Il concetto di limite in Matematica In matematica si parla di limite finito di una funzione nei casi in cui il valore di una funzione si avvicina sempre di più a un certo valore numerico. Tale valore numerico sarà detto limite della funzione . Esempio: ( ) lim x 2 − 9 = −5 x→2 si legge il limite per x che tende a 2 di (x 2 − 9 ) è uguale a − 5 Il significato dell’affermazione è che quanto più il valore di x si approssima a 2, tanto più il valore della funzione si avvicina a –5. Una serie di valori calcolati con Excel rende chiaro questo fatto: f (x ) = x 2 − 9 x 1,9 1,99 1,999 1,9999 1,99999 1,999999 1,9999999 1,99999999 1,999999999 2 -5,39 -5,0399 -5,003999 -5,00039999 -5,00004 -5,000004 -5,0000004 -5,00000004 -5,000000004 -5 x 2,1 2,01 2,001 2,0001 2,00001 2,000001 2,0000001 2,00000001 2,000000001 2 f (x ) = x 2 − 9 -4,59 -4,9599 -4,995999 -4,99959999 -4,99996 -4,999996 -4,9999996 -4,99999996 -4,999999996 -5 Nella prima tabella x tende a 2 da sinistra, nella seconda da destra. In entrambi i casi avvicinandosi a x=2 il valore f(x) della funzione si approssima sempre di più a –5. Per x=2 vale esattamente –5. Qui sotto il grafico della funzione (che è una parabola): 15y 10 5 0 -2 -1 0 -5 -10 -15 x 1 2 3 4 5 Nel grafico si vede che quando x si approssima al valore 2 il valore di y si approssima al valore –5 che è il limite della funzione. I punti sul grafico della curva vanno a terminare nel punto in rosso, che ha come coordinate x = 2 e y = -5 • x = 2 è il valore a cui tende la variabile x • y = -5 è il valore a cui tende la funzione, cioè il limite L’esempio fatto qui si riferisce alla funzione y = x 2 − 9 . Vediamo ora il caso più generale. 1 lim f ( x ) = l x → x0 si legge il limite per x che tende a x0 di f(x) è uguale a l Le considerazioni fatte prima ci danno un significato intuitivo del concetto di limite, ma non danno una definizione rigorosa. I primi a ragionare su questi concetti matematici, tra la fine del 1600 e il 1700, furono il fisico Newton e il filosofo Leibniz. Entrambi sono considerati i padri della parte della matematica detta calcolo infinitesimale, parte che comprende anche le operazioni sui limiti di funzione. Successivamente questi concetti furono ampliati da altri matematici tra il 1700 e il 1800 e la definizione attuale deriva dal loro lavoro. La definizione è la seguente (prima in simboli, poi tradotta in italiano): Si dice che xlim → x0 f (x ) = l quando: ∀ε > 0 ∃ I ( x0 ) : x ∈ I ( x0 ) ∧ x ≠ x0 → l − ε < f (x ) < l + ε traduzione: Per ogni epsilon > 0 (piccolo a piacere) esiste un intorno I di x0 tale che “x appartente a tale intorno e x diverso da x0” implica che f(x) sia compreso tra l-ε e l+ε. Praticamente incomprensibile vero? Non spaventatevi troppo però. Generazioni di studenti hanno lottato contro questi simboli, alcuni di loro sono persino riusciti a capirli. Rileggiamo con calma la “traduzione”. Essa ci dice che per quanto piccolo si possa scegliere epsilon noi potremo sempre trovare un intorno di x0 che ha questa proprietà: lse x appartiene a quell’intorno allora f(x) è vicina al limite l per una distanza minore di epsilon. Se sceglieremo epsilon più piccolo, anche gli intorni di x0 diventeranno più piccoli, ma esisteranno sempre e per i valori x in tali intorni i valori f(x) della funzione disteranno dal limite meno di epsilon. Il grafico successivo chiarisce meglio questa argomentazione. 