Il ritorno alle origini di Lenny Last Night, il nuovo cd

Il ritorno alle
origini di Lenny
Last Night, il
nuovo cd di Moby
Davide
Van De Sfroos
Presenta PICA!
Aspettando il Festival
di Sanremo
Finalmente è arrivato un nuovo
ricco numero di Andergraund,
e, nonostante non stia uscendo
moltissimo materiale, noi ci siamo fatti in quattro per proporvi
gli argomenti più interessanti
che siamo riusciti a scovare. Anche Anderview questo mese
non ci sarà, per problemi tecnici non siamo riusciti a pubblicare l’intervista che avevamo programmato, ma non temete, torneremo dal prossimo numero
con delle belle sorprese... Anzi
ne approfitto per rivolgermi, lo
abbiamo già fatto nei giorni scorsi tramite Myspace e la risposta
è stata ottima, a tutte le band, famose o meno famose, che vo-
gliono farsi conoscere: contattateci, tramite Myspace o al nostro indirizzo [email protected],
pian piano vi contatteremo tutti!
In
compenso
questo
mese
abbiamo
un’interessantissima Anderview plus, con Davide
Van De Sfroos, noto cantautore del lago di Como,
che avevamo già avuto il piacere di intervistare
qualche mese fa e che oggi ci presenta la sua ultima fatica “Pica!”, album che, udite udite, ha scalato le vette della classifica italiana fino al quarto posto! Che risultato per un’artista che canta in una lingua parlata da poche decine di migliaia di persone!
E poi Elio e le Storie tese e il loro nuovissimo lavoro
“Studentessi”, che si preannuncia un grosso successo di vendite. E i Morcheeba, Lenny Kravitz e Moby.
Non mancheranno poi le nostre consuete rubriche.
Quindi non vi resta che rimanere incollati anche a
questo nuovo di Andergraund e ci rivediamo il prossimo mese con un numero quasi interamente dedicato, indovinate un po’... Al festival di Sanremo.
Quindi tutti qui tra circa trenta giorni!
Ciao e Buona lettura.
Ah, dimenticavamo. Il forum finalmente è attivo e
funzionante. Scrivete, esprimete il vostro parere su tutto quello che volete, commentate il festival... Insomma, lasciate una traccia del vostro passaggio!
Alla prossima!
Anno 2 - numero 18
Direttore generale
Roberto Virgilio
Responsabile musica
Mr Bugs!
[email protected]
Responsabile spettacoli
Dj HnF
[email protected]
Responsabile rubriche
sir3n3tta
[email protected]
Redazione:
Chef Mene
Valeriano
Betty
Don Lolò
Ha collaborato lo staff di:
Si ringrazia per l’estrema
disponibilità:
Davide Van De Sfroos
Web editor
Valeriano
Redazione
[email protected]
Manoscritti, anche se non pubblicati, non saranno restituiti.
E’ vietata la riproduzione anche parziale di testi e foto.
News............................................... pag 6
Tutte le ultime novità dal pianeta musica
Studentessi.................................... pag 10
La nuova fatica di Elio e le Storie Tese
Love Revolution............................ pag 16
Il ritorno al rock di Kravitz
Anderview Plus.............................. pag 22
Davide Van De Sfroos ci racconta Pica!
Last Night..................................... pag 28
Il Newyorkese Moby ci riprova
Ritorniamo in due......................... pag 32
La nuova avventura musicale dei Morcheeba
Storia della dance.......................... pag 36
Una nuova avvincente puntata: i primi anni 90
Classifiche..................................... pag 38
I dischi più venduti nelle ultime settimane
Recensioni..................................... pag 40
Le ultime uscite discografiche ascoltate per voi
Testo del mese.............................. pag 44
Le parole delle canzoni più ascoltate
On the Road.................................. pag 46
I concerti più interessanti del mese
Ai - Tek......................................... pag 62
Scopri tutti i segreti della Tecnologia
Il Gioco del mese.......................... pag 64
L’uscita più interessante
Il Sito del Mese............................ pag 65
Le curiosità più interessanti dalla rete
Ludoteca....................................... pag 66
Botteghino..................................... pag 48
I film più visti negli ultimi giorni
Coming Soon................................. pag 48
Casa arriverà a breve nei cinema
News.............................................. pag 49
Il ritorno di Verdone alla commedia e molto altro
Recensioni..................................... pag 50
Gli ultimi film usciti in sala visti per voi
Telecomando................................. pag 58
Le ultime novità dal tubo catodico
Teledipendente............................. pag 59
Pochi giorni al Festival
In bianco e nero.......................... pag
60
La tv dei ricordi: I Puffi (seconda puntata)
FM................................................. pag 51
I programmi più belli da seguire in radio
Carrellata sui giochi di società, nuovi e classici
Segnalibro..................................... pag 68
Un consiglio letterario dalla vostra Ary
Spuntino........................................ pag 70
Come sorprendere in cucina col minimo sforzo
DiAry............................................. pag 72
Cosa accadeva nel mondo in questo mese
Cronache Marziane....................... pag 74
Notizie assurde ma realmente accadute
Mercatino...................................... pag 76
Curiosità, idee regalo, oggettistica varia
C’è post@ per Ary......................... pag 78
Vuoi raccontarci qualcosa, vuoi sfogarti o hai bisogno
di un buon consiglio? La nostra Ary ti dà voce
Spicher Corner............................... pag 80
Questo mese: il grande ritorno di Don Lolò
Foto del Mese................................ pag 82
Il mondo raccontato per immagini
Elettro U2
Bono rivela alcuni particolari sul nuovo album in lavorazione
Gli U2 sono tornati a Dublino per
riprendere le sessioni di registrazione
del loro nuovo album. Per il successore di “How to dismantle an atomic
bomb” del 2004 le basi sono state
gettate in Francia e Marocco. Il lavoro non ha ancora alcuna data prevista di pubblicazione. Bono e soci
sono in studio sia con Brian Eno sia
con Daniel Lanois. Quest’ultimo ha
riferito a fonti USA che produttori e
band sono intenzionati ad entrare in
“nuovi territori sonici” per “cercare
di partorire un capolavoro”. Bono al
termine della prima europea del loro
docu-film “U2 3D” al Cineworld di
Parnell Street, a Dublino si è brevemente intrattenuto con i reporter. I
giornalisti accreditati al “Dublin international film festival” gli hanno
c h ie st o d i f or ni r e r a ggu a gli
sull’album e il frontman ha detto:
“Ma chi è che ha davvero bisogno di
un altro album degli U2, a meno che
non si tratti di un grande capitolo di
rock’n’roll? Giovanotti, occhio! In
questo periodo abbiamo davvero
bisogno di fare qualcosa di straordinario per convincerci ad alzarci al
mattino. Il disco sarà molto radicale
e senza compromessi”.
Coldplay, ennesimo rinvio
Arriva un altro rinvio per il nuovo album dei Coldplay. L’annuncio, dato da alcuni negozi online, che
il disco sarebbe stato disponibile per il prossimo 19
maggio è dunque da ritenersi superato. Sentito da
fonti statunitensi, Dave Holmes, il manager del
gruppo britannico, ha riferito che i Coldplay stanno
terminando il missaggio, poi passeranno subito al
mastering e che quindi la data di pubblicazione è
prevista “per l’inizio dell’estate”. Insomma, se non ci
saranno altri intoppi, verso la fine di giugno o
l’inizio di luglio. La lavorazione del successore di
“X&Y” era iniziata a Londra nel novembre 2006.
“Penso che sia il loro album
migliore”, ha affermato
Holmes. “E’ un disco fantastico”. I Coldplay supporteranno il lavoro con un tour
europeo e nordamericano
per il quale non vi sono
ancora date fisse.
Negramaro Europei
In arrivo un tour nei club del vecchio continente
Il prossimo 2 aprile la band pugliese
intraprenderà "La Finestra European
Tour 2008", con otto concerti nei
club del Vecchio Continente. Sarà
una sorta di 'warm-up' in vista dell'atteso appuntamento del 31 maggio
allo Stadio San Siro di Milano.
Per il gruppo sarà una preziosa occasione di rituffarsi in pieno rock'n'roll, dopo la parentesi acustica
nei teatri, con i 52 live sold out tenuti da ottobre 2007 a gennaio 2008.
"Ci piace fare esperienze diverse dice la band - e mescolare le carte
mettendoci alla prova in ogni occasione. In questo anno, cominciato
con l'uscita del disco La Finestra nel
giugno 2007, abbiamo affrontato
diverse tappe di quello che ci piace
definire il progetto Negramaro: prima il tour nelle Arene che ci ha permesso di suonare in posti meravigliosi, poi il tour acustico nei Teatri,
una prova impegnativa che ci ha
portato ad un'importante crescita
artistica. Ora ci attende lo Stadio di
San Siro, l'unico appuntamento con i
nostri fan per l'estate 2008, ma intanto ci è piaciuta l'idea di partire
con lo spirito rock'n'roll della prima
ora, girando l'Europa in tour bus e
suonando nei club come in Italia
non facciamo da tempo".
La Finestra European Tour 2008:
2 aprile
ZURIGO - KLAUFLEUTEN
3 aprile
BERNA - BIERHUBELI
6 aprile
LONDRA - DINGSWALL
7 aprile
VIENNA - SZEN
8 aprile
MONACO - 59:1 CLUB
9 aprile
KOELN - PRIME CLUB
19 aprile
BARCELLONA - LUZ DE GAS
20 aprile
MADRID - SALA HEINEKEN
Una grande sfida per i Negramaro
quella di portare la loro musica al di
fuori dei confini italiani!
Per tutti gli aggiornamenti sul concerto al Meazza visita il sito negramarosansiro.com
I Racounteurs, il gruppo di cui fa
parte anche Jack White dei White
Stripes, hanno scelto un modo molto
semplice, postando una news nel loro
blog Myspace, per informare i fan
che le registrazioni del loro secondo album
stanno per essere concluse. Il messaggio
(chiaramente scritto da un rappresentante
della band) specifica che il seguito dell'acclamato "Broken Boy Soldier", uscito nel 2006,
è in fase di ultimazione in quel di Nashville.
Jack ormai è una garanzia di qualità per i fan
del rock più sanguigno.
La popstar canadese Avril Lavigne è
in dolce attesa del suo primogenito?
A rivelarlo è X17, svelando che la
ragazza è stata avvistata in compagnia del marito, il membro della punk
band Sum 41 Deryck Whibley, mentre usciva
da un rinomato negozio per bambini di Los
Angeles carica di pacchetti e pacchettini.
Eppure la cantante ancora tenta di negare la
gravidanza, confermando l'inizio del suo
world tour che partirà dal Canada il prossimo
5 marzo. Esattamente come ha fatto l'indomita Jennifer Lopez, che ha iniziato la turnée
con Marc Anthony già in attesa. Nel caso
l’indiscrezione dovesse rivelarsi fondata non
ci rimane che porgere i nostri più sinceri
auguri alla futura mamma e al futuro papà.
Yoko VS Julian
Yoko Ono ha recentemente cercato di impedire ad
una band emergente, tramite vie legali, di utilizzare
"Lennon" come nome del gruppo. Yoko vorrebbe
accaparrarsi i diritti totali per l'utilizzo del nome e
non dare nessuna possibilità alla band di Lennon
Murphy, che nulla c'entra con la famiglia, di utilizzarlo a fini commerciali. Ma Julian, l'ultimo figlio
che il Beatle John ha avuto con Cynthia Lennon,
ha pubblicamente dichiarato che la band emergente
ha tutto il suo supporto per l'utilizzo del monicker.
Nek spopola in terra spagnola. Il
cantante, con "Para ti seria" (versione spagnola di "Lascia
che io sia"), è da 18 settimane nella
classifica spagnola e ha raggiunto il
secondo posto nella graduatoria dei download. Il brano è contenuto sia nella versione
spagnola dell'album di Nek "En el cuarto
26" (Nella stanza 26), sia nel nuovo album
dei El sueno de Morfeo. Nell’album della
band è presente anche un altro duetto di Nek
e Rachel: il brano in questione s’intitola
“Chocar”.
In un luogo come il Dingwalls di
Londra, nel quartiere di Camden, le
canzoni di Vinicio Capossela hanno
entusiasmato i 600 presenti. Era la
'prima volta' di Vinicio oltre Manica
e il pubblico gli ha tributato un autentico
trionfo. Nell'atmosfera rovente del rock club
Capossela e i suoi musicisti hanno vagato tra
musiche e sonorita' che non si sentono di
frequente, nella Gran Bretagna poco attenta a
tutto cio' che non canta inglese.
Arctic Rascal
Membri di Arctic Monkeys e The Rascals formano una nuova band
scoperto di avere gusti in comune (Scott Walker, il primo
Bowie, David Axelrod). La
decisione di formare un gruppo è stata spontanea. Il nome
del loro progetto è "The Last
Shadow Puppet" e il risultato
delle loro fatiche prende il nome di "The Age Of The Understatement". Il nuovo disco
contiene 12 canzoni energiche,
ricche di fiati e piene di tensione drammatica, intelligenti e
melodiche. Canzoni che attingono alle lezioni del passato
senza però suonare vecchie.
Alex Turner (Arctic Monkeys) e Miles Kane
(The Rascals) sono diventati amici durante il
tour che gli Arctic Monkeys hanno intrapreso
col precedente gruppo di Kane, The Little Flames. I due si sono stati simpatici e hanno subito
La band ha registrato i brani
ai Black Box Studios a Nantes,
in Francia, con l'aiuto del produttore James Ford. Il gruppo ha contattato
Owen Pallet per l'arrangiamento delle parti orchestrali, che sono state eseguite dai 22 membri
della London Metropolitan Orchestra ai British
Grove Studios di Londra.
Muse Live
La band inglese pubblicherà un nuovo CD e DVD dal vivo
Una bella sorpresa attende i fan dei Muse. Il gruppo di Matthew James "Bells"
Bellamy ha in serbo per i suoi fan una
nuova chicca. Il concerto, che si è tenuto
il 16 giugno scorso, presso il famosissimo stadio di Wembley a Londra, è stato
immortalato da una troupe appositamente chiamata per l'occasione. L'audio e i
filmati del concerto saranno rispettivamente disponibili su un CD e un DVD
venduti in un unico cofanetto chiamato
"HAARP", la cui uscita è prevista per il
17 marzo. Il DVD conterrà inoltre tutta
una serie esclusiva di fotografie e riprese
effettuate sul palco e nel backstage. Fra
le tracce inserite non potevano mancare
tutti le hit più famose, fra cui:
"Supermassive Black Hole", "Time Is
Running Out", "New Born", "Plug In
Baby" e "Take A Bow". Chi non ha mai
assistito ad un loro concerto, non può
lasciarsi scappare questa occasione per
assistere, in tutta comodità, all'esibizione
di uno dei gruppi pop-rock più potenti
in circolazione.
Non c’è che dire, questo veramente è
un periodo d’oro per loro. Infatti,
benchè dall’ultimo album “Cicciput”
siano passati ben cinque anni, loro,
ovvero Elio e tutto il resto della
compagnia, non si fermano nemmeno un secondo. Basti pensare che nei
primi tre mesi del nuovo anno, sono,
e saranno alle prese con uno spettacolo teatrale, col lancio del nuovo
disco, con la ripresa del loro programma radiofonico e con la prossima conduzione del dopofestival di
Sanremo. Più attivi di così... Ma fermiamoci un attimino e parliamo con
ordine di tutti questi progetti.
Prima di tutto il cd. Erano, come già
detto, ben cinque anni che i fan aspettavano con ansia un nuovo lavoro. “Cicciput”, il loro ultimo album
in studio, era stato un enorme successo, anche grazie al traino del singolo di lancio “Spalman” che imperversava in tutte le radio, e il cui video, che faceva il verso ad un altro video, quello del tormentone
dell’epoca “Dedicato a te” de Le
Vibrazioni, è diventato un cult. Finalmente il 20 febbraio esce
"Studentessi", nuovo lavoro del
gruppo milanese, che anche questa
volta non si fa sfuggire l’occasione
per fare qualcosa di nuovo e innovativo. Questa volta si tratta di un anomalo metodo di distribuzione: il disco infatti sarà acquistabile in diversi
modi: verrà venduto in edicola (in
allegato a La Repubblica e a
L’Espresso) oltre ad esssere distribuito nei negozi di dischi (Self Distribuzione) e naturalmente sarà disponibile anche presso tutti i consueti canali di distribuzione digitale.
Intanto, da venerdì 8 febbraio è in
rotazione su tutte le radio il singolo
di lancio di “Studentessi”, intitolato
“Parco Sempione”. Con la solita ironia, la band milanese prende spunto
dai "fricchettoni" che suonano i bonghi al parco per parlare della propria
città, dell'ecopass, della mancanza di
verde pubblico, illustrando il tutto
con un video che è un vero e proprio
minifilm. In particolare si fa riferimento in maniera aperta ed esplicita
alla situazione, nota soprattutto ai
milanesi, del cosiddetto boschetto di
Gioia, che è sparito dal territorio del
capoluogo lombardo per far posto alla costruzione
del nuovo avvenieristico palazzo che sarà la prossima sede della regione. In quel caso il gruppo si era
mobilitato in prima persona per salvare quel piccolo
angolo di verde. In particolare, come si legge anche
nel testo della canzone, Rocco Tanica si era impegnato in una massiccia campagna di raccolta firme in
difesa del verde, ma a nulla è servito. Emblematica è
la copertina del singolo in cui due grossi FORMICONI vengono rappresentati nell’atto di mangiare
degli escrementi. E anche nel video si fa pesante
riferimento a questa specifica vicenda.
Tra gli altri pezzi presenti nel disco, e presentati in
anteprima dallo stesso Elio e Soci in un’intervista
esclusiva per il mensile de La Repubblica XL, da
segnalare un’interessante collaborazione con Antonella Ruggiero che canta nel brano d’apertura del
disco, “Plafone”. Il pezzo comincia con un robottino allegro, seguito da un lungo assolo strumentale.
Come spiega il giornalista de la Repubblica “è una
bella sorpresa, per chi aspetta il disco, non trovare
subito un concetto espresso. È un po' la sigla d'entrata, molto Anni Settanta, perché siamo in un periodo di recupero. Tutto questo preambolo musicale
introduce una signorina che canta benissimo una
melodia sotto la doccia. Ma mentre canta, vantandosi della difficoltà di quello che è in grado di fare, si
accorge che la doccia, per effetto del calcare, spruzza
dappertutto e sta bagnando il pavimento. Si affretta
a dare una passata con lo straccio, ma nel frattempo,
il vicino di sotto ha già rilevato una macchia sul plafone”. Il finale non ve lo sveliamo, quando ascolterete il disco ogni dubbio sarà fugato. Altra collaborazione importante è anche quella con Giorgia, che
compare nella seconda traccia del disco “Ignudi fra i
nudisti”. Si tratta di un altro pezzo se vogliamo meno impegnato, che racconta della difficile situazione
che si viene a creare all’interno di un rapporto di coppia
quando arriva il momento di decidere la località di villeggiatura in cui passare le ferie estive, e su cui puntualmente non
si è mai d’accordo e nascono problemi e discussioni. Ma gli
ospiti non finiscono qui; l’album infatti riserva ancora un
paio di sorprese. La prima è la voce di Irene Grandi nel
pezzo intitolato “Heavy Samba”, una velenosa invettiva
contro “la devastante rottura di maroni del lounge e peggio
ancora del chillout/brazil in spiaggia”. Nella canzone il protagonista, va a casa di una tipa e si lamenta per la musica,
ma lei, alias Irene Grandi, non la prende molto bene e comincia a sbraitare mentre nel frattempo il protagonista si
accorge di aver sbagliato a suonare il citofono di star parlando con la persona sbagliata. E poi, ultima ma non in ordine
di importanza, Paola Cortellesi che appare in “Suicidio a
Sorpresa”, che affronta, alla maniera che è consona a Elio e
compagni, il tema del rock satanico: “Esistono orde di
gruppi detti dead metal e black metal, che sono quelli che
cantano con un suono mostruoso e infernale. Oltre a inneggiare a Satana nei testi, piuttosto che alla decapitazione e a
quanto è bello squartarsi, hanno anche dei nomi strepitosi,
tipo Impaled Nazarene, Tartaros o Rigor Mortis. Siamo
"morti", appunto, dal ridere leggendo questi nomi e abbiamo deciso di scriverci un pezzo. Abbiamo pensato che se
nel rock c'era la leggenda che ascoltando al contrario i dischi potevi sentire dei messaggi satanici, se ascolti al contrario i dischi satanici ci trovi dei messaggi buonissimi”. E poi
tanti altri pezzi interessanti tra cui ci teniamo a segnalare
“Gargaroz”, uno struggente pezzo di denuncia sul problema delle tonsille rimosse con troppa leggerezza, le previsioni apocalittiche contenute in “Supermassiccio” e poi, il pezzo a quanto pare più forte del disco intitolato “La Risposta
dell’Architetto”, un rap avvelenato in cui Mangoni non se
ne tiene dentro una, e se la prende coi giovani, che si lamentano sempre per i loro problemi ma “io c'ho due figli e
devo portare a casa da mangiare. Venite qua che vi spiego
io quali sono i problemi”. Insomma, un disco impegnato e
di denuncia, quello che i fan si aspettavano dopo cinque
anni di silenzio. Ricordiamo che comunque in questo lungo
periodo il gruppo non è stato con le mani in mano, ha girato l’Italia in tour e ha pubblicato diverse raccolte oltre che
un libro. Ebbene sì, un libro. Visto che esiste “La Versione
di Mike”, autobiografia del noto conduttore televisivo, non
si capisce il motivo per cui non debba esistere un libro che
racconta le avventure e le disavventure di una delle band
italiane più rivoluzionarie della storia, così è nato “Vite
Brucciacchiate - Ricordi Confusi di una carriera discutibile”,
appassionante resoconto della loro esperienza umana e artistica. E pi la pubblicazione di diversi live tra cui “Il meglio
di ho fatto due etti e mezzo...lascio?”, “Il meglio di grazie
per la splendida serata” e “Bisio e le Storie Tese e Elio.
