Preview - Associazione ANIMO

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27 Gennaio 2017
Dr.ssa Chiara Sturaro
XVIII CONGRESSO REGIONALE FADOI
EMILIA ROMAGNA
L’infusione endovenosa è l’immissione
diretta di liquidi, farmaci, nutrienti,
sangue o emoderivati nel torrente ematico
Infusione
continua
Bolo
endovenoso
 Disidratazione
 Shock
 Trasfusioni
 squilibri elettrolitici
 nutrizione
parenterale totale (NPT)
 somministrazione
di farmaci.
1. rapido raggiungimento del torrente ematico;
2. effetto immediato;
3. alternativa quando il paziente non può
assumere farmaci per altre vie;
4. Alternativa quando pz è incosciente o non
collaborante.
EVENTUALI COMPLICANZE DURANTE
SOMMINISTRAZIONE E.V.

Fuoriuscita dei farmaci vescicanti (che
provocano necrosi)
 Infiltrazione
di liquidi negli spazi circostanti
 Tumefazione
ed ecchimosi della zona
sottoposta ad infusione
 Flebiti
(infiammazione di una vena in
seguito ad infusione e.v.)
cliniche (erronea F,
associazone di farmaci che porta a
precipitazione)
 Complicanze

TIPOLOGIA DELLA SOLUZIONE

OSMOLARITA’

pH
CRISTALLOIDI
sono soluzioni
acquose di sali o di
altre sostanze
idrosolubili.
Diffondono
nell’interstizio
piuttosto
abbondantemente
causando una
riduzione della
quota efficace infusa
nel circolo di circa
2:3.
COLLOIDI
(o Plasma Expander)
sono soluzioni acquose
contenenti molecole di
grandi dimensioni (es.
proteine) che non
passano la membrana
capillare
I colloidi restano nello
spazio intravascolare
per lunghi periodi e
sono in grado di
incrementare il volume
circolante con un
rapporto di 1:1.
– Soluzione Fisiologica (300 mOsm/L, isotonica
rispetto al plasma)
– Ringer Lattato e il Ringer Acetato (soluzioni
isotoniche
contenente
Sodio,
Cloruro,
Lattato/Acetato, Potassio, Calcio)
–
Soluzione
Glucosata
(soluzioni
che
contengono glucosio in percentuali diverse,
conferendo
osmolarità
diverse
alle
preparazioni [ipotonica, isotonica, ipertonica]
)
N.B. Nei casi di shock e ipotensione grave
RISCHIO EDEMA.
– Le soluzioni ipertoniche sono caratterizzate
da una elevata concentrazione di soluti
 incrementano il volume sanguigno.
I colloidi hanno un’emivita breve e
richiedono refrigerazione. Per queste
ragioni sono utilizzati per lo più in ambito
ospedaliero.
 Albumina
 sostituti
al 5% e al 20%
del plasma
Esprime la concentrazione di una soluzione,
sottolineando il numero di particelle in essa
disciolte indipendentemente dalla carica elettrica e
dalle dimensioni.
UNITA’ DI MISURA = mOsM/l
Possiamo distinguere 3 tipi di soluzioni:
 Isotoniche (es. NaCl 0,9%, destrosio al 5%)
 Ipotoniche (es. H20 distillata, NaCl 0,45%)
 Ipertoniche (es. Glucosio 20%, NaHCO3 8,4%)
- osmolarità tra 240 e 340 mOsm/l
- sono in equilibrio con il flusso sanguigno
- non incidono sul movimento dei liquidi
verso e dalle cellule endoteliali delle vene.
USO: diluenti per farmaci somministrati per
via endovenosa (es. vancomicina)
- osmolarità < 250-260 mOsm/l
- causano il movimento dell’acqua nelle cellule
endoteliali della vena
irritazione della vena o una flebite
USO: diluire i farmaci ipertonici, in pz con
quantità di liquidi in circolo limitata (es. bambini
e neonati)
- osmolarità > 300-310 mOsm/l
- richiamano H20 dalle cellule dei vasi endoteliali nel
lume vascolare
- causando restringimento ed esposizione della
membrana a ulteriori danni (flebiti chimiche,
irritazioni, trombosi)
es. soluzione glucosata al 20% (1.112 mOsm/l) e il
bicarbonato all’8,4% (2.000 mOsm/l).
infusione in vena centrale
infusione vena periferica
Classe
Principio
Attivo
Cefalosporine Cefazolina 1g
pH
Diluente
4,5-8,5 10 ml di acqua
sterile
Osmolarità
291 mOsm/l
10 ml di
fisiologica
> 600
mOsm/l
20 ml di
soluzione
fisiologica
425 mOsm/l
100 ml di
soluzione
fisiologica
317 mOsm/l
Il pH definisce la concentrazione di ioni
idrogeno in una soluzione.
La scala va da 0 a 14:
 0 < pH < 6  pH acido
 8 < pH < 14  pH basico
 pH = 7  pH neutro
A ogni piccolo cambiamento di pH
corrisponde una grande variazione della
concentrazione degli ioni idrogeno.
pH (2)
Principi attivi acidi pH
Principi attivi basici
pH
Gentamicina
3.0-5.5
Sulfametossazolo
10.5
Vancomicina
2.4-4.5
Ganciclovir
11.0
Ceftriaxone
6.6
Aciclovir
10.5
Ciprofloxacina
3.5-4.0
5-Fluorouracile
9.2
Gemcitabina
3.0
Ampicillina
8.5-10.0
Docetaxel
4.0
Etoposide
3.0-4.0
i principi attivi con pH < 4,1 e >
9 possono danneggiare la
tonaca intima della vena 
flebite chimica
• sclerosi della vena
• infiltrazione
• trombosi venosa
EMODILUIZIONE miglior metodo per
prevenire tali complicanze e aumentare il
tempo di permanenza del dispositivo
endovenoso.
Esempio pratico :
infusione di vancomicina 500 mg x 4/die
 2,4
< pH < 4,5 (acido)
 necessario
catetere con calibro piccolo
possibile (es. 22G)
 vena
di grandi dimensioni (quindi una
vena centrale e NON periferica)
 Diluire
è una “rimedio parziale” in
quanto gli stessi diluenti sono acidi
500 mg diluiti in 100 ml di Fisiologica
Dipende da diversi fattori:


osmolarità
i principi attivi (es. chemioterapici,
antibiotici, amine, eparina) o elettroliti (K+)
contenuti nella soluzione

le condizioni del paziente

calibro dell’accesso venoso

le condizioni del sito

volume complessivo di soluzione da
infondere
 Irritante
 produce dolore, calore e
infiammazione nel sito di infusione o lungo
la vena nella quale viene somministrato,
ma non provoca distruzione tessutale
 Vescicante
 produce dolore grave o
prolungato, irritazione intravascolare,
ulcerazione, danno cellulare;
 Necrotizzante
 quando il danno cellulare
avanza fino alla necrosi del tessuto.
per via periferica si infondono
 Soluzioni 5< pH < 9
 Farmaci < 500-600 mOsm/L
 Soluzioni nutrizionali < 800-900 mOsm/L
 Farmaci non vescicanti e non flebitogeni
Una via centrale si infondono:
 Soluzioni pH<5 ; pH > 9
 Farmaci > 500-600 mOsm/L
 Soluzioni nutrizionali > 800-900 mOsm/L
 Farmaci vescicanti e irritanti
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