Secondo test intermedio di MATEMATICA Laurea triennale in Sc. Geologiche e Sc. Naturali Facoltà di S.M.F.N. A.A. 2010/11 - 15 dic 2010 Gli esercizi sono da risolvere in modo esplicito. Nelle domande, laddove richiesto, lo studente è invitato a giustificare la risposta. È tassativamente vietato “collaborare” e anche, in questa occasione, consultare materiale didattico o utilizzare quasivoglia strumento di calcolo o comunicazione. Ricordarsi di indicare il proprio nominativo completo su OGNI foglio che si consegna. E SERCIZIO 1: R ISPOSTA : Studiare la funzione f (x) = arccos |x| |x+1| e tracciarne un grafico significativo. La funzione è definita se −1 ≤ |x|/|x + 1| ≤ 1 con x 6= −1. ovvero se |x| ≤ |x + 1| ⇔ x ≥ − 1 2 visto che la prima delle due disuguaglianze è sempre vera. In definitiva l’insieme di definizione è l’intervallo [−1/2, +∞). Osservando che |x|/|x + 1| → 1 per x → (1/2)+ e |x|/|x + 1| → 1 per x → +∞ abbiamo limx→(1/2)+ f (x) = limx→+∞ f (x) = 0 e quindi l’asse delle ascisse è anche asintoto orizzontale. La derivata si calcola osservando che, posto g(x) = x/(x + 1), si ha se x ∈ [−1/2, 0] −g(x) |x| = |x + 1| g(x) se x ≥ 0 Quindi 0 −g (x) 1 f 0 (x) = − p × 1 − g 2 (x) 0 g (x) se x ∈ [−1/2, 0] se x ≥ 0 ovvero essendo g 0 (x) = 1/(1 + x)2 , si ha f 0 (x) ≥ 0 ⇔ x ∈ [−1/2, 0], f 0 (x) ≤ 0 ⇔ x ≥ 0 Il punto x = 0 è ovviamente di massimo assoluto (con valore f (0) = π/2) ma la tangente al grafico non è orizzontale. Infatti limx→0− f 0 (x) = 1 mentre limx→0+ f 0 (x) = −1. Il grafico ha quindi un punto angoloso nell’origine. E SERCIZIO 2: domande Si consideri la funzione F : x ∈ [−1, 1] 7→ Rx −1 f (u) d u. Rispondere alle seguenti 1. È vero che se f è continua su [−1, 1] allora F è crescente? (giustificare o fornire un controesempio) 2. È vero che se f è discontinua in qualche punto di [−1, 1] allora F non è definita? (giustificare o fornire un controesempio) 1 -2 Π 2 Π 2 0 0 1 -2 Figura 1: Grafico di f (x) = arccos |x| |x+1| 3. È vero che se f (u) = cos4 (u) allora F 0 (0) = 1? R ISPOSTA : 1. F è crescente solo se f ≥ 0 perché F 0 = f . La funzione f = −x fornisce un esempio in cui F = 1/2 − x2 /2 è decrescente su [−1, 1]. 2. Dipende dalla scelta di f : F non è definita se f ha in [−1, 1] una singolarità di infinito di ordine α ≥ 1 (ad esempio 1/x), mentre è definita come integrale improprio se 0 < α < 1 (ad esempio (1/|x|)1/2 ). 3. Sì, per il teorema fondamentale del calcolo integrale, visto che cos4 (u) è continua in [−1, 1] E SERCIZIO 3: Scrivere una formula per il numero di coppie non-ordinate, con ripetizioni ammesse, che si possono formare a partire da un insieme X di n elementi. Si consideri poi il lancio simultaneo di due dadi indistinguibili; usare il risultato precedente per valutare la probabilità (a priori) dell’evento “entrambi i dadi mostrano la faccia 2”, sia quella dell’evento “i dadi mostrano faccia 2 uno e faccia 3 l’altro”. Come cambierebbe il risultato se i due dadi fossero distinguibili? R ISPOSTA : Per quanto riguarda la prima domanda, le coppie non ordinate ma senza ripetizioni non sono altro che i sottoinsiemi di X di due elementi. Il loro numero è il coefficiente binomiale n2 . Inoltre, il numero di coppie in cui la prima coordinata è uguale alla seconda è evidentemente n. Pertanto la formula cercata è n n+ . 