Titolo rubrica: Parliamone... Gli imprenditori stranieri investono ora in America Latina Gli imprenditori stranieri tornano a investire in Argentina. E nonostante la penosa vicenda dei bond, anche gli italiani riprendono a guardare a questo Paese, convinti che adesso possa tornare a dare redditività. Difatti, in questo momento in Argentina, come in tutta l’America Latina, ci sono possibilità di fare business, in virtù dei bassi costi di produzione abbinati a un’alta qualità della manodopera. Tutte queste indicazioni sono confermate dai numeri: nonostante le precedenti crisi brasiliane e argentine, tutti i Paesi delll’America Latina, con la sola eccezione di Haiti, sono cresciuti a buoni ritmi nel 2004. Per la seconda volta negli ultimi vent’anni, le sei maggiori economie (Argentina, Cile, Brasile, Venezuela, Ecuador e Messico) hanno potuto registrare tassi di aumento del Pil, il Prodotto interno lordo, superiore al 3%. Il record l’ha toccato proprio l’Argentina, dove il Pil è cresciuto dell’8,8%. Complessivamente le esportazioni sono cresciute del 20,4% rispetto al 2003, rendendo possibile un surplus commerciale di 20,8 miliardi di dollari. E le previsioni sono ancora più ottimiste, tanto da individuare un Pil che sale a +4,2% nel 2005 e +3,6% nel 2006. Un contesto, dunque, ottimale, che ha avuto come conseguenza anche il ritorno dei capitali esteri. Il flusso privato netto è passato da 17,3 miliardi di dollari nel 2002 a 26,1 nel 2004 e nel 2005 dovrebbe salire a quota 39,4. Bisogna anche dire che queste operazioni finanziarie spesso si traducono in fondi di investimento che vogliono approfittare del basso valore in dollari di alcune situazioni, in poche parole si fa incetta di società che forse saranno rivendute a breve termine. Nell’area, però, stanno ritornando anche gli investimenti stranieri diretti. Secondo uno studio, infatti, l’America Latina e i Caraibi hanno totalizzato, nel 2004, 56,4 miliardi di dollari, il 44% in più rispetto all’anno precedente. E’ la cifra più alta dal 2001 a questa parte. Il Brasile ha fatto la parte del leone con oltre 18 miliardi di dollari, mentre l’Argentina si è fermata a 1,8, ma sempre in crescita rispetto ai 1.020 del 2003. Gli investitori diretti dall’estero, dunque, stanno tornando, ma la loro natura cambia rispetto all’ondata degli anni Novanta. Allora gli imprenditori andavano in Argentina e in Brasile per vendere sui mercato locali che potevano contare su monete forti, ora la situazione è cambiata radicalmente, tanto che gli imprenditori arrivano dall’estero per produrre sul territorio e, in buona parte, per riesportare su altri mercati, soprattutto nell’area latinoamericana. Tutto questo deriva anche dal fatto che, ad esempio, in un Paese come il Brasile (170 milioni di abitanti) spesso non è possibile giustificare un investimento produttivo solo con il mercato nazionale, dove i consumatori con un potere d’acquisto interessante rappresentano una piccola percentuale del totale. Esportare, dunque, è diventato fondamentale per chi va a produrre in America Latina. Daniele Scuccato