FISIOLOGIA RUMINALE Importanza della fisiologia ruminale Attività lattifera: sfruttata solo nei ruminanti! Esiste uno stretto rapporto fra: Micropopolazione ruminale (*) Produzione lattea Bisogna conoscere i principali vantaggi e svantaggi che i prestomaci comportano (*) Micropopolazione ruminale 15 ÷ 20 Kg di batteri e protozoi (oltre 200 specie batteriche e 6 generi di protozoi), corrispondenti a 3,5 Kg di SS di cui il 30% viene giornalmente digerito Quadro riassuntivo del processo digestivo digestione sostanze alimentari sfuggite all’attacco ruminale amidi, proteine alimentari, lipidi digestione di batteri e protozoi assorbimento di: acqua; AGV; minerali masticazione insalivazione Reticolo Omaso Abomaso Rumine assorbimento di: aminoacidi; zuccheri semplici; acidi grassi; vitamine; minerali; acqua demolizione di: cellulosa; amidi; zuccheri semplici; proteine; lipidi assorbimento di: AGV; ammoniaca produzione di: acidi grassi; AGV; zuccheri semplici; proteine batteriche; vitamina K; vitamine del gruppo B trasformazione del 70% della SO e 80% dei polisaccaridi strutturali sostanze indigeribili sostanze indigerite Principali vantaggi dei prestomaci 1. Trasformazione di ~ il 70 % della S.O. 2. Utilizzazione di ~ l’80 % dei polisaccaridi strutturali 3. Sintesi proteiche (oltre il 60% delle PDI) di elevato V.B. (~ l’88 %) partendo anche da NPN 4. Sintesi di vitamine 5. Degradazione fattori antinutrizionali e tossici 6. Sintesi di composti funzionali (CLA) Principali svantaggi dei prestomaci 1. 2. Produzione di gas inutilizzabili Degradazione dei protidi di alto V.B.: per alcuni AA (Lisina e Treonina): la deaminazione è irreversibile 3. Produzione di calore di fermentazione in parte impiegato nella termoregolazione e in gran parte disperso 4. Turbe ruminali in situazione anomala Meteorismo Acidosi, Alcalosi, Chetosi, Dislocazione dell’abomaso • Circa il 30% dei nutrienti ingeriti “scappa” dalle fermentazioni e giunge all’intestino (quota escape o by-pass) Funzione ruminale • stoccaggio-demolizione degli alimenti • i materiali vegetali, lasciano il rumine solo quando sono aggredibili dai succhi digestivi dello stomaco o dell’intestino e sono stati “valorizzati ” dall’attività dei microrganismi o, comunque, quando gran parte dei glucidi (comprese cellulosa ed emicellulose) sono stati trasformati in acidi grassi volatili. Il processo della digestione nei ruminanti è strettamente legato a precisi movimenti dei prestomaci. Questi movimenti consentono: • il continuo rimescolamento del materiale contenuto nel rumine; • l’espulsione delle rilevanti quantità di gas (1) prodotte nel rumine; • il ritorno in bocca dell’alimento durante la ruminazione; • il passaggio delle parti fini all’omaso. (1) Il gas è costituito da CO2 (65.4%);CH4 (26.8%) N2 (7%);O2(0.56%) H2 (0.18);H2S (0.01%). L’attività motoria dei prestomaci • • • Migliora l’azione tampone della saliva mediante la sua omogenea distribuzione nel rumine; Agevola l’assorbimento degli AGV mediante il loro allontanamento dai punti di maggiore concentrazione; Consente una regolare attività fermentativa • L’attività motoria dei prestomaci è di estrema importanza; • il suo rallentamento si ripercuote sempre negativamente sullo stato di salute dell’animale. • Allo stesso modo, quando l'animale è “ indisposto ” per altre ragioni, i movimenti dei prestomaci possono rallentare fino ad annullarsi nei casi più gravi (l’animale non rumina). L’attività motoria dei prestomaci Contrazioni Primarie o Prymary cicle: • • • • originano nel reticolo e si propagano al rumine; rimescolano il contenuto prestomacale favorendo i processi fermentativi e assorbitivi degli AGV; separano il materiale grossolano da quello colliquato un ciclo di contrazioni si verifica mediamente 1 volta/minuto. Contrazioni Secondarie o Secondary cycle: • Interessano solo parti del rumine e sono associate all’eruttazione; • Serie di contrazioni ruminali con andamento caudo-craniale; • Un ciclo di contrazioni si verifica mediamente ogni 3 primary cycle (fermentescibilità dell’alimento). Le contrazioni primarie Reticolo Rumine: Due contrazioni in circa 5-10 sec. separate da una breve pausa: • Prima contrazione (a sfintere reticolo-omasale chiuso) spinge il materiale fibroso che galleggia nel reticolo verso la parte dorsale del rumine (il volume del reticolo si dimezza); • Seconda contrazione (a sfintere reticolo-omasale aperto) svuota quasi del tutto il reticolo dal materiale finemente colliquato e ben fermentato che è contenuto nella sua parte piu’ declive. Durante la seconda contrazione un volume ridotto (50-100 ml) di materiale viene convogliato nell’omaso. • L’onda di contrazione interessa inizialmente il sacco dorsale in direzione cranio-caudale, con funzione di rimescolamento. • Dopo circa 2 sec avviene una contrazione del sacco ventrale (direzione caudo-craniale) Il Rumine