Il ritorno alle origini di Lenny Last Night, il nuovo cd di Moby Davide Van De Sfroos Presenta PICA! Aspettando il Festival di Sanremo Finalmente è arrivato un nuovo ricco numero di Andergraund, e, nonostante non stia uscendo moltissimo materiale, noi ci siamo fatti in quattro per proporvi gli argomenti più interessanti che siamo riusciti a scovare. Anche Anderview questo mese non ci sarà, per problemi tecnici non siamo riusciti a pubblicare l’intervista che avevamo programmato, ma non temete, torneremo dal prossimo numero con delle belle sorprese... Anzi ne approfitto per rivolgermi, lo abbiamo già fatto nei giorni scorsi tramite Myspace e la risposta è stata ottima, a tutte le band, famose o meno famose, che vo- gliono farsi conoscere: contattateci, tramite Myspace o al nostro indirizzo [email protected], pian piano vi contatteremo tutti! In compenso questo mese abbiamo un’interessantissima Anderview plus, con Davide Van De Sfroos, noto cantautore del lago di Como, che avevamo già avuto il piacere di intervistare qualche mese fa e che oggi ci presenta la sua ultima fatica “Pica!”, album che, udite udite, ha scalato le vette della classifica italiana fino al quarto posto! Che risultato per un’artista che canta in una lingua parlata da poche decine di migliaia di persone! E poi Elio e le Storie tese e il loro nuovissimo lavoro “Studentessi”, che si preannuncia un grosso successo di vendite. E i Morcheeba, Lenny Kravitz e Moby. Non mancheranno poi le nostre consuete rubriche. Quindi non vi resta che rimanere incollati anche a questo nuovo di Andergraund e ci rivediamo il prossimo mese con un numero quasi interamente dedicato, indovinate un po’... Al festival di Sanremo. Quindi tutti qui tra circa trenta giorni! Ciao e Buona lettura. Ah, dimenticavamo. Il forum finalmente è attivo e funzionante. Scrivete, esprimete il vostro parere su tutto quello che volete, commentate il festival... Insomma, lasciate una traccia del vostro passaggio! Alla prossima! Anno 2 - numero 18 Direttore generale Roberto Virgilio Responsabile musica Mr Bugs! [email protected] Responsabile spettacoli Dj HnF [email protected] Responsabile rubriche sir3n3tta [email protected] Redazione: Chef Mene Valeriano Betty Don Lolò Ha collaborato lo staff di: Si ringrazia per l’estrema disponibilità: Davide Van De Sfroos Web editor Valeriano Redazione [email protected] Manoscritti, anche se non pubblicati, non saranno restituiti. E’ vietata la riproduzione anche parziale di testi e foto. News............................................... pag 6 Tutte le ultime novità dal pianeta musica Studentessi.................................... pag 10 La nuova fatica di Elio e le Storie Tese Love Revolution............................ pag 16 Il ritorno al rock di Kravitz Anderview Plus.............................. pag 22 Davide Van De Sfroos ci racconta Pica! Last Night..................................... pag 28 Il Newyorkese Moby ci riprova Ritorniamo in due......................... pag 32 La nuova avventura musicale dei Morcheeba Storia della dance.......................... pag 36 Una nuova avvincente puntata: i primi anni 90 Classifiche..................................... pag 38 I dischi più venduti nelle ultime settimane Recensioni..................................... pag 40 Le ultime uscite discografiche ascoltate per voi Testo del mese.............................. pag 44 Le parole delle canzoni più ascoltate On the Road.................................. pag 46 I concerti più interessanti del mese Ai - Tek......................................... pag 62 Scopri tutti i segreti della Tecnologia Il Gioco del mese.......................... pag 64 L’uscita più interessante Il Sito del Mese............................ pag 65 Le curiosità più interessanti dalla rete Ludoteca....................................... pag 66 Botteghino..................................... pag 48 I film più visti negli ultimi giorni Coming Soon................................. pag 48 Casa arriverà a breve nei cinema News.............................................. pag 49 Il ritorno di Verdone alla commedia e molto altro Recensioni..................................... pag 50 Gli ultimi film usciti in sala visti per voi Telecomando................................. pag 58 Le ultime novità dal tubo catodico Teledipendente............................. pag 59 Pochi giorni al Festival In bianco e nero.......................... pag 60 La tv dei ricordi: I Puffi (seconda puntata) FM................................................. pag 51 I programmi più belli da seguire in radio Carrellata sui giochi di società, nuovi e classici Segnalibro..................................... pag 68 Un consiglio letterario dalla vostra Ary Spuntino........................................ pag 70 Come sorprendere in cucina col minimo sforzo DiAry............................................. pag 72 Cosa accadeva nel mondo in questo mese Cronache Marziane....................... pag 74 Notizie assurde ma realmente accadute Mercatino...................................... pag 76 Curiosità, idee regalo, oggettistica varia C’è post@ per Ary......................... pag 78 Vuoi raccontarci qualcosa, vuoi sfogarti o hai bisogno di un buon consiglio? La nostra Ary ti dà voce Spicher Corner............................... pag 80 Questo mese: il grande ritorno di Don Lolò Foto del Mese................................ pag 82 Il mondo raccontato per immagini Elettro U2 Bono rivela alcuni particolari sul nuovo album in lavorazione Gli U2 sono tornati a Dublino per riprendere le sessioni di registrazione del loro nuovo album. Per il successore di “How to dismantle an atomic bomb” del 2004 le basi sono state gettate in Francia e Marocco. Il lavoro non ha ancora alcuna data prevista di pubblicazione. Bono e soci sono in studio sia con Brian Eno sia con Daniel Lanois. Quest’ultimo ha riferito a fonti USA che produttori e band sono intenzionati ad entrare in “nuovi territori sonici” per “cercare di partorire un capolavoro”. Bono al termine della prima europea del loro docu-film “U2 3D” al Cineworld di Parnell Street, a Dublino si è brevemente intrattenuto con i reporter. I giornalisti accreditati al “Dublin international film festival” gli hanno c h ie st o d i f or ni r e r a ggu a gli sull’album e il frontman ha detto: “Ma chi è che ha davvero bisogno di un altro album degli U2, a meno che non si tratti di un grande capitolo di rock’n’roll? Giovanotti, occhio! In questo periodo abbiamo davvero bisogno di fare qualcosa di straordinario per convincerci ad alzarci al mattino. Il disco sarà molto radicale e senza compromessi”. Coldplay, ennesimo rinvio Arriva un altro rinvio per il nuovo album dei Coldplay. L’annuncio, dato da alcuni negozi online, che il disco sarebbe stato disponibile per il prossimo 19 maggio è dunque da ritenersi superato. Sentito da fonti statunitensi, Dave Holmes, il manager del gruppo britannico, ha riferito che i Coldplay stanno terminando il missaggio, poi passeranno subito al mastering e che quindi la data di pubblicazione è prevista “per l’inizio dell’estate”. Insomma, se non ci saranno altri intoppi, verso la fine di giugno o l’inizio di luglio. La lavorazione del successore di “X&Y” era iniziata a Londra nel novembre 2006. “Penso che sia il loro album migliore”, ha affermato Holmes. “E’ un disco fantastico”. I Coldplay supporteranno il lavoro con un tour europeo e nordamericano per il quale non vi sono ancora date fisse. Negramaro Europei In arrivo un tour nei club del vecchio continente Il prossimo 2 aprile la band pugliese intraprenderà "La Finestra European Tour 2008", con otto concerti nei club del Vecchio Continente. Sarà una sorta di 'warm-up' in vista dell'atteso appuntamento del 31 maggio allo Stadio San Siro di Milano. Per il gruppo sarà una preziosa occasione di rituffarsi in pieno rock'n'roll, dopo la parentesi acustica nei teatri, con i 52 live sold out tenuti da ottobre 2007 a gennaio 2008. "Ci piace fare esperienze diverse dice la band - e mescolare le carte mettendoci alla prova in ogni occasione. In questo anno, cominciato con l'uscita del disco La Finestra nel giugno 2007, abbiamo affrontato diverse tappe di quello che ci piace definire il progetto Negramaro: prima il tour nelle Arene che ci ha permesso di suonare in posti meravigliosi, poi il tour acustico nei Teatri, una prova impegnativa che ci ha portato ad un'importante crescita artistica. Ora ci attende lo Stadio di San Siro, l'unico appuntamento con i nostri fan per l'estate 2008, ma intanto ci è piaciuta l'idea di partire con lo spirito rock'n'roll della prima ora, girando l'Europa in tour bus e suonando nei club come in Italia non facciamo da tempo". La Finestra European Tour 2008: 2 aprile ZURIGO - KLAUFLEUTEN 3 aprile BERNA - BIERHUBELI 6 aprile LONDRA - DINGSWALL 7 aprile VIENNA - SZEN 8 aprile MONACO - 59:1 CLUB 9 aprile KOELN - PRIME CLUB 19 aprile BARCELLONA - LUZ DE GAS 20 aprile MADRID - SALA HEINEKEN Una grande sfida per i Negramaro quella di portare la loro musica al di fuori dei confini italiani! Per tutti gli aggiornamenti sul concerto al Meazza visita il sito negramarosansiro.com I Racounteurs, il gruppo di cui fa parte anche Jack White dei White Stripes, hanno scelto un modo molto semplice, postando una news nel loro blog Myspace, per informare i fan che le registrazioni del loro secondo album stanno per essere concluse. Il messaggio (chiaramente scritto da un rappresentante della band) specifica che il seguito dell'acclamato "Broken Boy Soldier", uscito nel 2006, è in fase di ultimazione in quel di Nashville. Jack ormai è una garanzia di qualità per i fan del rock più sanguigno. La popstar canadese Avril Lavigne è in dolce attesa del suo primogenito? A rivelarlo è X17, svelando che la ragazza è stata avvistata in compagnia del marito, il membro della punk band Sum 41 Deryck Whibley, mentre usciva da un rinomato negozio per bambini di Los Angeles carica di pacchetti e pacchettini. Eppure la cantante ancora tenta di negare la gravidanza, confermando l'inizio del suo world tour che partirà dal Canada il prossimo 5 marzo. Esattamente come ha fatto l'indomita Jennifer Lopez, che ha iniziato la turnée con Marc Anthony già in attesa. Nel caso l’indiscrezione dovesse rivelarsi fondata non ci rimane che porgere i nostri più sinceri auguri alla futura mamma e al futuro papà. Yoko VS Julian Yoko Ono ha recentemente cercato di impedire ad una band emergente, tramite vie legali, di utilizzare "Lennon" come nome del gruppo. Yoko vorrebbe accaparrarsi i diritti totali per l'utilizzo del nome e non dare nessuna possibilità alla band di Lennon Murphy, che nulla c'entra con la famiglia, di utilizzarlo a fini commerciali. Ma Julian, l'ultimo figlio che il Beatle John ha avuto con Cynthia Lennon, ha pubblicamente dichiarato che la band emergente ha tutto il suo supporto per l'utilizzo del monicker. Nek spopola in terra spagnola. Il cantante, con "Para ti seria" (versione spagnola di "Lascia che io sia"), è da 18 settimane nella classifica spagnola e ha raggiunto il secondo posto nella graduatoria dei download. Il brano è contenuto sia nella versione spagnola dell'album di Nek "En el cuarto 26" (Nella stanza 26), sia nel nuovo album dei El sueno de Morfeo. Nell’album della band è presente anche un altro duetto di Nek e Rachel: il brano in questione s’intitola “Chocar”. In un luogo come il Dingwalls di Londra, nel quartiere di Camden, le canzoni di Vinicio Capossela hanno entusiasmato i 600 presenti. Era la 'prima volta' di Vinicio oltre Manica e il pubblico gli ha tributato un autentico trionfo. Nell'atmosfera rovente del rock club Capossela e i suoi musicisti hanno vagato tra musiche e sonorita' che non si sentono di frequente, nella Gran Bretagna poco attenta a tutto cio' che non canta inglese. Arctic Rascal Membri di Arctic Monkeys e The Rascals formano una nuova band scoperto di avere gusti in comune (Scott Walker, il primo Bowie, David Axelrod). La decisione di formare un gruppo è stata spontanea. Il nome del loro progetto è "The Last Shadow Puppet" e il risultato delle loro fatiche prende il nome di "The Age Of The Understatement". Il nuovo disco contiene 12 canzoni energiche, ricche di fiati e piene di tensione drammatica, intelligenti e melodiche. Canzoni che attingono alle lezioni del passato senza però suonare vecchie. Alex Turner (Arctic Monkeys) e Miles Kane (The Rascals) sono diventati amici durante il tour che gli Arctic Monkeys hanno intrapreso col precedente gruppo di Kane, The Little Flames. I due si sono stati simpatici e hanno subito La band ha registrato i brani ai Black Box Studios a Nantes, in Francia, con l'aiuto del produttore James Ford. Il gruppo ha contattato Owen Pallet per l'arrangiamento delle parti orchestrali, che sono state eseguite dai 22 membri della London Metropolitan Orchestra ai British Grove Studios di Londra. Muse Live La band inglese pubblicherà un nuovo CD e DVD dal vivo Una bella sorpresa attende i fan dei Muse. Il gruppo di Matthew James "Bells" Bellamy ha in serbo per i suoi fan una nuova chicca. Il concerto, che si è tenuto il 16 giugno scorso, presso il famosissimo stadio di Wembley a Londra, è stato immortalato da una troupe appositamente chiamata per l'occasione. L'audio e i filmati del concerto saranno rispettivamente disponibili su un CD e un DVD venduti in un unico cofanetto chiamato "HAARP", la cui uscita è prevista per il 17 marzo. Il DVD conterrà inoltre tutta una serie esclusiva di fotografie e riprese effettuate sul palco e nel backstage. Fra le tracce inserite non potevano mancare tutti le hit più famose, fra cui: "Supermassive Black Hole", "Time Is Running Out", "New Born", "Plug In Baby" e "Take A Bow". Chi non ha mai assistito ad un loro concerto, non può lasciarsi scappare questa occasione per assistere, in tutta comodità, all'esibizione di uno dei gruppi pop-rock più potenti in circolazione. Non c’è che dire, questo veramente è un periodo d’oro per loro. Infatti, benchè dall’ultimo album “Cicciput” siano passati ben cinque anni, loro, ovvero Elio e tutto il resto della compagnia, non si fermano nemmeno un secondo. Basti pensare che nei primi tre mesi del nuovo anno, sono, e saranno alle prese con uno spettacolo teatrale, col lancio del nuovo disco, con la ripresa del loro programma radiofonico e con la prossima conduzione del dopofestival di Sanremo. Più attivi di così... Ma fermiamoci un attimino e parliamo con ordine di tutti questi progetti. Prima di tutto il cd. Erano, come già detto, ben cinque anni che i fan aspettavano con ansia un nuovo lavoro. “Cicciput”, il loro ultimo album in studio, era stato un enorme successo, anche grazie al traino del singolo di lancio “Spalman” che imperversava in tutte le radio, e il cui video, che faceva il verso ad un altro video, quello del tormentone dell’epoca “Dedicato a te” de Le Vibrazioni, è diventato un cult. Finalmente il 20 febbraio esce "Studentessi", nuovo lavoro del gruppo milanese, che anche questa volta non si fa sfuggire l’occasione per fare qualcosa di nuovo e innovativo. Questa volta si tratta di un anomalo metodo di distribuzione: il disco infatti sarà acquistabile in diversi modi: verrà venduto in edicola (in allegato a La Repubblica e a L’Espresso) oltre ad esssere distribuito nei negozi di dischi (Self Distribuzione) e naturalmente sarà disponibile anche presso tutti i consueti canali di distribuzione digitale. Intanto, da venerdì 8 febbraio è in rotazione su tutte le radio il singolo di lancio di “Studentessi”, intitolato “Parco Sempione”. Con la solita ironia, la band milanese prende spunto dai "fricchettoni" che suonano i bonghi al parco per parlare della propria città, dell'ecopass, della mancanza di verde pubblico, illustrando il tutto con un video che è un vero e proprio minifilm. In particolare si fa riferimento in maniera aperta ed esplicita alla situazione, nota soprattutto ai milanesi, del cosiddetto boschetto di Gioia, che è sparito dal territorio del capoluogo lombardo per far posto alla costruzione del nuovo avvenieristico palazzo che sarà la prossima sede della regione. In quel caso il gruppo si era mobilitato in prima persona per salvare quel piccolo angolo di verde. In particolare, come si legge anche nel testo della canzone, Rocco Tanica si era impegnato in una massiccia campagna di raccolta firme in difesa del verde, ma a nulla è servito. Emblematica è la copertina del singolo in cui due grossi FORMICONI vengono rappresentati nell’atto di mangiare degli escrementi. E anche nel video si fa pesante riferimento a questa specifica vicenda. Tra gli altri pezzi presenti nel disco, e presentati in anteprima dallo stesso Elio e Soci in un’intervista esclusiva per il mensile de La Repubblica XL, da segnalare un’interessante collaborazione con Antonella Ruggiero che canta nel brano d’apertura del disco, “Plafone”. Il pezzo comincia con un robottino allegro, seguito da un lungo assolo strumentale. Come spiega il giornalista de la Repubblica “è una bella sorpresa, per chi aspetta il disco, non trovare subito un concetto espresso. È un po' la sigla d'entrata, molto Anni Settanta, perché siamo in un periodo di recupero. Tutto questo preambolo musicale introduce una signorina che canta benissimo una melodia sotto la doccia. Ma mentre canta, vantandosi della difficoltà di quello che è in grado di fare, si accorge che la doccia, per effetto del calcare, spruzza dappertutto e sta bagnando il pavimento. Si affretta a dare una passata con lo straccio, ma nel frattempo, il vicino di sotto ha già rilevato una macchia sul plafone”. Il finale non ve lo sveliamo, quando ascolterete il disco ogni dubbio sarà fugato. Altra collaborazione importante è anche quella con Giorgia, che compare nella seconda traccia del disco “Ignudi fra i nudisti”. Si tratta di un altro pezzo se vogliamo meno impegnato, che racconta della difficile situazione che si viene a creare all’interno di un rapporto di coppia quando arriva il momento di decidere la località di villeggiatura in cui passare le ferie estive, e su cui puntualmente non si è mai d’accordo e nascono problemi e discussioni. Ma gli ospiti non finiscono qui; l’album infatti riserva ancora un paio di sorprese. La prima è la voce di Irene Grandi nel pezzo intitolato “Heavy Samba”, una velenosa invettiva contro “la devastante rottura di maroni del lounge e peggio ancora del chillout/brazil in spiaggia”. Nella canzone il protagonista, va a casa di una tipa e si lamenta per la musica, ma lei, alias Irene Grandi, non la prende molto bene e comincia a sbraitare mentre nel frattempo il protagonista si accorge di aver sbagliato a suonare il citofono di star parlando con la persona sbagliata. E poi, ultima ma non in ordine di importanza, Paola Cortellesi che appare in “Suicidio a Sorpresa”, che affronta, alla maniera che è consona a Elio e compagni, il tema del rock satanico: “Esistono orde di gruppi detti dead metal e black metal, che sono quelli che cantano con un suono mostruoso e infernale. Oltre a inneggiare a Satana nei testi, piuttosto che alla decapitazione e a quanto è bello squartarsi, hanno anche dei nomi strepitosi, tipo Impaled Nazarene, Tartaros o Rigor Mortis. Siamo "morti", appunto, dal ridere leggendo questi nomi e abbiamo deciso di scriverci un pezzo. Abbiamo pensato che se nel rock c'era la leggenda che ascoltando al contrario i dischi potevi sentire dei messaggi satanici, se ascolti al contrario i dischi satanici ci trovi dei messaggi buonissimi”. E poi tanti altri pezzi interessanti tra cui ci teniamo a segnalare “Gargaroz”, uno struggente pezzo di denuncia sul problema delle tonsille rimosse con troppa leggerezza, le previsioni apocalittiche contenute in “Supermassiccio” e poi, il pezzo a quanto