1 Struttura atomica Modello planetario di Rutherford 2 Modello planetario 4 concetti chiave da comunicare: 1. Nuclei (carichi +) ed elettroni (carica -) sono tenuti assieme da forze di tipo elettrico -> Legge di Coulomb F12 = k q1q2 R2 2. I nuclei sono tenuti assieme da forze nucleari (diverse da quelle di Coulomb, ruolo dei neutroni) 3. Le forze portano il sistema verso una situazione stabile che è quella in cui si ha la minima energia 4. Negli atomi e nelle molecole questa tendenza è limitata da altre regole -> quantizzazione 1 Modello planetario 3 Forze elettriche negli atomi: 1. Tutti gli elettroni in un atomo sono attratti dal nucleo 2. La forza attrattiva che agisce su un elettrone (dovuta al nucleo) dipende dalla grandezza della carica nucleare q1q2 e dalla distanza tra elettrone e F12 = k R2 nucleo 3. La forza attrattiva tra un elettrone e il nucleo agisce in entrambe le direzioni (entrambi sentono la stessa forza) 4. Ogni elettrone respinge ogni altro elettrone con una forza che dipende dalla loro distanza Chemical Misconceptions 4 ed. Royal Society of Chemistry, UK http://www.rsc.org/learn-chemistry/ Free material available at: http://www.rsc.org/Education/Teachers/Resources/Books/Misconceptions.asp 2 Altro testo utile per la didattica della chimica, scuola USA 5 Hands-On Chemistry Activities with Real-Life Applications: Easy-to-Use Labs and Demonstrations http://www.csun.edu/science/books/chemistry/index.html 6 Le più comuni credenze sbagliate di studenti > 16 anni: • il nucleo NON è attratto dagli elettroni • il nucleo attrae un elettrone più di quanto l’elettrone attrae il nucleo • i protoni nel nucleo attraggono un elettrone ciascuno • gli elettroni respingono il nucleo • gli elettroni sono responsabili del fatto che i protoni nel nucleo restino assieme (che il nucleo non si spacchi) • Gli elettroni non cadono sul nucleo perchè le forze di attrazione verso il nucleo sono bilanciate dalle forze che respingono il nucleo dagli elettroni Da Chemical Misconceptions. Cap. 7 (2002) RSC editors 3 7 Analogia tra il modello atomico e il modello di un sistema solare BUONA analogia didattica se: • L’atomo è simile ad un sistema solare (ma ci sono delle differenze) • Gli studenti hanno familiarità con il sistema solare • Gli studenti sono in grado di riconoscere le similitudini e le differenze tra il modello di un atomo e il sistema solare 8 Esempio di questionario per gli studenti 4 Limitazioni del modello planetario per l’atomo 10 Incompatibilità con le leggi classiche della fisica (elettromagnetismo): Una carica elettrica in moto non rettilineo uniforme perde progressivamente energia emettendo radiazione. L’elettrone collasserebbe sul nucleo seguendo una traiettoria a spirale in 10-11 - 10-12 s. L’atomo non è stabile secondo la fisica classica!! Dimensioni delle orbita arbitrarie -> non si vede perchè gli atomi di uno stesso elemento sono tutti uguali 5 Andare oltre il modello planetario 11 Meccanica classica 1. Natura continua delle grandezze fisiche: • Massa • Carica • energia 2. Prevedere il comportamento di atomi ed elettroni risolvendo le equazioni del moto Meccanica quantistica (rivoluzione scientifica 1900-1925) 1. Natura discreta delle grandezze fisiche massa atomi carica elettrone energia 2. Particelle di dimensioni atomiche e subatomiche presentano proprietà simili a quelle