a.a. 2011/12 Laurea triennale in Informatica Corso di Analisi Matematica Calcolo differenziale Avvertenza Questi sono appunti “informali” delle lezioni, che vengono resi disponibili per comodità degli studenti. Parte del materiale presentato è tratto dai libri di testo consigliati, la cui consultazione è vivamente incoraggiata. 1 / 42 Derivabilità e derivata in un punto In questo capitolo, A è un intervallo oppure l’unione di intervalli disgiunti. Denotiamo con Å l’insieme dei punti interni di A, cioè i punti diversi dagli estremi. Sia f : A → R e sia x0 ∈ Å. La funzione f (x) − f (x0 ) x − x0 si chiama rapporto incrementale di f in x0 . x ∈ A \ {x0 } 7→ Interpretazione “pratica”, geometrica e cinematica . . . Diciamo che f è derivabile in x0 se il rapporto incrementale di f in x0 converge per x → x0 . In tal caso, il numero lim x→x0 f (x) − f (x0 ) x − x0 si chiama derivata di f in x0 e si denota con f 0 (x0 ) oppure Df (x0 ). 2 / 42 Derivabilità a sinistra e a destra Diciamo che f è derivabile a sinistra in x0 se il rapporto incrementale di f in x0 converge per x → x0− . In tal caso, il numero lim x→x0− f (x) − f (x0 ) x − x0 si chiama derivata sinistra di f in x0 e si denota con f−0 (x0 ) oppure D− f (x0 ). Diciamo che f è derivabile a destra in x0 se il rapporto incrementale di f in x0 converge per x → x0+ . In tal caso, il numero lim+ x→x0 f (x) − f (x0 ) x − x0 si chiama derivata destra di f in x0 e si denota con f+0 (x0 ) oppure D+ f (x0 ). 3 / 42 Osservazioni Se x0 è un estremo del dominio di f possiamo considerare solo la derivata sinistra o destra in x0 . Se x0 è interno al dominio, la derivata di f in x0 esiste se e solo se esistono le derivate sinistra e destra in x0 e tali derivate coincidono. In tal caso: f 0 (x0 ) = f−0 (x0 ) = f+0 (x0 ). Esempi • Per f (x) = x 2 , si ha f 0 (1) = 2. p • Per f (x) = (x − 1)3 , si ha f+0 (1) = 0. E f−0 (1)? • Per f (x) = |x|, si ha f−0 (0) = −1 e f+0 (0) = 1. 1 x sin per x 6= 0 non esiste f 0 (0) né f 0 (0). • Per f (x) = x − + 0 per x = 0 4 / 42 Derivabilità e continuità Proposizione Se f è derivabile (a sinistra, a destra) in x0 , allora è continua (a sinistra, a destra) in x0 . Verifica . . . Corollario Se f non è continua in x0 , allora non è derivabile in x0 . Esempi Le funzioni parte intera e mantissa non sono derivabili in x ∈ Z. Osservazione La continuità in un punto è condizione necessaria ma non sufficiente per la derivabilità. Vedi il terzo e il quarto esempio della pagina precedente . . . 5 / 42 Retta tangente e significato geometrico della derivata Sia f : A → R, sia x0 ∈ Å e supponiamo che f sia derivabile in x0 . Chiamiamo retta tangente in x0 al grafico di f la retta di equazione y = f (x0 ) + f 0 (x0 )(x − x0 ). Motivazione? Esempio Scrivere l’equazione della retta tangente in x0 = 1 al grafico di f (x) = x 2 . Questa definizione fornisce il significato geometrico della derivata: se f è derivabile in x0 , f 0 (x0 ) è il coefficiente angolare della retta tangente nel punto di coordinate (x0 , f (x0 )) al grafico di f . Nota: i punti in cui la retta tangente al grafico di f è orizzontale (equivalentemente, la derivata di f è uguale a 0) sono chiamati punti stazionari. 6 / 42 Derivabilità in un insieme e funzione derivata Sia A ⊆ R. La funzione f si dice derivabile in A se è (definita e) derivabile in x , per ogni x ∈ A. In particolare, se A è un intervallo dire che f è derivabile in A vuole dire che f è – derivabile in tutti i punti dell’intervallo aperto, – derivabile a destra nel primo estremo dell’intervallo (se incluso), – derivabile a sinistra nel secondo estremo dell’intervallo (se incluso). Supponiamo f derivabile in A. La funzione x ∈ A 7→ f 0 (x) ∈ R si chiama funzione derivata (prima) di f e si denota con f 0 oppure Df . 