pare più forte del disco intitolato “La Risposta dell’Architetto”, un rap avvelenato in cui Mangoni non se ne tiene dentro una, e se la prende coi giovani, che si lamentano sempre per i loro problemi ma “io c'ho due figli e devo portare a casa da mangiare. Venite qua che vi spiego io quali sono i problemi”. Insomma, un disco impegnato e di denuncia, quello che i fan si aspettavano dopo cinque anni di silenzio. Ricordiamo che comunque in questo lungo periodo il gruppo non è stato con le mani in mano, ha girato l’Italia in tour e ha pubblicato diverse raccolte oltre che un libro. Ebbene sì, un libro. Visto che esiste “La Versione di Mike”, autobiografia del noto conduttore televisivo, non si capisce il motivo per cui non debba esistere un libro che racconta le avventure e le disavventure di una delle band italiane più rivoluzionarie della storia, così è nato “Vite Brucciacchiate - Ricordi Confusi di una carriera discutibile”, appassionante resoconto della loro esperienza umana e artistica. E pi la pubblicazione di diversi live tra cui “Il meglio di ho fatto due etti e mezzo...lascio?”, “Il meglio di grazie per la splendida serata” e “Bisio e le Storie Tese e Elio. Coèsi se vi pare”, resoconto della magnifica tournee che il gruppo ha intrapreso insieme al comico Claudio Bisio un paio d’anni fa. E un best of, ”Elio e le Storie Tese”. Ma come abbiamo già accennato all’inizio, questi primi mesi del 2008 sono stati e saranno mesi molto intensi per i vari componenti del gruppo. Infatti prima di tutto è come di consuetudine ripartita la trasmissione radiofonica di Elio e le storie tese, “Cordialmente into the night”, trasmessa tutti i lunedì sera su DeeJay e condotta dallo stesso Linus, direttore artistico della radio. Inoltre nel mese di gennaio elio è stato impegnato nella messa in scena di “Frankenstein”, un musical concerto un po’ particolare, un incontro tra musica e teatro. Un mini-tour di 5 date in altrettanti teatri, partito da Milano il 28 Gennaio 2008 e conclusosi a Genova il 5 Febbraio: un concerto spettacolo che vede Elio nella parte di Frankenstein, il mostro letterario per antonomasia. Accompagnato dal Nextime Ensemble diretto da Danilo Grassi, Elio "canta, recita poesie, fischia suona un po' di strumenti strani". In una seconda parte dello spettacolo poi ha eseguito una selezione di brani tratti da "L'Opera da tre soldi" e "Happy end" di Kurt Weill e Bertolt Brecht, nonchè una selezione degli immancabili classici di Elio e le Storie Tese. E poi tra febbraio e marzo li aspetterà un compito molto importante e delicato: ovvero la conduzione del prossimo dopofestival in diretta dallo storico teatro del casinò di Sanremo. Pippo Baudoquest’anno ha avuto il coraggio di giocarsi la carta dell'imprevedibilità. Il gruppo sarà affiancato nel gravoso compito dal’attrice/vj di All Music Lucilla Agosti, che aveva già dato prova delle sue qualità di improvvisazione anche come spalla di Ale e Franz all’interno della prima edizione del programma “Buona la Prima” su ItaliaUno. Ricordiamo ai gentili lettori che potranno ammirare le gesta dei nostri eroi a partire da lunedì 25 febbraio per proseguire poi il 26, il 28, il 29 febbraio e concludersi sabato 1 marzo 2008 in prima serata su Raiuno. Siamo sicuri che Elio e soci saranno sicuramente all’altezza di questo difficile incarico e anzi, siamo sicuri che siano proprio le persone adatte a sdrammatizzare un po’ la sacralità dell’evento e a rendere un po’ più tranquilla e rilassata l’atmosfera di tensione e di polemica che come al solito serpeggia nei dintorni del teatro Ariston. Torna alle origini l'idolo del rock Lanny Kravitz e presenta la sua rivoluzione. Il nuovo album dell'artista è intitolato "It is time for a love revolution", è uscito lo scorso 8 febbraio ed è la sua sua prima attesissima uscita dopo una pausa di oltre 3 anni dal suo precedente lavoro "Baptism". Il primo singolo estratto dalla nuova fatica di Lenny si intitola "I'll be waiting", un pezzo fortissimo già da diverse settimane molto trasmesso dalle radio e ai primi posti in tutte le classifiche mondiali. Con 14 canzoni nuove, l’album vede il multistrumentista scrivere, produrre, arrangiare e suonare tutte le canzoni, come ha sempre fatto in tutti i suoi precedenti lavori. Come suggerisce il titolo, Kravitz canta canzoni d’amore e di rinnovamento spirituale, invitando la gente ad aprirsi e a lasciare entrare l’amore nei loro cuori. Non teme inoltre di prendere una posizione politica, usando la sua musica per attirare l’attenzione sull’attuale guerra americana in Iraq e ricordando gli anni del Vietnam. Con i primi due singoli “Bring It On” e “I’ll Be Waiting” e con brani quali “Love, Love, Love,” “Dancin’ Til Dawn,” e “I Want To Go Home”, in cui confluiscono tutti gli elementi che sono stati distintivi della sua musica sin dagli esordi, dal soul al funk al jazz uniti agli intensi contenuti lirici, It Is Time For A Love Revolution ripropone quelle caratteristiche eccezionali che hanno fatto di Kravitz uno dei musicisti rock più vitali degli ultimi 18 anni. "Amo questo disco e il feeling che l’ha ispirato", ha detto Lenny. "Mi sentivo come un bambino che gioca nella sua camera, e questa è la migliore fonte d'ispirazione cui si possa attingere quando si fa musica, il senso di libertà". "It is time for a love revolution" è un album in cui Lenny si è impegnato personalmente al 100% ha suonato quasi tutti gli strumenti in questa sua nuova fatica che è stata prevalentemente registrata nel suo studio privato alle Bahamas, ma anche a Miami, Parigi e New York. Nel disco Kravitz proporrà una musica più spogliata rispetto a quella del precedente album "Baptism", che offriva un suono sicuramente più denso,un rock ruvido caratterizzato da una batteria incalzante e da chitarre 'pesanti'. Sembra che l’artista abbia utilizzato una moltitudine di microfoni nello studio di registrazione per captare al meglio l’energia della sua musica. A proposito di questo suo nuovo esperimento, il cantante ha dichiarato al celebre magazine Billboard che durante le sessioni voleva captare il suono dei muri e del brano. Alla fine degli anni ottanta, Kravitz ritornò a New York per intraprendere una carriera musicale vera e propria. Si trovò a dividere casa con Lisa Bonet, un'interprete di The Cosby Show. I due si sposarono il 16 novembre 1987, e dalla loro unione nacque un anno dopo una figlia, Zoe Isabella. In quel periodo, il rocker newyorkese cominciò ad ascoltare anche Jimi Hendrix, i Beatles, i Led Zeppelin, Stevie Wonder, Curtis Mayfield e Bob Marley. Questi sarebbero diventati altri suoi ispiratori, al fianco degli Sly Stone e di Prince. Nel 1988 finalmente arrivò un contratto e firmò con la Virgin Records. Nel 1989 esce l'album d'esordio "Let Love Rule", che raggiunse il numero 61 di Billboard. Da esso furono estratti come singoli la title track e "I Build This Garden For Us". Madonna coverizzò nel 1990 un brano di Kravitz, "Justify My Love" (da Immaculate Collection), e la rese un singolo. Fu grazie ad esso che il cantante avrebbe ottenuto i suoi primi successi veri e propri. Nello stesso anno divorziò da Lisa Bonet e si legò temporaneamente alla Ciccone. Nel 1991 Lenny pubblicò il suo secondo album "Mama Said", che raggiunse il numero 40 di Billboard. Molte sue canzoni si riferiscono alla fine del legame con Lisa Bonet. Il suo singolo più noto e più di successo è "It Ain't Over Til It's Over". Ad un'altra sua hit, "Always On The Run", collaborò anche Slash dei Guns N' Roses (infatti i due erano amici dai tempi del liceo). Inoltre alla realizzazione del disco contribuì per la prima volta Sean Lennon. E' un'opera di cui il musicista va molto orgoglioso, e la considera come uno dei suoi migliori dischi mai realizzati. A tre anni di distanza dal suo ultimo lavoro il cantante lancia un messaggio preciso, a proposito della “love revolution”: “Penso che la rivoluzione dell’amore sia qualcosa che comincia dentro a ognuno di noi. Inizia proprio nel nostro spirito e da lì deve essere come un esercizio che facciamo nelle nostre case, nelle nostre famiglie, nelle nostre piccole comunità, e poi cresce al di fuori. Ma la rivoluzione è una disciplina. Significa che lascerò che l’amore governi la mia vita. Mi sveglierò ogni giorno e cercherò di fare del mio meglio per donare amore, per mettere dell’energia positiva nell’universo. E la rivoluzione è la disciplina per continuare a fare questo tutti i giorni, per amare me stesso, amare Dio, amare la gente intorno a me e anche solo per cominciare ad esercitarsi in questo nel vostro ambiente". Per presentare il disco, Lenny prevede un lungo tour mondiale della durata di addirittura due anni, in modo da poter organizzare dei concerti più intimi e suonare nei club anzichè negli stadi e nei palazzetti, in modo da avvicinarsi maggiormente al suo pubblico. Comunque ancora non si hanno particolari dettagliati su questo tour in quanto al momento Lenny Kravitz è ancora impegnato sul set del suo primo film. Sarà infatti un infermiere nella pellicola drammatica Push di Lee Daniels, che racconta la drammatica storia di una adolescente incinta. Ricordiamo che prima di questo disco Lenny Kravitz ha ottenuto lungo la sua carriera consensi di critica e successi commerciali con una serie di album che l'hanno visto trionfatore ai Grammy, agli American Music Award e agli MTV Video Music Award. Di padre ebreo americano (Sy Kravitz, produttore discografico di origini ucraine) e madre originaria delle Bahamas (Roxie Roker, attrice nota per il ruolo di Helen Willis ne I Jefferson), è nato e vissuto in gioventù a New York. Il suo nome di battesimo, è lo stesso di uno zio paterno morto durante il conflitto in Corea, nel 1953. Dopo che i suoi genitori erano emigrati in California, Kravitz iniziò ad appassionarsi di musica. Così imparò subito a suonare il basso, il pianoforte, la chitarra e la batteria, e cominciò a cantare per il California Boys Choir e per la Metropolitan Opera. Dopo essersi diplomato alla Beverly Hills High School, nel 1983 cominciò ad incidere dischi in proprio, con il nome d'arte di Romeo Blue. All'epoca si ispirava molto a Prince e agli Sly Stone, ma anche a musicisti jazz quali Duke Ellington, Sarah Vaughan, Count Basie, Ella Fitzgerald, Bobby Short e Miles Davis, a cui i suoi stessi genitori erano molto legati. Nel 1993 uscì "Are You Gonna Go My Way", che raggiunse il numero 12 di Billboard. Grazie al suo terzo album, Kravitz vinse un anno dopo un Brit Award come miglior artista maschile. Il video della title track, diretto da Mark Romanek, fu premiato agli MTV Video Music Awards. Nel 1995 arriva "Circus", che entra nella top ten di Billboard trainato da "Rock And Roll Is Dead" e "Can't Get You Off My Mind". Con la pubblicazione di 5 nel 1999, Kravitz sperimentò per la prima volta sonorità elettroniche. 5 ebbe molto successo soprattutto in Europa, grazie al suo singolo di lancio "Fly Away" e grazie ad esso il rocker di New York vinse consecutivamente quattro Grammy come miglior artista rock maschile, nel 1999. Nell'ottobre del 2001, Kravitz rilasciò il suo sesto album, "Lenny", e nel 2002 Jay-Z invitò Kravitz ad incidere con lui la traccia "Guns And Roses". Al 2003 risalgono invece "We Want Peace" (contro la seconda guerra in Iraq) una collaborazione con Michael Jackson ("Another Day") e un'altra con P. Diddy, Pharrell Williams e Loon a "Show Me Your Soul" (dall'OST di Bad Boys 2). Un anno dopo, collaborò con i N.E.R.D. nell'album Fly or Die, e di nuovo con Jay-Z in "Storm" da Baptism, il suo settimo e ultimo album, è uscito nel 2004 ed è stato trascinato principalmente dalle hit "Where Are We Running" e "California". Il resto è cronaca recente... E’ una notizia che arrivata in redazione proprio mentre mi accingevo a trascrivere quest’intervista. E’ qualcosa che ha dell’incredibile, quasi stentavo a crederci, eppure è successo. Il nuovo album di Davide Van De Sfroos “Pica!”, uscito lo scorso 8 febbraio, nella prima settimana di vendita, è entrato direttamente nella top ten dei dischi più venduti in Italia piazzandosi al quarto posto! E’ una notizia inaspettata, non perchè non credessimo nel valore e nelle doti di questo straordinario artista, ma perchè è quasi un miracolo che un cantautore, conosciuto fino a qualche anno fa solamente in Lombardia, senza il benchè minimo appoggio delle radio e delle televisioni, sia riuscito a scalare la classifica fino a raggiungere la top five. Noi siamo estremamente felici e orgogliosi di questa notizia, che deve essere anche uno sprone per tutti i giovani bravi artisti che ci sono in Italia: se si ha talento ce la si può fare anche senza la spintarella dei media e l’apporto di una grande major discografica alle spalle. Davide ci aveva già anticipato qualcosina del suo nuovo album, allora in lavorazione, nell’intervista che ci aveva rilasciato nel numero 11 di Andergraund e ora che l’album è nei negozi abbiamo pensato giusto chiedergli di presentare lui stesso ai nostri lettori questa sua ultima fatica. Così, il giorno dell’uscita ufficiale del disco lo abbiamo raggiunto alla serata di presentazione di “Pica!” a Milano, moderata dal vice direttore del Giorno, nonchè grandissimo esperto musicale Marco Mangiarotti, per capirne qualcosa di più sul nuovo disco. Prima di lasciarvi all’interessantissima intervista ci tengo a ricordare che il prossimo 19 aprile Davide Van De Sfroos presenterà dal vivo il suo disco in un imperdibile data unica al DatchForum di Milano. I biglietti sono già in vendita. Buona Lettura. Allora Davide, vogliamo fissare, se ci sono, un punto di partenza e un punto di arriva per questa tua ultima avventura musicale, questo bellissmo album intitolato “Pica!” Sto lavorando ad un nuovo album nel quale sarò molto più sfacciato nel fare nomi e non saranno più riferimenti casuali, ma sarà la nascita di un nuovo stile per il quale io sarò contento di accontentare il protagonista della canzone. (da Anderview, Andergraund n.11) Quando si intraprende un viaggio il punto di partenza in ogni caso è manifesto, che sia un viaggio in auto, in treno o in barca, più o meno tu sai che sei partito da lì. Il prefissarsi un tragitto è auspicabile. L’avere un’idea verso che direzione bisogna puntare è interessante. Fissarsi a tutti costi un cosiddetto traguardo o un porto in cui arrivare mi ha sempre creato un po’ di inquietudine, sia dal punto di vista dei viaggi fisici che da quello dei viaggi metaforici che tu puoi intraprendere quando per esempio decidi di scrivere un libro, di realizzare un disco o di partire per un tour. Sicuramente il viaggio vuole snodarsi per quelle che sono le solite tappe, quindi un punto di partenza può essere rappresentato da eventuali concerti, concerti più grandi, come per esempio quello che faremo ad aprile al DatchForum. E poi altri tipi di sogni, altri tipi di sguardi verso quelli che sono i punti cardinali dell’avventura stessa come per esempio, ancora una volta, lo spostarsi verso sud, e in particolare verso le isole che così tanto hanno dimostrato di voler ascoltare questa storia, anche se raccontata in una lingua completamente diversa dalla loro. Penso che una delle soddisfazioni più grandi sia quella di riuscire ad esportare quelli che sono i tuoi eroi, i tuoi miti e le esagerazioni che tu poni in essi; arrivare al punto di pensare che non sei più una persona che se la canta più e se la suona da solo sul balcone di casa perchè sa che il suo vicino al piano di sotto ti capisce, ma che dimostra di essere un portatore di materiali che possono tranquillamente interessare anche in altri posti molto lontani, sia geograficamente che culturalmente. Io posso anche aggiungere che il non avere un punto di arrivo mi aiuta anche a non forzare la marcia e non distrarmi da eventuali cambi di direzione. Secondo me molto volte è importantissimo fare qualche curvata brusca. Hai già accennato prima al grande concerto che si terrà ad aprile al DatchForum, unica data per quanto riguarda il tour di presentazione del disco. Come mai hai sentito la necessità di misurarti in un’impresa così ambiziosa? Fondamentalmente perchè volevo presentare il nuovo disco a tante persone contemporaneamente, e non fare invece una rassegna di piccoli concerti nei teatri, che sono sicuramente delle occasioni bellissime, e sono una dimensione nella quale mi ritrovo pienamente, che però è molto più dispendiosa nel momento in cui esce un disco. Sembra sempre che se parti da Como o da Milano ci sia sempre qualcuno che arriva per secondo o per terzo. Invece fare una grande adunanza, arrivare a fare per la prima volta un concerto in un luogo così grande e imbarazzante, è sicuramente una grande sfida, e i viaggi sono pieni di sfide. Dall’altra parte però è anche rassicurante perchè nel momento in cui il Forum dovesse riempirsi, anche solo parzialmente, ma in maniera abbastanza consistente, noi avremmo la sensazione di essere una congregazione di persone che crede veramente in questo tipo di storie e in questo tipo di progetto musicale. Torniamo a parlare più approfonditamente del disco. Ci vuoi parlare della tua esperienza a New Orleans? In questi giorni durante le interviste, ho raccontato più volte, anche a rischio di sembrare ripetitivo, ma per me è importante, che quando sono arrivato a New Orleans, qualcosa sapevo perchè qualcuno, che ci è stato diverse volte, me l’aveva dipinta con tinte che io pensavo fossero anche un po’ esagerate, inve- ce quando sono arrivato lì mi sono reso conto che non solo erano tinte realistiche, ma addirittura lui si era tenuto piuttosto stretto rispetto a quello che ho trovato quando sono arrivato, e si trattavo dell’anno successivo al disastro dell’uragano Katrina. E sono arrivato a pensare che mischiare un bicchiere del lago di Como con un bicchiere dell’acqua del Mississippi non era una cosa poi tanto campata in aria; i bicchieri, visti su un tavolo, potevano avere la stessa colorazione, le stesse sembianze, gli stessi spettri sul fondo. E’ chiaro che si tratta di due terre completamente diverse, magari ci fosse sul lago tutta la musica che c’è a New Orleans e magari ci fosse a New Orleans l’acqua calma che c’è sul lago... Però, d’altro canto, io ho trovato tantissimi punti d’incontro , nei modi di fare, negli atteggiamenti della gente che incontri per strada e ti parla tranquillamente, sostituisci lo slang dell’America del sud con lo il dialetto tremezzino e ti accorgi che le espressioni, i movimenti della faccia ti ricordano qualcosa di casa tua. Ok, lì c’è musica che straripa da tutte le parti, ci sono quattro locali nel raggio di dieci metri, puoi incontrare per strada un tipo su un motorino sgangherato che suona l’armonica e poi vieni a sapere che ha suonato in un disco di Bob Dylan, ma non è questo il punto. Ho incontrato un musicista del posto a cui ho regalato un mio disco, e mi ha chiesto di cosa parlano le mie canzoni. Gli ho risposto che sono storie di ubriaconi, di persone che dopo una vita spericolata hanno raggiunto una loro illuminazione, che parlo di demoni, di Madonne e del Signore, ma anche di tutto quello che ci porta sulla strada sbagliata, e lui ha detto CRIBBIO!, vabbè non era proprio cribbio, ma il significato era quello, parli delle cose di cui parliamo anche noi! C’è una canzone, “lo Sciamano”, che parla di uomini e di donne solitarie, ma anche di demoni, e di uno sciamanesimo che tu avevi sentito raccontare fin da bambino, di storie che vanno a ritroso attraverso i secoli. Ce ne vuoi parlare un po’? Ricollegandomi a quello che appena detto, simsa che nel mondo gira e rigira si parla sempre delle stesse cose, ma è stato curioso quello scambio col musicista di New Orleans proprio perchè io vedevo da una parte il guaritore della Valtellina, la signora che un po’ lo è e un po’ ci marcia a fare la fattucchiera, e quella signora di New Orleans, che non dimenticherò mai, proprietaria di un Voodoo shop in cui sono entrato un giorno che mi ero perso, un voodoo shop vero, con le finestre rotte, dove c’era odore di muffa e di incensi di scarsa qualità, non quelle robe da turisti. E questa signora, piuttosto massiccia, di colore, con un occhio di vetro bianco, che con un inglese piuttosto strano, uno slang, mi ha chiesto qualcosa che se fossimo stati a casa sarebbe stato più o meno “Ghei bisogn quai coss?”, “No guardi, io veramente cercavo...” “No, vieni qui, c’è tutto quello che ti serve, sia per quelli che ti vogliono bene, sia per quelli che ti vogliono male” “Veramente avevo bisogno solo di un bicchier d’acqua” “Acqua non ne ho. Normale... Però ho altre cose umide che ti potrebbero servire” A quel punto mi sono spaventato tanto, e ancora oggi se ci ripenso mi viene un po’ di paura. Magari si riferiva a un’acqua santa o qualcosa del genere, però io in quel momento mi sono veramente cagato addosso... Questo per dire che ho capito che c’è ancora una cultura voodoo vera e pregnante, paragonabile a certe cose che ho visto praticare dalle mie parti, guarigioni con metodi strane, con preghiere alla Madonna, ma sempre con un alone di mistero e di magia. Com’è possibile sentirsi forestieri a casa propria? “Pica!”, il grido dei lavoratori in miniera dà il scrivere il pezzo, e poi le ho confrontate con la verititolo all’album. Parlaci del “Minatore di Fron- tà e la canzone è stata benedetta, mi hanno detto “è tale”. proprio così!”