Anno XVII - n. 15 - Bari, 4-6 Gennaio 2009 - 2ª Domenica dopo Natale - Epifania del Signore - Anno B Foglio di informazione settimanale della Parrocchia-Santuario Santa Fara. Periodico gratuito a distribuzione interna. Ha posto la sua dimora in mezzo a noi Preghiera Tu ci ami, o Padre, di un amore inaudito: così non ti è bastato manifestarti ad Israele come Colui che libera e che salva dalla schiavitù e dall'oppressione; e non ti sei neppure accontentato di rivolgere agli uomini la tua parola per ridestare la loro fedeltà all'alleanza. Giovanni fa una sublime meditazione sulla storia: questa storia che incanta e scandalizza! Giovanni la guarda dall'alto e, all'inizio di tutto, egli vede Dio nel mistero della Sua comunione di amore: "In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio". Cioè, all'inizio di tutto c'è Dio che ama, c'è Dio-Amore. Subito dopo, Giovanni guarda il mondo e riconosce che il mondo è stato creato da Dio proprio a immagine del Figlio di Dio. Che significa tutto questo? Significa che il mondo è come un "Figlio di Dio", cioè nella creazione c'è un progetto, un disegno, un'intenzione di Dio: il mondo allora ha un senso, la vita dell'uomo ha uno scopo. Quanto è consolante questa verità! Non siamo esseri sperduti nello spazio, ma figli di Dio: pensati, voluti, amati da Dio per un destino di vita eterna. Questa è la nostra visione della vita ed è questo il punto che contrappone i credenti agli atei: per l'ateo il mondo è un gioco di cause irrazionali, la vita è un sorso di anni che cadono nel vuoto; per l'ateo è facile quindi il salto nell'inutilità della vita e nel disprezzo della vita. Non è così per il credente: se è vero credente! Giovanni subito aggiunge che è difficile accogliere il progetto di Dio, cioè è difficile essere veri credenti: la fede è una vera lotta con se stessi e con il proprio orgoglio; la fede è consegnarsi a Dio, è lasciarsi condurre da Lui. • continua a pagina 3 Nella pienezza dei tempi tu hai voluto che la Sapienza eterna, la Parola creatrice, il Verbo della vita, il tuo stesso Figlio, l'Unigenito, diventasse un uomo come noi perché ognuno potesse percepire la tua vicinanza ed i tuoi doni, la tua tenerezza smisurata, la tua misericordia senza pari. Noi non potremo mai penetrare la profondità di questo mistero, noi non arriveremo mai a comprendere la dolcezza di questa verità. Ma una cosa possiamo fare, fin d'ora: abbandonarci alla tua grazia, sprofondare nell'oceano della tua bontà senza limiti, lasciando cadere ogni difesa, abbandonando ogni resistenza per lasciarci trasformare in creature nuove, illuminate dalla tua luce, percorse dalla tua stessa vita, trasfigurate dal tuo perdono, generate ad una speranza che non viene meno. (R.L.) E' difficile! Siamo forse tutti più increduli di quanto riusciamo ad ammettere. Per questo San Luca, nel suo Vangelo, riferisce un formidabile interrogativo posto da Gesù: "Quando il Figlio dell'uomo ritornerà, troverà la fede sulla terra?" (Lc 18,8). Santa Fara Pagina 2 ore : La triplice festa Epifania del Sign Si gnore Preghiera Viene per tutti il momento, Gesù, prima o poi, di mollare gli ormeggi, di lasciarsi alle spalle i percorsi di sempre, di abbandonare il tepore dei nostri rifugi e i luoghi da tempo familiari per tentare l'avventura decisiva che può trasformare la nostra vita. Anticamente, il 6 gennaio era la festività del Natale finché, nel 363, la Chiesa di Roma cominciò a celebrare la nascita del Signore il 25 dicembre. Ma l'Epifania rimase una festa solenne, perché la Chiesa continuò a celebrare la manifestazione (Epifania) del Signore sotto tre dimensioni, donde il nome