7 / 42 Esempi (Catalogo - I) • Ogni funzione costante f è derivabile in R con derivata f 0 (x) ≡ 0. • La funzione identica f (x) = x è derivabile in R con derivata f 0 (x) ≡ 1. • La funzione valore assoluto f (x) = |x| è derivabile in R∗ con derivata f 0 (x) = sign(x) (non è derivabile in x = 0, cf. pag. 4). Verifica . . . Osservazione In generale, dom(f 0 ) ⊆ dom(f ); il terzo esempio mostra che talvolta l’inclusione è stretta. Chiamiamo punti singolari gli elementi di dom(f ) \ dom(f 0 ) (cioè i punti del dominio di f nei quali f non è derivabile). 8 / 42 Classificazione dei punti singolari Osservazioni preliminari Se f è derivabile a sinistra [a destra] in x0 , la derivata sinistra [destra] in x0 è il coefficiente angolare della retta tangente nel punto di coordinate (x0 , f (x0 )) alla porzione del grafico di f posta a sinistra [destra] della retta di equazione x = x0 . Se il rapporto incrementale di f in x0 diverge per x → x0 (da sinistra, da destra), f non è derivabile in x0 . Tuttavia, dato che il limite del rapporto incrementale esiste, diciamo che f ha derivata (sinistra, destra) infinita in x0 . Interpretazione geometrica? Esempi f (x) = √ n x n pari: n dispari: p f (x) = n |x| f−0 (0) non ha senso, f+0 (0) = +∞ f 0 (0) = +∞ f−0 (0) = −∞, f+0 (0) = +∞ 9 / 42 Supponiamo f continua in x0 . L’interpretazione geometrica della derivata (finita o infinita) giustifica la seguente terminologia. Se x0 è un estremo di dom(f ), diciamo che x0 è un • punto a tangente verticale se la derivata (sinistra o destra) √ di f in x0 è infinita. Esempio: f (x) = x , x0 = 0 Se x0 è interno a dom(f ), diciamo che x0 è un • flesso a tangente verticale se la derivata di f in x0 è infinita; √ Esempio: f (x) = 3 x , x0 = 0 • punto cuspidale se le derivate sinistra e destra di f in x0 sono diverse tra loro epentrambe infinite; Esempio: f (x) = |x| , x0 = 0 • punto angoloso se le derivate sinistra e destra di f in x0 sono diverse tra loro ealmeno una di esse è finita. Esempio: f (x) = −x √ x se x ≤ 0 , x0 = 0 se x > 0 10 / 42 Osservazioni Non è detto che un punto singolare sia a tangente verticale, cuspidale o angoloso. Esempio? Per classificare un punto singolare occorre calcolare f+0 (x0 ) e f−0 (x0 ), cioè calcolare i limiti destro e sinistro del rapporto incrementale di f in x0 . In alternativa, si può ricorrere al seguente risultato: Sia f continua in [x0 , x0 + δ) e derivabile in (x0 , x0 + δ). Allora: f+0 (x0 ) = lim+ f 0 (x), x→x0 a patto che il limite a secondo membro esista, finito o infinito. Analogamente per la derivata sinistra, supponendo che f sia continua in (x0 − δ, x0 ] e derivabile in (x0 − δ, x0 ). Risultato non banale: non si presuppone alcuna ipotesi sulla continuità delle derivate . . . 11 / 42 Come ottenere funzioni derivabili da funzioni derivabili Teorema (Operazioni con funzioni derivabili) Se f e g sono derivabili in x e λ ∈ R, anche le funzioni f +g , f −g , f · g , λ f sono derivabili in x e si ha (f +g )0 (x) = f 0 (x) + g 0 (x) regola della somma (f −g )0 (x) = f 0 (x) − g 0 (x) regola della differenza (f · g )0 (x) = f 0 (x) · g (x) + f (x) · g 0 (x) regola del prodotto 0 0 (λ f ) (x) = λ f (x) regola del multiplo 1 f Se g (x) 6= 0, anche le funzioni e sono derivabili in x e si ha g g 1 0 g 0 (x) (x) = − regola del reciproco g g (x)2 f 0 f 0 (x) · g (x) − f (x) · g 0 (x) (x) = regola del rapporto g g (x)2 Verifica delle regole di somma, prodotto e reciproco . . . 