Estratto A partire dal XVI secolo, subito dopo la scoperta del nuovo continente, si assiste alla nascita di un flusso migratorio che dal Portogallo si dirige in Brasile e in altre realtà dell’America Latina. Nobili, esponenti del clero, ma anche funzionari, militari, commercianti, artigiani, marinai e viaggiatori si muovono, per motivazioni diverse, nel nuovo spazio atlantico. Anche l’Italia viene coinvolta da questo fenomeno, soprattutto le aree geografiche che, in età moderna, facevano parte della Corona di Spagna, ovvero i Regni di Napoli, Sicilia e Sardegna. In età contemporanea, si assiste ad una intensificazione e diversificazione del flusso migratorio italiano che si dirige prevalentemente in Argentina, Brasile e Uruguay, coinvolgendo milioni di persone. L’incremento dell’emigrazione portoghese, tra Ottocento e Novecento, coinvolge le fasce meno abbienti della società del Portogallo, e si dirige essenzialmente in Brasile e, in misura più ridotta, in altri paesi dell’America Latina, tra i quali l’Argentina e l’Uruguay. L’obiettivo che ci si prefigge consiste nell’aprire uno spazio di discussione che ponga l’attenzione sui temi della colonizzazione e della postcolonizzazione, sull’analisi dei vincoli sociali, economici, politici e culturali tra le comunità italiane e portoghesi in America Latina e i loro paesi di origine, sulle politiche migratorie, sui profili e sulle attività degli emigrati.