la salute a km. 0

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N. 1 - 2015
SPECIALE
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LA SALUTE A KM. 0
U
Alimentazione e stile di vita del territorio
marchigiano forieri di benessere e buon vivere
n Istituto come l’Irccs Inrca, che fa della ricerca sull’invecchiamento la sua
ragion d’essere, non può non interessarsi di tutti quei fattori che favoriscono, più
o meno direttamente, una longevità attiva e,
conseguentemente, il mantenimento di un
buono stato di salute.
Oltre allo studio dei processi cellulari e molecolari legati all’avanzare dell’età, attualmente
è quanto mai doveroso non trascurare anche
altri elementi, soprattutto legati allo stile di
vita, che contribuiscono, in maniera talvolta
determinante, a contrastare gli effetti legati
all’invecchiamento.
Nella letteratura di riferimento è ormai ampiamente riconosciuta l’importanza e la molteplicità di questi fattori. L’alimentazione e
l’attività fisica sono sicuramente tra quelli più
importanti. Una corretta alimentazione e una
costante attività motoria infatti rappresentano, tra l’altro, il denominatore comune di
tutte quelle zone geografiche che vantano la
Dott.ssa Fabrizia Lattanzio, Direttore scientifico Inrca
più alta concentrazione di individui centenari
nel mondo. All’interno dell’Irccs Inrca, numerose sono le Unità Operative specializzate che
uniscono quotidianamente attività di ricerca e
assistenza, per assicurare una più accurata valutazione scientifica dei livelli di prevenzione e
cura, attraverso l’analisi dei fattori che incidono maggiormente sulla longevità attiva.
Il fil rouge di questo convegno attraverserà
proprio tutti questi fattori. Si partirà da una
riflessione sull’alimentazione e sull’attività
fisica per un invecchiamento attivo, grazie ai
contributi dei responsabili del Laboratorio di
Ricerca sull’Osteoporosi e dell’UO di Riabilitazione e Recupero Funzionale del Presidio
Ospedaliero di Fermo.
Ci concentreremo successivamente sulla dieta
mediterranea dal punto di vista degli alimenti, grazie al contributo del Prof. Leonardo Seghetti.
Concludiamo questo itinerario scientifico approfondendo il tema delle tecnologie assistive,
un ambito di ricerca in cui l’Istituto ha investito molte risorse negli ultimi anni, che oggi
il responsabile del laboratorio di Domotica ci
presenta con il progetto ChefMyself: il robot
da cucina intelligente che aiuta gli anziani a
preparare cibi sani.
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Alimentazione nella
prevenzione
delle
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malattie reumatiche
Importante
è un buon
apporto
di vitamine,
sali minerali
e proteine
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C
on il passare degli anni l’alimentazione
ha un ruolo sempre più importante per
il nostro benessere. La malnutrizione
nell’anziano è un evento molto frequente, con
carenze che riguardano soprattutto proteine,
sali minerali e vitamine.
Convinzioni errate inducono talvolta ad
escludere dalla dieta alcuni alimenti, ma è importante fornire all’organismo tutti i nutrienti
essenziali dei diversi gruppi alimentari in
modo equilibrato.
Nella terza età infatti si deve diminuire la
quantità di cibi consumati, poiché il ritmo
delle funzioni vitali rallenta, il metabolismo
diminuisce e il fabbisogno energetico è sicuramente inferiore. Ma di certo non bisogna
ridurre la qualità e la varietà. In particolare
è importante un buon apporto di vitamine
(soprattutto A, B1, B2, B12, PP, C) e di sali
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minerali (calcio, fosforo e ferro).
La quota proteica consigliata nell’anziano
è leggermente più elevata rispetto a quella
dell’età adulta, mentre è opportuno limitare
l’introduzione dei grassi per prevenire alcune
malattie tipiche dell’invecchiamento, come
osteoporosi e artrite reumatoide.
