Compitino di Calcolo delle Probabilità Laurea Triennale in Matematica 2012/13 10 dicembre 2012 Cognome: Nome: Email: Se non è espressamente indicato il contrario, per la soluzione degli esercizi è possibile usare tutti i risultati visti a lezione (compresi quelli di cui non è stata fornita la dimostrazione). Esercizio 1. Costanza ama giocare a freccette e si cimenta in una successione di lanci. Al primo lancio ha probabilità 12 di fare centro. Per ogni lancio successivo, la probabilità di fare centro dipende dall’esito del lancio precedente: infatti, se Costanza fa centro in un lancio, acquista fiducia e al lancio seguente la probabilità di fare centro diventa 23 ; se invece non fa centro, Costanza si demoralizza e la probabilità di fare centro al lancio seguente diventa 14 . (a) Qual è la probabilità che Costanza faccia centro al secondo lancio? Se Costanza fa centro al secondo lancio, qual è la probabilità che abbia fatto centro anche al primo lancio? (b) Si calcolino, per ogni n ∈ N: • la probabilità an che Costanza faccia centro in tutti i primi n lanci; • la probabilità bn che Costanza non faccia centro in nessuno dei primi n lanci. [Sugg.: si esprima an in funzione di an−1 e, analogamente, bn in funzione di bn−1 .] (c) Detta pn la probabilità che Costanza faccia centro all’n-esimo lancio, si mostri che la successione {pn }n∈N soddisfa la seguente relazione ricorsiva: 1 5 pn−1 + , ∀n ≥ 2 . 12 4 (d) (*) Si deduca che la successione {pn }n∈N ammette limite e lo si determini. pn = Soluzione 1. (a) Sia An := “Costanza centra il bersaglio al lancio n”. Per ipotesi P(A1 ) = 1 , 2 P(An |An−1 ) = 2 , 3 P(An |Acn−1 ) = 1 , 4 ∀n ∈ N . Quindi P(A2 ) = P(A2 |A1 )P(A1 ) + P(A2 |Ac1 )P(Ac1 ) = 11 21 11 + = . 32 42 24 Per Bayes P(A1 |A2 ) = P(A2 |A1 )P(A1 ) = P(A2 ) 21 32 11 24 = 8 . 11 (b) Si ha an = P(A1 ∩ A2 ∩ . . . ∩ An ) = P(A1 ∩ A2 ∩ . . . ∩ An−1 ) · P(An | A1 ∩ A2 ∩ . . . ∩ An−1 ) = an−1 P(An | A1 ∩ A2 ∩ . . . ∩ An−1 ) . Per ipotesi la probabilità di fare centro in un lancio dipende solo dall’esito del lancio precedente, pertanto 2 P(An | A1 ∩ A2 ∩ . . . ∩ An−1 ) = P(An | An−1 ) = , 3 dunque an = 32 an−1 per n ≥ 2. Dato che a1 = P(A1 ) = 21 , si ottiene 1 2 n−1 an = . 2 3 2 Con argomenti del tutto analoghi bn = P(Ac1 ∩ Ac2 ∩ . . . ∩ Acn ) = 1 3 n−1 . 2 4 (c) Per la formula delle probabilità totali pn = P(An ) = P(An |An−1 )P(An−1 ) + P(An |Acn−1 )P(Acn−1 ) = che è esattamente la relazione cercata, essendo (d) La funzione ϕ(x) := 5 12 x + 2 3 − 1 4 = 1 2 pn−1 + (1 − pn−1 ) , 3 4 5 12 . 1 4 è continua e ha un unico punto fisso: 1 5 x+ =x ⇐⇒ x = x := ϕ(x) = x ⇐⇒ 12 4 Se la successione pn ammette limite p, passando al limite in pn = ϕ(pn−1 ) e dunque p = x = 37 . Per mostrare che il limite effettivamente esiste, successione pn è monotona decrescente. Notiamo che: 3 . 7 si ottiene p = ϕ(p) mostriamo che la • se x ≥ x allora ϕ(x) ≥ ϕ(x) = x, perché ϕ è crescente; • se x ≥ x allora ϕ(x) ≤ x, come si verifica facilmente. Dato che p1 = 12 ≥ x e pn = ϕ(pn−1 ), per induzione si ha pn ≥ x e pn ≤ pn−1 per ogni n ∈ N. (Gli argomenti precedenti sono più chiari se si analizza il grafico della funzione ϕ e la sua intersezione con la bisettrice del primo e terzo quadrante.) 