4 S in alute DA SAPERE SE L’ARTROSI TI METTE IN GINOCCHIO Si chiama gonartrosi la localizzazione al ginocchio della degenerazione articolare. Il paziente avverte dolore e sensazione di instabilità sia nel cammino sia, e soprattutto, nel salire e scendere le scale, ma il dolore può manifestarsi anche a riposo. Spesso viene anche percepito un crepitio, dovuto allo sfregamento delle superfici articolari alterate dalla malattia, du- rante i movimenti attivi e passivi. Nella fase acuta può inoltre manifestarsi un versamento articolare (“acqua nel ginocchio”). Più frequente nelle donne, si manifesta generalmente intorno ai 50 anni e tende a pro- gredire con l’avanzare dell’età, in certi casi fino ad una spiccata impotenza funzionale. Oltre alle terapie classiche, per le quali è necessario rivolgersi ad uno specialista reumatologo, è stato recentemente proposto l’impiego del- la ossigeno-ozono terapia, che consiste in una serie di infiltrazioni di una miscela di ossigeno e ozono nell’articolazione e che sembra efficace sia per combattere il dolore sia per ripristinare la funzionalità articolare. Giunture doloranti? Nei giovani, attenti al cuore! G ià all’alba della nostra civiltà, nell’antica Grecia, il grande medico Ippocrate (460-377 a.C.) aveva descritto i sintomi del reumatismo articolare, che aveva chiamato “artrite”. Da allora le conoscenze sulle cause di questa patologia si sono enormemente evolute e sono state messe a punto terapie efficaci, anche se permangono ancora oggi alcune incertezze circa l’essenza della malattia. Restano invece molto confuse le idee dei profani, che tendono ad etichettare come “reumatismi” la maggior parte dei dolori a carico dei muscoli o delle articolazioni. Ma il concetto di malattia reumatica è molto più complesso. Innanzitutto si dovrebbe parlare di “malattie reumatiche” al plurale, dal momento che questa definizione comprende numerose forme patologiche, suddivisibili in due grandi gruppi: quelle di natura infiammatoria e quelle non infiammatorie. Considerando le forme più note, appartengono al primo gruppo l’artrite reumatoide, la gotta e il reumatismo articolare acuto, mentre l’artrosi, ad esempio, appartiene al secondo. L’infiammazione che sta alla base dell’artrite reumatoide è cronica e coinvolge soprattutto il tessuto connettivale, presente in tutto il corpo: per questo motivo la malattia può compromettere, oltre alle articolazioni, anche altri apparati, come quello respiratorio e circolatorio, nonché il sistema nervoso centrale. Si suppone che la causa sia un’infezione virale che colpisce solo soggetti predisposti geneticamente a contrarre la malattia, ma non vi sono certezze a questo proposito. I sintomi, che consistono in dolore e rigidità articolare, interessano soprattutto mano, polso, gomito, spalla, ginocchio. Nella gotta (detta anche artrite gottosa) i disturbi sono dovuti al deposito di cristalli di info ➔ INDIRIZZI INTERNET www.artrosi.it www.sanihelp.it Il dolore articolare è un sintomo ben noto e assai diffuso, di cui spesso viene sottovalutata l’importanza fino a quando non limita seriamente l’autonomia di movimento. Ma se si pensa che lo Stato eroga annualmente 5.500 milioni di Euro per le pensioni a soggetti resi invalidi da una malattia reumatica e se si tiene presente che alcune forme di questa malattia possono compromettere anche i polmoni e il sistema nervoso e, nei soggetti giovani, possono danneggiare il cuore, si può capire l’importanza di una cura efficace e tempestiva. MALATTIA REUMATICA acido urico nella cavità articolare, generalmente a livello del piede. L’artrosi è invece il risultato di un processo degenerativo a carico delle cartilagini articolari, spesso dovuto ad usura per invecchiamento: si stima che nell’80% delle persone siano presenti fenomeni artrosici dopo i 75 anni. Gi- nocchia e anche