. Allora, posso rispondere molto brevemente nel senso che nel disco c’è una canzone che si intitola il Minatore di Frontale, e i minatori di Frontale esistono davvero e hanno scatenato la voglia di scrivere questa canzone. Sono stato a trovarli a canzone registrata, sono entrato in miniera di quarzo con loro, ho scattato delle fotografie che sono presenti sul disco, mi hanno parlato del loro lavoro sotto terra e della loro condizione; poi ho incontrato gli anziani che avevano veramente picchiato col martello che si vede nel risvolto di copertina. Mi hanno raccontato di aver lavorato dappertutto, sul Gottardo, al Frejus, e persino in Africa, in miniere che ti portano fino a 2000 metri sotto terra, il che vuol dire che l’ascensore può impiegare fino ad un ora per arrivare sul posto di lavoro. I gradi vanno dai quaranta fino ai sessanta. E la gente lavorava anche in condizioni umane critiche; c’erano odi razziali, gang d’irlandesi, greci, italiani, che erano in conflitto tra loro. La vita dentro la miniera era cupa, gli scherzi, per modo dire, pesantissimi. Il più simpatico era frantumare bottiglie dove loro facevano la doccia al buio. Di fianco al testo del Minatore di Frontale troverete una foto di un minatore incontrato quel giorno. Questa gente, ribadisco, esiste, è vera. Le storie dei minitori di Frontale le ho lette prima di Quindi storie vere di personaggi realmente esistiti. Quali sono altri riferimenti nel disco a persone e fatti realmente esistiti? Il Cimino per esempio è un altro personaggio esistente, che tutt’ora lavora e gestisce un bar. Lui vende Coca Cole e da oggi vende anche il disco, perchè comunque lui è fiero di essere il Cimino! E’ lui nella fotografia sul libretto del cd, non vi dico nome e cognome perchè non vale, ma la storia che io canto lui me l’ha raccontata una sera; non si immaginava che ne facessimo qualcosa, me l’ha raccontata per il piacere di raccontarla. Sappiamo che è verissima. Oppure il costruttore di motoscafi, che ora non c’è più, ma che mi è stato raccontato in prima persona dalla gente che non solo l’ha conosciuto, ma ha vissuto con lui per una vita intera, dai figli e dai nipoti. Ma attenzione, c’è un’altra storia vera, “L’Alain Delon de Lenn”, che tutti i giornalisti in questi giorni mi hanno chiesto chi fosse, se esistesse veramente, un po’ perchè il suono del nome è fantastico, un po’ perchè il personaggio è marcato a tinte forti e anche ironiche. Bene, signore e signori, vi posso svelare che non solo esiste, ma addirittura è presente tra voi nel pubblico. Io lo sto vedendo in questo momento, non vi dirò chi è, ma sappiate che esiste. Bè, può succedere come è successo all’Ilario per esempio, che parte per una spedizione alpinistica sui monti del Perù, e quando torna gli chiedo quale sia il momento di quell’avventura che gli è rimasto più impresso. E quello mi risponde “quand che suun turnaa a caa!” E allora cosa sei andato a fare...? Ad altri invece succede di essere colpiti da una strana sindrome, che colpisce diverse persone. Ovvero dopo che stai via per un lungo periodo per motivi di lavoro o perchè sei in guerra, dopo che hai trascorso molto tempo negli alberghi, sulle navi o in miniera, torni a casa e ti senti forestiero. Forestiero a casa tua! Magari non ritrovi più qualcosa che avevi lasciato a metà strada, magari anche con la tua famiglia; tu sai che gli anni sono passati e che qualcosa sarà pur successo, i figli che avevi lasciato bambini sono diventati uomini, e per un po’ di tempo tu sei forestiero a casa tua. Ed è una sensazione molto strana. Non posso dire di averla mai provata perchè non sono mai stato lontano da casa per periodi così lunghi, però devo ammettere che una leggera alienazione c’è dopo che hai passato un mese in tour lontano da casa, vivendo una vita completamente diversa da quella a cui sei abituato; è difficile poi rientrare nei ranghi subito , figuriamoci per chi è stato via molto tempo. E in “Furestee” racconto appunto di questa situazione. Tanti generi confluiscono in questo disco, c’è il folk, c’è il blues, c’è molto dei grandi cantautori italiani, c’è il jazz. Come fanno a convivere? Il jazz, come il blues, non è un genere musicale fatto solo di accordi, o fatto di sequenze. Così come il metal, o il punk. C’è qualcosa di estremamente punk nell’outsider che faceva il contrabbandiere, più che nel figlio con la cresta variopinta. Può esserci qualcosa di blues in una canzone che non è assolutamente blues, e c’è il jazz, fatto anche di esagerazioni, fatto di sbronze, fatto di eiaculazioni anche logorroiche da persone che magari non hanno mai studiato musica e non hanno mai preso in mano uno strumento. Però ci sono dei personaggi che io definirei estremamente jazz, che io conosco, e a cui sarebbe piaciuto molto vivere in quel determinato contesto, in quei luoghi e perchè no con quella musica che io tengo in una colonnina di fianco a quella dell’heavy metal. Grazie, e ancora complimenti per il tuo nuovo disco. Uscirà il prossimo 10 marzo “Last Night”, il nuovo album di Moby. Il disco arriva dopo tre anni di silenzio dall’ultima uscita "Hotel", che risale al 2005. Stando a quanto dichiarato dallo stesso Moby, "Last Night" rappresenta in un certo senso un ritorno alle origini per l’artista, in quanto avrà un suono decisamente più dance ed elettronico rispetto ai precedenti ultimi album. Alla sua realizzazione hanno partecipato diversi Mc fra i quali Grandmaster Caz (auore di uno dei pezzi rap più famosi della storia, Rapper's Delight dei The Sugarhill Gang), Sylvia dei Kudu, il britannico MC Aynlzi ed i nigeriani 419 Squad. Sul sito ufficiale dell’artista si possono leggere altre anticipazioni in merito al disco in uscita il mese prossimo: "Last Night è sostanzialmente una dichiarazione d’amore per la musica dance di New York. Ciò che amo dell’approccio di New York alla musica dance è l’ecletticità e l’apertura mentale da parte dei musicisti, dei dj e della gente nei bar e nei club. Con Last Night ho cercato essenzialmente di condensare 8 ore di notte NewYorkese in 65 minuti di album.” Intanto, così come hanno fatto altri musicisti con sempre maggior successo, le tracce del nuovo lavoro del deejay sono disponibili per il preascolto online, in versione remixata, ma possono anche essere scaricate. Chiaramente l'operazione può essere effettuata a titolo gratuito. Inoltre è già disponibile sul sito di Moby, in anteprima, anche il link al primo video dell’album, quello realizzato per la canzone “Alice”, che è il primo singolo estratto dall’album. Il video è stato diretto da Andreas Nilsson e mostra una serie di immagini, esplosioni, che si susseguono alla stregua dello zapping notturno tra i canali televisivi. A breve il video, naturalmente, approderà nelle plylist di tutti i canali musicali italiani. L’intero album è stato registrato nello studio che Moby ha allestito nella sua casa di Manhattan. Richard Melvlille Hall, in arte Moby, è uno degli artisti più amati dal suo pubblico e criticati dal resto del mondo. Criticato da tanti colleghi, primo tra tutti Eminem che gli dedicò anche un videosfottò, Moby, non si è mai scomposto più di tanto e ha incassato le critiche, per altro alcune decisamente infondate, con una certa classe, forte dei milioni di dischi che ha venduto nel corso di tutta la sua carriera. Infatti un dato è certo: di sicuro Moby è stato in assoluto il deejay più venduto del pianeta: solo il suo album "Play" riuscì a vendere oltre 10 milioni di copie agli inizi del 2000! Forse è per questo che molti lo hanno criticato e deriso... Ed effettivamente per lui il 2000 è stato l’anno della definitiva consacrazione, e l’album “Play” rimane uno dei più venduti nella storia dell’elettronica. In realtà la carriera di Moby ha avuto radici molto più antiche. Moby è nato l'11 settembre 1965 a Harlem, New York. Suo padre James Hall, era professore di chimica, sua madre Elizabeth McBride Warner una segretaria. È lei che conia lo pseudonimo Moby, in onore del prozio Herman Melville, autore del celebre romanzo Moby Dick. Nei mesi che seguono la nascita, Moby vive con i genitori in un appartamento di New York. Il padre muore in un incidente automobilistico quando Richard ha solo due anni. Nel 1969, dopo un passaggio attraverso la San Francisco hippie, Richard e sua madre traslocano dai nonni a Darien, nel Connecticut. Nel 1973 il ragazzo frequenta la Royle Grammar School e il suo migliore amico è Robert Downey Jr., oggi attore cinematografico. Nel 1975 comincia a suonare la chitarra. Fonda un gruppo nel 1979, che suona Money dei Pink Floyd e Birthday dei Beatles. Fa parte quindi di un gruppo punk nel 1980, i Vatican Commandos. Nel 1999 Moby lascia Elektra Records e firma con la V2 Records. Nel mese di giugno esce “Play”, che diventa un successo planetario nel 2000 con più di 9 milioni di copie vendute. Nel 2001 Moby suona assieme a quello che era il suo artista preferito in gioventù, David Bowie. Il giorno del suo compleanno assiste attonito agli attentati dell'11 settembre 2001 dal tetto del suo immobile. Qualche mese dopo è al centro di una polemica con il cantante rap Eminem dopo aver bollato la sua musica come misogina e omofoba. Il 24 febbraio 2002 l'artista partecipa alla cerimonia di chiusura della XIX Olimpiade Invernale a Salt Lake City. Il 14 maggio pubblica l'atteso “18”, che contiene i singoli di successo “We Are All Made of Stars” e “In This World”, quindi si concentra su altri progetti, come l'album “Baby Monkey” che esce con lo pseudonimo di Voodoo Child. Dopo aver partecipato attivamente alla campagna antiBush del 2004, torna a lavorare al un nuovo album “Hotel”, uscito il 14 marzo 2005. Nel 2006 fa uscire “Go - The Very Best of Moby” una raccolta dei suoi migliori brani, accompagnata dall'inedito “New York New York” cantato da Debbie Harry. Multi-strumentista, Moby suona tastiera, chitarra e basso elettrico. Artista impegnato politicamente (ha sostenuto John Kerry alle elezioni presidenziali del 2004), è cristiano e vegetariano. Abita da più di 10 anni a New York e ha aperto una sala da tè TeaNy dove si reca di frequente. Un’artista particolare, controverso, coraggioso e soprattutto molto coerente. Speriamo per lui che questo nuovo “Last Night” abbia il successo che tutti nello staff di Moby si aspettano. Nel 1983 riceve il suo primo registratore a 4 piste. Nello stesso anno entra all'università del Connecticut, da cui esce l'anno dopo, per lavorare come DJ a New York. Per cinque anni Moby sopravvive, dormendo in hangar e fabbriche abbandonate. Si impone però come DJ al club MARS di New York. Nel 1989, Moby suscita interesse in una nuova etichetta di New York, la Instinct Records, e conosce un primo successo con il gruppo Ultra Vivid Scene, il cui album esce con l'etichetta 4AD. Moby incide il suo primo disco “Time's Up” nel 1990. Le sue performance sceniche contribuiscono positivamente alla sua reputazione. Nel 1991 esce il suo quarto singolo, “Go”, un inno tecno la cui linea di basso è ispirata allo sceneggiato di David Lynch Twin Peaks. Il successo è immediato: più di un milione di copie vendute fino ad oggi. Nel 1991 Moby fa un remix di Chorus, un successo del gruppo inglese Erasure. Dopo di che segue un periodo un po’ buio nella carriera dell’artista e ricade quindi in un relativo anonimato, nonostante sia comunque molto attivo in ambito musicale. In quei mesi pubblica numerosi singoli di musica elettronica, a suo nome o con degli pseudonimi vari quali Voodoo Child, Barracuda, UHF, DJ Cake, Lopez e Brainstorm/Mindstorm. Nonostante le sue qualità, il suo album “Ambient” (1993) passa inosservato. L'album successivo, il primo per la Elektra Records, si intitola “Everything is wrong” (con la partecipazione di Mimi Goese, storica cantante degli Hugo Largo). Uscito nel 1995, ottiene lo stesso scarso successo del precedente, nonostante un'accoglienza favorevole della critica. Il musicista pubblica quindi “Animal Rights” nel 1996, preceduto dal singolo controverso “That's when I reach for my revolver”. Il ritorno al punk rock disorienta completamente i fan che si aspettavano un disco di musica ambient. Moby decide quindi di tornare all'elettronica con “I Like to Score”, una raccolta di composizioni, alcune delle quali vengono poi riprese in alcuni film, come il pezzo “God Moving Over the Face of the Water” che accompagna la scena finale di Heat di Michael Mann. Si chiama "Dive Deep" il nuovo album dei Morcheeba in vendita in tutti i negozi di dischi a partire dallo scorso 4 febbraio. Dal disco d’esordio "Who can You Trust?", che risale al 1996, sono cambiate molte cose. Il duo composto da Paul e Ross Godfrey è orfano, da ormai cinque anni, della vocalist originaria della band Skye Edwards. Nel nuovo album hanno deciso di non sostituire Skye con un'altra persona, ma le voci che la rimpiazzano sono molteplici: dall’inglese Judie Tzuke, interprete del nuovo singolo "Enjoy The Ride", a Thomas Dybdahl, Cool Calm Pete e Manda. Anche il sound non è più lo stesso: abbandonato quasi definitivamente il pop degli ultimi dischi e finalmente tornano sugli standard a cui ci avevano abituati negli anni andati. Dopo la caduta di tono del precedente e sperimentale “The Antidote”, un disco senza capo ne coda, questo “Dive Deep” ci riporta i fratelli Godfrey, ad un livello compositivo alto, con le sonorità ed i ritmi tipici del trip hop. L’album richiama un po' i primi lavori, (il passato glorioso non si rinnega) ma al contempo ha anche una sua nuova identità negli stumentali “Thumbnails", "One Love Karma" e "Hemphasis”. Sono anche tornate le sonorità acustiche presenti con ritmiche cadenzate tanto care ai Morcheeba. Questo è un lavoro sintetico e di ampio respiro al tempo stesso, che si dipana lungo le maglie della tecnologia non solo per la produzione e l'assemblaggio dei suoni (che peraltro non corrono solo lungo i binari dell'elettronica), quanto soprattutto per le possibilità creative e relazionali che la Rete offre. È attraverso MySpace, ad esempio, che i Godfrey sono stati contattati dalla cantante francese Manda: loro hanno accettato di buon grado, ottenendo in cambio la voce sinuosa di 'Gained the World' (and lost my soul), l'interpretazione in stile Morcheeba di 'Au-dela' e l'eleganza di 'Blue Chair', prima traccia in francese nel repertorio dei Morcheeba. Un'altra prima volta è 'Run Honey Run', unica cover che il duo inglese abbia mai messo in un album, uno dei pezzi meno conosciuti di John Martyn che fa aderire il folk originario a una sorta di tappeto trip hop punteggiato di scratch e didgeridoo. In una recente intervista rilasciata a La Repubblica, Paul e Ross hanno raccontato del disco rapportato alla crisi che li ha investiti dopo l'uscita dal gruppo di Skye: "Questo album è stato una terapia. Nei nostri primi dischi raccontavamo la vita nella nostra città e la voglia di uscirne per scoprire il mondo. Dive Deep è invece la rappresentazione della confusione che attraversammo alcuni anni fa, quando capimmo che eravamo diventati adulti mentre pensavamo ancora che per essere musicisti e artisti bisognasse sempre comportarsi come bambini. Fu uno choc pensare che eravamo trentenni e avevamo nuove responsabilità. Così la depressione di mio fratello è diventata l'ispirazione più forte per questo album". E poi più nello specifico sul disco: "Dive Deep è un album inciso quasi in presa diretta. Tutti noi amiamo la musica tradizionale, io ascolto blues tutti i giorni. Ci hanno ispirato la bellezza e le emozioni della vecchia musica, ma c'è anche molta tecnologia, restiamo legati a quell'idea di proiettare la musica nel futuro tipica degli anni Novanta. Credo che la bellezza scaturisca sempre dall'incontro tra vecchio e nuovo. Non credo che i Morcheeba abbiano mai composto degli smashing hits. Il mio divertimento è scrivere belle canzoni, il più vicino possibile a uno smashing hit, senza necessariamente raggiungerlo. La cosa fondamentale è però scrivere liberamente, senza pensare a un singolo possibile o alla riuscita radiofonica dei brani. Dive Deep è un album che vuol immergere completamente l'ascoltatore in un ambiente liquido, in un mondo di suoni dal quale riemergere completamente rinnovati". Appena 40 minuti per ascoltare il nuovo progetto di Paul e Ross, sempre più aperto alla "rete" e all'idea del collettivo ed è "collection", forse più album, il termine più adatto all'insieme di queste undici tracce, che non faranno dire "mai sentito prima", ma che riescono a insinuarsi nell'orecchio e richiamano all'ascolto continuato per ore, al limite della dipendenza. Ricordiamo che il duo presenterà dal vivo Dive Deep anche in Italia, e più precisamente il 17, il 18 e il 19 maggio prossimi rispettivamente a Mantova, al Teatro Sociale, a Roma, all'Auditorium della Conciliazione e a Milano al Teatro Smeraldo. Il 1990 segna il confine tra la Dance Music e la House Music. A sua volta, la House music genera altri "filoni" musicali da discoteca, la "Techno" che ha come caratteristica principale sonorità più incisive alle basse frequenze (cassa ritmica, e basso analogico), poi la "Underground", dove incide molto l'influenza funky-soul (forse la più "musicale" dei generi "dance" attuali) e dove c'è maggior consenso e partecipazione da parte delle pop-star e rock-star (che chiedono l'intervendo dei Dj underground più affermati per remixare un loro successo), il genere "Down beat", che ha come caratteristica una ritmica lenta, appunto, e la "Commerciale" che comprende i brani di maggior successo tra tutti gli altri generi appena elencati (per intenderci, quelle programmate di più nelle Radio italiane). La definizione di House Music è comunque ampliata a tutto il fenomeno dance dal '90 in poi, per poter identificare quel tipo di musica Dance fatta in casa. Il fenomeno House Music, quindi, interessa anche i non musicisti, che con l'utilizzo di campionatori e strumenti musicali sempre più sofisticati, sono in grado di comporre brani da discoteca. Ci provano in tanti, ma alla fine bisogna fare i conti con il limite della propria bravura, e il processo di "raffinazione" miete vittime, tanto che nelle classifiche di vendita si nota