Coèsi se vi pare”, resoconto della magnifica tournee che il
gruppo ha intrapreso insieme al comico Claudio Bisio un
paio d’anni fa. E un best of, ”Elio e le Storie Tese”.
Ma come abbiamo già accennato all’inizio, questi primi mesi del 2008 sono stati e saranno mesi molto
intensi per i vari componenti del gruppo. Infatti prima di tutto è come di consuetudine ripartita la trasmissione radiofonica di Elio e le storie tese,
“Cordialmente into the night”, trasmessa tutti i lunedì
sera su DeeJay e condotta dallo stesso Linus, direttore
artistico della radio. Inoltre nel mese di gennaio elio è
stato impegnato nella messa in scena di
“Frankenstein”, un musical concerto un po’ particolare, un incontro tra musica e teatro. Un mini-tour di 5
date in altrettanti teatri, partito da Milano il 28 Gennaio 2008 e conclusosi a Genova il 5 Febbraio: un
concerto spettacolo che vede Elio nella parte di Frankenstein, il mostro letterario per antonomasia. Accompagnato dal Nextime Ensemble diretto da Danilo
Grassi, Elio "canta, recita poesie, fischia suona un po'
di strumenti strani". In una seconda parte dello spettacolo poi ha eseguito una selezione di brani tratti da
"L'Opera da tre soldi" e "Happy end" di Kurt Weill e
Bertolt Brecht, nonchè una selezione degli immancabili classici di Elio e le Storie Tese.
E poi tra febbraio e marzo li aspetterà un compito molto importante e delicato: ovvero la conduzione del prossimo dopofestival in diretta
dallo storico teatro del casinò di Sanremo. Pippo Baudoquest’anno ha avuto il coraggio di
giocarsi la carta dell'imprevedibilità. Il gruppo
sarà affiancato nel gravoso compito
dal’attrice/vj di All Music Lucilla Agosti, che
aveva già dato prova delle sue qualità di improvvisazione anche come spalla di Ale e Franz
all’interno della prima edizione del programma
“Buona la Prima” su ItaliaUno. Ricordiamo ai
gentili lettori che potranno ammirare le gesta
dei nostri eroi a partire da lunedì 25 febbraio
per proseguire poi il 26, il 28, il 29 febbraio e
concludersi sabato 1 marzo 2008 in prima serata su Raiuno. Siamo sicuri che Elio e soci saranno sicuramente all’altezza di questo difficile
incarico e anzi, siamo sicuri che siano proprio le
persone adatte a sdrammatizzare un po’ la sacralità dell’evento e a rendere un po’ più tranquilla e rilassata l’atmosfera di tensione e di polemica che come al solito serpeggia nei dintorni
del teatro Ariston.
Torna alle origini l'idolo del rock Lanny Kravitz e presenta la sua rivoluzione. Il nuovo
album dell'artista è intitolato "It is time for a
love revolution", è uscito lo scorso 8 febbraio
ed è la sua sua prima attesissima uscita dopo
una pausa di oltre 3 anni dal suo precedente
lavoro "Baptism".
Il primo singolo estratto dalla nuova fatica di
Lenny si intitola "I'll be waiting", un pezzo
fortissimo già da diverse settimane molto trasmesso dalle radio e ai primi posti in tutte le
classifiche mondiali.
Con 14 canzoni nuove, l’album vede il multistrumentista scrivere, produrre, arrangiare e
suonare tutte le canzoni, come ha sempre fatto
in tutti i suoi precedenti lavori. Come suggerisce il titolo, Kravitz canta canzoni d’amore e
di rinnovamento spirituale, invitando la gente
ad aprirsi e a lasciare entrare l’amore nei loro
cuori. Non teme inoltre di prendere una posizione politica, usando la sua musica per attirare l’attenzione sull’attuale guerra americana in
Iraq e ricordando gli anni del Vietnam. Con i
primi due singoli “Bring It On” e “I’ll Be Waiting” e con brani quali “Love, Love, Love,”
“Dancin’ Til Dawn,” e “I Want To Go
Home”, in cui confluiscono tutti gli elementi
che sono stati distintivi della sua musica sin
dagli esordi, dal soul al funk al jazz uniti agli
intensi contenuti lirici, It Is Time For A Love
Revolution ripropone quelle caratteristiche
eccezionali che hanno fatto di Kravitz uno dei
musicisti rock più vitali degli ultimi 18 anni.
"Amo questo disco e il feeling che l’ha ispirato", ha detto Lenny. "Mi sentivo come un
bambino che gioca nella sua camera, e questa
è la migliore fonte d'ispirazione cui si possa
attingere quando si fa musica, il senso di libertà".
"It is time for a love revolution" è un album in
cui Lenny si è impegnato personalmente al
100% ha suonato quasi tutti gli strumenti in
questa sua nuova fatica che è stata prevalentemente registrata nel suo studio privato alle
Bahamas, ma anche a Miami, Parigi e New
York. Nel disco Kravitz proporrà una musica
più spogliata rispetto a quella del precedente
album "Baptism", che offriva un suono sicuramente più denso,un rock ruvido caratterizzato da una batteria incalzante e da chitarre
'pesanti'. Sembra che l’artista abbia utilizzato
una moltitudine di microfoni nello studio di
registrazione per captare al meglio l’energia
della sua musica. A proposito di questo suo
nuovo esperimento, il cantante ha dichiarato al
celebre magazine Billboard che durante le sessioni voleva captare il suono dei muri e del
brano.
Alla fine degli anni ottanta, Kravitz ritornò a New York per intraprendere una carriera musicale vera e propria. Si trovò a dividere casa con Lisa
Bonet, un'interprete di The Cosby Show. I due si sposarono il 16 novembre 1987, e dalla loro unione nacque un anno dopo una figlia, Zoe
Isabella. In quel periodo, il rocker newyorkese cominciò ad ascoltare
anche Jimi Hendrix, i Beatles, i Led Zeppelin, Stevie Wonder, Curtis
Mayfield e Bob Marley. Questi sarebbero diventati altri suoi ispiratori, al
fianco degli Sly Stone e di Prince.
Nel 1988 finalmente arrivò un contratto e firmò con la Virgin Records.
Nel 1989 esce l'album d'esordio "Let Love Rule", che raggiunse il numero 61 di Billboard. Da esso furono estratti come singoli la title track e "I
Build This Garden For Us". Madonna coverizzò nel 1990 un brano di
Kravitz, "Justify My Love" (da Immaculate Collection), e la rese un singolo. Fu grazie ad esso che il cantante avrebbe ottenuto i suoi primi successi veri e propri. Nello stesso anno divorziò da Lisa Bonet e si legò
temporaneamente alla Ciccone.
Nel 1991 Lenny pubblicò il suo secondo album "Mama Said", che raggiunse il numero 40 di Billboard. Molte sue canzoni si riferiscono alla
fine del legame con Lisa Bonet. Il suo singolo più noto e più di successo
è "It Ain't Over Til It's Over". Ad un'altra sua hit, "Always On The
Run", collaborò anche Slash dei Guns N' Roses (infatti i due erano amici
dai tempi del liceo). Inoltre alla realizzazione del disco contribuì per la
prima volta Sean Lennon.
E' un'opera di cui il musicista va molto orgoglioso, e
la considera come uno dei suoi migliori dischi mai
realizzati. A tre anni di distanza dal suo ultimo lavoro il cantante lancia un messaggio preciso, a proposito della “love revolution”:
“Penso che la rivoluzione dell’amore sia qualcosa
che comincia dentro a ognuno di noi. Inizia proprio
nel nostro spirito e da lì deve essere come un esercizio che facciamo nelle nostre case, nelle nostre famiglie, nelle nostre piccole comunità, e poi cresce al di
fuori. Ma la rivoluzione è una disciplina. Significa
che lascerò che l’amore governi la mia vita. Mi sveglierò ogni giorno e cercherò di fare del mio meglio
per donare amore, per mettere dell’energia positiva
nell’universo. E la rivoluzione è la disciplina per
continuare a fare questo tutti i giorni, per amare me
stesso, amare Dio, amare la gente intorno a me e
anche solo per cominciare ad esercitarsi in questo
nel vostro ambiente".
Per presentare il disco, Lenny prevede un lungo tour
mondiale della durata di addirittura due anni, in modo da poter organizzare dei concerti più intimi e
suonare nei club anzichè negli stadi e nei palazzetti,
in modo da avvicinarsi maggiormente al suo pubblico. Comunque ancora non si hanno particolari dettagliati su questo tour in quanto al momento Lenny
Kravitz è ancora impegnato sul set del suo primo
film. Sarà infatti un infermiere nella pellicola drammatica Push di Lee Daniels, che racconta la drammatica storia di una adolescente incinta.
Ricordiamo che prima di questo disco Lenny Kravitz ha ottenuto lungo la sua carriera consensi di
critica e successi commerciali con una serie di album
che l'hanno visto trionfatore ai Grammy, agli American Music Award e agli MTV Video Music Award.
Di padre ebreo americano (Sy Kravitz, produttore
discografico di origini ucraine) e madre originaria
delle Bahamas (Roxie Roker, attrice nota per il ruolo
di Helen Willis ne I Jefferson), è nato e vissuto in
gioventù a New York. Il suo nome di battesimo, è
lo stesso di uno zio paterno morto durante il conflitto in Corea, nel 1953. Dopo che i suoi genitori erano emigrati in California, Kravitz iniziò ad appassionarsi di musica. Così imparò subito a suonare il basso, il pianoforte, la chitarra e la batteria, e cominciò
a cantare per il California Boys Choir e per la Metropolitan Opera. Dopo essersi diplomato alla Beverly
Hills High School, nel 1983 cominciò ad incidere
dischi in proprio, con il nome d'arte di Romeo Blue.
All'epoca si ispirava molto a Prince e agli Sly Stone,
ma anche a musicisti jazz quali Duke Ellington, Sarah Vaughan, Count Basie, Ella Fitzgerald, Bobby
Short e Miles Davis, a cui i suoi stessi genitori erano
molto legati.
Nel 1993 uscì "Are You Gonna Go My
Way", che raggiunse il numero 12 di
Billboard. Grazie al suo terzo album, Kravitz vinse un anno dopo un Brit Award
come miglior artista maschile. Il video
della title track, diretto da Mark Romanek, fu premiato agli MTV Video Music
Awards. Nel 1995 arriva "Circus", che
entra nella top ten di Billboard trainato da
"Rock And Roll Is Dead" e "Can't Get
You Off My Mind".
Con la pubblicazione di 5 nel 1999, Kravitz sperimentò per la prima volta sonorità elettroniche. 5 ebbe molto successo
soprattutto in Europa, grazie al suo singolo di lancio "Fly Away" e grazie ad esso il
rocker di New York vinse consecutivamente quattro Grammy come miglior
artista rock maschile, nel 1999. Nell'ottobre del 2001, Kravitz rilasciò il suo sesto
album, "Lenny", e nel 2002 Jay-Z invitò
Kravitz ad incidere con lui la traccia
"Guns And Roses". Al 2003 risalgono invece "We
Want Peace" (contro la seconda guerra in Iraq) una
collaborazione con Michael Jackson ("Another
Day") e un'altra con P. Diddy, Pharrell Williams e
Loon a "Show Me Your Soul" (dall'OST di Bad
Boys 2). Un anno dopo, collaborò con i N.E.R.D.
nell'album Fly or Die, e di nuovo con Jay-Z in
"Storm" da Baptism, il suo settimo e ultimo album,
è uscito nel 2004 ed è stato trascinato principalmente dalle hit "Where Are We Running" e "California".
Il resto è cronaca recente...
E’ una notizia che arrivata in redazione proprio mentre mi
accingevo a trascrivere quest’intervista. E’ qualcosa che ha
dell’incredibile, quasi stentavo a crederci, eppure è successo.
Il nuovo album di Davide Van De Sfroos “Pica!”, uscito lo
scorso 8 febbraio, nella prima settimana di vendita, è entrato direttamente nella top ten dei dischi più venduti in Italia
piazzandosi al quarto posto! E’ una notizia inaspettata, non
perchè non credessimo nel valore e nelle doti di questo straordinario artista, ma perchè è quasi un miracolo che un cantautore, conosciuto fino a qualche anno fa solamente in
Lombardia, senza il benchè minimo appoggio delle radio e
delle televisioni, sia riuscito a scalare la classifica fino a raggiungere la top five. Noi siamo estremamente felici e orgogliosi di questa notizia, che deve essere anche uno sprone
per tutti i giovani bravi artisti che ci sono in Italia: se si ha
talento ce la si può fare anche senza la spintarella dei media
e l’apporto di una grande major discografica alle spalle.
Davide ci aveva già anticipato qualcosina del suo nuovo
album, allora in lavorazione, nell’intervista che ci aveva rilasciato nel numero 11 di Andergraund e ora che l’album è
nei negozi abbiamo pensato giusto chiedergli di presentare
lui stesso ai nostri lettori questa sua ultima fatica. Così, il
giorno dell’uscita ufficiale del disco lo abbiamo raggiunto
alla serata di presentazione di “Pica!” a Milano, moderata
dal vice direttore del Giorno, nonchè grandissimo esperto
musicale Marco Mangiarotti, per capirne qualcosa di più sul
nuovo disco.
Prima di lasciarvi all’interessantissima intervista ci tengo a
ricordare che il prossimo 19 aprile Davide Van De Sfroos
presenterà dal vivo il suo disco in un imperdibile data unica
al DatchForum di Milano. I biglietti sono già in vendita.
Buona Lettura.
Allora Davide, vogliamo fissare, se ci sono, un
punto di partenza e un punto di arriva per questa tua ultima avventura musicale, questo bellissmo album intitolato “Pica!”
Sto lavorando ad un nuovo album nel quale
sarò molto più sfacciato nel fare nomi e non
saranno più riferimenti
casuali, ma sarà la nascita di un nuovo stile
per il quale io sarò contento di
accontentare il protagonista
della canzone.
(da Anderview, Andergraund n.11)
Quando si intraprende un viaggio il punto di partenza in ogni caso è manifesto, che sia un viaggio in
auto, in treno o in barca, più o meno tu sai che sei
partito da lì. Il prefissarsi un tragitto è auspicabile.
L’avere un’idea verso che direzione bisogna puntare
è interessante. Fissarsi a tutti costi un cosiddetto
traguardo o un porto in cui arrivare mi ha sempre
creato un po’ di inquietudine, sia dal punto di vista
dei viaggi fisici che da quello dei viaggi metaforici
che tu puoi intraprendere quando per esempio decidi di scrivere un libro, di realizzare un disco o di
partire per un tour. Sicuramente il viaggio vuole snodarsi per quelle che sono le solite tappe, quindi un
punto di partenza può essere rappresentato da eventuali concerti, concerti più grandi, come per esempio
quello che faremo ad aprile al DatchForum. E poi
altri tipi di sogni, altri tipi di sguardi verso quelli che
sono i punti cardinali dell’avventura stessa come per
esempio, ancora una volta, lo spostarsi verso sud, e
in particolare verso le isole che così tanto hanno
dimostrato di voler ascoltare questa storia, anche se
raccontata in una lingua completamente diversa dalla
loro. Penso che una delle soddisfazioni più grandi
sia quella di riuscire ad esportare quelli che sono i
tuoi eroi, i tuoi miti e le esagerazioni che tu poni in
essi; arrivare al punto di pensare che non sei più una
persona che se la canta più e se la suona da solo sul
balcone di casa perchè sa che il suo vicino al piano
di sotto ti capisce, ma che dimostra di essere un portatore di materiali che possono tranquillamente interessare anche in altri posti molto lontani, sia geograficamente che culturalmente. Io posso anche aggiungere che il non avere un punto di arrivo mi aiuta
anche a non forzare la marcia e non distrarmi da
eventuali cambi di direzione. Secondo me molto
volte è importantissimo fare qualche curvata brusca.
Hai già accennato prima al grande concerto che
si terrà ad aprile al DatchForum, unica data per
quanto riguarda il tour di presentazione del disco. Come mai hai sentito la necessità di misurarti in un’impresa così ambiziosa?
Fondamentalmente perchè volevo presentare il nuovo disco a tante persone contemporaneamente, e
non fare invece una rassegna di piccoli concerti nei
teatri, che sono sicuramente delle occasioni bellissime, e sono una dimensione nella quale mi ritrovo
pienamente, che però è molto più dispendiosa nel
momento in cui esce un disco. Sembra sempre che
se parti da Como o da Milano ci sia sempre qualcuno che arriva per secondo o per terzo. Invece fare
una grande adunanza, arrivare a fare per la prima
volta un concerto in un luogo così grande e imbarazzante, è sicuramente una grande sfida, e i viaggi
sono pieni di sfide. Dall’altra parte però è anche
rassicurante perchè nel momento in cui il Forum
dovesse riempirsi, anche solo parzialmente, ma in
maniera abbastanza consistente, noi avremmo la
sensazione di essere una congregazione di persone
che crede veramente in questo tipo di storie e in
questo tipo di progetto musicale.
Torniamo a parlare più approfonditamente del
disco. Ci vuoi parlare della tua esperienza a
New Orleans?
In questi giorni durante le interviste, ho raccontato
più volte, anche a rischio di sembrare ripetitivo, ma
per me è importante, che quando sono arrivato a
New Orleans, qualcosa sapevo perchè qualcuno, che
ci è stato diverse volte, me l’aveva dipinta con tinte
che io pensavo fossero anche un po’ esagerate, inve-
ce quando sono arrivato lì mi sono reso conto che
non solo erano tinte realistiche, ma addirittura lui si
era tenuto piuttosto stretto rispetto a quello che ho
trovato quando sono arrivato, e si trattavo dell’anno
successivo al disastro dell’uragano Katrina. E sono
arrivato a pensare che mischiare un bicchiere del
lago di Como con un bicchiere dell’acqua del Mississippi non era una cosa poi tanto campata in aria; i
bicchieri, visti su un tavolo, potevano avere la stessa
colorazione, le stesse sembianze, gli stessi spettri sul
fondo. E’ chiaro che si tratta di due terre completamente diverse, magari ci fosse sul lago tutta la musica che c’è a New Orleans e magari ci fosse a New
Orleans l’acqua calma che c’è sul lago... Però, d’altro
canto, io ho trovato tantissimi punti d’incontro , nei
modi di fare, negli atteggiamenti della gente che incontri per strada e ti parla tranquillamente, sostituisci lo slang dell’America del sud con lo il dialetto
tremezzino e ti accorgi che le espressioni, i movimenti della faccia ti ricordano qualcosa di casa tua.
Ok, lì c’è musica che straripa da tutte le parti, ci sono quattro locali nel raggio di dieci metri, puoi incontrare per strada un tipo su un motorino sgangherato che suona l’armonica e poi vieni a sapere che ha
suonato in un disco di Bob Dylan, ma non è questo
il punto. Ho incontrato un musicista del posto a cui
ho regalato un mio disco, e mi ha chiesto di cosa
parlano le mie canzoni. Gli ho risposto che sono
storie di ubriaconi, di persone che dopo una vita
spericolata hanno raggiunto una loro illuminazione,
che parlo di demoni, di Madonne e del Signore, ma
anche di tutto quello che ci porta sulla strada sbagliata, e lui ha detto CRIBBIO!, vabbè non era proprio cribbio, ma il significato era quello, parli delle
cose di cui parliamo anche noi!
C’è una canzone, “lo Sciamano”, che parla di
uomini e di donne solitarie, ma anche di demoni,
e di uno sciamanesimo che tu avevi sentito raccontare fin da bambino, di storie che vanno a
ritroso attraverso i secoli. Ce ne vuoi parlare un
po’?
Ricollegandomi a quello che appena detto, simsa che
nel mondo gira e rigira si parla sempre delle stesse
cose, ma è stato curioso quello scambio col musicista
di New Orleans proprio perchè io vedevo da una parte il guaritore della Valtellina, la signora che un po’ lo
è e un po’ ci marcia a fare la fattucchiera, e quella signora di New Orleans, che non dimenticherò mai,
proprietaria di un Voodoo shop in cui sono entrato
un giorno che mi ero perso, un voodoo shop vero,
con le finestre rotte, dove c’era odore di muffa e di
incensi di scarsa qualità, non quelle robe da turisti. E
questa signora, piuttosto massiccia, di colore, con un
occhio di vetro bianco, che con un inglese piuttosto
strano, uno slang, mi ha chiesto qualcosa che se fossimo stati a casa sarebbe stato più o meno
“Ghei bisogn quai coss?”,
“No guardi, io veramente cercavo...”