Alimentazione e osteoporosi
L’Osteoporosi è una malattia delle ossa che
si caratterizza per una diminuzione della
densità dell’osso, rendendolo fragile e maggiormente predisposto a fratture anche per
traumi minimi.
Il tessuto osseo è un tessuto vivo e dinamico.
E’ infatti continuamente deposto e riassorbito per tutta la durata della vita. Fino ai 30
anni la parte prodotta è maggiore di quella
riassorbita, dopo i 30 c’è un equilibrio delle
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due fasi, mentre dopo i 50, specie nella donna,
il bilancio si fa bruscamente negativo a causa
anche del repentino cambiamento ormonale.
Per mantenersi in salute l’osso ha bisogno di
calcio, che è contenuto in quantità significative solo in pochi alimenti, tra cui latte, yogurt,
formaggi. Se si assume una quantità sufficiente di calcio nella dieta quotidiana non si
rischia di sottrarlo alle ossa.
Alimentazione e
artrite reumatoide
La dieta mediterranea, grazie alle sue
proprietà antinfiammatorie dimostrate in
numerosi studi clinici, è particolarmente importante per il trattamento e la prevenzione
dell’artrite reumatoide, una malattia cronica
caratterizzata da infiammazione del sistema
scheletrico.
Frutta e verdura, noci e cereali: sono tutte
fonti di antiossidanti che hanno effetti
anti-infiammatori e possono essere utili per
prevenire l’artrite reumatoide.
Anche il pesce e l’olio di pesce sono protettivi
per lo sviluppo dell’artrite, a causa della
catena lunga di acidi grassi omega-3.
Un ampio studio clinico ha evidenziato che i
soggetti che consumavano molto pesce grasso
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avevano una riduzione del 20% del rischio di
sviluppare tale patologia rispetto ai soggetti
che avevano assunto pesce in quantità molto
ridotta.
Il legame tra il consumo di carne rossa e il maggior rischio di sviluppare l’artrite reumatoide
può essere attribuito invece alla sua ricca fonte
di ferro, il quale si accumula nella membrana
sinoviale e ne provoca l’infiammazione.
Pietro Scendoni e Jacopo Sollini
Laboratorio di Ricerca dell’Osteoporosi
Servizio di Reumatologia Irccs Inrca
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Più tecnologia in
cucina con
ChefMyself
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L
a cucina è l’ambiente, all’interno della
casa, dove normalmente vi è la concentrazione maggiore di dispositivi tecnologici. Al suo interno, infatti, trovano spazio
la maggior parte degli elettrodomestici di uso
comune. La cucina è quindi il laboratorio in
cui ogni giorno, più o meno consapevolmente,
applichiamo molteplici principi scientifici nel
normale svolgimento delle attività quotidiane.
È pertanto naturale che sia in cucina che trova collocazione una parte significativa delle
proposte di oggetti intelligenti (o “smart”),
progettati per aiutarci a svolgere in modo migliore le nostre attività.
ChefMyself è un sistema basato su un robot da
cucina, derivato da un prodotto commerciale,
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a cui è stata semplificata l’interfaccia d’uso.
Tramite connessione wi-fi è stato collegato
alla rete globale, secondo il moderno paradigma dell’internet delle cose, in modo che possa
essere comandato attraverso un tablet o addirittura tramite l’interfaccia di uno smart tv.
A questo strumento è stato collegato un sistema ispirato ai moderni social network, che
supporta la persona anziana nel mantenimento di corrette abitudini alimentari.
Attraverso tale software l’utente viene aiutato a preparare il proprio piano alimentare
per la settimana, scegliendo tra le ricette che
sono già presenti nel sistema o caricandone
altre proprie, o usando quelle condivise dagli
altri utenti. Il sistema è anche in grado di dare
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informazioni sui valori nutrizionali degli alimenti e dei piatti scelti, e segnala alternative
nel caso il menù scelto sia particolarmente
sbilanciato. Inoltre, aiuta nella preparazione
della lista della spesa.