L’espulsione dei gas Contrazione secondaria • L’espulsione dei gas, o eruttazione, è necessaria per eliminare i gas che normalmente si formano in quantità rilevanti durante le fermentazioni batteriche (circa 600 litri al giorno). • Se i gas non vengono espulsi si ha meteorismo • Il rumine gonfio provoca, tra l’altro, una compressione dei polmoni con conseguente riduzione della capacità respiratoria, che può portare al soffocamento Il rimescolamento del contenuto ruminale. Il rimescolamento del materiale contenuto nel rumine, a diverso livello di degradazione, è indispensabile: • per migliorare l'azione dei microrganismi ruminali, • per consentire il deflusso della fase liquida e delle parti fini all'omaso • Il rimescolamento è tanto più frequente (varia fra 1,8 e 2,2 volte al minuto) quanto maggiore è la presenza di alimenti grossolani. Il rimescolamento del contenuto ruminale. Se la razione è povera di alimenti grossolani (cioè di fibra strutturata) si ha: • un maggiore permanere di acqua e particelle fini nel rumine, • formazione di una poltiglia che intasa le papille • riduzione del passaggio di sostanze nel sangue attraverso la parete del rumine (diminuisce cioè la capacità di assorbimento ruminale anche perché la superficie assorbente perde efficienza). • Sull'efficacia del rimescolamento influisce anche la robustezza della parete ruminale. • La parete si irrobustisce più precocemente e in misura maggiore in animali che fin dallo svezzamento ricevono adeguate quantità di fibra (foraggi). La ruminazione • La ruminazione è il ritorno in bocca delle parti grossolane dell’alimento contenuto nel rumine ed ha lo scopo di permettere una nuova masticazione ed un ulteriore insalivazione • Riduzione delle dimensioni delle particelle alimentari • Aumento della produzione di saliva • La ruminazione inizia da 30 a 60 minuti dopo il pasto • Un bovino adulto compie giornalmente da 6 a 8 periodi di ruminazione della durata di 40-50 minuti ciascuno a seconda del tipo di alimentazione. • La presenza di parti grossolane stimola la ruminazione • Maggiore è la quota fibrosa della razione maggior è la produzione di saliva La ruminazione • Fase aspiratoria: Inizia dopo • una contrazione del reticolo, si verifica un’inspirazione forzata a glottide chiusa, cui consegue aumento della pressione negativa intratoracica, l’alimento viene aspirato. Fase espulsiva: Si ha chiusura del cardias a cui segue un atto espiratorio forzato (a glottide chiusa), con aumento della pressione positiva intratoracica; contemporaneamente si ha l’insorgenza dell’onda antiperistaltica con risalita del bolo in cavità orale. • • Fase masticatoria: Segue masticazione (cosiddetta mericica), con salivazione abbondante; essa si compie con movimenti lenti di scivolamento della mandibola sul mascellare (diduzione). Fase della deglutizione: Il bolo accuratamente rimasticato ed imbibito viene rideglutito e poiché presenta un peso specifico maggiore sedimenta e si deposita nel sacco ventrale; esso verrà poi sospinto nel reticolo e nel settore omaso-abomaso attraverso lo sfintere reticolo-omasale. Lo svuotamento del rumine Due vie: 1. La distruzione quasi totale dei tessuti e delle pareti non lignificate da parte della microflora albergante accompagnata dall’evacuazione dei prodotti terminali della loro fermentazione (assorbimento degli AGV ed eruttazione della CO2 e del metano); 2. L’evacuazione verso valle attraverso l’orifizio reticolo-omasale (ORO) delle particelle fibrose non degradate, costituite da tessuti lignificati, accompagnate dalla massa batterica in fermentazione (gli alimenti che realmente digerisce il ruminante sono quelli che lasciano il rumine indigeriti, il cosiddetto escape ruminale, e dai corpi dei batteri e dei protozoi che albergano nel rumine e che hanno colonizzato le particelle alimentari o che nuotano liberamente nel fluido ruminale). Attraverso l’ORO passano solo le particelle < 1-2 mm negli ovini e < 2-4 mm nei bovini. Lo svuotamento del rumine Lo svuotamento del rumine è un processo dinamico controllato da due tassi opposti: • il tasso di fermentazione (kd) proprietà specifica di ogni alimento legato essenzialmente alla qualità della fibra (contenuto in lignina) • il tasso di passaggio (kp) regolato dall’ingestione dell’animale. Il rapporto fra i due è influenzato da numerosi fattori: • rapporto foraggi concentrati • quantità di acqua assunta • la ruminazione • la salivazione • il trattamento che può subire l’alimento • . Transito ruminale Lento • Insufficiente ingestione • Buona degradazione ruminale • Carenza di energia Veloce • Scarsa degradazione ruminale • Elevata ingestione • Feci con molto materiale indigerito • > Digeribilità Tempo di permanenza nel rumine • Il materiale alimentare passa dal rumine ai tratti successivi del digerente solo quando è di dimensioni inferiori a circa 0,4-0,6 cm. • I