Torre Del Greco DELIBERAZIONE DEL DIRETTORE GENERALE N. 181 DEL 13.10.2016 §§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§§ OGGETTO: PRESA D’ATTO DEL DECRETO DEL COMMISSARIO AD ACTA N. 105 DEL 01/10/2014 LINEA PROGETTUALE N. 3 RELATIVA ALL’ IMPLEMENTAZIONE DEL PIANO DI INDIRIZZO PER LA RIABILITAZIONE DI CUI ALL’ACCORDO STATO – REGIONI DEL 10 FEBBRAIO 2011 – PRESA D’ATTO DEL PIANO DEI PERCORSI AZIENDALI RIABILITATIVI UNICI INTEGRATI PER LE PERSONE CON ICTUS E PER LE PERSONE SOTTOPOSTE A CHIRURGIA PROTESICA DELL’ANCA E DEL GINOCCHIO E PER FRATTURA DEL FEMORE” IN ATTUAZIONE DELLE LINEE DI INDIRIZZO REGIONALE COME DAL D.C.A. N. 23 DEL 31 MARZO 2016 PER IL MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ E DELL’APPROPRIATEZZA DEGLI INTERVENTI NEL PERCORSO RIABILITATIVO UNICO INTEGRATO PER IL PAZIENTE CON ICTUS DEFINITO CON D.C.A. N. 23 DEL 10.03.2015. ESECUTIVITA’ PUBBLICAZIONE AFFISSIONE ALBO RELATA La presente deliberazione La presente deliberazione sarà affissa all’Albo Pretorio è stata affissa all’Albo informatico dell’ Azienda dal Pretorio informatico dell’ Azienda per 15 giorni consecutivi dalla data della 18.10.2016 sua pubblicazione e vi permarrà per 15 giorni L’incaricato consecutivi. L’incaricato sig.ra Maria Vallone ____________________ ORDINARIA La presente deliberazione La presente deliberazione per ha efficacia a decorrere l’urgenza, è resa dal immediatamente esecutiva. ____________________ 13.10.2016 Il Dirigente ____________________ Nell’anno, giorno e mese sopra specificati, IL DIRETTORE GENERALE U.O.C. Riabilitazione Area B n. 01 IMMEDIATA Il Direttore Generale f.to dott.ssa Antonietta Costantini Dott. ssa Antonietta Costantini, nominata con Delibera della Giunta Regionale della Campania n. 375 del 13 luglio 2016 e del D.P.G.R.C. n. 165 del 19 luglio 2016, con l’assistenza del Segretario verbalizzante, previa acquisizione dei pareri del Direttore Sanitario Aziendale e del Direttore Amministrativo Aziendale, ha adottato la deliberazione in oggetto di cui al testo che segue: U.O.C. Riabilitazione Area B n. 01 Torre del Greco via Marconi 66 U.O.C. Assistenza Riabilitativa Area B Sito: www.aslnapoli3sud.it Oggetto: Presa d’atto del Decreto del Commissario ad Acta n. 105 del 01/10/2014 Linea Progettuale n. 3 relativa all’ Implementazione del Piano di indirizzo per la riabilitazione di cui all’Accordo Stato – Regioni del 10 febbraio 2011 – Presa d’atto del Piano dei Percorsi aziendali riabilitativi unici integrati per le persone con ictus e per le persone sottoposte a chirurgia protesica dell’anca e del ginocchio e per frattura del femore” in attuazione delle Linee di indirizzo regionale come dal D.C.A. n. 23 del 31 marzo 2016 per il miglioramento della qualità e dell’appropriatezza degli interventi nel percorso riabilitativo unico integrato per il paziente con ictus definito con D.C.A. n. 23 del 10.03.2015. IL DIRETTORE RESPONSABILE DELL’U.O.C. ASSISTENZA RIABILITATIVA OSPEDALIERA AREA B Alla stregua dell’istruttoria compiuta dal Dirigente responsabile dell’ U.O.C. Assistenza Riabilitativa Ospedaliera Area B, anche in qualità di referente aziendale del progetto ”Percorsi riabilitativi unici integrati per le persone con ictus e per le persone sottoposte a chirurgia protesica dell’anca e del ginocchio e per frattura del femore” e delle risultanze e degli atti tutti richiamati nelle premesse che seguono, costituenti istruttoria a tutti gli effetti di legge, nonché dell’ espressa dichiarazione di regolarità tecnica ed amministrativa della stessa resa dal Direttore proponente a mezzo di sottoscrizione della presente; dichiarata altresì espressamente con la sottoscrizione, nella qualità di responsabile del trattamento anche nella fase di pubblicazione, la conformità del presente atto ai principi di cui al D.Lgs 30.06.2003 n.196, con consequenziale esclusiva assunzione di responsabilità; dichiarata, infine, la conformità del presente atto ai principi di cui alla Legge 06.11.2012 n.190; Visto: la Legge n. 662 del 23/12/1996; la D.G.R.C. n. 482 del 25 marzo 2004 contenente le Linee guida per le attività di riabilitazione in Campania; il Decreto del Commissario ad Acta n. 105 del 01/10/2014 pubblicato sul BURC n. 70 del 13/10/2014; il Decreto del Commissario ad Acta n. 23 del 10/03/2015 pubblicato sul BURC n. 19 del 18/03/2015; il Decreto del Commissario ad Acta n. 23 del 31/03/2016 pubblicato sul BURC n. 26 del 26/04/2016. Premesso che nell’ambito della Linea Progettuale n. 3 del Decreto del Commissario ad Acta n. 105 del 01/10/2014 ad oggetto “Implementazione del Piano di indirizzo per la riabilitazione di cui all’Accordo Stato- Regioni del 10 febbraio 2011,” si promuove l’utilizzo di un percorso riabilitativo unico integrato, che renda sinergiche le componenti sanitarie e non sanitarie dell’intervento riabilitativo nei vari setting terapeutici. Tenuto conto che le risorse destinate alla Linea Progettuale, di cui sopra, ai sensi del Decreto del Commissario ad Acta n. 105 del 01/10/2014 sono ripartite alle Aziende Sanitarie Locali, alle Aziende Ospedaliere ed alle Aziende Ospedaliere Universitarie sulla base del numero di posti letto di reparti ospedalieri nei quali si manifestano con maggiore frequenza bisogni riabilitativi la cui presa in carico deve avvenire già in fase acuta ed a una conseguente riduzione delle giornate di degenza ospedaliera, e che, all’Azienda Sanitaria Locale Napoli 3 sud sono stati assegnati euro 167.933,38. Visto che la Regione Campania ha recepito con D.C.A. n. 142 del 13 novembre 2012 il Piano di indirizzo per la Riabilitazione, prevedendo la realizzazione del percorso riabilitativo unico integrato basato sui criteri di accessibilità, tempestività degli interventi, continuità ed appropriatezza delle cure, efficacia, coinvolgimento