Viaggio nei numeri: dai numeri naturali ai numeri complessi I NUMERI NATURALI I numeri naturali sono i primi numeri che impariamo. Essi si presentano sotto due forme: • cardinale, se risponde alla domanda: quanti? (ad es. quanti sono gli elementi di un dato insieme?) • ordinale, se risponde alla domanda: quale? (ad es. qual è il posto di un fissato elemento in un dato insieme ordinato?) Proprietà dei naturali numeri: 0 è il primo numero naturale Il successivo di un numero naturale è un numero naturale Numeri naturali distinti hanno successivi distinti 0 non è il successore di alcun numero naturale (Principio di induzione). Se una proprietà P vale per il numero 0 e se dalla validità di 𝑃(𝑛) si può dedurre la validità di P(n+1) allora P(n) vale ∀𝑛 ∈ 𝑁. I numeri naturali sono come una scala. Se si sa come salire sul primo gradino della scala e come passare da un gradino al successivo, allora si può raggiungere ogni gradino. Questa è l’idea base del principio di induzione, che permette di studiare molte proprietà dei numeri naturali. L’insieme dei numeri naturali viene indicato con il simbolo N N = {0,1,2,3,...,n,......} Operazioni tra numeri naturali Addizione e sottrazione Possiamo addizionare due numeri naturali e ottenere sempre un altro numero naturale. Possiamo sempre moltiplicare due numeri naturali e ottenere un altro numero naturale. 1 Prof. Giuseppe Frassanito L'addizione e la moltiplicazione vengono definite OPERAZIONI CHIUSE sull'insieme N. Un'operazione è detta CHIUSA sull'insieme N se scegliendo a piacere due numeri in esso, il risultato dell'operazione continua ad essere un numero dell’insieme N. 4 N 4+2 N 4 4∙2 6 2 2 Terminologia Se abbiamo 𝒂+𝒃=𝒄 a e b vengono detti addendi mentre c prende il nome di somma. Se abbiamo 𝒂∙𝒃=𝒑 a e b vengono detti fattori mentre p prende il nome di prodotto. Proprietà delle operazioni di addizione e moltiplicazione: Commutativa ∀𝑎, 𝑏 ∈ 𝑁 ∀𝑎, 𝑏 ∈ 𝑁 𝑎+𝑏 =𝑏+𝑎 𝑎∙𝑏 =𝑏∙𝑎 Associativa ∀𝑎, 𝑏 ∈ 𝑁 ( 𝑎 + 𝑏) + 𝑐 = 𝑎 + (𝑏 + 𝑐) = 𝑎 + 𝑏 + 𝑐 ∀𝑎, 𝑏 ∈ 𝑁 ( 𝑎 ∙ 𝑏) ∙ 𝑐 = 𝑎 ∙ (𝑏 ∙ 𝑐) = 𝑎 ∙ 𝑏 ∙ 𝑐 N.B. Tale proprietà consente di togliere le parentesi. 2 Prof. Giuseppe Frassanito 8 L’elemento neutro per l'addizione è lo 0 perché sommando 0 a un qualsiasi numero naturale si ottiene come risultato lo stesso numero 𝑎+0= 0+𝑎 = 𝑎 ∀𝑎 ∈ 𝑁 L’elemento neutro per la moltiplicazione è 1 perché moltiplicando 1 per un qualsiasi numero naturale si ottiene come prodotto lo stesso numero 𝑎 ∙ 1 = 1 ∙ 𝑎 = 𝑎 ∀𝑎 ∈ 𝑁 Zero è l’elemento assorbente per la moltiplicazione perché moltiplicando un qualsiasi numero naturale per 0 si ottiene come prodotto 0. 𝑎 ∙ 0 = 0 ∀𝑎 ∈ 𝑁 Legge di annullamento del prodotto Il prodotto di due fattori è zero se e solo se almeno uno dei due fattori è zero 𝑎∙𝑏 = 0⟺ 𝑎 =0∨𝑏 =0 Proprietà distributiva del prodotto rispetto alla somma: (𝑎 + 𝑏) ∙ 𝑐 = 𝑎𝑐 + 𝑏𝑐 𝑑𝑖𝑠𝑡𝑟𝑖𝑏𝑢𝑡𝑖𝑣𝑎 𝑎 𝑑𝑒𝑠𝑡𝑟𝑎 𝑐 ∙ (𝑎 + 𝑏) = 𝑎𝑐 + 𝑏𝑐 𝑑𝑖𝑠𝑡𝑟𝑖𝑏𝑢𝑡𝑖𝑣𝑎 𝑎 𝑠𝑖𝑛𝑖𝑠𝑡𝑟𝑎 Sottrazione e divisione Le operazioni di sottrazione e di divisione tra numeri naturali non è sempre possibile. Per esempio, non posso sottrarre 20 da 15 e ottenere un numero naturale; come non posso dividere 3 per 10 e ottenere un altro numero naturale. La divisione e la sottrazione sono definite OPERAZIONI APERTE sull'insieme N. 2 N 2-4 2 -2 2:4 4 4 3 Prof. Giuseppe Frassanito N 0.5 La sottrazione di due numeri naturali, operazione inversa dell’addizione, quando esiste, si definisce nel seguente modo: ∀𝑚, 𝑛 ∈ 𝑁 𝑐𝑜𝑛 𝑛 > 𝑚 ∃𝑥 ∈ 𝑁 𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑛 − 𝑚 = 𝑥 ⟺ 𝑛 = 𝑚 + 𝑥 In modo analogo alla sottrazione si definisce la divisione, operazione inversa della moltiplicazione: ∀𝑛, 𝑚 ≠ 0 ∈ 𝑁, 𝑐𝑜𝑛 𝑛 𝑚𝑢𝑙𝑡𝑖𝑝𝑙𝑜 𝑑𝑖 𝑚, ∃𝑥 ∈ 𝑁 𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑛: 𝑚 = 𝑥 ⟺ 𝑛 = 𝑚 ∙ 𝑥 Non si potrà mai dividere per 0. Infatti ∀𝑎 ∈ 𝑁, 𝑐𝑜𝑛 𝑎 ≠ 0, 𝑎: 0 = 𝑥 ⟺ 𝑎 = 0 ∙ 𝑥 il che è falso qualunque sia x. Non si può neanche fare 0 : 0 Tale operazione risulterebbe indeterminata, poiché 0 ∶ 0 = 𝑥 ⟺ 0 = 0 ∙ 𝑥 𝑣𝑒𝑟𝑎 ∀𝑥 ∈ 𝑁 x non sarebbe unico mentre nella definizione si chiede che x esista e sia unico. Terminologia Se abbiamo 𝒂−𝒃=𝒓 a e b vengono detti rispettivamente minuendo e sottraendo mentre r prende il nome di resto. Se abbiamo 𝒂∶𝒃=𝒒 a e b vengono detti rispettivamente dividendo e divisore mentre q prende il nome di quoziente. 4 Prof. Giuseppe Frassanito Proprietà della sottrazione e della divisione Proprietà distributiva del prodotto rispetto alla differenza: (𝑎 − 𝑏) ∙ 𝑐 = 𝑎𝑐 − 𝑏𝑐 𝑑𝑖𝑠𝑡𝑟𝑖𝑏𝑢𝑡𝑖𝑣𝑎 𝑎 𝑑𝑒𝑠𝑡𝑟𝑎 𝑐 ∙ (𝑎 − 𝑏) = 𝑎𝑐 − 𝑏𝑐 𝑑𝑖𝑠𝑡𝑟𝑖𝑏𝑢𝑡𝑖𝑣𝑎 𝑎 𝑠𝑖𝑛𝑖𝑠𝑡𝑟𝑎 Proprietà distributiva a destra della divisione rispetto all’addizione e alla sottrazione: (𝑎 + 𝑏): 𝑐 = 𝑎: 𝑐 + 𝑏: 𝑐 𝑑𝑖𝑠𝑡𝑟𝑖𝑏𝑢𝑡𝑖𝑣𝑎 𝑎 𝑑𝑒𝑠𝑡𝑟𝑎 (𝑎 − 𝑏): 𝑐 = 𝑎: 𝑐 − 𝑏: 𝑐 𝑑𝑖𝑠𝑡𝑟𝑖𝑏𝑢𝑡𝑖𝑣𝑎 𝑎 𝑎 𝑑𝑒𝑠𝑡𝑟𝑎 Proprietà invariantiva della sottrazione La differenza tra due numeri non cambia se a ognuno di essi si aggiunge o si sottrae lo stesso numero 𝑎 − 𝑏 = (𝑎 + 𝑐) − (𝑏 + 𝑐) 𝑎 − 𝑏 = (𝑎 − 𝑐) − (𝑏 − 𝑐) Proprietà invariantiva della divisione Il quoziente tra due numeri, quando le divisioni sono possibili, non cambia se a ognuno di essi viene moltiplicato o diviso per uno stesso numero diverso da zero 𝑎: 𝑏 = (𝑎 ⋅ 𝑐): (𝑏 ⋅ 𝑐) 𝑎: 𝑏 = (𝑎: 𝑐): (𝑏: 𝑐) L'elevamento a potenza. Definizione ∀𝑚, 𝑛 ∈ 𝑁, 𝑐𝑜𝑛 𝑚 𝑒 𝑛 𝑑𝑖𝑣𝑒𝑟𝑠𝑖 𝑑𝑎 0, 𝑚𝑛 = 𝑚 ∙ 𝑚 ∙ 𝑚 ∙∙∙ 𝑚 (𝑛 𝑣𝑜𝑙𝑡𝑒) L’operazione di elevamento a potenza non è né commutativa (32 e 23 sono diversi) né associativa [(𝟐)𝟑 )𝟒 ≠ (𝟐)((𝟑) ) ] 𝟒 5 Prof. Giuseppe Frassanito Proprietà notevoli dell’elevamento a potenza sono: 1. 𝒂𝒏+𝒎 = 𝒂𝒏 ∙ 𝒂𝒎 2. 𝒂𝒏−𝒎 = 𝒂𝒏 : 𝒂𝒎 3. 𝒂𝒏∙𝒎 = (𝒂𝒏 )𝒎 4. (𝒂 ∙ 𝒃)𝒏 = 𝒂𝒏 ∙ 𝒃𝒏 5. (𝒂: 𝒃)𝒏 = 𝒂𝒏 : 𝒃𝒏 La proprietà 2 ha senso anche quando n = m. In questo caso avremo 𝒂𝒏−𝒏 = 𝒂𝟎 = 𝒂𝒏 : 𝒂𝒏 = 𝟏 Il simbolo 00 rappresenta 0 : 0 che, come visto in precedenza, è una operazione indeterminata M.C.D. e m.c.m. Di questo argomento, ampiamente trattato nella scuola media, esamineremo solo l’algoritmo di Euclide per la determinazione del M.C.D. tra due numeri mediante sottrazioni successive. Il metodo si basa sul seguente Teorema Se due numeri naturali a e b, con a > b, sono divisibili per uno stesso numero c, allora anche la differenza a – b è divisibile per c. Dim. Se a è divisibile per c, allora 𝑎: 𝑐 = 𝑞1 → 𝑎 = 𝑐 ∙ 𝑞1 Se b è divisibile per c, allora 6 Prof. Giuseppe Frassanito 𝑏: 𝑐 = 𝑞2 → 𝑏 = 𝑐 ∙ 𝑞2 Considerando la differenza 𝑎 − 𝑏 = 𝑐 ∙ 𝑞1 − 𝑐 ∙ 𝑞2 → 𝑐 ∙ (𝑞1 − 𝑞2 ) → 𝑎 − 𝑏 è 𝑑𝑖𝑣𝑖𝑠𝑖𝑏𝑖𝑙𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑐 Esempio MCD(58; 18) = MCD(58-18=40; 18)=MCD(40-18=22; 18)=MCD(18;22-18=4)=MCD(184=14; 4)=MCD(14-4=10; 4)=MCD(10-4=6; 4)=MCD(6-4=2; 2) Il procedimento termina quando i due numeri diventano uguali. In questo caso il M.C.D. è 2. REGOLE DI PRECEDENZA NELLE OPERAZIONI La risoluzione di espressioni con i numeri N segue alcune regole di precedenza che indicano quali operazioni devono essere obbligatoriamente eseguite per prime, e quali, invece, possono essere eseguite in un secondo momento. Le parentesi vanno risolte dall'interno verso l'esterno indipendentemente dalla loro forma. Le operazioni del gruppo (∗ e :) hanno precedenza sulle operazioni del secondo gruppo (+ e -). Le operazioni dello stesso gruppo vanno eseguite da sinistra verso destra. 