redazionale Traumi articolari Quando il dolore colpisce le articolazioni Sportivi e lavoratori coinvolti in attività pesanti risultano spesso vittime predestinate di traumi e microtraumi articolari testo a cura del Dottor Alessandro Valent Specialista in Fisiatria I traumi articolari, di natura acuta o da sovraccarico, sono tra le patologie che più comunemente colpiscono la popolazione italiana attiva. A cadere vittima di queste patologie (distorsioni, lussazioni, lacerazioni della capsula o dei legamenti, lesioni della cartilagine..) sono soprattutto gli sportivi che fanno delle articolazioni degli strumenti “rodati” per svolgere al meglio la loro professione, ma anche i lavoratori impegnati in attività fisicamente usuranti. Comune denominatore dei traumi articolari è il coinvolgimento della cartilagine che può essere diretto nelle forme acute come collisioni, contusioni, distorsioni, lussazioni od indiretto nelle forme da sovraccarico, frutto dello scorrere del tempo e del concatenarsi di una serie di fattori di rischio come età avanzata, sovrappeso, alterazioni posturali, scorretto appoggio plantare, squilibri muscolari o pregressi traumi. Le condropatie a seconda della loro gravità si classificano in quattro livelli e nelle fasi più avanzate evolvono nella temuta osteoartrosi, con conseguente progressivo peggioramento della qualità della vita di chi ne soffre. Sintomi chiari ed evidenti: prevenire è possibile I traumi articolari si manifestano con dolore, versamento articolare e limitazione funzionale nelle forme acute, mentre nelle forme microtraumatiche con dolore sotto carico e limitazione funzionale progressiva. A causa della sintomatologia il paziente spesso presenta limitazione delle attività sportive, lavorative e nelle forme più gravi anche delle comuni attività quotidiane. Per evitare che la patologia infici pesantemente la vita di chi ne è colpito, diventa importante mettere in pista una serie di attività destinate a prevenirle. Via libera dunque alla tonificazione della muscolatura, condizione indispensabile per garantire la stabilità articolare durante i movimenti, agli esercizi propriocettivi per sviluppare al meglio il controllo dei gesti lavorativi e sportivi, all’allenamento aerobico per mantenere efficiente l’apparato cardio-vascolare. Il controllo del peso corporeo, la correzione posturale e la limitazione delle attività sovraccaricanti le articolazioni permettono infine di tenere sotto controllo le forme di condropatia degenerativa. Quando però il “danno è fatto” non resta che cercare di comprenderne al meglio la natura così da curarlo nel modo più idoneo. 54 redazionale ASAlaser primo piano Diagnosi: Trattamento: La diagnosi è frutto di una corretta e puntuale valutazione clinica che si avvalga anche dell’ausilio della diagnostica strumentale. Particolarmente utili sono non solo la risonanza magnetica e la radiografia tradizionale che, consentendo la visualizzazione diretta delle strutture scheletriche, permettono l’identificazione di eventuali loro modificazioni patologiche, ma anche l’ecografia che risulta così molto efficace nell’individuare le patologie muscolo-tendinee e capsulari. Identificato il trauma articolare non resta che votarsi ad un approccio specialistico in grado di determinare il miglior percorso diagnostico-terapeutico. Il trattamento delle patologie articolari è in prima istanza conservativo, basato cioè sull’integrazione tra terapia farmacologica, riabilitativa e strumentale. Tra i farmaci oltre ai sintomatici (antiinfiammatori, decontratturanti ed analgesici), usati in caso di dolore, tumefazione e/o contrattura della muscolatura, vengono anche proposti i condroprotettori, sostanze in grado di nutrire la cartilagine e lubrificare le articolazioni. Tra le terapie strumentali, invece, efficace si è rivelata Hilterapia® che, grazie al segnale pulsato ad elevata intensità, promuove la rigenerazione della cartilagine determinando una diminuzione della sintomatologia dolorosa ed un incremento della funzionalità articolare. Il trattamento chirurgico è da proporsi solo come extrema ratio. Due le tecniche possibili: riparative – debridement articolare, microperforazioni, microfratture e tecnica di mosaicoplastica – e rigenerative come il trapianto autologo di condrociti, capace di rigenerare un mantello cartilagineo il più possibile fisiologico. Nei casi di degenerazione articolare avanzata si rende necessario invece l’intervento di artroprotesi totale o parziale. come trovare la soluzione più efficace farmaci e riabilitazione 55