Alzheimer, ecco il vaccino Verrà sperimentato all'ospedale di Baggiovara dal professor Nichell i Ci sarà anche l'ospedale di Baggiovara tra i 64 centri coinvolti, in tutto il mondo, nella sperimentazione del vaccin o contro l'Alzheimer . Collabora al progetto la Neurologia, diretta dal prof. Paolo Nichelli . SERVIZIAPAG .12 Pagina I Vaca ricoccrano in clinica 11 professor Paolo Nichelli con lo staff scientifico che lo affianca nella sperimentazion e Alzheimer, si sperimenta un farmaco come vaccin o Baggiovara, il gruppo del prof . Paolo Nichelli (Neurologia) tra i 64 al mond o che utilizza il "Gantanerumab" su persone sane ma malate potenzial i di Saverio Cioce Un primato nella ricerca medi ca per dare una svolta a una malattia devastante che colpisce 7 mila modenesi. E questo il risultato di un lungo lavoro che ha portato il Dipartimento di Neurologia dell'ospedalé d i Baggiovara a diventare un o dei quattro centri italiani ( e uno dei 64 in tutto il mondo ) dove sarà sperimentato un far maco innovativo, il Gantanerumab, per curare tempestiva mente il morbo diAlzheimer. «Si tratta di una patologia che riguarda 700 mila italiani spiega il professor Paolo Nichelli, direttore del diparti mento - Con il lavoro che svol geremo a Modena contiamo di compiere un salto di qualit à definitivo ; se finora si lavorava sui sintomi quando lo stadi o della malattia era già avanzato, ora anticipiamo i trattamenti alle primissime fasi del morbo, i cui primi sintomi cominciano a manifestarsi una decina di anni prima della malattia vera e propria. Così, anzi chè rallentare la progressione della malattia che avanza, riusciremo a ritardare di molto le prime avvisaglie della malattia, allontanandola il più possi bile e poi aggredendola con ar mi più efficaci .I tempi non sa ranno immediati . Se la ricerc a mondiale a cui partecipiam o confermerà le prime fasi positive della sperimentazione, allora la produzione e vendit a del farmaco potrebbe ragionevolmente arrivare tra 4-6 anni» . Ora bisogna lavorare sodo . Per 26 settimane dovremo iniettare sotto cute il farmaco a tre gruppi di volontari ; per due gruppi ci saranno differenti dosaggi, per un terzo solo un farmaco placebo. Ma attenzione: non si tratta di persone già malate ma sane, che in base ad esami clinici e di laboratori o sono ad alto rischio di contrar re la malattia a distanza di alcuni anni. Siamo in una fase molto delicata perchè quest a sperimentazione clinica verr à fatta su vasta scala: se i risultati confermeranno ciò che è gi à acquisito per piccoli numeri allora avremo fatto un enorm e passo avanti». La svolta nel cercare cure più incisive per 1'Alzheimer è arrivata pochi anni fa, quand o si è scoperto che i primi indica - Pagina 12 tori del morbo, che da solo rap presenta più del 60% dei casi di demenza senile, arrivano i n anticipo per colpa di alcun e scorie di una proteina che i l cervello non riesce a smaltire . Di conseguenza si forma un a guaina fatta di placche che s i depositano sui neuroni e finiscono per mandare in tilt i collegamenti del motore dell'in - telligenza e della percezion e della realtà . I ricercatori modenesi non possono permettersi il lusso d i parlare di vaccini, almeno rispetto ai parametri della comunità scientifica, ma la so stanza è quella . Per Paolo Nichelli e le sue collaboratric i (Manuela Tondelli, Annalis a Chiari e Maria Angela Molina ri) comincia la fase più dura . Sono duemila i malati di Alzheimer fra Modena e provincia, quelli meno gravi, curati e seguiti dalle strutture sanitarie . Gli altri 4-5mila sfuggono a controlli precisi perché no n esiste un'anagrafe incrociat a tra servizi sociali, sanitari e medici di famiglia. Per non parlare delle famiglie a cui di fatto vengono resti tuite le persone anziane quando le cure non fanno più effet to . A quel punto il problema vero diventa quello dell'assistenza, con persone che non sono più in grado di badare a se stesse e che si muovono in un loro mondo in cui non en tra nessuno . Come riconoscere i primi sintomi della malattia All'inizio si tratta di difetti d i memoria, ricordi ch e sbiadiscono, numeri di telefonano che si fa fatica a comporre senza consultare l'agenda e così via. Po i arrivano i vuoti di memoria, la dissociazione tra la realtà vera e quella parallela di u n mondo che esiste solo nell a mente del malato. Per questo gli specialisti di neurologia d a anni hanno messo a punto esami precisi, prelievi e risonanza magnetica, pe r capire con certezza se dietro alle prime dimenticanze dop o i 50 anni ci sono ragion i normali, fatica e stress , oppure si tratta delle avanguardie di una malatti a che arriva a colpire il 16% della popolazione . Un gruppo di anziani in un centro per la cura e l'assistenza di malati di