12 / 42 Corollario La somma, la differenza, il prodotto, la combinazione lineare, il reciproco, il rapporto di funzioni derivabili sono funzioni derivabili nei rispettivi domini. Esempi (Catalogo - II) Le seguenti funzioni sono derivabili nei rispettivi domini: FUNZIONE xn f (x) = (n ∈ N∗ , n ≥ 2) f (x) = 1 x MOTIVAZIONE DERIVATA prodotto di funzioni derivabili f 0 (x) = n x n−1 reciproco di funzione derivabile f 0 (x) = − 1 x2 funzione polinomiale combinazione lineare di funzioni derivabili ... ... ... funzione razionale rapporto di funzioni derivabili ... ... ... 13 / 42 Esercizio Calcolare la derivata delle seguenti funzioni: f (x) = 3 x 4 − 5 x f (x) = 3x 5 + 2x f (x) = 3x 2 − 2x + 1 x3 − x 14 / 42 Teorema (Composizione di funzioni derivabili) Siano f e g due funzioni tali che la funzione composta f ◦g sia definita in un intorno di x . Se g è derivabile in x e f è derivabile in g (x), allora la funzione composta è derivabile in x e si ha (f ◦g )0 (x) = f 0 (g (x)) · g 0 (x). Esempio Calcolare la derivata di f (x) = (3x 2 − 4x + 1)5 . Osservazione La regola di derivazione si generalizza alla composizione di tre o più funzioni. Per esempio: (f ◦g ◦h)0 (x) = f 0 (g (h(x))) · g 0 (h(x)) · h0 (x). Corollario La funzione composta di due o più funzioni derivabili nei rispettivi domini è una funzione derivabile nel proprio dominio. 15 / 42 Esempi (Catalogo - III) Le seguenti funzioni sono derivabili nei rispettivi domini: FUNZIONE MOTIVAZIONE DERIVATA sin(x) verifichiamo . . . cos(x) cos(x) composta di funzioni derivabili − sin(x) tan(x) rapporto di funzioni derivabili ex verifichiamo . . . ex ax composta di funzioni derivabili ax ln(a) 1 = 1 + tan(x)2 cos(x)2 16 / 42 Teorema (Derivabilità della funzione inversa) Sia f la funzione inversa di una funzione g strettamente monotona e continua in un intervallo. Sia x ∈ dom(f ) e supponiamo che • g sia derivabile in f (x), • g 0 (f (x)) 6= 0. Allora: f è derivabile in x con f 0 (x) = 1 g 0 (f (x)) . Interpretazione geometrica? 17 / 42 Esempi (Catalogo - IV) Le seguenti funzioni sono derivabili nei rispettivi domini, a eccezione dei punti indicati: FUNZIONE √ n MOTIVAZIONE x inversa di funz. deriv. ln(x) inversa di funz. deriv. loga (x) multiplo di funz. deriv. x α (α ∈ R) composta di funz. deriv. arcsin(x) inversa di funz. deriv. arccos(x) inversa di funz. deriv. arctan(x) inversa di funz. deriv. DERIVATA √ n 1 n x n−1 1 x 1 x ln(a) α x α−1 1 1 − x2 1 −√ 1 − x2 1 1 + x2 √ PUNTI SINGOLARI x =0 (x = 0) x = ±1 x = ±1 18 / 42 Osservazioni • Per α = n ∈ N, α = −1 e α = 1/n (n ∈ N∗ ), la formula (x α )0 = α x α−1 coincide con quelle già trovate. • La funzione g (x) = ln(|x|), prolungamento pari della funzione logaritmo a R∗ , è derivabile in R∗ con g 0 (x) = 1/x . • Si è già visto che la funzione radice n -sima ha in x = 0 un punto o un flesso a tangente verticale, a seconda che n sia pari o dispari. Le funzioni arcoseno e arcocoseno hanno in x = −1 e x = 1 due punti a tangente verticale. Verificare utilizzando l’osservazione di pagina 11. . . 