Cicerone - Altervista

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CAPITOLO 11
Cicerone
Marco Tullio Cicerone nacque nel 106a.C. ad Arpinio, da famiglia appartenente al ceto equestre. Insieme al
fratello Quinto fu educato a Roma, dove entrò in contatto con i più famosi oratori e giuristi del tempo. Sul finire
degli anni ottanta a.C. esordì come avvocato e pubblicò il suo primo scritto retorico ( DE INVENTIONE). Ma
dal 79 al 77 lasciò Roma per un soggiorno di studio in Grecia Tornato a Roma , Cicerone sposò Terenzia e
intraprese la carriera politica : nel 75 fu questore nella Sicilia ; nel 69 edile curule; nel 66 pretore. Nel frattempo
si era procurato grande fama come oratore soprattutto con le orazioni contro Verre. Eletto console per l’anno 63,
si oppose ai progetti di riforma agraria e soprattutto represse la congiura di catilina, facendo condannare a morte i
principali responsabili, il suo peso politico declinò di li a poco, in seguito all’alleanza politica nota come primo
triumvirato tra Cesare, Crasso e Pompeo, che egli si rifiutò di sostenere. Isolato politicamente, nel 58 dovette
prendere la via dell’esilio in seguito all’approvazione di una legge, presentata da Clodio, essa prevedeva la
condanna all’esilio per i responsabili di esecuzioni capitali a danno di cittadini romani avvenute senza appello al
popolo. Cicerone fu richiamato in Italia nel 57 per volere di Pompeo, poi prese a difendere in tribunale vari
avversari di Clodio; nel 52, quando Clodio fu ucciso in uno scontro fra le rispettive bande armate, difese senza
successo Milone dall’accusa di omicidio. Nel 51 fu inviato a governare la provincia di Cilicia e si procurò un
piccolo successo militare. Tornato a Roma,Cicerone cercò di impedire lo scoppio della guerra civile, facendosi
mediatore tra Cesare e Pompeo; di fronte al fallimento si schierò alla fine dalla parte di Pompeo e lo seguì in
Epiro. Rientrato in Italia, attese a Brindisi il perdono di Cesare e, ottenutolo, rientrò nel 47 a.C. a Roma cercò
di ritagliarsi un ruolo politico ma, di fronte al consolidarsi della dittatura di Cesare e affranto dalle disgrazie
familiari si immerse nella composizione di opere retoriche e filosofiche. Dopo la morte di Cesare tornò ad
impegnarsi nella lotta politica, pronunciando le quattordici orazioni filippiche contro Antonio. Ma quando
Antonio si accordò con Ottaviano e lepido nel secondo triumvirato, il nome di Cicerone finì nelle liste di
proscrizione e l’oratore fu ucciso dai sicari di Antonio il 7 dicembre del 43a.C. nei pressi della sua villa di
Formia.
© Federico Ferranti S.T.A.
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