PRIMO PIANO A cura di V. Amicarelli, A. Altobella, G. Fenizi * Dermatiti Estive Prevenire, evitare, curare i danni della pelle inalmente è arrivata lestate! multiple, alleritema cronico migrante, al granuloma Il sole è caldo, le alte temperature ci invogliano da corpo estraneo se parti cefaliche sono state ritenute, ad uscire fuori casa e a dedicarci alle attività fino anche a reazioni bollose. allaperto! È importante sapere che questi artropodi sono vettori Bisogna fare però molta attenzione: numerose insidie di numerose malattie: le rickettsiosi (febbre maculosa si celano dietro langolo! e fluviale del Giappone), il tifo e le spirochetosi (malattia Per chi ama le lunghe passeggiate in campagna o di Lyme). nei boschi è consigliabile indossare indumenti adatti: Di sentiero in radura, meglio non trovarsi nelle magliette a manica lunga e pantaloni vicinanze di una femmina di tafano stretti alla caviglia perché ci si può (famiglia Tabanidae) che ha ap­ imbattere in insetti del genere Le passeggiate nei boschi, pena concluso un incontro amo­ Hymenoptera (api, vespe e bombi), roso perché questi insetti, dopo i bagni al mare, solitamente dediti a cibarsi del laccoppiamento, richiedono un nettare dei fiori, ma dotati anche pasto di sangue che serve per le esposizioni al sole di un pericoloso pungiglione che completare lo sviluppo delle ovaie. sono salutari, ma consta di un aculeo velenoso. La loro saliva contiene una Le punture di questi insetti sono sostanza anticoagulante che facilita nascondono anche molto dolorose e causano, in pochi la suzione: con le loro punture pericoli per la cute minuti, la comparsa di lesioni eri­ provocano lesioni eritematotemato-papulose o pomfoidi molto papulose o microlesioni cutanee, pruriginose; in soggetti allergici il veleno di imenotteri raramente fenomeni di anafilassi. può essere fatale. Nei parchi è facile rimanere incantati dai meravigliosi Del tutto indolori sono, invece, le punture di zecca, colori di insetti del genere Lepidoptera che hanno corpo, artropode che solitamente parassita animali domestici zampe ed ali ricoperti da fini squamette (simili a peli e selvatici e per il quale luomo rappresenta solo un appiattiti) variamente combinate in modo da riprodurre ospite occasionale: utilizza chele dentate, inietta varie fantasie cromatiche: sono le farfalle! sostanze anestetiche, taglia lepidermide, introduce Se questi insetti variopinti sono innocui non si può lipostoma penetrando nel derma e comincia il pasto dire lo stesso delle loro larve: se avvistiamo bruchi ematico. ricoperti da lunghi peli che camminano in processione, Luomo si accorge della puntura solo vedendo la allora sarà il caso di allontanarsi velocemente perchè zecca attaccata alla cute, in seguito compaiono lesioni sono larve mature della Taumatopoea pityocampa, che vanno dallorticaria papulosa in caso di punture volgarmente detta Processionaria del pino. pugliasalute - tredici - luglio - agosto 2008 I fenomeni irritativi cutanei dovuti al contatto con i loro peli, contenenti un veleno non ancora del tutto conosciuto, possono essere immediati o ritardati (ore o giorni): il prurito può essere seguito dalla comparsa di piccole papule ortica­ rioidi, talora con reazione vescicolosa. Inoltre il bruco, se disturbato, provoca la rapida dispersione in aria di una gran quantità di peli che possono essere ingeriti o respirati causando fenomeni irritativi locali. Se i boschi non fanno per voi, ma amate tostarvi al sole su calde spiagge dorate, attenzione al nemico numero uno: i raggi ultravioletti! I raggi UVB, costituiti da fotoni molto ricchi di energia, sono i principali responsabili degli eritemi solari e soprattutto sono in grado di determinare la comparsa di tumori cutanei (melanomi, epiteliomi) poiché esercitano unazione di danno diretto sul DNA. I raggi UVA non causano scottature, ma penetrando in profondità, inducono la produzione di radicali liberi e di specie reattive dellossigeno causando un danno cellulare indiretto, che giustifica il loro potenziale cancerogeno (paragonabile a quello degli UVB), ma anche il loro reale contributo nellinvecchiamento solare o pho­ toaging (macchie cutanee, disidratazione, ispessimento cutaneo, dilatazione dei pori, rughe e rughette). pugliasalute Fatevi, dunque, massaggiare una crema con filtro antiUVA ed anti-UVB, fotostabile, resistente ad acqua e sudore, ripetete lapplicazione ogni 3 ore e fate una pausa pranzopennichella tra le ore 12:00 e le 16:00 (di massima incidenza dei raggi UVB). Fa troppo caldo ed è giunta lora di rinfrescarvi con un lungo bagno a mare? Prima del tuffo siate prudenti e date unocchiata in acqua perché potreste scoprire di essere in compagnia dei simpatici amici del Phylum dei Celenterati, classe Scifozoi: le meduse! Nel Mediterraneo è facile riconoscere una Pelagia noctiluca (alias medusa luminosa: piccola, rosa-marroncino, terribile!) o il Rhizostoma pulmo (altrimenti detta polmone di mare: più grande, bianca con coroncina violetto, più innocua) meno tossiche rispetto alle cugine che nuotano negli oceani Atlantico e Pacifico, solo eccezionalmente causa di reazioni gravi o mortali. Conosciute anche come ortiche di mare, hanno la caratteristica di avere sulla superficie del corpo e dei tentacoli una miriade di organuli microscopici chiamati cnidociti o cnidoblasti, (anche detti cellule urticanti o capsule pungenti) che contengono nel citoplasma un cor­ picciolo, la nematociste, provvisto al suo interno di un lungo e sottilissimo filamento avvolto a spirale. Quando lanimale viene a contatto con un corpo estraneo gli cnidociti espellono con violenza le nematocisti, che penetrano nel corpo della preda ed iniettano delle tossine. Una rapida strisciata ci costa dolorose lesioni eritematose, pomfoidi o vescicolari, a volte perfino emorragiche, varia­ mente figurate (riproducono la forma dei tentacoli o del cappello della medusa); più rare le reazioni angioedematose da Pelagia Noctiluca che possono durare anche 10-14 giorni; in ultimo gli antiestetici esiti locali: cheloidi, discro­ mie o cicatrici atrofiche. Molto simili sono le manifestazioni cutanee causate dal contatto con le attinie (sempre Phylum Celenterati), an­ chesse armate di nematocisti: le lesioni sono molto più ampie di quelle da medusa e le figurazioni più bizzarre, arabescate, più spesso di aspetto vescicolare, bolloso o necrotizzante, hanno un decorso più lungo (dai 15 ai 30 giorni) e si accompagnano a dolore, bruciore, malessere, - quattordici - luglio - agosto 2008 astenia e crampi muscolari. Comunemente appellate anemoni di mare o rose di mare a causa della loro varietà di colori (mostrano iride­ scenze dal rosso allarancione al viola) e della somiglianza ai fiori, le specie che si possono osservare sui nostri fondali marini sono Anemonia sulcata, Actinia equina, Adamsia palliata. Se baciati da meduse o attinie è necessario pulire delicatamente (non strofinare!) la parte con acqua di mare per allontanare le nematocisti (evitare lacqua dolce che invece le fa scoppiare); qualsiasi tipo di alcool (denaturato, liquori, colonie) può essere utilizzato per inattivare le tossine; in assenza lacqua salata riscaldata contribuisce a neutralizzare il veleno. Per quanto siate attenti sarà invece arduo, scrutando anche bene il fondo, individuare un pesciolino molto abile nel mimetismo, che vive in acque poco profonde semiaf­ fondato nella sabbia, dalla quale lascia uscire solo le appuntite spine dorsali che secernono un veleno simile a quello