Un Breve Viaggio Nell’Universo Della Matematica Liceo Scientifico Classico “ F. Quercia ” di Marcianise Progetto “ Cittadinanza Attiva ed Appartenenza al Territorio” ( Ex Art. 9) Numeri per Crescere EQUAZIONI RADICALI NUMERI COMPLESSI EQUAZIONI EQUAZIONI EGIZIANE Nel papiro Rhind si risolvono alcune equazioni, quasi tutte di 1° grado, nelle quali l’incognita è detta aha ( mucchio ), con il ″ metodo di falsa posizione ″, anche detto regula falsi. Esempio Determinare il numero che sommato al proprio x x + = 48 ) quinto dà come risultato 48 ( ovvero 5 “ falsa ” posizione :x = 5 ( per non avere frazioni al primo passaggio), non è adeguato perché se si x sostituisce x = 5 in x + 5 = 48 si ha 6 e non 48, ma se 48 è multiplo di 6, lo stesso multiplo di 5 darà x. Per ottenere 48 da 6 si moltiplica 6 per 8 ( 6 * 8 = 48 ). Quindi, per ottenere la x cercata da 5 si dovrà moltiplicare per 8 ( il 5 ) cioè 5 * 8 = 40 x 40 + = 48 ⇒ 40 + 8 = 48 5 ovvero x = 40 pertanto si ha : IL PAPIRO DI BERLINO La somma delle aree di due quadrati è 100. Tre volte il lato di uno è quattro volte il lato dell’altro; quali sono ? x2 + y2 = 100 e 3x = 4y Si pone : x = 4 si avrà : e y = 3 x2 + y2 = 42 + 32 = 25 ≠ 100 ma : 100 = 102 e 25 = 52 ed essendo : 10 : 5 = 2 risulta : x = 4*2=8 e y =3*2=6 quindi : x2 + y2 = 82 + 62 = 64 + 36 = 100 FIBONACCI E IL LIBER ABACI Dal De laboratore quaestio notabilis si studia il seguente problema : Un lavoratore avrebbe dovuto prendere 7 bisanti al mese se avesse lavorato, ma avrebbe dovuto restituire 4 bisanti per un mese di assenza dal lavoro. Questi talvolta lavorò e talvolta no alla fine del mese ( 30 giorni ) ricevette un bisante. Quanti giorni di lavoro ha fatto il lavoratore? RISOLUZIONE DEL PROBLEMA CON FIBONACCI Ai nostri tempi si imposta la seguente equazione: x ( 30 − x ) 7 − 4 = 1 30 30 Fibonacci usa il metodo della falsa posizione. doppia per 15 gg. 1 bisante e ½ 7*15/30 – 4* 15 / 30 per 20 gg. 3 bisanti e 1/3 7*20/30 – 4* 10 / 30 Si imposta la proporzione: 1 1 1 ( 20 − 15) : 3 + − 1 + = ( 20 − x) : 3 + − 1 3 2 3 da cui risulta :x = 150 11 = 13 + 7 11 , quindi quel lavoratore ha lavorato 13 giorni e 7/11 di giorno. L’ALGEBRA DI BOMBELLI La semplificazione dei radicali doppi fu studiata in alcuni casi particolari da Rafael Bombelli. In Algebra, Bombelli si occupò del calcolo con potenze, con radici e di equazioni algebriche e contribuì all’elaborazione delle tecniche risolutive delle equazioni di terzo grado. A lui si deve l’introduzione degli esponenti, in modo sistematico, per indicare le potenze dell’incognita. Bombelli introdusse i termini più di meno e meno di meno, termini che abbrevia nelle scritture “ p d m ” e “ m d m ” e dei quali fornisce le “ regole ” moltiplicative. Le “ regole ” di Bombelli p. d. m. = i m. d. m. = - i Bombelli stabilisce che : ( -1 ) ( + i) = -i ( -1 ) ( - i ) = i ( + i ) ( + i ) = i2 = -1 ( + i ) ( - i ) = - i2 = + 1 ( - i ) ( - i ) = + i2 = - 1 e si possono riassumere nella seguente tavola : X +1 -1 +i -i +1 +1 -1 +i -i -1 -1 +1 -i +i +i +i -i -1 +1 -i -i +i +1 -1 Portano al gruppo moltiplicativo commutativo a elementi in C ( {+1; -1; + i; - i } ; ∗ ) il gruppo delle radici quadrate dell’unità. Nell’Algebra si trova la corretta trattazione di alcune equazioni di terzo grado che, se risolte con il procedimento di Cardano-Tartaglia, portano a radicali doppi con quantità non reali. 3 x = 15x + 4 x= 3 2 + 11i + 3 2 − 11i Bombelli provò che è possibile scrivere: 2 ± 11i = ( 2 ± i ) 3 e dunque riuscì a concludere correttamente in R : x = ( 2 + i) ( 2 − i) = 4 ( Dis ) uguaglianza e ( dis ) equazione Si deve tener presente la distinzione tra: uguaglianza ed equazione disuguaglianza e disequazione Nell’uguaglianza si afferma che gli oggetti A e B sono uguali ( ad esempio : hanno lo stesso valore numerico ). Nell’equazione si chiede di determinare ( tutti ) i valori di un incognita x affinché A ( x ) e B ( x ) siano uguali. In modo analogo per le disequazioni. Lo statuto epistemologico di dis ( uguaglianza ) e dis ( equazione ) è diverso. INTRODUZIONE DEI SIMBOLI ″ = ″, ″ > ″, ″ < ″ Il simbolo ″ = ″ compare nel 1557 ( in The Wheststone Of Witte manoscritto di Bombelli); una pubblicazione a stampa con il simbolo ″ = ″ è del 1618 ( ad opera di W. Oughtred ). I simboli ″ < ″ , ″ > ″ compaiono nel 1631 