7 Prof. Giuseppe Frassanito I NUMERI RELATIVI Due precise situazioni ci spingono ad ampliare l'insieme de numeri naturali N: una di carattere pratico, un'altra di carattere più teorico. 1. Abbiamo definito i numeri naturali come quelli che servono per contare gli elementi di un insieme. Tali numeri non sono però adatti a risolvere gran parte dei problemi: quando, ad esempio, misuriamo la temperatura, il livello di un terreno sul mare abbiamo bisogno anche di numeri negativi. 2. Nell'insieme N non era possibile effettuare la sottrazione tutte le volte che il minuendo era minore del sottraendo. Per superare questa situazione introduciamo allora un nuovo insieme numerico attribuendo un segno (+ o -) a tutti i numeri dell'insieme N, escluso lo 0: i numeri relativi Z. Z = {...,-5, -4, -3, -2, -1, 0, +1, +2, +3, +4, +5, ...} L’insieme dei naturali è un sottoinsieme proprio dei numeri relativi 2=+2 N -2 -5 4=+4 8 Prof. Giuseppe Frassanito Z Le definizioni principali Numeri concordi: numeri che hanno lo stesso segno. Ad esempio i numeri +3, +5 Numeri discordi: numeri che hanno segno diverso. Ad esempio i numeri -3, +5 Valore assoluto: il numero senza segno. Ad esempio il valore assoluto di +5 è 5 e si scrive |+5|=5 il valore assoluto di -5 è 5 e si scrive |- 5|=5 Numeri opposti: numeri con lo stesso valore assoluto, ma con segno diverso (cioè discordi). In termini operativi si possono definire opposti due numeri la cui somma è 0. L’ordinamento dei numeri Relativi Si comprende l'ordinamento dei numeri relativi osservando come questi numeri si dispongono sulla retta orientata: Un numero relativo è minore di un altro se, sulla retta orientata, lo precede; viceversa, un numero relativo è maggiore di un altro se, sulla retta orientata, lo segue. Seguendo queste regole ci si accorge che: Se due numeri sono negativi il maggiore è quello con valore assoluto minore; Se due numeri sono positivi il maggiore è quello con valore assoluto maggiore; Se due numeri sono discordi il maggiore è quello con segno positivo. 9 Prof. Giuseppe Frassanito LE OPERAZIONI IN Z Nell'insieme Z sono sempre possibili le operazioni di addizione, moltiplicazione e sottrazione mentre la divisione conserva le stesse restrizioni che la caratterizzavano in N. Le operazioni in Z godono delle stesse proprietà di cui godevano in N. L'addizione Se immaginiamo l’addizione di due numeri come la composizione di due spostamenti sulla retta dei numeri relativi di cui il segno indichi la direzione (verso destra per il segno + e verso sinistra per il segno -) e il valore assoluto il numero di passi, ci si convince facilmente che: La somma di due numeri relativi concordi è un numero relativo, concorde con i numeri dati, che ha come valore assoluto la somma dei valori assoluti degli addendi. (+3)+(+2)= +5 (-3)+(-2)= -5 La somma di due numeri relativi discordi è un numero relativo che ha come valore assoluto la differenza dei valori assoluti degli addendi e segno concorde al maggiore in valore assoluto. +5 La somma di due numeri opposti è(+2)+(-6)+(+9)= 0. 10 Prof. Giuseppe Frassanito (+5)+(-5)= 0 Esempi -5 + (-8) = - (5 + 8) = -13 i due numeri sono concordi, si sommano i loro valori assoluti 5+8,si mette il segno comune (-13). +5 + (-8) = - (8 - 5) = -3 i due numeri sono discordi, si sottrae il minore dal maggiore in valore assoluto (8-5), si mette il segno del maggiore in valore assoluto (-3). La sottrazione La differenza tra due numeri esiste sempre e si ottiene addizionando al primo l'opposto del secondo. Questa osservazione non banale merita una dimostrazione. Dim. Chiamiamo c il risultato della differenza tra +a e +b, (+a) – (+b) = c 11 Prof. Giuseppe Frassanito (1) Per la definizione di differenza, c + (+b) = +a aggiungendo (-b) ad entrambi i membri abbiamo: c + (+b) + (-b) = +a + (-b) da cui: c + 0 = +a + (-b) che diventa: c = +a + (-b) (2) Uguagliando la (1) con la (2) otteniamo (+a) – (+b) = +a + (-b) che è quanto volevamo dimostrare. Con il medesimo schema dimostrativo è possibile dimostrare facilmente anche l’uguaglianza (+a) – (-b) = (+a) + (+b) che completa la dimostrazione della regola di calcolo della differenza tra due numeri relativi. Esempi +13 – (+9) = +13 + (-9) = +(13 – 9) = +4 Per motivi di ordine pratico, di solito, si procede eliminando le parentesi -7 – (-15) = -7 + 15 = 8 12 Prof. Giuseppe Frassanito Poiché la sottrazione viene ricondotta all'addizione mediante il passaggio all'opposto essa perde in realtà la sua identità di operazione. Le due operazioni vengono a costituire un'unica operazione e pertanto in seguito si parlerà di addizione algebrica o di somma algebrica. Il prodotto e il quoziente Il prodotto (o il quoziente) di due numeri relativi è un numero che ha per valore assoluto il prodotto (o il quoziente) dei valori assoluti e per segno il segno più se i due numeri sono concordi, il segno meno se sono discordi Regola dei segni Segno dei fattori Segno del prodotto (+) ∙ (+) + (+) ∙ (−) (−) ∙ (+) (−) ∙ (−) + Dimostrazione della regola dei segni Identificando i numeri relativi positivi con i numeri naturali, osserviamo che la definizione di prodotto incontrata in N ci porta a concludere che (+) · (+) = (+) Proviamo a derivare le altre regole di moltiplicazione per i segni. 1. Abbiamo dimostrato in precedenza che 𝑎∙0=0 𝑎 ∙ [𝑏 + (−𝑏)] = 0 13 Prof. Giuseppe Frassanito 𝑎𝑏 + 𝑎(−𝑏) = 0 Questo vuol dire che i due termini sono opposti, cioè 𝑎(−𝑏) = −𝑎𝑏 e quindi (+)·(-) = (-) 2. In modo analogo risulta: (–a)·b = –ab cioè (-)·(+) = (-) 3. Consideriamo ora la seguente espressione: [(-a) + (+a)] · (-b) essendo [(-a) + (+a)] = 0 tutta l’espressione deve essere tutta uguale a 0 perché qualunque numero moltiplicato per zero diventa zero, cioè [(-a) + (+a)]·(-b) = 0 che per la proprietà distributiva diventa [(-a)·(-b)] + [(+a)·(-b)] = 0 Sappiamo già che l’espressione [(+a)·(-b)] = -ab 14 Prof. Giuseppe Frassanito perché dimostrato in precedenza, quindi [(-a)·(-b)]+(-ab) = 0 ma affinché il primo membro risulti uguale a zero bisogna che [(-a)·(-b)] = +ab e quindi (-)·(-) = (+) Elevamento a potenza Oltre a quanto già detto per i numeri naturali bisogna aggiungere che: Se l'esponente è pari, allora la potenza è sempre un numero positivo: (±𝒂)𝒑 = 𝒂𝒑 Se l'esponente è dispari allora la potenza conserva il segno della base. (+𝒂)𝒅 = +𝒂𝒑 (−𝒂)𝒅 = −𝒂𝒑 Esempi (−𝟐)𝟒 = 𝟏𝟔 (+𝟐)𝟐 = 𝟒 (−𝟐)𝟑 = −𝟖 (+𝟐)𝟑 = 𝟖 La regola sopra esposta è una immediata conseguenza della regola dei segni enunciata per la moltiplicazione. Infatti 15 Prof. Giuseppe Frassanito Se la base è negativa e l'esponente è dispari anche il numero dei fattori è dispari e il risultato è negativo. Se la base è positiva e l’esponente è pari anche i fattori sono pari e il risultato è positivo. Attenzione alle scritture (−𝟐)𝟒 𝒆 − 𝟐𝟒 Esse rappresentano due numeri opposti. Infatti la prima rappresenta un numero positivo (−𝟐)𝟒 = (−𝟐) ∙ (−𝟐) ∙ (−𝟐) ∙ (−𝟐) = +𝟏𝟔 La seconda un numero negativo −𝟐𝟒 = −(𝟐 ∙ 𝟐 ∙ 𝟐 ∙ 𝟐) = −𝟏𝟔 16 Prof. Giuseppe Frassanito I NUMERI RAZIONALI Per rendere sempre possibile (o quasi) l’operazione di divisione introduciamo un altro ampliamento dell'insieme dei numeri, e cioè l’insieme dei numeri razionali (dal latino ratio = rapporto). Esso viene indicato con il simbolo Q (iniziale di quoziente); intuitivamente gli elementi di Q sono le frazioni: Q = { ..., -3/4,..., -2,..., -1,..., -1/3,.., 0,...,1/2,...2/3,...1,...,3/2,...,2,...,15/7,...