di triplice festa. - La festa dei re. Principalmente la teofania o l'apparizione divina ai gentili o pagani significata simbolicamente dai re Magi: per questo viene chiamata la festa dei re. - La festa della luce del Battesimo. Inoltre, l'epifania ricordava l'ingresso del Signore nella vita pubblica mediante il Battesimo e la manifestazione del Padre e dello Spirito Santo. In continuità col battesimo di Cristo veniva chiamata la solennità dei santi lumi, perché era uno dei giorni dedicati al battesimo dei cristiani. - La festa delle nozze di Cana. Infine, veniva celebrata la manifestazione di Gesù alle nozze di Cana, quando, cambiando l'acqua in vino, cominciò il suo ministero pubblico. Non solo, ma le nozze di Cana simboleggiavano, misticamente, le nozze di Dio con l'umanità, con la Chiesa e con la singola anima cristiana nel mistero dell'Incarnazione. L'epifania, la manifestazione dell'amore a ogni uomo in cerca di Dio. In realtà il termine epifania significa, in forma più generale e precisa, l'apparizione dell'amore sotto forma umana e sensibile, come già i testi del Natale e quelli della solennità della Madre di Dio esprimono. Il Nuovo Testamento ruota intorno all'espressione del Natale giovanneo: "Noi abbiamo visto la sua gloria, quella che il Figlio unico tiene dal Padre" (Gv 1,14). L'Epifania indica il realismo inaudito dell'incarnazione dell'amore rivolto a tutti, quello stesso realismo che la Chiesa di oggi sperimenta nell'Eucaristia. In uno sguardo complessivo, ci è dato ci contemplare il disegno di amore del Padre celeste di esten- Tutto comincia con una stella, così diversa dagli altri astri, spuntata nel nostro firmamento, una stella fra tante, ma decisamente unica perché capace di condurci a te. Viene per tutti il momento, Gesù, prima o poi, di rincorrere un desiderio ardente, che brucia dentro di noi come un fuoco, per spegnere una sete che non può essere confusa con i bisogni di ogni giorno. Tutto comincia con una luce che brilla nell'oscurità e promette di guidarci al luogo dell'appuntamento con te una luce sconosciuta che induce però ad affrontare il viaggio per trovare la meta agognata. La storia dei Magi, in fondo, ci riconduce all'essenziale della fede, alle sorgenti della nostra speranza e ci fa gustare ancora una volta la gioia grandissima dell'incontro che dà senso alla nostra ricerca. (R.L.) dere la sua vita familiare a tutta l'umanità, qui indicata nella figura degli Ebrei e dei pagani, che trovano in Cristo il senso e il volto e il nome di questo mistero quale appare nella Chiesa (il senso della prima lettura, che presenta Gerusalemme, ovvero la Chiesa, come un faro di luce che riflette la luce del Re, Cristo) o sulle ginocchia della Madre, Maria, simbolo della Chiesa, con accanto Giuseppe, che i Padri interpretano come la figura del Vescovo a cui è affidata lo custodia della Chiesa e che, come Paolo, è costituito ministro di questa grazia e luce di amore. Nel Prefazio canteremo: "Oggi in Cristo luce del mondo, tu hai rivelato ai popoli il mistero Santa Fara Pagina 3 • continua da pagina 1 (Ha posto la sua dimora in mezzo a noi) E il Vangelo non dà risposta: la risposta la deve dare ciascuno di noi. Qual è la nostra risposta? Dobbiamo lasciarci illuminare e contestare da questa domanda. Giovanni continua e dice: "Cristo è la vita. Cristo è la luce degli uomini: la sua luce risplende, ma le tenebre non l'hanno accolta". Sono veloci parole, ma qui c'è in sintesi tutta la storia umana dentro la quale i protagonisti sono Dio e l'uomo. Giovanni sottolinea che l'uomo, se vuole, può mettersi contro Dio, ma, così facendo, l'uomo fa esperienza