Terzo liceo di Belgrado Sezione italo-serba Tesina di maturità – Latino Marco Tullio Cicerone Mentore: Candidato: Teodora Maksimović Natalija Milinković Belgrado Giugno 2014 Marco Tullio Cicerone 2 Introduzione Marco Tullio Cicerone (Marcus Tullius Cicero, 106.-43. a.C.) scrittore ed oratore latino, fu un “homo novus1” che con il suo impegno riuscì a diventare uno dei più noti statisti romani negli ultimi anni della Repubblica. Fu proclamato “pater patrie2” dopo aver represso il tentativo di evasione di Catilina. Percorse i gradini del cursus honorum3 nel più breve tempo possibile. La sua abilità e persistenza si possono notare anche quando si parla di lui come scrittore e delle sue opere letterarie. Queste sue grandi virtù non lo abbandonarano nemmeno negli ultimi anni di vita quando contro il potente Marco Antonio pronunciò una serie di orazioni, note come „Filippiche“. Anche se Cicerone è famoso più come uno dei migliori oratori di tutti i tempi, non si può mai dimenticare la sua prolifica attività letteraria, che va dalle orazioni politiche agli scritti filosofici e retorici, che nel corso di molti secoli rappresentò un esempio di bravura letteraria per gli scrittori europei. Prendendo tutto ciò in considerazione, si potrebbe dire che Cicerone fu una delle più rilevanti figure dell'antichità romana. 1 Nell'antichità romana, colui che proveniva da una famiglia in cui nessuno mai aveva rivestito alcuna carica pubblica. 2 „Padre della Patria“ era un titolo onorifico conferito nell'antica Roma. 3 Era l'ordine sequenziale degli uffici pubblici tenuti dall'aspirante politico: il tribunato militare, la questura, il tribunato plebeo, la pretura e il consolato. 3 Biografia Marco Tullio Cicerone nacque il 3 gennaio del 106 a.C. nella località Ponte Olmo, nel comune di Arpinum, 100 chilometri a sud-est di Roma. Il cognome Cicero era il soprannome di un suo noto antenato, che aveva un'escrescenza carnosa sul naso, probabilmente una verruca, che assomigliava alla forma di un cece. La famiglia di Cicerone apparteneva alla classe equestre alla quale appartenevano il padre Marco Tullio Cicerone detto il Vecchio, la madre Elvia e il fratello Quinto. Suo padre, uomo colto ma di origine sconosciuta, voleva dare ai suoi figli l’istruzione migliore e perciò la famiglia si trasferì a Roma dove all’inizio Marco e Quinto passavano tempo nelle case prestigiose e avevano i contatti con l'aristocrazia intellettuale romana. L’istruzione Cicerone si distingueva dai suoi compagni di scuola per la sua straordinaria intelligenza. Trasferitosi a Roma venne introdotto nel circolo dei migliori oratori del suo tempo. Incontrò Lucio Licinio Crasso che per Cicerone ebbe un’influenza particolare e rimase sempre modello di oratore e di statista. A Roma, guidato da un eminente giurista Quinto Muci Scevola, Cicerone ebbe occasione di istruirsi anche nella giurisprudenza. Particolarmente attratto dalla filosofia, incontrò assieme all'amico Tito Pomponio (Attico), il filosofo epicureo Fedro e nell’87. a.C. l'accademico Filone di Larissa, che esercitò su di lui un'influenza profonda. Poco tempo dopo, conobbe Diodoto, seguace dello stoicismo, che fece Cicerone il suo successore. 4 L'esordio in politica e nel foro I primi studi furono interrotti dalla "guerra sociale", nella quale partecipò anche Cicerone. Non appena finito il servizio militare, obbligatorio per chi voleva indirizzarsi verso la carriera politica, cominciò a prendere parte ai dibattiti nel Foro: nell'81 a.C. debuttò come avvocato e un anno dopo difese Sesto Roscio, accusato dagli importanti esponenti del regime sillano di aver ucciso suo padre. Vinse la causa del suo cliente ma dovette partire per l'Oriente per farsi dimenticare e per attendere che Silla perdesse il potere. Tra il 79 a.C. e il 77 a.C. compiè il viaggio in Grecia e in Asia, dove frequento gli studi di filosofia e retorica per poter profondire la sua istruzione e per migliorare la conoscenza della lingua greca. La sua permanenza ad Atene ebbe un significato particolare. Lì incontrò l'amico Attico che si era rifugiato in Grecia. Attico era poi diventato cittadino onorario di Atene e poté presentare a Cicerone alcune delle più importanti persone ateniesi del tempo, tra quali