attivo dell’utente, empowerment, valutazione dell’efficacia e dell’efficienza della presa in carico per le persone con ictus e per le persone sottoposte a chirurgia protesica dell’anca e del ginocchio e per frattura del femore. Dato atto che con nota n. 35380 del 19.03.2015 (agli atti dell’U.O.C. proponente) del Commissario Straordinario veniva trasmesso alla Direzione Generale per la Tutela della salute ed il coordinamento del sistema Sanitario il Piano dei Percorsi aziendali riabilitativi unici integrati. Rilevato che a seguito della richiesta di revisione del Piano dei Percorsi aziendali riabilitativi unici integrati da parte della Direzione Generale per la Tutela della Salute ed il Coordinamento del Sistema Sanitario Regionale, nel corso della riunione del 31 marzo 2015 tenutasi presso gli uffici della U.O.D. regionale, con nota n. 51952 del 05.05.2015 (agli atti dell’U.O.C. proponente) del Commissario Straordinario si ritrasmetteva il nuovo Piano in trattazione con le modifiche indicate. Tenuto conto che la Direzione Generale per la Tutela della Salute ed il Coordinamento del Sistema Sanitario, come da nota n 2015.371041 del 28.05.2015, prendeva atto del Piano dei Percorsi aziendali riabilitativi unici integrati dell’ Azienda Sanitaria Locale Napoli 3 sud chiedendo contestualmente la formalizzazione dei percorsi riabilitativi dello stesso con un provvedimento aziendale. Ritenuto opportuno dare seguito a quanto indicato dalla Direzione Generale per la Tutela della Salute ed il Coordinamento del Sistema Sanitario Regionale nella nota n. 2015.371041 del 28.05.2015, anche alla luce delle indicazioni del D.C.A. n. 23 del 10.03.2015 relative al ”Percorso riabilitativo unico integrato per il paziente con ictus” ed alle Linee di indirizzo regionali per il “Miglioramento della qualità e dell’appropriatezza degli interventi nel percorso riabilitativo unico integrato per il paziente con ictus” come dal D.C.A. n. 23 del 31/03/2016. PROPONE AL DIRETTORE GENERALE DI Per i motivi in premessa evidenziati, che qui si danno per approvati e trascritti: prendere atto del Decreto del Commissario ad Acta n. 105 del 01/10/2014 Linea Progettuale n. 3 relativa all’ Implementazione del Piano di indirizzo per la riabilitazione di cui all’Accordo Stato – Regioni del 10 febbraio 2011 (agli atti dell’U.O.C. proponente); prendere atto della nota n. 2015.371041 del 28.05.2015, che allegata al presente atto ne forma parte integrante e sostanziale, della Giunta Regionale della Campania Direzione Generale per la Tutela della Salute ed il Coordinamento del Sistema Sanitario Regionale; prendere atto del Piano dei Percorsi aziendali riabilitativi unici integrati per le persone con ictus e per le persone sottoposte a chirurgia protesica dell’anca e del ginocchio e per frattura del femore”, in attuazione delle Linee di indirizzo regionale come dal D.C.A. n. 23 del 31 marzo 2016 per il miglioramento della qualità e dell’appropriatezza degli interventi nel percorso riabilitativo unico integrato per il paziente con ictus definito con D.C.A. n. 23 del 10.03.2015, parte integrante e sostanziale del presente atto; prendere atto che l’adozione del presente provvedimento non comporta oneri aggiuntivi a carico dell’Azienda. IL DIRETTORE DELL’UOC ASSISTENZA RIABILITATIVA OSPEDALIERA AREA B f.to Dr. Luigi Fiorenza IL DIRETTORE GENERALE In forza della D.G.R.C. n. 375 del 13/07/2016 e del D.P.G.R.C. n. 165 del 19/07/2016. Preso atto delle dichiarazioni di regolarità rese dal Dirigente proponente con la sottoscrizione, in ordine alla regolarità tecnica ed amministrativa del presente atto, nonché relativa alla conformità dello stesso atto alle disposizioni vigenti in materia di tutela della privacy. Sentito il parere favorevole espresso dal Direttore Sanitario e dal Direttore Amministrativo Il Direttore Sanitario f.to Dr. Luigi Caterino il Direttore Amministrativo f.to Dr. Domenico Concilio DELIBERA DI prendere atto del Decreto del Commissario ad Acta n. 105 del 01/10/2014 Linea Progettuale n. 3 relativa all’ Implementazione del Piano di indirizzo per la riabilitazione di cui all’Accordo Stato – Regioni del 10 febbraio 2011 (agli atti dell’U.O.C. proponente); prendere atto della nota n. 2015.371041 del 28.05.2015 della Giunta Regionale della Campania Direzione Generale per la Tutela della Salute ed il Coordinamento del Sistema Sanitario Regionale, che allegata al presente atto ne forma parte integrante e sostanziale; prendere atto del Piano dei Percorsi aziendali riabilitativi unici integrati per le persone con ictus e per le persone sottoposte a chirurgia protesica dell’anca e del ginocchio e per frattura del femore”, in attuazione delle Linee di indirizzo regionale come dal D.C.A. n. 23 del 31 marzo 2016 per il miglioramento della qualità e dell’appropriatezza degli interventi nel percorso riabilitativo unico integrato per il paziente con ictus definito con D.C.A. n. 23 del 10.03.2015, parte integrante e sostanziale del presente atto; prendere atto che l’adozione del presente provvedimento non comporta oneri aggiuntivi a carico dell’Azienda. Il Dirigente proponente sarà responsabile in via esclusiva dell’esecuzione della presente deliberazione, che viene resa immediatamente esecutiva, in considerazione dell’urgenza e curandone tutti i consequenziali adempimenti, nonché quelli di pubblicità e di trasparenza previsti dal Dlgs 14 marzo 2013 n. 33 e s.m.i. IL DIRETTORE GENERALE f.to Dr.ssa Antonietta Costantini AZIENDA SANITARIA LOCALE NA3 SUD U.O.C. ASSISTENZA RIABILITATIVA AREA B Sito: www.aslnapoli3sud.it PIANO DEI PERCORSI AZIENDALI RIABILITATIVI UNICI INTEGRATI per le persone con ictus e per le persone sottoposte a chirurgia protesica dell’anca e del ginocchio e per frattura del femore Piano di Lavoro redatto ai sensi dell’art. 1 comma 34 bis L.662 del 23 dicembre 1996 – Anno 2013 – Linea progettuale 3 “Implementazione del Piano di indirizzo per la riabilitazione di cui all’Accordo Stato-Regioni del 10 febbraio 2011” in applicazione del disposto del DCA n° 105 del 01.10.2014, del DCA 23/2015 e del DCA 23/2016 I PRINCIPI ISPIRATORI DI TALE PERCORSO SONO: l’appropriatezza della presa in carico e la sua verificabilità l’erogazione tempestiva delle cure la continuità dell’assistenza la pianificazione e la partecipazione attiva da parte delle strutture alla fase di transizione del paziente da un setting all’altro 5. il coinvolgimento attivo e consapevole della persona e dei suoi familiari 1. 