“No, vieni qui, c’è tutto quello che ti serve, sia per
quelli che ti vogliono bene, sia per quelli che ti vogliono male”
“Veramente avevo bisogno solo di un bicchier
d’acqua”
“Acqua non ne ho. Normale... Però ho altre cose umide che ti potrebbero servire”
A quel punto mi sono spaventato tanto, e ancora oggi
se ci ripenso mi viene un po’ di paura. Magari si riferiva a un’acqua santa o qualcosa del genere, però io in
quel momento mi sono veramente cagato addosso...
Questo per dire che ho capito che c’è ancora una cultura voodoo vera e pregnante, paragonabile a certe
cose che ho visto praticare dalle mie parti, guarigioni
con metodi strane, con preghiere alla Madonna, ma
sempre con un alone di mistero e di magia.
Com’è possibile sentirsi forestieri a casa
propria?
“Pica!”, il grido dei lavoratori in miniera dà il scrivere il pezzo, e poi le ho confrontate con la verititolo all’album. Parlaci del “Minatore di Fron- tà e la canzone è stata benedetta, mi hanno detto “è
tale”.
proprio così!”.
Allora, posso rispondere molto brevemente nel senso che nel disco c’è una canzone che si intitola il
Minatore di Frontale, e i minatori di Frontale esistono davvero e hanno scatenato la voglia di scrivere
questa canzone. Sono stato a trovarli a canzone registrata, sono entrato in miniera di quarzo con loro,
ho scattato delle fotografie che sono presenti sul
disco, mi hanno parlato del loro lavoro sotto terra e
della loro condizione; poi ho incontrato gli anziani
che avevano veramente picchiato col martello che si
vede nel risvolto di copertina. Mi hanno raccontato
di aver lavorato dappertutto, sul Gottardo, al Frejus,
e persino in Africa, in miniere che ti portano fino a
2000 metri sotto terra, il che vuol dire che
l’ascensore può impiegare fino ad un ora per arrivare sul posto di lavoro. I gradi vanno dai quaranta
fino ai sessanta. E la gente lavorava anche in condizioni umane critiche; c’erano odi razziali, gang
d’irlandesi, greci, italiani, che erano in conflitto tra
loro. La vita dentro la miniera era cupa, gli scherzi,
per modo dire, pesantissimi. Il più simpatico era
frantumare bottiglie dove loro facevano la doccia al
buio. Di fianco al testo del Minatore di Frontale
troverete una foto di un minatore incontrato quel
giorno. Questa gente, ribadisco, esiste, è vera. Le
storie dei minitori di Frontale le ho lette prima di
Quindi storie vere di personaggi realmente esistiti. Quali sono altri riferimenti nel disco a persone e fatti realmente esistiti?
Il Cimino per esempio è un altro personaggio esistente, che tutt’ora lavora e gestisce un bar. Lui vende Coca Cole e da oggi vende anche il disco, perchè
comunque lui è fiero di essere il Cimino! E’ lui nella
fotografia sul libretto del cd, non vi dico nome e
cognome perchè non vale, ma la storia che io canto
lui me l’ha raccontata una sera; non si immaginava
che ne facessimo qualcosa, me l’ha raccontata per il
piacere di raccontarla. Sappiamo che è verissima.
Oppure il costruttore di motoscafi, che ora non c’è
più, ma che mi è stato raccontato in prima persona
dalla gente che non solo l’ha conosciuto, ma ha vissuto con lui per una vita intera, dai figli e dai nipoti.
Ma attenzione, c’è un’altra storia vera, “L’Alain Delon de Lenn”, che tutti i giornalisti in questi giorni
mi hanno chiesto chi fosse, se esistesse veramente,
un po’ perchè il suono del nome è fantastico, un po’
perchè il personaggio è marcato a tinte forti e anche
ironiche. Bene, signore e signori, vi posso svelare
che non solo esiste, ma addirittura è presente tra voi
nel pubblico. Io lo sto vedendo in questo momento,
non vi dirò chi è, ma sappiate che esiste.
Bè, può succedere come è successo all’Ilario per
esempio, che parte per una spedizione alpinistica
sui monti del Perù, e quando torna gli chiedo
quale sia il momento di quell’avventura che gli è
rimasto più impresso. E quello mi risponde
“quand che suun turnaa a caa!” E allora cosa sei
andato a fare...? Ad altri invece succede di essere
colpiti da una strana sindrome, che colpisce diverse persone. Ovvero dopo che stai via per un
lungo periodo per motivi di lavoro o perchè sei
in guerra, dopo che hai trascorso molto tempo
negli alberghi, sulle navi o in miniera, torni a
casa e ti senti forestiero. Forestiero a casa tua!
Magari non ritrovi più qualcosa che avevi lasciato a metà strada, magari anche con la tua famiglia; tu sai che gli anni sono passati e che qualcosa sarà pur successo, i figli che avevi lasciato
bambini sono diventati uomini, e per un po’ di
tempo tu sei forestiero a casa tua. Ed è una sensazione molto strana. Non posso dire di averla
mai provata perchè non sono mai stato lontano
da casa per periodi così lunghi, però devo ammettere che una leggera alienazione c’è dopo che
hai passato un mese in tour lontano da casa,
vivendo una vita completamente diversa da
quella a cui sei abituato; è difficile poi rientrare
nei ranghi subito , figuriamoci per chi è stato via
molto tempo. E in “Furestee” racconto appunto
di questa situazione.
Tanti generi confluiscono in questo disco,
c’è il folk, c’è il blues, c’è molto dei grandi
cantautori italiani, c’è il jazz. Come fanno a
convivere?
Il jazz, come il blues, non è un genere musicale
fatto solo di accordi, o fatto di sequenze. Così
come il metal, o il punk. C’è qualcosa di estremamente punk nell’outsider che faceva il contrabbandiere, più che nel figlio con la cresta variopinta. Può esserci qualcosa di blues in una
canzone che non è assolutamente blues, e c’è il
jazz, fatto anche di esagerazioni, fatto di sbronze, fatto di eiaculazioni anche logorroiche da
persone che magari non hanno mai studiato musica e non hanno mai preso in mano uno strumento. Però ci sono dei personaggi che io definirei estremamente jazz, che io conosco, e a cui
sarebbe piaciuto molto vivere in quel determinato contesto, in quei luoghi e perchè no con quella musica che io tengo in una colonnina di fianco a quella dell’heavy metal.
Grazie, e ancora complimenti per il tuo nuovo disco.
Uscirà il prossimo 10 marzo “Last Night”, il nuovo album di
Moby. Il disco arriva dopo tre anni di silenzio dall’ultima uscita
"Hotel", che risale al 2005. Stando a quanto dichiarato dallo stesso
Moby, "Last Night" rappresenta in un certo senso un ritorno alle
origini per l’artista, in quanto avrà un suono decisamente più dance
ed elettronico rispetto ai precedenti ultimi album. Alla sua realizzazione hanno partecipato diversi Mc fra i quali Grandmaster Caz
(auore di uno dei pezzi rap più famosi della storia, Rapper's Delight
dei The Sugarhill Gang), Sylvia dei Kudu, il britannico MC Aynlzi
ed i nigeriani 419 Squad.
Sul sito ufficiale dell’artista si possono leggere altre anticipazioni in
merito al disco in uscita il mese prossimo: "Last Night è sostanzialmente una dichiarazione d’amore per la musica dance di New
York. Ciò che amo dell’approccio di New York alla musica dance è
l’ecletticità e l’apertura mentale da parte dei musicisti, dei dj e della
gente nei bar e nei club. Con Last Night ho cercato essenzialmente
di condensare 8 ore di notte NewYorkese in 65 minuti di album.”
Intanto, così come hanno fatto altri musicisti con sempre maggior
successo, le tracce del nuovo lavoro del deejay sono disponibili per
il preascolto online, in versione remixata, ma possono anche essere
scaricate. Chiaramente l'operazione può essere effettuata a titolo
gratuito. Inoltre è già disponibile sul sito di Moby, in anteprima,
anche il link al primo video dell’album, quello realizzato per la canzone “Alice”, che è il primo singolo estratto dall’album. Il video è
stato diretto da Andreas Nilsson e mostra una serie di immagini,
esplosioni, che si susseguono alla stregua dello zapping notturno
tra i canali televisivi. A breve il video, naturalmente, approderà nelle plylist di tutti i canali musicali italiani. L’intero album è stato registrato nello studio che Moby ha allestito nella sua casa di Manhattan.
Richard Melvlille Hall, in arte Moby, è uno degli artisti più amati
dal suo pubblico e criticati dal resto del mondo. Criticato da tanti
colleghi, primo tra tutti Eminem che gli dedicò anche un videosfottò, Moby, non si è mai scomposto più di tanto e ha incassato le
critiche, per altro alcune decisamente infondate, con una certa classe, forte dei milioni di dischi che ha venduto nel corso di tutta la
sua carriera. Infatti un dato è certo: di sicuro Moby è stato in assoluto il deejay più venduto del pianeta: solo il suo album "Play" riuscì a vendere oltre 10 milioni di copie agli inizi del 2000! Forse è
per questo che molti lo hanno criticato e deriso...
Ed effettivamente per lui il 2000 è stato l’anno della definitiva consacrazione, e l’album “Play” rimane uno dei più venduti nella storia
dell’elettronica. In realtà la carriera di Moby ha avuto radici molto
più antiche. Moby è nato l'11 settembre 1965 a Harlem, New York.
Suo padre James Hall, era professore di chimica, sua madre Elizabeth McBride Warner una segretaria. È lei che conia lo pseudonimo Moby, in onore del prozio Herman Melville, autore del celebre
romanzo Moby Dick. Nei mesi che seguono la nascita, Moby vive
con i genitori in un appartamento di New York. Il padre muore in
un incidente automobilistico quando Richard ha solo due anni. Nel
1969, dopo un passaggio attraverso la San Francisco hippie, Richard e sua madre traslocano dai nonni a Darien, nel Connecticut.
Nel 1973 il ragazzo frequenta la Royle Grammar School e il suo
migliore amico è Robert Downey Jr., oggi attore cinematografico.
Nel 1975 comincia a suonare la chitarra. Fonda un gruppo nel 1979, che suona Money dei Pink Floyd e Birthday dei Beatles. Fa parte
quindi di un gruppo punk nel 1980, i Vatican Commandos.
Nel 1999 Moby lascia Elektra Records e firma con
la V2 Records. Nel mese di giugno esce “Play”, che
diventa un successo planetario nel 2000 con più di
9 milioni di copie vendute. Nel 2001 Moby suona
assieme a quello che era il suo artista preferito in
gioventù, David Bowie. Il giorno del suo compleanno assiste attonito agli attentati dell'11 settembre
2001 dal tetto del suo immobile. Qualche mese
dopo è al centro di una polemica con il cantante
rap Eminem dopo aver bollato la sua musica come
misogina e omofoba.
Il 24 febbraio 2002 l'artista partecipa alla cerimonia
di chiusura della XIX Olimpiade Invernale a Salt
Lake City. Il 14 maggio pubblica l'atteso “18”, che
contiene i singoli di successo “We Are All Made of
Stars” e “In This World”, quindi si concentra su
altri progetti, come l'album “Baby Monkey” che
esce con lo pseudonimo di Voodoo Child. Dopo
aver partecipato attivamente alla campagna antiBush del 2004, torna a lavorare al un nuovo album
“Hotel”, uscito il 14 marzo 2005. Nel 2006 fa uscire “Go - The Very Best of Moby” una raccolta dei
suoi migliori brani, accompagnata dall'inedito
“New York New York” cantato da Debbie Harry.
Multi-strumentista, Moby suona tastiera, chitarra e
basso elettrico. Artista impegnato politicamente (ha
sostenuto John Kerry alle elezioni presidenziali del
2004), è cristiano e vegetariano. Abita da più di 10
anni a New York e ha aperto una sala da tè TeaNy
dove si reca di frequente. Un’artista particolare,
controverso, coraggioso e soprattutto molto coerente. Speriamo per lui che questo nuovo “Last
Night” abbia il successo che tutti nello staff di
Moby si aspettano.
Nel 1983 riceve il suo primo registratore a 4 piste.
Nello stesso anno entra all'università del Connecticut, da cui esce l'anno dopo, per lavorare come DJ a
New York. Per cinque anni Moby sopravvive, dormendo in hangar e fabbriche abbandonate. Si impone però come DJ al club MARS di New York. Nel
1989, Moby suscita interesse in una nuova etichetta
di New York, la Instinct Records, e conosce un primo successo con il gruppo Ultra Vivid Scene, il cui
album esce con l'etichetta 4AD.
Moby incide il suo primo disco “Time's Up” nel
1990. Le sue performance sceniche contribuiscono
positivamente alla sua reputazione. Nel 1991 esce il
suo quarto singolo, “Go”, un inno tecno la cui linea
di basso è ispirata allo sceneggiato di David Lynch
Twin Peaks. Il successo è immediato: più di un milione di copie vendute fino ad oggi. Nel 1991 Moby
fa un remix di Chorus, un successo del gruppo inglese Erasure.
Dopo di che segue un periodo un po’ buio nella
carriera dell’artista e ricade quindi in un relativo anonimato, nonostante sia comunque molto attivo in
ambito musicale. In quei mesi pubblica numerosi
singoli di musica elettronica, a suo nome o con degli
pseudonimi vari quali Voodoo Child, Barracuda,
UHF, DJ Cake, Lopez e Brainstorm/Mindstorm.
Nonostante le sue qualità, il suo album “Ambient”
(1993) passa inosservato. L'album successivo, il primo per la Elektra Records, si intitola “Everything is
wrong” (con la partecipazione di Mimi Goese, storica cantante degli Hugo Largo). Uscito nel 1995,
ottiene lo stesso scarso successo del precedente,
nonostante un'accoglienza favorevole della critica. Il
musicista pubblica quindi “Animal Rights” nel 1996, preceduto dal singolo controverso “That's when I
reach for my revolver”. Il ritorno al punk rock disorienta completamente i fan che si aspettavano un
disco di musica ambient.
Moby decide quindi di tornare all'elettronica con “I
Like to Score”, una raccolta di composizioni, alcune
delle quali vengono poi riprese in alcuni film, come
il pezzo “God Moving Over the Face of the Water”
che accompagna la scena finale di Heat di Michael
Mann.
Si chiama "Dive Deep" il nuovo album
dei Morcheeba in vendita in tutti i negozi di dischi a partire dallo scorso 4
febbraio. Dal disco d’esordio "Who
can You Trust?", che risale al 1996,
sono cambiate molte cose. Il duo composto da Paul e Ross Godfrey è orfano, da ormai cinque anni, della vocalist
originaria della band Skye Edwards.
Nel nuovo album hanno deciso di non
sostituire Skye con un'altra persona,
ma le voci che la rimpiazzano sono
molteplici: dall’inglese Judie Tzuke,
interprete del nuovo singolo "Enjoy
The Ride", a Thomas Dybdahl, Cool
Calm Pete e Manda. Anche il sound
non è più lo stesso: abbandonato quasi
definitivamente il pop degli ultimi dischi e finalmente tornano sugli standard a cui ci avevano abituati negli anni
andati. Dopo la caduta di tono del precedente e sperimentale “The Antidote”, un disco senza capo ne coda, questo “Dive Deep” ci riporta i fratelli
Godfrey, ad un livello compositivo
alto, con le sonorità ed i ritmi tipici del
trip hop.
L’album richiama un po' i primi lavori,
(il passato glorioso non si rinnega) ma
al contempo ha anche una sua nuova identità negli stumentali
“Thumbnails", "One Love Karma" e "Hemphasis”. Sono anche
tornate le sonorità acustiche presenti con ritmiche cadenzate tanto
care ai Morcheeba.
Questo è un lavoro sintetico e di ampio respiro al tempo stesso,
che si dipana lungo le maglie della tecnologia non solo per la produzione e l'assemblaggio dei suoni (che peraltro non corrono solo
lungo i binari dell'elettronica), quanto soprattutto per le possibilità
creative e relazionali che la Rete offre. È attraverso MySpace, ad
esempio, che i Godfrey sono stati contattati dalla cantante francese Manda: loro hanno accettato di buon grado, ottenendo in cambio la voce sinuosa di 'Gained the World' (and lost my soul), l'interpretazione in stile Morcheeba di 'Au-dela' e l'eleganza di 'Blue
Chair', prima traccia in francese nel repertorio dei Morcheeba. Un'altra prima volta è 'Run Honey Run', unica cover che il duo inglese abbia mai messo in un album, uno dei pezzi meno conosciuti
di John Martyn che fa aderire il folk originario a una sorta di tappeto trip hop punteggiato di scratch e didgeridoo.
In una recente intervista rilasciata a La Repubblica, Paul e Ross
hanno raccontato del disco rapportato alla crisi che li ha investiti
dopo l'uscita dal gruppo di Skye: "Questo album è stato una terapia. Nei nostri primi dischi raccontavamo la vita nella nostra città e
la voglia di uscirne per scoprire il mondo. Dive Deep è invece la
rappresentazione della confusione che attraversammo alcuni anni
fa, quando capimmo che eravamo diventati adulti mentre pensavamo ancora che per essere musicisti e artisti bisognasse sempre
comportarsi come bambini. Fu uno choc pensare che eravamo
trentenni e avevamo nuove responsabilità. Così la depressione di
mio fratello è diventata l'ispirazione più forte per questo album".
E poi più nello specifico sul disco: "Dive Deep
è un album inciso quasi in presa diretta. Tutti
noi amiamo la musica tradizionale, io ascolto
blues tutti i giorni. Ci hanno ispirato la bellezza
e le emozioni della vecchia musica, ma c'è anche molta tecnologia, restiamo legati a quell'idea di proiettare la musica nel futuro tipica
degli anni Novanta. Credo che la bellezza scaturisca sempre dall'incontro tra vecchio e nuovo. Non credo che i Morcheeba abbiano mai
composto degli smashing hits. Il mio divertimento è scrivere belle canzoni, il più vicino
possibile a uno smashing hit, senza necessariamente raggiungerlo. La cosa fondamentale è
però scrivere liberamente, senza pensare a un
singolo possibile o alla riuscita radiofonica dei
brani. Dive Deep è un album che vuol immergere completamente l'ascoltatore in un ambiente liquido, in un mondo di suoni dal quale riemergere completamente rinnovati".
Appena 40 minuti per ascoltare il nuovo progetto di Paul e Ross, sempre più aperto alla
"rete" e all'idea del collettivo ed è "collection",
forse più album, il termine più adatto all'insieme di queste undici tracce, che non faranno
dire "mai sentito prima", ma che riescono a
insinuarsi nell'orecchio e richiamano all'ascolto
continuato per ore, al limite della dipendenza.
Ricordiamo che il duo presenterà dal vivo Dive
Deep anche in Italia, e più precisamente il 17, il
18 e il 19 maggio prossimi rispettivamente a
Mantova, al Teatro Sociale, a Roma, all'Auditorium della Conciliazione e a Milano al Teatro
Smeraldo.
Il 1990 segna il
confine tra la
Dance Music
e la House
Music. A sua
volta,
la
House
music
genera altri "filoni"
musicali da discoteca, la
"Techno" che ha come
caratteristica principale sonorità più incisive alle basse
frequenze (cassa ritmica, e basso analogico), poi la "Underground",
dove incide molto l'influenza funky-soul
(forse la più "musicale" dei generi "dance" attuali) e
dove c'è maggior consenso e partecipazione da parte
delle pop-star e rock-star (che chiedono l'intervendo
dei Dj underground più affermati per remixare un
loro successo), il genere "Down beat", che ha come
caratteristica una ritmica lenta, appunto, e la
"Commerciale" che comprende i brani di maggior
successo tra tutti gli altri generi appena elencati (per
intenderci, quelle programmate di più nelle Radio
italiane). La definizione di House Music è comunque
ampliata a tutto il fenomeno dance dal '90 in poi, per
poter identificare quel tipo di musica Dance fatta in
casa. Il fenomeno House Music, quindi, interessa
anche i non musicisti, che con l'utilizzo di campionatori e strumenti musicali sempre più sofisticati, sono
in grado di comporre brani da discoteca. Ci provano
in tanti, ma alla fine bisogna fare i conti con il limite
della propria bravura, e il processo di "raffinazione"
miete vittime, tanto che nelle classifiche di vendita si
nota un calo clamoroso di presenze dei brani da discoteca (forse perché sono spariti anche i 45 giri per
lasciare il posto alle "compilation" su CD?).