Antioco di Ascalona, primo uomo dell’Accademia di Platone. Cicerone ammirò Antioco per la sua facilità di parola, senza condividere le idee filosofiche, ben differenti da quelle di Filone, delle quali era un ammiratore appassionato. Tornato a Roma dopo la morte di Silla, Cicerone, ormai ventinovenne, iniziò la sua vera carriera politica Nel 75 a.C. diventò questore in Sicilia e nel 70 a.C. i siciliani chiesero da lui di sostenere la loro accusa di concussione contro il precedente governatore Verre. Cicerone accettò, correndo il rischio di essere abbandonato dai suoi protettori. Portò avanti le cose in tal modo, riunì testimonianze così schiaccianti, che Verre non osò neppure esporre la sua causa e se ne andò in esilio dopo un solo giorno di dibattimento. Di conseguenza Cicerone diventò un avvocato di prestigio perché a difendere Verre fu Quinto Ortensio Ortalo, considerato il più grande avvocato dell'epoca: "sconfitto", Ortensio dovette accettare il fatto che Cicerone prese il suo posto. 5 L'avanzata e il successo Edile nel 69 a.C., pretore nel 66 a.C., Cicerone ebbe successo in ogni tipo di elezioni alle quali presentò quale candidato, con una significativa maggioranza dei voti. Con lui si schierarono non tanto le famiglie nobili ma, oltre al popolo sensibilizzato dalla sua parola, le famiglie degli equiti, l'ordine equestre del quale, come sappiamo, fu egli stesso originario. Nel 63 a.C. Marco Tullio divenne finalmente console, e nel periodo della sua carica con la pronuncia di quattro orazioni (De lege agraria) si schierò con fermezza contro un progetto di redistribuzione delle terre che fu contraria agli interessi dell'aristocrazia, una legge agraria appoggiata sottobanco da Servilio Rullo. Lo stesso anno Cicerone fu incaricato di difendere l'ordine contro una pericolosa congiura guidata da L. Sergio Catilina con l'aiuto di alcuni altri nobili che speravano di ripetere, a proprio vantaggio, l'avventura di Silla: fu necessaria tutta l'energia del console (il suo collega era sospetto di simpatie a favore dei congiurati), per evitare che Roma fosse incendiata e le maggiori autorità dello Stato assassinate. Cicerone, sostenuto da un senatoconsulto, fece giustiziare i congiurati che era stato possibile arrestare. Gli altri, compreso Catilina, perirono sul campo di battaglia l'anno successivo. In quel momento, Cicerone poteva dire di aver realizzato intorno a sé l'unione di tutte le "persone oneste", gli "optimates"4, ma il trionfo non ebbe lunga durata. 4 Gli Ottimati (in latino Optimates, cioè i migliori) erano i componenti della fazione aristocratica conservatrice della tarda Repubblica romana. 6 Il declino della sua fortuna politica e il ritiro dalla scena pubblica Nel 58 a.C. i membri del primo triumvirato, Cesare, Pompeo e Crasso, accusarono Cicerone per aver fatto giustiziare, senza processo, dei cittadini. La coalizione degli "ottimati" non fu in grado di resistere alla volontà dei "triumviri" e Cicerone fu costretto in esilio in Grecia Torna tuttavia a Roma l'anno seguente e cerca di allacciare rapporti con il triumvirato. Fu questa, per lui, l'occasione di un'intensa attività oratoria: ringraziamenti ufficiali ("Oratio cum Senatui gratias egit", "Oratio cum populo"), invettive al senato contro coloro che l'avevano tradito ("In Pisonem", eccetera). Ma in una repubblica lacerata da ambizioni feroci, più che altro si dedica a scrivere le sue opere maggiori, non partecipando alla vita politica: nel 55 pubblica il "De oratore", nel 51 portò a termine il "De repubblica". Nel 51 è governatore in Cilicia. In seguito allo scoppio della guerra civile, nel 49, dopo molte esitazioni, si unì malvolentieri al partito del senato, capeggiato da Pompeo. Quando Pompeo venne sconfitto, Cicerone ottenne facilmente il perdono di Cesare. Da quel momento in poi viveva a Roma una vita tranquilla e fuori politica. Raramente andò a Senato e pronunciò solo alcune orazioni, e il suo tempo dedicò alla letteratura. Nel frattempo, nel 47 a.C. divorziò dalla moglie Terenzia e sposò Publilia. Nel 45 gli muore la figlia Tullia con cui aveva una relazione molto stretta: in uno stato di profonda angoscia, dove alle delusioni politiche si univano i dispiaceri familiari, iniziò la composizione "consolatoria" di una lunga serie di opere filosofiche della fortuna e destino umano. 