FOCUS: L’ARTROSI Con la parola artrosi si definisce una patologia degenerativa che colpisce i capi articolari, cioè quelle strutture, a volte estremamente complesse, che servono ad unire due diversi capi ossei. Già nelle fasi iniziali l’evoluzione della malattia non interessa solamente la cartilagine articolare ma coinvolge tutte le componenti articolari (cartilagine, osso subcondrale, capsula articolare, legamenti, ecc.). È la patologia più diffusa al mondo, in crescente aumento dato il costante invecchiamento della popolazione mondiale. Si calcola che nel 2020 gli ultrasessantacinquenni (>65 anni) saranno circa il 25% con una spesa, nei soli Sati Uniti, stimabile in circa 100 miliardi di dollari. In Italia circa 4 milioni di pazienti soffrono di artrosi sintomatica e il 15%-20% delle visite del MMG sono dovute ad affezioni reumatiche (prevalentemente artrosi, lombalgia, reumatismi extrarticolari). Questa è solo la punta dell’iceberg in quanto, come detto prima, spesso ci si accorge del problema tardivamente quando le opzioni terapeutiche sono ormai ridotte. Inoltre, la patologia artrosica, che per sue caratteristiche di evoluzione naturale tende a essere sottostimata sia dai pazienti sia dai medici, è una delle cause più frequenti di perdita di giornate lavorative con una spesa sociale enorme. I costi totali,diretti e indiretti, per l’Italia sono stimati in 7 miliardi (dato corretto da studi con calcoli in lire) di euro con una spesa pro capite di 455 € di cui 293 € per la terapia, 122 € per la diagnostica, 44 € per prevenzione e cura della gastropatia. Concetto fondamentale: la cura dell’artrosi non è ipotizzabile senza un progetto riabilitativo. La terapia medica e la chinesiterapia devono essere utilizzate in maniera combinata per ottenere il miglior risultato possibile. Negli ultimi decenni si sta puntando molto sul concetto di protezione articolare da cui la produzione di integratori alimentari a base di glucosamina, condroitin solfato, collagene di tipo II non denaturato e altri condroprotettori da assumere per via orale o di acido ialuronico, nucleotidi e altri dispositivi medici per le infiltrazioni intrarticolari. Dalle ultime ricerche é sempre più evidente che l’acido ialuronico, costituente fondamentale della cartilagine e del liquido sinoviale, ha un effetto “disease/structure modifying”, è in grado cioè di modificare e di interrompere la spirale di progressione della malattia che porta inevitabilmente alla perdita della funzionalità articolare o anche dell’articolazione stessa. Pertanto, si sta sempre più diffondendo la pratica infiltrativa a base di acido ialuronico chiamata VISCOSUPPLEMENTAZIONE; questa é destinata, nei prossimi anni, a ricoprire un ruolo centrale nella terapia dell’artrosi. Consiste, appunto, nell’eseguire dei cicli d’iniezione intrarticolare di acido ialuronico in modo da ridurre il dolore, riprendere la motilità articolare, evitare l’uso di FANS o altri farmaci in genere gastrolesivi. Anche in questo campo l’ecografia interventistica è di fondamentale importanza in quanto, permettendo di guidare la direzione dell’ago, garantisce il successo tecnico d’iniezione intrarticolare nel 100% dei casi; la garanzia é ulteriormente convalidata dal referto e dalla documentazione iconografica che dovrebbe sempre accompagnare l’attività di ogni medico ma che per il medico Radiologo é assolutamente imperativo in quanto definisce l’essenza della propria attività; tutto questo a maggior garanzia e tutela del paziente. Se il concetto di sicurezza è importante per spalle e ginocchia, diventa imperativo per articolazioni “difficili” quali l’anca e le piccole articolazioni di mani e piedi. Per quanto riguarda l’anca, in particolare, date la sede profonda e la ridotta estensione della cavità articolare dovrebbe essere assolutamente vietata l’infiltrazione senza guida ecografica (la guida radioscopica è meno sicura e somministra INUTILMENTE radiazioni ionizzanti!). Nel nostro centro abbiamo definito un percorso integrato che prevede la combinazione tra trattamento infiltrativo ecoguidato, terapia medica orale di supporto e fisio-chinesiterapia affermando nel contempo in maniera inequivocabile la centralità del paziente rispetto all’intervento sanitario e non viceversa.