} Vediamo, ora, come si può costruire l'insieme dei razionali. Indichiamo con 𝑍 ∗ = 𝑍 − {0} e consideriamo il prodotto cartesiano 𝑍 × 𝑍 ∗ cioè l’insieme delle coppie ordinate il cui primo elemento è un intero qualsiasi e il secondo è un intero diverso da zero. Ad esempio coppie del tipo (1, -3), (5,4). Definiamo in questo insieme la relazione (𝑎, 𝑏)𝑅(𝑐, 𝑑) ⟺ 𝑎𝑑 = 𝑏𝑐 Ad esempio (5,-2) R (-15,6) perché 5 ∙ 6 = (-2) ∙ (-15) Tale relazione è riflessiva (𝑎, 𝑏)𝑅(𝑎, 𝑏) ⟺ 𝑎𝑏 = 𝑎𝑏 simmetrica (𝑎, 𝑏)𝑅(𝑐, 𝑑) ⟺ 𝑎𝑑 = 𝑏𝑐 (𝑐, 𝑑)𝑅(𝑎, 𝑏) ⟺ 𝑏𝑐 = 𝑎𝑑 transitiva (𝑎, 𝑏)𝑅(𝑐, 𝑑) ⟺ 𝑎𝑑 = 𝑏𝑐 (𝑐, 𝑑)𝑅(𝑒, 𝑓) ⟺ 𝑐𝑓 = 𝑑𝑒 allora 17 Prof. Giuseppe Frassanito (𝑎, 𝑏)𝑅(𝑒, 𝑓) ⟺ 𝑎𝑓 = 𝑏𝑒 Per dimostrare la transitività basta moltiplicare membro a membro le prime due uguaglianze e semplificare 𝑎𝑑𝑐𝑓 = 𝑏𝑐𝑑𝑒 → 𝑎𝑓 = 𝑏𝑒 Poiché R è riflessiva, simmetrica e transitiva è una relazione di equivalenza le cui classi sono così fatte: A= {(1,1), (2,2), (3,3), (-2,-2)…. (x,x)} B= {(1,2), (2,4), (3,6), … (x, 2x) } C= {(3,4), (6,8), (12,16),…, (3x, 4x)} Le classi di equivalenza si chiamano numeri razionali e l’insieme quoziente, costituito dalle classi di equivalenza, si chiama ℚ. Le coppie di tipo (x,1) dove x è un numero intero possiamo identificarle con i numeri interi. Come N è un sottoinsieme di Z, così Z è un sottoinsieme di Q 𝑎 Se invece di scrivere (𝑎, 𝑏) scriviamo 𝑏 il tutto diventa molto più familiare. Di una stessa classe fanno parte tutte le frazioni equivalenti tra di loro. 18 Prof. Giuseppe Frassanito Bisogna fare attenzione a distinguere la frazione dal numero razionale. La frazione è 𝑎 una coppia (a; b) o 𝑏. Mentre il numero razionale è la classe di equivalenza cui (a, b) o appartiene. La frazione Il numero razionale 𝟏 𝟐 𝑎 𝑏 𝟏 𝟐 𝟏 𝟐 𝟑 = {𝟐 , 𝟒 , 𝟔 , … … . , } Frazione irriducibile Una frazione è irriducibile o ridotta ai minimi termini se numeratore e denominatore sono primi tra loro. Esempio 3 4 7 ; ; 5 11 8 Proprietà invariantiva Moltiplicando o dividendo numeratore e denominatore per uno stesso numero diverso da zero, si ottiene una frazione equivalente. 6 3 15 = = 8 4 20 Infatti tutte le frazioni che appartengono ad una stessa classe di equivalenza si ottengono moltiplicando la frazione irriducibile per uno stesso numero e quindi sono tutte equivalenti tra loro. Nei calcoli si preferisce considerare solo frazioni irriducibili semplificando quelle che non lo sono. 𝟏 𝟏 𝟐 𝟑 = { , , ,…….,} 𝟐 𝟐 𝟒 𝟔 Alcune convenzioni La classe rappresentata, ad esempio, da (-3, 5) coincide con la classe rappresentata da (3, -5). In altre parole −𝒂 𝒂 𝒂 = =− 𝒃 −𝒃 𝒃 19 Prof. Giuseppe Frassanito La classe rappresentata, ad esempio, da (-7, -3) coincide con la classe rappresentata da (7,3). Vale a dire −𝒂 𝒂 = −𝒃 𝒃 Il confronto tra frazioni A parità di numeratore, a mano a mano che aumenta il denominatore le parti rimpiccioliscono. Tra frazioni aventi lo stesso numeratore, sarà sempre maggiore quella avente denominatore minore 1 1 5 5 > 𝑒 > 7 9 7 9 Tra frazioni aventi lo stesso denominatore sarà sempre maggiore quella avente il numeratore maggiore. 8 5 > 7 7 Se le frazioni non hanno lo stesso denominatore si riducono, in genere, allo stesso denominatore e poi si confrontano Esempio Confrontiamo 2 3 𝑒 3 4 Riducendo allo stesso denominatore si ha 20 Prof. Giuseppe Frassanito 8 9 < 12 12 Un criterio alternativo…. Di una buona torta preferisci avere i 4/5 o i 5/6? «Questa domanda è difficile. Infatti, i quinti sono più grandi dei sesti, ma di quinti ne prendi solo 4, e invece di sesti ne prendi 5, uno in più. Allora come fai a regolarti? […] mi sono ricordato quello che dice mia nonna quando mi servo dal piatto di portata. Dice: «Pensa anche agli altri, pensa a quello che resta». E infatti se tu prendi 4/5 resta 1/5, se prendi 5/6 resta 1/6, che è più piccolo di 1/5» (A.Cerasoli Io conto, FeltrinelliKids) OPERAZIONI IN ℚ L’addizione L’addizione in Q si definisce nel seguente modo 𝑎 𝑐 𝑎𝑑 + 𝑏𝑐 + = 𝑏 𝑑 𝑏𝑑 Esempio 3 2 15 + 8 23 + = = 4 5 20 20 Proprietà dell’addizione in Q 1.Commutativa 𝑎 𝑐 𝑎𝑑 + 𝑏𝑐 + = 𝑏 𝑑 𝑏𝑑 2.Associativa 𝑐 𝑎 𝑎𝑑 + 𝑏𝑐 + = 𝑑 𝑏 𝑏𝑑 𝑎 𝑐 𝑒 𝑎𝑑 + 𝑏𝑐 𝑒 𝑎𝑑𝑓 + 𝑏𝑐𝑓 + 𝑏𝑑𝑒 ( + )+ = + = 𝑏 𝑑 𝑓 𝑏𝑑 𝑓 𝑏𝑑𝑓 𝑎 𝑐 𝑒 𝑎 𝑐𝑓 + 𝑑𝑒 𝑎𝑑𝑓 + 𝑏𝑐𝑓 + 𝑏𝑑𝑒 +( + )= + = 𝑏 𝑑 𝑓 𝑏 𝑑𝑓 𝑏𝑑𝑓 21 Prof. Giuseppe Frassanito Per cui abbiamo 𝑎 𝑐 𝑒 𝑎 𝑐 𝑒 𝑎 𝑐 𝑒 ( + )+ = +( + )= + + 𝑏 𝑑 𝑓 𝑏 𝑑 𝑓 𝑏 𝑑 𝑓 N. B. tale proprietà consente di eliminare le paretesi 1.Esiste zero come elemento neutro 𝑎 𝑎 𝑎 +0= 0+ = 𝑏 𝑏 𝑏 2.Esiste L’opposto L’opposto di un numero è quel numero che sommato al primo dà l’elemento neutro. 𝑎 𝑎 L’opposto di è− . 𝑏 𝑏 Infatti 𝑎 𝑎 𝑎−𝑎 0 + (− ) = = =0 𝑏 𝑏 𝑏 𝑏 La moltiplicazione in Q La moltiplicazione tra frazioni non ha il significato che si attribuisce alla moltiplicazione tra naturali (somma ripetuta). E’ importante sottolineare questo aspetto!! Ci sono almeno due modi per definire la moltiplicazione tra frazioni Formale: Il prodotto di due frazioni è una frazione che ha per numeratore il prodotto dei numeratori e per denominatore il prodotto dei denominatori 𝑎 𝑐 𝑎∙𝑐 ∙ = 𝑏 𝑑 𝑏∙𝑑 Costruttivo Ad esempio 3 1 ∙ 4 2 22 Prof. Giuseppe Frassanito Si rappresenta la frazione ¾ sul segmento di riferimento, si prende la metà di quella parte e si verifica che corrisponde ai 3/8 del segmento Modellizzazione geometrica Si basa sul fatto che un prodotto tra due fattori può essere interpretato come la superficie di un rettangolo i cui lati misurano esattamente quanto indicato dai fattori. Calcoliamo, ad esempio, il prodotto 3 5 ∙ 4 6 Se si considera il quadrato unitario si osserva che viene diviso in 24 parti e che l’area del rettangolo corrisponde a 15 parti 23 Prof. Giuseppe Frassanito e dunque 3 5 15 ∙ = 4 6 24 Proprietà della moltiplicazione 1.Commutativa 𝑎 𝑐 𝑎∙𝑐 ∙ = 𝑏 𝑑 𝑏∙𝑑 𝑐 𝑎 𝑎∙𝑐 ∙ = 𝑑 𝑏 𝑏∙𝑑 2.Associativa 𝑎 𝑐 𝑒 𝑎∙𝑐 𝑒 𝑎∙𝑏∙𝑐 ( ∙ )∙ = ∙ = 𝑏 𝑑 𝑓 𝑏∙𝑑 𝑓 𝑏∙𝑑∙𝑓 𝑎 𝑐 𝑒 𝑎 𝑐∙𝑒 𝑎∙𝑏∙𝑐 ∙( ∙ )= ∙ = 𝑏 𝑑 𝑓 𝑏 𝑑∙𝑓 𝑏∙𝑑∙𝑓 𝑎 𝑐 𝑒 𝑎 𝑐 𝑒 𝑎∙𝑏∙𝑐 ( ∙ )∙ = ∙( ∙ )= 𝑏 𝑑 𝑓 𝑏 𝑑 𝑓 𝑏∙𝑑∙𝑓 N. B. tale proprietà consente di eliminare