7 L'effimero ritorno e la morte Nel 44 a.C., dopo la morte di Cesare, rientrò fdi nuovo nella vita politica e iniziò, inoltre, tra il 44 a.C. e il 43 a.C., a pronunciare contro Marco Antonio una serie di orazioni, note con il nome di Filippiche in quanto richiamavano quelle omonime pronunciate da Demostene contro Filippo II di Macedonia. Dopo la formazione del II triumvirato, nonostante l’opposizione di Ottaviano, Antonio decise di inserire Cicerone nelle liste di proscrizione, decretando così la sua condanna a morte. Cicerone, accortosi dell'arrivo dei suoi assassini, non tentò di difendersi, ma si rassegnò alla sua sorte, e venne decapitato al fine dellìanno 43 a.C.. Una volta ucciso, per ordine di Antonio, gli furono tagliate anche le mani (o forse soltanto la mano destra, usata per scrivere ed indicare durante i discorsi), con cui aveva scritto le Filippiche, che furono esposte in senato insieme alla testa. . 8 Opere Opere oratorie L'attività oratoria di Cicerone si intreccia inevitabilmente con le vicende politiche di Roma negli ultimi cinquanta anni di repubblica. Grazie alle sue orazioni Cicerone trovò il suo posto nella letteratura romana e resterà conociuto come uno dei migliori oratori di tutti i tempi. Scrisse più di cento orazioni, tra le quali furono salvate circa metà. Da tutte possiamo dire che le più famosi e principali orazioni furono: „Pro Roscio Amerino“: Nell'80 a.C. durante la dittatura di Lucio Silla, C. si espose accettando di difendere Sesto Roscio, accusato di parricidio da alcune potenti figure amiche del dittatore. C. dovette stare molto attento nell'accusare personaggi vicini al potente dittatore e, per non sembrare sovversivo, copriva di lodi Silla. L'orazione "Pro Roscio Amerino" ebbe successo e Sesto Roscio fu ritenuto innocente. „Verrinae“: Nel 70 i siciliani gli proposero di sostenere l'accusa nel processo contro l'ex governatore Verre, che aveva sfruttato la provincia, pensando solo ai propri interessi. Al dibattito, Cicerone non fece in tempo a esibire tutte le prove e i testimoni che aveva raccolto e organizzato (la cosiddetta "Actio prima in Verrem"): dopo solo pochi giorni, infatti, Verre fuggì dall'Italia e venne condannato. „Catilinarie“: Le più celebri orazioni consolari di Cicerone sono appunto le quattro "Catilinarie", tenute di fronte sia al senato sia al popolo, con le quali egli svelò le trame sovversive che il nobile decaduto aveva ordito. Cicerone lo costrinse a fuggire da Roma e giustificò la propria decisione di far giustiziare i suoi complici senza processo. „Orazioni cesariane“: Dopo la vittoria di Cesare, Cicerone ne ottenne il perdono: nella speranza di rendere il regime meno autoritario, cercò forme di collaborazione. 9 Le "orazioni cesariane" sono caratterizzate da un'abbondanza di elogi a Cesare la cui completa sincerità è piuttosto difficile ammettere. „Filippiche“: Dopo la morte di Cesare, per indurre il senato a dichiarare guerra ad Antonio, Cicerone pubblicò le "Filippiche". Il titolo, che risale a una definizione scherzosa dello stesso autore, intendeva sottolineare il legame ideale con i celebri discorsi di Demostene, il più grande oratore ateniese, contro le pretese all’egemonia di Filippo di Macedonia. Opere retoriche Tutto preso in considerazione si può dire che nessuno era in grado di elaborare una teoria romana dell'eloquenza, come mezzo di espressione e come strumento politico, come era Cicerone. Le prime riflessioni al riguardo risalgono già alla sua giovinezza, anche se, in quell'epoca, egli non ha ancora concepito il problema in tutta la sua ampiezza. „De inventione“: Ancora troppo vicino ai suoi maestri greci, per i quali l'eloquenza era una "tecnica" fra le altre, scrisse in gioventù un manuale scolastico, il "De inventione". „De oratore“: Nel 55, quando le circostanze lo sollecitarono a riflettere sulla reale funzione dell'eloquenza all'interno della città, compose il "De oratore", un’opera in forma dialogica, opera che, dunque, già nella struttura originale supera tutti i trattati precedenti in quel materia. „Orator“: L' "Orator", scritta nel 46 a.C., è opera più tecnica, che affronta in modo tutto particolare il problema del ritmo e dello stile nella prosa. 