Comunque i "mostri sacri" non ci lasciano, Madonna continua la sua carriera travolgente piazzando al
6° posto in classifica il brano Vogue, che si ispira ad
un nuovo ballo, e al 76° posto con Keep it together,
mentre il gruppo più rappresentativo della nuova
ondata di musica "Techno" sono gli Snap con The
power, Oops up e Cult of snap, seguono i Technotronic con Pump up the jam e Get up. Per quanto
riguarda invece la "Downbeat", un gruppo sopra
tutti: i Soul II Soul che con A dreams a dream, Get a
life e People fanno storia. Segue un remix di un brano anni '80 della Sos Band (Just be good to me) dal
titolo Dub be good to me, questa volta sono i Beats
international. Il panorama Italiano vede ancora i
Black box fare man bassa, con Everybody everybody
e I don't know anybody else, ma l'acutezza di un Dj
italiano si spinge oltre... Stringendo un'accordo musicale con Orlando Johnson il Dj Stefano Secchi ci
regala I say yeah, splendido e indimenticabile. Una
bella sorpresa sono i Double Dee che sfoggiano una
voce solista di tutto rispetto: Dany . Ed è subito un
successo, il brano è Found love. Da sottolineare un
nuovo personaggio prodotto da Claudio Cecchetto,
questa volta tocca a Fiorello conquistare la classifica
con Spiagge. Dall'estero, ci arrivano pochi successi,
tra cui I can't stand it dei Twenty 4 Seven, I've been
thinking about you dei Londonbeat, All around the
world di Lisa Stansfield, Hello Afrika di Dr. Alban,
(che rispolvera le sonorità "Afro" degli anni '80)
Street tuff dei Double Trouble (quest'ultimo degno
rappresentante dell'Hip-House, fusione tra il genere
Rap "Hip-Hop" e appunto la "House-Music"). Da
segnalare un brano divertente dei Jive Bunny & The
mastermixers che come una meteora passano e se ne
vanno, ma lasciano un bel ricordo con Swing the
mood.
Nelle discoteche si sta
vivendo il fenomeno
della tendenza, un periodo in cui la discoteca
acquista una propria identità, proponendo Dj che suonano uno specifico genere musicale.
Ci sono quindi Discoteche che
"fanno" House, altre che fanno Underground, altre ancora che fanno Techno (da cui nasce un'altro "sotto-genere" che
sarà la Progressive), o che fanno Commerciale,
quindi, più importante che mai per il Dee Jay, è scegliere quale
tipo di musica proporre, per ottenere il consenso del pubblico
da discoteca. Già, perché ora il pubblico da discoteca sa che
musica vuole ballare (e ascoltare), e si divide: chi segue locali di
moda o di "tendenza" appunto, o locali che invece rimangono
legati a canoni più classici. Ma le vendite sono un'altra cosa,
anche se in netto calo rispetto agli altri anni, abbiamo comunque delle piacevoli sorprese, soprattutto per quanto riguarda il
fenomeno "Commerciale" italiano, dove troviamo ancora i
Black Box con un remix di un brano degli Earth Wind & Fire
dal titolo Fantasy, la conferma della splendida voce di Double
Dee con Dont'you feel, un grande exploit di Dj Herbie alias Dj
H. che ci regala I like it, Move your love e Think about, e il
battesimo del Dj Francesco Zappalà che con We gotta do it si
fa conoscere al grande pubblico, seguono poi Rockin' romance
- Joy Salinas, We need freedom - Antico, So hard - L.U.P.O.,
Everybody - FPI Project (un gruppo che farà parlare di se),
Sucker DJ - Dimples D., Muoviti muoviti - Jovanotti, I need
you - 49ers (una granze produzione italiana destinata a fare la
fortuna di questo gruppo) per finire con Everybody's free (to
feel good) di Rozalla . Ri-esplode anche il genere "Downbeat"
che con gli Enigma riceve gli onori che merita grazie a Sadeness e Mea culpa, poi i Banderas con This is your life, ancora
Lisa Stansfield con Change, e i De La Soul con Ring ring ring.
Dall'estero ci arrivano due successi di Christal Waters, uno è
Makin Happy e l'altro è Gipsy woman destinato a spopolare
durante tutta l'estate, poi Dee-lite con Groove is in the heart e
Milli Vanilli con Keep on running.
POOH - Beat Rigeneration
JACK JOHNSON - Sleep Through The Static
JOVANOTTI - Safari
SHERYL CROW - Detours
LENNY KRAVITZ – It is Tme for a Love...
ALICIA KEYS - As I Am
DAVIDE VAN DE SFROOS - Pica!
LENNY KRAVITZ - It Is Time For A Love…
GIANNA NANNINI - Giannabest
aavv - 2008 Grammy Nominees
MICHAEL JACKSON - Thriller
Colonna Sonora - Juno
AMY WINEHOUSE - Back to Black
MARY J BLIGE - Growing Pains
EROS RAMAZZOTTI - E²
K.D. LANG - Watershed
LIGABUE - Primo Tempo
MILEY CYRUS - Hannah Montana 2
ANDREA BOCELLI - Vivere
TAYLOR SWIFT - Taylor Swift
MONODIA - Fermo Immagine
JACK JOHNSON - Sleep Through The Static
M. JACKSON - Wanna Be Startin' Somethin
NICKELBACK - All The Right Reasons
NERI PER CASO, M. BIONDI -
MICHAEL JACKSON - Thriller
What A Fool Believes
ELVIS PRESLEY - Baby Let's Play House
ADELE - 19
TIMBALAND con ONE REPUBLIC - Apologize
MORRISSEY - Greatest Hits
LEONA LEWIS - Bleeding Love
MICHAEL BUBLE' - Call Me Irresponsible
JOVANOTTI - Fango
AMY MCDONALD - This Is The Life
RIHANNA - Don't Stop The Music
SCOUTING FOR GIRLS - Scouting For Girls
JOVANOTTI - A Te
MIKA - Life In Cartoon Motion
ALICIA KEYS - No One
ONE NIGHT ONLY - Started A Fire
Qual è il ruolo di Jovanotti nel contesto della musica
italiana del nuovo millennio? A inizio carriera era il dissacratore, quello che se ne fregava di tutto e di tutti, il
ragazzo spigliato e sicuro a cui tutti volevano assomigliare e per questo veniva idolatrato dagli adolescenti
di allora. Poi il suo pubblico è cresciuto, e verso la fine
degli anni ‘90, a partire da Ragazzo Fortunato in poi,
ha assunto il ruolo di “profeta generazionale”, giovane
e con tanti sogni nel cassetto, che avrebbe voluto cambiare il mondo con la sua musica. E oggi? Bè, oggi e
più grande a probabilmente è semplicemente diventato
un buonissimo cantautore, diviso tra passato e futuro,
che non ha paura di sperimentare nuove forme di comunicazione, ma che non disdegna nemmeno gli schemi più classici. E secondo me è proprio in quest’ultimo
frangente che Lorenzo in Safari supera se stesso. E’ nei
brani più semplici solo voce e piano o voce e chitarra
che tira fuori il meglio di se. Fango è un pezzo che non
ha bisogno di presentazioni, bello, profondo, e in cui la
chitarra di Ben Harper aggiunge quel qualcosa in più
che lo rende veramente unico. Stesso dicasi per A Te,
Come Musica e Innamorato, splendidi lenti che toccano, emozionano e commuovono. In queste tracce Jovanotti raggiunge picchi di qualità elevatissimi. E anche
il resto del disco è molto valido. Negli altri brani Lorenzo si diverte a giocare con suoni più articolati e ricercati, mescolando tradizione musicale nostrana a sonorità
più esotiche, e il risultato è quasi sempre fresco e piacevole. Ben fatto!
Nuova fatica per i canadesi Simple Plan. Terzo album
della loro carriera e come hanno voluto sottolineare col
titolo, un album che segna una svolta nella loro musica. Ed effettivamente la differenza rispetto ai due precedenti album è più che evidente. Come loro stessi
hanno tenuto a precisare “si tratta sempre del tipico
suono dei Simple Plan, ma ad un livello superiore”. E
questa penso che sia la definizione che meglio descrive
questo lavoro. E’ innegabile infatti che il disco abbia un
suono decisamente più maturo, e anche i testi sono
Safari
Jovanotti
Mercury
12
Simple Plan
Simple Plan
Atlantic Records
11 + 2
Amen
Baustelle
Atlantic - Warner
17
E' ancora possibile nel 2008, in questa Italia, prendere
la realtà quotidiana, farne poesia e mettere tutto in
una canzone pop/olare? Si può canticchiare una tragedia sotto la doccia? Questo disco è qui a dirci di sì. Ci
racconta miserie quotidiane, i barboni alla stazione e la
tragedia del piccolo Alfredo, il declino dell'impero e la
ribellione adolescenziale, i sogni d'amore e i resti del
ventesimo secolo nei ricordi di un centenario, Baudelaire e Piero Ciampi. Giocando sui contrasti con melodie
sofisticate, ritmiche accattivanti, ritornelli assassini.
Frullando rimandi e citazioni della migliore canzone
d'autore e uscendone con grande personalità. Con i
loro testi i Baustelle pongono una serie di interrogativi,
aprono spazi di riflessione, senza l'urgenza di dare delle risposte certe. Da notare "Il liberismo ha i giorni
contati" che ha un ritornello davvero orecchiabile e
tutte le carte in regola per uscire come secondo singolo estratto. Il testo a volte sembra un po’ banale… ma
dai, stando a quella che è la musica in Italia oggi que-
più adulti; spariscono le classiche tematiche adolescenziali, i primi tormentati amori, il difficile rapporto genitori figli, la voglia di crescere per sfuggire ad una realtà che va troppo stretta, a favore di tematiche più classiche. Il disco suona più rock rispetto al passato e meno punk rock: le atmosfere si rilassano e i toni si distendono, ma il cd rimane comunque fresco e grintoso,
e soprattutto non si evidenziano cali di tensione, che
rimane a buoni livelli per tutto lo scorrere della trcklist.
In questo album inoltre i Simple Plan non hanno paura
di sperimentare nuove sonorità. In pezzi come “The
End” o “Generation”, per esempio, non hanno paura di
giocare con l’elettronica, che però non si rivela mai
troppo invasiva o fuori luogo, e non tradisce la vena
rock del disco. Qualche pezzo come “ “Time to Say
goodbye” ci riporta ai suoni di un passato non troppo
lontano. E poi non manca la ballatona come “I can’t
Wait forever”. Un disco onesto e diretto, magari non
innovativo, ma grintoso e piacevole in ogni situazione.
MTV Unplugged
Alex Britti
Universal
16
sto testo sta un centinaio di spanne sopra la media.
Veramente un pezzo che merita molte attenzioni. Nota
particolare la merita anche "Alfredo" pezzo che parla di
Alfredino Rampi che nell’81 cadde in un pozzo profondo 80 metri e ci rimise la vita, ma tutto fu freddamente
ripreso e mandato in onda dalle emittenti televisive
perché si pensava che la vicenda potesse concludersi
rapidamente, ed invece finì nel modo peggiore.Un pezzo da brividi, specie quando parte la seconda strofa…
da pelle d’oca. Amen.
Quello di MTV Unplugged ormai è un marchio universalmente riconosciuto e che non ha bisogno di troppe
presentazioni, oltre che a rappresentare un vero e proprio sigillo di qualità per i dischi sui quali è apposto.
Ora il fenomeno finalmente sta pian piano iniziando a
prendere piede anche qui nel nostro paese e speriamo
che raggiunga i livelli che a raggiunto per esempio negli
ultimi anni negli Stati Uniti. La prima artista italiana a
sottoporsi all’esperimento fu giorgia, con risultati più
che buoni, ed ora è arrivato il turno di Alex Britti. Parti-
colare attenzione merita questo lavoro alla luce della
straordinarie e universalmente riconosciute doti di chitarrista del musicista in questione. Il disco, che ricordiamo raccoglie i più grandi successi del cantautore romano suonati dal vivo riarrangiati in chiave rigorosamente
acustica, ripercorre e rilegge sotto una nuova luce i
momenti più significativi della carriera di un grande
artista, partendo da “Solo una volta (o tutta la vita)”
per arrivare all’inedito “Milano” passando per successi
come “7000 caffè”, “Oggi Sono io” o “La Vasca”. Canzoni che tutti conosciamo e abbiamo canticchiato nel
traffico o sotto la doccia, e che in questa nuova versione vivono una seconda giovinezza e assumono un fascino del tutto nuovo. E poi i sontuosi assoli di chitarra
inseriti all’interno dei pezzi o tra un brano e l’altro sono
una festa per gli occhi (ricordiamo che il cd è accompagnato dal dvd che contiene la registrazione della serata) e soprattutto per le orecchie. In questo cd vengono
fuori le doti di un chitarrista veramente unico.
Ci sono artisti che si rischia di dare per dispersi. Uno di
questi è Lenny Kravitz, un po' perché il suo ultimo album è di quasi 4 anni fa, un po' perché da qualche
anno il suo enorme talento sembrava più orientato al
pop che al rock. Contrordine: Lenny Kravitz è vivo e
lotta per sopravvivere. Certo, i bei tempi di “Are you
gonna go my way” sono passati ma con album Lenny
pare abbia ritrovato la voglia di dire cose, anzi di urlarle in faccia. “It is time for a love revolution” è stato
scritto e inciso praticamente da solo, ed è un disco di
rock diretto, colorato da una magnifica voce soul. Riff
di chitarra granitici e poca elettronica. Il sound è molto
fine anni Sessanta inizio Settanta come in Bring it on (il
pezzo più interessante in assoluto) e Love revolution.
Chiaro e quasi “scontato” anche il tributo ai maestri
David Bowie (Good morning) e Rolling Stone (Dancin’
till down), fino ai Red Hot Chili Peppers come nel caso
di Love love love. Ma quello che più colpisce sono i
testi. Kravitz il suo meglio lo tocca da sempre parlando
di se (in I’ll be waiting su tutte ma anche in A Long
and sad goodbye) ma questa volta non disdegna un
inedito profilo sociale parlando, senza filtri, anche della
guerra in Iraq nelle due canzoni che chiudono l’album:
Back in Vietnam e I want to go home. Sicuramente
non sarà neanche un disco che cambierà la storia della
musica. Ma finalmente Kravitz sembra aver messo da
parte (quasi) tutta la faciloneria che ha spesso esibito
in passato per dedicarsi a fare musica e basta.
l progetto Freve da Samba è stato ideato da due musicisti, Daniele Galletta e Claudio Gucchierato, nati a
Venezia ma di adozione brasiliana. I due vantano una
lunga esperienza musicale nel territorio Veneto e in
Brasile. Il gruppo nasce nell'estate del 2004 con la
formula di fondere ritmi e atmosfere brasiliane su testi
in dialetto veneziano. Così prende forma la "BrasilVenezia". Dopo numerosi concerti in vari luoghi e un
demo registrato nel 2006 di musica popolare brasiliana
è uscito nei negozi veneziani e su iTunes il primo lavo-
It is time for a...
Lenny Kravitz
Island - Universal
12
Samburinha
Freve da Samba
autoprodotto
4
Parco Sempione
Elio elst
Pelo Ponneso
Pica!
Davide Van De Sfroos
Many - Venus dist.
15
E’ una congiunzione tra vecchio e nuovo, un ponte tra
passato e innovazione il nuovo album di Davide Van De
Sfroos “Pica!”. Mi spiego: nell’insieme il disco suona un
po’ diversamente dal precedente “Akuaduulza” (che si
presentava in generale un po’ più lento e riflessivo) e
va a ripescare quelle atmosfere un po’ più allegre e
folkeggianti dei precedenti lavori “...e semm partii” e
“Breva e Tivan”. In realtà non si tratta di un passo
indietro ma di un ulteriore evoluzione , in quanto il
cantautore lariano ha preso il sound dei vecchi album e
l’ha impastato con dosi di blues, jazz, country, rock,
pop, cantautorato italiano vecchia scuola, generando
una creatura piacevole ed intrigante, ascoltabile a diversi livelli, in macchina nel traffico o in casa al buio.
Ma soprattutto ci sono le storie da ascoltare, storie di
persone realmente esistite che vengono raccontate con
un trasporto e una chiarezza che incantano. Così ci
sembra di incontrare in prima persona personaggi co-
ro discografico interamente autoprodotto intitolato
"Samburinha". Il cd in realtà è un extended play contenente 4 brani originali del gruppo. Le musiche e i testi
di tutti i brani presenti nel cd sono scritti da Daniele
Galletta. Accanto ai due musicisti protagonisti figurano
alcuni ospiti invitati ad arricchire il groove del gruppo.
Il progetto promuove uno scambio culturale con le
numerose associazioni di emigranti veneti in Brasile e
nel mondo, certi di fare cosa gradita a una popolazione
numerosa che continua a mantenere il legame con la
madre patria proprio attraverso il dialetto. Nel disco
vengono raccolte storie di vita quotidiana raccontate
ironicamente alla luce di un gusto tutto veneziano.
Infatti, ad un sapiente mix di samba, choro, baião,
maracatù e batucada si fondono influenze varie, un po’
di melodia italiana, echi di jazz, sonorità new age e
molti piccoli spunti provenienti dal background musicale degli artisti veneziani.
me il minatore di Frontale, il contrabbandiere Cimino,
L’Alain Delon di Lenno o il costruttore di motoscafi. Da
segnalare due perle di rara bellezza: “New Orleans”
(già ghost track del DVD Ventanas) maturata durante
un viaggio nelle terre martoriate dall’uragano Catrina e
“40 pass”, struggente pezzo solo voce e piano (questa
è una grossa novità) in cui si intrecciano le storie di tre
personaggi che dal lago si trasferiscono a Milano in
cerca di fortuna con tutti i problemi che incontrano e i
timori che li accompagnano. Un bel disco, che tiene
compagnia e racconta storie che arricchiscono.
E’ più di un video quello che Elio e le Storie Tese
hanno voluto realizzare per “Parco Sempione”,
primo estratto dall’album “Studentessi”, è un
vero e proprio mini film in cui la tensione è
l’elemento maggiormente caratterizzante del
lavoro. Per la regia di Pelo Ponneso e con la partecipazione di guest star del calibro di Maccio
Capatonda, Ivo Avido e Rupert Sciamenna, Parco Sempione riprende il cult del cinema horror
“The Ring” e ne rifà una rivisitazione in chiave
nostrana, in cui i suonatori di bonghi tornano
sulla terra per infestare i nostri parchi cittadini.
Chi si cela in realtà dietro tutta la
vicenda e come
va a finire la storia lo scoprirete
solo vedendo il
video. Se riuscite
a reggerlo....
Dare to Live
Bocelli Pausini
Sugar music
Da un mese impazza in radio “Dare to Live (Vivere)”,
il secondo singolo di Andrea Bocelli tratto dall’album
“Vivere – The best of Andrea Bocelli”, un grande
successo internazionale con tre milioni di copie vendute in tutto il mondo. Andrea Bocelli e Laura Pausini, i due artisti italiani più amati all'estero, duettano
in un brano che esalta l'avventura più intensa di ogni
essere umano: vivere la vita fino in fondo, senza
rimpianti e con l' animo aperto verso il prossimo. La
collaborazione tra i due artisti si è rivelata particolarmente riuscita, tanto unica e speciale che questa
versione inedita del brano, in cui Laura canta in inglese, è stata successivamente selezionata per far
parte del “Best of”.
“Dare to live” è anche un
videoclip (regia di Beniamino Catena), in parte
girato in Africa, che ha
come tema portante
l'acqua, metafora della
lotta alla povertà, e testimonia il sostegno dei
due artisti ad ActionAid.
LENNY KRAVITZ
E’ arrivato il momento del ritorno
in grande stile, dopo qualche tempo d’assenza, di Lenny Kravitz,
che torna con la sua ultima fatica
“It’s Time for a Love Revolution”,
anticipato dal singolo “I’ll be there”. Un pezzo molto in stile Kravitz che sta già scalando le classifiche di mezzo mondo.
I'll Be Waiting
Lenny Kravitz
BAUSTELLE
Charlie fa Surf
Baustelle
It’s Time For A Love Revolution
Amen
Virgin records US
Atlantic Records
He broke your heart
He took your soul
You're hurt inside
Because there's a hole
You need some time
To be alone
Then you will find
What you always know
I'm the one who really loves you baby
I've been knocking at your door
As long as I'm living, I'll be waiting
As long as I'm breathing, I'll be there
Whenever you call me, I'll be waiting
Whenever you need me, I'll be there
I've seen you cry
Into the night
I feel your pain
Can I make it right
I realized there's no end inside
Yet still I'll wait
For you to see the light
I'm the one who really loves you baby
I can't take it anymore
As long as I'm living, I'll be waiting
As long as I'm breathing, I'll be there
Whenever you call me, I'll be waiting
Whenever you need me, I'll be there
You are my only I've ever known
That makes me feel this way
Couldn't on my own
I want to be with you until we're old
You have the love you need right in front of you
Please come home
As long as I'm living, I'll be waiting
As long as I'm breathing, I'll be there
Whenever you call me, I'll be waiting
Whenever you need me, I'll be there
Lui ha spezzato il tuo cuore
lui ha preso la tua anima,
tu sei ferita dentro
perchè c’è un buco
tu hai bisogno di un po’ di tempo
per stare da sola
poi troverai
quello che hai sempre saputo
Vorrei morire a questa età
vorrei star fermo mentre il mondo va
ho quindici anni
Programmo la mia drum-machine
e suono la chitarra elettrica
vi spacco il culo
è questione d’equilibrio
non è mica facile
io sono l'unico che ti abbia realmente amata, tesoro
ho bussato alla tua porta per tutto questo tempo
finchè vivrò, aspetterò
finchè respirerò, sarò lì
quando mi chiamerai, aspetterò
quando avrai bisogno di me, sarò lì
ti ho visto piangere
nella notte
sento il tuo dolore
posso fare qualcosa per alleviarlo?
ho capito che non c'è una fine dentro
e aspetterò ancora te
per vedere la luce
sono l'unico che ti ama davvero, tesoro
non ce la faccio più
finchè vivrò, aspetterò
finchè respirerò, sarò lì
quando mi chiamerai, aspetterò
quando avrai bisogno di me, sarò lì
sei l'unica che abbia mai conosciuto
che mi faccia sentire in questo modo
non potrei farcela da solo
voglio stare con te finchè saremo vecchi
hai l'amore di cui hai bisogno proprio di fronte a te
per favore torna a casa
finchè vivrò, aspetterò
finchè respirerò, sarò lì
quando mi chiamerai, aspetterò
quando avrai bisogno di me, sarò lì
Aspetterò
E vi proponiamo questo mese anche il testo di “Charlie Fa Surf”,
bellissimo e discusso brano dei
Baustelle che ha anticipato l’uscita
del loro ultimo album “Amen” e di
cui abbiamo già parlato nel numero scorso.