delle tenebre e della morte. Dio infatti è la vita: è possibile chiudersi a Dio, è possibile rifiutarlo, ma senza Dio si muore; senza Dio la vita diventa una condanna. Eppure spesso accade così! Quante persone si condannano al buio, alla mancanza di senso, alla mancanza di pace ... perché rifiutano di credere in Dio. L'unico serio problema della vita, infatti, è trovare la strada di Dio. Ma come incontrare Cristo oggi? E' vero che Dio si è fatto "carne" ed ha messo la sua tenda in mezzo a noi, ma dove e come è possibile rivivere l'esperienza di Betlemme? Ecco la chiara indicazione del Vangelo: "Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne per rendere testimonianza alla luce". E ancora: "Noi abbiamo contemplato la Sua gloria" (Gv 1,14). • continua da pagina 2 (Epifania del Signore: La triplice festa) della salvezza". Compito della Chiesa e del credente è quello di svelare agli altri questo mistero di globalizzazione cristiana dell'amore, presentare Cristo come il principio di riconciliazione e di ricapitolazione universale (cf. Ef 1,9-10). C'è bisogno di una speranza più grande, che permetta di preferire il bene comune di tutti al lusso di pochi e alla miseria di molti. "Questa grande speranza può essere solo Dio ... non un qualsiasi dio, ma quel Dio che possiede un volto umano" (Spe salvi, 31): il Dio che si è manifestato nel Bambino di Betlemme e nel Crocifisso-Risorto. Così la liturgia induce ogni credente a vedere nella Chiesa la Madre che ci dona sempre il volto e la bellezza di Cristo dinanzi alla quale scompare. Un amore intenso verso la propria Chiesa, quella particolare, deve nascere nel cuore dei credenti. Fuggendo la tentazione ricorrente di volere giungere a Cristo senza passare dalle braccia della Chiesa, che sembra invitata a rivestire gli abiti della sposa e della luce (prima lettura). Cristo ha chiamato alcune persone alla missione di accoglierlo per farlo conoscere agli altri; Cristo ha voluto la Chiesa, cioè noi, quasi come una culla in cui nascere continuamente per presentarsi al mondo. E' chiarissima la volontà di Gesù. Basta pensare alle parole che Egli pronunciò nel giorno di Pasqua: "Come il Padre ha mandato me, così io mando voi" (Gv 20,21). Queste parole nascondono un coraggio ... divino! La Chiesa è stata voluta da Gesù, è il luogo da Lui fissato per l'incontro con gli uomini di ogni tempo. Ma come possiamo noi far vedere il Dio di Betlemme? Come dobbiamo comportarci per essere una Betlemme vivente, una culla di Dio? Ci risponde ancora Giovanni il Battista. Egli non si stanca di dire alla gente: "Badate bene: io non sono la luce, io non sono il Salvatore. Il Salvatore è Gesù, Figlio di Dio, ed io non sono degno neppure di sciogliere i legacci dei suoi sandali". Quanta umiltà! L'umiltà è la prima condizione per accogliere Dio, perché Dio nasce sempre nella condizione di Betlemme. Liberiamoci allora dall'orgoglio, dalla presunzione, dalla malignità. Diventiamo sempre di più miti e misericordiosi per accogliere Dio nella nostra vita e presentarlo al mondo. Fra Pietro Gallone Sembrerebbe che la festa dell'Epifania sia quella dell'uomo cercatore di Dio: la festa dei Magi. Ma essa, già con il primato della stella, indica che è sempre Dio a guidare il passo e la danza dell'amore. Mentre pone la vita della comunità come memoria storica e protagonista della ricerca di ogni uomo per guidarlo, come una stella, al banchetto dell'amore, che è l'Eucaristia, dove è possibile ascoltare la Parola che si fa carne. Per questo, nella solennità dell'Epifania, la liturgia prevede il cosiddetto "Annuncio della Pasqua": l'anno liturgico, infatti, riassume