materiali molto grossolani e di difficile scomposizione hanno un tempo di permanenza più lungo: al contrario, gli alimenti macinati molto finemente possono giungere rapidamente all'omaso • Un eccessivo tempo di permanenza nel rumine rappresenta un limite per la capacità di ingestione. • La grossolanità e la forma fisica di presentazione dei foraggi, incidono sia sulla quantità di alimenti ingeribili nell'arco della giornata, sia sulla digeribilità degli stessi. • A parità di altre condizioni, i foraggi di ottima qualità (meno ricchi di cellulosa e di lignina) sostano meno nel rumine e quindi risulta favorita l'ingestione di sostanza secca (e ancor di più di energia). Prodotti terminali delle fermentazioni ruminali • A.G.V. 2 - 6 kg/d – Assorbiti dalla mucosa ruminale • • Proteine 200 - 3200 g/d – digerite all’80% in intestino • • Ammoniaca – Riciclata in parte e in parte escreta come urea • • Vitamine – assorbite • •CH4 300 - 600 l/d – eruttato • •C02 – eruttato 300 - 500 l/d ASSORBIMENTO • Gli AGV sono assorbiti attraverso l’epitelio per diffusione, secondo un gradiente di concentrazione. • L’acetato e il propionato attraversano la parete senza subire modificazioni, mentre il butirrato è metabolizzato a b-idrossibutirrato Papille ruminali Reticolo Omaso MICRORGANISMI RUMINALI • La digestione microbiologica è sostenuta da enzimi secreti da una imponente schiera di microrganismi : • BATTERI • PROTOZOI • FUNGHI • il rendimento complessivo è inferiore alla digestione dei monogastrici. • I batteri, però , sono in grado di digerire composti quali la CELLULOSA e le EMICELLULOSE, altrimenti indigeribili , nonché di poter sintetizzare vitamine del gruppo B e la vit K. • I batteri diventano essi stessi alimento per l’animale in quanto vengono uccisi e digeriti nello stomaco e nell’intestino . MICRORGANISMI RUMINALI I batteri vivono ad un pH compreso fra 5,5 e 7 , in ambiente privo di ossigeno ed ad una temperatura di 39-40° C. Le fermentazioni sono di tipo anaerobico, Ogni ml di succo ruminale contiene 50 miliardi di batteri, 1 milione di protozoi ciliati e quantità minori di lieviti e funghi La composizione della popolazione microbica varia con la dieta ed in particolare con il pH ruminale Rappresentazione della popolazione batterica nel rumine dei bovini. •I batteri si trovano nel fluido ruminale, sulle particelle alimentari, e attaccate all’epitelio ruminale, dal quale le cellule distali cadono nel fluido. •Sono mostrati i batteri aderenti al tessuto in relazione all’urea e all’ossigeno che si diffondono attraverso la parete dell’organo, e verso le cellule epiteliali distali, le quali comprendono il loro substrato nutritivo. MICRORGANISMI RUMINALI PROTOZOI BATTERI Diametro (mm) 10-50 0.3-5.0 Numero per ml 106 109-1010 4 x 10-9 1.7 x 10-12 1.3 x 10-5 7.1 x10-8 Superf. tot. (m2)* 90 5000 Peso totale (g)* 280 1200 Volume (cm3) Superficie (cm2) Produzione (g/d)* * Nel rumine di una vacca ≈ 4000 I microrganismi del rumine • I generi, le specie e i ceppi batterici sono numerosi, per cui risulta più semplice classificarli in base alla loro attività principale. • Batteri cellulosolitici sono i soli in grado di demolire la cellulosa (dotati di cellulasi) e a renderla quindi utilizzabile per l'animale. • Questa demolizione è complessa e lenta, per cui, quando la razione è ricca di amido e di zuccheri più semplici i batteri trascurano la cellulosa. • Di conseguenza diminuisce la digeribilità dei foraggi. I microrganismi del rumine • • • • • • • • • Batteri emicellulosolitici Batteri amilolitici Batteri che attaccano glucidi semplici Batteri utilizzatori di acidi Batteri proteolitici Batteri che producono ammoniaca Batteri metanigeni Batteri lipolitici. Batteri che producono vitamine I microrganismi del rumine • In seguito all'azione complessiva dei microrganismi ruminali possiamo considerare che venga demolito circa • il 90-100%della cellulosa, • il 90-100% degli amidi, • il 100% degli zuccheri semplici, • il 15-20% dei lipidi, • il 65-75% delle proteine. I microrganismi del rumine PROTOZOI • Ruolo non ben definito. • Responsabili di una certa attività cellulosolitica attaccano meccanicamente le fibre • Sensibili alle variazioni di pH • Riducono la velocità di degradazione degli zuccheri • La maggior parte sono Ciliati e si dividono in Olotrichi e Entodiniformi. • gli Olotrichi assimilano rapidamente glucidi solubili che vengono trasformati in amido • Gli endodinomorfi utilizzano l’amido, degradano la cellulosa ed altri polisaccaridi. • I protozoi hanno esigenze nutritive più complesse rispetto a quelle dei batteri, infatti necessitano di aminoacidi, base azotate, acidi grassi e vitamine. I microrganismi del rumine FUNGHI • 5-10% della ss della massa microbica • Degradazione delle pareti cellulari dei vegetali • Degradano cellulosa, emicellulose e zuccheri semplici • Attaccano anche le