A Marino Badiale Paolo Caldiroli Sandro Coriasco Esercizi di analisi matematica Copyright © MMXII ARACNE editrice S.r.l. www.aracneeditrice.it [email protected] via Raffaele Garofalo, /A–B Roma () ---- I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell’Editore. I edizione: giugno Prefazione Raccogliamo in questo volume buona parte degli esercizi che abbiamo assegnato, negli ultimi dieci anni, alle prove scritte degli esami del corso di Analisi Matematica per il Corso di Laurea in Informatica presso l’Università di Torino. Si tratta di un testo che può essere utile per tutti gli studenti che devono preparare una prova scritta di Analisi Matematica 1, qualsiasi sia il Corso di Laurea al quale sono iscritti. I temi trattati sono quelli tipici di un primo corso di Analisi Matematica (calcolo differenziale ed integrale per funzioni di una variabile), con l’aggiunta di qualche argomento che non sempre fa parte dei programmi dei corsi del primo anno (equazioni differenziali, serie numeriche e serie di potenze, calcolo differenziale per funzioni di due variabili). Ogni capitolo contiene un breve paragrafo con richiami teorici, l’elenco dei testi degli esercizi proposti ed i corrispondenti svolgimenti. Segnaliamo che il testo di teoria seguito per le lezioni del corso di Analisi Matematica cui si riferiscono gli esercizi qui raccolti è il libro di Michiel Bertsch: Istituzioni di Matematica, Bollati Boringhieri, 1994. I nostri più sinceri ringraziamenti vanno a Francesca Alessio, Vivina Barutello, Elena Cordero, Margherita Fochi, Alessandro Morando e Gabriella Viola, che hanno collaborato con noi allo svolgimento della didattica ed alla preparazione degli esami da cui è tratto il materiale del testo. Gli Autori i ii Indice Prefazione i 1 Calcolo differenziale per funzioni di una variabile 1.1 Richiami di teoria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1.2 Esercizi di calcolo di limiti . . . . . . . . . . . . . . . . Svolgimenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1.3 Esercizi su continuità e derivabilità . . . . . . . . . . . Svolgimenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1.4 Esercizi sugli sviluppi di Taylor e sulla retta tangente . Svolgimenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 1 1 8 10 22 25 30 32 2 Grafico delle funzioni di una variabile 2.1 Richiami di teoria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.2 Esercizi sullo studio dell’andamento del grafico di una funzione Svolgimenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.3 Esercizi sulla soluzione di equazioni algebriche e trascendenti . Svolgimenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 41 . 41 . 43 . 46 . 127 . 128 3 Calcolo integrale per funzioni di una variabile 3.1 Richiami di teoria . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.2 Esercizi di calcolo di primitive e integrali definiti Svolgimenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.3 Esercizi di calcolo di integrali impropri . . . . . . Svolgimenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3.4 Esercizi sul carattere di integrali impropri . . . . Svolgimenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 139 139 144 145 149 150 155 156 4 Serie numeriche e serie di potenze 4.1 Richiami di teoria . . . . . . . . . 