non è solo un atto formale, ma uno strumento di controllo sulle caratteristiche costruttive dell’edificio che i proprietari/acquirenti dovrebbero apprezzare come un’assicurazione di qualità sull’alloggio in fase di scelta dell'immobile. Infine la certificazione energetica va vista come uno strumento di mercato, perché un edificio efficiente con una buona classificazione vale di più sul mercato e serve quindi a tutti, costruttori e proprietari, venditori e acquirenti.