Aldo Tagliapietra: Le Orme e il presente

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Aldo Tagliapietra: Le Orme e
il presente
di Mario Masi
Se Le Orme sono stati uno dei gruppi che ha fatto la storia
della musica italiana, Aldo Tagliapietra ne è stato
sicuramente l’anima, firma e voce inconfondibile.
L’importante tournee delle Orme in Canada alla fine del 2009 è
l’ultima con Aldo Tagliapietra al basso e alla voce. Da quel
momento Aldo riprende la sua attività come solista. ‘Nella
pietra e nel Vento’ è il suo ultimo lavoro discografico
pubblicato a gennaio 2012. Attualmente ci sono vari progetti
da non perdere, come il prossimo disco e la celebrazione dei
quaranta anni di un album storico ‘Felona e Sorona’. Abbiamo
quindi colto l’occasione per intervistarlo.
L’album ‘Collage’ è considerato il primo disco di rock
progressivo italiano, come venne accolto da pubblico e
critica?
Quella è stata una grande scommessa perché fino al ’71 non si
pubblicavano long playing con canzoni originali ma solo
antologie di singoli già conosciuti. Siamo stati i primi a
fare una operazione del genere contro anche il volere della
casa discografica di quei tempi, la Phonogram. Il disco venne
trasmesso in radio in una trasmissione che si chiamava ‘Per
voi giovani’, con Carlo Massarini e Paolo Giaccio, e scalò
subito la classifica.
Il disco successivo Uomo di Pezza rimase poi in classifica per
undici mesi e uno dei pezzi, Giochi di bamba, una ballata
molto semplice, fu la consacrazione del nostro successo.
Nel 1973 Le Orme pubblicarono il loro primo concept album:
Felona e Sorona, due pianeti opposti e complementari, che
subito conquistò i primi posti nelle classifiche. A cui seguì
la vostra avventura inglese.
L’anno successivo uscì in Inghilterra la versione inglese con
la collaborazione di Peter Hammill (Van der Graaf Generator)
con noi in sala di incisione a cui seguì una tournèe di 15
concerti. A Londra abbiamo suonato al Commonwealth Institute e
al Marquee, dove si sono esibiti
dell’epoca…. tranne i Beatles.
tutti
i
più
grandi
Cosa ricordi di quella esibizione?
Mi aspettavo un locale come il Piper di Roma invece era molto
più piccolo, con i soffitti molto bassi, sembrava uno
scantinato…ma era il locale più prestigioso di tutta
l’Inghilterra. Mi ricordo che non solo in quella occasione ma
anche in tutte le altre date ci richiedevano ogni volta il
bis, qualcosa che in Italia non era in uso. Ci chiamavano
fuori tre o quattro volte, c’era un rapporto diverso fra
pubblico e artista. E’ stata una esperienza molto bella e
formativa. Quando siamo tornati in Italia iniziammo a
preparare i concerti come se fossero spettacoli, prestando
attenzione alle luci e alle scenografie, prendendo spunto per
esempio dai cannoni di Emerson Lake and Palmer. Gli spettacoli
che abbiamo tenuto nei teatri negli anni 70 sono stati, a
detta di pubblico e critica, tra i più belli, poi altri gruppi
hanno seguito il nostro esempio.
Siete stati i primi anche nell’introdurre nei testi argomenti
che all’epoca erano considerati scabrosi.
Noi facevamo parte di quella generazione di gruppi, fine anni
’60 e inizi ’70, che volevano cambiare un po’ le cose in
Italia. Eravamo una specie di Movimento 5 Stelle musicale
(ride). Volevamo toccare con i testi argomenti importanti. In
‘Morte di un Fiore‘ del ’71 abbiamo parlato di una prima morti
per overdose di una ragazza (…Hanno scritto che per te/la
musica è finita/tra le quattro e le cinque del mattino./Come
l’acqua chiara del ruscello/che correva verso il mare/correva
via così in un pallido mattino/l’ultima tua breve ora./Ed il
vento che ti aveva baciato/era il solo a farti compagnia).
In ‘La fabbricante d’angeli‘ viene denunciata la pratica
dell’aborto clandestino, dato che in Italia era ancora
fuorilegge (Dal più profondo buio della notte due occhi vuoti
sfuggono le stelle./La fabbricante d’angeli è già scesa ma
incespica coi ferri arrugginiti./Sul ventre già fiorito di una
ingenua ragazzina la luna si ferisce passando i vetri rotti).
‘Era inverno’ racconta la prima esperienza sessuale di un
ragazzo con una prostituta (Ogni notte ti prepari/Sempre bella
sorridente/Un’ attrice che non cambia scena. /La tristezza
della luna/Nella mani della gente).
E ‘Marghera’, con cui avete
avuto
dei
problemi
al
Festival di SanRemo?
Quella è una leggenda metropolitana. Noi a Sanremo siamo
andati nell’82 con un pezzo intitolato ‘Marinai‘ e avevo
preparato un testo provvisorio che si chiamava Marghera ma non
trattava di questo argomento, che invece abbiamo affrontato in
‘Cemento Armato‘. L’ambiente di Marghera, le industrie, la
periferia sub-urbana sono poi stati sempre presenti nella
nostra musica, perché le Orme sono nate lì, a Marghera, nella
sala prove allestita a casa del nostro primo batterista.
Il 1976 fu l’anno di ‘Canzone d’amore’ e di ‘Verità nascoste’,
con un singolo come ‘Regina al Troubadour’. Dopo il successivo
‘Storia o Leggenda’ ci fu un cambiamento radicale con
‘Florian’, in cui, nel brano ‘Fine di un viaggio’, cantavi
“Cambia mister Tambourine man / A me non servi più”
Con
Florian
abbiamo
ricevuto
il
premio
della
Critica
discografica.
Non usavamo più strumenti elettrici ma
classici, suonando musica da camera. Con quel disco abbiamo
chiuso un capitolo importante. Dal punto commerciale il disco
non andò bene perché era il momento della disco music, uno
tsunami che spazzò via tutto quello che si era fatto prima.
Per i gruppi della nostra generazione sono stati quindici anni
molto duri, poi a metà anni ’90 c’è stata una riscoperta del
progressivo (ora si chiama così).
Il tuo ultimo album solista ‘Nella pietra e nel vento’
riprende pienamente le sonorità del gruppo, da ‘Felona e
Sorona’ per arrivare a ‘Storia o Leggenda’. Non c’è dubbio che
la musica delle Orme continua a vivere nella tua produzione.
Senza nulla togliere agli altri membri, sono stato il
compositore principale del gruppo e anche la mia voce è stato
un marchio della musica del gruppo.
Ti anticipo che soprattutto nel prossimo album si potranno
ritrovare ancora di più queste sonorità, visto che sarà un
album-concept. E sarà una delle cose più belle da me scritte.
A maggio porterai in concerto anche la versione integrale di
Felona e Sorona, con una prima versione originale e
assolutamente inedita mai sentita prima e con ospite in alcune
date David Jackson (ex Van der Graaf Generator)
Sarà un po’ come Roger Water quando ha presentato The Wall
(ride).
Ci sono possibilità di riunione del gruppo originale?
Io non metto mai la parola fine ma attualmente mi sembra molto
difficile, soprattutto per motivi causate da sentenze che
ritengo non giuste.
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