pareti lignificate COMPOSIZIONE CHIMICA DEI MICRORGANISMI Proteine (% ss) Acidi nucleici (% ss) Lipidi (% ss) 32 8 11 Polisaccaridi (% ss) 36 Ceneri 13 Azione complessiva delle specie batteriche Costituenti dell’alimento cellulosa amido cellulosolitici amilolitici lipidi proteine lipololitici proteololitici zuccheri semplici aminoacidi zuccheri semplici produttori di ammoniaca utilizzatori di zuccheri semplici glicerina acidi grassi acidi grassi volatili NH3 Prodotti dell’attività di demolizione NH3 zuccheri semplici acidi grassii aminoacidi glicerina ammoniaca Prodotti dell’attività di sintesi glucidi lipidi proteine vitamine I microrganismi ruminali sono presenti in numero e in percentuali diverse, in funzione degli alimenti sommini strati all’animale. Per ogni tipo di razione esiste un equilibrio ottimale tale da consentire la massima efficienza della microflora nel suo complesso. Il passaggio da uno stato di equilibrio ad un altro richiede mediamente 7-8 giorni. Le variazioni brusche della razione si traducono per i batteri e per l’animale in un periodo di insufficiente nutrizione e possono contribuire a determinare fenomeni patologici (per esempio acidosi ruminale, alcalosi ruminale, dislocazione dell’abomaso). Equilibrio della microflora ruminale • Per meglio capire l’importanza di mantenere in equilibrio la microflora si può considerare l’esempio di un'improvvisa somministrazione di foraggi secchi in sostituzione di una razione basata su foraggi verdi. • Si assiste ad un’aumentata necessità di batteri cellulosolitici. • Poiché questi per riprodursi hanno bisogno di tempo, per un certo periodo la digeribilità del foraggio diminuisce. • I microrganismi che utilizzano gli zuccheri più semplici, derivanti dall’attività dei cellulosolitici, non hanno sufficienti sostanze da impiegare per cui rallentano l’attività e la moltiplicazione. • Diminuisce, quindi, la quota complessiva di energia e di sostanze a disposizione degli altri batteri e del ruminante. La microflora si adatta gradualmente ai nuovi alimenti improvviso almeno 7 - 8 giorni Microflora ruminale • • • • il passaggio da una razione a un’altra deve avvenire sostituendo la vecchia con quantità gradualmente crescenti della nuova (preferibilmente in non meno di 7-8 giorni); la quantità totale degli alimenti somministrati (o di uno solo di essi) deve essere incrementata gradualmente, in un tempo che varia secondo l’entità finale dell’aumento. Ciò vale soprattutto per alimenti molto fermentescibili quali, per esempio, i concentrati al passaggio dall’asciutta alla lattazione, in tal caso infatti non si deve adeguare solo la flora batterica, ma anche la capacità della parete del rumine di assorbire acidi grassi volatili (le papille si accrescono di numero e dimensioni); I trattamenti terapeutici non controllati (per esempio somministrazioni prolungate di antibiotici) possono influire negativamente sulla composizione quali-quantitativa dei microrganismi del rumine e dell’intestino. Le papille del rumine aumentano gradualmente graduale improvvisa insufficiente capacità di assorbimento degli AGV aumento graduale della capacità di assorbimento degli AGV Tipo e tecnica di alimentazione influenzano la produzione degli AGV O RR BU prevalenza di foraggio ACETICO = O RR BU O RR BU O RR BU prevalenza di concentrato PROPIONICO = O RR BU O RR BU O RR BU somministrazione massiccia e improvvisa di concentrato LATTICO = Fermentazione Ruminali: i glucidi • L’azione dei microrganismi sui principi alimentari ha due principali finalità: • liberare energia per i propri processi vitali; • ottenere sostanze per costruire il proprio organismo. • La liberazione di energia avviene prevalentemente a carico dei glucidi. • Questo rappresenta un vantaggio per il ruminante quando i batteri semplificano la cellulosa e le emicellulose (CS) che, altrimenti, resterebbero in larga parte indigerite. • Per l’amido e gli zuccheri semplici (CNS), che possono essere assorbiti nell’intestino anche senza l’intervento microbico, il rumine comporta, invece, una perdita di energia (quella utilizzata dai batteri, ma ancor più quella del metano o dissipata come calore). Degradazione ruminale • Per semplicità la degradazione dei glucidi schematicamente può essere suddivisa in due fasi • Prima fase: demolizione dei glucidi • Seconda fase: utilizzazione dei prodotti della degradazione dai microrganismi e dall’animale Degradazione ruminale Prima fase • Con l’alimentazione vegetale il ruminante introduce: • Zuccheri semplici: fruttosio, glucosio, galattosio • Disaccaridi: saccarosio, maltosio • Polisaccaridi : amidi e cellulose • Sostanze Peptiche : polimeri di acidi uronici • Emicellulose : polimeri insolubili in acqua tipo xilosio-arabinosiogalattosio-mannosio • Lignina : polimero di aldeidi con gruppi benzenici • La degradazione ruminale dei carboidrati inizia con