4.2 Esercizi sulle serie numeriche . . . Svolgimenti . . . . . . . . . . . . . 4.3 Esercizi sulle serie di potenze . . . Svolgimenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 162 162 165 167 177 179 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 Equazioni differenziali ordinarie 187 5.1 Richiami di teoria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 187 5.2 Esercizi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 190 Svolgimenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 195 iii 6 Calcolo differenziale per 6.1 Richiami di teoria . . 6.2 Esercizi . . . . . . . . Svolgimenti . . . . . . funzioni di . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . iv due . . . . . . . . . variabili 215 . . . . . . . . . . . . . . 215 . . . . . . . . . . . . . . 217 . . . . . . . . . . . . . . 222 Capitolo 1 Calcolo differenziale per funzioni di una variabile 1.1 Richiami di teoria Il calcolo dei limiti si basa principalmente sull’applicazione di alcune regole generali e sulla conoscenza di alcuni limiti fondamentali. Tecniche utili per arrivare al risultato sono la regola di de l’Hôpital, i confronti asintotici e gli sviluppi di Taylor. Regole di calcolo Per quanto riguarda il limite di somme, prodotti e quozienti valgono le seguenti regole: Supponiamo che f (x) → L e g(x) → M per x → a. Se L, M ∈ R allora: • f (x) + g(x) → L + M , • f (x)g(x) → LM , f (x) L • → purché sia M 6= 0. g(x) M Il valore a può essere un numero reale oppure ±∞. Le precedenti regole algebriche per i limiti valgono in modo analogo nel caso di successioni (ad esempio se an → L e bn → M allora an + bn → L + M per n → +∞). Se L e/o M sono infiniti, le regole precedenti si estendono sulla base delle seguenti tabelle. r + ∞ = +∞ ∀r ∈ R r − ∞ = −∞ ∀r ∈ R +∞ + ∞ = +∞ −∞ − ∞ = −∞ r =0 ±∞ ∀r ∈ R r = 0+ r · (+∞) = +∞ r · (−∞) = −∞ r · (+∞) = −∞ r · (−∞) = +∞ +∞ −∞ se r > 0 se r < 0 1 ∀r ∀r ∀r ∀r >0 >0 <0 <0 r = 0− e e e e r r r r = +∞ = +∞ = −∞ = −∞. −∞ +∞ se r > 0 se r < 0 2 M. Badiale, P. Caldiroli, S. Coriasco Nelle ultime due tabelle le frazioni nel cui denominatore compare 0+ o 0− sono da intendere nel senso seguente: 0r+ significa che si sta valutando un limite della forma f (x) lim x→a g(x) dove f (x) → r per x → a e g(x) → 0 per x → a g(x) > 0 per ogni x ∈ I, x 6= a essendo I un intorno di a contenuto nel dominio di g. Se a = +∞, per intorno di a si intende qualsiasi intervallo della forma (x0 , +∞). Analogamente, gli intorni di −∞ sono gli intervalli della forma (−∞, x0 ). Nota bene. Non sono definite le operazioni +∞ − ∞ , 0 · (±∞) , ±∞ , ±∞ 0 . 0 Quando si presenta una di queste situazioni si parla di forma indeterminata o forma di indecisione. In questi casi la valutazione del limite può essere fatta tenendo conto delle particolari funzioni coinvolte. Un altro risultato utile è il seguente teorema di confronto: • Se |f (x)| ≤ C per ogni x in un intorno di a, x 6= a, e g(x) → 0 per x → a allora f (x)g(x) → 0 per x → a. • Se f (x) ≥ C per ogni x in un intorno di a, x 6= a, e g(x) → +∞ per x → a allora f (x) + g(x) → +∞ per x → a. • Se f (x) ≤ C per ogni x in un intorno di a, x 6= a, e g(x) → −∞ per x → a