PROGETTO EXPO AUTORE: BENEDETTA COLOMBO CLASSE: 1a E TESTO DESCRITTIVO IL CASTAGNETO DI VERCANA: COLORI, PROFUMI, SAPORI... Passeggiare nel castagneto è molto suggestivo. I rami dei castagni si alzano verso il cielo come per chiedere aiuto. Il sole illumina le chiome ancora folte degli alberi, le foglie (alcune di colore verde spento, altre già di un giallo chiaro), i tronchi rugosi color marrone scuro con qualche chiazza di grigio intenso. Il prato da lontano sembra di colore giallo paglia, ma, avvicinandomi e abbassando lo sguardo, noto dei fili d’erba verdi punteggiati da fiori secchi, tra i quali ogni tanto fa capolino un fiore fresco. Il sentiero è coperto di foglie gialle e rossicce che scricchiolano al mio passaggio. Raccolgo una castagna: è liscia e compatta, con una bella forma a goccia; sotto è beige, sopra è di un marrone scuro, lucente. Dal vertice in alto partono piccoli peletti marroncini. La immagino già cotta, senza buccia e pronta per essere mangiata. La immagino di un giallo intenso, con qualche screziatura marrone lasciata dai resti della buccia. La immagino un po' affumicata, perché cotta su un falò e avvolta da quel profumo intenso, ma allo stesso tempo leggero e delicato, che mi ricorda un po' il bosco nel quale è cresciuta, a volte inquietante a volte attraente… In mezzo al bosco c’è una piccola casetta in pietra, posta su una collinetta che mostra i segni dell'autunno incombente, ma che scommetto in primavera sia di un verde acceso. E’ un essiccatoio. La porticina di legno si apre scricchiolando su un locale buio. Il soffitto è fatto di assicelle in legno, leggermente distanziate tra loro, dalle quali pendono numerose ragnatele. Sopra il graticcio di legno c'è un altro piccolo locale, dove venivano tenute le castagne durante l'essiccazione. Di fronte alla porticina dalla quale si entra c'è un caminetto in pietra piuttosto malandato, pieno di legna bruciata rimasta lì da chissà quanto tempo. Il camino veniva tenuto acceso durante tutta l'essicazione, avendo cura che la legna ‘brasasse’ senza fare fiamma. Il fumo che produceva saliva e, passando attraverso i listelli, si infiltrava al piano superiore, affumicando leggermente le castagne, che dopo un po' di tempo erano ben seccate e si potevano conservare a lungo senza il rischio che marcissero. L’azienda agricola è piena di macchine interessanti, in una curiosa mistione di antico e moderno. Accanto ad una moderna calibratrice si può vedere un vecchio ‘pelacastègn’ in legno, che una targhetta dice essere stato fabbricato nel 1930. Ma ci sono diversi attrezzi ancora più antichi, come la mazza in legno che veniva utilizzata un tempo per sbucciare le castagne, costituita da una base di forma quadrata con la superficie inferiore ricoperta di cunei, alla quale è applicato il lungo manico che serviva a manovrarla. Nel mulino il tempo sembra essersi fermato: c’è una grossa macina in pietra accanto a delle setacciatrici in legno con vagli a maglie di misure differenti per selezionare le varie qualità di farina di mais e di castagne. Nel locale accanto ci sono numerose trafile per i diversi formati di pasta. E che pasta! Le tagliatelle che servono a pranzo sono squisite! Un mucchietto di fettuccine di castagne decorate con qualche foglia di prezzemolo, una spolverata di grana e molta pancetta. Trovo che il gusto delicato delle tagliatelle si sposi molto bene con quello forte e deciso della pancetta. Le scaloppine sono ricoperte da una dolce salsina di castagne, che ha la stessa consistenza della confettura di marroni. Il gran finale è una torta al cacao, fatta con farina di castagne e servita con una deliziosa cremina alle castagne e mascarpone, semplice ma buonissima! Se un giorno voleste fare una gita in famiglia o da soli, ma non avete ancora una destinazione, potreste venire qui, in questa meravigliosa azienda agricola!!