DIETA MEDITERRANEA: MITO O REALTÀ? È necessario chiarire, innanzitutto, che col termine “mediterraneo” non ci si riferisce, ovviamente, soltanto all’Italia! Mediterranei, infatti, sono il clima, il mare, l'ambiente geografico, gli usi ed i costumi sia delle regioni, che dell’Italia mediterranea fanno parte, sia dei popoli di altri Paesi (ad esempio Grecia, Spagna, i Paesi settentrionali dell'Africa, ecc.) che geograficamente si trovano in un ambiente molto simile e, soprattutto, sono bagnati dal “Mare Nostrum”. Usi e costumi, quindi, compresi “anche” quelli alimentari, basati su pietanze fatte con prodotti originari di questi luoghi, tramandatisi, di generazione in generazione, nel corso dei secoli. Un “modello” alimentare, appunto, che sulla base di quanto premesso, non è soltanto italiano e non sempre risulta familiare a tutti gli abitanti del “Bel Paese”. A tal proposito, si sente parlare spesso di dieta mediterranea, ma in cosa consiste effettivamente? È presto detto, si tratta del modello alimentare che si riconduce alle abitudini gastronomiche di qualche decina d’anni fa… L’alimentazione mediterranea di un tempo, infatti, era ricca di verdure e frutta fresca, cereali e derivati “integrali”, legumi. I condimenti, inoltre, non erano mai eccessivi mentre gran spazio avevano le spezie e l’olio extra vergine d’oliva. Un’importante caratteristica degli alimenti tipici della tradizione mediterranea è la loro adattabilità a formare il piatto unico, cioè una portata che sostituisce efficacemente ed economicamente il “primo” ed il “secondo” piatto abituale. Un classico esempio è rappresentato dalla pasta e fagioli (o con ceci, lenticchie, ecc.), ma anche le zuppe di verdura con olio extra vergine e formaggio, o la tanto amata pizza..! 1 In tutti i casi, si tratta di alimenti che danno un grosso contributo sia nell’integrare la qualità dell’apporto proteico fornito dai cereali (proteine di cereali e legumi si completano reciprocamente), sia nell’equilibrare la razione di grassi, sia nell’assicurare una quantità fisiologicamente adeguata di fibra alimentare (evitando il ricorso a costosi “integratori” venduti in farmacia!). Alimentazione mediterranea, dunque, è sinonimo di dieta vegetariana? Assolutamente no! La tradizione gastronomica dei Popoli del Mediterraneo, infatti, prevede anche alimenti di origine animale, in adeguate quantità e combinazioni. Di particolare importanza il consumo di pesce, soprattutto quello “azzurro”, per l’apporto di acidi grassi essenziali (meglio noti come “omega 3” e “omega 6”). E la carne? Non è affatto esclusa, ma consumata saltuariamente, specialmente quella bovina che viene efficacemente sostituita da quelle “alternative” quali pollo, coniglio, maiale magro, tacchino, ecc. In sintesi, il modello alimentare della nostra tradizione tende a favorire una minore assunzione di energia a parità di volume o massa alimentare ingerita: ci si sazia più facilmente introducendo meno calorie e favorendo, quindi, il mantenimento del “peso forma”. Oltre a questa peculiarità, già considerevole, vi è da dire che gli esperti dell’Istituto Nazionale della Nutrizione, al fine di formulare le Linee Guida per una sana alimentazione, hanno individuato proprio nel modello alimentare mediterraneo lo strumento per “star meglio mangiando meglio” Perché, dunque, è ritenuto così importante? Perché sembra che le più tradizionali abitudini alimentari mediterranee riducano l’incidenza delle “malattie del benessere” (obesità, diabete, arteriosclerosi, ecc.), vera piaga sociale dei giorni nostri. Tuttavia, usare il termine “dieta” appare riduttivo dato che, soprattutto in questo caso, ci troviamo di fronte ad vero e proprio “stile di vita” alla cui base c’è attività fisica quotidiana. Alcuni decenni fa, infatti, la stragrande maggioranza della popolazione praticava un lavoro manuale, si spostava per lo più a piedi o con mezzi di locomozione non motorizzati e molte delle attività giornaliere prevedevano un impegno fisico non indifferente. La vita moderna, invece, è caratterizzata da lavori fisicamente poco onerosi, ci si sposta in automobile o con altri mezzi motorizzati e la tecnologia ha notevolmente ridotto le attività manuali. 2 Il costo della vita, in termini di calorie, è diminuito non soltanto per l’impiegato sedentario o il dirigente, ma anche per il contadino: da quando ha smesso di “zappare” la terra, quegli stessi alimenti che per secoli gli avevano assicurato la sufficienza calorica si sono dimostrati ipercalorici per il nuovo stile di vita. Prevale, quindi, la sedentarietà e siamo tutti un po’ pigri! Tutto ciò a contribuito al dilagare delle “patologie della vita moderna”, tanto che la comunità medica promuove l’attività fisica per mantenere un buono stato di salute e prevenire alcune malattie connesse al sovrappeso e all’apparato cardiocircolatorio. E allora tutti in palestra… Ma per chi è impossibilitato, vuoi per mancanza di tempo libero o per motivi economici, come fare? Semplicemente sfruttare le occasioni per combattere la sedentarietà! Usare le scale anziché l’ascensore, camminare più spesso o preferire la bicicletta invece di prendere l’automobile (che a volte utilizziamo anche per qualche centinaio di metri!). Il modello mediterraneo, dunque, non appare affatto obsoleto, anzi sembrerebbe quasi che “faccia tendenza”. Vi è da dire, infine, che tale modello è considerato un patrimonio dalla lunga tradizione ma “vivo” e in continua evoluzione, poiché capace di incorporare saperi, gusti, prodotti anche diversi e “senza frontiere”. Forse è per questo che alcuni governi dell’Unione Europea (compresa l’Italia) stanno portando avanti una campagna per il suo inserimento nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco. È, quindi, ormai evidente che recuperare e rivalorizzare lo “stile mediterraneo” significa semplicemente riallacciarsi ad uno schema che ci è sempre stato familiare ed al quale possiamo tornare con particolare piacere. Non qualcosa di superato o anacronistico, ma un modello estremamente attuale! Anzi, al giorno d’oggi si presenta con ancora maggiore validità sia per le sue qualità salutistiche, sia per la sua riconosciuta adattabilità alle esigenze della vita moderna (comprese quelle di risparmio). Il tutto, senza mortificare il piacere della buona tavola..! Dott. Massimiliano RENNA 3 PRINCIPALE BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO EGIDIO DE PALMA, Sapori d’antico, Agesa, Moliterno (PZ), 2000. GIUSEPPE SANGIORGI CELLINI - ANNAMARIA TOTI, La dieta mediterranea, Giunti, Firenze 2007. LUIGI SADA, La cucina pugliese, Newton e Compton, Roma 2003. N.B. (I contenuti e la bibliografia di quest’articolo sono stati scelti e selezionati liberamente dall’autore, che si assume l’intera responsabilità, sulla fondatezza e la veridicità, di quanto ha scritto) LEADERS’ ACADEMY 4 5