Come molti di voi già sapranno il
pezzo è ispirato ad un opera del
controverso scultore Cattelan
“Charlie don’t Surf” in cui un
bambino viene rappresentato con
le mani inchiodate al banco di
scuola con delle matite, di cui potete vedere qui sotto una foto.
Charlie fa surf, quanta roba si fa
MDMA*
ma ha le mani inchiodate se
Charlie fa skate, non abbiate pietà
crocifiggetelo, sfiguratelo in volto
con la mazza da golf
alleluja alleluja
Mi piace il metal, l’r’n’b
ho scaricato tonnellate di
filmati porno
e vado in chiesa e faccio sport
prendo pastiglie che contengono
paroxetina
Io non voglio crescere
andate a farvi fottere
Charlie fa surf, quanta roba si fa
MDMA*
ma ha le mani inchiodate da
un mondo di grandi e di preti fa skate
non abbiate pietà
una mazza da baseball
quanto bene gli fa
alleluja alleluja
* MDMA: 3,4-metilenediossimetamfetamina, conosciuta anche come
MD, Ecstasy, XTC, E, Adam.
Baustelle Amen Tour 2008
Pordenone, Deposito Giordani
dal 29 febbraio
Ticketone.it
www.milanoconcerti.net
Parte il 29 febbraio dal Deposito Giordani di Pordenone il
nuovo tour dei Baustelle, una delle band più innovative, raffinate e di spessore del panorama musicale italiano. La band
presenta dal vivo Amen, il nuovo album uscito il 1° febbraio
che, trascinato dal coinvolgente singolo “Charlie fa Surf” è
già un grande successo! Nel box qui sotto trovate l’elenco di
tutte le date del tour.
Baustelle
Him
01/03 Vicenza, Max live
07/03 Torino, Hiroshima Mon Amour
08/03 Bologna, Estragon
14/03 Roma, Alpheus
15/03 Milano, Rolling Stone
27/03 Firenze, Viper Theatre
28/03 Rimini, Io Street Club
29/03 Ancona, Barfly
06/03 Milano, Alcatraz
07/03 Firenze, Saschall
08/03 Modena, Vox
Editors
28/03 Milano, Alcatraz
29/03 Rimini, Velvet
Modena City Ramblers
07/03 Orzinuovi (BS), Buddha
13/03 Firenze, Saschall (Irlanda in festa)
14/03 Roncade (TV), New Age Club
15/03 Bologna, Estragon (Irlanda in Festa)
21/03 Trezzo D’Adda (MI), Live Club
28/03 Roma, Alpheus
Alex Britti
08/03 Genova, Teatro Politeama
10/03 Bologna, Teatro delle Celebrazioni
12/03 Cesena, Teatro Carisport
14/03 Roma, Auditorium della Conciliazione
17/03 Napoli, Teatro Acacia
19/03 Bari, Teatro Team
26/03 Firenze, Teatro Puccini
28/03 Milano, Teatro Smeraldo
30/03 Torino, Teatro Colosseo
Simple Plan
07/04 Milano, Rolling Stone
The Cure
29/02 Roma, Palalottomatica
02/03 Milano, Palasharp
Tokio Hotel
25/03 Roma, Palalottomatica
Vanilla Sky
08/03 Pinarella di Cervia, Rock Planet
21/03 Mirandola (MO), Aquaragia
22/03 Milano, Musicdrome
Subsonica
07/04 Roma, Palalottomatica
08/04 Eboli (SA), Palasese
13/04 Perugia, Palaevangelisti
14/05 Roseto (TE), Palasport
15/05 Andria (BA), Palasport
20/05 Treviso, Palaverde
21/05 Modena, Palapanini
22/05 Rimini, 105 Stadium
26/05 Torino, Mazda Palace
Giorgia
01/03 Parma, Palaraschi
02/03 Brescia, Palasport
10/03 Palermo, Palasport
11/03 Catania, Palasport
13/03 Napoli, Palapartenope
15/03 Roma, Palalottomatica
Verdone ci riprova
Vuole bissare il successo di film come Bianco, Rosso e Verdone
Parlami d’Amore
non c’è spazio per confronti né
rimpianti” conclude. Leo, il
ragazzotto ingenuo di "Un sacco bello", lo ritroviamo sposato
con una moglie autoritaria
(''ogni tanto gli mette anche i
piedi in testa'') che ha conosciuto in un campo scout. Lui è
religiosissimo, molto cattolico e
ha chiamato i figli come due
papi, Clemente e Sisto. Il professor Callisto Cagnato invece
diventa più diabolico: ora non è
solo logorroico e asfissiante ma
ha anche una doppia personalità come dottor Jeckill e Mr.
Hyde, ha seppellito varie mogli
e tormenta il figlio.
1
€ 2.672.750
Caos Calmo
2
€ 1.126.298
Asterix e Obelix alle Olimpiadi
€ 923.965
30 Giorni di Buio
2
2
€ 647.129
La Guerra di Charlie Wilson
2
€ 579.867
Scusa ma ti Chiamo Amore
€ 501.260
Into the Wild
€ 457.447
Sogni e Delitti
€ 435.871
Il Petroliere
€ 361.118
American Gangster
€ 310.397
Box Office del weekend dal 15/02/2008 al 17/02/2008
4
4
3
1
5
"Grande, grosso e... Verdone"? "Sarà
un piccolo documentario sulla cafoneria''. Con la sua fatica numero 21,
nei cinema dal 7 marzo, Carlo Verdone resuscita tre dei suoi più riusciti
personaggi, (il goffo Leo, il professor
Callisto Cagnato e il pedante Raniero), tutti rivisti e invecchiati. "Anche
loro sono cambiati - spiega a Vanity
Fair - hanno mogli, figli e soprattutto
si devono confrontare con la volgarità di oggi"' spiega. "Negli ultimi anni
ho fatto solo commedie intimiste dice Verdone, spiegando perché ha
riaperto il dialogo con i personaggi
che l'hanno reso famoso - Però di
recente al mio fan club sono arrivate
tantissime email, circa 1.500, da persone di ogni età che chiedevano tutte
la stessa cosa: torna a fare i personaggi. E questo mi ha spiazzato. Così ho
chiesto consiglio a mio figlio Paolo,
che ha vent’anni". "Papà, devi trovare la chiave giusta. Se li rifai come
erano allora combatti con il tuo passato e sbagli di sicuro" ha risposto il
ragazzo. Così ecco che, chiamati a
raccolta tutti i suoi sceneggiatori, vecchi e nuovi, Verdone ha deciso di
"estrarre da ogni personaggio il suo
Dna e di farlo crescere". "Alla fine
credo di aver fatto un bel film dove
Nel cast, accanto a Verdone, ci
sono Claudia Gerini, Geppi
Cucciari e la modella Eva Riccobono. Nel mirino, questa
volta, c'è "la volgarità dilagante e un
certo tipo di italiano: di giorno tutto
principi e moralità, di notte ipocrita e
sconsiderato" spiega Verdone, amareggiato e deluso per come si è chiusa l'ultima legislatura e convinto che
"questi signori non rappresentano il
Paese: noi tutti siamo molto meglio
di loro”. In attesa del tour promozionale che porterà il film nelle maggiori
città del Paese, Verdone assicura che
"Grande, grosso e Verdone" ha già
superato la prima prova.
"Finora l’hanno visto solo cento persone, in pratica il personale della casa
di produzione (la Filmauro, ndr). Da
sentirsi male... De Laurentiis, dopo la
proiezione, mi ha detto di uscire dalla
sala perché tutti i presenti avrebbero
dovuto rispondere a un questionario
ed esprimere un voto. Per me è stata
una sorpresa tremenda! Mi sono ritrovato in corridoio a fumare, aspettando il verdetto. Neanche agli esami
universitari mi sono sentito così".
Inutile dire che il giudizio è stato positivo: "Ho preso dal sette e mezzo al
dieci e lode - svela. - Ma un po’ me
lo aspettavo: il film è venuto bene,
l’abbiamo scritto ridendo e il cast è
fantastico".
Grazie al Wall Street Journal, si
è riuscito a sapere in anteprima
il plot del terzo lungometraggio
della serie Toy Story, che sarà
diretto da Lee Unkrich, già coregista del secondo episodio. In questa
nuova storia, il giocattolo Woody, Buzz
e i loro amici finiranno in un asilo,
“riciclati” dopo che il loro padrone
Andy parte per il college. Il film era originariamente in lavorazione, con una
trama del tutto diversa, presso la Disney
prima della fusione Disney-Pixar. Toy
Story 3 è invece un originale Pixar, con
uscita prevista il 18 giugno del 2010.
Le prime immagini di "The
Smurfs", il film in 3d sui Puffi
diretto da Colin Brady e prodotto da Kerner Entertainment,
sono state diffuse in occasione
del 50esimo compleanno dei nanetti blu
creati dal fumettista belga Pey. L'uscita
del film, che riprenderà la storia della
serie tv, colmandone alcune lacune narriative, è prevista per novembre 2008. Il
produttore ha annunciato una trilogia
simile al "Signore degli anelli". Distribuito da Paramount, The Smurfs rimarrà
sostanzialmente molto fedele al cartone
in 2d, anche se con novità nella grafica e
l'introduzione di qualche personaggio
nuovo.
Con l’annuncio della Toshiba
riguardante l’abbandono del
progetto HD-Dvd, la Sony ha
vinto la battaglia sul supporto
video digitale ad alta definizione. Il suo Blu-Ray è il vincitore di un
braccio di ferro durato 5 anni e nel quale
non hanno giocato un ruolo importante
solo le differenze tecnico-qualitative tra i
due formati ma anche il mercato delle
consolle per videogiochi: senza la spinta
della PS3, la Sony avrebbe sicuramente
trovato più difficile affermare il formato
sul quale aveva scommesso.
di NICOLA PICCHI
La prima cosa che salta all’occhio vedendo
“Non è un paese per vecchi” è che si tratta di
un film molto poco “coeniano”, nel senso che
mancano completamente sia l’eccentrico humour dei fratelli Coen che le loro caratteristiche derive verso il grottesco, ma anche
l’esibita e gelida cerebralità di film come
“L’uomo che non c’era”.
Il film si mantiene rigorosamente fedele al
bel romanzo di Cormac McCarthy, di cui conserva anche l’ellissi narrativa finale, ed i Coen
riescono nella difficile impresa di trasferire
sullo schermo la prosa scarna e disseccata
dell’autore, spesso increspata da frasi dal sapore quasi biblico.
Il film è ambientato in Texas, al confine con il
Messico, nel 1980. Llewelyn Moss, andando a
caccia, si imbatte in una consegna di droga
finita male: sul posto sono rimasti solo una
decina di cadaveri, macchine crivellate dalle
pallottole, un cane morto, un bel po’ di eroina
ed una borsa con due milioni di dollari. Moss
decide di approfittarne, ma naturalmente sia
messicani che americani si metteranno sulle
sue tracce per recuperare i soldi. Ma la cosa
peggiore è che Moss verrà braccato da Anton
Chigurh, un killer sociopatico con un personalissimo senso dell’umorismo, mentre allo sceriffo Ed Tom Bell non resterà altro che assistere, impotente, all’inevitabile carneficina a
Titolo originale: No country for old men
USA: 2007
Regia di: Joel e Ethan Coen
Genere: Thriller Durata: 122'
Interpreti: Tommy Lee Jones, Javier Bardem, Josh Brolin,
Woody Harrelson, Kelly Macdonald
Sito web: www.nocountryforoldmen.com
Nelle sale dal: 22/02/2008
Voto: 8
venire.
I fratelli Coen firmano un thriller
nerissimo di rara asciuttezza, fin
troppo rigoroso e senza una sbavatura, scandito da dialoghi ridotti
all’osso, colonna sonora inesistente ed improvvisi scoppi di violenza. Moss e Chigurh, preda e cacciatore, disegnano itinerari astratti
nel desertico panorama del New
Mexico e, quando si incontrano, il
silenzio è rotto solo dall’eco delle
detonazioni.
Il pallidissimo Anton Chigurh di
Javier Bardem è un’inarrestabile
macchina di morte con un’assurda
pettinatura anni ‘60, che decide il
destino delle sue vittime con il
lancio di una moneta per poi eliminarle con un’arma ad aria compressa, la stessa che si usa per
macellare il bestiame. Llewelyn
Moss è un uomo che cerca di cogliere al volo quella che considera
l’occasione della sua vita, e Josh
Brolin ne rende con misura il calmo furore e la determinazione a
sopravvivere a tutti i costi, aderendo perfettamente al personaggio.
Lo smarrito sceriffo Ed Tom Bell,
interpretato da un magistrale
Tommy Lee Jones, è colui che
commenta la vicenda, un riluttante spettatore annichilito dalla violenza e dall’avidità di cui si trova involontario testimone. Inutile dire che il punto di vista di Ed Tom è
anche quello di McCarthy. Una riflessione quasi metafisica e priva di retorica su una (presunta) perdita
dell’innocenza dell’America, sull’immanenza del male
e sul baratro morale spalancato sotto i piedi di tutti
noi.
L’America di “Non è un paese per vecchi” in realtà
dimostra di non essere un paese per nessuno, compresi i cowboy fuori tempo massimo come Llewelyn
Moss ed i nostalgici di una presunta “età dell’oro”
come Ed Tom, secondo cui “Quando non si sente
più dire Grazie e Per favore, vuol dire che la fine è
vicina”.
I Coen si comportano di conseguenza e rinunciano
agli stereotipi del genere, negando qualsiasi risolutiva catarsi allo spettatore e brutalizzandolo con un
memorabile finale tronco, di quelli che restano nella
memoria e che inducono chi guarda ad un’attività di
questi tempi poco praticata: pensare.
Grande lavoro di tutto il comparto tecnico, dal montaggio, curato dai Coen sotto l’usuale pseudonimo di
Roderick Jaynes, alla fotografia di Roger Deakins,
che immerge i classici paesaggi americani in una
sorta di straniante vuoto pneumatico,
all’importantissimo sound design di Carter Burwell,
entrambi loro collaboratori storici. Oltre alla straordinaria interpretazione dei tre attori principali, il film
vanta un impagabile cameo di un ritrovato Woody
Harrelson nel ruolo di un cowboy-dandy che risolve
problemi, ed un’ottima interpretazione di Kelly Macdonald nella parte di Carla Jean, la moglie di Moss.
Da antologia dell’humour nero (ma post Breton) alcuni dialoghi tra Ed Tom ed il giovane Vicesceriffo,
la conversazione tra Chigurh ed il gestore di una
stazione di servizio e quella, agghiacciante, tra lo
stesso Chigurh e Carla Jean, la moglie di Moss.
In definitiva, uno dei migliori film di questa stagione
cinematografica, che sarebbe un peccato perdere.
di RICCARDO BOLZANO
Alex , trentasettenne, direttore creativo di
una prestigiosa agenzia pubblicitaria incontra
Niki, diciassettenne, e se ne innamora.
I due trascorrono molto tempo insieme, inizialmente all'insaputa di tutti, poi con l'approvazione euforica delle amichette e lo scetticismo dei genitori e dei parenti. La excompagna di Alex torna a casa, decisa a restaurare il loro rapporto e tutto cambia.
A Moccia non basta narrare frivole storielle
d'amore per ragazzine, tantomeno limitarsi a
descrivere i turbamenti adolescenziali, seppure in gran parte frutto della sua fantasia.
Lo scrittore romano vuole dar vita ai propri
testi, come se meritassero tanta attenzione, e
richiamare nelle sale cinematografiche tutte
le sue lettrici, stavolta non solo giovanissime
ma anche cresciutelle ( a loro ci pensa Raul
Bova ). Moccia unisce il mondo giovanile (il
suo preferito, che vagheggia con insana nostalgia) a quello adulto, dei quarantenni, il
suo insomma. Le giovani protagoniste escono
fuori da una realtà che non è proprio reale:
sono belle, magre (chissà, anoressiche?), vestite alla moda, tutte uguali esteticamente
ma non caratterialmente: si va da Olimpia, la
squinzietta del gruppo a Diletta, la più tranquilla che viene però canzonata dalle altre
perché ancora vergine.
Limitandosi ad un’analisi non tematica del
Titolo originale: Scusa ma ti chiamo amore
Italia: 2008
Regia di: Federico Moccia
Genere: Commedia Durata: 105'
Interpreti: Raoul Bova, Michela Quattrociocche, Veronika Logan, Luca Angeletti, Ignazio Oliva, Francesco Apolloni, Davide Rossi, Cecilia Dazzi, Luca Ward
Nelle sale dal: 25/01/2008
Voto: 6-
Film c’è poco da dire: la sceneggiatura
riesce a stare tuttavia in piedi (ma di
originale c'è ben poco), affidandosi
molte volte alla voce fuori campo di
Luca Ward, e impreziosita da citazioni
di grandi scrittori sull'argomento amoroso. La regia è piatta ma non si può
negare una latente abilità tecnica da
parte di Moccia. C'è molto da ridire invece sulla recitazione: le quattro ragazzine non esitano a mostrarsi in tutta la
loro bellezza (anche nel nudo), ma in
quanto a capacità recitativa il livello è
assai basso (per farsi un'idea basta
guardare il trailer).
La sostituzione di Bova (buona la sua
interpretazione) a Scamarcio non sembra aver provocato grandi danni agli
incassi (il film è stato primo in classifica
lo scorso weekend). Moccia trascina i
personaggi in un circolo vizioso, dove
tradimenti, litigi e separazioni sono all'ordine del giorno: nulla è normale, è
tutto un susseguirsi drammatico di eventi col conseguente stravolgimento
dei valori famigliari e civili. Ragazzine,
sul web, sono pronte ad affermare di
essere state coinvolte in amori con uomini più grandi (peccato che la differenza di età sia di cinque o al massimo
dieci anni!), disposte a tutto pur di difendere i loro scrittore preferito, ma il
problema è che Moccia non sa nulla di
loro.
di ANNA MARIA PELELLA
La troupe televisiva di un programma notturno è in visita alla sede dei pompieri per fare
un servizio sul loro lavoro. Angela, la speaker
è annoiata per via della totale assenza di allarmi, fino a che non arriva la richiesta d'aiuto per una persona rimasta intrappolata in un
appartamento.
L'allarme non è serio ma per la giornalista e il
suo operatore arriva finalmente il momento
di salire sul mitico camion rosso. Quando arrivano sul luogo della chiamata quello che
troveranno è di sicuro qualcosa di inaspettato.
Presentato a Venezia e di nuovo a Ravenna
questo film tasta il polso allo stato di salute
dell’horror, che in mano a registi di tal abilità
sembra godere di ottima salute. Da tempo
abbiamo notato il talento registico di Jaume
Balaguerò, qui coadiuvato dal collega Paco
Plaza, e anche in questo lavoro ambientato
interamente nell’appartamento visto già in
Para Entrar a Vivir e nel rispettivo palazzo, i
due lasciano assai colpito lo spettatore. Il tutto accade per gradi, semplicemente così
mentre ci annoiamo con Angela per la mancanza di azione, improvvisamente finiamo
catapultati in tanto di quel movimento da
rimpiangere la lentezza iniziale. Le scoperte
dei pompieri, e della troupe televisiva sono a
mano a mano più inquietanti e pericolose.
Titolo originale: Rec
Spagna: 2007
Regia di: Jaume Balagueró, Paco Plaza
Genere: Horror Durata: 85'
Interpreti: Manuela Velasco, Vicente Gil, Ferrán Terraza,
Jorge Yamam, Carlos Vicente, Pablo Rosso,
David Vert, Jorge Serrano
Sito web: www.movies.filmax.com/rec
Voto: 8
La vecchia signora urlante,
per la quale erano stati chiamati si tramuterà nella sirena
del giorno del giudizio, e tutto
il palazzo si troverà incredibilmente catapultato in un filmaccio di quelli cattivi. Le caratteristiche culturali spagnole
secondo le quali è buona norma parlare tutti insieme, rendono la situazione più caotica
di quello che già sarebbe,
mentre la blanda xenofobia e
la normale cattiveria tra condomini, fanno sinistramente
capolino nella narrazione scatenando momenti di ulteriore
confusione. Il tutto è narrato
concitatamente, attraverso il
solo apparente uso della camera a mano che segue anche dove non richiesto, il movimento di tutti i condomini e
le autorità presenti solo
all’interno del palazzo.
