Mercati “indifferenti” alla situazione in Turchia

ECONOMIA & SOCIETÀ
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Mercati “indifferenti” alla situazione in Turchia
Ieri il FMI ha tagliato le stime di crescita, ma, malgrado il tentato golpe e gli eventi di Nizza, borse e
titoli periferici non subiscono particolari scossoni
/ Stefano PIGNATELLI
I tragici eventi di Nizza, il naufragato golpe in Turchia
e gli strascichi che ne stanno seguendo avrebbero potuto portare a conseguenze significative dei mercati,
che invece stanno reagendo in maniera molto composta. La notevole sbandata post Brexit è stata quasi interamente riassorbita dai principali indici azionari.
Il morale di analisti e investitori tedeschi è crollato a
luglio per l’incertezza generata dal voto sulla Brexit. Il
sondaggio mensile ZEW, condotto su 220 analisti e investitori tra il 4 e il 18 luglio, mostra un calo dell’indice
sul sentiment economico a -6,8 punti da 19,2 a giugno.
Un dato decisamente peggiore delle attese, ma anche
questa “sorpresa negativa” poco muove i mercati (segui tassi e mercati su www.aritma.eu).
Lo stesso dicasi per le nuove previsioni del Fondo monetario internazionale, che taglia le stime di crescita
dell’economia inglobando l’incertezza che Brexit sta
generando: il PIL globale crescerà nel 2016 del 3,1%, 0,1
punti percentuali in meno rispetto alla stima di aprile.
Nel 2017 la crescita accelererà al +3,4%, ancora 0,1 punti percentuali in meno rispetto alle precedenti previsioni.
Il FMI rivede al rialzo la crescita dell’area euro per il
2016 a +1,6%, 0,1 punti percentuali in più rispetto alla
stima precedente, ma taglia quella del 2017 a +1,4%, 0,2
punti in meno. I ritardi nell’affrontare i problemi del
settore bancario continuano a porre rischi al ribasso
alle stime.
Il PIL americano crescerà quest’anno del 2,2%, 0,2 punti percentuali in meno rispetto alle stime di aprile.
Confermata la crescita del 2,5% nel 2017.
La Commissione europea si prepara probabilmente a
rivedere le sue previsioni di maggio incorporando il
voto britannico: a maggio aveva previsto una crescita
per quest’anno e il prossimo a 1,7%. Le previsioni alla
luce della Brexit potrebbero subire un ribasso: 1,5%1,6% nel 2016 e 1,3%-1,5% nel 2017.
Eutekne.Info / Mercoledì, 20 luglio 2016
La revisione al ribasso delle stime era ampiamente
prevista dagli operatori, ma è evidente che anche con
dati (ZEW) ed eventi del tutto inattesi e che generano
incertezza (Turchia), i mercati non subiscono particolarmente.
Il buon momento dell’azionario e dei titoli governativi
periferici (Btp in primis) è dovuto alla speranza che autorità monetarie e Governi trovino presto una soluzione al problema delle banche europee.
I mercati confidano in una soluzione al problema delle
banche europee
Un fattore che sta contribuendo alla ripresa della propensione al rischio è inoltre l’attesa di forti risposte da
parte delle banche centrali: la Bce sta facendo la sua
parte e si è detta pronta anche a nuove misure (dalla
riunione di giovedì 21 non sono attese novità, ma verrà ribadita la posizione interventista, anche se negli ultimi giorni sta crescendo la schiera di coloro che vedono probabile il varo di qualche misura di politica monetaria), la BoJ è pronta ad aumentare il suo programma di QE, la Fed resta in attesa di vedere gli effetti della Brexit prima di alzare (anche se ieri un suo esponente ha dichiarato che sono probabili due rialzi entro
fine anno).
Delude invece le attese la BoE, che non taglia i tassi di
interesse ma si tratta solo di un rinvio alla prossima
riunione.
La sensazione è che i mercati stiano testando la capacità del sistema politico europeo di fornire risposte alla crisi bancaria in corso: per ora credono che la risposta possa essere concreta e tecnicamente appropriata.
Se l’attuale sentiment positivo perdurasse, gli operatori potranno tornare a concentrarsi sui fondamentali e
da questo punto di vista i tassi Ue e Usa non possono
che salire dagli attuali compressi livelli.