Politecnico di Bari - Facoltà di Architettura Corso di Fisica Tecnica Lavoro di dilatazione Il lavoro fatto dall’esterno (o dal fluido verso l’esterno) su ogni porzione di superficie dΩ vale: F⋅ds = (p⋅dΩ)⋅ds= p⋅dv. Il lavoro totale è l’integrale di questa espressione estesa a tutta la superficie. ∫ p ⋅ ds ⋅ dΩ = ∫ p ⋅ dv Ω V E’ importante sottolineare che perché ci sia lavoro di espansione deve esserci una pressione esterna che deve operare sul sistema. Solo nelle trasformazioni reversibili si ha che pdV = pesterna dV. Il lavoro di dilatazione rappresenta il totale lavoro delle forze interne. Equivalenza calore-lavoro Sperimentalmente è stata definita l’equivalenza tra il lavoro e il calore. L’unità di misura del calore era stata definita come la quantità di calore necessaria ad innalzare la temperatura di un kilogrammo di acqua da 14,5 a 15,5 °C chiamata kcal. Con l’esperimento descritto nella figura è stato stabilito che 1 kcal equivale a 4186,8 J. Il calore come il lavoro sono grandezze di trasformazione e non di stato. Esse, cioè, non descrivono uno stato del sistema ma lo scambio di energia avvenuto sotto determinate condizioni. Quindi non si può affermare che un sistema contiene una certa quantità di calore o di lavoro. Trasformazioni reversibili o irreversibili Una trasformazione si dice reversibile se avviene in maniera estremamente lenta tra stati di equilibrio: la pressione è sempre uniforme, le differenze di temperatura sono infinitesime per cui in ogni stato della trasformazione essa può indifferentemente procedere o invertire il suo verso. Quando una sola di queste condizione non è verificata la trasformazione è irreversibile. Nella realtà non è possibile realizzare trasformazioni reversibili. Attrito L’attrito è una delle più conosciute cause di irreversibilità: l’inversione del verso della trasformazione non recupera l’energia persa per attrito anzi vi è un ulteriore perdita di energia. L’attrito, è importante sottolineare, non si esercita solo tra il fluido e le pareti che lo contengono ma anche tra le particelle del fluido stesso. Primo principio della termodinamica Se consideriamo il bilancio (somma con il segno) dell’energia scambiata da un corpo sia sotto forma di calore che sotto forma di lavoro definiamo una grandezza del sistema chiamata energia interna indicata con U che è un’energia statica. Se consideriamo l’energia entrante, si ha: ΣδQ1,2 - ΣδL1,2 = dU + ΣEi 1 Politecnico di Bari – Ingegneria II Matematicamente si afferma che una forma differenziale è un differenziale esatto se esiste una funzione, nelle stesse variabili, il cui differenziale totale è uguale alla forma differenziale. Per il differenziale totale valgono le relazioni ∫ f ( x, y) = 0 Se indichiamo con 1 e 2 due punti di una trasformazione ciclica in cui si ha ∫ f ( x, y) = 0 , otteniamo: 2 1 2 2 ∫ f ( x , y ) A + ∫ f ( x , y) B = 0 → ∫ f ( x , y ) A = ∫ f ( x , y) B 1 2 1 1 .L’integrale circolare è uguale a zero e l’integrale tra due valori dipende solo dai due punti e non dalla funzione che li collega. L’energia interna può essere espressa attraverso due grandezze di stato. E’ più comodo esprimerla in funzione di v e T. dU ∂U ∂U ∂ ∂U (δQ − pdv )v = dQ = c v = + → = dT ∂T v ∂v T dT ∂T v ∂T ∂U dU = c v ⋅ dT + dv ∂v T Dall’esperimento di Joule si vede che l’energia interna non cambia al variare del volume specifico per cui si ha: dU =cv ⋅dT Quindi la forma differenziale dq - pdv è il differenziale esatto della funzione U(v,T) chiamata energia interna. Esperimento di Joule e quindi E’ importante specificare che pur includendo il calore specifico a volume costante nella definizione dell’energia interna, tale relazione è valida in qualsiasi condizione. In definitiva possiamo scrivere che: δQ = dU + δL ovvero δQ = dU + pdv e, per unità di massa, q1, 2 = ∆U + ∫ pdv Questa relazione esprime il primo principio della termodinamica: L’energia può essere scambiata, ma né creata né distrutta il saldo netto dell’energia scambiata da un sistema termodinamico viene evidenziato come variazione dell’energia interna. Funzione di stato Una grandezza termodinamica che caratterizza lo stato di un sistema viene detta funzione di stato se il valore della sua variazione dipende solamente dallo stato iniziale e quello finale della trasformazione mentre non è assolutamente influenzata dal percorso della trasformazione indipendentemente dal fatto che la trasformazione sia reversibile o meno. Ovviamente la variazione di una funzione di stato per un ciclo, l’integrale circolare, è uguale a zero. Equazioni dell’energia Equazioni dell’energia: sistemi chiusi dq = du + pdv ovvero il lavoro utile (quando non c’è attrito) coincide con il lavoro totale Equazioni dell’energia: sistemi aperti Quando si analizzano i sistemi aperti si deve considerare il lavoro necessario a far fluire la massa. Per cui nel caso di lavoro positivo, al lavoro di dilatazione del gas, pdv = dq - du, si deve sottrarre il lavoro di spostamento: 2 − p1 v 1 + p 2 v 2 = ∫ d(pv ) 1 - 1° principio 2 Corso di Fisica Tecnica Il differenziale del lavoro di spostamento si può scrivere anche d(pv) = pdv + vdp. La massa entrando è dotata di una certa velocità quindi possiede energia cinetica ½ mv12 e un’energia potenziale, rispetto ad una quota di riferimento, pari a gz1. In totale si ha: dq = du + pdv + [vdv + gdz] ovvero dq = du + d(pv)-vdp + [vdv + gdz] accorpando si ha: dq = du + d(pv) - vdp + [vdv + gdz] = d(u + pv) - vdp + [vdv + gdz] Il primo principio per sistemi aperti si può scrivere: dq = du + d(pv) - vdp + gdz + vdv Il gruppo u + pv è una funzione di stato in quanto somma di due funzioni di stato: ad essa si da il nome di entalpia con simbolo H (h per i valori specifici). Il bilancio dell’energia per sistemi aperti assume così un’espressione simile a quella dei sistemi chiusi: dq = dh - vdp +g dz + vdv La funzione di stato entalpia ∂h ∂h dh = dT + dp ∂T p ∂p T dh = ∂ (dq + vdp ) p dT + ∂ (du + d ( pv) )T dp ∂T ∂p ovvero dq dh = dT dT p dh= cp dT du dh e cp = per cui dh= du +d(pv) = cpdT = cvdT + d(pv). dT dT d ( pv) Si ottiene c p − c v = . dT Considerando che pv=RT si ha d(pv)=RdT per cui: cp - cv = R Si ha: c v = Il rapporto cp/cv=k dipende dal numero degli atomi del gas. Per i gas biatomici, come l’aria, vale 1,4 3 1° principio -