2. 3. 4. 6. Le Unità Operative interessate sono Medicina, Neurologia ed Ortopedia degli OORR Area Nolana Medicina ed Ortopedia degli OORR Golfo Vesuviano Medicina, Neurologia, Ortopedia e Geriatria degli OORR Area Stabiese Medicina ed Ortopedia OORR Penisola Sorrentina DESCRIZIONE DELL’OBIETTIVO Il Piano prevede un percorso riabilitativo unico integrato basato sui criteri di accessibilità, tempestività, degli interventi, continuità ed appropriatezza delle cure, efficacia e coinvolgimento attivo dell’utente con una valutazione dell’efficacia e dell’efficienza della presa in carico da parte delle UVBR Ospedaliere, garantendo una coerente successione di interventi e tipologie di setting,in funzione delle fasi del processo morboso, delle condizioni cliniche della persona, delle situazioni familiari ed ambientali. Il sistema “ Continuità assistenziale Ospedale-Territorio” nella ASLNA3SUD presenta delle criticità evidenti, per quanto riguarda la riabilitazione, a livello sia del “BISOGNO” sia dell’ “OFFERTA”. Una prima analisi dei dati disponibili non consente di fornire risposte in termini di modelli teorici di idonei percorsi territoriali. Appare quindi necessario descrivere preliminarmente le criticità che nell’esperienza degli operatori esistono nel sistema, e che possono essere sinteticamente riassunte come di seguito: 1 a. VALUTAZIONE BISOGNO Identificazione delle principali patologie per le quali definire : in fase di pre-dimissione (sia dall’acuzie che dalla post acuzie), modalità di passaggio dall’ospedale al territorio (estensiva – mantenimento); criteri di accesso e priorità per presa in carico territoriale; modalità di presa in carico territoriale; modalità di interruzione della presa in carico territoriale e/o modificazione del bisogno (anche sociale). b. VALUTAZIONE OFFERTA Monitoraggio della situazione assistenziale domiciliare nell’ASLNA3SUD (strutture pubbliche e strutture accreditate); personale (dipendente e/o in convenzione); attività garantita in termini di pazienti presi in carico e progetti attivati. 2 riabilitativi Percorso per presa in carico precoce della persona con ictus Il consenso diffuso circa l’approccio assistenziale al paziente con ictus è definito nel protocollo delle linee guida EBM (SPREAD,NICE). I pazienti inclusi in questo percorso sono quelli che rientrano nel gruppo del MDC01 identificati, in fase acuta, dalle seguenti categorie ICD9 (comprese le sottocategorie e sottoclassificazioni): 430 (Emorragia subaracnoidea); 431 (Emorragia cerebrale); 432 (Altre non specificate emorragie intracraniche); 433 (Occlusione e stenosi delle arterie precerebrali con infarto cerebrale); 434 (Occlusione delle arterie cerebrali infarto cerebrale); 436 (Vasculopatie cerebrali acute, mal definite). Nel trattamento dell’ictus, evento ad alto tasso di incidenza e mortalità, il miglioramento dell’assistenza, la condivisione dei protocolli di intervento sia nella fase diagnostica che in quella terapeutico-assistenziale, il miglioramento e la verifica costante della qualità e dell’appropriatezza del percorso, la formazione del personale, l’integrazione con il territorio e la continuità dell’intervento riabilitativo, sono elementi fondamentali per ridurre le consequenziali limitazioni fisiche, cognitive e psicologiche. Inoltre riveste una notevole importanza, all’interno del progetto, il coinvolgimento di tutti gli attori del processo di recupero riabilitativo del paziente, sia personale medico, infermieristico e riabilitativo sia lo stesso paziente e i suoi familiari. Pertanto l’erogazione tempestiva delle cure riabilitative e la continuità dell’assistenza tra le varie fasi sono gli elementi fondamentali di questa strategia che per il paziente possono comportare una riduzione del tempo di degenza nell’ospedale per acuti con potenziali rischi di complicanze, un recupero funzionale con una riduzione della disabilità residua a favore di una ripresa attiva della partecipazione alla vita familiare e sociale con una ricaduta anche in termini di benessere emotivo e psicologico del soggetto anche attraverso il suo coinvolgimento attivo nella redazione del progetto riabilitativo. FASI DEL PERCORSO: Fase A. Presa in carico riabilitativa precoce; Fase B: Dimissione dalle Unità Ospedaliere per acuti; Fase C. Presa in carico in UOC di Riabilitazione Intensiva; Fase A. Presa in carico riabilitativa precoce Complementare all’intervento riabilitativo in questa fase di acuzie (della durata media di circa 8 giorni e comunque non superiore alle tre settimane), che ha per obiettivi il contenimento dell’instabilità clinica, la prevenzione del danno secondario e terziario e la formulazione di una prima e provvisoria prognosi, va predisposta una organizzazione della risposta assistenziale, connotata soprattutto per la tempestività (entro 24 ore dal ricovero), 3 che preveda una valutazione diagnostico-prognostica da parte del team, costituito oltre che dal neurologo o dall’internista anche dallo specialista in riabilitazione e dai tecnici della riabilitazione, circa le condizioni del paziente, al fine di individuare il