le paretesi 3. Esiste 1 come elemento neutro 𝑎 𝑎 𝑎 ∙1= 1∙ = 𝑏 𝑏 𝑏 4. Esiste l’inverso di un numero L’inverso di un numero è quel numero che sommato al primo dà l’elemento neutro. L’inverso di 𝑎 𝑏 𝑏 è il numero 𝑎 . Infatti 𝑎 𝑏 ∙ =1 𝑏 𝑎 24 Prof. Giuseppe Frassanito 5. Vale la proprietà distributiva della moltiplicazione rispetto all’addizione. La divisione in Q La divisione in Q si definisce nel seguente modo 𝑎 𝑐 𝑎 𝑑 : = ∙ 𝑏 𝑑 𝑏 𝑐 Giustifichiamo tale procedimento Per i numeri naturali, sappiamo che nella divisione il quoziente è quel numero che moltiplicato per il divisore dà il dividendo. Ad esempio 60: 4 = 15 ⟺ 15𝑥4 = 60 Vogliamo che ciò accada anche per la divisione tra frazioni per cui 𝑎 𝑐 𝑎 𝑑 𝑎 𝑑 𝑐 𝑎 : = ∙ ⟺ ∙ ∙ = 𝑏 𝑑 𝑏 𝑐 𝑏 𝑐 𝑑 𝑏 Quindi per dividere una frazione per un’altra basta moltiplicare la prima per l’inversa della seconda. La densità di Q C’è una proprietà che vale in Q ma non in N né in Z. La proprietà di densità afferma che dati due razionali diversi ne esiste sempre almeno uno intermedio. Per determinare il numero intermedio tra due numeri razionali è sufficiente fare la loro media aritmetica. Esempio Dati 1 4 𝑒 1 2 il numero razionale intermedio sarà 1 1 3 4+2= 4 =3 2 2 8 25 Prof. Giuseppe Frassanito Dove 1 3 1 < < 4 8 2 Quante sono le frazioni? Possiamo contarle? La proprietà di densità potrebbe far pensare che non sia possibile «contare» i numeri razionali, cioè che non sia possibile costruire corrispondenza biunivoca tra N e Q. Invece non è così. Per semplicità, proviamo a contare i numeri razionali positivi. Costruiamo questa tabella: Sulla prima riga ci sono i numeri naturali (frazioni di denominatore 1), sulla seconda riga frazioni con denominatore 2, etc. Dove starà la frazione 15/43? Starà all’incrocio della 43-sima riga e della 15-sima colonna. La spezzata continua disegnata sopra passa per tutte le frazioni della tabella, cioè le conta! Per contare i numeri razionali positivi non si può disporli in ordine di grandezza -- come abbiamo fatto per i numeri interi -- perché tra due razionali ne posso sempre inserire almeno un altro (e quindi infiniti…). L’idea di Georg Cantor (1845-1918) fu quella di trascurare la relazione d’ordine ≤ e di costruire una successione di numeri razionali analoga alla successione dei numeri naturali. In questa successione, se si eliminano le frazioni equivalenti, ogni numero razionale compare esattamente una volta. Posso allora costruire una corrispondenza biunivoca tra questa successione {1, 2, ½, 1/3, 3, 4, 3/2, 2/3, ¼, 1/5, 5, … } e N, il che significa che l’insieme dei numeri razionali ℚ è numerabile, cioè ha la stessa numerosità dei numeri naturali. 26 Prof. Giuseppe Frassanito Retta bucata… Abbiamo visto che l’insieme dei numeri razionali è denso, cioè dati due razionali esiste sempre un numero razionale compreso tra di essi (e quindi ne esistono infiniti). Questo potrebbe far pensare che, nella nostra retta dei numeri, ad ogni punto corrisponda un numero razionale. Non è così! (In gergo si dice ℚ non è completo) Nella retta rimangono ancora moltissimi punti non «assegnati», cioè moltissimi buchi, che saranno riempiti solo dai numeri irrazionali e solo allora ci sarà una corrispondenza biunivoca tra i punti della retta e l’insieme dei numeri reali. Rappresentazione dei numeri razionali: i numeri decimali finiti Un numero decimale finito è un numero razionale che può essere rappresentato nella forma Dove n e m sono numeri naturali non nulli, e i termini ak rappresentano una delle cifre da 0 a 9. In genere si usa scrivere 𝒏, 𝒂𝟏 𝒂𝟐 … 𝒂𝒎 Esempio 𝟐, 𝟏𝟕𝟓 = 𝟐 + 𝟏 𝟕 𝟓 𝟐𝟏𝟕𝟓 + + = 𝟏𝟎 𝟏𝟎𝟎 𝟏𝟎𝟎𝟎 𝟏𝟎𝟎𝟎 Attenzione! Ogni numero decimale finito rappresenta un numero razionale, ma non vale il viceversa, ovvero non tutti i numeri razionali possono essere rappresentati come decimali finiti. Consideriamo il numero razionale 1/3. Per trovare la sua espansione decimale, eseguiamo la divisione 1:3=0,333…. 27 Prof. Giuseppe Frassanito Allora 1 = 0,3333 … .. 3 Oppure 1 3 3 3 =0+ + + + ⋯ .. 3 10 100 1000 In ogni caso il processo non si arresta mai e quindi non possiamo rappresentare 1/3 come un numero decimale finito. Si tratta, in questo caso, di un numero decimale periodico. I numeri decimali periodici I numeri decimali periodici sono numeri razionali che si rappresentano nella forma Oppure nella forma come, ad esempio 8, 47213213213213.. o ̅̅̅̅̅̅. 𝟖, 𝟒𝟕𝟐𝟏𝟑 Il numero naturale n è la parte intera del numero, bcd sono le cifre dell’antiperiodo, mentre 𝒂𝟏𝒂𝟐…𝒂𝒏 sono le cifre del periodo. Nell’esempio 8 è la parte intera, 47 è l’antiperiodo e 213 è il periodo. Attenzione! Ogni numero razionale può essere rappresentato come un numero decimale finito oppure come un numero decimale periodico Questa volta il viceversa è vero: ogni numero decimale finito o periodico rappresenta un numero razionale 28 Prof. Giuseppe Frassanito Possiamo sapere a priori se una frazione ridotta ai minimi termini rappresenta un decimale finito oppure periodico? a) Se il denominatore contiene solo potenze di 2 o potenze di 5, si ha un decimale finito: 1 = 0,5; 2 6 = 0,12; 50 3 = 0,6; 5 17 = 1,0625 16 b) Se il denominatore non contiene potenze di 2 né di 5, allora si ha un periodico semplice: 1 = 0, 3̅; 3 49 ̅̅; = 1, ̅̅ 48 33 3 = 0,6; 5 13 = 1,857142 7 Proviamo a vedere perché… Non faremo dimostrazioni generali, ma cerchiamo di capire, seguendo un esempio guida, su cosa sia basata la «regola» precedente. Vediamo perché 1/3 non si può scrivere come decimale finito. Se questo fosse possibile, esisterebbe una frazione decimale tale che: 1 𝑎 = 𝑘 → 10𝑘 = 3𝑎 3 10 Ma non può essere 10𝑘 = 3𝑎 perché 3 non è un divisore di 10. Dunque non esiste una frazione decimale uguale a 1/3. c) Se il denominatore contiene potenze di 2 o di 5 e di altri numeri primi, allora si ha un periodico misto: 41 ̅̅̅̅; = 0,372 110 5 = 0,27̅ 18 Come si risale da un decimale finito alla frazione generatrice? La frazione generatrice di un decimale finito è la frazione che ha per numeratore il numero, senza la virgola, costituito dalle cifre presenti nel numero decimale e per denominatore la potenza di dieci con esponente uguale al numero delle cifre decimali 2,34 = 2 + 0,653 = 0 + 3 4 234 + 2= 10 10 100 6 5 3 653 + 2+ 3= 10 10 10 1000 29 Prof. Giuseppe Frassanito Come si risale da un decimale periodico alla frazione generatrice? Distinguiamo i numeri periodici in periodici semplici (senza antiperiodo) e periodici misti (con antiperiodo) ̅̅ il numero decimale e Sia 2, ̅̅ 13 𝑎 𝑏 la frazione da trovare 𝑎 = 2,13131313 𝑏 (1) Moltiplichiamo entrambi i membri per 10n dove n è il numero delle cifre del periodo 100 ∙ 𝑎 = 213,131313 𝑏 (2) Sottraiamo la (2) dalla (1) 100 ∙ 𝑎 𝑎 − = 213,131313 − 2,13131313 𝑏 𝑏 𝑎 99 = 211 𝑏 𝑎 211 = 𝑏 99 Generalizzando il procedimento, possiamo dedurre la regola La frazione generatrice di un