MALATTIA DI PARKINSON DISTURBI VESCICALI RIDOTTI IN MODO SIGNIFICATIVO DALLA RASAGILINA 21 giugno 2014 In pazienti con malattia di Parkinson (PD) precoce di grado lieve, il trattamento con rasagilina (recente inibitore delle monoaminossidasi-B [MAO-B]) determina una significativa riduzione dei disturbi vescicali. Il risultato – emerso da uno studio italiano pubblicato online su Parkinson and Related Disorders – è in linea con la comune esperienza nei pazienti PD e con i dati di letteratura di un miglioramento dei sintomi del tratto urinario inferiore (LUTS) in corso di terapia con L-dopa. «La disfunzione vescicale rappresenta uno dei più frequenti disturbi autonomici lamentati dai pazienti PD» ricordano gli autori della ricerca, effettuata in 9 strutture della Capitale e coordinata da Livia Brusa dell’Ospedale Sant’Eugenio di Roma. «Il controllo neurogeno della vescica coinvolge quasi tutti gli aspetti del sistema nervoso: corticale (corteccia cingolata anteriore, corteccia prefrontale e insula), funzione pontina, connessioni spinali tra ponte e midollo spinale sacrale, nervi periferici». «Si ritiene che la dopamina giochi un ruolo centrale nel controllo della vescica a livello centrale» proseguono Brusa e colleghi «e, nei pazienti PD, è stato acclarato che la somministrazione cronica di L-dopa migliora la capacità e il volume vescicali ai quali si attiva il riflesso minzionale, probabilmente a causa di una stimolazione combinata sia dei recettori D1 che di quelli D2». Partendo da queste basi, gli autori hanno inteso valutare gli effetti della rasagilina sui LUTS in un gruppo di pazienti con PD lieve e disturbi urologici. È stata scelta la rasagilina –spiegano – sulla base dei miglioramenti dei sintomi vescicali ottenuti dagli stessi pazienti quando trattati con l’inibitore delle MAO-B allo scopo di migliorare le performances motorie. Sono stati arruolati 20 pazienti con PD di grado lieve (punteggio Hoehn and Yahr =/<2,5). Tutti i soggetti sono stati sottoposti a una prima sessione urodinamica effettuata al mattino sotto abituale trattamento antiparkinsoniano. Inoltre è stato somministrato il questionario IPSS (International Prostate Symptoms Score). Quindi, all’usuale terapia dopaminergica è stata aggiunta una dose mattutina di rasagilina (1 mg) per i successivi 2 mesi. Alla fine di questo periodo tutti i pazienti sono stati valutati nuovamente in una seconda sessione urodinamica con IPSS. Inoltre i soggetti sono stati esaminati secondo la sezione III della scala UPDRS (Unified Parkinson’s Disease Rating Scale). Le valutazioni urodinamiche, eseguite da due urologi non a conoscenza dei farmaci ricevuti dai pazienti, sono state realizzate mediante cistometria ad acqua seguita da studio pressione flusso. La rasagilina ha determinato un significativo miglioramento delle misure del volume vescicale rispetto al basale. L’analisi post-hoc ha dimostrato un incremento significativo (p<0,001) della capacità vescicale del 16% e del primo impulso allo svuotamento (34%) mentre è diminuito in modo significativo il volume residuale (-53%). I LUTS in condizioni basali erano lievi o moderati in tutti i pazienti, in accordo con lo score IPSS (media: 12,3 +/-2,1), eppure il punteggio totale IPSS è significativamente cambiato con il trattamento con rasagilina rispetto al basale (p<0,0005). In particolare i sintomi irritativi sono significativamente diminuiti dopo l’assunzione dell’inibitore delle MAO-B mentre i sintomi ostruttivi sono rimasti immodificati. Il punteggio UPDRS (Sezione III) con rasagilina ha evidenziato la tendenza verso un miglioramento (seppure non significativo) rispetto al basale. «Pensiamo che il miglioramento della disfunzione vescicale sia dovuta a un incremento della concentrazione di dopamina nelle sinapsi cerebrali determinata da dosaggi selettivi di rasagilina» affermano gli autori. «Il meccanismo potrebbe passare attraverso l’accumulo di beta-feniletilamina nel tessuto cerebrale che a sua volta rilascia dopamina. Un trattamento cronico con inibitori delle MAO-B potrebbe cioè portare a un accumulo di beta-feniletilamina che, a sua volta, causerebbe un rilascio non eccitotossico di dopamina». «Per quanto riguarda il sito d’azione della rasagilina» proseguono Brusa e colleghi «in accordo con studi di fisiologia della funzione di svuotamento vescicale, è possibile ipotizzare che la corteccia cingolata anteriore e l’insula giochino un ruolo rilevante in quanto coinvolte nel controllo inibitorio della vescica. Pregressi studi di imaging, inoltre, hanno dimostrato una rilevante densità di recettori D1 in queste aree e un’attivazione dei recettori D1 è stata anche descritta come importante per il controllo inibitorio della vescica». «Pertanto» concludono «è ragionevole ipotizzare che la rasagilina, aumentando la concentrazione sinaptica di dopamina nell’insula e nella corteccia del cingolo, permetta al neurotrasmettitore di interagire con i recettori D1 nonostante questi ultimi mostrino una bassa affinità». Arturo Zenorini Brusa L, Musco S, Bernardi G, et al. Rasagiline effect on bladder disturbances in early mild Parkinson's disease patients. Parkinsonism Relat Disord, 2014 Apr 28. [Epub ahead of print]