di un onda La radiazione elettromagnetica 12 Radiazione elettromagnetica = campi elettrici e magnetici che oscillano in direzioni perpendicolari tra loro e perpendicolari alla direzioni di propagazione dell’onda (Maxwell 1865) c ~ 300 000 km/s!! 6 13 Onde elettromagnetiche λ⋅ν =c Unità di misura: metro (m) e sottomultipli, es. 1nm = 10-9m) m/ciclo⋅cicli/s = m/s Unità di misura è il ciclo/s o s-1 noto come Hertz (Hz) λ =c/ν ν = c/λ 14 Frequenza e lunghezza d’onda Lunghezza d’onda (λ) e frequenza (ν) sono grandezze inversamente proporzionali numero d’onda 7 15 Ampiezza di un’onda A parità di lunghezza d’onda (λ) le onde elettromagnetiche di ampiezza superiore hanno intensità superiore Regioni dello spettro elettromagnetico FM (10-100MHz) 16 AM (102 kHz) La luce visibile rappresenta solo una minima parte dello spettro della radiazione elettromagnetica 8 Introdurre la meccanica quantistica come fatto 17 1. Quantizzazione della radiazione e.m. 2. Quantizzazione dei livelli atomici Esperimenti (inizi 1900) che non potevano essere semplicemente spiegati dalla fisica classica: Effetto fotoelettrico quantizz. rad. em Spettri a righe degli atomi quantizz. liv atomici Esperimento di Franck-Hertz Radizione di corpo nero quantizz. rad. em 18 Effetto fotoelettrico Un piatto metallico carico negativamente e sensibile alla luce (fotocatodo) viene esposto a radiazione luminosa di frequenza ν e intensità variabili • • • • OSSERVAZIONI: Sotto una certa frequenza della luce (frequenza di soglia) non succede nulla! Sopra la soglia vengono emessi elettroni dal fotocatodo con energia cinetica proporzionale alla frequenza Sopra la soglia al crescere dell’intensità della luce aumenta il numero di elettroni emessi Tutti i metalli subiscono questo effetto, ma le frequenze di soglia sono differenti 9 Effetto fotoelettrico: la spiegazione di Einstein Non spiegabile dalla fisica classica: 19 E ∝ (ampiezza)2 ∝ Intensità Spiegazione di Einstein (Nobel Prize 1921): • la luce è costituita da particelle dette fotoni • i fotoni possiedono energie quantizzate E=hν • un fotone può trasferire la sua energia all’elettrone del metallo • gli elettroni possono essere espulsi dal metallo solo quando sono colpiti da fotoni con E0 ≥ hν0 sufficiente a vincere la forze che tengono legati gli elettroni nel metallo • energia del fotone = energia legame + energia cinetica dell’elettrone emesso Ecin= 1 mev22 2 ν<ν0 Ecin= 1 mev12 Ephot = hν 2 ν1≥ν0 Elegame = Φ = hν0 funzione lavoro ν2>ν1 Ecin=1/2mev2 hν = hν0 + 1/2mev2 20 Conseguenze nella vita di tutti i giorni • Fotorivelatori (rivelatori di radiazione luminosa VIS, UV) sono basati sull’effetto fotoelettrico • Reazioni fotochimiche (es. fotosintesi) • Celle fotovoltaiche 10 21 Spettri a righe degli atomi Dispersione della luce bianca: la luce solare può essere scomposta nei vari colori generando uno spettro a banda continua spettro continuo Tubo a scarica contenente un gas (H, Hg, Ne…) Lo spettro generato dalla luce emessa da gas in scariche elettriche (o alte T) non è continuo, ma presenta delle righe a determinate λ spettro a righe 22 Spettri a righe degli atomi (emissione) Gli spettri di emissione osservati sono caratteristici dell’elemento contenuto nella scarica H Hg Ne Spettri atomici possono essere usati nell’analisi chimica per l’identificazione di elementi (sono le “impronte