19 / 42 Esempi Calcolare le derivate delle seguenti funzioni applicando le regole di derivazione. Individuare e classificare i punti singolari. f (x) = 2 − sin(x) x f (x) = cos(x) ex f (x) = e 1/x f (x) = cos(x 4 − 3e x ) f (x) = x|x| p 5 f (x) = 3x 2 − 4x + 1 p f (x) = 4 arctan(ln(x)) f (x) = |x| e x f (x) = arcsin(4x 2 ) p f (x) = |x|(x + 1)3 f (x) = (x 2 − 1) |x| √ f (x) = (x − 1) 3 x 2 − 3x + 2 f (x) = (x 2 + 2e 3x − tan(x))4 f (x) = |3x 2 − 4x + 1|5 20 / 42 Derivata seconda e derivate successive Sia f una funzione derivabile in un insieme A. La derivata f 0 è una funzione definita in A, che può essere derivabile o meno nei punti di A. Se f 0 è derivabile in x0 ∈ A, si dice che f è derivabile due volte in x0 . La derivata di f 0 in x0 si denota con f 00 (x0 ) (oppure con D 2 f (x0 )) e si chiama derivata seconda di f in x0 . Esempi La funzione f (x) = x 2 è derivabile due volte in R con f 00 (x) = 2 per ogni x . La funzione f (x) = x|x| è derivabile in R (con f 0 (x) = 2|x|); non è derivabile due volte in x0 = 0. Denotiamo con f 00 la funzione che a ogni x in cui f è derivabile due volte associa la derivata seconda di f in x , ossia la derivata di f 0 in x ; essa si chiama funzione derivata seconda di f . 21 / 42 Derivata seconda di alcune funzioni elementari funzione f derivata f 00 f (x) = x f 00 (x) = 0 f (x) = xα f (x) = 1/x f (x) = ex f 00 (x) dom(f 00 ) R = α(α − f 00 (x) = 2/x f 00 (x) = ex 1)x α−2 3 (0, +∞) salvo estensioni R∗ R f (x) = ln(|x|) f 00 (x) = −1/x 2 R∗ f (x) = sin(x) f 00 (x) = − sin(x) R f (x) = cos(x) f 00 (x) = − cos(x) R f (x) = tan(x) f 00 (x) = 2 tan(x) (1 + tan(x)2 ) R f (x) = arctan(x) f 00 (x) = −2x (1 + x 2 )2 R Verificare per esercizio . . . 22 / 42 Iterando il ragionamento, possiamo introdurre la nozione di funzione derivabile in un punto tre volte, quattro volte, e cosı̀ via, e definire la derivata terza, quarta, e cosı̀ via. La derivata n -esima si denota con f (n) (oppure con D n f ). Diciamo che una funzione f è di classe C k in un intervallo A se è derivabile k volte in A con derivata f (k) continua in A. Diciamo che f è di classe C ∞ in un intervallo A se per ogni n ∈ N esiste la derivata n -esima (ed è continua) in A. Per uniformità di notazione, poniamo f (0) := f e diciamo che f è di classe C 0 in A se è continua in A. Esempi Le funzioni potenza a esponente naturale, esponenziale, logaritmo, seno, coseno, tangente, arcotangente sono di classe C ∞ nei rispettivi domini. 23 / 42 Alcune applicazioni del calcolo differenziale • Studio della monotonia e della convessità di una funzione • Ricerca di estremi locali e globali di una funzione • Risoluzione di alcune forme di indecisione • Studio di funzione • Risoluzione qualitativa di equazioni 24 / 42 Premessa: legame tra variazione media e variazione istantanea Teorema del valor medio (o di Lagrange) Sia A un intervallo. Sia f : A → R, continua in A e derivabile in Å. Allora: per ogni x0 , x ∈ A esiste x̄ compreso tra x0 e x tale che f (x) − f (x0 ) x − x0 coefficiente angolare della retta secante variazione media = f 0 (x̄). coefficiente angolare della retta tangente variazione istantanea Interpretazione cinematica del teorema del valor medio? 25 / 42 Teorema (Criterio di monotonia) Sia A un intervallo e sia f : A → R. Supponiamo f continua in A e derivabile in Å. Se f 0 (x) ≥ 0 per ogni x ∈ Å, f è crescente in A. Se f 0 (x) > 0 per ogni x ∈ Å, f è strettamente crescente in A. Se f 0 (x) ≤ 0 per ogni x ∈ Å, f è decrescente in A. Se f 0 (x) < 0 per ogni x ∈ Å, f è strettamente decrescente in A. Dimostrazione . . . Esempio Determinare gli intervalli di monotonia delle seguenti funzioni: • potenza e radice • esponenziale e logaritmo • trigonometriche e loro inverse 26 / 42 Proposizione (Caratterizzazione delle funzioni a derivata nulla) Sia A un intervallo. Sia f continua in A e derivabile in Å. Allora: f 0 ≡ 0 in Å se e solo se f è costante in A. Dimostrazione: immediata! Osservazione Se A è l’unione di intervalli disgiunti e f è derivabile nei punti interni di A, con derivata identicamente nulla, allora f è costante a tratti in A. Esercizio Verificare che la funzione 1 f (x) := arctan(x) + arctan x è costante a tratti in R∗ e determinare i valori che assume negli intervalli (−∞, 0) e (0, +∞). 