decimale periodico semplice è una frazione che ha 1. Come numeratore il numero che si ottiene dalla differenza tra il numero formato da tutte le cifre (parte intera, ‘antiperiodo’ e periodo) e il numero costituito solo dalla parte intera; 2. Come denominatore tanti 9 quante sono le cifre del periodo ̅̅̅ = 2, ̅13 213 − 2 211 = 99 99 Consideriamo il decimale periodico misto 3,25̅ e cerchiamo la sua frazione generatrice a/b 𝑎 = 3,255555555 𝑏 Moltiplichiamo entrambi i membri per 10n dove n è il numero delle cifre dell’antiperiodo 10 ∙ 𝑎 = 32,5555555 𝑏 30 Prof. Giuseppe Frassanito Il secondo membro è un numero periodico semplice e per la regola precedente possiamo scrivere 10 ∙ 𝑎 325 − 32 = 𝑏 9 Da cui 𝑎 325 − 32 = 𝑏 90 Possiamo ottenere allora una regola generale per determinare la frazione generatrice di un decimale periodico misto La frazione generatrice di un decimale periodico misto è una frazione che ha 1. Come numeratore il numero che si ottiene dalla differenza tra il numero formato da tutte le cifre (parte intera, antiperiodo e periodo) e il numero costituito dalla parte intera e dall’antiperiodo; 2. Come denominatore tanti 9 quante sono le cifre del periodo e tanti zeri quante sono le cifre dell’antiperiodo 3,25̅ = 325 − 32 293 = 90 90 La seconda regola comprende anche la prima per cui possiamo assumere la seconda definizione come definizione generale e unica senza distinguere in decimali semplici e misti. Casi eccezionali ovvero «quando il periodo è formato da soli 9» Consideriamo questi due esempi 12, 9̅ = 129 − 12 117 = = 13 9 9 4,39̅ = 439 − 43 396 = = 4,4 90 90 Da questi esempi deduciamo che 12, 9̅ e 13 così come 4, 39̅ e 4,4 sono due rappresentazioni dello stesso numero razionale. Pertanto una frazione non potrà mai rappresentarsi come un decimale periodico di periodo 9. 31 Prof. Giuseppe Frassanito Decimali illimitati aperiodici Abbiamo visto finora due tipi di numeri 1. Decimali finiti o limitati 2. Decimali illimitati periodici Esistono numeri decimali illimitati le cui cifre non si ripetono con regolarità (aperiodici)? Il famigerato «3 e 14» ovvero «pi greco» è un numero di questo tipo… I numeri di questo tipo si chiamano irrazionali Frazioni e percentuali Le scritture 10%, 4% stanno ad indicare rispettivamente 10/100 e 4/100. Quindi «sconto del 20%» significa che ogni 100 euro ne vengono scontati 20. Vediamo qualche problema… Attenzione ai saldi (A.Cerasoli, Io conto, FeltrinelliKids) «Questo fatto è successo alla nostra maestra. E’ andata in un negozio per comprare una cosa che costava 200 euro. Siccome c’erano i saldi, le avevano detto che le scontavano il 30%, perciò lei stava tranquilla e già pensava che le toglievano 60 euro. Invece, quando è andata a pagare, la cassiera le ha detto che lo sconto era del 20% più il 10%. E lei si è arrabbiata. A quel punto noi non capivamo perché si era arrabbiata; Marta gliel’ha pure detto: «Maestra, ma 30 è proprio la somma di 20 e 10, perché ti sei arrabbiata?» «Visto com’è facile cascarci?» ha risposto lei. «E allora spiegacelo» La spiegazione è questa: se fai il 20% di 200 ottieni 40. Perciò resta da pagare 160. Ora, se fai ancora lo sconto del 10% su questi 160 euro che restano, significa che ti scontano altri 16 euro e perciò in tutto ti tolgono 56 euro, non 60! Capito? Questo succede perché lo sconto del 20% è sull’intera somma, invece il secondo sconto, quello del 10%, è solo su quello che resta dopo il primo sconto! Ma lo dovrebbero dire prima… ha fatto bene la nostra maestra ad arrabbiarsi. E ha fatto bene a raccontarcelo.» 32 Prof. Giuseppe Frassanito I NUMERI REALI I numeri irrazionali Il termine «razionale» deriva dal latino ratio che significa, tra le altre cose, anche rapporto. Abbiamo in effetti visto che i numeri razionali si possono esprimere come una frazione, cioè come un rapporto tra numeri interi. Sembra plausibile dunque supporre che i numeri irrazionali sono numeri che non si possono rappresentare con una frazione… e in effetti è così. Vediamo un classico esempio. Vogliamo dimostrare che non è possibile trovare alcuna frazione tale che √2 = 𝑚 𝑛 Ragioniamo per assurdo e supponiamo invece che una tale frazione esista. Allora sarà anche vero che 2= 𝑚2 → 𝟐𝒏𝟐 = 𝒎𝟐 𝑛2 L’ultima uguaglianza è assurda perché un quadrato perfetto ha sempre tutti i fattori con esponenti pari mentre, nel nostro caso, ciò non succede poiché 𝟐𝒏𝟐 ha il fattore 2 con esponente dispari. Possiamo allora concludere che Non esiste alcuna frazione che rappresenta √𝟐 , ovvero √𝟐 è un numero irrazionale, cioè un numero con infinite cifre decimali non periodiche Di numeri irrazionali ne esistono infiniti. Vediamo alcuni esempi. Esempio 1. In primo luogo presentiamo una successione di cifre chiaramente non periodiche e costruibili secondo una regola precisa: N = 0,12345678910111213141516171819202122232425 …… Esempio 2. Una seconda successione di cifre, banalmente non periodiche, certamente interessanti, sono quelle del numero: q = 0,101001000100001 … la cui regola di formazione è evidente. 33 Prof. Giuseppe Frassanito Esempio 3. Un altro esempio è la lunghezza della diagonale del quadrato unitario denotata con √2 . Esempio 4. In questo esempio trattiamo il numero π, del quale indichiamo le prime 30 cifre decimali, Questo numero, geometricamente, esprime il rapporto della lunghezza di una circonferenza al suo diametro. Esempio 5. Il numero e = 2,7 1828 1828 45904 52353 60287 47135 26624 77572 47093 699 … utilizzato come base dei logaritmi di Nepero. Esempio 6. La sezione aurea dell’unità: Φ= √5 + 1 = 1,61803 39887 49894 84820 45868 34365 63811 77203 09179 80576 … 2 La sezione aurea o rapporto aureo o numero aureo o costante di Fidia o proporzione divina, nell'ambito delle arti figurative e della matematica, indica il rapporto fra due lunghezze disuguali, delle quali la maggiore è medio proporzionale tra la minore e la somma delle due. In formule, se a è la lunghezza maggiore e b quella minore (𝒂 + 𝒃): 𝒂 = 𝒂: 𝒃 Nel caso in cui a + b = 1 si ha 34 Prof. Giuseppe Frassanito 𝟏: 𝒂 = 𝒂: (𝟏 − 𝒂) 𝒂𝟐 = 𝟏 − 𝒂 𝒂𝟐 + 𝒂 − 𝟏 = 𝟎 𝒂= −𝟏 + √𝟏 + 𝟒 √𝟓 − 𝟏 = 𝟐 𝟐 Tutto ciò ci porta a concludere che non c’è corrispondenza biunivoca tra i punti di una retta e i numeri razionali. Sulla retta ci sono infiniti punti ai quali non è possibile attribuire nessun numero razionale Per colmare questa lacune bisogna ampliare l’insieme dei numeri razionali introducendo un altro insieme che contenga al suo interno tutti gli altri insiemi considerati in precedenza 35 Prof. Giuseppe Frassanito Vediamo, ora, come è possibile costruire l'insieme dei numeri reali. Il modello che considereremo si chiama modello di Dedekind attraverso il quale potremo scorgere lo stretto legame che intercorre tra numeri reali e numeri razionali. Denotiamo con ℚ il campo dei numeri razionali. Siano A