digitali” degli atomi) 11 23 Spettri a righe degli atomi (assorbimento) Spettro di assorbimento luce bianca emessa da una sorgente attraversa il campione che assorbe in un insieme discreto di lunghezze d’onda Anche gli spettri di assorbimento presentavano delle righe. La posizione in λ delle righe in assorbimento coincide con quelle in emissione (in negativo)! H 24 Spettro di emissione dell’atomo di H (cm-1) Nella regione del VIS (Balmer 1885) le righe 1 1 15 apparivano a frequenze ν = 22 - n2 x3.29⋅10 Hz date dalla formula: n=3, 4, 5… Es: per n=3 si ha ν=4.57⋅1014 Hz che corrisponde a λ=656nm 12 25 Modello atomico di Bohr 1. L’elettrone in un atomo di H può occupare solo orbite specifiche attorno al nucleo 2. Ogni orbita ha una energia «quantizzata» 3. L’atomo non irradia energia luminosa quando l’elettrone si trova su un’orbita 4. L’atomo emette (o assorbe) energia solo quando l’elettrone salta da un’orbita ad un’altra (transizione elettronica) En = - RH con n=1, 2, 3, … n2 numero quantico principale RH = 2.18⋅10-18 J costante di Rydberg 26 Teoria di Bohr per l’atomo di H Assorbimento Ef hν Ei En = - RH n2 hν = Ef-Ei n = 1,2,3... Emissione Ei E=hν Ef 13 27 Teoria di Bohr per l’atomo di H Energia L’energia di interazione elettrone-nucleo presenta il valore minimo quando l’elettrone r è vicino al nucleo (Ecoulomb∝ -e2/r). n=3 n=2 Quando l’elettrone si allontana risale le pareti del “pozzo” di energia potenziale. n=1 Teoria di Bohr: l’elettrone si trova sulle pareti del pozzo solo per certi valori di E Il modello di Bohr spiega gli spettri di emissione dell’atomo di H 28 Gli spettri sono discontinui (a righe): ogni riga corrisponde a un ben determinato valore di energia, che a sua volta corrisponde alla differenza di energia fra due orbite. 14 29 Origine degli spettri di emissione Per passare dallo stato fondamentale ad uno eccitato l’elettrone deve assorbire un fotone di energia hν appropriata Ma l’eccitazione può anche avvenire tramite assorbimento di energia in altra forma, es. energia cinetica per urto con altri atomi o elettroni, o pareti recipiente (in generale per riscaldamento) 30 Limiti della teoria di Bohr 1. In realtà gli elettroni non si muovono su orbite circolari 2. Il modello funziona solo atomi che hanno un solo elettrone attorno al nucleo (atomi idrogenoidi): H, He+, Li2+, … H (Z=1), He+ (Z=2), Li2+ (Z=3) …. Il modello di Bohr anticipa il moderno modello della struttura atomica basato sulla meccanica quantistica 15 31 Meccanica quantistica e struttura atomica Meccanica quantistica Teoria che sostituisce la meccanica classica nel caso di particelle microscopiche, tenendo conto delle loro proprietà andulatorie radiazione elettromagnetica Dualità onda-particella particelle di materia 32 La radiazione elettromagnetica Comportamento sia ondulatorio che corpuscolare della radiazione elettromagnetica Manifestazioni delle proprietà ondulatorie della radiazione: Interferenza Diffrazione onde in fase: interferenza costruttiva onde fuori fase: interferenza distruttiva 16 33 La radiazione elettromagnetica Manifestazioni delle proprietà corpuscolari della radiazione: Effetto fotoelettrico La radiazione e.m. è costituita da pacchetti di energia detti quanti o fotoni che si muovono alla velocità della luce L’energia trasportata da ogni fotone dipende dalla frequenza secondo la relazione di