Note di lettura FMI World Economic Outlook ottobre 2016 a cura della Segreteria Tecnica Nota n. 21/2016 – 7 ottobre 2016 Nota 21/2016 – World Economic Outlook– ottobre 2016 Premessa Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha presentato il 4 ottobre l’aggiornamento al suo ”World Economic Outlook”. Cosa è? Il Fondo Monetario Internazionale pubblica periodicamente una rassegna congiunturale il “World Economic Outlook” che analizza la dinamica per Paese delle principali statistiche macroeconomiche, fornendo stime previsionali per gli anni successivi. Il Pil globale rallenterà' nel 2016, recuperando poi nel 2017, ma la crescita dovrebbe restare “debole e precaria”. Il rapporto sottolinea come la Brexit e la crescita economica inferiore alle attese negli Stati Uniti "abbiano esercitato pressioni al ribasso sui tassi di interesse a livello globale, mentre ora la politica monetaria dovrebbe restare accomodante per più tempo". Anche se la reazione di mercato allo shock Brexit è stata ordinata, l'impatto finale resta molto incerto, considerato che il futuro degli accordi istituzionali e commerciali tra il Regno Unito e l'Unione europea non è ancora chiaro. “Il voto sulla Brexit e la campagna elettorale presidenziale in corso degli Stati Uniti hanno messo in evidenza un indebolimento del consenso circa i benefici dell’integrazione economica”. “Le preoccupazioni circa l’impatto della concorrenza straniera sui posti di lavoro e sui salari in un contesto di crescita debole hanno rafforzato la presa di politiche protezionistiche, con potenziali implicazioni per i flussi commerciali globali e l’integrazione in senso più ampio”. L’incertezza politica ostacola gli investimenti delle imprese e l’attività economica a breve termine, ma il rischio è di una crescita globale che si “autoalimenta” nella sua debolezza. Dall’altro lato, negli ultimi mesi "il sentiment del mercato finanziario verso i mercati emergenti è migliorato grazie alle aspettative di tassi di interesse più bassi nelle economie avanzate, alla ridotta preoccupazione sulle prospettive di breve termine per la Cina in scia al sostegno politico alla crescita e alla stabilizzazione dei prezzi delle commodity". Valutazione della situazione a livello globale Complessivamente, le previsioni per la crescita mondiale restano invariate nel confronto con luglio, al 3,1% quest’anno e al 3,4% nel 2017. Si assiste a un lieve peggioramento delle stime per le economie avanzate a fronte di prospettive più rosee per il resto del mondo. Il Fondo ha tagliato la crescita degli Stati Uniti dal 2,2 all'1,6% per quest'anno, a causa di una deludente prima parte dell'anno a seguito degli andamenti degli investimenti e delle scorte. Il 2,2% dovrebbe comunque esser raggiunto l'anno prossimo. Particolarmente critica la situazione americana dal punto di vista politico per l’imminenza delle elezioni presidenziali. Preoccupa soprattutto il rischio di un cambiamento delle tradizionali posizioni degli Usa in materia di libero commercio. Tagliate le previsioni di crescita del Regno Unito, a luglio, subito dopo il referendum della Brexit, il Fondo aveva previsto un rallentamento del Pil dall’1,9% all’1,7% nel 2016 e dal 2,2% 2 Nota 21/2016 – World Economic Outlook– ottobre 2016 all’1,3% nel 2017. Dopo tre mesi le previsioni peggiorano ulteriormente, con un rallentamento del Pil rispetto alle attese che l’anno prossimo potrebbe toccare 1,1 punti percentuali. Da mesi la sterlina è in caduta e ha toccato il minimo storico degli ultimi decenni. Un altro aspetto negativo è il grado di incertezza in cui vivono i consumatori con l’inflazione che salirà il prossimo anno al 2,5%, a causa del deprezzamento della valuta. In Giappone è previsto un modesto tasso di espansione dello 0,5% nel 2016 e dello 0,6% nel 2017. Nel breve periodo, la spesa governativa e le politiche di accomodamento monetario sosterranno la crescita, mentre nel medio termine l'economia giapponese sarà ostacolata dalla diminuzione della popolazione. Nei Paesi emergenti la crescita dovrebbe subire un’accelerazione per la prima volta da sei anni. Comunque, le prospettive differiscono molto tra i Paesi e le regioni. Il Pil cinese è stimato in salita al 6,6% quest’anno e al 6,2% nel 2017. Le autorità cinesi continueranno a spostare l'economia verso i consumi e i servizi, mentre in precedenza era basata su investimenti e industria. Questa politica dovrebbe rallentare la crescita nel breve periodo, gettando però le basi per un'espansione di lungo periodo sostenibile. Il Fondo invita il Governo di Pechino a misure per tenere sotto controllo il credito che sta "crescendo a un ritmo pericoloso" e stabilizzare il proprio mercato finanziario per scongiurare il verificarsi di un effetto spillover che determinerebbe la diffusione degli squilibri agli altri mercati. Continua a marciare veloce