l’attacco da parte dei batteri dei principali CS (cellulose ed emicellulose) e CNS (amidi e zuccheri semplici) con enzimi extracellulari. • Tale attacco porta alla formazione direttamente di glucosio (cellulosa, amidi) o di fruttosio (pectine, emicellulose, pentosani, fruttosani Degradazione ruminale Prima fase • L’entità della semplificazione dipende dalla solubilità del carboidrato e dalla complessità delle molecole. • I polisaccaridi più semplici (zuccheri solubili) sono semplificati in modo rapido e totale. • L’amido è anch’esso scomposto abbastanza velocemente e in percentuale generalmente elevate (90÷95%); rispetto a questi valori vi è però una grande variabilità legata al tipo di alimento • La cellulosa e le emicellulose subiscono una demolizione più lenta e parziale (50÷60%). La velocità di demolizione ruminale dei glucidi dipende da: • tipo di glucide, dalla specie vegetale (per esempio, l'amido del mais è poco suscettibile all'attacco batterico ruminale) • trattamenti tecnologici subiti dagli alimenti, • composizione della razione (es. alla quantità di amido della razione); • Caratteristiche della microflora ruminale Cinetica di degradazione degli alimenti nel rumine Farina di mais Fieno Paglia Degradazione dell’amido Degradazione ruminale Prima fase Degradazione ruminale • Seconda fase • I monosaccaridi ottenuti dalla semplificazione dei glucidi alimentari vengono fermentati dai microrganismi al fine di trarne energia e catene di atomi di carbonio utilizzate per la sintesi di altre sostanze, tra cui proteine. • La sintesi di proteine microbiche nel rumine è infatti strettamente legata e dipendente dalla presenza di fonti energetiche e dall’entità delle fermentazioni. Degradazione ruminale Seconda fase • Terminata la fase extracellulare, i monosaccaridi sono assorbiti dai batteri che li impiegano per il proprio metabolismo. • La prima fase metabolica dei batteri consiste nella demolizione del fruttosio 1-6 DI_P (6 atomi di carbonio= 6C) fino ad acido piruvico (3C , si hanno 2 moli di piruvato per ogni mole di monosaccaride fermentato). • L’acido piruvico è pertanto l’intermediario della fermentazione. Degradazione ruminale Degradazione ruminale Seconda fase • Come prodotto finale, nel rumine, si trova una mescolanza di acidi grassi volatili (AGV) e gas. • Gli AGV (acido acetico, propionico e butirrico) e l’acido lattico sono direttamente assorbiti dalla parete ruminale e subito messi a disposizione dell’organismo animale; • I gas (anidride carbonica, metano, idrogeno) vengono espulsi con l’eruttazione. • • • • Gli AGV, che rappresentano la principale fonte di energia per l’animale, sono assorbiti per il 70-75% nel rumine e per il 20% circa nell’omaso. Il destino metabolico di questi acidi e, quindi, il loro rendimento, è diverso. Alla produzione dei diversi AGV e alla presenza nel rumine di grosse quantità di saliva è legato il pH del contenuto ruminale, cioè la sua reazione. Il pH ottimale per la bovina da latte è 6,2 - 6,8 ma varia in base alle fermentazioni determinate dai diversi alimenti. Fermentazioni ruminali Prodotti principali • • • • • • • • • • • Prodotti principali Acidi Grassi Volatili (AGV) acido acetico (C2) 2 - 2.5 kg/d acido propionico (C3) 0.8 - 1 kg/d acido butirrico (C4) 0.5 - 0.7 kg/d sono assorbiti dalle mucose del rumine in media il 60 - 80 % dell’energia che i ruminanti ricavano dagli alimenti deriva dagli AGV CO2 + CH4 eliminati tramite eruttazione (500 - 700 l/d) perdita energetica CH4 5 -10 % dell’ E.L. della dieta Degradazione ruminale • L’acido acetico (CH3-COOH = 2C) si ottiene normalmente dalla fermentazione della cellulosa, o degli altri componenti della fibra dai batteri cellulosolitici (che fermentano bene ad un pH superiore a 6,1) . • In questo caso l’attacco a una mole di esoso (6C) porta alla produzione di 2 moli di acido acetico (2 x 2C = 4C), ad una mole di metano (1C) ed a una mole di anidride carbonica (1C). • Il guadagno energetico per ciascuna mole di esoso fermentato per questa via è di 4 ATP. Degradazione ruminale • L’acido propionico: CH3CH2COOH • I batteri che attaccano i substrati costituiti da CNS sono normalmente chiamati amilolitici ed hanno un pH ottimale di azione compreso fra 6 e 5. La loro attività fermentativa porta alla produzione di acido propionico (CH3-CH2-COOH = 3C) • Da una mole di esoso si ottengono 2 moli di propionato: in questa reazione non si ha perdita di materia ne’ di energia, in quanto non si perde carbonio ne’ sotto forma di CO2 ne’ sotto forma di CH4. Degradazione ruminale • L’acido butirrico: CH3CH2CH2COOH • Il butirrato (CH3-CH2-CH2-COOH = 4C) è prodotto dai batteri butirrici particolarmente attivi ad un pH compreso fra il 6,3 e il 5,5 con una via iniziale molto simile a quella dei batteri acetici. • Il bilancio definitivo per mole di esoso è pertanto di una mole di butirrato (4C) + una