in Artis Analyticae Aequationes Algebraicas di Praxis ad Resolvendas, opera postuma Thomas Harriot ( 1560 - 1621 ). ″Signum majoritatis ut a > b significet a mariorem quam b ″ e ″ Signum minoritatis ut Per quanto riguarda le equazioni e uguaglianze si ha una ricca Storia a partire dagli antichi papiri egizi , le tavolette babilonesi, le interpretazioni geometriche dei greci, gli sviluppi in India e presso gli Arabi, i problemi nuovi con Bombelli, nel rinascimento per giungere ad Euler, Ruffini. Per le diseguaglianze e disequazioni la storia è povera, infatti i riferimenti a tale riguardo sono molto scorsi. Nell’Algebra di L. Euler ( ed. del 1828 ) il primo ″ regole ″ di Cartesio e di Tartanville ( 1885 ) si possono ricondurre a disequazioni. Da ciò si è evidenziato un’asimmetria storica: l’equazione sintetizza il problema da risolvere; la disequazione esprime le condizioni che consentiranno di accettare una soluzione. Spesso, nella storia, le disequazioni sono state risolte ricorrendo ad opportune equazioni “associate”. Tale situazione è stata spesso influenzata dai contesti socio-culturali; la “soluzione concreta” astratto ″ campo di possibilità ″. In tempi recenti è stato rilevato il ruolo ″autonomo ″ delle disequazioni ma didatticamente una qualche ″ subordinazione operativa ″ è ancora rilevabile. Una disequazione in x ∈ ℜ individua un sottoinsieme della retta reale, spesso un sottoinsieme infinito ( non numerabile ) come un segmento o una semiretta. Le caratteristiche di tale sottoinsieme sembrano identificate nei “ punti di frontiera ”, il cui ricavo si riconduce alla risoluzione dell’equazione associata alla disequazione data. Ma all’asimmetria storica si è sovrapposta una impropria analogia didattica; ciò può causare l’errata riconduzione operativa di disequazioni ed equazioni. Anche i registri simbolici non possono non indurre considerazioni di analogia tra f ( x ) = g ( x ) e f ( x ) < g (x). Per risorse, materiali ( scaricabili ) e indicazioni bibliografiche si può consultare il sito di servizio per insegnanti e studenti : www.syllogismos.it NUMERI COMPLESSI STORIA DEI NUMERI COMPLESSI Sa che da un numero negativo non è possibile estrarre la radice quadrata. Questo fu riconosciuto, dal matematico indiano Mahavira, nel secolo IX. Per molti secoli, le radici dei numeri negativi furono trascurate. Finché nel Cinquecento, alcuni matematici, furono posti davanti al problema di dare un significato a queste strane quantità. Uno dei primi ad occuparsene fu Cardano nella sua opera Ars Magna dove presentò le formule per la risoluzione dei radicali e delle equazioni di terzo grado, dovute a Tartaglia e le formule per risolvere i radicali delle equazioni di quarto grado, trovate da Ferrari. Lo stesso Cardano non riuscì a spiegare espressioni come −1 così finì per chiamarle sofistiche. In seguito Bombelli riprese il concetto di numeri immaginari. Egli introdusse le notazioni p.d.m ( più di meno) per i e m.d.m. (meno di meno) per – i, da cui la scrittura : Rc [ 2p.d.m.2] per indicare 3 2 + 2i . Egli inoltre, definì per essi le quattro operazioni, e formulò le fondamentali regole di calcolo. Anche Cartesio respinse le radice complesse e coniò per esse il termine immaginarie. Lo stesso imbarazzo di fronte a questo problema fu provato da Newton e Leibniz. Quest’ultimo, nel 1702, definì il numero come ‘ mostro dell’analisi ’, e fu anche ripudiato da Cauchy. Solo nel 1811 Gauss diede una valida e semplice interpretazione dei numeri complessi: il numero complesso può essere visto come un punto del piano chiamato piano di Gauss. E fu proprio lui ad introdurre il termine numero complesso. Numeri Complessi Il numero complesso è la somma di un numero reale e di un numero immaginario. I numeri complessi sono usati in campi matematici, in campi fisici, in ingegneria specialmente in elettromagnetica e telecomunicazioni o elettronica, per la loro utilità nel rappresentare onde elettromagnetiche In matematica i numeri complessi formano un campo e sono generalmente visualizzati come punti del piano, detto piano complesso. La proprietà più importante che caratterizza i numeri complessi è il teorema fondamentale dell’algebra, che asserisce che : qualunque equazione polinomiale di grado “ n ” ha esattamente “ n ” soluzioni complesse, non necessariamente