L’azione è tutta là, nessuna
inquadratura neanche occasionale degli esterni, per meglio indurre la claustrofobia
che lo spettatore, ignaro come i condomini, sentirà crescere piano, fino a far scoppiare la bolla di panico che
aleggia già a partire dal primo
reale tentativo di omicidio,
avvenuto quasi fuori campo e
reso visibile con un veloce
riavvolgimento di pellicola.
Inizialmente si fatica a mettere a fuoco gli avvenimenti, grazie al traballante strumento usato a beneficio degli esterni all’azione ed al palazzo, ma poi
una volta abituati al movimento le luci della camera
saranno le sole che cercheremo, perchè le uniche ad
essere sempre là dove serve e dove conviene che
siamo anche noi.
Angela come ogni giornalista che sappia fare il suo
lavoro difende la camera con la grinta di una tigre
filmando col suo sollega/complice tutto il compiersi
della tragedia e solo alla fine, quando sarà più che
troppo tardi, anche le cause.
La reale potenza di questo film sta tutta nella maestria registica con cui è girato, la storia è secondaria, anche se sensata è più che altro un pretesto per
mettere in campo un’abilità che da sola vale il prezzo del biglietto. Balaguerò e Plaza avrebbero potuto
tranquillamente girarlo in maniera classica, regalando una bella storia di cospirazione con un solido sottotesto contro le intromissioni della chiesa nella vita
di ignari cittadini, ma girato come è stato in maniera
così ben congegnata si accresce senz’altro il potere
del racconto, creando anche una tensione ulteriore
data dalla frenesia della rappresentazione. Gli attori
sono assai bravi, nella concitazione dell’emergenza e
nella loro umanità danno il tocco di innovazione che
contrasta molto bene con le rappresentazioni eroiche o le paranoie, che verrebbero da un film del genere se fosse stato girato oltreoceano.
E nel finale più che azzeccato di una storia incredibile leggiamo tutta la reale preoccupazione dei registi
e forse anche di un popolo, per la mancanza totale
di controllo e di difesa contro le contaminazioni, che
sembra aumentare di giorno in giorno intorno a noi.
di ILARIA MUTTI
Un viaggio dove il protagonista, Sasha, va
alla conquista di Benedetta, figlia di un ricco
benefattore della Comunità di Borgofiorito,
quella in cui i genitori di Sasha lo hanno abbandonato. In questa conquista, Sasha, si fa
aiutare da una donna più grande, Nicole, che
lo gida nell’arte della seduzione.
Ma in Sasha è sempre vivo il conflitto tra passato e futuro, in bilico tra un amore giovane
e uno più maturo. L’amore giovane lo trascina in un baratro di poker e sesso, quello maturo verso la libertà e la consapevolezza.
Un film difficile per il pubblico di Silvio Muccino, ma un film con la voglia di raccontarsi e
di raccontare una storia per un cinema che
non sfrutta i sentimenti, ma ne mostra la fragilità e l’insicurezza che è in ognuno di noi.
Un sogno, un libro, una storia che dopo due
anni diventa film, dove le luci evocano atmosfere e i personaggi trasmettono emozioni.
Un film, ma anche una dichiarazione d’amore
per chi ha sofferto e cerca di reagire, per chi
oltre all’apparenza vuole sincerità, dove “Vivi,
Sasha vivi!” scava nel passato e getta un
ponte verso il futuro per porre in salvo i sentimenti.
Silvio Muccino si leva la maschera dell’eterno
adolescente che non gli appartiene più, parla
emozionandosi delle sue stesse immagini,
senza pudori e senza barricate fra la sua sto-
Titolo originale: Parlami d'amore
Italia: 2008
Regia di: Silvio Muccino
Genere: Commedia
Interpreti: Silvio Muccino, Aitana Sánchez-Gijón, Carolina
Crescentini, Andrea Renzi, Max Mazzotta, Giorgio Colangeli
Sito web: www.armosia.com/tim/parlamidamore
Nelle sale dal: 14/02/2008
Voto: 9
ria e il pubblico, quasi fosse “un passaggio di testimone”… L’amore distrugge e
costruisce, questo è il tema del film.
Sasha e Nicole cercano di ignorare i loro
sentimenti, di annullarli, perché la paura
paralizza e distrae e così lei si rifugia nel
ricordo e lui si fa trascinare dall’eccesso.
Sasha è fragile e disadattato, oppresso
dal contesto della tossico-dipendenza,
Nicole in un ambito “borghese”, vive
una realtà che non gli appartiene,
schiacciata dalla morte dell’unico uomo
che ha amato.
Ma all’improvviso i loro sensi di colpa
smettono di sopraffarli e dividerli e le
loro pseudo-certezze cominciano a sfaldarsi.
Sasha non è più attratto dalla bellezza
perversa di Benedetta e Nicole si strappa di dosso le ipocrisie che la legano a
un uomo conformista. E allora sarà
l’amore, quello che lascia senza fiato,
quello che spinge oltre la paura, quello
che trasforma l’ansia in fiducia.
L’esordio alla regia di Silvio Muccino è
un viaggio, simile a quello del protagonista, già lontano com’è dai film adolescenziali che lo hanno visto protagonista.
E’ un salto verso una consapevolezza
emozionale del mezzo cinematografico e
un’evocazione del cinema francese dalla
Juliette di Jean Vigo ai contradditori
personaggi della Nouvelle Vague.
Rai condannata. L'Authority per le
Comunicazioni ha infatti deciso - con
11 mesi di ritardo - che la tv pubblica
dovrà pagare un multa di 100mila
euro per aver mandato in onda senza
il bollino rosso ma ancora in fascia protetta
(o meglio: esattamente un minuto prima del
termine) l'episodio numero 10 della seconda
stagione di Lost dal titolo Salmo 23. Per chi
non se lo ricordasse, si tratta di quello che
racconta, in un flash back, la storia di Mr
Eko che per evitare al fratello più piccolo il
trauma e la colpa di sparare a degli uomini
come gli era stato ordinato sceglie di premere
lui il grilletto e viene così arruolato come
soldato dai guerriglieri.
Sciopero finito!
Finalmente riparte la macchina di Hollywood
Da Novembre ad oggi, un tempo infinito che ha stravolto la stagione televisiva americana e aveva iniziato a
far sentire i primi effetti sui palinsesti italiani. La WGA
ha annunciato di aver raggiunto un accordo di massima
con l’AMP e i network per il rinnovo dei contratti dei
suoi associati: gli sceneggiatori, infatti, sono tornati al
lavoro. L’impatto enorme dello sciopero farà molta
fatica ad essere assorbito prima della fine della stagione
tv, molte serie rimarranno ferme, ma pare praticamente
certo che le grosse produzioni (CSI, Lost, House e le
sit-com in generale) riusciranno a ripartire prima del
mese di aprile. Tornando all’accordo pare evidente la
“vittoria” della WGA che ha ottenuto una compensazione in favore dei suoi associati per i proventi che arrivano da Internet, dai dvd (sia noleggio che vendita)
legati ai prodotti televisivi. Inizialmente si tratterà di
una cifra “fissa” (circa 1500 dollari ad episodio), successivamente diverrà una percentuale fissa (il 2%), esattamente come richiesto all’inizio della durissima vertenza.
Tutto sommato si tratta di condizioni che rispettano il
motto con il quale il combattivo sindacato aveva annunciato lo sciopero: “Quando loro vengono pagati,
noi veniamo pagati“.
Avrete ormai notato come nella
maggior parte dei film italiani
(commedie brillanti chiamiamole così) ormai si
faccia un uso
selvaggio
di
pubblicità neanche troppo occulta…
che pensavano relegate esclusivamente alla tv, anche comodamente seduto in una poltrona
del cinema…
Capiamo che
magari il film
possa avere
bisogno
di
incassare quei
soldi, ma non
s i a m o
d’accordo che
a farne le spese sia l’occhio pagante dello
spettatore… anche perché non
è un fenomeno che si vede in
tutti i film, ma solo in un genere
ben definito...
Ebbene non è
più pubblicità
occulta, ma se
aspettate la fine
dei titoli di coda noterete che
l’uso dei marchi degli sponsor
nel film è lecito… Ma scherziamo?!? E’ deplorevole che lo
spettatore debba sorbirsi vere e
proprie scenette pubblicitarie
Happy Birthday MTV !!!
Arnold si è sposato
L'ex attore Gary Coleman, ha detto sì alle soglie dei 40 anni
T e l e v o t o
"truccato". È quanto insinuano alcuni
blog in merito all'esito della prima
puntata del serale della trasmissione di
Maria De Filippi, che ha visto l'uscita
di Marina Marchione. L'esclusione della giovane attrice sarebbe da imputare,
secondo i cybertelespettatori, a un errore commesso dai grafici del programma. Nel corso della serata, i telespettatori erano invitati a votare i concorrenti
chiamando il numero 16423 a cui poi
aggiungere l'1 per la squadra Bianca e
il 2 per quella Blu. Peccato che, 3 volte
su 8, durante le esibizioni dei Blu apparisse quale codice per televotare i Bianchi. Un errore che può aver in qualche
modo falsato l'esito della gara.
Il fenomeno di questa stagione televisiva tanto politicamente isterica
quanto sonnacchiosa nei contenuti
sono proprio loro, “I Cesaroni”, che
in prima serata su Canale 5 sbaragliano puntualmente la concorrenza
di Raiuno, conquistando anche il
pubblico più difficile, quello dei teen
ager. Un fenomeno quasi senza precedenti per una sitcom di produzione
italiana, che deve essere un esempio
per tutte le varie emittenti nazionali.
Gary Coleman, l'attore americano
meglio noto sul piccolo schermo
come Arnold, si è sposato in gran
segreto. Quello che un tempo era
il vispo bambino di colore protagonista della lunga serie di telefilm
di successo in tutto il mondo, Arnold, alle soglie dei 40 anni ha
detto sì alla bionda e giovanissima
22enne Shannon Price. Le nozze
sono state celebrate alla fine dello
scorso agosto in una cerimonia
superblindata sulle montagne del
Nevada. «Nella nostra relazione
l'età e l'altezza non contano», ha
detto l'ex bambino prodigio.
L'ammissione è arrivata tuttavia
solo ora, durante un'intervista allo
show tv Inside edition: «Non ho
mai avuto l'occasione
per essere romantico o
fare il romantico con
qualcuno - ha detto Coleman - Volevamo stare
lontano dai flash. Non
c'era nessuno, a parte
noi due, il prete, il fotografo e il pilota d'elicottero», ha spiegato. La
coppia si è conosciuta
due anni fa sul set della
commedia Church Ball.
Tuttora Coleman (alto appena 1
metro e 30 a causa di una disfunzione renale) lavora come guardia
privata a Los Angeles e presta il
suo volto per commercializzare
capi d'abbigliamento sportivi per
ragazzi.
Giuliano Ferrara, direttore de Il Foglio, da diversi anni alla conduzione
di Otto e mezzo, di cui e' anche autore, prima affiancato da Gad Lerner,
poi da Luca Sofri, in seguito da Barbara Palombelli, giornalista del Corriere della
Sera, e quindi da Ritanna Armeni, giornalista
di Liberazione, non e' piu' al timone della
trasmissione. I motivi della decisione non
sono ancora noti, ma potrebbero essere legati
alla discesa in campo del giornalista per le
prossime elezioni amministrative romane,
per le quali si vocifera della sua volonta' di
candidarsi a sindaco della Capitale.Fino al 22
febbraio a guidare Otto e mezzo ci sara' solo
Ritanna Armeni, che dal 25 febbraio dovrebbe essere affiancata da un nuovo partner.
Canale 5 cancella il varieta' 'La sai
l'ultima?' condotto da Massimo
Boldi e Lorella Cuccarini. Martedi'
19 febbraio andra' in onda l'ultima
puntata del programma che ha avuto ascolti inferiori alle aspettative. Delle 10
puntate previste, il programma si fermera'
alla quarta. Battuto regolarmente dalla
fiction Rex, 'La sai l'ultima' ha avuto il
18% al debutto, il 19% alla seconda puntata ed e' crollato a sotto il 17% martedi'
scorso. Si tratta dell’ennesima vittima in
pochi giorni di questa spietata stagione
televisiva dopo la prematura chiusura del
programma di Milly Carlucci “L’Uomo
ideale”
Festival di Sanremo: 3, 2, 1...
Ultime ore di attesa prima dell’inizio della 58a edizione del Festival
La 58esima edizione del Festival
della Canzone Italiana è nel segno della grande musica e di
molte novità. A condurre la kermesse dal Teatro Ariston di
Sanremo, come tutti sanno, saranno il direttore artistico Pippo
Baudo e Piero Chiambretti: una
doppia conduzione maschile del
tutto inedita, che vede cimentarsi due straordinari protagonisti
della televisione italiana nel più
importante e seguito spettacolo
televisivo. Una miscela perfetta,
tutta da scoprire, con due incantevoli sorprese: uno dei nuovi
volti di maggior successo della
fiction, la mediterranea Bianca
Guaccero, e l’attrice e modella
ungherese Andrea Osvart. Ospiti internazionali e superospiti
italiani si alterneranno nel corso
delle cinque serate. Lenny Kravitz, Kylie Minogue e Leona Lewis saranno superospiti del Festival di Sanremo 2008. In totale i superospiti stranieri saranno sei, ha aggiunto il direttore
artistico,oltre a sei superospiti italiani.
Cinque serate di musica e spettacolo in programma
il 25, 26, 28, 29 febbraio e il 1° Marzo 2008 in diretta su RAIUNO in Eurovisione dal Teatro Ariston
di Sanremo. Le prime quattro serate si articoleranno
nella seguente modalità:
Lunedì 25 febbraio si esibiranno 10 artisti della sezione CAMPIONI e 7 della sezione GIOVANI: in
ambedue le sezioni e’ prevista la votazione della
giuria demoscopica. Le 4 canzoni più votate della
sezione GIOVANI saranno ammesse alla quarta
serata.
Martedì 26 febbraio si assisterà all’interpretazione
degli altri 10 CAMPIONI, cui seguirà la votazione
della giuria demoscopica, e degli altri 7 artisti della
sezione GIOVANI tra i quali avranno accesso, alla
quarta serata del venerdi’, le 4 canzoni più votate
dalla giuria demoscopica.
Mercoledi’ 27 febbraio il Festival si ferma per un
giorno con uno spazio piu’ ampio dedicato al Dopofestival: sarà l’occasione per fare un primo bilancio delle canzoni presentate con ospiti e i protagonisti del Festival.
Giovedì 28 febbraio, terza serata della kermesse, si
alterneranno sul palco i 20 CAMPIONI che proporranno la propria canzone in versione
“riadattata”, affiancati da artisti italiani o stranieri; le
performance saranno poi votate
dal pubblico con il televoto, in
funzione da questa giornata perché i telespettatori avranno avuto modo di sentire le canzoni
più volte nel corso delle serate
precedenti.
La quarta serata, venerdì 29 febbraio, sarà caratterizzata dalle
esibizioni degli 8 partecipanti
della sezione GIOVANI ammessi alla gara e dalla proclamazione del vincitore, attraverso la
somma dei voti della giuria demoscopica, del televoto e della
giuria di qualità. La serata di venerdì 29 vedrà anche l’esibizione
dei superospiti, nomi di grande
prestigio del panorama musicale
italiano.
Sabato 1° marzo ci sarà
l’esibizione finale delle 20 canzoni-artisti appartenenti alla sezione CAMPIONI poi votate dalla giuria demoscopica, dal pubblico con il televoto e dalla giuria di qualità. In base alla somma dei voti complessivamente
ottenuti nelle varie serate verrà stilata la graduatoria
definitiva e la canzone più votata sarà proclamata
vincitrice del 58° Festival della Canzone Italiana.
Verranno premiate anche le canzoni classificatesi
seconda e terza.
Il meccanismo di votazione sarà affidato ad una
giuria demoscopica, diversa per ciascuna serata,
dislocata nelle venti sedi Rai: la classifica definitiva
di questa giuria, una per sezione, risulterà dalla media delle votazioni nelle diverse serate, per la definizione della canzone vincitrice con un peso uguale al
50%.
Da giovedì 28 febbraio (terza serata) si potrà votare
anche attraverso il sistema del televoto: attraverso
telefonia fissa e telefonia mobile (sms). La media
dei risultati delle serate in cui sarà attivo il televoto
avrà un peso del 30%.
Venerdì 29 febbraio e sabato 1° marzo, rispettivamente serata conclusiva della sezione Giovani e
della sezione Campioni, è prevista una terza giuria:
la giuria di qualità, nominata dall’Organizzazione, e
formata da esperti nel campo della musica, cultura e
spettacolo che opererà in composizione diversa
nella quarta serata (Giovani) e nella quinta
(Campioni). Per la classifica generale conclusiva
delle due distinte sezioni i valori espressi peseranno
il 20%.
Fiorello ma che combini?!?
La struttura delle storie è molto semplice e
lineare, fedele alla classica avventura. Anche
i protagonisti hanno una forma molto simile
tra loro; tutti i Puffi si assomigliano: maschi,
molto bassi (essere "alti tre mele" è un'espressione francese), con la pelle blu, i pantaloni e il cappello bianchi, più qualche accessorio personale per indicarne il carattere.
Non abbandonano mai il loro cappello, cosa
che lascia agli appassionati il mistero sul fatto che abbiano o meno i capelli. In realtà
nell'episodio "Golosone supergoloso"
(St.2/Ep.15) golosone nasconde una torta
sotto il proprio cappello. Quando grandepuffo se ne accorge gli "ordina" di togliersi il
cappello per consegnargli la torta. Per un
attimo si vede golosone senza il suo cappello; ebbene, i puffi non hanno i capelli! Possono camminare e correre, ma nella maggior
parte dei casi si limitano ad andare in giro
saltellando. I Puffi riproducono gli archetipi
della gente comune: c'è Puffo Pigrone, Puffo
Burlone, Puffo Inventore, Puffo Golosone,
Puffo Quattrocchi, Puffo Pauroso, Puffo
Tontolone, Puffo Forzuto, Puffo Vanitoso,
Puffo Sognatore, Puffo Lanoso, Puffo Pittore e via dicendo. Si dice che tutti i Puffi abbiano 100 anni (tranne il Grande Puffo che
ne ha 542), e che nella versione originaria
(ossia quando cronologicamente incontrano
John e Solfami per la prima volta) ci fossero
99 Puffi (compreso il Grande Puffo), poi
aumentati con l'introduzione di nuovi personaggi. Ad esempio, il centesimo puffo nasce
dal riflesso nello specchio di Puffo Vanitoso
che viene colpito da un fulmine e prende
vita. Questo compensa il problema del fare
la danza dei 100 puffi che appunto abbisogna di 100 puffi, non uno di più e non uno
di meno (compreso il direttore della stessa,
cioè il Grande Puffo) per essere eseguita.
Alcuni personaggi si
discostano vistosamente
da queste caratteristiche
principali: Grande Puffo
ha come detto 542 anni;
porta una barba bianca
e ha i pantaloni e il cappello rossi; è il più anziano e saggio di tutti i
Puffi (almeno fino all'ar-
rivo di Nonno Puffo nella serie animata),
che lo rispettano come capo della comunità;
Puffetta è un Puffo femmina, inizialmente
mora e cattiva creata artificialmente dal mago Gargamella; fu trasformata dal Grande
Puffo in una vera puffa. Ha lineamenti più
delicati rispetto agli altri Puffi, i capelli biondi e lunghi, indossa un vestito bianco e scarpe col tacco bianche; Baby Puffo si è aggiunto alla storia in un secondo momento, facendo salire il numero dei Puffi a 102. Ha un'età
paragonabile all'anno umano. Verso la metà
degli anni ottanta vennero introdotti i puffolini, tre maschi e una femmina (con un'età
paragonabile ai 10 anni umani). I maschi in
origine erano Puffi normali che facevano
parte del villaggio (Puffo Naturone; Puffo
Sciccoso; Puffo Sciattone), ma un giorno
furono mandati da Grande Puffo nella casa
di Padre Tempo ed entrarono per errore in
un orologio magico, che li fece ringiovanire.
Bontina invece è stata creata artificialmente
dai tre puffolini (che rubarono la formula dal
libro magico di Gargamella), per dare un'amica a Puffetta, che soffriva di solitudine
essendo l'unica femmina in tutto il villaggio.
Alcuni anni dopo venne introdotta la figura
di Nonno Puffo, anziano giramondo dalla
lunghissima barba tornato al villaggio dopo
500 anni, seguito a breve da Nonna Puffa.
Parte fondamentale del linguaggio dei Puffi è
il termine "puffo" ed ogni suo derivato, usato con diversi significati a seconda del contesto, talvolta come verbo, altre come aggettivo. Questo rende le loro conversazioni alquanto divertenti, ma a tratti difficili da seguire. I Puffi vivono dentro case a forma di
fungo in un villaggio segreto, da qualche
parte in una foresta, dal quale si allontanano
solo in casi eccezionali; sono Johan, Pirlouit
e altri abitanti della foresta ad andare a trovarli. Gargamella non sa
dove si trovi il villaggio.
Nessuno può raggiungere il villaggio se non è
accompagnato da un
puffo. C'è anche un
incantesimo del grande
puffo che rende introvabile la radura in cui
vivono.