percorso riabilitativo più idoneo ed efficiente e gli interventi più appropriati, predisponendo il Progetto Riabilitativo Individuale (Allegato lo Schema) utilizzando il BRIEF ICF CORE SET for STROKE (all.1): Occorre che il paziente e la famiglia siano consapevoli degli esiti derivanti dalla patologia e pienamente coinvolti nella continuità assistenziale e riabilitativa. Dopo una valutazione funzionale (Barthel index, necessario a differenziare il Danno Lieve da quello Medio/Grave e perciò tale da permettere una più mirata programmazione degli interventi successivi), della comorbilità, dei margini di modificabilità del quadro menomativo, del livello di gravità, dello stato di coscienza, del controllo posturale, dell’igiene orale e della deglutizione, necessari all’intervento riabilitativo in fase ospedaliera. il Team Riabilitativo Ospedaliero provvede a mettersi in contatto con l’UOAR del Distretto di residenza del paziente comunicando la presa in carico e fornendo tutte le notizie utili per intraprendere la successiva continuità assistenziale tenendo presente le aspettative e le priorità sia del paziente che dei familiari, indicando anche la tempistica necessaria alla dimissione per il successivo passaggio alle strutture riabilitative che si prenderanno cura della prosecuzione del percorso riabilitativo. Il Team Ospedaliero concorda con il referente del percorso riabilitativo e con la Direzione Sanitaria del Presidio Ospedaliero le modalità ed i tempi (OPZIONE A) del trasferimento ad altra struttura di ricovero (cod.56) o (cod.60) o (OPZIONE B) nel caso di percorso riabilitativo a livello territoriale (ambulatoriale, domiciliare, residenziale semiresidenziale), attiva le procedure per garantire la dimissione programmata-protetta per la prosecuzione dell’iter riabilitativo previsto nel PRI attraverso il coinvolgimento e la presa in carico da parte della UOAR del Distretto di residenza per il successivo step riabilitativo previsto. Per entrambe le opzioni è indispensabile il raccordo urgente con i familiari dell’assistito, il medico di medicina generale ed i servizi sociali, per le proprie competenze, onde prevedere all’interno del progetto riabilitativo anche la rimodulazione degli spazi abitativi e lavorativi. Fase B: Dimissione dalle Unità Ospedaliere per Acuti La dimissione del paziente deve avvenire di norma entro 10 giorni dall’evento acuto quando vi siano le seguenti condizioni: 1)stabilizzazione totale o parziale delle condizioni cliniche; 2)venir meno della necessità di monitoraggio e trattamento intensivo e non vi sia un intervento chirurgico urgente programmato e la ventilazione sia spontanea; Prima di procedere alle dimissioni il Team riabilitativo provvede ad effettuare una nuova valutazione aggiornando il PRI sulla base degli esiti dei primi programmi riabilitativi e in base alla valutazione di modificabilità dello stesso. In base all’esito di questa valutazione verrà determinato il setting più appropriato per la prosecuzione del percorso (Opzione A o B). Nel caso di evento ictus in paziente già ricoverato in ospedale a seguito di procedure diagnostiche o terapeutiche e che non possano essere trasferiti in setting riabilitativo o dimessi, il Team provvederà a realizzare il PRI nell’ambito delle UUOO di ricovero fino al raggiungimento delle condizioni idonee al trasferimento e alle successive fasi del percorso. 4 PROCEDURA Nel caso di dimissione con Opzione B il team trasmette al Distretto di residenza del paziente il PRI aggiornato e concorda con il Team territoriale il livello di assistenza più appropriato a garantire la continuità del percorso coinvolgendo anche il MMG del paziente attraverso il Distretto competente. Nel caso di dimissione con Opzione A ossia per il paziente che necessita di ricovero in cod.56, il responsabile del percorso predispone la richiesta di trasferimento secondo l’allegato 2 che firmato dal responsabile dell’UO del P.O. ove è ricoverato il paziente, viene trasmessa alla Direzione Sanitaria dello stesso Presidio che governerà le fasi del trasferimento, che ne darà comunicazione anche al Distretto Sanitario di residenza del paziente che a sua volta, informerà il MMG Il Team ospedaliero valuta pertanto per l’Opzione B: se il grado di modificabilità biologica è elevato e la disponibilità individuale a interagire con un trattamento riabilitativo intensivo o le condizioni del paziente sono tali da richiedere un ricovero, si orienta per un ricovero ordinario cod.56; se invece il paziente non necessita di assistenza infermieristica continua ma solo di una valutazione clinica diagnostica e/o di trattamento riabilitativo intensivo si provvede al ricovero in DH per riabilitazione intensiva cod.56. Tale attività viene svolta presso l’UO di ricovero. La Dimissione del paziente dalla UOC Ospedaliera si ribadisce dovrebbe avvenire entro 10 giorni dal ricovero se gli indicatori diagnostici e prognostici sono favorevoli. Fase C: Presa in carico in UOC Riabilitazione Intensiva All’atto del ricovero nell’UOC di riabilitazione cod.56, il paziente deve essere rivalutato dal team per la revisione del PRI, i cui programmi attuativi devono consolidarsi entro 60 giorni (durata media del ricovero 45 giorni). La degenza intensiva va attivata nei confronti delle persone che in prospettiva presentano delle condizioni di recupero buone e i cui tempi di recupero siano relativamente rapidi tali da permettere di poter sostenere almeno 3 ore di attività riabilitativa quotidiane. E’ possibile che il paziente sosti in reparto di cod 60 per qualche giorno se non vi è disponibilità immediata al posto letto intensivo. Nel caso di una disabilità residua medio-grave, che non necessita di un approccio intensivo, in alternativa ad un ricovero prolungato, è indicato un progetto riabilitativo territoriale Nel caso di ricovero, quando le condizioni presentano un livello di stabilità e il paziente riesce a svolgere le attività di vita quotidiana in maniera autonoma o con l’aiuto minimo di un’altra persona, si procede alle dimissioni. Almeno 7 giorni prima della dimissione occorre dare tempestiva comunicazione al Distretto di residenza, il quale a sua volta informerà il MMG per permettere l’eventuale prosecuzione del progetto riabilitativo nei setting ambulatoriale o domiciliare. Si ribadisce infine che il PRI elaborato dall’equipe dovrà essere concordato con il paziente, e/o i suoi familiari, fornendone copia al MMG. E’ indispensabile l’utilizzo della posta elettronica per il costante raccordo tra i vari e successivi attori del processo. 