distinte. L’unità immaginaria: I numeri complessi sono un’estensione dei numeri reali nata inizialmente per consentire di trovare tutte le soluzioni delle equazioni polinomiali, ad esempio, l’equazione :x 2 = − 1 non ha soluzioni reali perché in questo insieme non esistono numeri il cui quadrato sia negativo. Si definisce allora il valore i che 2 gode della seguenteiproprietà: = −1 I numeri complessi sono formati da una parte reale e una immaginaria: a + ib Come i numeri reali sono in corrispondenza biunivoca con i punti di una retta, quelli complessi sono in corrispondenza con i punti del piano, detto piano complesso, al numero complesso a + ib Si associa il punto di coordinate cartesiane (a,b). RADICALI RADICALI Perché sono stati inventati i radicali? Perché si è avuto il desiderio di risolvere dei problemi nei quali si chiedeva di determinare il valore di un numero, conoscendo una relazione fra potenze con esponente noto di esso. In alcuni testi babilonesi, antecedenti il quinto secolo a. C.,s’incontrano problemi di astronomia, di geometria o di natura commerciale che conducono alla determinazione delle radici quadrate, cubiche o di ordine superiore, che allora si calcolavano con apposite tavole numeriche. Se la radice cercata era un numero intero, essa era data con esattezza. Per le altre radici, i corrispondenti numeri sessagesimali erano soltanto approssimati. Questi calcoli produssero un piccolo terremoto nella cultura del mondo greco. Infatti, nella matematica greca si era affermata la teoria pitagorica, secondo la quale ogni cosa da rapporti fra numeri naturali. Fu grande l’apprensione dei pitagorici, quando si resero conto che il rapporto fra la diagonale e il lato di un quadrato non può essere espresso da un numero intero né da un quoziente tra due numeri interi. Con la teoria delle proposizioni ( Eudosso ) si risolsero problemi coinvolgenti anche grandezze incommensurabili, ma nessun numero fu usato per esprimere tali rapporti, ciò favorì la separazione dell’aritmetica dalla geometria. La necessità di risolvere problemi, mantenne viva la ricerca sul calcolo approssimato di radici ennesime di numeri e di ciò vi è traccia già nell’opera di Teodoro Cirene ( 4°÷3° secolo a.C. ) della radice quadrata. Fino al medioevo, il calcolo delle radici approssimate di numeri interi era eseguito usando delle tabelle costruite per tentativi. Una prima idea di ciò è presente nel Liber Abaci di Fibonacci ( 1202), con le prime estrazioni di radici cubiche. Le regole di moltiplicazione, divisione ed estrazione di radice quadrata si leggono nella opera del matematico hindu Bhaskara ( XII° sec d. C. ), ma le dimostrazioni dei radicali sono state scritte dopo la pubblicazione de “ l’introduzione all’arte analitica ”( 1591 ) opera di Viéte e consentì di fare dimostrazioni generali a congetture. Nel XVI° sec. compare la nozione di esponente ♣ Cardano ( 1501 – 1576 ) indicava i numeri negativi come radici delle equazioni, però nutriva forti dubbi sul loro significato. ♣ Cartesio ( 1596 – 1650 ) li usò nel calcolo, ma non li rappresentò mai geometricamente. ♣ Nel 1572, nell’ Algebra di Bombelli si leggono delle chiare definizioni dei numeri negativi. ♣ Nel 1831 de Morgan sosteneva che : “ quando un’espressione negativa compare come soluzione di un problema, ciò significa che si è in presenza di qualche incoerenza o assurdità ”. Fino alla fine del XVII secolo si effettuavano calcoli approssimati di radici senza il problema di un sistema di numeri che li comprendesse; questo problema richiamò l’attenzione dei matematici del XIX secolo e nel 1872 prima e nel 1883 poi fu risolto da Dedekind e Cantor in Con la partecipazione dei ragazzi della III ^ G Alberico Luigi Canciaruso Luca Barbarano M. Rosaria Iodice Angelo Zarigno Giuseppina Iovinella Marika Conetta Mario Cimmaruta Antonio Trombetta Pasqualina Zarigno Maria Libera Lamberti Laura Smeragliuolo Grazianna e con la partecipazione dei ragazzi della IV ^ G Aruta Mara Frattolillo Giuseppe Porfidia Domenico Di Bernardo Emilia Tartaglione Francesco Sorbo Antonella Coordinamento e supervisione del prodotto Prof. Bruno Angelo Ci scusiamo se il lavoro è risultato un po’ lungo ma le argomentazioni erano tante e non è stato semplice scegliere quello che andava messo. GRAZIE PER L’ATTENZIONE …… ….. E PER IL TEMPO .