L’amato mattatore tornato
alla sua radio con Viva Radio2 comincia col botto:
propone agli elettori una
ribellione elettorale, stracciare le proprie schede elettorali finchè i problemi della Napoli rovinata dai rifiuti non siano risolti dai nostri governanti…
Ormai il povero cittadino
italiano tra candidati veri o
presunti tali, comici che si
fanno portavoce dei problemi del popolo, non può
fare a meno di prendere
alla lettera la proposta, creando non poche polemiche…
Intanto la fidata spalla
Marco Baldini mette la sua
vita privata e il suo passato
letteralmente “in gioco”:
uscirà presto il film basato
sul suo libro autobiografico, sui suoi primi anni a
Radio Deejay e sui problemi che neanche la presenza
di due bionde starlette
(Martina Stella e Laura
Chiatti) possono evitare...
Vocabolario
Vicino l’accordo con Apple-Tim
Secondo gli osservatori più informati
l’accordo è stato raggiunto e ormai
manca solo la comunicazione ufficiale.
L’iPhone sarà distribuito in Italia da
Tim e in Spagna da Telefonica(che controlla il
10% di Telecom Italia) a partire dalla metà di Luglio. I modelli che saranno distribuiti dovrebbero
disporre della connettività Umts.
E’ il portatile più sottile al mondo, ma con la
stessa potenza di un notebook di dimensioni
normali. Misura solamente
4 mm circa nel suo punto
più sottile, mentre l'altezza
massima pari a circa 19
mm è inferiore al punto più
sottile dei computer portatili rivali e pesa circa 1,36
Kg.
MacBook Air presenta un
incredibile schermo widescreen con retroilluminazione LED da 13,3
pollici,
che regala una silhouette ancora più sottile. Offre un’immediata luminosità a tutto schermo
non appena si apre il sistema, è privo di mercurio e arsenico e ha consumi inferiori, il che si
traduce in una maggiore durata della batteria.
La tastiera di dimensioni regolari è retroilluminata, per consentire di lavorare facilmente in
ambienti bui come aerei e sale conferenza. Il
sensore integrato regola automaticamente la
luminosità di tastiera e schermo per una visibilità ottimale.
Il suo “motore” è un processore Intel Core 2
Duo a 1,6GHz o 1,8GHz con 4MB di cache L2
e include come standard ben 2GB di memoria
RAM, un disco rigido da 80GB e in alternativa
si può scegliere un’ unità a stato solido (SSD)
da 64GB che vanta prestazioni e robustezza
superiori. Inoltre è dotato dellepiù recenti tecnologie quali il Wi-Fi 802.11n e il Bluetooth
2.1.
Dispone poi di una porta micro-DVI per il collegamento ai monitor Apple Cinema Display da
20 o 23 pollici, mentre è possibile collegare
proiettori e altri monitor tramite gli adattatori
DVI, VGA, video composito e S-video. Infine
è MacBook Air include una
webcam iSight, sapientemente integrata che si nota
appena. La webcam iSight e
il software iChat permettono di videochattare facilmente ovunque ci sia una
rete wireless. Per quanto
riguarda l’autonomia, nonostante sia dotato della batteria più sottile creata da Apple, MacBook Air
permette di navigare in wireless sul Web per
ben cinque ore. Il prezzo è di circa 1699 €.
Il Monopoli finisce su console
Dal 1935 ad oggi, si crede che circa 750
milioni di persone ci abbiano giocato,
rendendolo così il “più giocato gioco da tavolo della storia“. Per chi non
avesse avuto il piacere di giocarci, banconote alla mano, potrà farlo
presto utilizzando un joystick e la sua amata console.
Ebbene sì, EA (Electronic Arts) svilupperà la versione elettronica di questo
gioco, per console Sony, Microsoft e Nintendo.
In progetto ci sarebbero anche altri videogame; l’editore americano Hasbro, infatti
sembra aver offerto anche la possibilità di
“digitalizzare” giochi come Trivial Pursuit e
Scarabeo, che ben presto potrebbero farci
compagnia anche sui nostri telefonini.
La prima ondata di titoli arriverà infatti sui
cellulari, la prossima estate, e alla fine dell'anno sarà possibile divertirsi anche su Xbox 360, Play Station 2 e 3, Wii e
Nintendo DS.
Firefox 3 più vicino alla luce
A un mese e mezzo di distanza
dal rilascio della precedente versione di test, Mozilla ha pubblicato sul proprio sito web la terza beta di Firefox 3. Dopo di questa
dovrebbe esserci soltanto un'ultima beta, il cui rilascio è previsto per la fine
del mese.
Mozilla afferma che questa nuova release contiene circa 1300 modifiche che
migliorano stabilità, performance, utilizzo della memoria, piattaforma e interfaccia utente. Alcune delle principali novità, riassunte in questo comunicato
ufficiale, apportano migliorie al sistema di identificazione dei siti web sospetti, alla protezione anti-malware, alla gestione dei download e dei bookmark,
all'architettura di rendering di grafica e font, all'implementazione di JavaScript 1.8, al supporto delle applicazioni offline, alla velocità di caricamento
delle pagine e alla gestione della memoria. Sebbene si tratti ormai di una release preliminare piuttosto matura e completa di tutte le funzionalità che si
troveranno in quella finale, Mozilla ne consiglia ancora l'installazione ai soli
tester e sviluppatori. Gli utenti più curiosi possono tuttavia scaricare Firefox
3 Beta 3 dal sito http://www.mozilla.com/en-US/firefox/all-beta.html, disponibile in circa una trentina di lingue.
SSD: in inglese Solid State Disk,
ovvero Disco a Stato Solido. È un
dispositivo per la memorizzazione
dei dati che, a differenza dei dischi
tradizionali, non presenta nessuna
parte meccanica e nessun disco magnetico. I vantaggi di un Drive di
questo tipo sono: una minore rumorosità, un minor consumo energetico,
tempo
di accesso ridotto
(dell’ordine del decimo di millisecondo), minor peso e un rischio minore
di rottura. Tra gli svantaggi, invece,
vi sono un costo per bit maggiore e
una minore durata del disco dovuta
al limite di riscrittura della memoria.
802.11n: è il nuovo standard per le
reti Wireless. Rispetto allo standard
precedente (802.11g) è più veloce di
circa 5 volte e copre aree più ampie,
grazie alla trasmissione con antenne
multiple.
Le risposte ai vostri
dubbi
Questo mese mi è stato chiesto da
da Giovanni da Pavia qual è il funzionamento dei touch screen.
Gli schermi tattili sono dei dispositivi
di input che permettono di usare come dispositivo di puntamento il dito
dell’utente. Infatti "toccando" questi
schermi in corrispondenza di un' icona o di un link ipertestuale si attivano
le funzioni corrispondenti. Il touch
screen è costituito da tre elementi: il
g r u p p o s c h e rm o - s e n s o r i , i l
controller e il driver software. Il
gruppo schermo-sensore rileva il tocco dell'utente e lo invia sotto forma di
variazioni di tensione al controller che
lo elabora. Il controller è collegabile
ad una opportuna porta del computer.
Il driver software si occupa dell'interfaccia con il sistema operativo e di
individuare la funzione scelta.
Per domande, suggerimenti Ai-Tek
potete inviare un’ e-mail all’indirizzo
[email protected]
http://www.faceofthefuture.org.uk/
Sports Interactive
54,50 €
Pc / Mac
La serie Football Manager è da sempre una
strana sorta di paradosso videoludico. Parliamo infatti di una saga più che decennale
che resiste inossidabile ai vertici delle classifica di vendita e di qualità. E questo senza
una grafica da urlo, una colonna sonora
degna di nota, neppure un poligono texturizzato che si muova per errore, nè il rimbalzo di pallone.
Parliamo di una saga che anno dopo anno
diventa sempre più completa, profonda e
lontana da quei dettami del mercato che
vorrebbero titoli sempre più semplici e
semplicistici, in grado di essere padroneggiati in poco tempo anche dal più distratto
dei giocatori.
Per tutti gli appassionati del calcio teorico
(e parlato), quelli che la Domenica si dividono in Zemaniani e
Trapattoniani e di tanto in tanto si appellano alla Dea bendata
di Fusignano, Football Manager rappresenta una vera e propria
Bibbia calcistica, in grado di donare più adrenalina ed agitazione di un qualsiasi Pro Evolution Soccer preso a caso.
Football Manager è un manageriale calcistico in grado di abbracciare tutte le fasi di gestione di una squadra ad eccezione
della parte prettamente finanziaria. Questo vuol dire che una
volta selezionata la squadra da allenare (e già qui i numeri potrebbero far girare la testa) le opportunità di gioco offerte dal
titolo partono dalla selezione dei propri giocatori e delle tattiche passando poi alla campagna acquisti (anche in questo caso
non sarà difficile trovare nel database proposto, un vecchio
compagno di squadra che giocava con voi in categoria allievi
ed adesso è un onesto mediano di C1), alla selezione dello staff
tecnico (fisioterapisti, allenatori in seconda od osservatori), ai
metodi di allenamento, alla gestione dello spogliatoio, al rapporto con i media, con i tifosi e con gli altri allenatori attraverso una serie infinite di altre piccole grandi sfaccettature che vi
faranno fare le due di notte, imprecando per le manie di grandezza di una vostra giovane promessa che non vuole rinnovare
il contratto per andare a giocare all'estero in una squadra di
Premier League e vedendovi alla disperata ricerca di un terzino
fluidificante con un buon piede che possa richiedere un ingaggio in linea con i dettami fissati dalla propria dirigenza. Per
non parlare magari del malumore nello spogliatoio causato
dall'ultimo acquisto non bene accettato dai vecchi senatori
della squadra alla vigilia di una seconda parte di campionato
che vede scottare sempre di più la nostra scomoda poltrona,
pardon, panchina.
Ad ogni seppur minima ed impercettibile azione del giocatore corrisponde una reazione
negli avvenimenti di gioco. Pochi click di
mouse e ci si dimentica di giocare, di simulare:
Football Manager è l'essenza del calcio, il suo
simulacro digitale.
Football Manager 2008 si conferma un titolo
ottimo, capace di soddisfare tutti gli appassionati.
Certo, a voler esser pignoli questo ultimo
capitolo sembra essersi voluto fermare un
poco in "superficie". Se escludiamo infatti il
database aggiornato e poco altro, tutte le innovazioni apportate guardano più alla forma che
alla sostanza. Tuttavia le modifiche sono numerose e riguardano quasi tutte le sezioni di
gioco, se poi è vero che la potenza è nulla senza il controllo,
Football Manager 2008 si distingue per il fatto di rendere ancora più malleabile e diretta l'interfaccia di gioco ai fini della gestione dell'impressionante mole di dati gestibile in ogni momento.
Per il resto, il feeling di gioco rimane inalterato. La sindrome
da "ancora un altro turno" è sempre più forte e - sopratutto tutti gli aspetti del calcio simulati da questo titolo potrebbero
fare gioco a sè. Che vi divertiate a scoprire giovani talenti nelle
squadre dei campionati inferiori, o preferiate dedicarvi a limare
il sottile equilibrio della preparazione atletica piuttosto che
ideare schemi di gioco da applicare durante le partite, Football
Manager non vi deluderà mai.
Non è una svolta epocale, ma un ennesimo passo verso la
perfezione.
Il tempo è un attimo: pochi clic e si invecchia
di venti, trenta, quarant’anni. Il monitor diventa uno specchio impietoso che restituisce un
volto affaticato e segnato dalle rughe. Meraviglie (od orrori) della tecnologia. Un gruppo di
ricercatori del dipartimento di informatica
dell’università scozzese di St. Andrews ha
messo a punto un software che permette di
soddisfare una domanda che a tutti, prima o
poi, capita di porsi: «Come sarò da vecchio?
Avrò la pelle liscia o sarò decrepito? Perderò
tutti i capelli? Mi verranno le rughe?». La risposta è su Internet: basta collegarsi al sito
"Face of the future" (faceofthefuture.org.uk),
caricare la propria immagine (possibilmente
frontale), indicare una serie di caratteristiche
significano per la società.
(come sesso e fascia di età) e attendere, con un
pizzico di apprensione, l’inesorabile processo
di invecchiamento. Con lo stesso sistema di
make-up digitale è possibile assumere fattezze
afro-caraibiche o asiatiche, diventare un personaggio dei manga giapponesi oppure il soggetto di un quadro di Modigliani o di Botticelli.
AVERAGER fa una media dalle immagini
fornite o aggiunge le vostre immagini a quelle
proposte
Il progetto ha sviluppato un certo numero di
esposizioni interattive autonome, delle demos
in linea e una presentazione di conferenza
puntata su approdo del pubblico alla tecnologia e le implicazioni sociali della tecnologia
Demos
TRANSFORM YOURSELF cambiamento
di età, di sesso o di razza di una foto, oppure
semplicemente divertiti a diventare un’opera
d’arte o a trasformarti in un animale
MORPHING Morph fra due immagini
(richiede il supporto di OpenGL)
FACE DETECTION
mostra come funzione un
metodo di rilevazione delFACE OF THE FUTURE è un progetto la faccia.
pubblico costituito grazie ai fondi per EPSRC
devoluti dall’Università di Sant’Andrea, orientato all’esplorazione degli ultimi avanzamenti
A cura di :
dei dispositivi ottici dei computer e dei progressi riguardo alla grafica facciale e a cosa ciò
University Game
29,00 €
Abilità manuale
Avete mai giocato a Jenga?
Villa Paletti è simile ma si sviluppa in maniera differente e per certi aspetti più coinvolgente.
La scatola ben curata propone dei vari paletti di 4
colori differenti (4 giocatori o squadre), cilindrici
più o meno grossi con relativi punteggi (3,2,1).
Il gioco consiste nel togliere i paletti che reggono il
"plateux", ossia il piano superiore e appoggiarli
sopra il piano.
Quando non è più possibile togliere paletti si aggiunge un altro piano di dimensioni più piccole.
Cosi via fino all'ultimo piano che è il quinto.
Vince chi ha più punti sull'ultimo piano.
Ovviamente spesso la costruzione crolla ed in quel
caso vince chi ha più punti nel momento del crollo,
sempre che non sia chi ha causato il crolla.
In quel caso vince il secondo.
E' un gioco aperitivo.
Prima di un gioco più lungo e più consistente si
può "rompere il ghiaccio" con una mano a Villa
Paletti che può piacere anche in una serata di giochi
di gruppo.
l’atmosfera diventa quasi emozionante, profusa di
poesia e di innocenza.
Consigliato agli amanti dei sentimenti, del vivere
spensierato della fanciullezza.
Pochi sono i libri che riescono a compiere questo
miracolo, ma finite le pagine del racconto, il cortile quasi vi mancherà, vorreste tornarci, e avrete
negli occhi fotografie in seppia dei luoghi descritti…
Conosciuto dal grande pubblico per la recente trasposizione
televisiva di Le ragazze di Sanfrediano, Vasco Pratolini inserisce nei suoi racconti tutta la
poesia della sua Firenze.
Il quartiere di Pratolini potrebbe rappresentare il quartiere di tutti noi, il quartiere
dove chiunque è cresciuto e ha
trascorso l’infanzia, così che i
ricordi descritti con tanta minuzia e tanto candore
dall’autore si fondono quasi in
daja-vu con i ricordi del lettore, che assopito
vivrà i momenti
dei primi amori
dei protagonisti
come se essi fossero suoi amici con i quali si stesse confidando… Lo stesso lettore attenderà i timidi primi baci con
i personaggi e vivrà momenti
d’angoscia quando la povertà e
il degrado sconvolgeranno la
vita di ognuno di loro.
Ottima lettura per chi è ancora adolescente, pur
non essendolo più da un pezzo...
Se tutto questo è calato nella
culla del rinascimento italiano,
nei vicoli che i più fortunati di
noi hanno vissuto da turisti,
Di qualunque edizione, di qualunque formato… con copertina colorata, copertina in bianco e nero o con il solo
titolo scritto in Times New Roman…
Comunque sia fatto un libro è un compagno fidato che
ti sta accanto nei tuoi momenti di solitudine ed intimità
con la tua mente…
La nostra nuova rubrica si è data lo scopo di aiutarti a
scegliere i migliori testi.
Il resto lo faranno i tuoi occhi, la tua mente ed una
lampada accesa...
Ingredienti:
(per 6 persone)
625g acqua, 125g latte, 100g burro,
15g sale, 50g zucchero,
500g farina, 400g uova (circa 7 uova),
100g pinoli, 200g uvetta,
abbondante olio di semi per friggere;
Per la Crema:
200g tuorli, 140g zucchero,
70g farina di mais, 800g latte,
200g panna liquida,
bucce di 2 limoni, 1 bacca di vaniglia.
Anche se ormai siamo in Quaresima inoltrata, è giusto ricordare con
questa ricetta un dolce carnevalesco che quest’anno ha trovato poco
spazio sulle nostre tavole visto che la Pasqua è di grande anticipo sui
nostri calendari. Le frittelle sono un impasto di non semplice preparazione, che una volta fritto assume un colore dorato e una consistenza
soffice. Esistono frittelle di diverso tipo a seconda degli ingredienti
aggiunti nella massa, come ad esempio uvetta, pinoli, mele eccetera.
Oltre che ad aggiungere degli ingredienti è anche possibile cambiarne il tipo di farina con cui è fatto l’impasto stesso, ottenendo così per
esempio frittelle di riso.
La paternità di questo dolce tipico ormai a livello nazionale è rivendicato da molte regioni, prime tra tutte il Veneto e la Sicilia: in
quest’ultima è stata addirittura istituita una ricorrenza annuale, la
“Sagra della Frittella” che si celebra
il 30 Aprile ad Isnello in provincia di
Palermo. Le frittelle non lasciano
neanche i poeti senza parole, a tal
proposito Charles Lamb, scrittore e
saggista britannico, scrive “Un uomo
che rifiuta le frittelle di mele non
può avere un’anima pura”.
ESECUZIONE:
Fare bollire in una pentola molto capiente l’acqua, il latte, il burro, il
sale e lo zucchero. L’aggiunta del sale, renderà le frittelle molto più
croccanti una volta fritte.
Quando i vari ingredienti avranno raggiunto il bollore, incorporare la
farina poco a poco nei liquidi, continuando a mescolare sul fuoco con
l’ausilio di un cucchiaio da cucina, in modo tale da ottenere un impasto omogeneo da far continuare a cucinare fino alla quasi completa
evaporazione delle sostanze liquide. Durante questa fase della preparazione è IMPORTANTISSIMO continuare a mescolare gli ingredienti,
in quanto la farina tenderà ad attaccarsi sia sul fondo che sui lati
della pentola. Per capire quando l’acqua sarà quasi completamente
eliminata, il vostro impasto non emetterà più vapore in cottura. A
questo punto rovesciare la massa all’interno di una impastatrice da
casa o eventualmente in un nuovo recipiente capiente ed amalgamare nell’impasto un uovo alla volta. Anche questa fase è MOLTO delicata, infatti non si potrà aggiungere un nuovo uovo finché il primo
non sia completamente assimilato dall’impasto. Una volta incorporate
tutte le uova, aggiungere i pinoli e l’uvetta; in una casseruola profonda mettere a scaldare l’olio di semi ed una volta raggiunta la temperatura di circa 180°C cominciare a friggere. Per chi non è in possesso
di un termometro da cucina, sarà sufficiente regolarsi per la temperatura dell’olio, con una piccola parte dell’impasto, molto indicato è
l’utilizzo di una piccola friggitrice da casa. Con l’aiuto di un cucchiaio
o di uno spallinatore per gelati, versare l’impasto modellato nell’olio
caldo e girare di tanto in tanto le frittelle. Adagiarle su un panno assorbente dopo la cottura e passarle successivamente nello zucchero
semolato. Farcirle a piacere con la crema pasticcera e servire ancora
tiepide.
Un caloroso saluto a TUTTI i
nostri affezionatissimi lettori!!!
Ben tornati sulle
nostre
pagine,
ma
soprattutto
ben ritrovati sulle
pagine della mia
rubrica. Questo
mese è giunta in
redazione
una
domanda molto curiosa da parte di Marzia
da Bollate, la quale chiede in modo molto
secco e preciso: cos’è il “resentin”?
A primo impatto questa parola sembrerebbe ricordare il nome di un vino del
Nord-Est della nostra penisola, secondo
alcuni nostri lettori con il quale ho avuto il
piacere di confrontarmi, ma in realtà è
tutt’altro, ossia un’usanza da tavola dalle
origini molto antiche. Il “resentin” potrebbe
essere considerato l’ammazza-caffè più
informale, da casa. Praticamente consiste
nel “sciacquare” la tazzina del caffè con un
goccio di liquore (generalmente grappa o
sambuca) facendo roteare la tazzina in modo tale da raggiungerne anche i bordi con il
liquido alcolico e quindi in questo modo
raccogliendo le più piccole parti di caffè
rimaste all’interno. Solitamente in ristorante
questo tipo di liquori vengono serviti od offerti al termine del caffè in qualità di digestivo e serviti in un bicchiere a parte.
La parola “resentin” deriva da alcune forme
dialettali lombarde e venete, dal significato:
resentare, cioè pulire, rendere pulito ed in
base alla provenienza si viene anche a determinare il liquore per il “risciacquo”: sambuca nel primo caso e grappa nel secondo.