e B due classi di ℚ entrambe non vuote. La coppia (A, B) costituisce una coppia di classi contigue se: (1) Proprietà di separazione. Comunque presi a∈A e b∈B risulta a < b. (2) Proprietà di apertura. A non ha massimo, B non ha minimo. (3) Proprietà di avvicinamento. Comunque scelto un numero razionale ε > 0 esistono a∈A e b∈B tali che b – a < ε. Un numero razionale c è elemento separatore della coppia di classi contigue (A, B) se • esso non appartiene ad alcuna delle due classi, cioè c∉A, c∉B; • vale la seguente limitazione: ∀ a ∈ A, ∀ b ∈ B ⇒ a < c < b L’elemento separatore di una coppia di classi contigue è unico Esempio 1. Si consideri un qualsiasi numero razionale, ad esempio 4/3. Quindi siano: 4 } 3 4 𝐵 = {𝑥⁄𝑥 ∈ 𝑄, 𝑥 > } 3 𝐴 = {𝑥⁄𝑥 ∈ 𝑄, 𝑥 < Per le classi A e B valgono le proprietà (1) e (2) e (3). Quindi (A, B) è una coppia di classi contigue che ammette 4/3 come elemento separatore. Esempio 2. Consideriamo due classi così definite: 𝐴 = {𝑥⁄𝑥 ∈ 𝑄, 𝑥 2 < 2 } 36 Prof. Giuseppe Frassanito 𝐵 = {𝑥⁄𝑥 ∈ 𝑄, 𝑥 2 > 2 } Le proprietà (1), (2) e (3) sono verificate anche se per la (2) e la (3) la verifica non è immediata. Osserviamo, però che, supposto che esista un elemento separatore c, questo non può essere un numero razionale. Di conseguenza la coppia (A, B) è una coppia di classi contigue che non ammette elemento separatore. Dicesi numero reale una qualsiasi coppia di classi contigue. Se la coppia di classi contigue (A, B) ammette un elemento separatore c (razionale) allora il numero reale (A, B) si dice razionale e si identifica con l'elemento separatore delle classi, ponendo: c = (A, B) Se la coppia di classi contigue (A, B) non ammette elemento separatore, allora il numero reale (A, B) si pensa come un nuovo oggetto, che amplia il campo razionale e viene detto numero irrazionale. Quanto sono infiniti i numeri irrazionali? Ricordiamo che due insiemi hanno la stessa cardinalità o potenza quando esiste una corrispondenza biunivoca tra i due insiemi. Un insieme si dice che ha la potenza del numerabile quando lo si può porre in corrispondenza biunivoca con i numeri naturali. Sono numerabili, per esempio, gli insiemi dei numeri pari, quello dei numeri dispari e l’insieme dei numeri razionali Q. Non tutti gli insiemi hanno però la potenza del numerabile. Proviamo che i numeri reali – anzi solo quelli tra 0 ed 1 − non si possono numerare! Supponiamo, per assurdo di averlo fatto, allora avremo l’elenco che segue: 0, 77158964110 0, 3411080076 0, 561108065 … 37 Prof. Giuseppe Frassanito ……….. Il numero 0,abcd … dove a è diverso da 7, b è diverso da 4, c è diverso da 1, … non è compreso tra quelli indicati nell’elenco. Un assurdo! Dunque i numeri compresi tra 0 e 1 hanno la potenza del continuo e si indica con la lettera “c”. I numeri reali non sono numerabili e hanno la potenza del continuo. Considerata la semicirconferenza di diametro AB uguale a 1 ad ogni punto P appartenente al segmento AB corrisponde un punto P’ della retta r. Enunciamo ora i seguenti teoremi Teorema 1 L’unione di un insieme avente la potenza del continuo con un insieme finito o numerabile ha la potenza del continuo. Teorema 2 La differenza tra un insieme che ha la potenza del continuo e un insieme che ha la potenza del numerabile ha ancora la potenza del continuo. Ipotesi del continuo Il ben noto problema che va sotto il nome di ipotesi del continuo può enunciarsi nel seguente modo: Esisterà qualche insieme A, sottoinsieme dei numeri reali, che ha cardinalità maggiore del numerabile ma minore del continuo? ℕ⊂𝐴⊂ℝ 38 Prof. Giuseppe Frassanito La congettura, a tutt’oggi aperta, riassunta sotto il nome di “ipotesi del continuo”, afferma che non esistono insiemi A di potenza intermedia tra quella di ℕ e quella di ℝ. I NUMERI COMPLESSI È ben noto che l’insieme R dei numeri reali (che include tutti gli altri insiemi numerici finora incontrati in questo corso) non è sufficientemente “ampio” da permettere la risoluzione di equazioni, anche semplici, a coefficienti reali, come ad esempio x2 + 1 = 0. Questo perché resta ancora esclusa la possibilità di estrazione della radice di indice pari di un numero negativo. La √−9 non ha nessun significato nell’insieme dei numeri reali. Per risolvere questo problema è necessaria una nuova estensione del concetto di numero introducendo l’insieme dei numeri complessi. Numeri immaginari Cominciamo con l’osservare che non esiste nessun numero reale il cui quadrato sia uguale a un numero negativo. Nulla ci impedisce di creare, fuori dall’insieme dei numeri reali R, un nuovo numero che soddisfi a questa condizione. Definizione Si chiama unità immaginaria il numero i tale che 𝑖 2 = −1 Osservazione Poiché nell’insieme dei numeri immaginari non ha senso parlare di numeri negativi e positivi, nell’estrarre la radice di -1 non si distingue tra radice principale e non principale e quindi per i numeri immaginari possiamo scrivere √−1 = ±𝑖 Potenze di i 𝑖0 = 1 𝑖1 = 𝑖 39 Prof. Giuseppe Frassanito 2 𝑖 2 = 𝑖 ∙ 𝑖 = √−1 ∙ √−1 = (√−1) = −1 𝑖 3 = 𝑖 2 ∙ 𝑖 = −1 ∙ 𝑖 = −𝑖 𝑖 4 = 𝑖 2 ∙ 𝑖 2 = (−1) ∙ (−1) = 1 Le potenze di i si calcolano elevando i al resto della divisione dell’esponente per 4. Esempio 𝑖 19 = 𝑖 3 = −𝑖 Definizione Si chiamano immaginari i numeri della forma 𝒊𝒃 𝑐𝑜𝑛 𝑏 ∈ 𝑅 𝑒 𝑖 2 = −1 Il numero 0 ∙ 𝑖 è detto zero immaginario e si indica con lo stesso simbolo usato per lo zero reale, cioè 0∙𝑖 =𝑖∙0= 0 Coi numeri immaginari è finalmente possibile dare un significato anche alle radici quadrate di numeri negativi: √−4 = √(−1) ∙ 4 = √−1 ∙ √4 = ±2𝑖 Diventa, ora, possibile risolvere l’equazione 𝑥 2 + 1 = 0 → 𝑥 2 = −1 → 𝑥 2 = 𝑖 2 → 𝑥 = ±𝑖 Operazioni con i numeri immaginari Con i numeri immaginari è possibile fare le consuete operazioni di addizione, sottrazione, moltiplicazione, divisione ed elevamento a potenza. Volendo conservare le consuete regole di calcolo poniamo 𝑖𝑏 + 𝑖𝑏 ′ = 𝑖(𝑏 + 𝑏 ′ ) 𝑖𝑏 − 𝑖𝑏 ′ = 𝑖(𝑏 − 𝑏 ′ ) 40 Prof. Giuseppe Frassanito 𝑖𝑏: (𝑖𝑏 ′ ) = 𝑏 ∈𝑅 𝑏′ 𝑖𝑏 ∙ 𝑖𝑏 ′ = 𝑎𝑏𝑖 2 = −𝑎𝑏 ∈ 𝑅 𝑐 ∙ 𝑖𝑏 = 𝑖𝑏 ∙ 𝑐 = 𝑖(𝑏𝑐) 𝑖𝑏: 𝑐 = 𝑖 𝑏 𝑐 Osservazione L’addizione e la sottrazione di numeri immaginari, così come il prodotto e il quoziente di un numero immaginario per un numero reale, danno come risultato un numero immaginario. Invece il prodotto e il quoziente di due numeri immaginari sono numeri reali. Esempi 7𝑖 − 5𝑖 + 3𝑖 = 5𝑖 2𝑖 ∙ (−5𝑖) = −10𝑖 2 = −10 ∙ (−1) = 10 (8𝑖): (−3𝑖) = − 8 3 (−2𝑖)5 = −32𝑖 5 = −32𝑖 = 32 2 ∙ (−5𝑖) = −10𝑖 3𝑖: 5 = 3 𝑖 5 Numeri complessi Definizione Chiamiamo complesso ogni numero nella forma “cartesiana” (o algebrica) 𝑎 + 𝑖𝑏, 𝑐𝑜𝑛 𝑎, 𝑏 ∈ 𝑅 𝑒 𝑖 2 = −1 Il numero a si dice parte reale del numero complesso, ib è la parte immaginaria e b è il coefficiente dell’immaginario. Se b = 0 il numero complesso a + ib coincide con il numero reale a; se a = 0, il numero complesso coincide con il numero immaginario ib. L’insieme dei numeri reali R e l’insieme dei numeri immaginari I sono due sottoinsiemi dei numeri complessi C. 41 Prof. Giuseppe Frassanito 𝒞 ℛ 𝑂 𝑂𝑖 ℐ L’insieme dei numeri complessi si indica con 𝐶 = {𝑧 = 𝑎 + 𝑖𝑏 ∕ 𝑎, 𝑏 ∈ 𝑅 𝑒 𝑖 2 = −1} Esempio Sono numeri complessi i seguenti: −1 + 5𝑖; 𝜋 + 𝑖𝑒; √2 √2 −𝑖 ; 1 − 𝑖𝑙𝑛2 2 2 Operazioni con i numeri complessi (forma cartesiana) Definizione Dato il numero complesso z = a + i b ne definiamo il coniugato: 𝑧̅ = 𝑎 − 𝑖𝑏 cioè il numero che ha la stessa parte reale e opposti i coefficienti dell’immaginario l’opposto: −𝑧 = −𝑎 − 𝑖𝑏 cioè il numero che opposti sia la parte reale che quella immaginaria. Introduciamo ora le operazioni algebriche tra numeri complessi. Si può facilmente verificare che esse mantengono le proprietà valide in ℝ : associativa, commutativa e distributiva. 