l’India, con un Pil atteso in aumento al 7,6% quest’anno e il prossimo. Rallenta invece l’attività economica dell’America Latina, con diversi Paesi in recessione, fra i quali il Brasile. Il Pil dell'eurozona dovrebbe aumentare dell'1,7% nel 2016 e dell'1,5% nel 2017. Il Fondo ha rivisto al rialzo le previsioni dell'area dell'euro di 0,1 punti percentuali per entrambi gli anni, rispetto a quanto stimato a luglio. In Europa, sottolinea tuttavia il Rapporto, resta ancora l'incertezza legata all'impatto della Brexit. Tra i principali Paesi dell'eurozona, il Pil della Germania sarà in crescita dell'1,7% nel 2016 e dell'1,4% nel 2017, pari a un rispettivo ritocco al rialzo di 0,1 e 0,2 punti percentuali, e una crescita della Francia dell'1,3% sia quest'anno sia il prossimo, con un taglio di 0,2 punti per il 2016 e un aumento di 0,1 punti per il 2017. Viaggia a ritmi notevolmente superiori il Pil della Spagna, stimato al +3,1% nel 2016 e al +2,2% nel 2017, con revisioni al rialzo rispettive di 0,5 e 0,1 punti percentuali. Considerata la natura ancora debole e precaria della ripresa e le minacce che l'economia globale deve affrontare, il Fondo ribadisce "il bisogno urgente di un approccio di politica completo, coerente e coordinato" che utilizzi tutte le leve - monetaria, fiscale e strutturale – al fine di rafforzare la crescita e renderla duratura, garantendo una distribuzione equa della ricchezza. Alle Banche centrali, il Fondo torna a chiedere di mantenere politiche monetarie accomodanti. In particolare, ulteriori aumenti dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve "dovrebbero essere graduali e legati a chiari segnali che i prezzi e i salari si stanno stabilizzando in modo duraturo". Inoltre, "la Banca centrale europea dovrebbe mantenere in modo appropriato l'attuale linea accomodante. Ulteriori misure di accomodamento attraverso un'espansione degli acquisti di asset potrebbero essere necessarie qualora l'inflazione non riuscisse a riprendersi". "Ma le politiche monetarie da sole non daranno slancio alle economie afflitte dal rallentamento della produttività e dall'invecchiamento della popolazione". 3 Nota 21/2016 – World Economic Outlook– ottobre 2016 Le previsioni di crescita del Pil nel biennio 2016-2017 (variazioni % sull’anno precedente) 2016 2015 Stime di ottobre 2017 Differenza con le stime di luglio Stime di ottobre Differenza con le stime di luglio Mondo 3,2 3,1 0,0 3,4 0,0 Stati Uniti 2,6 1,6 -0,6 2,2 -0,3 Area Euro 2,0 1,7 +0,1 1,5 +0,1 -Francia 1,3 1,3 -0,2 1,3 +0,1 -Germania 1,5 1,7 +0,1 1,4 +0,2 -Italia 0,8 0,8 -0,1 0,9 -0,1 -Spagna 3,2 3,1 +0,5 2,2 +0,1 Regno Unito 2,2 1,8 +0,1 1,1 -0,2 Giappone 0,5 0,5 +0,2 0,6 +0,5 Paesi emergenti 4,0 4,2 +0,1 4,6 0,0 7,6 7,6 +0,2 7,6 +0,2 -India -Cina 6,9 6,6 0,0 6,2 0,0 -Russia -3,7 -0,8 +0,4 1,1 +0,1 -Brasile -3,8 -3,3 0,0 0,5 0,0 Previsioni sulla dinamica dell’economia italiana Lieve correzione al ribasso operata nelle previsioni autunnali dal Fondo, con la crescita del Pil prevista allo 0,8% nel 2016 e allo 0,9% l’anno prossimo, un decimo di punto in meno rispetto alle stime di luglio per entrambi i periodi. Tali valori si avvicinano a quelli indicati dal Governo nella Nota di aggiornamento al DEF, che ha stimato una crescita dell’1% nel 2017. L’export di beni e servizi Made in Italy continuerà a crescere in volume a tassi apprezzabili. Il nostro Paese comunque non sfugge ad un contesto globale in cui i rischi di indebolimento della crescita sono elevati. Miglioramenti nel mercato del lavoro: il tasso di disoccupazione si attesterà all'11,5% nel 2016, in flessione dall'11,9% del 2015, e poi si posizionerà all'11,2% l'anno prossimo. Il numero degli occupati crescerà a un ritmo costante dello 0,9% nel biennio 2016-2017. L’inflazione sarà negativa quest’anno e molto ridotta l’anno prossimo. Neanche in prospettiva 2021 si prevede l’avvicinamento a un tasso del 2%. Infine i conti pubblici, il Fondo Monetario stima il debito in crescita al 133,2% del Pil nel 2016, dal 132,7% del 2015, e un ulteriore aumento al 133,4% nel 2017 quando sarà raggiunto il picco massimo. Secondo gli economisti di Washington, l'Italia manterrà una dinamica di risanamento però meno accentuata. Quest'anno il deficit di bilancio calerà al 2,5% del Pil, dal 2,6% del 2015, e il prossimo anno segnerà una ulteriore riduzione al 2,2%. Più a lungo termine, sul 2021 si attende il pareggio di bilancio. 4 Nota 21/2016 – World Economic Outlook– ottobre 2016 Previsioni per l’economia italiana 2015 2016 2017 2021 0,8 0,8 0,9 0,8 4,3 2,1 3,5 3,5 Occupazione (variazione %) 0,8 0,9 0,9 n.d. Tasso di disoccupazione (%) 11,9 11,5 11,2 9,4 0,1 -0,1 0,5 1,2 Deficit/Pil (%) -2,6 -2,5 -2,2 0,0 Debito/Pil (%) 132,7 133,2 133,4 125,0 Pil (variazione %) Esportazioni in (variazione %) volume Tasso di inflazione (%) di beni e servizi (a cura di Enrico Martini) 5