A livello storico, il “resentin” nasce con le
prime celebrazioni ecclesiastiche ed è rimasto in uso fino ai giorni nostri, infatti durante
la celebrazione della comunione il sacerdote spezza il “pane” sopra il calice e successivamente alla consegna delle particole ai
fedeli, il sacerdote con l’ausilio dell’acqua,
raccoglie il “pane” ed il “vino” residuo
all’interno di esso, facendo un vero e proprio sacro “resentin”!
Consigli in cucina? Ti piacerebbe sapere una ricetta? Vuoi sorprendere i tuoi amici? Cosa aspetti,
manda una e-mail al mio indirizzo
[email protected],
sarò lieto di rispondere a tutti gli
“S.O.S. Cuoco”!!!
La prima Miss America
viene incoronata a New
York
Jesse James rapina la sua
prima banca
Esce la prima edizione dell'Enciclopedia Treccani
Filippo Tommaso Marinetti pubblica su Le Figaro il Manifesto del
futurismo
Il poligrafo (macchina
della verità), viene testato per la prima volViene fondato Youtube
Muore Marco Pantani in un Residence di Rimini
Il Pirata
in una della
Viene fondata la Bacard
Il logo della famosa casa produttrice di rum
sue vittorie
Rudolf Diesel ottiene il brevetto
per il motore Diesel
Vietato salire su un autobus con una ragazza al guinzaglio. A
Dewsbury (Inghilterra), nonostante non esista alcuna legge
che lo vieta espressamente, un conducente di autobus ha
vietato ad una coppia di fidanzatini di metter piede sul mezzo
da lui guidato. L'autista, stando a quanto riportato sui principali tabloid inglesi, ha aperto la porta ai due innamorati, ma
ha impedito loro di salire perché vestivano e indossavano accessori "moralmente discutibili": il ragazzo teneva la fidanzata
alla catena, proprio come un cagnolino. Il dark, Dani Graves,
e la girlfriend, Tasha Maltbhy, hanno protestato vivamente
con la compagnia dei trasporti pubblici in quanto ritengono di
esser stati discriminati. Per i fidanzatini sono stati vittime di un
"crimine di odio" punibile per legge.
E per una ragazza si fa tenere al guinzaglio c’è un cane
che si comporta proprio come un essere umano. Un
chihuahua dal pelo lungo si
è di recente convertito al
buddismo. Sembra incredibile eppure l'animale, che ha
approssimativamente 18
mesi, sembra esser un vero
e proprio fedele. Stando a
quando raccontato dal suo
padrone, un monaco, il piccolo cane partecipa quotidia-
namente a tutte le
fasi del rito nel
tempio buddista di
Shuri-kannondo, a
Naha, nella provincia giapponese di
Okinawa. L'animale, che risponde al
nome Conan, come lo scrittore che
ha inventato il detective Sherlock Holmes,
non si limita a stare passivamente nella sala dove abitualmente si prega ma,
quando vede il suo padrone
recitare i sutra previsti dalla
sua fede, lo imita, mettendosi persino in piedi, sulle zampe posteriori. Secondo quanto riferito da Metro UK, il
chihuahua prega anche prima di uscire per fare una
passeggiata e prima di ogni
pasto.
Per festeggiare i primi 25 anni di attività
un bar del trentino ha offerto da bere ai
tanti presenti facendo pagare le consumazioni con prezzi risalenti al 1982. E'
quanto accaduto nel comune di Lavis
(Tn), i due proprietari del bar, con l'intento di fare qualcosa di originale, hanno
deciso di brindare all'anniversario facendo risparmiare qualche euro ai fedelissimi clienti. E così c'è chi ha preso un bicchiere di rosso per 10 centesimi, 25 anni
fa costava infatti 200 lire, un caffè per 18
centesimi, allora costava 350 lire, un
grappino a 18 cent, equivalenti alle vecchie 400 lire o una birra a 20 cent, oggi
ne costerebbe almeno 1 euro e 70 cents.
Si sa che la fine delle vacanze è un trauma per ogni ragazzino (...e non solo). E
chi non ha mai finto un mal di pancia pur
di saltare un compito in classe. Ma questo bambino messicano ha un po’ esagerato! Non aveva nessuna intenzione di
interrompere le vacanze natalizie e di
tornare a scuola. Così si è spalmato su
una mano una colla industriale e si è
incollato al letto. Diego Palacios, 10 anni,
ha afferrato con l'altra mano il telecomando e si è messo a guardare i cartoni
animati. Disperata, la mamma, stupefatta, ha tentato per due ore di “liberare” il
piccolo, frizionando la mano con acqua,
olio e smalto prima di arrendersi e chiamare la polizia e la Croce Verde. Ma è
stata la Protezione civile a risolvere il
problema con un potente solvente.
Orologio Monoscopio
Chi non si ricorda del monoscopio, quella strana immagine
fissa che compariva fino a
qualche anno fa di notte al termine della programmazione
televisiva e riempiva lo schermo fino alla ripresa dei programmi la mattina successiva?
Ancora oggi qualche notte capita di rivederlo specialmente
sui canali Rai. Un orologio da
parete riproduce fedelmente
l’immagine del monoscopio.
Un oggetto particolarmente
indicato per tutti gli amanti
della comunicazione e del
mondo della tv oltre che
un’ottima idea regalo.
Orologio a scomparsa
Non si tratta di un semplice orologio, nè di
un semplice bracciale, ma di entrambe le
cose. Gucci vi propone questo accessorio
che, grazie ad uno sportellino a scorrimento si trasforma in un attimo da bracciale ad
orologio da polso e viceversa. Un oggetto
studiato per tutte le signore che non amano
l’orologio come accessorio ma hanno bisogno di poter conoscere in ogni momento
l’orario preciso.
Un Originale Lettore Cd
Aspirapolvere USB
Una delle cose più difficili da pulire a
fondo è sicuramente la tastiera del PC:
polvere, briciole e sporco di ogni genere si annidano tra i tasti e difficilmente
si riesce a eliminarle come si deve. La
moderna tecnologia ci viene in aiuto.
Si tratta di un aspirapolvere da tavolo
con attacco USB da collegare al computer che permette di aspirare la sporcizia dal tavolo, dalla tastiera e da tutti
le apparecchiature che vogliamo. Leggera e pratica, è soprattutto un gadget
originale e divertente, da sfoggiare o
regalare.
Avete bisogno di un discreto lettore cd
ma volete stupire amici e conoscenti
con un oggetto originale e differente
dal solito questo è quello che fa al caso
vostro. A vederla sembra in tutto e per
tutto una vera scarpa da tennis, riprodotta con la massima fedeltà, in realtà
si tratta di un vero lettore cd. Il piatto
per i dischi esci direttamente dalla suola della scarpa, e alcune altoparlanti
permettono di ascoltare il suono della
vostra musica preferita. Anche questa
si rivelerà un ottima e originalissima
idea regalo per i vostri amici, un oggetto d’arredamento unico che farà la
gioia di chiunque lo riceverà.
Il problema è sempre lo
stesso, quello del rispetto, e di chi questo rispetto non ce l’ha. Soprattutto per le cose
altrui…
Ciao Ary!!!
Non sapevo se proporre questo
argomento nel forum, visto che penso sia una questione che può suscitare diverse opinioni da diversi
punti di vista…
Abito in una metropoli italiana, con i problemi che
tutti ben conosciamo: traffico, smog, delinquenza
nemmeno troppo nascosta, ecc... ecc...
Ho notato inoltre che molti palazzi, anche si- una giornata di città… La stessa cosa posso
gnorili, molti muri di palazzi storici, sono pieni dire per alcune zone industriali circuite di mudi scritte e imbrattati di vernice spray…
ra spesse e grigie...
Ora, nulla volendo togliere al diritto di ognuno Che ne pensi, o ne pensate, dell’idea di creare
di esprimersi con l’arte che preferisce, non ti zone appositamente adibite a quest’uso?
sembra poco bello che
tutto possa essere roviStudente di città
nato
da
questi
“vandali”?!?
Lasciate la vostra firma, ma con rispetto...
Però d’altra parte non
mi sento in diritto di
fare di tutta l’erba un
fascio… Io sono uno
studente e viaggio
moltissimo con il treno, i muri delle stazioni o di alcuni passaggi
ferroviari sono grigi e scialbi, tristi e danno un
aspetto squallido a tutto ciò che c’è intorno…
Ecco quelli sono i posti in cui vedere un bel
disegno, fatto bene, colorato e a suo modo artistico, mi fa piacere, mi rallegra il grigiore di
Caro studente di città,
hai tirato fuori una delle questioni
più annose e chiacchierate…
Hai ragione, spesso viene il nervoso a vedere bei palazzi pieni di
scritte e rovinati dai cosiddetti “tag”…
Però io adoro, mi piace guardarli e intravederli tra il
traffico, i veri murales, quelli fatti da veri artisti, in
zone che nulla avrebbero da perderci soprattutto in
estetica...
Sono del parere che
anche i murales, se fatti
con rispetto, possano
far parte del patrimonio
artistico di una città…
Per quanto riguarda
l’idea di adibire zone
apposite, mi pare quasi
un tentativo di ghettizzazione, con tutte le conseguenze che derivano da una soluzione del genere…
Per una pacifica convivenza c’è bisogno di tolleranza e rispetto:
tolleranza nei confronti di un mondo giovanile che ha bisogno
di esprimersi, e che bisogna lasciar esprimere finchè non crea
danni e pericolo; rispetto di questo mondo giovanile nei confronti della città e del pubblico demanio, del suolo pubblico e
della proprietà privata...
Ary
P.S.: usate anche il forum!!!
Mettetevi in contatto con me anche
al numero :
346.7266591
Vi aspetto nel prossimo numero!!!
Utilizziamo per una volta
questo spazio per parlare
d’altro… o meglio, sempre
di barzellette si tratta…
Dopo poche puntate è stato
letteralmente cacciato dai
palinsesti mediaset uno dei
programmi storici che nel
passato hanno regalato più
soddisfazione all’azienda
televisiva…
Parliamo di La Sai
L’Ultima? programma che
tutti conosciamo bene e
che bene o male ci è capitato di vedere qualche volta.
Chi di noi non ha mai raccontato una barzelletta
facendo scendere il gelo
tra gli amici?!?
Ecco questa era la situazione dell’ultima edizione, un
continuo calo delle temperature nello studio del programma per barzellette
fritte e rifritte che tutti
conoscevano, concorrenti
poco convinti e pubblico
imbarazzatissimo…
Ci dispiace per lo storico
format, ma forse era meglio non rovinare il bel
ricordo che di esso avevamo: storiche edizioni condotte da un Pippo Franco
ancora in forma, i balletti
di Pamelona Prati, il sorriso indimenticato del povero Gigi Sabati e i veri
grandi campioni delle risate (Valentina Persia ad
esempio)...
Ma democrazia e rispetto arrivano “dopo” che i cittadini si
sono accordati (menati, graffiati, bastonati, discusso animatamente, chiaccherato e scelto in armonia, non mi interessa
come) e “dopo” che hanno preso atto che nessuno di loro è
capace o ha voglia di fare lui l’azione concordata.
I Commissari speciali sono le figure più sbagliate per
“DECIDERE DOVE E COME”. Loro sono inviati di uno
Governo eletto da noi, sono inviati dei nostri rappresentanti!! Un mio rappresentante non deve mandarmi qualcuno a
imporre scelte altrui ma deve portare avanti le idee e le richieste di chi lo ha eletto.
Ciao ragazzi, sono di nuovo quello un po’ svitato Cosa si faceva una volta? La carne si comperava
che dice cose strane. Scusate ma ho bisogno di sca- avvolta in carta-paglia, quella carta gialla che alcuni
ancora ricordano e lo zucchero si avvolgeva nella
ricarmi: me lo hanno fatto a fettine; e a voi?
carta azzurra (azzurro “carta da zucchero” viene da
Visto che ci sono cantanti “impegnati” che mettolì). La carne non era avvolta in domopack e adagiano nelle loro canzoni discorsi sul sociale, sulla polita in vassoietti di polistirolo; e si portava a casa neltica e sul rispetto del cittadino, non vedo perchè in
la sporta di tela o di paglia, non in una busta di plaun magazine di musica dovrebbe mancare una pagistica. Ecc. ecc. La carta finiva nella stufa a scaldare
na di “discussione” e riflessione sociale e politica.
e le bucce si mettevano nell’orto in una buca fatta
Siccome non potete rispondere voi prima di leggere apposta che faceva da “compostore” come si direbla mia domanda, ve la faccio e poi comincio a ri- be oggi. Non vi faccio altri esempi altrimenti parlo
spondere io: “A vostro parere, l’intervento dello anche io di monnezza.
Stato col suo Plenipotenziario per aiutare i NapoleVoglio arrivare a questo: le famiglie decidevano e
tani a risolvere il problema immondizia è il segno
sceglievano insieme dove fare la buca e dove metteche, finalmente, lo Stato si preoccupa dei suoi cittare gli avanzi da compostare o quelli da bruciare.
dini in modo rispettoso per i loro diritti?”
Non veniva a imporcelo il vigile.
Voi direte che ne abbiamo già sentite per i beati e
Allora io vi dico come la penso: i cittadini napoletache non era il caso di sprecare questa pagina per
ni o milanesi che siano, che sanno benissimo che
parlarne ancora, ma io non parlo di immondizia e
sono produttori di rifiuti, che ormai hanno evidenti
di Napoli, io voglio parlare di rispetto e di demoesempi di come può essere riutilizzato il materiale
crazia nel senso etimologico della parola e vorrei
raccolto, che sanno benissimo che non si butta nel
sentire cosa ne pensate del modo in cui la Stato
giardino del vicino la nostra spazzatura e che non
deve intervenire verso di noi.
dovrebbero essere dei fessi, devono mettersi
Bene, come promesso, parto io. Io credo che lo d’accordo fra loro per decidere dove e come accataStato dovrebbe starsene a guardare e lasciare che i stare i rifiuti per lo smaltimento. Dovrebbero sceNapoletani si arrangino da soli a gestire la loro gliere il modo che ritengono migliore, sulla base
monnezza. (##]]@@!! $£”??@@ Sento urla e dell’ampia documentazione e degli esempi disponiimproperi da alcuni)
bili, e dovrebbero COMUNICARE queste scelte ai
loro rappresentanti e governanti eletti.
Adesso, lanciata la provocazione, discutiamo:
Solo a questo punto lo Stato PUO’ e DEVE interPunto 1) tutti sappiamo che consumando i vari
venire se tra i cittadini non c’è nessuno interessato
prodotti produciamo rifiuti: tipicamente gli imbala fare da raccoglitore e da smaltitore (ovvero imlaggi; e direi che questo è quanto differenzia la soprese private come a Brescia e altri luoghi) e aiutare
cietà di oggi da quella di ieri (quando ero giovane
a realizzare le strutture necessarie. Questa è demoio)
crazia, è rispetto , è supporto nelle opere sociali che
Punto 2) tutti sappiamo che i rifiuti vanno smaltiti e un Governo realizza sostituendosi ai cittadini che
che “dovrebbero” essere smaltiti in modo corretto non sono capaci o non hanno le risorse tecniche e
Punto 3) tutti sappiamo che per farlo in modo con- materiali per farlo. Se poi c’è un privato che si proveniente dobbiamo usare strutture adeguate e co- pone di fare lui i lavori, lo Stato deve fare da garanstose e quindi dobbiamo concentrare i rifiuti in te che tutto venga fatto correttamente a tutela della
salute e della sicurezza dei cittadini.
opportuni punti di conferimento.
Allora ricordiamoci che chi vede il nostro Parlamento e i
nostri Parlamentari vede noi e ci giudica in base a chi abbiamo scelto a rappresentarci. Chi li vede non giudica loro ma
si domanda: “ma gli Italiani eleggono gente del genere?”
Sforziamoci e lottiamo perchè chi sarà mandato a rappresentarci alle prossime elezioni dia al mondo l’immagine che
noi vogliamo che il mondo veda.
Vogliamo mostrarci imprenditori, aperti, ricchi di iniziativa
di pochi a vantaggio o a scapito degli altri? Facciamolo. Vogliamo che si abbia una idea di un popolo disposto a condividere tutto con tutti e a supportare i più deboli, a prendersi
Capito adesso cosa voleva dire: “devono arrangiarsi”? Non carico dal Centro dei problemi di tutti? Facciamolo. Ma
era una frase da separatista e menefreghista ma nemmeno facciamo in modo che chi vive coi nostri soldi e gestisce i
mi sta bene che venga nominato un Commissario speciale nostri soldi li usi in modo corretto e non solo a suo tornacche viene a decidere in casa mia.
conto. Sia chi sia, ma sia chi vogliamo noi.
Questo è solo un modo per trovare un capro espiatorio e ...
Non vorrei mai che lo cercassero di più i cittadini che i Ministri. E sì... Perchè un pizzico di malafede ce la vedo... La
nomina del Commissario permette anche ai vicini di casa di
avere qualcuno su cui scaricare la decisione, mica solo al
Governo. Certo non deve decidere di fare l’ecovalorizzatore
vicino a casa mia, ma se lo fa vicino a casa tua io posso essere “fortemente addolorato” e “sentirmi molto vicino al
tuo problema” ovvero: sporco in faccia e bastardo dentro
ma “molto vicino nel tuo dolore” .... Finche è tuo.
Allora mi viene da domandarmi: ma tutte queste proteste
sono sincere? Se sapevate quello che stavate facendo
nell’accumulare immondizia in modo selvaggio, perchè invece non vi siete preoccupati di trovare una soluzione e di
chiederne l’implementazione a chi poteva farlo: Stato o privato che sia? I problemi non esistono; esistono scelte e decisioni che li risolvono prima che nascano. Quindi non continuiamo a parlare di problemi ma portiamo avanti delle
proposte per evitarli.
Ho una grande paura, che alle prossime elezioni ci siano
pochi partecipanti perchè siamo tutti un po’ stufi, molto
disamorati e ci sentiamo impotenti. L’ho pensato anche io
anni addietro e avevo fatto l’errore di gettare la spugna e
non partecipare al voto. Poi ho avuto un grande segnale:
Cicciolina in Parlamento!?!?!?
Perchè grande segnale? Perchè era la dimostrazione che, per
quanto voto di protesta, il voto degli italiani aveva ancora
un potere decisionale nella gestione della nostra Repubblica:
se gli Italiani vogliono ... possono!!! e lo possono fare unendo i loro voti, non lasciando agli altri lo spazio per decidere
al posto nostro. Se ci nascondiamo, poi non lamentiamoci
delle scelte che scaturiscono dalle decisioni altrui. La cosa
più barbina che possiamo fare è dire dopo: “io lo sapevo...”
“Se io....” Se tu... allora alza il sedere e partecipa! Spero
che la prossima volta che si voterà siamo tutti presenti che
riusciamo a mandare in Parlamento chi vogliamo noi, non
quelli che vogliono “loro”. Facciamo vedere al mondo che
sappiamo sceglierci dei rappresentanti degni di noi.
Certo DEMOCRAZIA è una parola che abbiamo in bocca Scusate lo sfogo, ragazzi, ma ... me lo hanno fatto a fettine e
in molti ma io sostengo che ce la si debba meritare e, per a qualcuno dovevo pure dirlo.
meritarla, bisogna essere onesti e avere rispetto degli altri e
Se non mi censurano... Vuol dire che un po’ di rispetto per
delle loro idee.
gli altri esiste ancora, che possiamo esprimere le nostre idee
Noi, invece, siamo capaci di togliere il saluto a un parente o liberamente e pubblicamente, che chi gestisce Ana un amico se sentiamo che esprime idee e pareri diversi dai dergr@und ha un chiaro concetto di democrazia vera: parnostri. Arriviamo a dividere le famiglie, i paesi, la Nazione liamone tutti insieme e poi decideremo insieme, ma parliain base a idee politiche ma non in modo costruttivo; in mo- mone.
do demolitivo, creando guerre intestine che rasentano lo
Ho sentito una frase che mi è piaciuta moltissimo: “la diverscoppio di vere e proprie guerre civili. Solo che siamo un
sità è costruttiva quando uno più uno fa un po’ più di due”
po’ più bastardi dentro che non aperti, vogliamo che qualquindi sentire idee diverse dalle nostre potrebbe portare a
cun altro metta la sua faccia avanti per noi e così aspettiamo
realizzare quel pizzico di valore aggiunto che ci aiuta ad
che decida il Governo, che arrivi il Commissario speciale;
evolvere. (Speriamo che non ci tassino anche quel piccolo
così noi speriamo di ottenere quello che vogliamo ma ci
Valore Aggiunto; di IVA ne abbiamo già abbastanza)
salviamo la faccia con gli altri.
Ciao, ditemi la vostra, tra una canzone e l’altra e scusate le
Ragazzi svegliamoci, il Governo siamo noi perchè chi sta là
stronzate ma io scrivo a braccio e non correggo...
a brindare sulle disgrazie altrui, che viene pagato profumatamente coi soldi nostri, ce lo abbiamo mandato noi e ci
rappresenta. Quindi quei signori (mai parola fu meno apGianantonio
propriata) siamo noi. Guardiamoci dentro; è così che vogliamo essere? Io credo di no.