5 A tal fine sin dalle fasi iniziali dell’evento sarà opportuno da parte dei vari operatori interessati, acquisire le dovute informazioni (recapiti telefonici, indirizzi e notizie) che possano permettere una puntuale e veloce comunicazione tra i vari attori coinvolti. SINTESI 1° GIORNO - Apertura della cartella riabilitativa Presa in carico valutativa (raccolta dati dalla cartella clinica; valutazione del paziente) Presa in carico riabilitativa: impostazione del programma di trattamento; cura della postura al letto; mobilizzazione passiva, attiva assistita; postura seduta a letto 2° GIORNO E GIORNI SUCCESSIVI Rivalutazione (nel caso in cui le mutate condizioni cliniche non permettano il proseguimento graduale del programma pianificato) Attività riabilitative per ripristinare la deambulazione, e le attività della vita quotidiana (ADL), relative a resistenza fisica, trofismo muscolare, verticalizzazione, recupero dell’autonomia nei passaggi posturali. DIMISSIONE – in questa fase vanno valutati i risultati ottenuti per procedere in sinergia con la UOAR del Distretto e con il MMG alle modalità di presa in carico per i successivi setting riabilitativi più opportuni; Verifica degli obiettivi raggiunti e stesura del PRI Chiusura cartella riabilitativa. Trasmissione della stessa al Distretto ed al MMG (possibilmente per via telematica) 6 Percorso per presa in carico precoce della persona sottoposta a chirurgia protesica dell’anca e del ginocchio e per frattura del femore A) Il programma riabilitativo, rivolto al paziente operato per frattura di femore PREMESSA Il programma riabilitativo coinvolge il paziente dall’immediato postoperatorio alla dimissione. FASI DEL PERCORSO: Fase A. Presa in carico riabilitativa precoce; Fase B: Dimissione dalle Unità Ospedaliere per acuti; Fase C. Presa in carico in UOC di Riabilitazione Intensiva; Fase A. Presa in carico riabilitativa precoce A questo proposito la letteratura raccomanda che la presa in carico avvenga il più precocemente possibile, entro 24/48 ore dal giorno dell’intervento che è definito giorno 0. Addirittura è consigliabile, dove possibile, che il fisiatra partecipi alle fasi prechirurgiche e chirurgiche (come osservatore): è dimostrato che una precoce valutazione da parte del Team interprofessionale, consente la formulazione di una baseline del progetto preliminare di riabilitazione e di facilitare la riabilitazione e la dimissione del paziente (SIGN - Livello di evidenza 2+) Elementi predittivi dell’esito della riabilitazione sono lo stato mentale, la mobilità e la funzionalità del paziente prima dell’infortunio che possono essere utilizzati come parametri per valutare il tipo di programma riabilitativo da impostare e individuare le potenzialità da sfruttare (SIGN - Livello di evidenza 2++). Attualmente non è stata ancora identificata una scala di valutazione da utilizzare durante la degenza postoperatoria ma l’Index of Independence in Activities of Daily Living di Katz (Index of ADL o Katz Index) fornisce uno strumento di misura dell’indipendenza funzionale nelle attività di base della vita quotidiana ideato per valutare la prognosi e l’efficacia del trattamento nei soggetti anziani e nei malati cronici (in origine quelli affetti da stroke, frattura femore o artrite reumatoide) ospedalizzati e ambulatoriali. L’indice di Katz valuta la capacità di compiere sei attività, che consentono il soddisfacimento di bisogni fisiologici e di sicurezza fondamentali per la persona e la cui compromissione determina uno stato di dipendenza funzionale. Il risultato ha valore predittivo per l’ospedalizzazione, la durata della degenza ospedaliera, la necessità di assistenza domiciliare, di ammissione in RSA e la mortalità. Il programma riabilitativo, rivolto al paziente operato per frattura di femore, deve svilupparsi tenendo in debito conto la molteplicità di problemi che spesso contraddistinguono la persona anziana che subisce questo tipo di trauma. Inizialmente l’enfasi maggiore va posta sul ripristino della deambulazione e dell’attività della vita quotidiana (ADL) come ad esempio i trasferimenti, la possibilità di vestirsi e di occuparsi della propria igiene personale. L’equilibrio e le abilità deambulatorie sono elementi predittivi per la valutazione dell’indipendenza funzionale alla quale il programma riabilitativo tende. (SIGN - Livello d’evidenza 2++). 