un calo clamoroso di presenze dei brani da discoteca (forse perché sono spariti anche i 45 giri per lasciare il posto alle "compilation" su CD?). Comunque i "mostri sacri" non ci lasciano, Madonna continua la sua carriera travolgente piazzando al 6° posto in classifica il brano Vogue, che si ispira ad un nuovo ballo, e al 76° posto con Keep it together, mentre il gruppo più rappresentativo della nuova ondata di musica "Techno" sono gli Snap con The power, Oops up e Cult of snap, seguono i Technotronic con Pump up the jam e Get up. Per quanto riguarda invece la "Downbeat", un gruppo sopra tutti: i Soul II Soul che con A dreams a dream, Get a life e People fanno storia. Segue un remix di un brano anni '80 della Sos Band (Just be good to me) dal titolo Dub be good to me, questa volta sono i Beats international. Il panorama Italiano vede ancora i Black box fare man bassa, con Everybody everybody e I don't know anybody else, ma l'acutezza di un Dj italiano si spinge oltre... Stringendo un'accordo musicale con Orlando Johnson il Dj Stefano Secchi ci regala I say yeah, splendido e indimenticabile. Una bella sorpresa sono i Double Dee che sfoggiano una voce solista di tutto rispetto: Dany . Ed è subito un successo, il brano è Found love. Da sottolineare un nuovo personaggio prodotto da Claudio Cecchetto, questa volta tocca a Fiorello conquistare la classifica con Spiagge. Dall'estero, ci arrivano pochi successi, tra cui I can't stand it dei Twenty 4 Seven, I've been thinking about you dei Londonbeat, All around the world di Lisa Stansfield, Hello Afrika di Dr. Alban, (che rispolvera le sonorità "Afro" degli anni '80) Street tuff dei Double Trouble (quest'ultimo degno rappresentante dell'Hip-House, fusione tra il genere Rap "Hip-Hop" e appunto la "House-Music"). Da segnalare un brano divertente dei Jive Bunny & The mastermixers che come una meteora passano e se ne vanno, ma lasciano un bel ricordo con Swing the mood. Nelle discoteche si sta vivendo il fenomeno della tendenza, un periodo in cui la discoteca acquista una propria identità, proponendo Dj che suonano uno specifico genere musicale. Ci sono quindi Discoteche che "fanno" House, altre che fanno Underground, altre ancora che fanno Techno (da cui nasce un'altro "sotto-genere" che sarà la Progressive), o che fanno Commerciale, quindi, più importante che mai per il Dee Jay, è scegliere quale tipo di musica proporre, per ottenere il consenso del pubblico da discoteca. Già, perché ora il pubblico da discoteca sa che musica vuole ballare (e ascoltare), e si divide: chi segue locali di moda o di "tendenza" appunto, o locali che invece rimangono legati a canoni più classici. Ma le vendite sono un'altra cosa, anche se in netto calo rispetto agli altri anni, abbiamo comunque delle piacevoli sorprese, soprattutto per quanto riguarda il fenomeno "Commerciale" italiano, dove troviamo ancora i Black Box con un remix di un brano degli Earth Wind & Fire dal titolo Fantasy, la conferma della splendida voce di Double Dee con Dont'you feel, un grande exploit di Dj Herbie alias Dj H. che ci regala I like it, Move your love e Think about, e il battesimo del Dj Francesco Zappalà che con We gotta do it si fa conoscere al grande pubblico, seguono poi Rockin' romance - Joy Salinas, We need freedom - Antico, So hard - L.U.P.O., Everybody - FPI Project (un gruppo che farà parlare di se), Sucker DJ - Dimples D., Muoviti muoviti - Jovanotti, I need you - 49ers (una granze produzione italiana destinata a fare la fortuna di questo gruppo) per finire con Everybody's free (to feel good) di Rozalla . Ri-esplode anche il genere "Downbeat" che con gli Enigma riceve gli onori che merita grazie a Sadeness e Mea culpa, poi i Banderas con This is your life, ancora Lisa Stansfield con Change, e i De La Soul con Ring ring ring. Dall'estero ci arrivano due successi di Christal Waters, uno è Makin Happy e l'altro è Gipsy woman destinato a spopolare durante tutta l'estate, poi Dee-lite con Groove is in the heart e Milli Vanilli con Keep on running. POOH - Beat Rigeneration JACK JOHNSON - Sleep Through The Static JOVANOTTI - Safari SHERYL CROW - Detours LENNY KRAVITZ – It is Tme for a Love... ALICIA KEYS - As I Am DAVIDE VAN DE SFROOS - Pica! LENNY KRAVITZ - It Is Time For A Love… GIANNA NANNINI - Giannabest aavv - 2008 Grammy Nominees MICHAEL JACKSON - Thriller Colonna Sonora - Juno AMY WINEHOUSE - Back to Black MARY J BLIGE - Growing Pains EROS RAMAZZOTTI - E² K.D. LANG - Watershed LIGABUE - Primo Tempo MILEY CYRUS - Hannah Montana 2 ANDREA BOCELLI - Vivere TAYLOR SWIFT - Taylor Swift MONODIA - Fermo Immagine JACK JOHNSON - Sleep Through The Static M. JACKSON - Wanna Be Startin' Somethin NICKELBACK - All The Right Reasons NERI PER CASO, M. BIONDI - MICHAEL JACKSON - Thriller What A Fool Believes ELVIS PRESLEY - Baby Let's Play House ADELE - 19 TIMBALAND con ONE REPUBLIC - Apologize MORRISSEY - Greatest Hits LEONA LEWIS - Bleeding Love MICHAEL BUBLE' - Call Me Irresponsible JOVANOTTI - Fango AMY MCDONALD - This Is The Life RIHANNA - Don't Stop The Music SCOUTING FOR GIRLS - Scouting For Girls JOVANOTTI - A Te MIKA - Life In Cartoon Motion ALICIA KEYS - No One ONE NIGHT ONLY - Started A Fire Qual è il ruolo di Jovanotti nel contesto della musica italiana del nuovo millennio? A inizio carriera era il dissacratore, quello che se ne fregava di tutto e di tutti, il ragazzo spigliato e sicuro a cui tutti volevano assomigliare e per questo veniva idolatrato dagli adolescenti di allora. Poi il suo pubblico è cresciuto, e verso la fine degli anni ‘90, a partire da Ragazzo Fortunato in poi, ha assunto il ruolo di “profeta generazionale”, giovane e con tanti sogni nel cassetto, che avrebbe voluto cambiare il mondo con la sua musica. E oggi? Bè, oggi e più grande a probabilmente è semplicemente diventato un buonissimo cantautore, diviso tra passato e futuro, che non ha paura di sperimentare nuove forme di comunicazione, ma che non disdegna nemmeno gli schemi più classici. E secondo me è proprio in quest’ultimo frangente che Lorenzo in Safari supera se stesso. E’ nei brani più semplici solo voce e piano o voce e chitarra che tira fuori il meglio di se. Fango è un pezzo che non ha bisogno di presentazioni, bello, profondo, e in cui la chitarra di Ben Harper aggiunge quel qualcosa in più che lo rende veramente unico. Stesso dicasi per A Te, Come Musica e Innamorato, splendidi lenti che toccano, emozionano e commuovono. In queste tracce Jovanotti raggiunge picchi di qualità elevatissimi. E anche il resto del disco è molto valido. Negli altri brani Lorenzo si diverte a giocare con suoni più articolati e ricercati, mescolando tradizione musicale nostrana a sonorità più esotiche, e il risultato è quasi sempre fresco e piacevole. Ben fatto! Nuova fatica per i canadesi Simple Plan. Terzo album della loro carriera e come hanno voluto sottolineare col titolo, un album che segna una svolta nella loro musica. Ed effettivamente la differenza rispetto ai due precedenti album è più che evidente. Come loro stessi hanno tenuto a precisare “si tratta sempre del tipico suono dei Simple Plan, ma ad un livello superiore”. E questa penso che sia la definizione che meglio descrive questo lavoro. E’ innegabile infatti che il disco abbia un suono decisamente più maturo, e anche i testi sono Safari Jovanotti Mercury 12 Simple Plan Simple Plan Atlantic Records 11 + 2 Amen Baustelle Atlantic - Warner 17 E' ancora possibile nel 2008, in questa Italia, prendere la realtà quotidiana, farne poesia e mettere tutto in una canzone pop/olare? Si può canticchiare una tragedia sotto la doccia? Questo disco è qui a dirci di sì. Ci racconta miserie quotidiane, i barboni alla stazione e la tragedia del piccolo Alfredo, il declino dell'impero e la ribellione adolescenziale, i sogni d'amore e i resti del ventesimo secolo nei ricordi di un centenario, Baudelaire e Piero Ciampi. Giocando sui contrasti con melodie sofisticate, ritmiche accattivanti, ritornelli assassini. Frullando rimandi e citazioni della migliore canzone d'autore e uscendone con grande personalità. Con i loro testi i Baustelle pongono una serie di interrogativi, aprono spazi di riflessione, senza l'urgenza di dare delle risposte certe. Da notare "Il liberismo ha i giorni contati" che ha un ritornello davvero orecchiabile e tutte le carte in regola per uscire come secondo singolo estratto. Il testo a volte sembra un po’ banale… ma dai, stando a quella che è la musica in Italia oggi que- più adulti; spariscono le classiche tematiche adolescenziali, i primi tormentati amori, il difficile rapporto genitori figli, la voglia di crescere per sfuggire ad una realtà che va troppo stretta, a favore di tematiche più classiche. Il disco suona più rock rispetto al passato e meno punk rock: le atmosfere si rilassano e i toni si distendono, ma il cd rimane comunque fresco e grintoso, e soprattutto non si evidenziano cali di tensione, che rimane a buoni livelli per tutto lo scorrere della trcklist. In questo album inoltre i Simple Plan non hanno paura di sperimentare nuove sonorità. In pezzi come “The End” o “Generation”, per esempio, non hanno paura di giocare con l’elettronica, che però non si rivela mai troppo invasiva o fuori luogo, e non tradisce la vena rock del disco. Qualche pezzo come “ “Time to Say goodbye” ci riporta ai suoni di un passato non troppo lontano. E poi non manca la ballatona come “I can’t Wait forever”. Un disco onesto e diretto, magari non innovativo, ma grintoso e piacevole in ogni situazione. MTV Unplugged Alex Britti Universal 16 sto testo sta un centinaio di spanne sopra la media. Veramente un pezzo che merita molte attenzioni. Nota particolare la merita anche "Alfredo" pezzo che parla di Alfredino Rampi che nell’81 cadde in un pozzo profondo 80 metri e ci rimise la vita, ma tutto fu freddamente ripreso e mandato in onda dalle emittenti televisive perché si pensava che la vicenda potesse concludersi rapidamente, ed invece finì nel modo peggiore.Un pezzo da brividi, specie quando parte la seconda strofa… da pelle d’oca. Amen. Quello di MTV Unplugged ormai è un marchio universalmente riconosciuto e che non ha bisogno di troppe presentazioni, oltre che a rappresentare un vero e proprio sigillo di qualità per i dischi sui quali è apposto. Ora il fenomeno finalmente sta pian piano iniziando a prendere piede anche qui nel nostro paese e speriamo che raggiunga i livelli che a raggiunto per esempio negli ultimi anni negli Stati Uniti. La prima artista italiana a sottoporsi all’esperimento fu giorgia, con risultati più che buoni, ed ora è arrivato il turno di Alex Britti. Parti- colare attenzione merita questo lavoro alla luce della straordinarie e universalmente riconosciute doti di chitarrista del musicista in questione. Il disco, che ricordiamo raccoglie i più grandi successi del cantautore romano suonati dal vivo riarrangiati in chiave rigorosamente acustica, ripercorre e rilegge sotto una nuova luce i momenti più significativi della carriera di un grande artista, partendo da “Solo una volta (o tutta la vita)” per arrivare all’inedito “Milano” passando per successi come “7000 caffè”, “Oggi Sono io” o “La Vasca”. Canzoni che tutti conosciamo e abbiamo canticchiato nel traffico o sotto la doccia, e che in questa nuova versione vivono una seconda giovinezza e assumono un fascino del tutto nuovo. E poi i sontuosi assoli di chitarra inseriti all’interno dei pezzi o tra un brano e l’altro sono una festa per gli occhi (ricordiamo che il cd è accompagnato dal dvd che contiene la registrazione della serata) e soprattutto per le orecchie. In questo cd vengono fuori le doti di un chitarrista veramente unico. Ci sono artisti che si rischia di dare per dispersi. Uno di questi è Lenny Kravitz, un po' perché il suo ultimo album è di quasi 4 anni fa, un po' perché da qualche anno il suo enorme talento sembrava più orientato al pop che al rock. Contrordine: Lenny Kravitz è vivo e lotta per sopravvivere. Certo, i bei tempi di “Are you gonna go my way” sono passati ma con album Lenny pare abbia ritrovato la voglia di dire cose, anzi di urlarle in faccia. “It is time for a love revolution” è stato scritto e inciso praticamente da solo, ed è un disco di rock diretto, colorato da una magnifica voce soul. Riff di chitarra granitici e poca elettronica. Il sound è molto fine anni Sessanta inizio Settanta come in Bring it on (il pezzo più interessante in assoluto) e Love revolution. Chiaro e quasi “scontato” anche il tributo ai maestri David Bowie (Good morning) e Rolling Stone (Dancin’ till down), fino ai Red Hot Chili Peppers come nel caso di Love love love. Ma quello che più colpisce sono i testi. Kravitz il suo meglio lo tocca da sempre parlando di se (in I’ll be waiting su tutte ma anche in A Long and sad goodbye) ma questa volta non disdegna un inedito profilo sociale parlando, senza filtri, anche della guerra in Iraq nelle due canzoni che chiudono l’album: Back in Vietnam e I want to go home. Sicuramente non sarà neanche un disco che cambierà la storia della musica. Ma finalmente Kravitz sembra aver messo da parte (quasi) tutta la faciloneria che ha spesso esibito in passato per dedicarsi a fare musica e basta. l progetto Freve da Samba è stato ideato da due musicisti, Daniele Galletta e Claudio Gucchierato, nati a Venezia ma di adozione brasiliana. I due vantano una lunga esperienza musicale nel territorio Veneto e in Brasile. Il gruppo nasce nell'estate del 2004 con la formula di fondere ritmi e atmosfere brasiliane su testi in dialetto veneziano. Così prende forma la "BrasilVenezia". Dopo numerosi concerti in vari luoghi e un demo registrato nel 2006 di musica popolare brasiliana è uscito nei negozi veneziani e su iTunes il primo lavo- It is time for a... Lenny Kravitz Island - Universal 12 Samburinha Freve da Samba autoprodotto 4 Parco Sempione Elio elst Pelo Ponneso Pica! Davide Van De Sfroos Many - Venus dist. 15 E’ una congiunzione tra vecchio e nuovo, un ponte tra passato e innovazione il nuovo album di Davide Van De Sfroos “Pica!”. Mi spiego: nell’insieme il disco suona un po’ diversamente dal precedente “Akuaduulza” (che si presentava in generale un po’ più lento e riflessivo) e va a ripescare quelle atmosfere un po’ più allegre e folkeggianti dei precedenti lavori “...e semm partii” e “Breva e Tivan”. In realtà non si tratta di un passo indietro ma di un ulteriore evoluzione , in quanto il cantautore lariano ha preso il sound dei vecchi album e l’ha impastato con dosi di blues, jazz, country, rock, pop, cantautorato italiano vecchia scuola, generando una creatura piacevole ed intrigante, ascoltabile a diversi livelli, in macchina nel traffico o in casa al buio. Ma soprattutto ci sono le storie da ascoltare, storie di persone realmente esistite che vengono raccontate con un trasporto e una chiarezza che incantano. Così ci sembra di incontrare in prima persona personaggi co- ro discografico interamente autoprodotto intitolato "Samburinha". Il cd in realtà è un extended play contenente 4 brani originali del gruppo. Le musiche e i testi di tutti i brani presenti nel cd sono scritti da Daniele Galletta. Accanto ai due musicisti protagonisti figurano alcuni ospiti invitati ad arricchire il groove del gruppo. Il progetto promuove uno scambio culturale con le numerose associazioni di emigranti veneti in Brasile e nel mondo, certi di fare cosa gradita a una popolazione numerosa che continua a mantenere il legame con la madre patria proprio attraverso il dialetto. Nel disco vengono raccolte storie di vita quotidiana raccontate ironicamente alla luce di un gusto tutto veneziano. Infatti, ad un sapiente mix di samba, choro, baião, maracatù e batucada si fondono influenze varie, un po’ di melodia italiana, echi di jazz, sonorità new age e molti piccoli spunti provenienti dal background musicale degli artisti veneziani. me il minatore di Frontale, il contrabbandiere Cimino, L’Alain Delon di Lenno o il costruttore di motoscafi. Da segnalare due perle di rara bellezza: “New Orleans” (già ghost track del DVD Ventanas) maturata durante un viaggio nelle terre martoriate dall’uragano Catrina e “40 pass”, struggente pezzo solo voce e piano (questa è una grossa novità) in cui si intrecciano le storie di tre personaggi che dal lago si trasferiscono a Milano in cerca di fortuna con tutti i problemi che incontrano e i timori che li accompagnano. Un bel disco, che tiene compagnia e racconta storie che arricchiscono. E’ più di un video quello che Elio e le Storie Tese hanno voluto realizzare per “Parco Sempione”, primo estratto dall’album “Studentessi”, è un vero e proprio mini film in cui la tensione è l’elemento maggiormente caratterizzante del lavoro. Per la regia di Pelo Ponneso e con la partecipazione di guest star del calibro di Maccio Capatonda, Ivo Avido e Rupert Sciamenna, Parco Sempione riprende il cult del cinema horror “The Ring” e ne rifà una rivisitazione in chiave nostrana, in cui i suonatori di bonghi tornano sulla terra per infestare i nostri parchi cittadini. Chi si cela in realtà dietro tutta la vicenda e come va a finire la storia lo scoprirete solo vedendo il video. Se riuscite a reggerlo.... Dare to Live Bocelli Pausini Sugar music Da un mese impazza in radio “Dare to Live (Vivere)”, il secondo singolo di Andrea Bocelli tratto dall’album “Vivere – The best of Andrea Bocelli”, un grande successo internazionale con tre milioni di copie vendute in tutto il mondo. Andrea Bocelli e Laura Pausini, i due artisti italiani più amati all'estero, duettano in un brano che esalta l'avventura più intensa di ogni essere umano: vivere la vita fino in fondo, senza rimpianti e con l' animo aperto verso il prossimo. La collaborazione tra i due artisti si è rivelata particolarmente riuscita, tanto unica e speciale che questa versione inedita del brano, in cui Laura canta in inglese, è stata successivamente selezionata per far parte del “Best of”. “Dare to live” è anche un videoclip (regia di Beniamino Catena), in parte girato in Africa, che ha come tema portante l'acqua, metafora della lotta alla povertà, e testimonia il sostegno dei due artisti ad ActionAid. LENNY KRAVITZ E’ arrivato il momento del ritorno in grande stile, dopo qualche tempo d’assenza, di Lenny Kravitz, che torna con la sua ultima fatica “It’s Time for a Love Revolution”, anticipato dal singolo “I’ll be there”. Un pezzo molto in stile Kravitz che sta già scalando le classifiche di mezzo mondo. I'll Be Waiting Lenny Kravitz BAUSTELLE Charlie fa Surf Baustelle It’s Time For A Love Revolution Amen Virgin records US Atlantic Records He broke your heart He took your soul You're hurt inside Because there's a hole You need some time To be alone Then you will find What you always know I'm the one who really loves you baby I've been knocking at your door As long as I'm living, I'll be waiting As long as I'm breathing, I'll be there Whenever you call me, I'll be waiting Whenever you need me, I'll be there I've seen you cry Into the night I feel your pain Can I make it right I realized there's no end inside Yet still I'll wait For you to see the light I'm the one who really loves you baby I can't take it anymore As long as I'm living, I'll be waiting As long as I'm breathing, I'll be there Whenever you call me, I'll be waiting Whenever you need me, I'll be there You are my only I've ever known That makes me feel this way Couldn't on my own I want to be with you until we're old You have the love you need right in front of you Please come home As long as I'm living, I'll be waiting As long as I'm breathing, I'll be there Whenever you call me, I'll be waiting Whenever you need me, I'll be there Lui ha spezzato il tuo cuore lui ha preso la tua anima, tu sei ferita dentro perchè c’è un buco tu hai