allora f (x) + g(x) → −∞ per x → a. Per quanto riguarda il limite di funzioni composte vale che Se f (x) → L per x → a e g(y) → M per y → L allora g(f (x)) → M per x → a. I valori L, M e a possono essere finiti o infiniti. Nel caso di limiti di successioni, la versione corrispondente della regola sopra riportata si può formulare nel modo seguente: Se an → L per n → +∞ e g(y) → M per y → L allora g(an ) → M per n → +∞. Alcuni limiti fondamentali +∞ 1 n lim r = 0 n→+∞ non esiste se se se se r>1 r=1 |r| < 1 r ≤ −1 lim n→+∞ √ n r= 1 0 se r > 0 se r = 0 Calcolo differenziale per funzioni di una variabile +∞ a = 0b = 0 +∞ se 0 < a < 1 se 1 < a ≤ +∞ logb (+∞) = +∞ −∞ arctan(+∞) = π 2 +∞ se 0 < a < 1 0 se 1 < a ≤ +∞ +∞ se 0 < b ≤ +∞ (+∞)b = 0 se −∞ ≤ b < 0 −∞ a se 0 < b ≤ +∞ se −∞ ≤ b < 0 0 +∞ 3 se b > 1 se 0 < b < 1. = logb (0+ ) = −∞ +∞ arctan(−∞) = − se b > 1 se 0 < b < 1. π 2 Ricordiamo inoltre che non esistono i limiti di sin x e cos x per x → ±∞. Spesso però sono utili le limitazioni | sin x| ≤ 1 e | cos x| ≤ 1. Limiti notevoli lim x→0 lim x→0 ax − 1 = log a (a > 0) x 1 lim (1 + x) x = e x→0 (1 + x)α − 1 = α (α 6= 0) x x→0 1 − cos x 1 = x2 2 x→0 lim x→0 lim x→+∞ lim n→+∞ n=1 lim n→+∞ 1+ log(1 + x) =1 x lim sin x =1 x x→0 lim tan x =1 x x→0 xα = +∞ se α, b > 0, b 6= 1 logb x √ n lim x→0 lim x→+∞ lim arcsin x =1 x lim arctan x =1 x rx = +∞ se r > 1, α ∈ R xα r n = er ∀r ∈ R n lim n→+∞ n! = +∞ ∀r ∈ R rn Confronti asintotici Due funzioni f (x) e g(x) si dicono asintotiche per x → a se lim x→a f (x) = 1. In g(x) tal caso scriviamo f (x) ∼ g(x) per x → a. La precedente definizione richiede che g(x) 6= 0 (e anche f (x) 6= 0) per ogni x in un intorno di a, x 6= a. Elenchiamo le principali regole sul confronto asintotico: • f (x) ∼ g(x) per x → a se e solo se g(x) ∼ f (x) per x → a , • se f (x) ∼ g(x) e g(x) ∼ h(x) per x → a, allora f (x) ∼ h(x) per x → a , • se f (x) → L per x → a con L ∈ R, L 6= 0, allora f (x) ∼ L per x → a , 4 M. Badiale, P. Caldiroli, S. Coriasco • se f (x) ∼ g(x) per x → a allora (f (x))α ∼ (g(x))α per x → a, per ogni α; 1 1 in particolare ∼ per x → a , f (x) g(x) f1 (x) ∼ g1 (x) per x → a allora f1 (x)·f2 (x) ∼ g1 (x)·g2 (x) per x → a , f2 (x) ∼ g2 (x) f1 (x) g1 (x) f1 (x) ∼ g1 (x) per x → a allora ∼ per x → a . f2 (x) ∼ g2 (x) f2 (x) g2 (x) • se • se Invece in generale non è vero che: • se f (x) ∼ g(x) e a è una costante positiva allora af (x) ∼ ag(x) . • se f1 (x) ∼ g1 (x) e f2 (x) ∼ g2 (x) allora f1 (x) + f2 (x) ∼ g1 (x) + g2 (x). Inoltre non si può mai scrivere che f (x) ∼ 0 (perché non si può eseguire la divisione per zero). Definizione e proprietà del confronto asintotico valgono in modo analogo nel caso di successioni, scrivendo an e bn al posto di f (x) e g(x) rispettivamente e considerando sempre n → +∞ in luogo di x → a. Confronti asintotici notevoli Per x → 0 si ha che log(1 + x) ∼ x 1 − cos x ∼ x2 2 ax − 1 ∼ x log a (a > 0) sin x ∼ x arcsin x ∼ x (1 + x)α − 1 ∼ α x (α 6= 0) tan x ∼ x arctan x ∼ x Per x → +∞ si ha che rx + c xα ∼ rx se r > 1, α, c ∈ R xα + c logb x ∼ xα se α, b > 0, b 6= 1, c ∈ R Continuità Una funzione definita in un intorno I di un dato numero a ∈ R si dice continua in a se lim f (x) = f (a). x→a √ Le funzioni elementari xn (n ∈ N), n x, xα (α ∈ R), ax , log x, sin x, cos x, arcsin x, arccos x e arctan x sono continue in ogni punto del loro dominio. Ogni funzione che sia combinazione delle suddette funzioni elementari risulta continua sul proprio dominio. Generalmente il problema di stabilire se una funzione f è continua in un dato punto a del proprio dominio si presenta quando: Calcolo differenziale per funzioni di una variabile 5 (1) l’espressione generale di f (x) non è significativa per x = a e il valore della funzione in a è assegnato “a parte”: f˜(x) per x ∈ I, x 6= a f (x) = ` per x = a (2) f è definita “a tratti”, con espressioni diverse, prima e dopo il valore a: f1 (x) per x ∈ I, x ≤ a f1 (x) per x ∈ I, x < a f (x) = o f (x) = f2 (x) per x ∈ I, x > a f2 (x) per x ∈ I, x ≥ a f1 (x) per x ∈ I, x < a oppure f (x) = f2 (x) per x ∈ I, x > a ` per x = a. In entrambi i casi, generalmente per verificare se f è continua in a si usa la definizione. In particolare: • Nel caso (1) si calcola lim f˜(x). x→a Si ha che f è continua in a se e solo se tale limite esiste, finito e coincide con `. • Nel caso (2) si calcolano lim f1 (x) x→a− e lim f2 (x). x→a+ Si ha che f è continua in a se e solo se tali limiti esistono, sono finiti, tra loro uguali e coincidono con il valore f (a). Classificazione di un punto di discontinuità Dati un punto a ∈ R e una funzione f definita in un intorno I di a, supponiamo che f non sia continua in a. Il punto a si dice: • discontinuità eliminabile se esiste finito lim f (x) = ` ma ` 6= f (a); x→a • discontinuità di prima specie o salto se esistono finiti i limiti `− = lim− f (x) e `+ = lim+ f (x) ma `− 6= `+ ; x→a x→a • discontinuità di seconda specie in tutti gli altri casi. Attenzione: questa classificazione è adottata nella gran parte dei testi e manuali, ma non da tutti. Alcuni autori usano espressioni leggermente differenti. Derivabilità e retta tangente al grafico Dato un valore x0 ∈ R, una funzione f definita in un intorno di x0 si dice f (x) − f (x0 ) derivabile in x0 se esiste finito lim . In tal caso, tale limite si x→x0 x − x0 0 chiama derivata di f in x0 e si denota f (x0 ). Se f è derivabile in x0 , è possibile costruire la retta tangente al grafico di f nel punto (x0 , f (x0 )) e tale retta è individuata dall’equazione y = f (x0 )+f 0 (x0 )(x− x0 ). 6 M. Badiale, P. Caldiroli, S. Coriasco Derivate elementari e regole di derivazione Il calcolo della derivata di una funzione espressa come combinazione di funzioni elementari si effettua applicando le seguenti regole di derivazione (αf + βg)0 (x) = αf 0 (x) + βg 0 (x) (f g)0 (x) = f 0 (x)g(x) + f (x)g 0 (x) 0 f f 0 (x)g(x) − f (x)g 0 (x) (x) = g g(x)2 (f ◦ g)0 (x) = f 0 (g(x))g 0 (x) essendo (f ◦ g)(x) = f (g(x)) e ricordando le derivate delle funzioni elementari: f (x) f 0 (x) f (x) f 0 (x) xα αxα−1 cos x sin x ax ax log a arcsin x log x 1 x arccos x sin x cos x arctan x 1 1 − x2 1 −√ 1 − x2 1 1 + x2 √ Regola di de l’Hôpital Si vuole calcolare un limite della forma lim x→a f (x) g(x) e si presenta una forma indeterminata del tipo 00 . In un caso del genere può essere utile applicare la seguente regola. Supponiamo che f e g siano derivabili in un intorno I di a, con g 0 (x) 6= 0 per ogni x ∈ I, x 6= a. f (x) → 