7 L’obiettivo è quello di permettere al paziente il rientro al proprio domicilio nelle migliori condizioni di sicurezza e d’indipendenza compatibilmente con le limitazioni temporanee legate al tipo d’intervento chirurgico subito, alle indicazioni di carico e all’utilizzo d’ausili. Il programma riabilitativo che preveda esercizi che aumentano la resistenza fisica ed amplificano la funzionalità è sufficientemente efficace per migliorare la forma fisica e le prestazioni dell’anziano che ha subito la frattura del femore. Inoltre un addestramento con queste caratteristiche permette di prevenire ulteriori cadute e relative conseguenze negative. La precocità dell’intervento riabilitativo, trova indicazione per contrastare i rischi correlati all’intervento chirurgico e all’immobilizzazione di pazienti anziani, come le piaghe da decubito e la Trombosi Venosa Profonda, ed inoltre per contenere le complicazioni polmonari . In questa fase è importante considerare tutti quegli elementi preesistenti che possono influenzare lo sviluppo e l’esito del programma riabilitativo come ad esempio le patologie concomitanti, i deficit della deambulazione e dell’equilibrio, le diminuite capacità visive e motorie, il deterioramento cognitivo. Va sottolineato che le capacità cognitive e collaborative del paziente possono influire in modo determinate sul programma riabilitativo. A questi elementi se ne aggiungono altri che sono legati alla fase postchirurgica e sono le condizioni di salute generali, il tipo di frattura e conseguentemente il tipo di intervento a cui è stato sottoposto. La collaborazione tra tutti i membri del team multidisciplinare è un valido aiuto sia per la gestione clinica del paziente anziano, che per una facilitazione del processo riabilitativo. L’unione di intenti tende ad ottenere una precoce indipendenza funzionale, la riduzione dell’allettamento, la formulazione di un intervento personalizzato e una riduzione di future ospedalizzazioni, considerando anche la possibilità di organizzare un’adeguata assistenza domiciliare. Obiettivi della riabilitazione sono quelli Contrastare tutti i rischi legati all’allettamento; Mirare ad una rapida verticalizzazione Mantenere e ripristinare l’articolarità e il trofismo preesistente attraverso la mobilizzazione ed esercizi semplici e mirati Recuperare l’autonomia nei passaggi posturali rispettando una logica successione. Gli spostamenti e la deambulazione devono avvenire in sicurezza e con gli ausili adeguati. Il tutto deve essere finalizzato a ripristinare al più presto le ADL del paziente. PIANIFICAZIONE DELL’INTERVENTO RIABILITATIVO FISIOTERAPICO POPOLAZIONE Paziente anziano o comunque con bisogno complesso, che abbia subito un intervento chirurgico a seguito della frattura del femore PERIODO DI TRATTAMENTO Dall’immediato postoperatorio alla dimissione DURATA MEDIA DELLA SESSIONE 30 minuti FREQUENZA DELLE SESSIONI Una o due sessioni al giorno per Sei giorni la settimana SCALA DI VALUTAZIONE UTILIZZATA Katz Index (o Index of ADL - Index of Independence in Activities of Daily Living di Katz) INDICATORI : - DI PROCESSO: adesione al profilo di intervento (in tutte le sue parti)>80% 8 - DI ESITO: miglioramento significativo del grado di indipendenza raggiunta dal paziente nello spostamento dal letto e dalla sedia (con o senza strumenti di sostegno) come indicato dall’item del Katz Index Complementare all’intervento riabilitativo in questa fase di acuzie i, va predisposta una organizzazione della risposta assistenziale, connotata soprattutto per la tempestività (entro 24 ore dal ricovero), che preveda una valutazione diagnostico-prognostica da parte del team, costituito oltre che dall’ortopedico anche dallo specialista in riabilitazione e dai tecnici della riabilitazione, circa le condizioni del paziente, al fine di individuare il percorso riabilitativo più idoneo ed efficiente e gli interventi più appropriati, predisponendo il Progetto Riabilitativo Individuale (Allegato lo Schema) utilizzando il BRIEF ICF CORE SET (allegato): Occorre che il paziente e la famiglia siano consapevoli degli esiti derivanti dalla patologia e pienamente coinvolti nella continuità assistenziale e riabilitativa. Dopo una valutazione funzionale (tale da differenziare la necessità o meno di ricovero presso struttura di degenza e perciò tale da permettere una più mirata programmazione degli interventi successivi), della comorbilità, dei margini di modificabilità del quadro menomativo, del livello di gravità, dello stato di coscienza, del controllo posturale, dell’igiene orale e della deglutizione, necessari all’intervento riabilitativo in fase ospedaliera. il Team Riabilitativo Ospedaliero provvede a mettersi in contatto con l’UOAR del Distretto di residenza del paziente comunicando la presa in carico e fornendo tutte le notizie utili per intraprendere la successiva continuità assistenziale tenendo presente le aspettative e le priorità sia del paziente che dei familiari, indicando anche la tempistica necessaria alla dimissione per il successivo passaggio alle strutture riabilitative che si prenderanno cura della prosecuzione del percorso riabilitativo. Il Team Ospedaliero concorda con il referente del percorso riabilitativo e con la Direzione Sanitaria del Presidio Ospedaliero le modalità ed i tempi (OPZIONE A) del trasferimento ad altra struttura di ricovero (cod.56) o (cod.60) o (OPZIONE B) nel caso di percorso riabilitativo a livello territoriale (ambulatoriale, domiciliare, residenziale semiresidenziale), attiva le procedure per garantire la dimissione programmata-protetta per la prosecuzione dell’iter riabilitativo previsto nel PRI attraverso il coinvolgimento e la presa in carico da parte della UOAR del Distretto di residenza per il successivo step riabilitativo previsto. Per entrambe le opzioni è indispensabile il raccordo urgente con i familiari dell’assistito, il medico di medicina generale ed i servizi sociali, per le proprie competenze, onde prevedere all’interno del progetto riabilitativo anche la rimodulazione degli spazi abitativi e lavorativi. Fase B:Dimissione dalle Unità Ospedaliere per Acuti La dimissione del paziente deve avvenire di norma entro 10 giorni dall’evento acuto quando vi siano le seguenti condizioni: 1)stabilizzazione totale o parziale delle condizioni cliniche; 2)venir meno della necessità di monitoraggio e trattamento intensivo e non vi sia un intervento chirurgico urgente programmato e la ventilazione sia spontanea; Prima di procedere alle dimissioni il Team riabilitativo provvede ad effettuare una nuova valutazione aggiornando il PRI sulla base degli esiti dei primi programmi riabilitativi e in base alla valutazione di modificabilità dello stesso. In base all’esito di questa valutazione verrà determinato il setting più appropriato per la prosecuzione del percorso (Opzione A o B). 