Planck: L’energia associata ad un fascio di n fotoni è una grandezza discreta E = Quantizzazione della radiazione e.m. nhν 34 Le onde di de Broglie (1924) Come le onde mostrano proprietà di particella anche le particelle possono mostrare proprietà di onde Ipotesi di de Broglie: al moto di qualunque particella si accompagna la propagazione di onde Diffrazione della radiazione elettromagnetica Diffrazione di un fascio di elettroni Davisson, Germer, Thomson 1927 17 35 Onde associate a particelle De Broglie: cosi come la radiazione e.m. è costituita da particelle (fotoni) anche le particelle (e quindi gli elettroni) possono avere le proprietà di un’onda Relazione di de Broglie: λ = h/mv h è la costante di Planck Onde stazionarie: generazione di onde in sistemi confinati 36 L Solo alcuni modi di oscillazione sono possibili, ovvero solo alcune λ sono permesse: n λ/2 = L con n=1,2, 3, … n=1 oscillazione fondamentale n=2 prima armonica n=3 seconda armonica 18 37 Le onde di de Broglie De Broglie propone di associare all’elettrone che ruota attorno al nucleo un’onda stazionaria circolare h λ = m⋅⋅v L’onda circolare può contenere solo un numero intero di λ 38 La λ di de Broglie di vari oggetti h λ = m⋅⋅v 19 39 Indeterminazione momento p: α p = h λ posizione: angolo α Conseguenza della relazione di de Broglie: il momento (mv) e la posizione di un elettrone che ruota attorno al nucleo non sono determinabili con precisione in maniera simultanea Principio di indeterminazione di Heisenberg 40 Principio di indeterminazione di Heisenberg non è possibile definire esattamente la posizione di un elettrone quando questo si muove. Quanto più precisamente viene determinata la posizione di una particella, tanto meno precisamente può essere definita la sua velocità (e viceversa) ∆x ⋅ ∆(m⋅⋅vx) = ∆x ⋅ ∆px ≥ h/4π π ∆y ⋅ ∆(m⋅⋅vy) = ∆y ⋅ ∆py ≥ h/4π π ∆z ⋅ ∆(m⋅⋅vz) = ∆z ⋅ ∆pz ≥ h/4π π h (costante di Planck)=6.63x10-34 J⋅⋅s è un numero molto piccolo p=m⋅⋅v quantità di moto 20 Il principio di indeterminazione di Heisenberg (1927) 41 L’indeterminazione è intrinseca nel processo di misura “vedere” una palla da baseball fotone - “vedere” un elettrone fotone Traiettoria indeterminata Il principio di indeterminazione di Heisenberg (1927) 42 Un fotone nel VIS ha una quantità di moto p=h/λ λ= 6.626⋅⋅10-34 J⋅⋅s /4⋅⋅10-7m = 1.66⋅⋅10-27kg⋅⋅m/s Palla da baseball: m=0.1 kg e v=100km/h p=mv= 0.1 x 1⋅⋅105/3600 kg⋅⋅m/s = = 2.8 kg⋅⋅m/s fotone pfotone <<< ppalla - fotone Elettrone: m=9.11⋅⋅10-31 kg e v=3⋅⋅106m/s p=mv= 9.11⋅⋅10-31 x 3⋅⋅106 kg⋅⋅m/s = = 2.7⋅⋅10-24 kg⋅⋅m/s pfotone confrontabile con pelettrone 21 43 Teoria quantistica e struttura atomica De Broglie elettroni hanno proprietà ondulatorie Heisenberg Traiettorie precise non sono ben definite per sistemi piccoli Abbandono dei concetti classici di traiettoria e orbita (teoria di Bohr) 44 Modello quanto-meccanico dell’atomo Meccanica quantistica: Teoria che sostituisce la meccanica classica nel caso di particelle microscopiche, tenendo conto delle loro proprietà andulatorie • Elettrone in un atomo ha enegie «quantizzate» • Non è possibile indicare l’esatta posizione di un elettrone in un atomo in un dato istante, ma solo una PROBABILITA’ che l’elettrone si trovi in una certa posizione •Si associa al moto dell’elettrone una funzione d’onda Ψ(x,y,z) Il quadrato della funzione d’onda |Ψ(x,y,z)|2 dà la probabilità di trovare l’elettrone nel punto di coordinate (x,y,z) • Le energie e le funzioni d’onda sono calcolate risolvendo un’equazione matematica (equazione di Schrödinger) 22 45 La funzione d’onda Ψ e i numeri quantici Le funzioni d’onda Ψ (funzioni matematiche), soluzioni dell’equazione di Schrödinger, sono funzione delle coordinate spaziali (x, y, z) e dipendono da tre numeri interi (n, ℓ, mℓ) che si chiamano numeri quantici Ogni funzione d’onda definita da una particolare terna di numeri quantici (n, ℓ, mℓ) è chiamata orbitale Ogni orbitale corrisponde ad un possibile stato quantico dell’elettrone 46 Orbite vs orbitali e modello di Bohr 23 I numeri quantici n: numero quantico principale • Determina le dimensioni dell’orbitale e la sua energia • Ha valori interi n= 1, 2, 3, ... ∞ • Elettroni con lo stesso n appartengono allo stesso livello (shell) ℓ: numero quantico azimutale • • • • Indica la forma dell’orbitale Influenza l’energia dell’orbitale Assume i valori ℓ = 0, 1, 2, ...n-1 Elettroni con lo stesso ℓ appartengono sottolivello (subshell) allo stesso I numeri quantici mℓ : numero quantico magnetico • Determina l’orientamento dell’orbitale all’interno di un sottolivello • NON influenza l’energia dell’orbitale • Assume valori interi compresi tra - ℓ e + ℓ • Il numero di valori ammessi di mℓ dà il numero di orbitali in un sottolivello 24 49 Numeri quantici e orbitali n =1, 2, 3… ∞ ℓ =0, 1, 2, 3 … (n-1) mℓ = - ℓ, -(ℓ -1), …0… +(ℓ -1), + ℓ 50 Forme degli orbitali Per visualizzare gli orbitali si possono usare: 1. Superficie che delimita una regione si spazio entro la quale l’elettrone ha una probabilità del 90% di essere trovatorispetto al nucleo (superficie di equiprobabilità) 2. Rappresentazione (per punti o sfumatore di colore) della distribuzione degli elettroni in un determinato istante (nuvola elettronica) 3. Probabilità di trovare l’elettrone all’interno di un guscio sferico di spessore infinitesimo posto a distanza r dal nucleo (distribuzione di probabilità radiale) 25 51 Orbitali di tipo s (ℓ=0) Gli orbitali s hanno simmetria sferica rispetto al nucleo superficie di equiprobabilità nuvola elettronica Distribuzione di probabilità radiale 52 Orbitali di tipo p (ℓ=1, ml=-1,0,+1) Gli orbitali p hanno simmetria cilindrica rispetto ad un asse e hanno una forma bilobata 2pz 2px 2py Hanno un piano (perpendicolare all’asse di simmetria) in cui la funzione d’onda si annulla 26 53 Orbitali di tipo d (ℓ=2, ml=-2,-2,0,+1,+2) 3dx2-y2 3dyz 3dxy 3dxz 3d z2 54 Osservazioni generali • All’aumentare di n l’orbitale si ingrandisce e si allontana dal nucleo • Gli s hanno simmetria sferica, gli p hanno forma bilobata, gli d hanno 4 lobi (o ciambella) • Ci sono superfici (nodi) in cui non si possono trovare elettroni (Ψ Ψ si annulla) 27 55 Shell, subshell e orbitali Livelli energetici degli orbitali atomici dell’idrogeno 56 Il valore dell’energia dipende solo da n (numero quantico principale) Ad ogni n corrisponde un determinato livello energetico (strato o guscio). Ogni guscio è individuato da una lettera maiuscola: K (n=1), L(n=2), M (n=3)… numero orbitali =n2 n2=16 n2=9 n2=4 n2=1 Orbitali che appartengono allo stesso livello energetico (es. 2s e 2p, 3s-3p e 3d) si dicono degeneri 28 57 Peculiarità degli atomi plurielettronici Il principio di esclusione di Pauli Esiste un quarto