l'intera parabola della storia della salvezza, al cui centro sta "il Triduo del Signore crocifisso, sepolto e risorto", dove l'amore di Dio rifulge in tutta la sua bellezza. Nel Bambino di Betlemme Dio si è rivelato nell'umiltà della forma umana, nella condizione di servo, anzi di crocifisso (cf. Fil 2,6-8). E' il paradosso cristiano. In questo paradosso è trascritta una delle strutture fondamentali del cristianesimo: Dio si manifesta ed è possibile incontrarlo nel nascondimento, nell'umiltà, nella povertà, nella stessa Passione. (I. S.) Santa Fara Pagina 4 LITURGIA DEL GIORNO 2ª Settimana del Tempo di Natale (Anno B) (4 - 10 Gennaio 2009) Liturgia delle Ore: 2° Settimana Dom 4 - Seconda Domenica dopo Natale - Anno B Il verbo si è fatto carne e ha posto la sua dimora in mezzo a noi 9.30 Pro Populo 10.45 Pro Annamaria (fam. Ciasca) Pro Domenica e Giacoma (fam. Magno) 12.00 Pro Nunzia e Michele (fam. Tosto) 18.30 Pro Maria (fam. Carofiglio) Pro Olga (fam. Delia) Lun 5 - Beato Diego G. da Cadice Il nostro Dio è grande nell’amore 7.30 Pro Stefano e Domenica 18.30 Pro Rosa ed Ettore (fam. Romano) Pro Michele (fam. De Palma) Pro Marilde e Lina (fam. Clemente) Mar 6 - Epifania del Signore Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra Arcidiocesi di Bari - Bitonto Lunedi 5 Gennaio 2009 Veglia diocesana della Pace Presieduta dall’Arcivescovo Mons. Francesco Cacucci ore 19.00 piazzetta San Pasquale raduno e avvio della marcia della pace sosta presso il dormitorio ore 20.15 Parrocchia Sant’Antonio veglia di preghiera Per contribuire alla gestione del dormito- rio durante la veglia ciascuno potrà offrire la somma corrispondente a “un digiuno” 9.30 Pro Populo 10.45 Pro Simonetta (fam.Armenise) 12.00 Pro Martina (fam. Romito) A IUTIAMO LE FAMIGLIE B ISOGNOSE Pro Peppino (fam. Abatangelo) 18.30 Pro Francesca e Nicola (fam. Labianca) Pro Marilde e Lina (fam. Clemente) Mer 7 - S. Raimondo di P. Il Padre ha dato al Figlio il regno di tutti i popoli 7.30 Pro P. Guglielmo 18.30 Pro Marilde - Trigesimo (fam. Clemente) Pro Margherita (fam. Mirabella) Pro Vincenzo e Cosimo (fam. Sarcinelli) Gio 8 - S. Severino; S. Luciano Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra 7.30 Per i sacerdoti 18.30 Pro Teresa - Trigesimo (fam. Gerico) Pro Savino e Vincenza (fam. Campanale) Pro Gaetano (fam. Piepoli) Ven 9 - S. Marcellino; S. Adriano Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra 7.30 Pro 18.30 Pro Lorenzo e Maria (fam. De Giorgi) Pro Roberto (fam. Fanelli) Sab 10 - S. Gregorio di Nissa; Sant’Aldo Bendetto il Signore che regna nella pace 7.30 Pro Padre Pietro Sarcina 18.30 Pro Enrico e Fernanda (fam. Polver) Pro Carla (fam. Garofalo) Pro Cesare (fam. Avella) Abbiamo urgente bisogno di alimenti di prima necessità (pasta, latte, biscotti, formaggio, formaggini, olio, legumi, pelati, tonno, zucchero, riso e prodotti per neonati ecc.). Grazie ancora a tutti coloro che già sono stati partecipi e che lo saranno ancora. Il Signore, apportatore di pace e serenità, ve ne renda merito. Foglio d’Informazione settimanale: “Santa Fara” Via G. N. Bellomo, 94 - Bari - Tel. / Fax: 080.561.82.36 Web: www.santafara.org - Email: [email protected] Responsabile fr. Pietro Gallone (Parroco - Rettore) fr. Emanuele Fiorella (Vice Parroco) fr. Pier Giorgio Taneburgo (Vice Parroco) È disponibile l’archivio on-line dei numeri arretrati del Foglio Santa Fara all’indirizzo internet: www.santafara.org/fogliosantafara Orario Ufficio Parrocchiale Mercoledi e Venerdi 16.30 - 18.30 Orario Sante messe: (ora Solare) dal Lunedì al Sabto ore 7.30 - 18.30 la Domenica ore 9.30 - 10.45 - 12.00 - 18.30