9 PROCEDURA Nel caso di dimissione con Opzione B il team trasmette al Distretto di residenza del paziente il PRI aggiornato e concorda con il Team territoriale il livello di assistenza più appropriato a garantire la continuità del percorso coinvolgendo anche il MMG del paziente attraverso il Distretto competente. Nel caso di dimissione con Opzione A ossia per il paziente che necessita di ricovero in cod.56, il responsabile del percorso predispone la richiesta di trasferimento secondo l’allegato 3 che firmato dal responsabile dell’UO del P.O. ove è ricoverato il paziente, viene trasmessa alla Direzione Sanitaria dello stesso Presidio che governerà le fasi del trasferimento, che ne darà comunicazione anche al Distretto Sanitario di residenza del paziente che a sua volta, informerà il MMG Il Team ospedaliero valuta pertanto per l’Opzione B: se il grado di modificabilità biologica è elevato e la disponibilità individuale a interagire con un trattamento riabilitativo intensivo o le condizioni del paziente sono tali da richiedere un ricovero, si orienta per un ricovero ordinario cod.56; se invece il paziente non necessita di assistenza infermieristica continua ma solo di una valutazione clinica diagnostica e/o di trattamento riabilitativo intensivo si provvede al ricovero in DH per riabilitazione intensiva cod.56. Tale attività viene svolta presso l’UO di ricovero. La Dimissione del paziente dalla UOC Ospedaliera si ribadisce dovrebbe avvenire entro 10 giorni dal ricovero se gli indicatori diagnostici e prognostici sono favorevoli. Fase C: Presa in carico in UOC Riabilitazione Intensiva All’atto del ricovero nell’UOC di riabilitazione cod.56, il paziente deve essere rivalutato dal team per la revisione del PRI, i cui programmi attuativi devono consolidarsi entro 30 giorni. La degenza intensiva va attivata nei confronti delle persone che in prospettiva presentano delle condizioni di recupero buone e i cui tempi di recupero siano relativamente rapidi tali da permettere di poter sostenere almeno 3 ore di attività riabilitativa quotidiane. E’ possibile che il paziente sosti in reparto di cod 60 per qualche giorno se non vi è disponibilità immediata al posto letto intensivo. Nel caso di una disabilità residua medio-grave, che non necessita di un approccio intensivo, in alternativa ad un ricovero prolungato, è indicato un progetto riabilitativo territoriale Nel caso di ricovero, quando le condizioni presentano un livello di stabilità e il paziente riesce a svolgere le attività di vita quotidiana in maniera autonoma o con l’aiuto minimo di un’altra persona, si procede alle dimissioni. Almeno 7 giorni prima della dimissione occorre dare tempestiva comunicazione al Distretto di residenza, il quale a sua volta informerà il MMG per permettere l’eventuale prosecuzione del progetto riabilitativo nei setting ambulatoriale o domiciliare. Si ribadisce infine che il PRI elaborato dall’equipe dovrà essere concordato con il paziente, e/o i suoi familiari, fornendone copia al MMG. E’ indispensabile l’utilizzo della posta elettronica per il costante raccordo tra i vari e successivi attori del processo. 10 A tal fine sin dalle fasi iniziali dell’evento sarà opportuno da parte dei vari operatori interessati, acquisire le dovute informazioni (recapiti telefonici, indirizzi e notizie) che possano permettere una puntuale e veloce comunicazione tra i vari attori coinvolti SINTESI 1° GIORNO - Apertura della cartella riabilitativa Presa in carico valutativa (raccolta dati dalla cartella clinica; valutazione del paziente) Presa in carico riabilitativa: impostazione del programma di trattamento; cura della postura al letto; mobilizzazione passiva, attiva assistita; postura seduta a letto 2° GIORNO E GIORNI SUCCESSIVI Rivalutazione (nel caso in cui le mutate condizioni cliniche non permettano il proseguimento graduale del programma pianificato) Attività riabilitative per ripristinare la deambulazione, e le attività della vita quotidiana (ADL), relative a resistenza fisica, trofismo muscolare, verticalizzazione, recupero dell’autonomia nei passaggi posturali. DIMISSIONE – in questa fase vanno valutati i risultati ottenuti per procedere in sinergia con la UOAR del Distretto e con il MMG alle modalità di presa in carico per i successivi setting riabilitativi più opportuni; Verifica degli obiettivi raggiunti e stesura del PRI Chiusura cartella riabilitativa. Trasmissione della stessa al Distretto ed al MMG (possibilmente per via telematica) 11 B) Il programma riabilitativo, rivolto al paziente operato per protesi dell’anca La frattura dell'anca è una lesione grave che si verifica soprattutto nelle persone anziane e che in genere interessa la parte prossimale del femore (collo femorale). Gli esiti delle cure sono molto variabili. Molti soggetti guariscono con una ripresa rapida e ottimale delle proprie funzionalità. Per altri, invece, la frattura significa la perdita della mobilità e, talvolta, l’impossibilità a vivere a casa propria. Nel complesso, la mortalità un anno dopo la frattura è elevata, intorno al 30%, anche se solo un terzo è direttamente attribuibile alla frattura. La protesizzazione dell'anca è un intervento molto frequente e con un alto tasso di soddisfazione tra i pazienti. L’artroprotesi d’anca (o protesi totale d’anca) è un’articolazione artificiale realizzata in leghe metalliche, materiali