numero quantico ms: numero quantico di spin • Elettrone gira su sè stesso comportandosi come un piccolo magnete • Può girare in senso orario o antiorario • Il numero quantico di spin ha valori +1/2 o -1/2 Principio di esclusione di Pauli • Nessun orbitale atomico può contenere più di 2 elettroni • I due elettroni nello stesso orbitale atomico non possono avere lo stesso set di 4 numeri quantici (n,l,ml,ms) “Ogni elettrone ha il proprio indirizzo” 29 59 Spin elettronico – numero quantico ms Il magnetismo è il risultato macroscopico della quantizzazione dello spin elettronico Fe 30 61 Energie degli orbitali Atomi di H o idrogenoidi Energia dipende solo da n (n. quantico principale) Atomi plurielettronici •Energia dipendono sia da n (n.q. principale) che da l (n.q. secondario) • A partià di n l’energia varia nell’ordine s<p<d<f Effetti elettrostatici sulle energie degli orbitali in atomi plurielettronici • Nell’atomo di H l’energia dipende solo da n • Nei sistemi idrogenoidi l’energia dipende da n e da Z (carica nucleare) • Negli atomi plurielettronici l’energia dipende da n, Z e l En,l = - RHZeff2 n2 En =- En =- 62 RH n2 RHZ2 n2 Zeff o Z*: carica nucleare effettiva (efficace) Z* è la carica nucleare di cui risente effettivamente un elettrone di un atomo polielettronico, tenendo conto della presenza degli altri elettroni 31 Effetto di schermo degli elettroni sulla carica nucleare 63 La repulsione tra due elettroni che occupano lo stesso orbitale porta ad un aumento dell’energia E (He+) = -5250 kJ/mol E(He) = -2372 kJ/mol Gli elettroni interni (1s) schermano quelli esterni (2s) dalla forza attrattiva complessiva del nucleo, rendendo l’orbitale con 2s di energia superiore Fattori che influenzano l’energia degli orbitali 64 in atomi plurielettronici D Distribuzione di probabilità radiale Effetto di penetrazione: A parità di n (es. n=2) gli orbitali s hanno una capacità di penetrazione verso il nucleo che gli orbitali con l ≠ 0 non hanno. Quindi un elettrone in un orbitale 2s risente meno degli effetti di schermo di altri elettroni con lo stesso n. La carica efficace sentita dagli s è maggiore: Zeff(ns) > Zeff(np) > Zeff(nd) Ne segue che l’ordine delle energie è: Ens < Enp < End 2p r/a0 32 65 Principio dell’Aufbau (costruzione) Regole: In un atomo nello stato fondamentale (quello a energia più bassa) 1. Ogni elettrone che si aggiunge va ad occupare l’orbitale a più bassa energia disponibile 2. Principio di Pauli: un orbitale può essere occupato al massimo da 2 elettroni che avranno spin antiparallelo 3. Regola di Hund: il riempimento di un orbitale degenere (=stessa energia) si ha soltanto se gli altri orbitali degeneri sono già occupati da un elettrone (massima molteplicità) np ha energia minore di np Sequenza diagonale nell’ordine di riempimento degli orbitali 7 8 6 7 8 5 6 7 8 4 5 6 7 3 4 5 2 3 66 1 n+l 33 67 Configurazioni elettroniche negli atomi E’ l’elenco degli orbitali occupati da un atomo nel suo stato fondamentale (ground state) 68 Configurazioni elettroniche negli atomi 34 69 Configurazioni elettroniche negli atomi 70 Configurazioni elettroniche negli atomi 35 71 Configurazioni elettroniche negli atomi 72 Configurazioni elettroniche negli atomi 1s 36 73 Configurazioni elettroniche negli atomi 74 Configurazioni elettroniche e Tavola Periodica La configurazione elettronica di un elemento