2 Se ad esempio n = 6 (come per un dado) la formula fornisce 6 + 15 = 21. Per quanto riguarda l’esperimento proposto, se i dadi sono indistinguibili gli eventi elementari non sono equiprobabili: nel lancio si possono generano comunque 36 possibili coppie e di queste 30 sono del tipo 2 (x, y) con x 6= y. L’indistinguibilità fa sì che la probabilità della generica di esse sia 2/36. Le 6 coppie del tipo (x, x) hanno invece probabilità 1/36 ciascuna. Pertanto la probabilità del’evento {2, 2} è 1/36, quella dell’evento {2, 3} è 1/18. Se i due dadi fossero invece distinguibili (e.g. uno rosso e l’altro verde) gli eventi elementari sarebbero comunque 36 coppie ma che vanno viste come ordinate. Quindi la coppia (x, y) con x 6= y avrà ora probabilità identica a quella di qualunque altra dello stesso tipo ovvero 1/36, cioè la stessa di quelle di una coppia del tipo (x, x). Tutti questi eventi sono quindi equiprobabili e la probabilità di ciascuna coppia è 1/36. E SERCIZIO 4: Calcolare, se esiste, il limq→0+ f (q), dove f è la funzione f : q ∈ Q+ 7→ q q ∈ IR+ . R ISPOSTA : Il limite proposto si può senz’altro calcolare dato che x = 0 è punto di accumulazione + del’insieme Q su cui la funzione è definita. Per ogni q ∈ Q+ si può scrivere q q = exp(ln(q q )) = exp(q ln(q)). Per ogni successione di razionali positivi convergente a 0, il limite cercato dà luogo ad una forma indeterminata nell’esponente del tipo 0·∞. Si può risolvere la forma applicando il teorema di de l’Hôpital all’estensione continua fc : IR+ 7→ q q ∈ IR+ di f all’insieme IR+ : riscrivendo l’esponente q ln(q) nella forma ln(q)/(1/q) (che genera invece una forma del tipo ∞/∞) il rapporto delle derivate risulta essere (1/q)/(−1/q 2 ) cioè −q. Pertanto limq→0+ fc (q) = limq→0+ f (q) = e0 = 1. La forma si poteva risolvere anche confrontando le velocità con cui tendono ad infinito le due successioni ln(qn ) e 1/qn : è noto che il logaritmo è più lento rispetto a qualsiasi potenza (1/qn )α con α > 0. E SERCIZIO 5: Trovare le soluzioni, se ve ne sono, del sistema lineare A · X = Y , dove Y è il vettore colonna (matrice 3 × 1) [4, 5, 6] ed A è la matrice 3 × 3 1 2 3 A = 2 3 4 3 4 5 R ISPOSTA : Ci sono solo due equazioni indipendenti e tre incognite: col metodo di riduzione di Gauss-Jordan si riduce il sistema lineare A · X = Y nella forma equivalente x + 2y + 3z = 4 y + 2z = 3 dove x si può scegliere arbitrariamente. Le soluzioni sono y = −1 − 2x, z = 2 + x. E SERCIZIO 6: La densità della distribuzione dei pesi (in grammi) di certi aggregati molecolari contenuti in un recipiente è data dalla funzione f : IR+ 7→ IR+ esplicitata da 2 x − 1, per x ∈ [1, 3] √ f (x) = 17 − x2 , per x ∈ [3, 17] 0, per ogni altro x positivo 3 Calcolare il numero di aggregati molecolari aventi peso compreso tra 2 grammi e 4 grammi. R ISPOSTA : Il numero cercato è l’integrale di f su [2, 4]: Z 3 4 Z 2 (17 − x2 ) d x = (x − 1) d x + 3 2 E SERCIZIO 7: 38 3 Si consideri l’integrale indefinito Z 1 p dx 1 − f 2 (x) La funzione integranda non è limitata nel caso esista almeno un punto x0 nell’intervallo di integrazione di f tale che f → ±1 per x → x0 . Se questo dovesse accadere è ancora possibile dare un significato all’integrale? Dare una risposta nel caso in cui f (x) = x e l’intervallo di integrazione è (0, 1/2). R ISPOSTA : Anche se f → ±1 per x → x0 , l’integrale improprio esiste a condizione che la funzione 1 p 1 − f 2 (x) tenda ad infinito con ordine non superiore − x0 |α con α ∈ (0, 1). Dipende quindi dalla scelta √ a 1/|x di f : se si prende ad esempio f (x) = 1 − xp con p > 0 risulta f → 1 per x → 0 quale che sia p positivo. Allora si ha Z Z 1 1 p √ d dx = 2 xp 1 − f (x) e se l’intervallo di integrazione contiene x = 0, l’integrale converge se p ∈ (0, 1) mentre diverge se p ≥ 1. Se f (x) = x e l’intervallo di integrazione è (0, 1/2) l’integrale proposto non è improprio visto che la singolarità dell’integranda cade fuori dell’intervallo di integrazione! E SERCIZIO 8: Si consideri il limite Z x 2 e−ξ d ξ 1 Z x lim 2 x→1+ arccos 1 − e−ξ d ξ 1 Risolverlo, se possibile utilizzando il teorema di de l’Hôpital. Z R ISPOSTA : Poniamo f (x) = x e −x2 Z d x e g(x) = arccos 1 − 1 x e −x2 dx e costruiamo il 1 rapporto delle derivate: per il teorema fondamentale del calcolo integrale s 2 Z x 2 −x 0 e f −ξ 2 = = 1 − 1 − d ξ → 0, e −e−x2 ) ( g0 1 −v Z x !2 u u 2 t1− 1− e−ξ d ξ 1 4 se x → 1 e quindi il limite dato tende a zero. 5