Giovedì scorso abbiamo fatto la castagnata. Verso le due sono arrivati quattro volenterosi nonni tra cui il nonno di Fabio e Valerio. Zitti zitti hanno preparato un bel fuoco alimentato da alcune fascine sul quale hanno fatto crepitare le castagne incise. Tutt’intorno si sentiva un buon profumo di bruciato…quando furono pronte ci chiamarono e tutti ricevemmo un bel cartoccio di castagne fumanti che divorammo piano piano riducendoci le mani come neri carboncini. Un grazie di cuore ai nonni che ci hanno regalato un pomeriggio divertente e mangereccio La tradizione di mangiare le caldarroste nel periodo che precede o segue la festa dei Santi e dei morti era un’abitudine molto diffusa tempo fa quando la sera ci si radunava intorno al focolare per recitare il rosario e mangiare le castagne fumanti che cuocevano lentamente sulla stufa. Le sere delle caldarroste Un ricordo più di tutti gli altri si è inciso nel mio cuore: umide serate domenicali di novembre o dicembre, in casa del nonno col vino caldo in mezzo alla tavola, dentro una zuppiera, sotto il gran lume a petrolio bronzato; col vassoio delle bruciate accosto e tutta la famiglia zii e zie, cugini e cugine, in quantità coi visi rossi attorno. Il patriarca, accanto al fuoco, bianco ed arguto, rideva e beveva. Scoppiettavano i ciocchi già mezzi coperti di cenere delicata; sbattevano i bicchieri sui piatti; squittivano le zie sui casi e gli scandali della settimana e i ragazzi ridevano e strillavano in mezzo al fumo turchino dei sigari paterni