Comunicato stampa - UPA - Utenti Pubblicità associati

Comunicato stampa
L’URGENZA DI UN PROGETTO: LE PROPOSTE DELL’UPA
Si è tenuta oggi a Milano, presso il Teatro Strehler, l’Assemblea annuale dell’UPA – il
riferimento associativo per le imprese che investono in pubblicità.
Teatro pieno: il presidente Lorenzo Sassoli de Bianchi ha tenuto la sua relazione a una platea
di oltre 600 persone tra imprenditori che investono in pubblicità ed esponenti di rilievo della
comunicazione.
L’urgenza di un progetto, per uscire dalla stasi socioeconomica in cui langue il Paese da troppi
mesi, è stato il tema dominante dell’incontro.
Nella sua relazione il presidente Sassoli ha lanciato alcune proposte per un progetto-Paese di
ripresa e sviluppo.
“Viviamo un momento in cui il Paese manca di una idea di futuro, stiamo vivendo il più inutile
dei momenti, quello della sospensione perenne”, ha detto Sassoli aprendo la sua relazione,
“l’attesa sarà finita quando gli specchi saranno chiusi e le finestre saranno aperte: ognuno
smette di guardare solo il proprio interesse e si aprono nuove possibilità per tutti”.
La prima proposta consiste in un tax credit per gli investimenti pubblicitari incrementali, fino
a un tetto del 10% per recuperare gli investimenti persi negli ultimi anni (3 miliardi, dal
2007). La ripresa degli investimenti in pubblicità metterebbe al riparo tutta l’editoria italiana
da una crisi senza precedenti che rischia di minare la stessa garanzia democratica. E inoltre la
ripresa della comunicazione pubblicitaria sta alla ripresa dei consumi così come quest’ultima
sta alla ripresa della crescita economica e pertanto appare davvero necessario un intervento
in tal senso.
La seconda proposta riguarda la banda larga. Di quale agenda digitale si parla se 400 mila
aziende anche di settori avanzati sono chiuse in reti telematiche lentissime? Siamo
all’87esimo posto al mondo per velocità di banda larga: artigiani con prodotti innovativi
impossibilitati a comunicarli e interi distretti isolati e tagliati fuori dalle autostrade digitali. E’
ora di mollare questo freno allo sviluppo.
La terza proposta consiste nello spostare rapidamente le deleghe sul turismo e sui beni
culturali al Ministero dello Sviluppo economico. Tutti i musei italiani, infatti, incassano meno
del solo Louvre. Con l’attuale modello di gestione è come se avessimo trasformato il nostro
“petrolio” (arte e cultura) in un costo per la collettività.
La quarta proposta è la riforma della RAI. Una RAI pubblica conferita a una Fondazione in cui
siano rappresentati tutti i settori socioeconomici e territoriali del Paese. Una rete generalista
senza pubblicità, sostenuto economicamente da un canone reso obbligatorio dal pagamento
nella bolletta elettrica. Questa formula permetterebbe al Paese di continuare ad avere un
servizio pubblico, alla RAI di recuperare efficienza e difendere le sue professionalità, ed
eviterebbe al Paese una nuova vicenda Alitalia: debiti per la collettività, incerti ricavi per
chissà chi.
La quinta proposta è di una virata culturale sul ruolo della donna nella pubblicità. L’Istituto di
Autodisciplina Pubblicitaria interviene sempre con efficacia sanzionando le campagne a
sfondo discriminatorio. Tuttavia ciò non basta a eliminare una residua zona grigia, difficile da
regolamentare se non con una costante azione di tipo culturale che parta dall’educazione nelle
scuole, e coinvolga l’intero sistema della comunicazione.
La sesta proposta riguarda la formazione dei comunicatori di domani e quindi i giovani,
sempre al centro del dibattito e ai margini delle proposte. Negli ultimi 15 anni il nostro Paese
ha perso circa 2 milioni di giovani qualificati, forse qualcosa non funziona, ed occorre
riflettere su quali saranno le competenze dei professionisti della comunicazione 3.0.
Purtroppo al momento abbiamo una pletora di facoltà che sfornano illusioni e offrono
professionalità non sempre interessanti per un mercato già saturo.
Il presidente Sassoli ha lanciato, inoltre, un canale UPA su You Tube dedicato alla
comunicazione pubblicitaria: “UPA Advertising Graffiti”. Un data base video su cui saranno
resi disponibili tutti gli spot pubblicitari dagli anni ’60 ad oggi (ad esclusione delle campagne
onair nell’ultimo anno) tematizzati per categorie (la famiglia, la città, l’abitare, gli stili
alimentari, ecc.) e introdotti da autorevoli esperti della comunicazione.
Infine, nella sua seguitissima relazione, il presidente Sassoli ha proposto anche un’attenzione
specifica alle ricerche che oggi misurano le audience dei media, auspicando che queste
evolvano di pari passo all’evoluzione straordinaria dei media di cui oggi facciamo esperienza.
Ed ha proposto un’intesa ai soggetti della comunicazione nel nostro Paese: dal prossimo
gennaio del 2014 far diventare i diritti di negoziazione il lascito mai rimpianto di un’epoca
opaca. La ventilata trasformazione dei centri media in intermediari di spazi è contraria al loro
ruolo, confonde i clienti e snatura il sistema.
“Noi siamo pronti a fare la nostra parte”, ha concluso Sassoli, “ma non possiamo fare da soli, ci
siamo sforzati di fare delle proposte concrete che hanno l’obiettivo di rendere l’intero sistema
più efficace e respondabile.”
Milano, 3 luglio 2013