27 / 42 Siano A un intervallo, f : A → R, x0 ∈ A. x0 si dice punto di massimo locale (o relativo) per f in A se esiste un intorno I di x0 tale che f (x) ≤ f (x0 ) per ogni x ∈ A ∩ I ; (1) x0 si dice punto di minimo locale (o relativo) per f in A se esiste un intorno I di x0 tale che f (x) ≥ f (x0 ) per ogni x ∈ A ∩ I . (2) x0 si dice punto di estremo locale se è punto di massimo locale oppure di minimo locale. x0 si dice punto di estremo locale proprio se in (1) oppure (2) vale la disuguaglianza stretta (tranne che per x = x0 ). Osservazione Un punto di massimo/minimo globale è anche di massimo/minimo locale; in generale il viceversa non vale. Esempio: f (x) = (x 2 − 1)2 , x ∈ R. 28 / 42 Teorema di Fermat Sia A un intervallo e sia f : A → R. Sia x0 ∈ Å un punto di estremo locale per f in A. Se f è derivabile in x0 , allora si ha f 0 (x0 ) = 0. Dimostrazione . . . Interpretazione geometrica? Corollario Condizione necessaria affinché un punto interno al dominio di f sia di estremo locale è che il punto sia singolare oppure stazionario per f . Osservazione La condizione non è sufficiente. Esempi? 29 / 42 Test della derivata prima Sia f : A → R una funzione continua e sia x0 ∈ Å candidato punto di estremo locale. Supponiamo f derivabile vicino a x0 . Se, per x vicino a x0 , f 0 (x) ha segni discordi a sinistra e a destra di x0 , allora x0 è un punto di estremo locale. Precisamente: segno di f 0 segno di f 0 classificazione di x0 vicino a x0 , a sinistra vicino a x0 , a destra f 0 (x) > 0 f 0 (x) < 0 punto di massimo locale f 0 (x) < 0 f 0 (x) > 0 punto di minimo locale Se, per x vicino a x0 , f 0 (x) ha lo stesso segno a sinistra e a destra di x0 , allora x0 non è un punto di estremo locale. Dimostrazione: immediata! 30 / 42 Esempio Determinare e classificare i punti di estremo locale delle seguenti funzioni: • valore assoluto • potenza e radice • esponenziale e logaritmo • trigonometriche e loro inverse 31 / 42 Convessità (per funzioni derivabili) Sia A un intervallo e sia f : A → R, continua in A e derivabile in Å. f è convessa in A se f (x) ≥ f (x0 ) + f 0 (x0 )(x − x0 ) per ogni x0 ∈ Å, x ∈ A f è strettamente convessa in A se f (x) > f (x0 ) + f 0 (x0 )(x − x0 ) per ogni x0 ∈ Å, x ∈ A \ {x0 } Interpretazione geometrica? 32 / 42 f è concava in A se f (x) ≤ f (x0 ) + f 0 (x0 )(x − x0 ) per ogni x0 ∈ Å, x ∈ A f è strettamente concava in A se f (x) < f (x0 ) + f 0 (x0 )(x − x0 ) per ogni x0 ∈ Å, x ∈ A \ {x0 } Interpretazione geometrica? 33 / 42 Supponiamo f derivabile in x0 . Si dice che x0 è un punto di flesso se f cambia concavità in x0 , ossia se esistono un intorno sinistro di x0 in cui f è convessa e un intorno destro di x0 in cui f è concava, o viceversa. Osservazione In base alla definizione, un punto di flesso è un punto in cui la tangente al grafico di f attraversa il grafico. Ciò giustifica il termine “flesso a tangente verticale” introdotto nella classificazione dei punti singolari. Osservazione Un punto stazionario di massimo o di minimo locale non è mai punto di flesso! Perché? 