Allergia al veleno di insetti Innanzitutto, bisogna precisare che solo certi soggetti possono andare incontro a reazioni allergiche alle punture di insetti: solo chi, in seguito ad una precedente puntura o esposizione al veleno di quell’insetto, ha sviluppato una sensibilizzazione allergica (ovvero il suo sistema immunitario ha prodotto IgE che riconoscono specificamente quel veleno) è a rischio di reazione allergica. Allo stesso modo, non tutti gli insetti (ed i loro veleni) sono ugualmente allergenici. Gli insetti, anche detti imenotteri (perchè appartenenti all’ordine Hymenoptera) che più comunemente possono causare reazioni allergiche comprendono: • Ape • Vespa • Calabrone • Formica rossa Sintomi dell’allergia al veleno di insetti Di norma, la puntura di ape, vespa o calabrone determina dolore, gonfiore ed arrossamento nella sede della puntura stessa. Questi sintomi, in condizioni normali, si riducono fino a scomparire nel giro di qualche ora. Questi non sono sintomi allergici, ma effetti tossici del veleno che è stato iniettato con la puntura dell’insetto. In alcuni casi, è possibile che la reazione crei un’infiammazione dei vasi linfatici (linfangite) che determina gonfiore ben più esteso (fino a tutto un arto) e dolore che possono durare anche alcuni giorni. Anche in questo caso non si tratta tuttavia di una reazione allergica. Le reazioni non allergiche, in condizioni normali, non sono particolarmente gravi: è stato calcolato che la dose mortale di veleno ape (in una reazione non allergica) corrisponde a circa 500 punture dell’insetto. Le reazioni allergiche al veleno di imenotteri possono determinare invece: • Sintomi cutanei, quali orticaria o angioedema • Sintomi respiratori, quali broncospasmo e asma bronchiale • Sintomi cardio-circolatori, fino allo shock anafilattico A differenza delle reazioni non allergiche, nel caso di reazioni allergiche a puntura di imenottero i sintomi possono essere molto gravi dopo inoculazione di minime quantità di veleno. E’ la risposta allergica infatti (e non una reazione tossica) a determinare questi effetti. © Polispecialistica Roma Quattro – Tutti i diritti riservati La gravità della reazione è determinata da molte variabili, le più importanti sono: • Grado di sensibilizzazione allergica del paziente allo specifico veleno, e tipo di reazioni che questo ha causato dopo precedenti punture; • Età e patologie concomitanti (cardiopatie, asma bronchiale, …); • Terapie assunte: alcune terapie possono potenziare la reazione allergica o interferire con la terapia; • La sede ed il numero di punture: maggiore è la quantità di veleno, maggiore è il rischio di reazioni gravi. Inoltre le punture dal collo in su sono associate con maggior rischio di reazione grave. La terapia, una volta che il soggetto allergico è stato punto, dipende dal grado della reazione stessa. Il farmaco di scelta per queste reazioni, come per le altre forme di shock anafilattico, è l’adrenalina. Nelle forme più gravi, che possono determinare shock anafilattico, la terapia è mirata a supportare le funzioni vitali (circolazione e respirazione) fin tanto che il soggetto non può essere trasportato e quindi curato in una struttura ospedaliera. Tuttavia è molto importante sottolineare che la prevenzione della puntura di insetto riveste un ruolo fondamentale, e che in alcuni casi – nei soggetti con allergia agli imenotteri ad elevato rischio o esposti per motivi professionali – può essere indicato una terapia desensibilizzante (il cosiddetto vaccino). © Polispecialistica Roma Quattro – Tutti i diritti riservati