bisogno di un po’ di tempo per stare da sola poi troverai quello che hai sempre saputo Vorrei morire a questa età vorrei star fermo mentre il mondo va ho quindici anni Programmo la mia drum-machine e suono la chitarra elettrica vi spacco il culo è questione d’equilibrio non è mica facile io sono l'unico che ti abbia realmente amata, tesoro ho bussato alla tua porta per tutto questo tempo finchè vivrò, aspetterò finchè respirerò, sarò lì quando mi chiamerai, aspetterò quando avrai bisogno di me, sarò lì ti ho visto piangere nella notte sento il tuo dolore posso fare qualcosa per alleviarlo? ho capito che non c'è una fine dentro e aspetterò ancora te per vedere la luce sono l'unico che ti ama davvero, tesoro non ce la faccio più finchè vivrò, aspetterò finchè respirerò, sarò lì quando mi chiamerai, aspetterò quando avrai bisogno di me, sarò lì sei l'unica che abbia mai conosciuto che mi faccia sentire in questo modo non potrei farcela da solo voglio stare con te finchè saremo vecchi hai l'amore di cui hai bisogno proprio di fronte a te per favore torna a casa finchè vivrò, aspetterò finchè respirerò, sarò lì quando mi chiamerai, aspetterò quando avrai bisogno di me, sarò lì Aspetterò E vi proponiamo questo mese anche il testo di “Charlie Fa Surf”, bellissimo e discusso brano dei Baustelle che ha anticipato l’uscita del loro ultimo album “Amen” e di cui abbiamo già parlato nel numero scorso. Come molti di voi già sapranno il pezzo è ispirato ad un opera del controverso scultore Cattelan “Charlie don’t Surf” in cui un bambino viene rappresentato con le mani inchiodate al banco di scuola con delle matite, di cui potete vedere qui sotto una foto. Charlie fa surf, quanta roba si fa MDMA* ma ha le mani inchiodate se Charlie fa skate, non abbiate pietà crocifiggetelo, sfiguratelo in volto con la mazza da golf alleluja alleluja Mi piace il metal, l’r’n’b ho scaricato tonnellate di filmati porno e vado in chiesa e faccio sport prendo pastiglie che contengono paroxetina Io non voglio crescere andate a farvi fottere Charlie fa surf, quanta roba si fa MDMA* ma ha le mani inchiodate da un mondo di grandi e di preti fa skate non abbiate pietà una mazza da baseball quanto bene gli fa alleluja alleluja * MDMA: 3,4-metilenediossimetamfetamina, conosciuta anche come MD, Ecstasy, XTC, E, Adam. Baustelle Amen Tour 2008 Pordenone, Deposito Giordani dal 29 febbraio Ticketone.it www.milanoconcerti.net Parte il 29 febbraio dal Deposito Giordani di Pordenone il nuovo tour dei Baustelle, una delle band più innovative, raffinate e di spessore del panorama musicale italiano. La band presenta dal vivo Amen, il nuovo album uscito il 1° febbraio che, trascinato dal coinvolgente singolo “Charlie fa Surf” è già un grande successo! Nel box qui sotto trovate l’elenco di tutte le date del tour. Baustelle Him 01/03 Vicenza, Max live 07/03 Torino, Hiroshima Mon Amour 08/03 Bologna, Estragon 14/03 Roma, Alpheus 15/03 Milano, Rolling Stone 27/03 Firenze, Viper Theatre 28/03 Rimini, Io Street Club 29/03 Ancona, Barfly 06/03 Milano, Alcatraz 07/03 Firenze, Saschall 08/03 Modena, Vox Editors 28/03 Milano, Alcatraz 29/03 Rimini, Velvet Modena City Ramblers 07/03 Orzinuovi (BS), Buddha 13/03 Firenze, Saschall (Irlanda in festa) 14/03 Roncade (TV), New Age Club 15/03 Bologna, Estragon (Irlanda in Festa) 21/03 Trezzo D’Adda (MI), Live Club 28/03 Roma, Alpheus Alex Britti 08/03 Genova, Teatro Politeama 10/03 Bologna, Teatro delle Celebrazioni 12/03 Cesena, Teatro Carisport 14/03 Roma, Auditorium della Conciliazione 17/03 Napoli, Teatro Acacia 19/03 Bari, Teatro Team 26/03 Firenze, Teatro Puccini 28/03 Milano, Teatro Smeraldo 30/03 Torino, Teatro Colosseo Simple Plan 07/04 Milano, Rolling Stone The Cure 29/02 Roma, Palalottomatica 02/03 Milano, Palasharp Tokio Hotel 25/03 Roma, Palalottomatica Vanilla Sky 08/03 Pinarella di Cervia, Rock Planet 21/03 Mirandola (MO), Aquaragia 22/03 Milano, Musicdrome Subsonica 07/04 Roma, Palalottomatica 08/04 Eboli (SA), Palasese 13/04 Perugia, Palaevangelisti 14/05 Roseto (TE), Palasport 15/05 Andria (BA), Palasport 20/05 Treviso, Palaverde 21/05 Modena, Palapanini 22/05 Rimini, 105 Stadium 26/05 Torino, Mazda Palace Giorgia 01/03 Parma, Palaraschi 02/03 Brescia, Palasport 10/03 Palermo, Palasport 11/03 Catania, Palasport 13/03 Napoli, Palapartenope 15/03 Roma, Palalottomatica Verdone ci riprova Vuole bissare il successo di film come Bianco, Rosso e Verdone Parlami d’Amore non c’è spazio per confronti né rimpianti” conclude. Leo, il ragazzotto ingenuo di "Un sacco bello", lo ritroviamo sposato con una moglie autoritaria (''ogni tanto gli mette anche i piedi in testa'') che ha conosciuto in un campo scout. Lui è religiosissimo, molto cattolico e ha chiamato i figli come due papi, Clemente e Sisto. Il professor Callisto Cagnato invece diventa più diabolico: ora non è solo logorroico e asfissiante ma ha anche una doppia personalità come dottor Jeckill e Mr. Hyde, ha seppellito varie mogli e tormenta il figlio. 1 € 2.672.750 Caos Calmo 2 € 1.126.298 Asterix e Obelix alle Olimpiadi € 923.965 30 Giorni di Buio 2 2 € 647.129 La Guerra di Charlie Wilson 2 € 579.867 Scusa ma ti Chiamo Amore € 501.260 Into the Wild € 457.447 Sogni e Delitti € 435.871 Il Petroliere € 361.118 American Gangster € 310.397 Box Office del weekend dal 15/02/2008 al 17/02/2008 4 4 3 1 5 "Grande, grosso e... Verdone"? "Sarà un piccolo documentario sulla cafoneria''. Con la sua fatica numero 21, nei cinema dal 7 marzo, Carlo Verdone resuscita tre dei suoi più riusciti personaggi, (il goffo Leo, il professor Callisto Cagnato e il pedante Raniero), tutti rivisti e invecchiati. "Anche loro sono cambiati - spiega a Vanity Fair - hanno mogli, figli e soprattutto si devono confrontare con la volgarità di oggi"' spiega. "Negli ultimi anni ho fatto solo commedie intimiste dice Verdone, spiegando perché ha riaperto il dialogo con i personaggi che l'hanno reso famoso - Però di recente al mio fan club sono arrivate tantissime email, circa 1.500, da persone di ogni età che chiedevano tutte la stessa cosa: torna a fare i personaggi. E questo mi ha spiazzato. Così ho chiesto consiglio a mio figlio Paolo, che ha vent’anni". "Papà, devi trovare la chiave giusta. Se li rifai come erano allora combatti con il tuo passato e sbagli di sicuro" ha risposto il ragazzo. Così ecco che, chiamati a raccolta tutti i suoi sceneggiatori, vecchi e nuovi, Verdone ha deciso di "estrarre da ogni personaggio il suo Dna e di farlo crescere". "Alla fine credo di aver fatto un bel film dove Nel cast, accanto a Verdone, ci sono Claudia Gerini, Geppi Cucciari e la modella Eva Riccobono. Nel mirino, questa volta, c'è "la volgarità dilagante e un certo tipo di italiano: di giorno tutto principi e moralità, di notte ipocrita e sconsiderato" spiega Verdone, amareggiato e deluso per come si è chiusa l'ultima legislatura e convinto che "questi signori non rappresentano il Paese: noi tutti siamo molto meglio di loro”. In attesa del tour promozionale che porterà il film nelle maggiori città del Paese, Verdone assicura che "Grande, grosso e Verdone" ha già superato la prima prova. "Finora l’hanno visto solo cento persone, in pratica il personale della casa di produzione (la Filmauro, ndr). Da sentirsi male... De Laurentiis, dopo la proiezione, mi ha detto di uscire dalla sala perché tutti i presenti avrebbero dovuto rispondere a un questionario ed esprimere un voto. Per me è stata una sorpresa tremenda! Mi sono ritrovato in corridoio a fumare, aspettando il verdetto. Neanche agli esami universitari mi sono sentito così". Inutile dire che il giudizio è stato positivo: "Ho preso dal sette e mezzo al dieci e lode - svela. - Ma un po’ me lo aspettavo: il film è venuto bene, l’abbiamo scritto ridendo e il cast è fantastico". Grazie al Wall Street Journal, si è riuscito a sapere in anteprima il plot del terzo lungometraggio della serie Toy Story, che sarà diretto da Lee Unkrich, già coregista del secondo episodio. In questa nuova storia, il giocattolo Woody, Buzz e i loro amici finiranno in un asilo, “riciclati” dopo che il loro padrone Andy parte per il college. Il film era originariamente in lavorazione, con una trama del tutto diversa, presso la Disney prima della fusione Disney-Pixar. Toy Story 3 è invece un originale Pixar, con uscita prevista il 18 giugno del 2010. Le prime immagini di "The Smurfs", il film in 3d sui Puffi diretto da Colin Brady e prodotto da Kerner Entertainment, sono state diffuse in occasione del 50esimo compleanno dei nanetti blu creati dal fumettista belga Pey. L'uscita del film, che riprenderà la storia della serie tv, colmandone alcune lacune narriative, è prevista per novembre 2008. Il produttore ha annunciato una trilogia simile al "Signore degli anelli". Distribuito da Paramount, The Smurfs rimarrà sostanzialmente molto fedele al cartone in 2d, anche se con novità nella grafica e l'introduzione di qualche personaggio nuovo. Con l’annuncio della Toshiba riguardante l’abbandono del progetto HD-Dvd, la Sony ha vinto la battaglia sul supporto video digitale ad alta definizione. Il suo Blu-Ray è il vincitore di un braccio di ferro durato 5 anni e nel quale non hanno giocato un ruolo importante solo le differenze tecnico-qualitative tra i due formati ma anche il mercato delle consolle per videogiochi: senza la spinta della PS3, la Sony avrebbe sicuramente trovato più difficile affermare il formato sul quale aveva scommesso. di NICOLA PICCHI La prima cosa che salta all’occhio vedendo “Non è un paese per vecchi” è che si tratta di un film molto poco “coeniano”, nel senso che mancano completamente sia l’eccentrico humour dei fratelli Coen che le loro caratteristiche derive verso il grottesco, ma anche l’esibita e gelida cerebralità di film come “L’uomo che non c’era”. Il film si mantiene rigorosamente fedele al bel romanzo di Cormac McCarthy, di cui conserva anche l’ellissi narrativa finale, ed i Coen riescono nella difficile impresa di trasferire sullo schermo la prosa scarna e disseccata dell’autore, spesso increspata da frasi dal sapore quasi biblico. Il film è ambientato in Texas, al confine con il Messico, nel 1980. Llewelyn Moss, andando a caccia, si imbatte in una consegna di droga finita male: sul posto sono rimasti solo una decina di cadaveri, macchine crivellate dalle pallottole, un cane morto, un bel po’ di eroina ed una borsa con due milioni di dollari. Moss decide di approfittarne, ma naturalmente sia messicani che americani si metteranno sulle sue tracce per recuperare i soldi. Ma la cosa peggiore è che Moss verrà braccato da Anton Chigurh, un killer sociopatico con un personalissimo senso dell’umorismo, mentre allo sceriffo Ed Tom Bell non resterà altro che assistere, impotente, all’inevitabile carneficina a Titolo originale: No country for old men USA: 2007 Regia di: Joel e Ethan Coen Genere: Thriller Durata: 122' Interpreti: Tommy Lee Jones, Javier Bardem, Josh Brolin, Woody Harrelson, Kelly Macdonald Sito web: www.nocountryforoldmen.com Nelle sale dal: 22/02/2008 Voto: 8 venire. I fratelli Coen firmano un thriller nerissimo di rara asciuttezza, fin troppo rigoroso e senza una sbavatura, scandito da dialoghi ridotti all’osso, colonna sonora inesistente ed improvvisi scoppi di violenza. Moss e Chigurh, preda e cacciatore, disegnano itinerari astratti nel desertico panorama del New Mexico e, quando si incontrano, il silenzio è rotto solo dall’eco delle detonazioni. Il pallidissimo Anton Chigurh di Javier Bardem è un’inarrestabile macchina di morte con un’assurda pettinatura anni ‘60, che decide il destino delle sue vittime con il lancio di una moneta per poi eliminarle con un’arma ad aria compressa, la stessa che si usa per macellare il bestiame. Llewelyn Moss è un uomo che cerca di cogliere al volo quella che considera l’occasione della sua vita, e Josh Brolin ne rende con misura il calmo furore e la determinazione a sopravvivere a tutti i costi, aderendo perfettamente al personaggio. Lo smarrito sceriffo Ed Tom Bell, interpretato da un magistrale Tommy Lee Jones, è colui che commenta la vicenda, un riluttante spettatore annichilito dalla violenza e dall’avidità di cui si trova involontario testimone. Inutile dire che il punto di vista di Ed Tom è anche quello di McCarthy. Una riflessione quasi metafisica e priva di retorica su una (presunta) perdita dell’innocenza dell’America, sull’immanenza del male e sul baratro morale spalancato sotto i piedi di tutti noi. L’America di “Non è un paese per vecchi” in realtà dimostra di non essere un paese per nessuno, compresi i cowboy fuori tempo massimo come Llewelyn Moss ed i nostalgici di una presunta “età dell’oro” come Ed Tom, secondo cui “Quando non si sente più dire Grazie e Per favore, vuol dire che la fine è vicina”. I Coen si comportano di conseguenza e rinunciano agli stereotipi del genere, negando qualsiasi risolutiva catarsi allo spettatore e brutalizzandolo con un memorabile finale tronco, di quelli che restano nella memoria e che inducono chi guarda ad un’attività di questi tempi poco praticata: pensare. Grande lavoro di tutto il comparto tecnico, dal montaggio, curato dai Coen sotto l’usuale pseudonimo di Roderick Jaynes, alla fotografia di Roger Deakins, che immerge i classici paesaggi americani in una sorta di straniante vuoto pneumatico, all’importantissimo sound design di Carter Burwell, entrambi loro collaboratori storici. Oltre alla straordinaria interpretazione dei tre attori principali, il film vanta un impagabile cameo di un ritrovato Woody Harrelson nel ruolo di un cowboy-dandy che risolve problemi, ed un’ottima interpretazione di Kelly Macdonald nella parte di Carla Jean, la moglie di Moss. Da antologia dell’humour nero (ma post Breton) alcuni dialoghi tra Ed Tom ed il giovane Vicesceriffo, la conversazione tra Chigurh ed il gestore di una stazione di servizio e quella, agghiacciante, tra lo stesso Chigurh e Carla Jean, la moglie di Moss. In definitiva, uno dei migliori film di questa stagione cinematografica, che sarebbe un peccato perdere. di RICCARDO BOLZANO Alex , trentasettenne, direttore creativo di una prestigiosa agenzia pubblicitaria incontra Niki, diciassettenne, e se ne innamora. I due trascorrono molto tempo insieme, inizialmente all'insaputa di tutti, poi con l'approvazione euforica delle amichette e lo scetticismo dei genitori e dei parenti. La excompagna di Alex torna a casa, decisa a restaurare il loro rapporto e tutto cambia. A Moccia non basta narrare frivole storielle d'amore per ragazzine, tantomeno limitarsi a descrivere i turbamenti adolescenziali, seppure in gran parte frutto della sua fantasia. Lo scrittore romano vuole dar vita ai propri testi, come se meritassero tanta attenzione, e richiamare nelle sale cinematografiche tutte le sue lettrici, stavolta non solo giovanissime ma anche cresciutelle ( a loro ci pensa Raul Bova ). Moccia unisce il mondo giovanile (il suo preferito, che vagheggia con insana nostalgia) a quello adulto, dei quarantenni, il suo insomma. Le giovani protagoniste escono fuori da una realtà che non è proprio reale: sono belle, magre (chissà, anoressiche?), vestite alla moda, tutte uguali esteticamente ma non caratterialmente: si va da Olimpia, la squinzietta del gruppo a Diletta, la più tranquilla che viene però canzonata dalle altre perché ancora vergine. Limitandosi ad un’analisi non tematica del Titolo originale: Scusa ma ti chiamo amore Italia: 2008 Regia di: Federico Moccia Genere: Commedia Durata: 105' Interpreti: Raoul Bova, Michela Quattrociocche, Veronika Logan, Luca Angeletti, Ignazio Oliva, Francesco Apolloni, Davide Rossi, Cecilia Dazzi, Luca Ward Nelle sale dal: 25/01/2008 Voto: 6- Film c’è poco da dire: la sceneggiatura riesce a stare tuttavia in piedi (ma di originale c'è ben poco), affidandosi molte volte alla voce fuori campo di Luca Ward, e impreziosita da citazioni di grandi scrittori sull'argomento amoroso. La regia è piatta ma non si può negare una latente abilità tecnica da parte di Moccia. C'è molto da ridire invece sulla recitazione: le quattro ragazzine non esitano a mostrarsi in tutta la loro bellezza (anche nel nudo), ma in quanto a capacità recitativa il livello è assai basso (per farsi un'idea basta guardare il trailer). La sostituzione di Bova (buona la sua interpretazione) a Scamarcio non sembra aver provocato grandi danni agli incassi (il film è stato primo in classifica lo scorso weekend). Moccia trascina i personaggi in un circolo vizioso, dove tradimenti, litigi e separazioni sono all'ordine del giorno: nulla è normale, è tutto un susseguirsi drammatico di eventi col conseguente stravolgimento dei valori famigliari e civili. Ragazzine, sul web, sono pronte ad affermare di essere state coinvolte in amori con uomini più grandi (peccato che la differenza di età sia di cinque o al massimo dieci anni!), disposte a tutto pur di difendere i loro scrittore preferito, ma il problema è che Moccia non sa nulla di loro. di ANNA MARIA PELELLA La troupe televisiva di un programma notturno è in visita alla sede dei pompieri per fare un servizio sul loro lavoro. Angela, la speaker è annoiata per via della totale assenza di allarmi, fino a che non arriva la richiesta d'aiuto per una persona rimasta intrappolata in un appartamento. L'allarme non è serio ma per la giornalista e il suo operatore arriva finalmente il momento di salire sul mitico camion rosso. Quando arrivano sul luogo della chiamata quello che troveranno è di sicuro qualcosa di inaspettato. Presentato a Venezia e di nuovo a Ravenna questo film tasta il polso allo stato di salute dell’horror, che in mano a registi di tal abilità sembra godere di ottima salute. Da tempo abbiamo notato il talento registico di Jaume Balaguerò, qui coadiuvato dal collega Paco Plaza, e anche in questo lavoro ambientato interamente nell’appartamento visto già in Para Entrar a Vivir e nel rispettivo palazzo, i due lasciano assai colpito lo spettatore. Il tutto accade per gradi, semplicemente così mentre ci annoiamo con Angela per la mancanza di azione, improvvisamente finiamo catapultati in tanto di quel movimento da rimpiangere la lentezza iniziale. Le scoperte dei pompieri, e della troupe televisiva sono a mano a mano più inquietanti e pericolose. Titolo originale: Rec Spagna: 2007 Regia di: Jaume Balagueró, Paco Plaza Genere: Horror Durata: 85' Interpreti: Manuela Velasco, Vicente Gil, Ferrán Terraza, Jorge Yamam, Carlos Vicente, Pablo Rosso, David Vert, Jorge Serrano Sito web: www.movies.filmax.com/rec Voto: 8 La vecchia signora urlante, per la quale erano stati chiamati si tramuterà nella sirena del giorno del giudizio, e tutto il palazzo si troverà incredibilmente catapultato in un filmaccio di quelli cattivi. Le caratteristiche culturali spagnole secondo le quali è buona norma parlare tutti insieme, rendono la situazione più caotica di quello che già sarebbe, mentre la blanda xenofobia e la normale cattiveria tra condomini, fanno sinistramente capolino nella narrazione scatenando momenti di ulteriore confusione. Il tutto è narrato concitatamente, attraverso il solo apparente uso della camera a mano che segue anche dove non richiesto, il movimento di tutti i condomini e le autorità presenti solo all’interno del palazzo. L’azione è tutta là, nessuna inquadratura neanche occasionale degli esterni, per meglio indurre la claustrofobia che lo spettatore, ignaro come i condomini, sentirà crescere piano, fino a far scoppiare la bolla di panico che aleggia già a partire dal primo reale tentativo di omicidio, avvenuto quasi fuori campo e reso visibile con un veloce riavvolgimento di pellicola. Inizialmente si fatica a mettere a fuoco gli avvenimenti, grazie al traballante strumento usato a beneficio degli esterni all’azione ed al palazzo, ma