La Cina alla conquista del mondo con infrastrutture e banche. Ecco

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01/03/2011
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18 gennaio 2011
La Cina alla conquista del mondo con
infrastrutture e banche. Ecco dove e come
investe Pechino
di Rita Fatiguso
Il presidente cinese Hu Jintao è in arrivo oggi a Washington e l'amministrazione Obama si prepara a riceverlo
con un'accoglienza speciale, degna del rapporto fra due superpotenze. Barack Obama ha in programma due
cene con il leader del maggiore avversario economico mondiale, con cui i rapporti strategici sono sempre più
complicati: alla prima, in un formato ristretto e piuttosto atipico per il dirigente cinese, parteciperà stasera anche
Michelle Obama, Hillary Clinton e il consigliere per la sicurezza nazionale Tom Donilon. Domani si terrà una
cena di Stato alla Casa Bianca.
Il metodo con il quale la Cina si riprende il mondo è identico a quello sperimentato, con successo, in Africa:
investimenti in infrastrutture utili a facilitare la penetrazione di merci, aziende, risorse umane, istituzioni
finanziarie. Il copione si ripete nei paesi dell'Est Europa, ma anche del Nord Africa e in America latina: si
comprano porti, si partecipa agli appalti per autostrade, si aprono filiali di banche cinesi a sostegno delle stesse
aziende cinesi presenti all'estero. Icbc, la più grande banca al mondo per capitalizzazione di borsa, in questi
giorni sbarca in Europa con un tour tra Amsterdam, Bruxelles, Parigi, Madrid, Milano.
Boom di investimenti esteri nel 2010 e nei prestiti Pechino supera la Banca mondiale
«L'Asia resta la principale area di influenza della Cina»
«L'Asia rimane destinazione primaria della Cina, con un'inversione di tendenza rispetto al passato: è un
continente più dinamico, l'area che la Cina considera di sua influenza. In particolare, la scelta di Icbc conferma
Milano come piazza finanziaria in un momento di cautela del sistema bancario italiano», dice Thomas Rosenthal
responsabile dell'area studi della Fondazione Italia Cina. «L'Italia è la 44° destinazione cinese, con lo 0,008%
dei flussi, e un probabile raddoppio della presenza di aziende cinesi».
Gli investimenti esteri cinesi
Secondo i dati del ministero del commercio estero cinese nel 2009 sul 2008 le aree del Nord America e
dell'Europa sono cresciute, rispettivamente, del 318% e del 283% a scapito dell'Africa (-74%) e dell'Asia (-7%).
Due mesi fa Zhang Xiaoqiang, vice presidente della Commissione nazionale per le Riforme e lo Sviluppo,
all'inaugurazione della seconda edizione della Fiera per gli investimenti cinesi all'estero ha confermato che il Go
Global continuerà almeno per un quinquennio ancora.
Il balzo della Cina tra le potenze economiche mondiali
Le economie sviluppate sono diminuite del 48%, favorendo l'ascesa dei paesi emergenti, che toccano un quarto
del valore dei flussi globali. La Cina è seconda tra le economie emergenti e sesta a livello mondiale, ma basta
sommare nel 2009 i suoi investimenti a quelli di Hong Kong, perché si passi alla terza posizione, dopo Usa e
Francia. Prima c'erano i paradisi fiscali, ora gli investimenti cinesi dovrebbero premiare il settore primario (+24%
nel 2009) visto che la Cina nel 2010 è diventata il maggiore consumatore di energia. Ma tra i settori più
promettenti ci sono le energie alternative, molto ambite dai cinesi, l'agroalimentare e le biotecnologie,
l'information technology,la microelettronica, i servizi finanziari assicurativi, bancari e di leasing, a sostegno
dell'arrivo delle imprese cinesi. In Canada, i flussi di investimento da 7,03 ml di dollari nel 2008, sono diventati
613,13 nel 2009. Bolivia e Cile in America Latina; la Gran Bretagna, Svizzera, Spagna, Norvegia, Lussemburgo
per l'Europa; Ghana, Etiopia, Egitto, Congo, Chad, Algeria per l'Africa: Turchia, Nepal, Kirghistan e Iran per l'Asia.
18 gennaio 2011
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