Per i manager mondiali il futuro della pubblicità sarà sul web e nei new media La pubblicità è pronta a un cambiamento epocale. Lo afferma perentoriamente l’Upa (l’organismo associativo costituito dalle principali e più qualificate aziende industriali, commerciali e di servizi che investono in pubblicità) in uno studio sul futuro dell’advertising e lo ribadisce un’indagine realizzata dalla International Advertising Association (Iaa), una realtà globale che riunisce singoli professionisti e imprese operanti nel marketing e nella comunicazione mondiale. In sostanza, i due report dicono più o meno la stessa cosa, che web e new media cambieranno il volto della pubblicità, ma mentre l’Upa si rivolgeva ad un ambito nazionale, la ricerca Iaa-Nextplora ha intervistato in profondità un campione di 420 persone rappresentative della popolazione Internet mondiale, secondo le quali cambierà il media-mix delle aziende. Per i manager internet di tutto il mondo, difatti, web advertising, motori di ricerca e new media in genere sono fenomeni ormai percepiti come reali innovazioni. Tutto questo, sempre secondo lo studio Iaa-Nextplora, avrà un forte impatto sul “media-mix” costruito dalle aziende, il quale subirà un forte ribilanciamento. In sostanza aumenterà il peso delle campagne pubblicitarie e di marketing promosse con strumenti digitali e online. Questo accadrà perché i consumatori accetteranno di ricevere gli spot su telefonini, programmi pay per view e internet. La tv, pur perdendo audience e introiti, rimarrà ancora per qualche tempo (almeno sino al 2012) il mezzo che assorbirà la percentuale più alta (circa un terzo) della spesa in advertsing globale, seguito dalla carta stampata (che oscillerà intorno al 25%). I new media e internet, però, raddoppieranno o quasi in cinque anni le rispettive quote per arrivare a coprire in modo equo oltre il 20% del gettito pubblicitario. E questo sarebbe, se dovesse effettivamente materializzarsi, un cambiamento epocale per questa industry. Circa due terzi degli intervistati, ritiene che l’advertising veicolato attraverso i servizi di iptv e i telefoni cellulari si aggiungerà a quello tradizionale sulla tv (e non ne sarà un’alternativa). Il campione è anche convinto che i consumatori daranno via libera all’invio di messaggi pubblicitari via sms e mms sui propri terminali mobili in cambio dell’accesso gratuito a video, musica e informazioni in formato digitale. Le “killer application” della nuova era dell’advertsing “one to one” potrebbero essere la tv on demand e quella in pay per view, cioè i media che più degli altri, entro il 2010, avranno l’impatto maggiore non solo sul volume d’affari globale della spesa pubblicitaria ma anche sui livelli di audience e sulle preferenze degli utenti. La mobile tv, invece, è per il campione il media che potrà sviluppare i maggiori benefici in termini di fatturato. L’unico neo di questo scenario dorato riguarda la carenza di figure professionali in grado di esibire forti competenze in materia di new media. Per colmare questo vuoto le aziende dovranno investire in programmi di formazione ed education. Maurizio Scuccato