10 Opere politiche Le opere politiche di Cicerone nascono dal bisogno di cercare un risposta alla gravissima crisi politica e morale che Roma stava attraversando. Partendo dalle cose più urgenti, in una città in piena decomposizione politica, scrisse: "De republica": (tra il 54 e il 52). È un trattato sullo Stato, in 6 libri, il cui proposito era ispirato dal celebre dialogo di Platone. I protagonisti del „De republica“ si impegnano, tra l’altro, in un'approfondita discussione sulla giustizia del dominio romano sugli altri popoli: l’imperialismo romano è pienamente giustificato in quanto apportatore di civiltà a popolazioni di per sé incapaci di autogoverno. „De legibus“: C. tratta, dunque, del diritto razionale e naturale, e del concetto di giustizia da cui derivano le leggi: esse hanno in se stesse la ragione che vincola l’uomo al loro rispetto. L'opera, insomma, tradisce matrice e finalità sostanzialmente conservatrici e tradizionalistiche, auspica l’accrescimento dei poteri del senato, ma altresì valuta importante evitare un impatto frontale col popolo, le cui esigenze dovrebbero essere opportunamente considerate e risolte. Opere filosofiche C. si diede alla filosofia propriamente intesa soltanto dopo i 50 anni; ovvero, si dedicò alla pura speculazione e compose le sue opere filosofiche soprattutto nei 2 determinati periodi di forzato ritiro dalla scena politica: il primo risale a quando fu instaurato il triumvirato, il secondo è sotto la dittatura di Cesare. Le opere filosofiche di Cicerone dipendono, largamente dalla produzione dei pensatori greci, ma hanno un taglio profondamente originale, soprattutto per ciò che ne riguarda l’adattamento alla situazione romana. Alcune opere filosofiche sono: "Consolatio", "Accademica", "De finibus bonorum et malorum". 11 Conclusione Cicerone proviene da una famiglia agiata ma provinciale, del ceto equestre ma non nobile, eppure guadagna l'ingresso in Senato. Occupò per molti anni anche un ruolo di primaria importanza nel mondo della politica dal periodo della reppublica al principato di Ottaviano Augusto. Nel corso di molti secoli rappresentò un modello di eccelente stile letterario per gli scrittori europei. È l’autore più celebre della letteratura latina ed oltre ad essere uno straordinario testimone del suo tempo, Cicerone realizzò una sintesi della cultura romana arcaica e del pensiero filosofico greco. 12 Sitografia: http://www.treccani.it/enciclopedia/marco-tullio-cicerone_%28Dizionario-difilosofia%29/ http://www.sapere.it/enciclopedia/Cicer%C3%B3ne%2C+Marco+T%C3%B9llio+ %28106+a.+C.-+43+a.+C.%29.html http://it.wikipedia.org/wiki/Marco_Tullio_Cicerone Bibliografia: Dr. Milan Budimir, dr. Miron Flašar, „Pregled rimske književnosti“, Naučna knjiga, Beograd 1986. 13 Indice Introduzione...........................................................................................3 Biografia.................................................................................................4 L’istruzione............................................................................................4 L'esordio in politica e nel foro...............................................................5 L’avanzata e il successo.........................................................................6 Il declino della sua fortuna politica e il ritiro dalla scena pubblica........7 L'effimero ritorno e la morte..................................................................8 Opere oratorie.........................................................................................9 Opere retoriche.....................................................................................10 Opere politiche.....................................................................................11 Opere filosofiche..................................................................................11 Conclusione..........................................................................................12 Sitografia..............................................................................................13 Bibliografia..........................................................................................13 14