poi una volta abituati al movimento le luci della camera saranno le sole che cercheremo, perchè le uniche ad essere sempre là dove serve e dove conviene che siamo anche noi. Angela come ogni giornalista che sappia fare il suo lavoro difende la camera con la grinta di una tigre filmando col suo sollega/complice tutto il compiersi della tragedia e solo alla fine, quando sarà più che troppo tardi, anche le cause. La reale potenza di questo film sta tutta nella maestria registica con cui è girato, la storia è secondaria, anche se sensata è più che altro un pretesto per mettere in campo un’abilità che da sola vale il prezzo del biglietto. Balaguerò e Plaza avrebbero potuto tranquillamente girarlo in maniera classica, regalando una bella storia di cospirazione con un solido sottotesto contro le intromissioni della chiesa nella vita di ignari cittadini, ma girato come è stato in maniera così ben congegnata si accresce senz’altro il potere del racconto, creando anche una tensione ulteriore data dalla frenesia della rappresentazione. Gli attori sono assai bravi, nella concitazione dell’emergenza e nella loro umanità danno il tocco di innovazione che contrasta molto bene con le rappresentazioni eroiche o le paranoie, che verrebbero da un film del genere se fosse stato girato oltreoceano. E nel finale più che azzeccato di una storia incredibile leggiamo tutta la reale preoccupazione dei registi e forse anche di un popolo, per la mancanza totale di controllo e di difesa contro le contaminazioni, che sembra aumentare di giorno in giorno intorno a noi. di ILARIA MUTTI Un viaggio dove il protagonista, Sasha, va alla conquista di Benedetta, figlia di un ricco benefattore della Comunità di Borgofiorito, quella in cui i genitori di Sasha lo hanno abbandonato. In questa conquista, Sasha, si fa aiutare da una donna più grande, Nicole, che lo gida nell’arte della seduzione. Ma in Sasha è sempre vivo il conflitto tra passato e futuro, in bilico tra un amore giovane e uno più maturo. L’amore giovane lo trascina in un baratro di poker e sesso, quello maturo verso la libertà e la consapevolezza. Un film difficile per il pubblico di Silvio Muccino, ma un film con la voglia di raccontarsi e di raccontare una storia per un cinema che non sfrutta i sentimenti, ma ne mostra la fragilità e l’insicurezza che è in ognuno di noi. Un sogno, un libro, una storia che dopo due anni diventa film, dove le luci evocano atmosfere e i personaggi trasmettono emozioni. Un film, ma anche una dichiarazione d’amore per chi ha sofferto e cerca di reagire, per chi oltre all’apparenza vuole sincerità, dove “Vivi, Sasha vivi!” scava nel passato e getta un ponte verso il futuro per porre in salvo i sentimenti. Silvio Muccino si leva la maschera dell’eterno adolescente che non gli appartiene più, parla emozionandosi delle sue stesse immagini, senza pudori e senza barricate fra la sua sto- Titolo originale: Parlami d'amore Italia: 2008 Regia di: Silvio Muccino Genere: Commedia Interpreti: Silvio Muccino, Aitana Sánchez-Gijón, Carolina Crescentini, Andrea Renzi, Max Mazzotta, Giorgio Colangeli Sito web: www.armosia.com/tim/parlamidamore Nelle sale dal: 14/02/2008 Voto: 9 ria e il pubblico, quasi fosse “un passaggio di testimone”… L’amore distrugge e costruisce, questo è il tema del film. Sasha e Nicole cercano di ignorare i loro sentimenti, di annullarli, perché la paura paralizza e distrae e così lei si rifugia nel ricordo e lui si fa trascinare dall’eccesso. Sasha è fragile e disadattato, oppresso dal contesto della tossico-dipendenza, Nicole in un ambito “borghese”, vive una realtà che non gli appartiene, schiacciata dalla morte dell’unico uomo che ha amato. Ma all’improvviso i loro sensi di colpa smettono di sopraffarli e dividerli e le loro pseudo-certezze cominciano a sfaldarsi. Sasha non è più attratto dalla bellezza perversa di Benedetta e Nicole si strappa di dosso le ipocrisie che la legano a un uomo conformista. E allora sarà l’amore, quello che lascia senza fiato, quello che spinge oltre la paura, quello che trasforma l’ansia in fiducia. L’esordio alla regia di Silvio Muccino è un viaggio, simile a quello del protagonista, già lontano com’è dai film adolescenziali che lo hanno visto protagonista. E’ un salto verso una consapevolezza emozionale del mezzo cinematografico e un’evocazione del cinema francese dalla Juliette di Jean Vigo ai contradditori personaggi della Nouvelle Vague. Rai condannata. L'Authority per le Comunicazioni ha infatti deciso - con 11 mesi di ritardo - che la tv pubblica dovrà pagare un multa di 100mila euro per aver mandato in onda senza il bollino rosso ma ancora in fascia protetta (o meglio: esattamente un minuto prima del termine) l'episodio numero 10 della seconda stagione di Lost dal titolo Salmo 23. Per chi non se lo ricordasse, si tratta di quello che racconta, in un flash back, la storia di Mr Eko che per evitare al fratello più piccolo il trauma e la colpa di sparare a degli uomini come gli era stato ordinato sceglie di premere lui il grilletto e viene così arruolato come soldato dai guerriglieri. Sciopero finito! Finalmente riparte la macchina di Hollywood Da Novembre ad oggi, un tempo infinito che ha stravolto la stagione televisiva americana e aveva iniziato a far sentire i primi effetti sui palinsesti italiani. La WGA ha annunciato di aver raggiunto un accordo di massima con l’AMP e i network per il rinnovo dei contratti dei suoi associati: gli sceneggiatori, infatti, sono tornati al lavoro. L’impatto enorme dello sciopero farà molta fatica ad essere assorbito prima della fine della stagione tv, molte serie rimarranno ferme, ma pare praticamente certo che le grosse produzioni (CSI, Lost, House e le sit-com in generale) riusciranno a ripartire prima del mese di aprile. Tornando all’accordo pare evidente la “vittoria” della WGA che ha ottenuto una compensazione in favore dei suoi associati per i proventi che arrivano da Internet, dai dvd (sia noleggio che vendita) legati ai prodotti televisivi. Inizialmente si tratterà di una cifra “fissa” (circa 1500 dollari ad episodio), successivamente diverrà una percentuale fissa (il 2%), esattamente come richiesto all’inizio della durissima vertenza. Tutto sommato si tratta di condizioni che rispettano il motto con il quale il combattivo sindacato aveva annunciato lo sciopero: “Quando loro vengono pagati, noi veniamo pagati“. Avrete ormai notato come nella maggior parte dei film italiani (commedie brillanti chiamiamole così) ormai si faccia un uso selvaggio di pubblicità neanche troppo occulta… che pensavano relegate esclusivamente alla tv, anche comodamente seduto in una poltrona del cinema… Capiamo che magari il film possa avere bisogno di incassare quei soldi, ma non s i a m o d’accordo che a farne le spese sia l’occhio pagante dello spettatore… anche perché non è un fenomeno che si vede in tutti i film, ma solo in un genere ben definito... Ebbene non è più pubblicità occulta, ma se aspettate la fine dei titoli di coda noterete che l’uso dei marchi degli sponsor nel film è lecito… Ma scherziamo?!? E’ deplorevole che lo spettatore debba sorbirsi vere e proprie scenette pubblicitarie Happy Birthday MTV !!! Arnold si è sposato L'ex attore Gary Coleman, ha detto sì alle soglie dei 40 anni T e l e v o t o "truccato". È quanto insinuano alcuni blog in merito all'esito della prima puntata del serale della trasmissione di Maria De Filippi, che ha visto l'uscita di Marina Marchione. L'esclusione della giovane attrice sarebbe da imputare, secondo i cybertelespettatori, a un errore commesso dai grafici del programma. Nel corso della serata, i telespettatori erano invitati a votare i concorrenti chiamando il numero 16423 a cui poi aggiungere l'1 per la squadra Bianca e il 2 per quella Blu. Peccato che, 3 volte su 8, durante le esibizioni dei Blu apparisse quale codice per televotare i Bianchi. Un errore che può aver in qualche modo falsato l'esito della gara. Il fenomeno di questa stagione televisiva tanto politicamente isterica quanto sonnacchiosa nei contenuti sono proprio loro, “I Cesaroni”, che in prima serata su Canale 5 sbaragliano puntualmente la concorrenza di Raiuno, conquistando anche il pubblico più difficile, quello dei teen ager. Un fenomeno quasi senza precedenti per una sitcom di produzione italiana, che deve essere un esempio per tutte le varie emittenti nazionali. Gary Coleman, l'attore americano meglio noto sul piccolo schermo come Arnold, si è sposato in gran segreto. Quello che un tempo era il vispo bambino di colore protagonista della lunga serie di telefilm di successo in tutto il mondo, Arnold, alle soglie dei 40 anni ha detto sì alla bionda e giovanissima 22enne Shannon Price. Le nozze sono state celebrate alla fine dello scorso agosto in una cerimonia superblindata sulle montagne del Nevada. «Nella nostra relazione l'età e l'altezza non contano», ha detto l'ex bambino prodigio. L'ammissione è arrivata tuttavia solo ora, durante un'intervista allo show tv Inside edition: «Non ho mai avuto l'occasione per essere romantico o fare il romantico con qualcuno - ha detto Coleman - Volevamo stare lontano dai flash. Non c'era nessuno, a parte noi due, il prete, il fotografo e il pilota d'elicottero», ha spiegato. La coppia si è conosciuta due anni fa sul set della commedia Church Ball. Tuttora Coleman (alto appena 1 metro e 30 a causa di una disfunzione renale) lavora come guardia privata a Los Angeles e presta il suo volto per commercializzare capi d'abbigliamento sportivi per ragazzi. Giuliano Ferrara, direttore de Il Foglio, da diversi anni alla conduzione di Otto e mezzo, di cui e' anche autore, prima affiancato da Gad Lerner, poi da Luca Sofri, in seguito da Barbara Palombelli, giornalista del Corriere della Sera, e quindi da Ritanna Armeni, giornalista di Liberazione, non e' piu' al timone della trasmissione. I motivi della decisione non sono ancora noti, ma potrebbero essere legati alla discesa in campo del giornalista per le prossime elezioni amministrative romane, per le quali si vocifera della sua volonta' di candidarsi a sindaco della Capitale.Fino al 22 febbraio a guidare Otto e mezzo ci sara' solo Ritanna Armeni, che dal 25 febbraio dovrebbe essere affiancata da un nuovo partner. Canale 5 cancella il varieta' 'La sai l'ultima?' condotto da Massimo Boldi e Lorella Cuccarini. Martedi' 19 febbraio andra' in onda l'ultima puntata del programma che ha avuto ascolti inferiori alle aspettative. Delle 10 puntate previste, il programma si fermera' alla quarta. Battuto regolarmente dalla fiction Rex, 'La sai l'ultima' ha avuto il 18% al debutto, il 19% alla seconda puntata ed e' crollato a sotto il 17% martedi' scorso. Si tratta dell’ennesima vittima in pochi giorni di questa spietata stagione televisiva dopo la prematura chiusura del programma di Milly Carlucci “L’Uomo ideale” Festival di Sanremo: 3, 2, 1... Ultime ore di attesa prima dell’inizio della 58a edizione del Festival La 58esima edizione del Festival della Canzone Italiana è nel segno della grande musica e di molte novità. A condurre la kermesse dal Teatro Ariston di Sanremo, come tutti sanno, saranno il direttore artistico Pippo Baudo e Piero Chiambretti: una doppia conduzione maschile del tutto inedita, che vede cimentarsi due straordinari protagonisti della televisione italiana nel più importante e seguito spettacolo televisivo. Una miscela perfetta, tutta da scoprire, con due incantevoli sorprese: uno dei nuovi volti di maggior successo della fiction, la mediterranea Bianca Guaccero, e l’attrice e modella ungherese Andrea Osvart. Ospiti internazionali e superospiti italiani si alterneranno nel corso delle cinque serate. Lenny Kravitz, Kylie Minogue e Leona Lewis saranno superospiti del Festival di Sanremo 2008. In totale i superospiti stranieri saranno sei, ha aggiunto il direttore artistico,oltre a sei superospiti italiani. Cinque serate di musica e spettacolo in programma il 25, 26, 28, 29 febbraio e il 1° Marzo 2008 in diretta su RAIUNO in Eurovisione dal Teatro Ariston di Sanremo. Le prime quattro serate si articoleranno nella seguente modalità: Lunedì 25 febbraio si esibiranno 10 artisti della sezione CAMPIONI e 7 della sezione GIOVANI: in ambedue le sezioni e’ prevista la votazione della giuria demoscopica. Le 4 canzoni più votate della sezione GIOVANI saranno ammesse alla quarta serata. Martedì 26 febbraio si assisterà all’interpretazione degli altri 10 CAMPIONI, cui seguirà la votazione della giuria demoscopica, e degli altri 7 artisti della sezione GIOVANI tra i quali avranno accesso, alla quarta serata del venerdi’, le 4 canzoni più votate dalla giuria demoscopica. Mercoledi’ 27 febbraio il Festival si ferma per un giorno con uno spazio piu’ ampio dedicato al Dopofestival: sarà l’occasione per fare un primo bilancio delle canzoni presentate con ospiti e i protagonisti del Festival. Giovedì 28 febbraio, terza serata della kermesse, si alterneranno sul palco i 20 CAMPIONI che proporranno la propria canzone in versione “riadattata”, affiancati da artisti italiani o stranieri; le performance saranno poi votate dal pubblico con il televoto, in funzione da questa giornata perché i telespettatori avranno avuto modo di sentire le canzoni più volte nel corso delle serate precedenti. La quarta serata, venerdì 29 febbraio, sarà caratterizzata dalle esibizioni degli 8 partecipanti della sezione GIOVANI ammessi alla gara e dalla proclamazione del vincitore, attraverso la somma dei voti della giuria demoscopica, del televoto e della giuria di qualità. La serata di venerdì 29 vedrà anche l’esibizione dei superospiti, nomi di grande prestigio del panorama musicale italiano. Sabato 1° marzo ci sarà l’esibizione finale delle 20 canzoni-artisti appartenenti alla sezione CAMPIONI poi votate dalla giuria demoscopica, dal pubblico con il televoto e dalla giuria di qualità. In base alla somma dei voti complessivamente ottenuti nelle varie serate verrà stilata la graduatoria definitiva e la canzone più votata sarà proclamata vincitrice del 58° Festival della Canzone Italiana. Verranno premiate anche le canzoni classificatesi seconda e terza. Il meccanismo di votazione sarà affidato ad una giuria demoscopica, diversa per ciascuna serata, dislocata nelle venti sedi Rai: la classifica definitiva di questa giuria, una per sezione, risulterà dalla media delle votazioni nelle diverse serate, per la definizione della canzone vincitrice con un peso uguale al 50%. Da giovedì 28 febbraio (terza serata) si potrà votare anche attraverso il sistema del televoto: attraverso telefonia fissa e telefonia mobile (sms). La media dei risultati delle serate in cui sarà attivo il televoto avrà un peso del 30%. Venerdì 29 febbraio e sabato 1° marzo, rispettivamente serata conclusiva della sezione Giovani e della sezione Campioni, è prevista una terza giuria: la giuria di qualità, nominata dall’Organizzazione, e formata da esperti nel campo della musica, cultura e spettacolo che opererà in composizione diversa nella quarta serata (Giovani) e nella quinta (Campioni). Per la classifica generale conclusiva delle due distinte sezioni i valori espressi peseranno il 20%. Fiorello ma che combini?!? La struttura delle storie è molto semplice e lineare, fedele alla classica avventura. Anche i protagonisti hanno una forma molto simile tra loro; tutti i Puffi si assomigliano: maschi, molto bassi (essere "alti tre mele" è un'espressione francese), con la pelle blu, i pantaloni e il cappello bianchi, più qualche accessorio personale per indicarne il carattere. Non abbandonano mai il loro cappello, cosa che lascia agli appassionati il mistero sul fatto che abbiano o meno i capelli. In realtà nell'episodio "Golosone supergoloso" (St.2/Ep.15) golosone nasconde una torta sotto il proprio cappello. Quando grandepuffo se ne accorge gli "ordina" di togliersi il cappello per consegnargli la torta. Per un attimo si vede golosone senza il suo cappello; ebbene, i puffi non hanno i capelli! Possono camminare e correre, ma nella maggior parte dei casi si limitano ad andare in giro saltellando. I Puffi riproducono gli archetipi della gente comune: c'è Puffo Pigrone, Puffo Burlone, Puffo Inventore, Puffo Golosone, Puffo Quattrocchi, Puffo Pauroso, Puffo Tontolone, Puffo Forzuto, Puffo Vanitoso, Puffo Sognatore, Puffo Lanoso, Puffo Pittore e via dicendo. Si dice che tutti i Puffi abbiano 100 anni (tranne il Grande Puffo che ne ha 542), e che nella versione originaria (ossia quando cronologicamente incontrano John e Solfami per la prima volta) ci fossero 99 Puffi (compreso il Grande Puffo), poi aumentati con l'introduzione di nuovi personaggi. Ad esempio, il centesimo puffo nasce dal riflesso nello specchio di Puffo Vanitoso che viene colpito da un fulmine e prende vita. Questo compensa il problema del fare la danza dei 100 puffi che appunto abbisogna di 100 puffi, non uno di più e non uno di meno (compreso il direttore della stessa, cioè il Grande Puffo) per essere eseguita. Alcuni personaggi si discostano vistosamente da queste caratteristiche principali: Grande Puffo ha come detto 542 anni; porta una barba bianca e ha i pantaloni e il cappello rossi; è il più anziano e saggio di tutti i Puffi (almeno fino all'ar- rivo di Nonno Puffo nella serie animata), che lo rispettano come capo della comunità; Puffetta è un Puffo femmina, inizialmente mora e cattiva creata artificialmente dal mago Gargamella; fu trasformata dal Grande Puffo in una vera puffa. Ha lineamenti più delicati rispetto agli altri Puffi, i capelli biondi e lunghi, indossa un vestito bianco e scarpe col tacco bianche; Baby Puffo si è aggiunto alla storia in un secondo momento, facendo salire il numero dei Puffi a 102. Ha un'età paragonabile all'anno umano. Verso la metà degli anni ottanta vennero introdotti i puffolini, tre maschi e una femmina (con un'età paragonabile ai 10 anni umani). I maschi in origine erano Puffi normali che facevano parte del villaggio (Puffo Naturone; Puffo Sciccoso; Puffo Sciattone), ma un giorno furono mandati da Grande Puffo nella casa di Padre Tempo ed entrarono per errore in un orologio magico, che li fece ringiovanire. Bontina invece è stata creata artificialmente dai tre puffolini (che rubarono la formula dal libro magico di Gargamella), per dare un'amica a Puffetta, che soffriva di solitudine essendo l'unica femmina in tutto il villaggio. Alcuni anni dopo venne introdotta la figura di Nonno Puffo, anziano giramondo dalla lunghissima barba tornato al villaggio dopo 500 anni, seguito a breve da Nonna Puffa. Parte fondamentale del linguaggio dei Puffi è il termine "puffo" ed ogni suo derivato, usato con diversi significati a seconda del contesto, talvolta come verbo, altre come aggettivo. Questo rende le loro conversazioni alquanto divertenti, ma a tratti difficili da seguire. I Puffi vivono dentro case a forma di fungo in un villaggio segreto, da qualche parte in una foresta, dal quale si allontanano solo in casi eccezionali; sono Johan, Pirlouit e altri abitanti della foresta ad andare a trovarli. Gargamella non sa dove si trovi il villaggio. Nessuno può raggiungere il villaggio se non è accompagnato da un puffo. C'è anche un incantesimo del grande puffo che rende introvabile la radura in cui vivono. L’amato mattatore tornato alla sua radio con Viva Radio2 comincia col botto: propone agli elettori una ribellione elettorale, stracciare le proprie schede elettorali finchè i problemi della Napoli rovinata dai rifiuti non siano risolti dai nostri governanti… Ormai il povero cittadino italiano tra candidati veri o presunti tali, comici che si fanno portavoce dei problemi del popolo, non può fare a meno di prendere alla lettera la proposta, creando non poche polemiche… Intanto la fidata spalla Marco Baldini mette