determina la posizione che esso occupa nella Tavola Periodica 37 Relazione tra il riempimento degli orbitali e la75 Tavola Periodica 76 Elettroni di valenza vs interni 38 77 Elettroni di valenza vs interni - Esempi [Kr] 4d105s25p4 78 Periodicità delle proprietà atomiche Le proprietà chimiche e fisiche degli elementi dipendono dalla loro configurazione elettronica Molte proprietà degli atomi variano gradatamente (periodicità) lungo il sistema periodico, perché gradatamente varia il numero di elettroni di valenza Proprietà periodiche: •Dimensioni degli atomi (raggi atomici) • Energia di ionizzazione • Affinità elettronica • Elettronegatività 39 79 Dimensioni atomiche • Le dimensioni di un atomo sono determinate dalla distribuzione degli elettroni attorno al nucleo (che diminuisce gradualmente con la distanza dal nucleo) • Non è possibile determinare sperimentalmente le dimensioni di una atomo isolato 80 Trends nei raggi atomici (R) R aumenta R aumenta R aumenta scendendo lungo il GRUPPO R diminuisce da sinistra a destra nel PERIODO 40 81 Raggi atomici Andamento lungo il PERIODO: andando da sin verso destra si ha un aumento della carica nucleare efficace (carica media sentita dall’elettrone in un guscio esterno dovuta a protoni + effetto di «schermo» degli altri elettroni) e quindi dell’attrazione nucleare che causa una contrazione delle dimensioni dell’orbitale ( e quindi del raggio) Andamento lungo il GRUPPO: scendendo lungo il gruppo si occupa un orbitale esterno con n (numero quantico) maggiore. Maggiore è n, più grande è l’orbitale 82 Raggi ionici 41 83 Energia di ionizzazione (EI) è la quantità di energia necessaria ad allontanare l’elettrone più esterno da un atomo in fase gassosa, formando un CATIONE M (g) + EI → M+(g) + e- 0 energia Esempio: per l’atomo Mg(g) [Ne]3s2 EI è l’energia necessaria a togliere uno dei due elettroni 3s E∞ E3,0 E2,1 E2,0 3s2 E1,0 1s2 2p6 2s2 84 Trends nelle energia di ionizzazione Aumento Aumenta lungo il periodo: perché aumenta la carica nucleare efficace (elettrone maggiormente attratto dal nucleo, serve più energia per portarlo via) Diminuisce lungo il gruppo: perché aumenta il valore di n (= aumenta il raggio atomico), gli elettroni più esterni sono più distanti (= meno legati) ed è più facile strapparli 42 85 Affinità elettronica E’ l’energia rilasciata nel seguente processo (acquisizione di un elettrone da parte di un atomo neutro): M (g) + e- → M-(g) + AE Diminuisce lungo il gruppo: n aumenta –> raggio atomico aumenta -> elettrone va ad occupare un orbitale che è più lontano dal nucleo Aumento Aumento Aumenta lungo il periodo: carica nucleare efficace aumenta -> aumenta l’attrazione del nucleo per l’elettrone aggiuntivo 86 Elettronegatività E’ la misura della capacità di un atomo (all’interno di una molecola) di attirare verso di sè gli elettroni di legame con un altro atomo F è l’elemento più elettronegativo della Tavola Periodica Elettronegatività è arbitraria (dipende dalla scala, non misurabile direttamente) ma è molto utile per descrivere la formazione di legami chimici 43 87 Aumento Trends nelle elettronegatività • Elementi con alta elettronegatività (non metalli) tendono ad attirare elettroni per formare anioni • Elementi con bassa elettronegatività (metalli) tendono a cedere elettroni per formare cationi 88 Reazioni chimiche e periodicità 44