mole di metano (1C) + una mole di CO2 (1C), con un guadagno energetico di 3 ATP (2 nella glicolisi ed 1 nella butirrogenesi). Degradazione ruminale • L’acido lattico: CH3CH2CHOHCOOH • Una particolare fermentazione è quella che si sviluppa per opera dei batteri lattici. • Poiché la loro attività si sviluppa in maniera tanto maggiore quanto minore è il pH e poiché il loro prodotto finale (acido lattico) è un acido organico molto più forte degli AGV (pKa 3,86), se le razioni sono ricche di zuccheri solubili, l’azione dei lattici è esaltata, il pH è influenzato dalla loro presenza e se non si rimuove la causa (uso dei tamponi, riduzione dell’apporto di zuccheri semplici), l’acido lattico si accumula nel rumine causando la riduzione dell’attività degli altri batteri fino alla loro scomparsa Degradazione ruminale • L’acido acetico: CH3COOH • è utilizzato a livello della mammella per la sintesi del grasso del latte; è quindi importantissimo per la vacca da latte; • entra nel processo metabolico che libera energia dagli zuccheri per essere scomposto fino a CO2 e H2O; • è destinato alla sintesi di acidi grassi; • può dare origine a sostanze dette corpi chetonici che normalmente sono usati dall’organismo e intervengono nella sintesi dei grassi. – Quando i corpi chetonici sono presenti in eccesso, ad esempio quando l’acido è assorbito in esubero rispetto al propionico, provocano uno stato di intossicazione noto come acetonemia o chetonemia. Degradazione ruminale • L’acido propionico: CH3CH2COOH • viene destinato principalmente alla sintesi del glucosio ed è per il ruminante la più importante fonte energetica; • può essere utilizzato come tale, senza essere prima convertito in glucosio con lo stesso meccanismo metabolico che trae energia dagli zuccheri, con un rendimento energetico superiore a quello dell’acido acetico; • può dare origine sia a glicerina, sia ad acidi grassi; pertanto favorisce la formazione di tessuto adiposo. Per questi motivi la fermentazione propionica è preferibile per i bovini all’ingrasso; • svolge un’azione di prevenzione nei confronti dell’acetonemia, poiché favorisce l’utilizzazione dei corpi chetonici. Fermentazione dei glucidi Acido butirrico: • L’acido butirrico CH3CH2CH2COOH • Deve essere convertito in glucosio per essere utilizzato dall’organismo; • è prevalentemente destinato alla sintesi di lipidi; (anche nella mammella, per cui tende ad elevare il grasso del latte). • dà origine a corpi chetonici; quando è prodotto e assorbito in eccesso, con la comparsa di acetonemia • normalmente rappresenta il 9-12% degli AGV, ma aumenta quando c'è abbondanza di zuccheri solubili, per esempio quando si somministrano erbe giovani, melasso, siero di latte, ecc. Degradazione ruminale • Seconda fase • La percentuale dei singoli AGV dipende dalla composizione della razione: • L'acido acetico è massimo quando prevalgono i foraggi; • L'acido propionico si innalza in presenza di amidi; • L'acido butirrico aumenta se la razione contiene zuccheri semplici; • L'acido lattico può raggiungere livelli eccessivi in seguito a somministrazioni in massicce e improvvise di zuccheri facilmente degradabili. Acidi grassi (moli p . 100 del totale) 70 Passaggio verso una fermentazione 60 lattica 50 diminuzione dell'assorbimento dei concentrati Fibra grezza p ari di 20% delle SS 40 30 Acido lattico Acido acetico 20 Range favorevoli p er la degradazione della cellulosa 10 0 7 6,6 6,5 Op timum p er la vacca da diminuzione dell'assunzione latte - scarsa digeribilità -aumento ap p etito -p roduzione p iù elevata acetico -aumento grasso nel latte Cellulosa Acido butirrico 6,1 6 Rischio di chetosi - eccesso di acido Acido propionico 5,8 5,5 Op timum p er il bovino da carne concentrazione energetica rendimento metabolico elevato Amido 5 p H ruminale Rischio di acidosi Strep tococcus Lattobacilli Clostridi Acido lattico Amine Tossine Indigestioni Diarree Lesioni articolari Ruminiti Lesioni p odali Ascessi ep atici Ruminiti Anafilassi e renale e renali Degenerazione Saccarosio cardiaca Fermentazione dei glucidi Acido acetico: • la sua concentrazione è massima (70% del totale AGV) quando prevalgono i foraggi; con i valori di pH ottimali si ha con concentrazioni del 60-65 %. • Nel rumine la fermentazione acetica comporta maggiori perdite di energia (per produzione di metano), sembra però favorita l'efficienza delle sintesi batteriche di proteine. • Giunto nel sangue come tale, viene poi utilizzato nei processi di liberazione di energia nelle cellule e per la produzione di lipidi (anche a livello mammario). • L'aumento della sua concentrazione è, quindi, vantaggioso nella lattifera, dove favorisce l'aumento del grasso del latte. • Non lo è invece negli animali all'ingrasso, perché causa minore rendimento energetico della razione. Fermentazione dei glucidi Acido propionico i • la sua produzione cresce