dei serpenti. La Trachinus vipera e la Trachinus draco (famiglia dei Trachinidi) sono le tracine (pesci ragno) più comuni dei nostri fondali: in seguito a calpestamento si manifesta un dolore molto intenso che si irradia a tutto larto e dura dalle 16 alle 24 ore. Allo scopo di denaturare ed inattivare il veleno iniettato (che è termolabile e viene distrutto a 50° C) è necessario immergere larto colpito per 1-2 ore in acqua -la più calda possibile- alla quale si può aggiungere un antisettico. Se siete in spiaggia e non disponete di questi presidi, lunica soluzione è quella di appoggiare (prudentemente) sulla lesione lestremità incandescente di una o due sigarette per 5-10 minuti. Se vi trovate su litorali scogliosi, siete abili pescatori e non resistete alla tentazione di assaporare dei ricci di mare (classe Echinodermi, specie Paracentrotus lividus, Arbacia lixula, Sphaerechinus granularis) occhio ai loro aculei: al contatto penetrano facilmente nella cute, si spezzano ed i frammenti sono difficilmente estraibili. I risultati sono dolore, bruciore, edema, infezione secondaria, ma sono descritte ampiamente anche reazioni ritardate (23 mesi dal contatto) che si manifestano come lesioni nodulari multiple di colorito rosso carne o rosso-bruno e consistenza duro-parenchimatosa oppure come scleredema cronico traumatico, spesso monolaterale (più tipico dei pescatori). E se dopo una lunga giornata di mare, schivati tutti i pericoli, vi accingete a far ritorno a casa ammirando un romantico tramonto, un ultimo consiglio: cospargetevi di repellente per zanzare e affini! Mentre linsetto maschio si nutre di liquidi zuccherini dei frutti maturi o del nettare dei fiori, le fastidiosissime femmine che sono in procinto di deporre le uova sono obbligate a pungere i vertebrati per perpetuare la specie (lo facessero almeno in silenzio!). Ben note a tutti le papule eritematose pruriginose che compaiono 2-6 ore dopo la puntura e persistono anche per 1-2 giorni, ma il principale problema medico legato alle zanzare è rappresentato dal rischio di trasmissione di malattie pugliasalute infettive quali malaria, febbre gialla ed encefalite da arbo­ virus (patologie fortunatamente rare nel mondo occidentale). Ultimi, ma non per importanza, i pappataci (mosche della sabbia): piccoli, silenziosi ditteri notturni che predili­ gono i corsi dacqua perché le loro larve vivono in acqua corrente e ricca di ossigeno (zone endemiche Puglia, Cala­ bria, Sicilia, Sardegna). Phlebotomus arasi e perniciosus sono i principali vettori della Leishmaniosi, una malattia protozoaria trasmessa alluomo attraverso ospiti animali quali il cane o la volpe (serbatoi dellinfezione); lagente etiologico responsabile della malattia in Europa è la Leishmania tropica o la Leishmania major. Nella forma cutanea (Bottone dOriente), più frequente nei bambini, la lesione iniziale compare 2-4 settimane dopo il morso, in genere sul volto o sulle mani: è una papula eritematosa che si estende lentamente, con ulcerazione centrale e piccoli noduli satelliti nella zona periferica; dopo 2-6 mesi la crescita si arresta ed avviene la guarigione spontanea. Nella forma viscerale, a prognosi più grave, i parassiti si diffondono dalla cute per via ematica verso i linfonodi, la milza, il fegato e il midollo osseo, ma è più tipica di paesi quali India, Cina, Russia ed Africa Meridionale. La leishmaniosi del cane, infine, è una grave malattia sistemica ad evoluzione cronica che conduce solitamente gli animali alla morte: è importantissimo, dunque acquistare un collare repellente specifico (facilmente reperibile in commercio) per proteggere anche il vostro fedele amico. - quindici - * Struttura complessa di Dermatologia Policlinico di Foggia luglio - agosto 2008