34 / 42 Teorema (Criterio di convessità) Sia A un intervallo e sia f : A → R di classe C 1 in A e derivabile due volte in Å. Se Se Se Se f 00 (x) ≥ 0 f 00 (x) > 0 f 00 (x) ≤ 0 f 00 (x) < 0 per ogni per ogni per ogni per ogni x ∈ Å, x ∈ Å, x ∈ Å, x ∈ Å, f f f f è convessa in A. è strettamente convessa in A. è concava in A. è strettamente concava in A. Dimostrazione . . . Interpretazione geometrica della derivata seconda . . . Osservazione Non è detto che in un punto di flesso la derivata seconda esista. Esempio: f (x) = x|x|, x0 = 0. Tuttavia, se esiste, la derivata seconda è uguale a 0. Il viceversa non è vero. Esempio? 35 / 42 Esercizio Utilizzare il criterio di convessità per verificare le seguenti affermazioni relative alla convessità e i punti di flesso di alcune funzioni elementari: funzione descrizione punti di flesso f (x) = x convessa e concava in R f (x) = 1/x strettamente concava in (−∞, 0) strettamente convessa in (0, +∞) f (x) = x n n dispari strettamente concava in (−∞, 0] strettamente convessa in [0, +∞) f (x) = x n n pari √ f (x) = n x n dispari √ f (x) = n x n pari strettamente convessa in R strettamente convessa in (−∞, 0] strettamente concava in [0, +∞) 0 0 strettamente concava in [0, +∞) (segue) 36 / 42 funzione descrizione punti di flesso f (x) = ax (a 6= 1) strettamente convessa in R f (x) = loga (x) a>1 0<a<1 strettamente concava in (0, +∞) strettamente convessa in (0, +∞) f (x) = sin(x) strettamente concava in [0, π] strettamente convessa in [π, 2π] f (x) = cos(x) strettamente concava in [0, π/2] strettamente convessa in [π/2, 3π/2] 0, π, 2π π 3π , 2 2 strettamente concava in [3π/2, 2π] f (x) = tan(x) strettamente concava in (−π/2, 0] strettamente convessa in [0, π/2) 0 (segue) 37 / 42 funzione descrizione punti di flesso f (x) = arcsin(x) strettamente concava in [−1, 0] strettamente convessa in [0, 1] 0 f (x) = arccos(x) strettamente convessa in [−1, 0] strettamente concava in [0, 1] 0 f (x) = arctan(x) strettamente convessa in (−∞, 0] strettamente concava in [0, +∞) 0 38 / 42 Teorema (Regola di de l’Hôpital) Siano f e g due funzioni e sia x0 punto di accumulazione per il f dominio di . Supponiamo che: g (a) f e g siano entrambe infinitesime oppure entrambe infinite in x0 ; (b) f e g siano derivabili vicino a x0 ; (c) esista il limite lim x→x0 Allora: anche il rapporto f 0 (x) = ` ∈ R. g 0 (x) f (x) ammette limite in x0 e si ha g (x) f (x) lim = `. x→x0 g (x) 39 / 42 Esempi Calcolare lim x→1 ln(x) , 1 − x2 lim x→0 sin(x) − x x5 lim x→0 sin(x) ??? x Ruolo delle ipotesi f Se (a) non è soddisfatta, non è detto che il limite di sia uguale al g f0 limite di 0 . g x Esempio: lim+ x→1 ln(x) Se (c) non è soddisfatta, nulla può dirsi sul limite di f , che può g esistere o non esistere. x − sin(x) Esempio: lim x→+∞ x + sin(x) 40 / 42 Esempi (limiti “notevoli”) (a > 1) con la regola di de l’Hôpital generalizzazione, con manipolazioni algebriche ax = +∞ x→+∞ x ax = +∞ x→+∞ x α loga (x) =0 x→+∞ x loga (x)α = 0 (α, β > 0) x→+∞ xβ lim lim lim (α > 0) lim Queste uguaglianze possono essere rilette come segue: • la funzione esponenziale in base a > 1 è un infinito di ordine superiore rispetto alla funzione potenza con esponente positivo qualsiasi; • qualsiasi potenza con esponente positivo della funzione logaritmo è un infinito di ordine inferiore rispetto alla funzione potenza con esponente positivo qualsiasi. 41 / 42 Qualche studio di funzione Studiare le seguenti funzioni, tracciandone un grafico approssimativo: 1 2 φ(x) = √ e −x /2 2π N(t) = a + b (a ∈ R, b, k > 0) 1 + e −kt funzione gaussiana funzione logistica sinh(x) = e x − e −x 2 seno iperbolico cosh(x) = e x + e −x 2 coseno iperbolico 42 / 42