0 e g(x) → 0 per x → a f (x) f 0 (x) Se allora lim = lim 0 . f 0 (x) x→a x→a esiste lim g0 (x) (finito o infinito) g(x) g (x) x→a Il valore a può essere finito o infinito. Inoltre la regola precedente si applica anche nel caso di forme indeterminate del tipo ∞ ∞ , cioè quando f (x) → ±∞ e g(x) → ±∞ per x → a. Polinomi di Taylor, sviluppi di Taylor con resto secondo Peano Dati un valore x0 ∈ R e una funzione f definita in un intorno di x0 e derivabile n volte in x0 , si chiama polinomio di Taylor di f di ordine n con punto base x0 Calcolo differenziale per funzioni di una variabile 7 il polinomio Pn (x) = f (x0 ) + f 0 (x0 )(x − x0 ) + ... + n X f (n) (x0 ) f (k) (x0 ) (x − x0 )n = (x − x0 )k n! k! k=0 (k) dove f (x0 ) denota la derivata k-esima di f calcolata in x0 (se k = 0 si intende f (0) (x0 ) = f (x0 )). Si chiama sviluppo di Taylor di f all’ordine n con punto base x0 l’espressione f (x) = f (x0 ) + f 0 (x0 )(x − x0 ) + ... + | {z Pn (x) f (n) (x0 ) (x − x0 )n + o((x − x0 )n ) n! } per x → x0 dove o ((x − x0 )n ) è il resto secondo Peano. La scrittura g(x) = o ((x − x0 )n ) si legge “o piccolo di (x − x0 )n ” e sta a significare che g(x) è una funzione che g(x) tende a zero più rapidamente di (x − x0 )n cioè → 0 per x → x0 . Nel (x − x0 )n caso in cui x0 = 0, gli sviluppi di Taylor in x0 si chiamano anche sviluppi di McLaurin. Sviluppi di McLaurin di alcune funzioni elementari 1 = 1 + x + x2 + ... + xn + o(xn ) 1−x x2 xn ex = 1 + x + + ... + + o(xn ) 2! n! x3 x5 x2n+1 sin x = x − + + ... + (−1)n + o(x2n+2 ) 3! 5! (2n + 1)! x2 x4 x2n cos x = 1 − + + ... + (−1)n + o(x2n+1 ) 2! 4! (2n)! x x xn log(1 + x) = x − + + ... + (−1)n+1 + o(xn ) 2 3 n α(α − 1) 2 α(α − 1)...(α − n + 1) n (1 + x)α = 1 + αx + x + ... + x + o(xn ) 2! n! Attenzione: i precedenti sviluppi valgono tutti solo per x → 0. Principali regole per il simbolo di “o piccolo” f (x) → 0 per x → 0. xn In particolare, se n = 0 allora xn = 1 e dunque scrivere f (x) = o(1) per x → 0 significa che f (x) → 0 per x → 0. Le seguenti proprietà valgono per x → 0: Per definizione abbiamo che f (x) = o(xn ) per x → 0 se • o(αxn ) = αo(xn ) = o(xn ), per ogni α 6= 0. • o(xn ) + o(xm ) = o(xn ) se n ≤ m. • o(xn )o(xm ) = o(xn+m ). • xn o(xm ) = o(xn+m ). In particolare o(xn ) = xn o(1). 8 M. Badiale, P. Caldiroli, S. Coriasco m • [o(xn )] = o(xnm ). • o (o(xn )) = o(xn ). • o (xn + o(xn )) = o(xn ). 1.2 Esercizi di calcolo di limiti Calcolare i seguenti limiti: √ √ n2 + 1 − n2 − 1 1.1. lim . n→+∞ n 1.2. lim x→0 sin x − x cos x . x sin x 2 ex − cos x 1.3. lim . x→0 x2 n n−4 1.4. lim . n→+∞ n−1 1.5. lim n→+∞ 1.6. lim x→0 1.7. sin(αn ) per α = 12 , 1, 2. αn (sin x − x)2 . 1 − cos(x3 ) lim n→+∞ (2n − n2 )4 . (4n − n4 )2 1 1.8. lim x→0 1.9. 1 − (cos x) 3 . x3 + x2 lim n→+∞ 1.10. lim± x→2 1.11. 1.12. πx x+1 2x sin x→−∞ . lim n2 log(1 − 2−n ). n→+∞ x→0 1.15. ex−2 − 1 . sin |x − 2| lim 1.13. lim 1.14. n − log(n + en ) . n − log(2n + en ) sin x − arctan x . x3 lim n→+∞ lim n→+∞ √ n4 sin n . + n3 − n2 log (n2 + n) − log n2 . 2 sin n Calcolo differenziale per funzioni di una variabile 1.16. 1.17. 1.18. 1.19. 9 lim [(n + 1)n − nn+1 ]. n→+∞ π lim x arctg x − . x→±∞ 2 lim x3 sin 4−x . x→+∞ lim n→+∞ log[3n + cos(3n )] . n x2 + ecos x . x2 − cos x 1 1.21. lim x4 log 1 + 2 − x2 . x→−∞ x 1.20. 