la sua vita privata e il suo passato letteralmente “in gioco”: uscirà presto il film basato sul suo libro autobiografico, sui suoi primi anni a Radio Deejay e sui problemi che neanche la presenza di due bionde starlette (Martina Stella e Laura Chiatti) possono evitare... Vocabolario Vicino l’accordo con Apple-Tim Secondo gli osservatori più informati l’accordo è stato raggiunto e ormai manca solo la comunicazione ufficiale. L’iPhone sarà distribuito in Italia da Tim e in Spagna da Telefonica(che controlla il 10% di Telecom Italia) a partire dalla metà di Luglio. I modelli che saranno distribuiti dovrebbero disporre della connettività Umts. E’ il portatile più sottile al mondo, ma con la stessa potenza di un notebook di dimensioni normali. Misura solamente 4 mm circa nel suo punto più sottile, mentre l'altezza massima pari a circa 19 mm è inferiore al punto più sottile dei computer portatili rivali e pesa circa 1,36 Kg. MacBook Air presenta un incredibile schermo widescreen con retroilluminazione LED da 13,3 pollici, che regala una silhouette ancora più sottile. Offre un’immediata luminosità a tutto schermo non appena si apre il sistema, è privo di mercurio e arsenico e ha consumi inferiori, il che si traduce in una maggiore durata della batteria. La tastiera di dimensioni regolari è retroilluminata, per consentire di lavorare facilmente in ambienti bui come aerei e sale conferenza. Il sensore integrato regola automaticamente la luminosità di tastiera e schermo per una visibilità ottimale. Il suo “motore” è un processore Intel Core 2 Duo a 1,6GHz o 1,8GHz con 4MB di cache L2 e include come standard ben 2GB di memoria RAM, un disco rigido da 80GB e in alternativa si può scegliere un’ unità a stato solido (SSD) da 64GB che vanta prestazioni e robustezza superiori. Inoltre è dotato dellepiù recenti tecnologie quali il Wi-Fi 802.11n e il Bluetooth 2.1. Dispone poi di una porta micro-DVI per il collegamento ai monitor Apple Cinema Display da 20 o 23 pollici, mentre è possibile collegare proiettori e altri monitor tramite gli adattatori DVI, VGA, video composito e S-video. Infine è MacBook Air include una webcam iSight, sapientemente integrata che si nota appena. La webcam iSight e il software iChat permettono di videochattare facilmente ovunque ci sia una rete wireless. Per quanto riguarda l’autonomia, nonostante sia dotato della batteria più sottile creata da Apple, MacBook Air permette di navigare in wireless sul Web per ben cinque ore. Il prezzo è di circa 1699 €. Il Monopoli finisce su console Dal 1935 ad oggi, si crede che circa 750 milioni di persone ci abbiano giocato, rendendolo così il “più giocato gioco da tavolo della storia“. Per chi non avesse avuto il piacere di giocarci, banconote alla mano, potrà farlo presto utilizzando un joystick e la sua amata console. Ebbene sì, EA (Electronic Arts) svilupperà la versione elettronica di questo gioco, per console Sony, Microsoft e Nintendo. In progetto ci sarebbero anche altri videogame; l’editore americano Hasbro, infatti sembra aver offerto anche la possibilità di “digitalizzare” giochi come Trivial Pursuit e Scarabeo, che ben presto potrebbero farci compagnia anche sui nostri telefonini. La prima ondata di titoli arriverà infatti sui cellulari, la prossima estate, e alla fine dell'anno sarà possibile divertirsi anche su Xbox 360, Play Station 2 e 3, Wii e Nintendo DS. Firefox 3 più vicino alla luce A un mese e mezzo di distanza dal rilascio della precedente versione di test, Mozilla ha pubblicato sul proprio sito web la terza beta di Firefox 3. Dopo di questa dovrebbe esserci soltanto un'ultima beta, il cui rilascio è previsto per la fine del mese. Mozilla afferma che questa nuova release contiene circa 1300 modifiche che migliorano stabilità, performance, utilizzo della memoria, piattaforma e interfaccia utente. Alcune delle principali novità, riassunte in questo comunicato ufficiale, apportano migliorie al sistema di identificazione dei siti web sospetti, alla protezione anti-malware, alla gestione dei download e dei bookmark, all'architettura di rendering di grafica e font, all'implementazione di JavaScript 1.8, al supporto delle applicazioni offline, alla velocità di caricamento delle pagine e alla gestione della memoria. Sebbene si tratti ormai di una release preliminare piuttosto matura e completa di tutte le funzionalità che si troveranno in quella finale, Mozilla ne consiglia ancora l'installazione ai soli tester e sviluppatori. Gli utenti più curiosi possono tuttavia scaricare Firefox 3 Beta 3 dal sito http://www.mozilla.com/en-US/firefox/all-beta.html, disponibile in circa una trentina di lingue. SSD: in inglese Solid State Disk, ovvero Disco a Stato Solido. È un dispositivo per la memorizzazione dei dati che, a differenza dei dischi tradizionali, non presenta nessuna parte meccanica e nessun disco magnetico. I vantaggi di un Drive di questo tipo sono: una minore rumorosità, un minor consumo energetico, tempo di accesso ridotto (dell’ordine del decimo di millisecondo), minor peso e un rischio minore di rottura. Tra gli svantaggi, invece, vi sono un costo per bit maggiore e una minore durata del disco dovuta al limite di riscrittura della memoria. 802.11n: è il nuovo standard per le reti Wireless. Rispetto allo standard precedente (802.11g) è più veloce di circa 5 volte e copre aree più ampie, grazie alla trasmissione con antenne multiple. Le risposte ai vostri dubbi Questo mese mi è stato chiesto da da Giovanni da Pavia qual è il funzionamento dei touch screen. Gli schermi tattili sono dei dispositivi di input che permettono di usare come dispositivo di puntamento il dito dell’utente. Infatti "toccando" questi schermi in corrispondenza di un' icona o di un link ipertestuale si attivano le funzioni corrispondenti. Il touch screen è costituito da tre elementi: il g r u p p o s c h e rm o - s e n s o r i , i l controller e il driver software. Il gruppo schermo-sensore rileva il tocco dell'utente e lo invia sotto forma di variazioni di tensione al controller che lo elabora. Il controller è collegabile ad una opportuna porta del computer. Il driver software si occupa dell'interfaccia con il sistema operativo e di individuare la funzione scelta. Per domande, suggerimenti Ai-Tek potete inviare un’ e-mail all’indirizzo [email protected] http://www.faceofthefuture.org.uk/ Sports Interactive 54,50 € Pc / Mac La serie Football Manager è da sempre una strana sorta di paradosso videoludico. Parliamo infatti di una saga più che decennale che resiste inossidabile ai vertici delle classifica di vendita e di qualità. E questo senza una grafica da urlo, una colonna sonora degna di nota, neppure un poligono texturizzato che si muova per errore, nè il rimbalzo di pallone. Parliamo di una saga che anno dopo anno diventa sempre più completa, profonda e lontana da quei dettami del mercato che vorrebbero titoli sempre più semplici e semplicistici, in grado di essere padroneggiati in poco tempo anche dal più distratto dei giocatori. Per tutti gli appassionati del calcio teorico (e parlato), quelli che la Domenica si dividono in Zemaniani e Trapattoniani e di tanto in tanto si appellano alla Dea bendata di Fusignano, Football Manager rappresenta una vera e propria Bibbia calcistica, in grado di donare più adrenalina ed agitazione di un qualsiasi Pro Evolution Soccer preso a caso. Football Manager è un manageriale calcistico in grado di abbracciare tutte le fasi di gestione di una squadra ad eccezione della parte prettamente finanziaria. Questo vuol dire che una volta selezionata la squadra da allenare (e già qui i numeri potrebbero far girare la testa) le opportunità di gioco offerte dal titolo partono dalla selezione dei propri giocatori e delle tattiche passando poi alla campagna acquisti (anche in questo caso non sarà difficile trovare nel database proposto, un vecchio compagno di squadra che giocava con voi in categoria allievi ed adesso è un onesto mediano di C1), alla selezione dello staff tecnico (fisioterapisti, allenatori in seconda od osservatori), ai metodi di allenamento, alla gestione dello spogliatoio, al rapporto con i media, con i tifosi e con gli altri allenatori attraverso una serie infinite di altre piccole grandi sfaccettature che vi faranno fare le due di notte, imprecando per le manie di grandezza di una vostra giovane promessa che non vuole rinnovare il contratto per andare a giocare all'estero in una squadra di Premier League e vedendovi alla disperata ricerca di un terzino fluidificante con un buon piede che possa richiedere un ingaggio in linea con i dettami fissati dalla propria dirigenza. Per non parlare magari del malumore nello spogliatoio causato dall'ultimo acquisto non bene accettato dai vecchi senatori della squadra alla vigilia di una seconda parte di campionato che vede scottare sempre di più la nostra scomoda poltrona, pardon, panchina. Ad ogni seppur minima ed impercettibile azione del giocatore corrisponde una reazione negli avvenimenti di gioco. Pochi click di mouse e ci si dimentica di giocare, di simulare: Football Manager è l'essenza del calcio, il suo simulacro digitale. Football Manager 2008 si conferma un titolo ottimo, capace di soddisfare tutti gli appassionati. Certo, a voler esser pignoli questo ultimo capitolo sembra essersi voluto fermare un poco in "superficie". Se escludiamo infatti il database aggiornato e poco altro, tutte le innovazioni apportate guardano più alla forma che alla sostanza. Tuttavia le modifiche sono numerose e riguardano quasi tutte le sezioni di gioco, se poi è vero che la potenza è nulla senza il controllo, Football Manager 2008 si distingue per il fatto di rendere ancora più malleabile e diretta l'interfaccia di gioco ai fini della gestione dell'impressionante mole di dati gestibile in ogni momento. Per il resto, il feeling di gioco rimane inalterato. La sindrome da "ancora un altro turno" è sempre più forte e - sopratutto tutti gli aspetti del calcio simulati da questo titolo potrebbero fare gioco a sè. Che vi divertiate a scoprire giovani talenti nelle squadre dei campionati inferiori, o preferiate dedicarvi a limare il sottile equilibrio della preparazione atletica piuttosto che ideare schemi di gioco da applicare durante le partite, Football Manager non vi deluderà mai. Non è una svolta epocale, ma un ennesimo passo verso la perfezione. Il tempo è un attimo: pochi clic e si invecchia di venti, trenta, quarant’anni. Il monitor diventa uno specchio impietoso che restituisce un volto affaticato e segnato dalle rughe. Meraviglie (od orrori) della tecnologia. Un gruppo di ricercatori del dipartimento di informatica dell’università scozzese di St. Andrews ha messo a punto un software che permette di soddisfare una domanda che a tutti, prima o poi, capita di porsi: «Come sarò da vecchio? Avrò la pelle liscia o sarò decrepito? Perderò tutti i capelli? Mi verranno le rughe?». La risposta è su Internet: basta collegarsi al sito "Face of the future" (faceofthefuture.org.uk), caricare la propria immagine (possibilmente frontale), indicare una serie di caratteristiche significano per la società. (come sesso e fascia di età) e attendere, con un pizzico di apprensione, l’inesorabile processo di invecchiamento. Con lo stesso sistema di make-up digitale è possibile assumere fattezze afro-caraibiche o asiatiche, diventare un personaggio dei manga giapponesi oppure il soggetto di un quadro di Modigliani o di Botticelli. AVERAGER fa una media dalle immagini fornite o aggiunge le vostre immagini a quelle proposte Il progetto ha sviluppato un certo numero di esposizioni interattive autonome, delle demos in linea e una presentazione di conferenza puntata su approdo del pubblico alla tecnologia e le implicazioni sociali della tecnologia Demos TRANSFORM YOURSELF cambiamento di età, di sesso o di razza di una foto, oppure semplicemente divertiti a diventare un’opera d’arte o a trasformarti in un animale MORPHING Morph fra due immagini (richiede il supporto di OpenGL) FACE DETECTION mostra come funzione un metodo di rilevazione delFACE OF THE FUTURE è un progetto la faccia. pubblico costituito grazie ai fondi per EPSRC devoluti dall’Università di Sant’Andrea, orientato all’esplorazione degli ultimi avanzamenti A cura di : dei dispositivi ottici dei computer e dei progressi riguardo alla grafica facciale e a cosa ciò University Game 29,00 € Abilità manuale Avete mai giocato a Jenga? Villa Paletti è simile ma si sviluppa in maniera differente e per certi aspetti più coinvolgente. La scatola ben curata propone dei vari paletti di 4 colori differenti (4 giocatori o squadre), cilindrici più o meno grossi con relativi punteggi (3,2,1). Il gioco consiste nel togliere i paletti che reggono il "plateux", ossia il piano superiore e appoggiarli sopra il piano. Quando non è più possibile togliere paletti si aggiunge un altro piano di dimensioni più piccole. Cosi via fino all'ultimo piano che è il quinto. Vince chi ha più punti sull'ultimo piano. Ovviamente spesso la costruzione crolla ed in quel caso vince chi ha più punti nel momento del crollo, sempre che non sia chi ha causato il crolla. In quel caso vince il secondo. E' un gioco aperitivo. Prima di un gioco più lungo e più consistente si può "rompere il ghiaccio" con una mano a Villa Paletti che può piacere anche in una serata di giochi di gruppo. l’atmosfera diventa quasi emozionante, profusa di poesia e di innocenza. Consigliato agli amanti dei sentimenti, del vivere spensierato della fanciullezza. Pochi sono i libri che riescono a compiere questo miracolo, ma finite le pagine del racconto, il cortile quasi vi mancherà, vorreste tornarci, e avrete negli occhi fotografie in seppia dei luoghi descritti… Conosciuto dal grande pubblico per la recente trasposizione televisiva di Le ragazze di Sanfrediano, Vasco Pratolini inserisce nei suoi racconti tutta la poesia della sua Firenze. Il quartiere di Pratolini potrebbe rappresentare il quartiere di tutti noi, il quartiere dove chiunque è cresciuto e ha trascorso l’infanzia, così che i ricordi descritti con tanta minuzia e tanto candore dall’autore si fondono quasi in daja-vu con i ricordi del lettore, che assopito vivrà i momenti dei primi amori dei protagonisti come se essi fossero suoi amici con i quali si stesse confidando… Lo stesso lettore attenderà i timidi primi baci con i personaggi e vivrà momenti d’angoscia quando la povertà e il degrado sconvolgeranno la vita di ognuno di loro. Ottima lettura per chi è ancora adolescente, pur non essendolo più da un pezzo... Se tutto questo è calato nella culla del rinascimento italiano, nei vicoli che i più fortunati di noi hanno vissuto da turisti, Di qualunque edizione, di qualunque formato… con copertina colorata, copertina in bianco e nero o con il solo titolo scritto in Times New Roman… Comunque sia fatto un libro è un compagno fidato che ti sta accanto nei tuoi momenti di solitudine ed intimità con la tua mente… La nostra nuova rubrica si è data lo scopo di aiutarti a scegliere i migliori testi. Il resto lo faranno i tuoi occhi, la tua mente ed una lampada accesa... Ingredienti: (per 6 persone) 625g acqua, 125g latte, 100g burro, 15g sale, 50g zucchero, 500g farina, 400g uova (circa 7 uova), 100g pinoli, 200g uvetta, abbondante olio di semi per friggere; Per la Crema: 200g tuorli, 140g zucchero, 70g farina di mais, 800g latte, 200g panna liquida, bucce di 2 limoni, 1 bacca di vaniglia. Anche se ormai siamo in Quaresima inoltrata, è giusto ricordare con questa ricetta un dolce carnevalesco che quest’anno ha trovato poco spazio sulle nostre tavole visto che la Pasqua è di grande anticipo sui nostri calendari. Le frittelle sono un impasto di non semplice preparazione, che una volta fritto assume un colore dorato e una consistenza soffice. Esistono frittelle di diverso tipo a seconda degli ingredienti aggiunti nella massa, come ad esempio uvetta, pinoli, mele eccetera. Oltre che ad aggiungere degli ingredienti è anche possibile cambiarne il tipo di farina con cui è fatto l’impasto stesso, ottenendo così per esempio frittelle di riso. La paternità di questo dolce tipico ormai a livello nazionale è rivendicato da molte regioni, prime tra tutte il Veneto e la Sicilia: in quest’ultima è stata addirittura istituita una ricorrenza annuale, la “Sagra della Frittella” che si celebra il 30 Aprile ad Isnello in provincia di Palermo. Le frittelle non lasciano neanche i poeti senza parole, a tal proposito Charles Lamb, scrittore e saggista britannico, scrive “Un uomo che rifiuta le frittelle di mele non può avere un’anima pura”. ESECUZIONE: Fare bollire in una pentola molto capiente l’acqua, il latte, il burro, il sale e lo zucchero. L’aggiunta del sale, renderà le frittelle molto più croccanti una volta fritte. Quando i vari ingredienti avranno raggiunto il bollore, incorporare la farina poco a poco nei liquidi, continuando a mescolare sul fuoco con l’ausilio di un cucchiaio da cucina, in modo tale da ottenere un impasto omogeneo da far continuare a cucinare fino alla quasi completa evaporazione delle sostanze liquide. Durante questa fase della preparazione è IMPORTANTISSIMO continuare a mescolare gli ingredienti, in quanto la farina tenderà ad attaccarsi sia sul fondo che sui lati della pentola. Per capire quando l’acqua sarà quasi completamente eliminata, il vostro impasto non emetterà più vapore in cottura. A questo punto rovesciare la massa all’interno di una impastatrice da casa o eventualmente in un nuovo recipiente capiente ed amalgamare nell’impasto un uovo alla volta. Anche questa fase è MOLTO delicata, infatti non si potrà aggiungere un nuovo uovo finché il primo non sia completamente assimilato dall’impasto. Una volta incorporate tutte le uova, aggiungere i pinoli e l’uvetta; in una casseruola profonda mettere a scaldare l’olio di semi ed una volta raggiunta la temperatura di circa 180°C cominciare a friggere. Per chi non è in possesso di un termometro da cucina, sarà sufficiente regolarsi per la temperatura dell’olio, con una piccola parte dell’impasto, molto indicato è l’utilizzo di una piccola friggitrice da casa. Con l’aiuto di un cucchiaio o di uno spallinatore per gelati, versare l’impasto modellato nell’olio caldo e girare di tanto in tanto le frittelle. Adagiarle su un panno assorbente dopo la cottura e passarle successivamente nello zucchero semolato. Farcirle a piacere con la crema pasticcera e servire ancora tiepide. Un caloroso saluto a TUTTI i nostri affezionatissimi lettori!!! Ben tornati sulle nostre pagine, ma soprattutto ben ritrovati sulle pagine della mia rubrica. Questo mese è giunta in redazione una domanda molto curiosa da parte di Marzia da Bollate, la quale chiede in modo molto secco e preciso: cos’è il “resentin”? A primo impatto questa parola sembrerebbe ricordare il nome di un vino del Nord-Est della nostra penisola, secondo alcuni nostri lettori con il quale ho avuto il piacere di confrontarmi, ma in realtà è tutt’altro, ossia un’usanza da tavola dalle origini molto antiche. Il “resentin” potrebbe essere considerato l’ammazza-caffè più informale, da casa. Praticamente consiste nel “sciacquare” la tazzina del caffè con un goccio di liquore (generalmente grappa o sambuca) facendo roteare la tazzina in modo tale da raggiungerne anche i bordi con il liquido alcolico e quindi in questo modo raccogliendo le più piccole parti di caffè rimaste all’interno. Solitamente in ristorante questo tipo di liquori vengono serviti od offerti al termine del caffè in qualità di digestivo e serviti in un bicchiere a parte. La parola “resentin” deriva da alcune forme dialettali lombarde e venete, dal significato: resentare, cioè pulire, rendere pulito ed in base alla provenienza si viene anche a determinare il