2 y y = f(x) l +ε f(x) l l −ε x 0 − δ 1 x0 x x 0 + δ 2 Nella figura è disegnato il grafico di una funzione per la quale x lim f ( x ) = l x → x0 Il grafico si disegna coi seguenti criteri: • Disegniamo, in rosso e un po’ a caso, una parte del grafico della funzione • Dopo aver scelto ε (epsilon) fissiamo sull’asse y i valori l , l − ε e l + ε • tracciamo da essi delle linee orizzontali fino a incontrare il grafico della funzione • dai punti di incontro tracciamo delle linee verticali fino a incontrare l’asse x • i valori sull’asse x corrispondenti a l − ε e l + ε ci danno gli estremi x 0 − δ 1 e x 0 + δ 2 che definiscono l’intorno I cercato (in figura è disegnato in blu). • Prendiamo una x qualsiasi in quell’intorno e vediamo dal grafico che il valore f(x) corrispondente si trova sull’asse y compreso tra l − ε e l + ε . Questo vale per ogni x appartenente all’intorno. Se scegliessimo un altro epsilon più piccolo potremmo ripetere lo stesso procedimento grafico e troveremmo sull’asse x un intorno più piccolo, ma lo troveremmo sempre. Abbiamo così rispettato il significato della definizione di limite e tale significato comprende e completa in modo rigoroso la definizione “intuitiva” . Per ogni ε > 0 (piccolo a piacere) esiste un intorno I di x0 tale che “x appartente a tale intorno e x diverso da x0” implica che f(x) sia compreso tra l-ε e l+ε. Armati della definizione rigorosa di limite proviamo ora a DIMOSTRARE che il limite dell’esempio specifico fatto all’inizio ha proprio quel valore. Lo facciamo come esercizio nella pagina successiva. 3 Dimostrare, usando la definizione di limite, che ( ) lim x 2 − 9 = −5 x→2 ∀ε > 0 ∃ I ( x0 ) : x ∈ I ( x0 ) ∧ x ≠ x0 → l − ε < f (x ) < l + ε • Innanzitutto è meglio specificare che le disequazioni l − ε < f (x ) < l + ε sono equivalenti al f (x ) > l − ε sistema di disequazioni f ( x ) < l + ε • Si parte quindi da questo sistema e si cerca di determinare, risolvendo le relative disequazioni, un intorno di x0 in cui valga questo sistema. Visto che x tende a 2 nel nostro caso cercheremo un intorno I(2) x 2 − 9 > −5 − ε x 2 > 4 − ε f (x ) > l − ε diventa diventa → → f ( x ) < l + ε x 2 − 9 < −5 + ε x 2 < 4 + ε ( A) ( B) • Risolviamo le due disequazioni separatamente: x2 > 4 − ε (A) Le soluzioni dell’equazione associata sono x1,2 = ± 4 − ε Utilizzando il metodo della parabola si ottiene x < − 4 − ε x2 < 4 + ε (B) ∨ x > 4−ε Le soluzioni dell’equazione associata sono x1,2 = ± 4 + ε Utilizzando il metodo della parabola si ottiene − 4 + ε < x < 4 + ε • Ora dobbiamo trovare le soluzioni comuni ad (A) e (B) SOLUZIONI COMUNI − 4+ε − 4−ε 4−ε 4+ε a) b) sistema no sì no sì no La soluzione del sistema ci fornisce due intervalli: ( ) I (− 2 ) = − 4 + ε , − 4 − ε è un intorno di –2, ora non ci interessa. I (2 ) = ( ) 4 − ε , 4 + ε è invece proprio l’intorno di 2 che cercavamo. Esso esiste per ogni valo- re di ε ed ogni x di questo intorno è tale che − 5 − ε < x 2 − 9 < −5 + ε . Esempio numerico: • prendendo ε = 0,01 abbiamo che l’intorno è I = − 3,99 , − 4,01 = (− 1,997... , − 2,002...) • consideriamo x in tale intorno, ad esempio x = −1,998 ( ) • calcoliamo f ( x ) = f ( −1,998) = (− 1,998) − 9 = -5,007996 che dista da –5 di 0,007996 che è < 0,01. 2 4