all'aumentare dei concentrati (fino al 30-35% del totale degli AGV rispetto al normale 18-20%); • rispetto all'acetico, nel rumine comporta minori perdite di energia, ma tende a rendere inferiore l'efficienza delle sintesi batteriche di proteine. Anche la digeribilità della cellulosa diminuisce; • nel sangue viene trasformato in glucosio e nell'animale favorisce la sintesi di lipidi (non a livello mammario) e la loro deposizione nei tessuti di riserva. • La fermentazione propionica è favorevole negli animali all'ingrasso. Oltre un certo limite nella lattifera diminuisce il grasso del latte e tende ad accorciare la lattazione. Fermentazione dei glucidi Acido lattico: • è sempre presente in concentrazioni minime; aumenta quando predominano amidi e/o zuccheri solubili, specialmente se somministrati bruscamente e/o in quantità massicce; per cui quando è in eccesso favorisce l’insorgere di acidosi. • in queste condizioni, la microflora non riesce a trasformarlo prontamente in propionico; • nel sangue viene destinato alla sintesi di glucosio, è scarsamente assorbito dalla parete ruminale e un suo innalzamento comporta fenomeni negativi quali: blocco dell'attività motoria del rumine, inappetenza, formazione di sostanze tossiche, variazione della microflora. Come modulare l’attività fermentativa nel rumine • L’orientamento (o modulazione) delle fermentazioni nel senso più favorevole ai fini produttivi può essere effettuato agendo sulle specie microbiche ruminali attraverso: • MEZZI DIETETICI – – – – Rapporto foraggio concentrato Quantità e qualità della fibra Numero dei pasti Tipi e quantità di sostanze degradabili (glucidi e protidi) • MEZZI CHIMICI – – – – – Sostanze che inibiscono la produzione di metano Sostanze che favoriscono il bypass Antibiotici Tamponi argille Rapporto foraggi/concentrati Dieta Acidi (%) concentrati foraggi mista acetico 55 70 65 propionico 25 15 20 butirrico 15 10 10 altri 5 5 5 AGV e Rapporto Foraggi/Concentrati Rapporto foraggi/concentrati • Alto tenore in foraggi • Rapporto acetico / propionico 4:1 • Razioni molto ricche di cellulosa e carenti di amidi e zuccheri semplici danno origine a un pH ruminale superiore a 6,6. • L’acido acetico prevale nettamente (70-75% del totale AGV), mentre sono prodotti in quantità modeste gli acidi propionico (15%) e butirrico (10%). In questa situazione vi è un notevole rischio di chetosi a causa di una sostanziale sottoalimentazione, che costringe l’animale a utilizzare i lipidi di riserva. • Nel rumine i batteri si trovano in carenza energetica (la cellulosa è digerita poco e lentamente) ed è insufficiente la sintesi di proteine batteriche. • Anche l’animale riceve poca energia: l’acido acetico in circolo è infatti elevato, mentre non vi è sufficiente produzione di glucosio nel fegato. Il risultato può essere un’eccessiva produzione di corpi chetonici che non trovano smaltimento. Altissimo rapporto foraggi/concentrato Sintomi Sottoalimentazione Chetosi Dimagrimento eccessivo dopo il parto Assenza del picco di lattazione Basso tenore di grasso nel latte Rimedi Inserire o aumentare i concentrati nella razione Rapporto foraggi/concentrati • Rapporto foraggi/concentrati 60/40 • Rapporto acetico / propionico 3:1 • Con tenori di fibra grezza del 18-20% della SS e una sufficiente quota di amidi si instaura un pH compreso fra 6,5 e 6,1 che è ancora favorevole alla produzione di acido acetico (60-70% degli AGV), ma consente anche una significativa produzione di propionico (15-25%) e butirrico (10-20%). • Questa è la condizione ottimale per la vacca da latte, in quanto, l’acido propionico consente una sufficiente produzione di glucosio, l’acido acetico determina una buona sintesi dei lipidi del latte. Rapporto foraggi/concentrati • Alto apporto concentrati • Rapporto acetico / propionico 2:1 • Aumentando ulteriormente la quota di amidi si instaura un pH compreso fra 6 e 5,5 ed è massima la produzione di acido propionico (25%). Risultano quindi massima la produzione di glucosio e la deposizione di tessuto adiposo. • La situazione è favorevole nei bovini all’ingrasso mentre nella lattifera si può verificare una caduta del tenore lipidico del latte. Rapporto foraggi/concentrati • Alto apporto concentrati • Se i concentrati sono somministrati in dosi massicce e/o si aumenta bruscamente la quantità (in meno di 10-15 giorni), si abbassa eccessivamente il pH ruminale. • Se il pH assume valori compresi fra 5,5 e 5 si ha un’eccessiva produzione di acido butirrico (a scapito del propionico), che dà origine a un eccesso di corpi chetonici nel sangue (chetosi metabolica). • Nel rumine, contemporaneamente all’aumento di acido butirrico, si verifica anche un innalzamento dell’acido lattico, che raggiunge livelli pericolosi se il pH ruminale subisce ulteriori abbassamenti. Questo si verifica soprattutto quando, a fianco della brusca variazione