42 Prof. Giuseppe Frassanito Somma La somma algebrica di due numeri complessi è il numero complesso ottenuto sommando tra loro le parti reali e immaginarie: Dati 𝑧 = 𝑎 + 𝑖𝑏 𝑒 𝑤 = 𝑐 + 𝑖𝑑 𝑧 + 𝑤 = (𝑎 + 𝑖𝑏) + (𝑐 + 𝑖𝑑) = (𝑎 + 𝑐) + 𝑖(𝑏 + 𝑑) Esempio (𝟐 − 𝟑𝒊) + (−𝟓 + 𝟕𝒊) = −𝟑 + 𝟒𝒊 Proprietà del coniugato: 𝑧 + 𝑧̅ = (𝑎 + 𝑖𝑏) + (𝑎 − 𝑖𝑏) = 2𝑎 La somma di due numeri complessi coniugati è un numero reale. Esempio (𝟐 − 𝟑𝒊) + (𝟐 + 𝟑𝒊)) = 𝟒 Proprietà dell’opposto: 𝑧 + (−𝑧) = (𝑎 + 𝑖𝑏) + (−𝑎 − 𝑖𝑏) = 0 La somma di due numeri complessi opposti è uguale a zero. Esempio (𝟐 − 𝟑𝒊) + (−𝟐 + 𝟑𝒊)) = 𝟎 Proprietà dell’opposto del coniugato: 𝑧 − 𝑧̅ = (𝑎 + 𝑖𝑏) − (𝑎 − 𝑖𝑏) = (𝑎 + 𝑖𝑏) + (−𝑎 + 𝑖𝑏) = 2𝑖𝑏 La differenza di due numeri complessi coniugati è un numero immaginario. Esempio (𝟐 − 𝟑𝒊) − (𝟐 + 𝟑𝒊)) = −𝟔𝒊 43 Prof. Giuseppe Frassanito Prodotto Il prodotto tra due numeri complessi è il numero complesso ottenuto usando la proprietà distributiva e sfruttando la relazione 𝑖 2 = −1 𝒛 = 𝒂 + 𝒊𝒃 𝒆 𝒘 = 𝒄 + 𝒊𝒅 𝒛 ∙ 𝒘 = (𝒂 + 𝒊𝒃) ∙ (𝒄 + 𝒊𝒅) = 𝒂𝒄 + 𝒊𝒂𝒅 + 𝒊𝒃𝒄 − 𝒃𝒅 = (𝒂𝒄 − 𝒃𝒅) + 𝒊(𝒃𝒄 + 𝒂𝒅) Esempio (𝟏 + 𝒊)(𝟏 − 𝟐𝒊) = 𝟏 − 𝟐𝒊 + 𝒊 + 𝟐 = 𝟑 − 𝒊 Proprietà del coniugato: 𝒛 ∙ 𝒛̅ = (𝒂 + 𝒊𝒃)(𝒂 − 𝒊𝒃) = 𝒂𝟐 − 𝒊𝟐 𝒃𝟐 = 𝒂𝟐 + 𝒃𝟐 Il prodotto tra due numeri complessi coniugati è un numero reale. Esempio (𝟏 + 𝟐𝒊)(𝟏 − 𝟐𝒊) = 𝟏 + 𝟒 = 𝟓 Reciproco di un numero complesso Dato 𝒛 = 𝒂 + 𝒊𝒃 Si definisce reciproco del numero complesso z diverso da zero, il numero complesso che, moltiplicato per z dà 1. 𝟏 𝟏 𝒂 − 𝒊𝒃 𝒂 𝒃 = = 𝟐 = − 𝒊 𝒛 𝒂 + 𝒊𝒃 𝒂 + 𝒃𝟐 𝒂𝟐 + 𝒃𝟐 𝒂𝟐 + 𝒃𝟐 Infatti 𝟏 𝟏 𝟏 𝒂 − 𝒊𝒃 𝒂 − 𝒊𝒃 𝒂 𝒃 = = ∙ = 𝟐 = 𝟐 −𝒊 𝟐 𝟐 𝟐 𝒛 𝒂 + 𝒊𝒃 𝒂 + 𝒊𝒃 𝒂 − 𝒊𝒃 𝒂 + 𝒃 𝒂 +𝒃 𝒂 + 𝒃𝟐 44 Prof. Giuseppe Frassanito 1 𝑧 Esempio Determinare il reciproco di 1-2i 𝟏 𝟏 𝟏 + 𝟐𝒊 𝟏 + 𝟐𝒊 𝟏 𝟐 = ∙ = = + 𝒊 𝟏 − 𝟐𝒊 𝟏 − 𝟐𝒊 𝟏 + 𝟐𝒊 𝟓 𝟓 𝟓 Rapporto tra numeri complessi Il rapporto tra due numeri complessi, di cui il secondo non nullo, è il numero complesso ottenuto moltiplicando numeratore e denominatore per il coniugato del denominatore. Dati 𝑧 = 𝑎 + 𝑖𝑏 𝑒 𝑤 = 𝑐 + 𝑖𝑑 𝑧 𝑧∙𝑤 ̅ (𝑎 + 𝑖𝑏)(𝑐 − 𝑖𝑑) 𝑎𝑐 − 𝑖𝑎𝑑 + 𝑖𝑏𝑐 + 𝑏𝑑 (𝑎𝑐 + 𝑏𝑑) + 𝑖(𝑏𝑐 − 𝑎𝑑) = = = = 𝑤 𝑤∙𝑤 ̅ (𝑐 + 𝑖𝑑)(𝑐 − 𝑖𝑑) 𝑐 2 + 𝑑2 𝑐 2 + 𝑑2 = 𝑎𝑐 + 𝑏𝑑 𝑏𝑐 − 𝑎𝑑 +𝑖 2 2 2 𝑐 +𝑑 𝑐 + 𝑑2 Esempio 𝟏+𝒊 (𝟏 + 𝒊)(𝟏 + 𝟐𝒊) 𝟏 + 𝟐𝒊 + 𝒊 − 𝟐 −𝟏 + 𝟑𝒊 𝟏 𝟑 = = = =− + 𝒊 𝟏 − 𝟐𝒊 (𝟏 − 𝟐𝒊)(𝟏 + 𝟐𝒊) 𝟓 𝟓 𝟓 𝟓 Potenza di un numero complesso Utilizzando le note proprietà delle potenze di un binomio, possiamo calcolare le potenze successive di z: In generale, ricordando che la potenza n-ma di un binomio è un polinomio completo e omogeneo di grado n, nel nostro caso nelle due variabili a e ib, possiamo usare il triangolo di Tartaglia per ricavare i coefficienti di tale polinomio: 45 Prof. Giuseppe Frassanito Calcolare (𝑎 + 𝑖𝑏)𝑛 diventa così un’operazione non difficile ma sicuramente lunga. Rappresentazione geometrica dei numeri complessi La forma cartesiana z = a + i b dei numeri complessi è molto utile per poterli agevolmente rappresentare graficamente. È evidente infatti come z sia univocamente determinato dalla coppia di numeri (a, b) che individua un punto sul piano cartesiano in una sua “versione” modificata. Piano di Argand-Gauss Nel piano cartesiano, chiamiamo asse reale quello delle ascisse x e asse immaginario quello delle ordinate iy; sul primo riportiamo la parte reale a del numero complesso che vogliamo rappresentare, sul secondo il coefficiente della sua parte immaginaria b. Tali valori individuano univocamente un punto P(a,b) del piano, che chiameremo ora piano complesso. ⃗⃗⃗⃗⃗ , di componenti a e b rispettivamente, ossia stabiliamo Consideriamo il vettore 𝑧 = 𝑂𝑃 una corrispondenza biunivoca tra numeri complessi e vettori del piano. 46 Prof. Giuseppe Frassanito P Definizione Definiamo modulo di z e si indica con |𝑧| |𝑧| = √𝑎2 + 𝑏 2 Forma trigonometrica dei numeri complessi Sia z un numero complesso scritto nella forma algebrica 𝑧 = 𝑎 + 𝑖𝑏 𝑐𝑜𝑛 𝑎, 𝑏 ∈ 𝑅 Indichiamo con ρ il modulo di z e con θ l’angolo che il segmento individuato dall’origine e dal punto di coordinate (a; b) forma con l’asse x. ρ e θ prendono il nome di coordinate polari. Dalle note proprietà sui triangoli rettangoli si ricava che 47 Prof. Giuseppe Frassanito 𝜌 = √𝑎2 + 𝑏 2 𝑎 = 𝜌𝑐𝑜𝑠𝜃 { ⟺{ 𝑏 𝑏 = 𝜌𝑠𝑒𝑛𝜃 𝜃 = 𝑎𝑟𝑐𝑡𝑔 + (𝜋 𝑠𝑒 𝑎 < 0) 𝑎 Determinati ρ e θ possiamo scrivere la forma trigonometrica del numero complesso 𝑧 = 𝑎 + 𝑖𝑏 = 𝜌𝑐𝑜𝑠𝜃 + 𝑖𝜌𝑠𝑒𝑛𝜃 = 𝝆(𝒄𝒐𝒔𝜽 + 𝒊𝒔𝒆𝒏𝜽) Formula trigonometrica del coniugato 𝑧̅ = 𝑎 − 𝑖𝑏 = 𝜌𝑐𝑜𝑠𝜃 − 𝑖𝜌𝑠𝑒𝑛𝜃 = 𝝆(𝒄𝒐𝒔𝜽 + 𝒊𝒔𝒆𝒏(−𝜽)) Formula trigonometrica dell’opposto −𝑧 = −𝑎 − 𝑖𝑏 = −𝜌𝑐𝑜𝑠𝜃 − 𝑖𝜌𝑠𝑒𝑛𝜃 = 𝝆(𝒄𝒐𝒔(𝜽 + 𝝅) + 𝒊𝒔𝒆𝒏(𝜽 + 𝝅)) Esempio 1 Trasformiamo 𝑧 = −1 + 𝑖√3 in coordinate polari 𝝆 = √𝟏 + 𝟑 = 𝟐 𝜃 = 𝑎𝑟𝑐𝑡𝑔(−√3) = − 𝜋 2 +𝜋 = 𝜋 3 3 2 2 𝑧 = −1 + 𝑖√3 = 2(𝑐𝑜𝑠 𝜋 + 𝑖𝑠𝑒𝑛 𝜋) 3 3 Esempio 2 𝜋 𝜋 Trasformiamo 𝑧 = 2(𝑐𝑜𝑠 4 + 𝑖𝑠𝑒𝑛 4 ) 𝑧 = 2 (𝑐𝑜𝑠 in coordinate cartesiane 𝜋 𝜋 √2 √2 + 𝑖𝑠𝑒𝑛 ) = 2 ( + 𝑖 ) = √2 + 𝑖√2 4 4 2 2 Numeri complessi che hanno lo stesso modulo I numeri complessi che hanno lo stesso modulo graficamente si rappresentano come punti appartenenti ad una circonferenza di centro l’origine e raggio ρ 48 Prof. Giuseppe Frassanito Esercizio 1 Individua nel piano complesso i punti per cui |𝑧| = 2 . Si tratta dei punti della circonferenza di centro l’origine e raggio 2. Esercizio 2 Individua nel piano complesso i punti per cui 1 < |𝑧| < 2 . Si tratta dei punti della corona circolare di centro l’origine e raggi 1 e 2 rispettivamente. Operazioni con i numeri complessi (forma trigonometrica) La forma trigonometrica consente di risolvere, in modo semplice, le operazioni di moltiplicazione, divisione, elevamento a potenza e di estrazione di radice. Prodotto tra due numeri complessi in forma trigonometrica Il prodotto tra due numeri complessi scritti in forma trigonometrica ha la seguente proprietà: 𝝆𝟏 (𝒄𝒐𝒔𝝑𝟏 + 𝒊𝒔𝒆𝒏𝝑𝟏 ) ∙ 𝝆𝟐 (𝒄𝒐𝒔𝝑𝟐 + 𝒊𝒔𝒆𝒏𝝑𝟐 ) = 𝝆𝟏 𝝆𝟐 [(𝒄𝒐𝒔𝝑𝟏 𝒄𝒐𝒔𝝑𝟐 − 𝒔𝒆𝒏𝝑𝟏 𝒔𝒆𝒏𝝑𝟐 ) + 𝒊(𝒔𝒆𝒏𝝑𝟏 𝒄𝒐𝒔𝝑𝟐 + 𝒄𝒐𝒔𝝑𝟏 𝒔𝒆𝒏𝝑𝟐 )] 49 Prof. Giuseppe Frassanito 𝝆𝟏 𝝆𝟐 [(𝒄𝒐𝒔(𝝑𝟏 + 𝝑𝟐 ) + 𝒊(𝒔𝒆𝒏(𝝑𝟏 + 𝝑𝟐 )] Ossia, il prodotto tra due numeri complessi in forma trigonometrica è un numero complesso il cui modulo è il prodotto dei moduli e l’argomento è