1.22. 1.23. lim x→+∞ lim log(1 + 2n ) . e2+log n lim ex . log(ex2 + 2x) n→+∞ x→+∞ ex (1 − sin x) 2 . x − π2 1.24. limπ x→ 2 1 1.25. lim n→+∞ en − 1 . log(n + 1) − log n 1.26. lim 2x2 . 3 + x sin x − 3 cos x 1.27. lim x2 − 1 − 2 log x . x3 − 1 − 3 log x 1.28. lim 2x − sin 2x . x3 1.29. lim x − ex + 1 . x(ex − 1) x→0 x→1 x→0 x→0 1.30. lim [log(n3 + sin n) − 3 log n]. n→+∞ 2 1.31. lim+ x→1 1.32. 1.33. ex −1 − 1 . (log x)3/2 lim n→+∞ log(3n + n3 ) √ . n2 + 1 q p log(n2 + n) + sin2 n − log n2 + 1 lim 2 + sin n n→+∞ 1.34. lim x→0 sin x − tg x log(x + 1) − x + x2 2 . . 10 M. Badiale, P. Caldiroli, S. Coriasco 1 1.35. lim n→+∞ e n2 − 1 . log(n7 + n5 ) − 7 log n x(1 − x) − e−x sin x . x→0 x3 2 1.37. lim (log x) log 1 + . x→+∞ x 1.36. lim 1.38. 1 lim [log(en + 1)] · log 1 + . n→+∞ n Svolgimenti 1.1. √ eliminare l’indeterminazione usiamo la formula del binomio nella forma √ Per √ e troviamo a − b = √a−b a+ b √ lim n→+∞ n2 + 1 − n √ n2 − 1 = = lim n→+∞ lim n→+∞ n2 + 1 − n2 + 1 1 √ √ 2 n n + 1 + n2 − 1 2 √ √ = 0. 2 n( n + 1 + n2 − 1) 0 1.2. Il limite si presenta nella forma indeterminata e il teorema di de L’Hôpital 0 è applicabile. Con una duplice applicazione del medesimo teorema, si ottiene lim x→0 sin x − x cos x x sin x = = cos x − cos x + x sin x sin x + x cos x sin x + x cos x lim = 0. x→0 cos x + cos x − x sin x lim x→0 In alternativa, è possibile utilizzare gli sviluppi di McLaurin di sin x e cos x: lim x→0 sin x − x cos x x sin x x3 x2 + o(x4 ) − x 1 − + o(x3 ) 6 2 lim x→0 x3 x x− + o(x4 ) 6 3 3 x x x− −x+ + o(x4 ) 6 2 lim x→0 x2 + o(x3 ) 3 x + o(x4 ) lim 32 = 0. x→0 x + o(x3 ) x− = = = 1.3. È possibile procedere con varie tecniche. Se si utilizzano gli sviluppi di Taylor dell’esponenziale e del coseno, è sufficiente considerare solo i primi due Calcolo differenziale per funzioni di una variabile termini, cioè et = 1 + t + o(t) e cos t = 1 − 11 1 2 t + o(t3 ), ottenendo: 2 1 + x2 + o(x2 ) − 1 + 2 ex − cos x lim x→0 x2 = lim x2 + o(x3 ) 2 x2 x→0 3 2 x + o(x2 ) 2 lim x→0 x2 3 o(x2 ) 3 lim + = . x→0 2 x2 2 = = Utilizzando i limiti notevoli, si può effettuare il calcolo nel modo seguente ! 2 2 ex − cos x ex − 1 1 − cos x 1 3 lim = lim + =1+ = . x→0 x→0 x2 x2 x2 2 2 0 , si può utilizzare anche 0 il teorema di de L’Hôpital (svolgere il calcolo per esercizio). Siccome il limite si presenta nella forma indeterminata 1.4. Per eliminare l’indeterminazione si può moltiplicare e dividere per n all’interno delle parentesi ed usare il limite notevole x n lim 1+ = ex . n→+∞ n In questo modo si trova che " #n n n 1 − n4 1− n−4 n lim = lim = lim 1 n→+∞ n→+∞ n 1 − n→+∞ 1 − n−1 n lim n→+∞ n−4 n−1 n = lim n→+∞ n−4 n n n−1 4 n n 1 n n n = lim n→+∞ = e−4 = e−3 . e−1 1− 1− 4 n n 1 n n −4 = e = e−3 . e−1 In alternativa possiamo valutare il limite di funzione x x−4 lim . x→+∞ x−1 x x−4 = ex log( x−1 ) e calcolare Per calcolare quest’ultimo possiamo scrivere x−4 x−1 lim x log x→+∞ x−4 x−1 log = lim x→+∞ x−4 x−1 1 x . 0 Per eliminare l’indeterminazione di tipo in cui si presenta il limite possiamo 0 applicare il teorema di de L’Hôpital. Si ottiene x−1 3 log x−4 x−1 x−1 x2 x−4 (x−4)2 lim = lim = −3 lim = −3. 1 −1 x→+∞ x→+∞ x→+∞ x − 4 (x − 4)2 x x2