Sunto de “Il dibattito economico – filosofico sul binomio popolazione / risorse dopo Malthus” La teoria di Malthus della tendenza del rapporto popolazione / risorse a divenire non equilibrato a causa della crescita geometrica del numeratore e dell’aumento aritmetico del denominatore ha generato un complesso dibattito di natura non solo economica, bensì anche filosofica, nonché sociale e politica. Nel presente lavoro si esordisce con una dovuta presentazione delle principali forme di pensiero preesistenti; teorie queste che sebbene variegate risultano accomunate da un forte carattere di provvidenzialismo, ossia dall’affermazione assoluta dell’inesistenza di situazioni di destabilizzazione: la popolazione non eccede mai il livello consentito dalla disponibilità di cibo, giacché essa tende sempre ad aggiustarsi da sé. E’ proprio questo punto che viene negato da Malthus, secondo il quale la popolazione tende sempre a scontrarsi con la scarsità di derrate alimentari. Ciò si traduce nella comparsa di potenti freni positivi identificabili nella carestia, nelle pestilenze e nella guerra. Tuttavia un tale quadro deprimente può essere evitato per mezzo di freni preventivi rappresentati dal contenimento delle nascite per mezzo di matrimoni ritardati e stili di vita decisamente viziosi dal punto di vista morale. L’analisi del pensiero dell’economista inglese prevede pure due scritti in cui egli denuncia l’estrema negatività delle leggi a favore dei poveri e le cause dell’elevato prezzo del grano nell’Inghilterra di fine ‘ 700: in entrambi i casi viene evidenziato il danno prodotto dagli interventi statali, specie se questi ultimi sono adottati per alleviare le precarie condizioni di vita delle classi sociali basse; danno che consiste fondamentalmente in uno stato di povertà più intenso e diffuso e, per questa via, in un accrescimento demografico maggiore e non più sostenibile dalle risorse. La proposizione maltusiana di povertà necessaria e, anzi, non eliminabile, produce una lunga serie di voci contro o a favore. Queste vengono presentate in ordine cronologico e, per quanto concerne la contrapposta teoria di Senior, vi è un apposito capitolo di approfondimento. Tra le posizioni contrarie presentate, alcune riprendono i caratteri di provvidenzialismo tipici del periodo antecedente Malthus, altre si basano invece su elementi giustificativi di tipo fisiologico o biologico o anche esclusivamente filosofico. Tra le posizioni concordanti con Malthus, ve ne sono certe anche qui con 1 base fisiologica, come in Spencer, o biologica, come in Darwin, o genetica, con degenerazioni ideologiche che però non vengono menzionate. La fisiologia è elemento ricorrente nelle teorie della popolazione post – Malthus e il suo precetto di funzioni naturali compensatesi dà luogo a proposte teoriche differenti, a volte bizzarre e sovente perfino non concordanti, sebbene a parità di premesse. Come accennato, una sezione è dedicata a Senior, la cui proposta teorica economica appare decisamente opposta e meno pessimista di quella di Malthus: nelle due lezioni di Oxford del 1828 egli concorda con Malthus relativamente alla tipologia di freni e alla dinamica demografica, ma non già nell’eccedenza di questa ultima rispetto alla quantità di cibo a disposizione: l’analisi della struttura dei beni evidenzia come il consolidamento del comparto dei prodotti tutelanti lo status di un individuo sia in grado di per sé di frenare l’incremento demografico, di pari passo ad un logico processo di progresso materiale e produttivo. Gli stessi testi di Senior ci consentono poi di trattare dei suoi oppositori Mill e McCulloch. In un paragrafo a parte viene in seguito analizzata la tematica dei rendimenti decrescenti, considerati da Malthus, ma non già da Senior e si chiude con la presentazione delle posizioni similari a Senior di Smith e Condorcet. La complessità del dibattito ottocentesco sul binomio popolazione / risorse si ripete in quello del 20^ secolo; ma in questo caso lo scontro di idee è più riferito alle situazioni reali delle varie parti del globo che non a precetti filosofici od anche economici: le principali tematiche oggetto di discussioni e qui riportate sono rappresentate dalle caratteristiche naturali dell’ambiente, dall’effettivo andamento demografico e dalle leggi che lo regolano, dall’attuale situazione agricola mondiale e dalla conseguente futura produzione di cibo. E ancora, non vanno dimenticate le principali giustificazioni pro o contro l’esplosione demografica, il dilemma della sostenibilità o meno delle economie moderne, gli effetti negativi dell’attività umana sulla natura e, per alimentare lo scontro, la necessità o meno di rifondare la disciplina economica e i sistemi economici planetari. Nella parte ultima del presente lavoro, viene riportato il punto di vista del sottoscritto: una posizione nettamente ecologista, ambientalista, radicale, innovativa e soprattutto confermata dal lavoro degli ecologisti americani Ehrlich, di cui una parte viene riportata nella sezione precedente. Nella presentazione della posizione del sottoscritto e di quella dei partecipanti alla diatriba contemporanea su popolazione, risorse ed anche ambiente, tutto ruota intorno a due alternative: crescere economicamente senza limiti e non preoccuparsi dello stato dell’ambiente o, 2 all’opposto, fondare un’economia e sistemi economici compatibili con la complessità e delicatezza statica e dinamica degli ecosistemi naturali, di cui l’uomo è parte rilevante. 3