la somma degli argomenti. Reciproco di un numero complesso in forma trigonometrica 1 1 𝑐𝑜𝑠𝜗 − 𝑖𝑠𝑒𝑛𝜗 𝑐𝑜𝑠𝜗 − 𝑖𝑠𝑒𝑛𝜗 = = = 𝑧 𝜌(𝑐𝑜𝑠𝜗 + 𝑖𝑠𝑒𝑛𝜗) 𝜌(𝑐𝑜𝑠𝜗 + 𝑖𝑠𝑒𝑛𝜗)(𝑐𝑜𝑠𝜗 − 𝑖𝑠𝑒𝑛𝜗) 𝜌 1 = (cos(−𝜗) + 𝑖𝑠𝑒𝑛(−𝜗)) 𝜌 La direzione del reciproco è quindi simmetrica a quella di z rispetto l’asse reale. Rapporto tra due numeri complessi in forma trigonometrica 𝜌1 (𝑐𝑜𝑠𝜗1 + 𝑖𝑠𝑒𝑛𝜗1 ) 𝜌1 = (𝑐𝑜𝑠𝜗1 + 𝑖𝑠𝑒𝑛𝜗1 )[(𝑐𝑜𝑠(−𝜗2 ) + 𝑖𝑠𝑒𝑛(−𝜗2 )] = 𝜌2 (𝑐𝑜𝑠𝜗2 + 𝑖𝑠𝑒𝑛𝜗2 ) 𝜌2 = 𝜌1 [cos(𝜗1 − 𝜗2 ) + 𝑖 sen(𝜗1 − 𝜗2 )] 𝜌2 Il rapporto tra due numeri complessi scritti in forma trigonometrica è un numero complesso il cui modulo è il rapporto dei moduli e l’argomento è la differenza degli argomenti. Potenza – Formula di De Moivre 𝒛𝒏 = [𝝆(𝒄𝒐𝒔𝝑 + 𝒊𝒔𝒆𝒏𝝑)]𝒏 = 𝝆(𝒄𝒐𝒔𝝑 + 𝒊𝒔𝒆𝒏𝝑) ∙ 𝝆(𝒄𝒐𝒔𝝑 + 𝒊𝒔𝒆𝒏𝝑) ∙∙∙ 𝝆(𝒄𝒐𝒔𝝑 + 𝒊𝒔𝒆𝒏𝝑) = = 𝝆𝒏 [𝒄𝒐𝒔(𝒏𝝑) + 𝒊𝒔𝒆𝒏(𝒏𝝑)] Radici n-esime di un numero complesso Una volta definita la potenza n-ma di un numero complesso è naturale chiedersi che forma assume la sua radice n-ma. 50 Prof. Giuseppe Frassanito Dato il numero complesso 𝒛 = 𝝆(𝒄𝒐𝒔𝝑 + 𝒊𝒔𝒆𝒏𝝑) La radice n-esima è quel numero 𝒘 = 𝒓(𝒄𝒐𝒔𝝋 + 𝒊𝒔𝒆𝒏𝝋) Tale che 𝑤𝑛 = 𝑧 cioè [𝒓(𝒄𝒐𝒔𝝋 + 𝒊𝒔𝒆𝒏𝝋)]𝒏 = 𝒛 Applicando De Moivre, dev’essere: 𝒓𝒏 (𝒄𝒐𝒔𝒏𝝋 + 𝒊𝒔𝒆𝒏𝒏𝝋) = 𝝆(𝒄𝒐𝒔𝝑 + 𝒊𝒔𝒆𝒏𝝑) Tale uguaglianza è soddisfatta se e solo se valgono le seguenti uguaglianze tra numeri reali: 𝑟 = 𝑛√𝜌 𝑟𝑛 = 𝜌 { ⟺{ 𝜗 2𝜋 𝑛𝜑 = 𝜗 + 2𝑘𝜋 (𝑘 ∈ 𝑍) 𝜑 = +𝑘 (𝑘 ∈ 𝑍) 𝑛 𝑛 Notiamo che per k = 1, 2,.., n-1 otteniamo n valori differenti dell’angolo ϕ. Tali valori, che dipendono da k, sono le n radici n-me di z in C: 𝝑 𝟐𝝅 𝝑 𝟐𝝅 √𝝆(𝒄𝒐𝒔𝝑 + 𝒊𝒔𝒆𝒏𝝑) = 𝒏√𝝆 [𝐜𝐨𝐬 ( + 𝒌 ) + 𝒊𝒔𝒆𝒏 ( + 𝒌 )] 𝒄𝒐𝒏 𝒌 = 𝟎, 𝟏. . 𝒏 − 𝟏 𝒏 𝒏 𝒏 𝒏 𝒏 Esempio Trovare le soluzioni in C dell’equazione 𝑧 3 = 1 1 = 1(𝑐𝑜𝑠0 + 𝑖𝑠𝑒𝑛0) 3 𝑟 = √1 = 1 𝜑= 0 2𝜋 +𝑘 𝑐𝑜𝑛 𝑘 = 0,1,2 3 3 51 Prof. Giuseppe Frassanito per cui i valori distinti delle radici si ottengono in corrispondenza dei valori degli argomenti 𝑧1 = 1 𝑧2 = 𝑐𝑜𝑠 2𝜋 2𝜋 1 √3 + 𝑖𝑠𝑒𝑛 = − +𝑖 3 3 2 2 𝑧3 = 𝑐𝑜𝑠 4𝜋 4𝜋 1 √3 + 𝑖𝑠𝑒𝑛 = − −𝑖 3 3 2 2 E’ possibile rappresentare nel piano di gauss le radici n-esime del numero complesso. Esse sono rappresentate dai vertici di un poligono regolare inscritto nella circonferenza di centro O e raggio 𝑛√𝜌 . z1 z0 z2 Forma esponenziale dei numeri complessi I numeri complessi si possono rappresentare in forma esponenziale nel seguente modo: 𝒛 = 𝒂 + 𝒊𝒃 = 𝝆(𝒄𝒐𝒔𝝑 + 𝒊𝒔𝒆𝒏𝝑) = 𝝆 ∙ 𝒆𝒊𝝑 Dove e indica il numero di Nepero ed è la base dei numeri naturali, rappresenta il modulo del numero complesso z e 𝝑l’argomento del numero complesso. L’uguaglianza 𝒄𝒐𝒔𝝑 + 𝒊𝒔𝒆𝒏𝝑 = 𝝆 ∙ 𝒆𝒊𝝑 è detta formula di Eulero e la sua dimostrazione è rimandata a studi successivi. 52 Prof. Giuseppe Frassanito Le operazioni tra numeri complessi espressi in forma esponenziale seguono le proprietà delle potenze. Posto 𝑧1 = 𝜌1 𝑒 𝑖𝜗1 𝑒 𝑧2 = 𝜌2 𝑒 𝑖𝜗2 Si ha 𝑧1 ∙ 𝑧2 = 𝜌1 ∙ 𝜌2 𝑒 𝑖(𝜗1 +𝜗2 ) 𝑧1 : 𝑧2 = 𝜌1 𝑖(𝜗 −𝜗 ) ∙𝑒 1 2 𝜌2 𝑧1𝑛 = 𝜌1𝑛 𝑒 𝑖𝑛𝜗1 𝑛 𝑛 √𝑧1 = √𝜌 ∙ 𝑒 𝜗 2𝜋 𝑖( 1 +𝑖 ) 𝑛 𝑛 𝑐𝑜𝑛 𝑘 = 0, 1, 2 … , (𝑛 − 1) Tenendo conto della formula di Eulero possiamo scrivere: 𝜋 Esempio: esprimere il numero complesso 𝑧 = 𝑒 𝑖 6 in forma algebrica 𝜋 𝑧 = 𝑒 𝑖 6 = 𝑐𝑜𝑠 𝜋 𝜋 √3 1 + 𝑖𝑠𝑒𝑛 = + 𝑖 6 6 2 2 Esempio: esprimere il numero complesso z=1 – i in forma trigonometrica ed esponenziale. La forma trigonometrica risulta: 53 Prof. Giuseppe Frassanito La forma esponenziale risulta: L’unità immaginaria come operatore di rotazione Pensiamo ad un numero reale positivo +a posizionato sull’asse dei numeri reali. Moltiplicare tale numero per -1 vuol dire ottenere come risultato –a, e ciò corrisponde ad una rotazione di a intorno all’origine di 180°, o di Moltiplicare il numero +a due volte vuol dire effettuare una rotazione di 360°, o 2, come dire non effettuare alcuna rotazione. Quindi moltiplicare per +1 equivale ad una rotazione pari a 00. Moltiplicare il numero a per i, l’unità immaginaria vuol dire ruotare il numero di /2 in senso antiorario 54 Prof. Giuseppe Frassanito Moltiplicare il numero a per i2 vuol dire ruotare il numero di /2 + /2 = in senso antiorario e ciò, come già visto, equivale a moltiplicare il numero a per -1 Se l’unità immaginaria i è associata ad un angolo di 90°, il numero complesso è l’operatore che consente di ruotare il numero a di un angolo , variabile a piacere Moltiplicare un numero complesso z = a + ib: per i, vuol dire ruotarlo di 90° in senso antiorario. per i2, vuol dire ruotarlo di 180° in senso antiorario. per i3 = -i, vuol dire ruotarlo di 270° in senso antiorario. per i4 = 1, vuol dire ruotarlo di 360° in senso antiorario ed ottenere ancora lo stesso numero complesso. Dividere un numero complesso z per l’unità immaginaria vuol dire ruotarlo di 90° in senso orario ottenendo così un numero complesso ruotato in ritardo di 90° rispetto a z. Utilità dell’unità immaginaria. L’unità immaginaria i è un operatore che ha modulo unitario e argomento /2. Ma perché è utile nella descrizione di fenomeni fisici? Valutiamo un paio di fenomeni e vediamo se l’operatore immaginario ci può aiutare. 55 Prof. Giuseppe Frassanito Pensiamo a due punti che si muovono su una circonferenza di moto circolare uniforme e distano di 90°. Se il fenomeno fisico che li contraddistingue è il medesimo (v=2pRf), come si può distinguere la differenza angolare tra i due punti? La differenza di fase tra tensione e corrente in due fondamentali componenti elettrici, il condensatore e l’induttore, descritti idealmente dalla capacità e dall’induttanza, è pari a 90°. Come può essere messo in evidenza tale fenomeno, tenendo presente che la legge che li governa (Ohm) è la stessa? E’ l’operatore i che vi viene in aiuto: in particolare è il metodo simbolico che con una semplice rappresentazione in campo complesso delle grandezze reali ci consente di effettuare l’analisi di tali fenomeni fisici e di molti altri. Esempio Per un induttore in regime sinusoidale la tensione è in anticipo rispetto alla corrente di 90°, ossia In un condensatore la tensione è in ritardo rispetto alla corrente di 90°, ossia: Si può sostenere che un numero complesso viene utilizzato nelle applicazioni che richiedono di giustificare analiticamente il ritardo o l’anticipo di una grandezza vettoriale rispetto ad un’altra di un angolo compreso tra 0 e 360°. 56 Prof. Giuseppe Frassanito Il numero complesso z come operatore di rotazione Il numero complesso 𝒛 = 𝝆 ∙ 𝒆𝒊𝝑 = 𝒄𝒐𝒔𝝑 + 𝒊𝒔𝒆𝒏𝝑 è un operatore che determina una rotazione intorno all’origine di un angolo 𝝑. Effettuare il prodotto tra due numeri complessi 𝑧 = 𝑐𝑜𝑠𝜗 + 𝑖𝑠𝑒𝑛𝜗 𝑒 𝑤 = 𝑐𝑜𝑠𝜑 + 𝑖𝑠𝑒𝑛𝜑 vuol dire determinare una rotazione complessiva pari alla somma dei singoli argomenti di ciascun numero complesso 𝝑 e ϕ. Riferimenti bibliografici http://web.math.unifi.it/users/dolcetti/Veronica_Gavagna_Numeri_razionali.pdf L. Lamberti – L. Mereu – A. Nanni: Nuovo Lezioni di Matematica A - Etas www.matematicamente.it- numeri complessi www.claudiocancelli.it 57 Prof. Giuseppe Frassanito