alimentare, si ha somministrazione di grandi quantità di concentrati in pochi pasti. • - nel rumine si ha un nuovo abbassamento del pH che favorisce ulteriormente la microflora lattica e porta all'acidosi ruminale, con le conseguenze di scarsa motilità ruminale e ripercussione sullo stato generale di salute; Tipo e tecnica di alimentazione influenzano la produzione degli AGV O RR BU prevalenza di foraggio ACETICO = O RR BU O RR BU O RR BU prevalenza di concentrato PROPIONICO = O RR BU O RR BU O RR BU somministrazione massiccia e improvvisa di concentrato LATTICO = Dismetabolie ruminali Acidosi E’ un’alterazione delle attività ruminali normali, che determina un abbassamento del pH sia a livello del rumine sia, nel caso più grave, dei tessuti corporei. Si distinguono diversi tipi di acidosi: • subacuta (episodica; pH ruminale compreso tra 5.0 e 5.5) – Riduzione ingestione, minore ruminazione del grasso riduzione difese immunitarie • Diminuzione produzione, calo cronica (prolungata nel tempo; pH ruminale compreso tra 5.0 e 5.5) – Diminuzione produzione, cheratinizzazione del rumine lesioni • acuta (episodica; pH ruminale compreso tra 4.5 e 5.5) – Forte riduzione ingestione, scarsa ruminazione, stasi ruminale, diarrea, lesioni podali (Laminite) • metabolica (alterazione del pH nell’intero organismo) – Irreversibile, morte della bovina Dismetabolie ruminali Acidosi: cause Cambiamenti alimentari • brusco cambiamento dell’alimentazione tra asciutta e inizio lattazione • aumento rapido dei concentrati nella razione Squilibri nella razione • eccesso di carboidrati fermentescibili • eccessi d’amido • tipo di amido (fermentescibilità: frumento>orzo>avena>mais>sorgo) • eccesso di zuccheri semplici (es. melasso) • trattamento dei cereali (es. fioccatura) • scarsità di foraggi grossolani • scarsità di fibra Distribuzione degli alimenti • assenza di unifeed • distribuzione di concentrati in sala mungitura • ridotto numero di somministrazioni giornaliere Dismetabolie ruminali Acidosi: prevenzione • • • • • • Preparare il rumine alla transizione verso nuovi regimi alimentari, evitando bruschi cambiamenti di dieta. Fare ricorso all’unifeed, che fornisce una miscelata omogenea ed impedisce una scelta di alimenti da parte dell’animale. Evitare la somministrazione di alimenti in sala di mungitura. Suddividere la mandria in gruppi di razionamento, con razioni appropriate ai fabbisogni. Utilizzare tamponi ad azione ruminale, come ad esempio bicarbonato di sodio e ossido di magnesio. Somministrare lieviti, CURA • La cura consiste nella somministrazione di sostanze alcalinizzanti per tamponare il pH e ruminoattive per ripristinare le normali attività fermentative. in grado di selezionare la flora batterica Dismetabolie ruminali Alcalosi o tossicosi da NH3 È causata da un errato apporto alimentare di sostanze azotate (altamente degradabili) con una elevata produzione ruminale di ammoniaca. Si ha un anomalo aumento del pH ruminale (maggiore di 7,4‐7,5), che determina forti squilibri della flora batterica e, di conseguenza, alterazione delle fermentazioni. Nelle sue forme più gravi l’alcalosi può diventare anche metabolica e portare a morte l’animale. Comporta: • dapprima un innalzamento della quantità di urea nel latte e la presenza di feci dure e scure, una diminuzione nella produzione di latte e alterazioni della fertilità dell’animale, • In seguito intossicazione con sintomi nervosi (tremori muscolari, contrazioni tetaniche, coma, morte) Dismetabolie ruminali Dislocazione dell’abomaso • • • • • • • La dislocazione dell’abomaso è l’anomalo spostamento di quest’organo dalla sua sede naturale, a cui si accompagna una torsione più o meno accentuata, causato dalla formazione di gas nell’abomaso stesso. La dismetabolia è normalmente associata ad una condizione di anomalia delle fermentazioni già nel rumine. Un eccesso di acidi grassi volatili causa l’atonia del rumine e degli organi circostanti. L’atonia, unita al passaggio di concentrati non ancora utilizzati dai batteri, porta a fermentazioni nell’abomaso, con produzione di gas. I sintomi sono dati da un deperimento progressivo, con svogliatezza, rifiuto del cibo, diminuzione della defecazione, calo nella produzione di latte. Spesso si hanno anche sintomi di acetonemia CURA Prevenzione Intervento chirurgico Dismetabolie ruminali Chetosi o acetonemia • • • • • • • • • • • • FATTORE SCATENANTE: la richiesta di zuccheri ematici supera la capacità dell’organismo di sintetizzarli; nel sangue si accumulano corpi chetonici, si abbassa la glicemia FAVORITO DA: eccessi energetici, vacche grasse CONSEGUENZE: inappetenza e dimagrimento, calo produttivo, alito, urina e latte con odore di acetone PREVENZIONE: evitare vacche grasse al parto vitamina PP. Mantenere alto il glucosio ematico dopo il parto - zuccheri TERAPIA D’URGENZA: Glicole propilenico lattati