liquore per il “risciacquo”: sambuca nel primo caso e grappa nel secondo. A livello storico, il “resentin” nasce con le prime celebrazioni ecclesiastiche ed è rimasto in uso fino ai giorni nostri, infatti durante la celebrazione della comunione il sacerdote spezza il “pane” sopra il calice e successivamente alla consegna delle particole ai fedeli, il sacerdote con l’ausilio dell’acqua, raccoglie il “pane” ed il “vino” residuo all’interno di esso, facendo un vero e proprio sacro “resentin”! Consigli in cucina? Ti piacerebbe sapere una ricetta? Vuoi sorprendere i tuoi amici? Cosa aspetti, manda una e-mail al mio indirizzo [email protected], sarò lieto di rispondere a tutti gli “S.O.S. Cuoco”!!! La prima Miss America viene incoronata a New York Jesse James rapina la sua prima banca Esce la prima edizione dell'Enciclopedia Treccani Filippo Tommaso Marinetti pubblica su Le Figaro il Manifesto del futurismo Il poligrafo (macchina della verità), viene testato per la prima volViene fondato Youtube Muore Marco Pantani in un Residence di Rimini Il Pirata in una della Viene fondata la Bacard Il logo della famosa casa produttrice di rum sue vittorie Rudolf Diesel ottiene il brevetto per il motore Diesel Vietato salire su un autobus con una ragazza al guinzaglio. A Dewsbury (Inghilterra), nonostante non esista alcuna legge che lo vieta espressamente, un conducente di autobus ha vietato ad una coppia di fidanzatini di metter piede sul mezzo da lui guidato. L'autista, stando a quanto riportato sui principali tabloid inglesi, ha aperto la porta ai due innamorati, ma ha impedito loro di salire perché vestivano e indossavano accessori "moralmente discutibili": il ragazzo teneva la fidanzata alla catena, proprio come un cagnolino. Il dark, Dani Graves, e la girlfriend, Tasha Maltbhy, hanno protestato vivamente con la compagnia dei trasporti pubblici in quanto ritengono di esser stati discriminati. Per i fidanzatini sono stati vittime di un "crimine di odio" punibile per legge. E per una ragazza si fa tenere al guinzaglio c’è un cane che si comporta proprio come un essere umano. Un chihuahua dal pelo lungo si è di recente convertito al buddismo. Sembra incredibile eppure l'animale, che ha approssimativamente 18 mesi, sembra esser un vero e proprio fedele. Stando a quando raccontato dal suo padrone, un monaco, il piccolo cane partecipa quotidia- namente a tutte le fasi del rito nel tempio buddista di Shuri-kannondo, a Naha, nella provincia giapponese di Okinawa. L'animale, che risponde al nome Conan, come lo scrittore che ha inventato il detective Sherlock Holmes, non si limita a stare passivamente nella sala dove abitualmente si prega ma, quando vede il suo padrone recitare i sutra previsti dalla sua fede, lo imita, mettendosi persino in piedi, sulle zampe posteriori. Secondo quanto riferito da Metro UK, il chihuahua prega anche prima di uscire per fare una passeggiata e prima di ogni pasto. Per festeggiare i primi 25 anni di attività un bar del trentino ha offerto da bere ai tanti presenti facendo pagare le consumazioni con prezzi risalenti al 1982. E' quanto accaduto nel comune di Lavis (Tn), i due proprietari del bar, con l'intento di fare qualcosa di originale, hanno deciso di brindare all'anniversario facendo risparmiare qualche euro ai fedelissimi clienti. E così c'è chi ha preso un bicchiere di rosso per 10 centesimi, 25 anni fa costava infatti 200 lire, un caffè per 18 centesimi, allora costava 350 lire, un grappino a 18 cent, equivalenti alle vecchie 400 lire o una birra a 20 cent, oggi ne costerebbe almeno 1 euro e 70 cents. Si sa che la fine delle vacanze è un trauma per ogni ragazzino (...e non solo). E chi non ha mai finto un mal di pancia pur di saltare un compito in classe. Ma questo bambino messicano ha un po’ esagerato! Non aveva nessuna intenzione di interrompere le vacanze natalizie e di tornare a scuola. Così si è spalmato su una mano una colla industriale e si è incollato al letto. Diego Palacios, 10 anni, ha afferrato con l'altra mano il telecomando e si è messo a guardare i cartoni animati. Disperata, la mamma, stupefatta, ha tentato per due ore di “liberare” il piccolo, frizionando la mano con acqua, olio e smalto prima di arrendersi e chiamare la polizia e la Croce Verde. Ma è stata la Protezione civile a risolvere il problema con un potente solvente. Orologio Monoscopio Chi non si ricorda del monoscopio, quella strana immagine fissa che compariva fino a qualche anno fa di notte al termine della programmazione televisiva e riempiva lo schermo fino alla ripresa dei programmi la mattina successiva? Ancora oggi qualche notte capita di rivederlo specialmente sui canali Rai. Un orologio da parete riproduce fedelmente l’immagine del monoscopio. Un oggetto particolarmente indicato per tutti gli amanti della comunicazione e del mondo della tv oltre che un’ottima idea regalo. Orologio a scomparsa Non si tratta di un semplice orologio, nè di un semplice bracciale, ma di entrambe le cose. Gucci vi propone questo accessorio che, grazie ad uno sportellino a scorrimento si trasforma in un attimo da bracciale ad orologio da polso e viceversa. Un oggetto studiato per tutte le signore che non amano l’orologio come accessorio ma hanno bisogno di poter conoscere in ogni momento l’orario preciso. Un Originale Lettore Cd Aspirapolvere USB Una delle cose più difficili da pulire a fondo è sicuramente la tastiera del PC: polvere, briciole e sporco di ogni genere si annidano tra i tasti e difficilmente si riesce a eliminarle come si deve. La moderna tecnologia ci viene in aiuto. Si tratta di un aspirapolvere da tavolo con attacco USB da collegare al computer che permette di aspirare la sporcizia dal tavolo, dalla tastiera e da tutti le apparecchiature che vogliamo. Leggera e pratica, è soprattutto un gadget originale e divertente, da sfoggiare o regalare. Avete bisogno di un discreto lettore cd ma volete stupire amici e conoscenti con un oggetto originale e differente dal solito questo è quello che fa al caso vostro. A vederla sembra in tutto e per tutto una vera scarpa da tennis, riprodotta con la massima fedeltà, in realtà si tratta di un vero lettore cd. Il piatto per i dischi esci direttamente dalla suola della scarpa, e alcune altoparlanti permettono di ascoltare il suono della vostra musica preferita. Anche questa si rivelerà un ottima e originalissima idea regalo per i vostri amici, un oggetto d’arredamento unico che farà la gioia di chiunque lo riceverà. Il problema è sempre lo stesso, quello del rispetto, e di chi questo rispetto non ce l’ha. Soprattutto per le cose altrui… Ciao Ary!!! Non sapevo se proporre questo argomento nel forum, visto che penso sia una questione che può suscitare diverse opinioni da diversi punti di vista… Abito in una metropoli italiana, con i problemi che tutti ben conosciamo: traffico, smog, delinquenza nemmeno troppo nascosta, ecc... ecc... Ho notato inoltre che molti palazzi, anche si- una giornata di città… La stessa cosa posso gnorili, molti muri di palazzi storici, sono pieni dire per alcune zone industriali circuite di mudi scritte e imbrattati di vernice spray… ra spesse e grigie... Ora, nulla volendo togliere al diritto di ognuno Che ne pensi, o ne pensate, dell’idea di creare di esprimersi con l’arte che preferisce, non ti zone appositamente adibite a quest’uso? sembra poco bello che tutto possa essere roviStudente di città nato da questi “vandali”?!? Lasciate la vostra firma, ma con rispetto... Però d’altra parte non mi sento in diritto di fare di tutta l’erba un fascio… Io sono uno studente e viaggio moltissimo con il treno, i muri delle stazioni o di alcuni passaggi ferroviari sono grigi e scialbi, tristi e danno un aspetto squallido a tutto ciò che c’è intorno… Ecco quelli sono i posti in cui vedere un bel disegno, fatto bene, colorato e a suo modo artistico, mi fa piacere, mi rallegra il grigiore di Caro studente di città, hai tirato fuori una delle questioni più annose e chiacchierate… Hai ragione, spesso viene il nervoso a vedere bei palazzi pieni di scritte e rovinati dai cosiddetti “tag”… Però io adoro, mi piace guardarli e intravederli tra il traffico, i veri murales, quelli fatti da veri artisti, in zone che nulla avrebbero da perderci soprattutto in estetica... Sono del parere che anche i murales, se fatti con rispetto, possano far parte del patrimonio artistico di una città… Per quanto riguarda l’idea di adibire zone apposite, mi pare quasi un tentativo di ghettizzazione, con tutte le conseguenze che derivano da una soluzione del genere… Per una pacifica convivenza c’è bisogno di tolleranza e rispetto: tolleranza nei confronti di un mondo giovanile che ha bisogno di esprimersi, e che bisogna lasciar esprimere finchè non crea danni e pericolo; rispetto di questo mondo giovanile nei confronti della città e del pubblico demanio, del suolo pubblico e della proprietà privata... Ary P.S.: usate anche il forum!!! Mettetevi in contatto con me anche al numero : 346.7266591 Vi aspetto nel prossimo numero!!! Utilizziamo per una volta questo spazio per parlare d’altro… o meglio, sempre di barzellette si tratta… Dopo poche puntate è stato letteralmente cacciato dai palinsesti mediaset uno dei programmi storici che nel passato hanno regalato più soddisfazione all’azienda televisiva… Parliamo di La Sai L’Ultima? programma che tutti conosciamo bene e che bene o male ci è capitato di vedere qualche volta. Chi di noi non ha mai raccontato una barzelletta facendo scendere il gelo tra gli amici?!? Ecco questa era la situazione dell’ultima edizione, un continuo calo delle temperature nello studio del programma per barzellette fritte e rifritte che tutti conoscevano, concorrenti poco convinti e pubblico imbarazzatissimo… Ci dispiace per lo storico format, ma forse era meglio non rovinare il bel ricordo che di esso avevamo: storiche edizioni condotte da un Pippo Franco ancora in forma, i balletti di Pamelona Prati, il sorriso indimenticato del povero Gigi Sabati e i veri grandi campioni delle risate (Valentina Persia ad esempio)... Ma democrazia e rispetto arrivano “dopo” che i cittadini si sono accordati (menati, graffiati, bastonati, discusso animatamente, chiaccherato e scelto in armonia, non mi interessa come) e “dopo” che hanno preso atto che nessuno di loro è capace o ha voglia di fare lui l’azione concordata. I Commissari speciali sono le figure più sbagliate per “DECIDERE DOVE E COME”. Loro sono inviati di uno Governo eletto da noi, sono inviati dei nostri rappresentanti!! Un mio rappresentante non deve mandarmi qualcuno a imporre scelte altrui ma deve portare avanti le idee e le richieste di chi lo ha eletto. Ciao ragazzi, sono di nuovo quello un po’ svitato Cosa si faceva una volta? La carne si comperava che dice cose strane. Scusate ma ho bisogno di sca- avvolta in carta-paglia, quella carta gialla che alcuni ancora ricordano e lo zucchero si avvolgeva nella ricarmi: me lo hanno fatto a fettine; e a voi? carta azzurra (azzurro “carta da zucchero” viene da Visto che ci sono cantanti “impegnati” che mettolì). La carne non era avvolta in domopack e adagiano nelle loro canzoni discorsi sul sociale, sulla polita in vassoietti di polistirolo; e si portava a casa neltica e sul rispetto del cittadino, non vedo perchè in la sporta di tela o di paglia, non in una busta di plaun magazine di musica dovrebbe mancare una pagistica. Ecc. ecc. La carta finiva nella stufa a scaldare na di “discussione” e riflessione sociale e politica. e le bucce si mettevano nell’orto in una buca fatta Siccome non potete rispondere voi prima di leggere apposta che faceva da “compostore” come si direbla mia domanda, ve la faccio e poi comincio a ri- be oggi. Non vi faccio altri esempi altrimenti parlo spondere io: “A vostro parere, l’intervento dello anche io di monnezza. Stato col suo Plenipotenziario per aiutare i NapoleVoglio arrivare a questo: le famiglie decidevano e tani a risolvere il problema immondizia è il segno sceglievano insieme dove fare la buca e dove metteche, finalmente, lo Stato si preoccupa dei suoi cittare gli avanzi da compostare o quelli da bruciare. dini in modo rispettoso per i loro diritti?” Non veniva a imporcelo il vigile. Voi direte che ne abbiamo già sentite per i beati e Allora io vi dico come la penso: i cittadini napoletache non era il caso di sprecare questa pagina per ni o milanesi che siano, che sanno benissimo che parlarne ancora, ma io non parlo di immondizia e sono produttori di rifiuti, che ormai hanno evidenti di Napoli, io voglio parlare di rispetto e di demoesempi di come può essere riutilizzato il materiale crazia nel senso etimologico della parola e vorrei raccolto, che sanno benissimo che non si butta nel sentire cosa ne pensate del modo in cui la Stato giardino del vicino la nostra spazzatura e che non deve intervenire verso di noi. dovrebbero essere dei fessi, devono mettersi Bene, come promesso, parto io. Io credo che lo d’accordo fra loro per decidere dove e come accataStato dovrebbe starsene a guardare e lasciare che i stare i rifiuti per lo smaltimento. Dovrebbero sceNapoletani si arrangino da soli a gestire la loro gliere il modo che ritengono migliore, sulla base monnezza. (##]]@@!! $£”??@@ Sento urla e dell’ampia documentazione e degli esempi disponiimproperi da alcuni) bili, e dovrebbero COMUNICARE queste scelte ai loro rappresentanti e governanti eletti. Adesso, lanciata la provocazione, discutiamo: Solo a questo punto lo Stato PUO’ e DEVE interPunto 1) tutti sappiamo che consumando i vari venire se tra i cittadini non c’è nessuno interessato prodotti produciamo rifiuti: tipicamente gli imbala fare da raccoglitore e da smaltitore (ovvero imlaggi; e direi che questo è quanto differenzia la soprese private come a Brescia e altri luoghi) e aiutare cietà di oggi da quella di ieri (quando ero giovane a realizzare le strutture necessarie. Questa è demoio) crazia, è rispetto , è supporto nelle opere sociali che Punto 2) tutti sappiamo che i rifiuti vanno smaltiti e un Governo realizza sostituendosi ai cittadini che che “dovrebbero” essere smaltiti in modo corretto non sono capaci o non hanno le risorse tecniche e Punto 3) tutti sappiamo che per farlo in modo con- materiali per farlo. Se poi c’è un privato che si proveniente dobbiamo usare strutture adeguate e co- pone di fare lui i lavori, lo Stato deve fare da garanstose e quindi dobbiamo concentrare i rifiuti in te che tutto venga fatto correttamente a tutela della salute e della sicurezza dei cittadini. opportuni punti di conferimento. Allora ricordiamoci che chi vede il nostro Parlamento e i nostri Parlamentari vede noi e ci giudica in base a chi abbiamo scelto a rappresentarci. Chi li vede non giudica loro ma si domanda: “ma gli Italiani eleggono gente del genere?” Sforziamoci e lottiamo perchè chi sarà mandato a rappresentarci alle prossime elezioni dia al mondo l’immagine che noi vogliamo che il mondo veda. Vogliamo mostrarci imprenditori, aperti, ricchi di iniziativa di pochi a vantaggio o a scapito degli altri? Facciamolo. Vogliamo che si abbia una idea di un popolo disposto a condividere tutto con tutti e a supportare i più deboli, a prendersi Capito adesso cosa voleva dire: “devono arrangiarsi”? Non carico dal Centro dei problemi di tutti? Facciamolo. Ma era una frase da separatista e menefreghista ma nemmeno facciamo in modo che chi vive coi nostri soldi e gestisce i mi sta bene che venga nominato un Commissario speciale nostri soldi li usi in modo corretto e non solo a suo tornacche viene a decidere in casa mia. conto. Sia chi sia, ma sia chi vogliamo noi. Questo è solo un modo per trovare un capro espiatorio e ... Non vorrei mai che lo cercassero di più i cittadini che i Ministri. E sì... Perchè un pizzico di malafede ce la vedo... La nomina del Commissario permette anche ai vicini di casa di avere qualcuno su cui scaricare la decisione, mica solo al Governo. Certo non deve decidere di fare l’ecovalorizzatore vicino a casa mia, ma se lo fa vicino a casa tua io posso essere “fortemente addolorato” e “sentirmi molto vicino al tuo problema” ovvero: sporco in faccia e bastardo dentro ma “molto vicino nel tuo dolore” .... Finche è tuo. Allora mi viene da domandarmi: ma tutte queste proteste sono sincere? Se sapevate quello che stavate facendo nell’accumulare immondizia in modo selvaggio, perchè invece non vi siete preoccupati di trovare una soluzione e di chiederne l’implementazione a chi poteva farlo: Stato o privato che sia? I problemi non esistono; esistono scelte e decisioni che li risolvono prima che nascano. Quindi non continuiamo a parlare di problemi ma portiamo avanti delle proposte per evitarli. Ho una grande paura, che alle prossime elezioni ci siano pochi partecipanti perchè siamo tutti un po’ stufi, molto disamorati e ci sentiamo impotenti. L’ho pensato anche io anni addietro e avevo fatto l’errore di gettare la spugna e non partecipare al voto. Poi ho avuto un grande segnale: Cicciolina in Parlamento!?!?!? Perchè grande segnale? Perchè era la dimostrazione che, per quanto voto di protesta, il voto degli italiani aveva ancora un potere decisionale nella gestione della nostra Repubblica: se gli Italiani vogliono ... possono!!! e lo possono fare unendo i loro voti, non lasciando agli altri lo spazio per decidere al posto nostro. Se ci nascondiamo, poi non lamentiamoci delle scelte che scaturiscono dalle decisioni altrui. La cosa più barbina che possiamo fare è dire dopo: “io lo sapevo...” “Se io....” Se tu... allora alza il sedere e partecipa! Spero che la prossima volta che si voterà siamo tutti presenti che riusciamo a mandare in Parlamento chi vogliamo noi, non quelli che vogliono “loro”. Facciamo vedere al mondo che sappiamo sceglierci dei rappresentanti degni di noi. Certo DEMOCRAZIA è una parola che abbiamo in bocca Scusate lo sfogo, ragazzi, ma ... me lo hanno fatto a fettine e in molti ma io sostengo che ce la si debba meritare e, per a qualcuno dovevo pure dirlo. meritarla, bisogna essere onesti e avere rispetto degli altri e Se non mi censurano... Vuol dire che un po’ di rispetto per delle loro idee. gli altri esiste ancora, che possiamo esprimere le nostre idee Noi, invece, siamo capaci di togliere il saluto a un parente o liberamente e pubblicamente, che chi gestisce Ana un amico se sentiamo che esprime idee e pareri diversi dai dergr@und ha un chiaro concetto di democrazia vera: parnostri. Arriviamo a dividere le famiglie, i paesi, la Nazione liamone tutti insieme e poi decideremo insieme, ma parliain base a idee politiche ma non in modo costruttivo; in mo- mone. do demolitivo, creando guerre intestine che rasentano lo Ho sentito una frase che mi è piaciuta moltissimo: “la diverscoppio di vere e proprie guerre civili. Solo che siamo un sità è costruttiva quando uno più uno fa un po’ più di due” po’ più bastardi dentro che non aperti, vogliamo che qualquindi sentire idee diverse dalle nostre potrebbe portare a cun altro metta la sua faccia avanti per noi e così aspettiamo realizzare quel pizzico di valore aggiunto che ci aiuta ad che decida il Governo, che arrivi il Commissario speciale; evolvere. (Speriamo che non ci tassino anche quel piccolo così noi speriamo di ottenere quello che vogliamo ma ci Valore Aggiunto; di IVA ne abbiamo già abbastanza) salviamo la faccia con gli altri. Ciao, ditemi la vostra, tra una canzone e l’altra e scusate le Ragazzi svegliamoci, il Governo siamo noi perchè chi sta là stronzate ma io scrivo a braccio e non correggo... a brindare sulle disgrazie altrui, che viene pagato profumatamente coi soldi nostri, ce lo abbiamo mandato noi e ci rappresenta. Quindi quei signori (mai parola fu meno apGianantonio propriata) siamo noi. Guardiamoci dentro; è così che vogliamo essere? Io credo di no.