sono le articolazioni colpite più di frequente, ma è tutt’altro che raro l’interessamento dei dischi della colonna vertebrale, dove la localizzazione della malattia nella parte più alta provoca la ben nota artrosi cervicale, mentre se è colpita la parte bassa della colonna si verifica l’artrosi lombare che, quando provoca compressione e infiammazione del nervo ischiatico, dà luogo alla famigerata “sciatica”. Parliamo per ultimo del reumatismo articolare acuto perché si trat- ta della forma di malattia reumatica più pericolosa, in quanto non di rado compromette anche il cuore. Molto diffusa nei paesi del mondo occidentale fino al secondo dopoguerra (un caso all’anno ogni 1000 persone negli anni ‘50), questa malattia successivamente ha subito una notevole diminuzione (attualmente 1-5 casi l’anno ogni 100.000 persone) grazie all’uso degli antibiotici e al miglioramento delle condizioni igienico-ambientali e dell’alimentazione. È però probabile un nuovo aumento di casi in rapporto ai fenomeni immigratori dal terzo mondo, dove la malattia costituisce ancora un serio problema socio-sanitario. Il reumatismo articolare acuto, che colpisce soprattutto i bambini e i giovani in età compresa fra i 5 e i 15 anni e presenta una tendenza assai spiccata alle recidive, è dovuto ad una infezione da streptococco beta emolitico di gruppo A. Solitamente inizia con una faringotonsillite, generalmente con febbre, seguita da un periodo asintomatico di circa due settimane. La fase successiva è caratterizzata da un brusco innalzamento della temperatura con dolori articolari, malessere generale e a volte manifestazioni cutanee (noduli sottocutanei e macchie rossastre che scompaiono dopo poche ore ma ricompaiono poi in altre sedi). In questa fase possono manifestarsi le complicazioni più temibili, a carico del sistema nervoso (movimenti involontari della “corea di Sydenham”, comunemente detta “ballo di San Vito”) e, soprattutto, a carico del cuore. La localizzazione cardiaca, che può risultare fatale nella fase acuta, tende a cronicizzarsi provocando un’endocardite, che danneggia gravemente le valvole del cuore, oppure una miocardite-pericar- dite, a cui possono conseguire gravi aritmie o addirittura scompenso cardiaco. Anche se in ambito medico il reumatismo articolare acuto è conosciuto come “la malattia che sfiora le articolazioni e morde il cuore”, fortunatamente solo in una percentuale relativamente piccola di casi la faringo-tonsillite streptococcica provoca la febbre reumatica, e di questi casi solo la metà circa va incontro al danno cardiaco. È interessante ricordare che alcuni studi epidemiologici condotti negli ultimi anni hanno dimostrato che attualmente la faringo-tonsillite streptococcica dà luogo al reumatismo articolare acuto in un numero di casi molto minore che in passato, mentre la complicanza cardiaca non è più rara di quanto fosse ieri. Tutto sommato era meglio quell’artrite così dolorosa, ma di per sé innocua, che ci avvisava della presenza di un reumatismo capace di evolvere verso una cardiopatia. La terapia si basa soprattutto sulla somministrazione di penicillina (a forti dosi nella fase iniziale e successivamente in dosi di mantenimento per diversi anni) e di acido alcetilsalicilico; nei casi più gravi si ricorre anche all’uso di cortisonici. Per tutte le altre forme di malattia reumatica è disponibile un ventaglio di cure che va dalla somministrazione di farmaci antidolorifici e antinfiammatori all’infiltrazione di cortisonici nell’articolazione colpita, alle cure termali, alla massoterapia e chinesiterapia, all’agopuntura. Benché l’obiettivo della completa guarigione non sia, il più delle volte, raggiungibile, si può ottenere un buon controllo dei sintomi dolorosi e rallentare o arrestare il progredire della patologia verso stadi invalidanti. Francesco Viglienghi