Alzheimer Pagina 12 r, si sperimenta vaccino A A pagina 7 Pagina I Con Giorgjc, no ai d , nio.1Lan Alzheirner, speranza modenese Via alla spe ' entazione per d' vaccino . essor ichelli e la sua équipe: «Colpire il morbo pnma che si Sviluppi » di EMANUELA ZANAS SI APRE una finestra di speranza sull'Al zheimer . Parte presso la clinica neurologica dell'ospedale di Baggiovara la speri mentazione di un vaccino contro la deva stante malattia che in Italia colpisce 70 0 mila persone e che solo nella provincia d i Modena ne conta 7mila . L'obiettivo è quello di mettere a punto un farmaco i n grado di agire nella cosidetta fase prodro mica, prima cioè che la malattia si manifesti . A mettere in atto la sperimentazione è lo staff diretto dal professor Paol o Nichelli (nella foto), una equipe formata da giovani ricercatrici : Manuela Tondel Annalisa Chiari, Maria Angela Moli nari. Modena è una delle 4 città in Italia scelte per lo studio, 64 in tutto il mondo . Il farmaco, che agisce cercando di impedire che la proteina amiloide si deposit i nel cervello danneggiandone le cellule, non verrà somministrato a persone malate, bensì a pazienti ad alto rischio di sviluppare la malattia . A 'provare ' il vaccino saranno dunque persone pur no n avendo sviluppato la malattia, danno 'segnali di allarme', a partire da una liev e perdita di memoria, uno dei primi sintomi. Ma attenzione : questi segnali devo no essere contestualizz2ti in un quadro psicofisico ben preciso che verrà determi nato attraverso alcuni esami . La sperimentazione durerà 2 anni e 5 mesi . Il farmaco Gamanerumab verrà somministrato mensilmente attraverso iniezioni sottocutanee su tre gruppi di pazienti . A i primi due verrà dato il vaccino in dosag- gi differenti, al terzo un placebo essa i nessun farmaco) . Ovviamente tutti i pazienti che si sottoporranno alla sperimentazione saranno accuratamente seguit i sia per valutare i benefici che eventual i effetti collaterali . Si tratta ancora dì un a fase sperimentale anche se abbastanza avanzata . Se dovesse dare risultati incoraggianti, nell'arco di 4, 5 anni dal termine della sperimentazione, il `vaccino' po trebbe già entrare in commercio . «ArrENZIONE ai facili entusiasmi — sottolinea il professor Nichelli — non siamo di fronte alla soluzione del problema ; certamente quello che è nuovo è l'ap proccio di questa ricerca che cerca di colpire le cause dell'Alzheimer prima che l a malattia si sviluppi ; un passo in avant i molto importante» . press L.IfE 22/07/2011 E Doman " ,L'INFORMAZION i di MODENA CLINICA NEUROLOGICA La struttura di Baggiovara tra ì 64 centri coinvolti nei mond o Nuovo "vaccino" contro l'Alzheimer Anche a Modena la sperimentazione arà uno dei 64 centri mondiali di sperimentazione di quello che potrebbe rivelarsi come un rivoluzionari vaccino contro la forma più nota di demenza senile . [una nuova conferma dell'eccellenza del Dipartimento di Neurologia dell'Ospedale Sant'Agostino Estense di Baggiovara, diretto dal professor Paolo Nichelli , che e stato inserito tra i quattro centri italiani, 64 appunto in tutto il mondo, che svilupperanno uno studio per mettere a punto una cura di prevenzione a€l'Aizheimer. Una strada sino a ora mai esplorata per contrastare una malattia ch e oggi solo in Italia colpisce circa 700 mila persone . «L'obiettivo - spiega il professor Paolo Nichelli - è superare l'attuale trattamento, di tipo sintomatico, e intervenire su soggetti solo a rischio di sviluppare, la malattia . Quando si parla della ricerca che ci (Ara coinvolti, anche se impropriamente, si fa riferimento a un o studio volto a individuare un vaccino . in modo scientificamente più preciso, si voglion o mettere a punto farmaci in gra- do di agire nella cosiddetta fa se prodromi a, ossia nel pen o .do in cui il processo patologico è latente e la dotazione neu ronale del paziente ancora relativamente integra» . Lo studio non verrà effettuato su persone malate, bensì a d alto rischio di sviluppare la malattia . Complessivament e durerà 2 anni e 5 mesi e prevede la somministrazion e mensile di un farmaco attraverso iniezioni sottocutane e su tre gruppi di pazienti . «Applicando i rigorosi protocolli previsti in questi casi - spiega l'Ausl-, a un primo gruppo verranno iniettati 105 milligrammi di farmaco, a un secondo 225, mentre un terzo gruppo riceverà un placebo (ossia nessun farmaco) . In questi giorni, in particolare, è in corso la fas e di screening, ossia di recluta mento dei pazienti. Potenziali partecipanti saranno person e che già oggi sono seguite in ambulatorio . L'Alzheimer è la forma pi ù comune di demenza senile : interessa il 7% dei soggetti tra i 45 e i 65 anni e il 40% degli ultranovantenni. Pagina 1 1 AAn.LenMoG n. 'nei .:ITerimsncuiwe ; ;,b,,.raer