3 Esercizio 2. Siano {Xn }n∈N variabili aleatorie i.i.d., definite su uno spazio di probabilità (Ω, A, P), con distribuzioni marginali Xn ∼ Gamma(2, 1), ossia con densità fXn (x) = xe−x 1(0,∞) (x). Introduciamo le variabili aleatorie S e T , definite su Ω a valori in N ∪ {+∞}, ponendo S(ω) := inf{n ∈ N : Xn (ω) ≤ 1} , T (ω) := inf{n ∈ N : Xn (ω) > 2} , con l’abituale convenzione inf ∅ := +∞. Definiamo infine per n ∈ N gli eventi An := {Xn ≤ 1} , Bn := {Xn > 2} , Cn := {1 < Xn ≤ 2} = (An ∪ Bn )c , il cui uso può facilitare la soluzione di alcuni quesiti. (a) Si determinino le probabilità α := P(An ), β := P(Bn ) e γ := P(Cn ), mostrando che non dipendono da n. (b) Qual è la distribuzione della variabile aleatoria S? [Sugg.: come sono gli eventi {An }n∈N ?] (c) Si mostri che P(T > k, S = k) = α(1 − (α + β))k−1 per ogni k ∈ N. (d) Si determinino le probabilità P(T > S) e P(S > T ). Soluzione 2. Z FXn (c) = (a) La funzione di ripartizione FXn (c) = P(Xn ≤ c) è data, per ogni c > 0, da Z c Z c c −x −x c fXn (x) dx = x e dx = −xe 0 + e−x dx = −ce−c + 1 − e−c , −∞ 0 0 quindi α = P(Xn ≤ 1) = FXn (1) = 1 − 2e−1 , β = P(Xn > 2) = 1 − FXn (2) = 1 − (1 − 3e−2 ) = 3e−2 . Infine, essendo gli eventi An e Bn disgiunti, γ = P((An ∪ Bn )c ) = 1 − P(An ∪ Bn ) = 1 − (P(An ) + P(Bn )) = 1 − (α + β) = 2e−1 − 3e−2 . (b) Gli eventi {An }n∈N sono indipendenti, perché le variabili aleatorie Xn lo sono, e hanno la stessa probailità α. Quindi S è l’istante di primo successo in una successione di prove ripetute e indipendenti con probabilità di successo α e pertanto S ∼ Ge(α). In alternativa, con un calcolo diretto, per k ∈ N pS (k) = P(S = k) = P(Ac1 ∩ Ac2 ∩ . . . ∩ Ack−1 ∩ Ak ) = (1 − α)k−1 α . (c) L’evento {T > k, S = k} coincide con C1 ∩ C2 ∩ . . . ∩ Ck−1 ∩ Ak . Essendo gli eventi che compaiono nell’intersezione indipendenti, si ottiene P(T > k, S = k) = P(C1 ) · P(C2 ) · · · P(Ck−1 ) · P(Ck ) = γ k−1 α = (1 − (α + β))k−1 α . (d) Usando la formula di disintegrazione rispetto ai valori assunti dalla variabile aleatoria S si ottiene X X X α P(T > S) = P(T > S, S = k) = P(T > k, S = k) = (1 − (α + β))k−1 α = . α+β k∈N k∈N k∈N Dato che P(T = S) = 0, si ha P(S > T ) = 1 − P(T > S) = 1 − α α+β = β α+β . 4 Esercizio 3. Siano X e Y due variabili aleatorie reali, definite sullo stesso spazio di probabilità (Ω, A, P), la cui distribuzione congiunta è assolutamente continua con densità fX,Y (x, y) = 2 e−x−y 1A (x, y) , dove A = {(x, y) ∈ R2 : 0 < x < y}. (a) Si determinino le distribuzioni marginali delle variabili aleatorie X e Y . (b) Le variabili aleatorie X e Y sono indipendenti? (c) Si calcoli il valor medio della variabile aleatoria et(X+Y ) , per ogni t ∈ R. Soluzione 3. (a) Si ha Z Z fX (x) = fX,Y (x, y) dy = 2e−x 1(0,∞) (x) R x ∞ ∞ e−y dy = 2 e−x 1(0,∞) (x) −e−y x = 2 e−2x 1(0,∞) (x) , ossia X ∼ Exp(2). Analogamente Z Z −y fY (y) = fX,Y (x, y) dx = 2e 1(0,∞) (y) R y e−x dx = 2e−y (1 − e−y )1(0,∞) (y) . 0 (b) X e Y non sono indipendenti perché la densità congiunta fX,Y (x, y) non è q.o. uguale al prodotto delle densità marginali fX (x)fY (y): infatti fX,Y (x, y) si annulla se 0 < y < x mentre fX (x)fY (y) > 0 per tali valori di (x, y), che formano un insieme aperto non vuoto e dunque di misura di Lebesgue strettamente positiva (in effetti, infinita). (c) Si ha t(X+Y ) E(e Z ) = e R2 t(x+y) Z fX,Y (x, y) dx dy = 2 e−(1−t)x−(1−t)y dx dy . A Se t ≥ 1 la funzione da integrare è ≥ 1 e pertanto E(et(X+Y ) ) ≥ Leb(A) = +∞. Se invece t < 1, con il cambio di variabili x0 := (1 − t)x e y 0 := (1 − t)y, notando che (x, y) ∈ A se e solo se (x0 , y 0 ) ∈ A, si ottiene Z Z 1 1 1 −x0 −y 0 0 0 2 e dx dy = fX,Y (x0 , y 0 )dx0 dy 0 = . E(et(X+Y ) ) = (1 − t)2 A (1 − t)2 R2 (1 − t)2