Attraverso un applicativo dedicato disponibile
su cloud, i familiari che eventualmente volessero essere informati, hanno la possibilità di
accedere ai dati in modo da avere un quadro
del comportamento alimentare del loro caro.
ChefMyself unisce quindi il concetto di prevenzione alimentare alle potenzialità offerte
dalle moderne tecnologie assistive.
Ing. Lorena Rossi
Responsabile Laboratorio di Bioinformatica,
Bioingegneria e Domotica, Irccs Inrca
Attività motoria e
Fisiopatologia dell’apparato
Osteoneuromuscolare
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Negli adolescenti, così come nei
giovani adulti, l’attività fisica possiede
un valore determinante per il
raggiungimento ed il mantenimento
del picco di massa ossea
N
ella prevenzione delle patologie
dell’apparato osteo-neuro-muscolare
è indispensabile occuparsi dell’attività
motoria, dello stile di vita e dell’alimentazione.
L’OMS ha indicato la pratica costante di una
attività fisica come mezzo ottimale per la prevenzione di malattie degenerative Osteoarticolari.
L’apparato osteo-neuro-muscolare può essere
considerato come una unità funzionale motoria, costituita dalla sinergia di 3 componenti: il
sistema nervoso, il muscolo e l’osso.
La forza e la massa muscolare diminuiscono
con l’invecchiamento: di conseguenza la perdita di massa e di solidità ossea, nella popolazione in postmenopausa e in quella anziana,
può dipendere anche dalla riduzione della forza muscolare applicata alle ossa.
Autorevoli studi considerano la sedentarietà
come una delle 10 principali cause di morte o
disabilità ed il 2° fattore di rischio per la salute
dopo il fumo. L’OMS calcola che, nel mondo occidentale, il 60-80% della popolazione adulta
conduce una vita sedentaria.
Le condizioni croniche per le quali l’attività
fisica ha un effetto positivo sono numerose,
tra cui l’ osteoporosi, la sarcopenia, il diabete,
l’obesità, l’ ipertensione, le malattie cardiovascolari , i tumori e l’ aterosclerosi.
L’attività fisica, se svolta con regolarità ed efficacia durante tutto l’arco di vita, ha effetti positivi anche contro l’invecchiamento muscolo/
scheletrico. Numerosi studi hanno infatti dimostrato rapporti, statisticamente significativi, tra l’attività fisica ed un ridotto rischio di
fratture da osteoporosi. Tale attività risulta
essere determinante in età giovanile, ovvero
nel periodo in cui il tessuto osseo risponde
attivamente alle sollecitazioni ed è in grado di
determinare un incremento della densità minerale ossea.
Negli adolescenti, così come nei giovani adulti,
l’attività fisica possiede un valore determinante per il raggiungimento ed il mantenimento
del picco di massa ossea.
Ma in seguito l’esercizio fisico mantiene un
ruolo fondamentale per lo sviluppo ed il mantenimento del tessuto osseo durante tutta la
propria esistenza.
In età menopausale, l’esercizio fisico attenuerebbe la perdita di tessuto osseo che si accompagna alla riduzione del tasso di estrogeni.
Perciò, associato ad un normale livello di
estrogeni in una donna di età compresa tra 20
e 30 anni, può essere determinante nel ridurre
il rischio di osteoporosi in età avanzata. L’attività sportiva svolta durante la crescita crea
un bagaglio di conoscenze motorie formato
da abilità, capacità condizionali e coordinative: questo porta a uno sviluppo armonioso
dell’individuo, oltre che a promuovere in ogni
bambino il controllo progressivo e finalizzato
del comportamento motorio.
Altri effetti dell’esercizio fisico sul sistema
nervoso centrale sono il miglioramento dell’umore, la sensazione di benessere e un miglior
controllo dell’ansia e della depressione.
Valentina Di Donna, Dirigente Medico UO
Riabilitazione e Recupero Funzionale
Irccs Inrca Fermo
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Agricoltura 2.0: luci
ed ombre della
dieta mediterranea
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Leonardo Seghetti
Professore di Chimica e
Trasformazione degli Alimenti
Istituto Tecnico Agrario di Ascoli Piceno
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uando si parla di Agricoltura 2.0 spesso
si genera confusione. Con questa terminologia il MIPAF (Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali) intende
infatti un progetto rivolto agli imprenditori
agricoli che porta all’innovazione e semplificazione delle procedure amministrative sulle
pratiche agricole, attuando quindi uno snellimento della burocrazia.
Basti pensare che per espletare tali procedure, un’azienda agraria produce circa 25 Kg di
materiale cartaceo ogni anno, ed impegnare
almeno 100 giorni lavorativi di una persona
per seguire le pratiche, con tempi lunghi di
attuazione.
Per altri, agricoltura 2.0 sta a significare un
sistema che mira a portare l’agricoltura nelle aree urbane, attraverso l’istituzione di orti
didattici urbani, “verticali”. Il tutto per recuperare del suolo da dedicare all’agricoltura, con
una valenza anche, e soprattutto, culturale. Ad
esempio nell’agricoltura verticale si possono
utilizzare delle vasche o piscine da quattro
ad otto metri quadri per la coltivazione di vegetali, sfruttando al meglio l’acqua piovana e
l’energia luminosa su tutta la superficie di un
fabbricato.
In ogni caso la dieta mediterranea, soprattutto
nei nostri territori, è sempre presente e fondamentalmente sta a rappresentare uno “ stile di
vita”. Soprattutto a partire dal 17 novembre
2010, quando dall’UNESCO è stata dichiarata
“bene immateriale dell’umanità”. La dieta mediterranea fu teorizzata per la prima volta da
un medico nutrizionista genovese: Lorenzo Piroddi, che iniziò a correlare l’alimentazione ad
alcune malattie del ricambio, quali ad esempio
il diabete e l’obesità. Qualche anno dopo tali
osservazioni furono riprese e sviluppate da un
fisiologo americano, il Prof. Ancel Keys, ed un
nutrizionista italiano, il Prof. Flaminio Fidanza, originario del nostro territorio.
I due ricercatori ed i loro gruppi dettarono
alcuni principi fondamentali della Dieta Mediterranea, dopo il famoso studio del Seven
Country Study (o Studio delle Sette Nazioni).
Dallo studio emerse che i popoli mediterranei
avevano meno incidenza a certe patologie me-
diche, soprattutto cardio-circolatorie.
Il territorio marchigiano, insieme ad altre regioni italiane, fu coinvolto direttamente nello
studio con la cittadina di Montegiorgio ed il
suo areale. Lo studio prendeva in considerazione lo stile alimentare e di vita e le ripercussioni sulla salute e longevità, che risultava
quella più favorevole nel confronto con le altre
nazioni considerate.
La dieta mediterranea, infatti, si basa su una
alimentazione “plurifrazionata”, con uso di
prodotti locali e stagionali, soprattutto vegetali, come cereali e legumi, verdure e frutta
fresche. Tra i condimenti, preponderante è
l’olio d’oliva. Meno diffuso invece, il consumo
di carne ed insaccati. Da tutto ciò scaturisce
quella che viene definita “piramide alimentare”, che definisce per gradi i cibi basilari per
l’organismo e quelli invece da consumare con
meno frequenza.
Al giorno d’oggi si assiste ad un rapido cambiamento degli stili di vita. Seppur la dieta mediterranea sia molto seguita, i problemi che
si evidenziano per la salute sono numerosi e
riguardano in parte anche le modalità di preparazione degli alimenti.
Più corretta è
l’alimentazione
plurifrazionata
con uso
di prodotti
locali e stagionali
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