plastici e/o ceramiche, che sostituisce l’anca ammalata, eliminando la fonte del dolore in modo efficace e permanente. La sostituzione protesica dell'anca è indicata in tutte le coxartrosi, primarie e secondarie (cioè conseguenti a displasia, conflitto femoro-acetabolare, postumi di frattura...) nel momento in cui la sintomatologia non sia più controllabile con le cure mediche e fisioterapiche. Anche le artriti non settiche (artrite reumatoide, spondilite anchilosante, artrite psoriasica...) possono richiedere un intervento protesico quando l'articolazione sia stata irreversibilmente danneggiata. La protesi è inoltre indicata negli stadi più avanzati della necrosi cefalica, quando non è più possibile ricorrere agli interventi di salvataggio della testa femorale. La protesi d'anca può essere infine impiantata anche su frattura del collo femorale. In questo caso, se il cotile non è artrosico e il paziente è molto anziano, una protesi parziale (solo femorale) è preferibile, perchè può essere posizionata attraverso un intervento meno invasivo. La protesizzazione dell'anca è un intervento di chirurgia maggiore e come tale comporta anche alcuni rischi, i quali vanno ben compresi prima di entrare in sala operatoria. Di tutti i possibili, tre sono particolarmente rilevanti: L'infezione periprotesica è la complicazione più temibile, poichè la superficie metallica dell'impianto costituisce un terreno ideale per la crescita dei batteri al riparo dalle difese immunitarie dell'organismo. Essa si verifica mediamente nello 0,5-1% dei casi, anche in presenza di un'asepsi ottimale, di una procedura chirurgica corretta e di una profilassi antibiotica adeguata. Il diabete mellito e le condizioni di immunodeficienza comportano un rischio significativamente maggiore. Sebbene la maggior parte delle infezioni si presenti nell'immediato post-operatorio, esiste la possibilità che un'infezione si manifesti anche a distanza di anni. Il trattamento passa quasi sempre attraverso una ripresa chirurgica, che può consistere in un intervento di pulizia se si interviene precocemente (nelle prime settimane dall'impianto), ma può anche consistere in una sostituzione della protesi se l'infezione è cronicizzata o ad esordio tardivo. La trombosi venosa, con il rischio di embolizzazione polmonare, ha un'incidenza piuttosto bassa con gli attuali protocolli di prevenzione (che prevedono l'impiego di farmaci anticoagulanti e di calze elastiche durante tutto il periodo post-operatorio). Sebbene la flebografia (che viene eseguita solo per motivi di ricerca, non nella routine quotidiana) dimostri che circa il 15% dei pazienti sviluppa una qualche forma di occlusione venosa, solo raramente questa si rende sintomatica ed eccezionalmente dà origine ad un'embolia polmonare. Gli stessi farmaci usati in prevenzione possono essere impiegati - a dosaggio aumentato - nella terapia di queste complicanze, qualora si dovessero verificare. 12 La lussazione consiste nella dislocazione della testa protesica al di fuori della coppa. Questa può avvenire nel periodo postoperatorio qualora il paziente eseguisse alcuni movimenti, quali la flessione dell'anca oltre 90° o l'atto di incrociare le gambe, che vanno tassativamente evitati nelle prime 6 settimane dopo l'impianto. La carenza di tono muscolare predispone a questa complicazione, che fortunatamente si risolve spesso con una riduzione incruenta (ovvero senza gesti chirurgici, ma sotto sedazione per ottenere il necessario rilasciamento muscolare). In casi molto rari, quando la lussazione sia irriducibile o recidivante, è opportuno intraprendere una revisione chirurgica. FASI DEL PERCORSO RIABILITATIVO: Fase A. Presa in carico riabilitativa precoce; Fase B: Dimissione dalle Unità Ospedaliere per acuti; Fase C. Presa in carico in UOC di Riabilitazione Intensiva; Fase A. Presa in carico riabilitativa precoce La riabilitazione va pianificata al momento del ricovero in ospedale. E’ importante tracciare un piano di trattamento che definisca gli obiettivi e gli interventi riabilitativi. La riabilitazione mira al recupero dell’equilibrio e dello schema motorio del camminare, al fine di riacquistare l’autonomia nelle attività della vita quotidiana. Segue un percorso graduale che prevede 2 momenti: - riacquistare la capacità di fare piccoli cambiamenti posturali in autonomia o con minimo aiuto; - riuscire a camminare con doppio appoggio controllando adeguatamente il carico sull’arto operato. Il programma riabilitativo è condizionato da molti fattori, in particolare: - dalle condizioni generali di salute del paziente (la presenza di comorbilità può aggravare la situazione);dalle abilità cognitive e dalla presenza di demenza; - dall’autonomia funzionale prima del trauma; - dalle caratteristiche della frattura e il tipo di intervento. I pazienti devono essere mobilizzati entro le prime 24 ore dall’intervento dopo controllo radiologico. La mobilizzazione precoce è fondamentale per prevenire la comparsa della sindrome da immobilizzazione e per ripristinare il livello tono-trofico precedente il trauma prevenendo l’insorgenza di rigidità articolare. Una moderata abduzione garantisce il sollievo dal dolore durante la mobilizzazione, qualsiasi sia la sintesi con la quale è stata corretta la frattura. La mobilizzazione nelle ore successive all’intervento prevede un programma di cambio posturale: posizione supina, posizione seduta con tronco a 90° e posizione sul fianco sano con un cuscino tra gli arti inferiori per mantenere l’abduzione. E’ fondamentale evitare nel primo periodo l’adduzione, la flessione superiore a 90° e l’intrarotazione per prevenire il rischio di lussazione dell’impianto protesico in caso di protesi. Dopo l'intervento, il paziente rimane ricoverato nel reparto chirurgico per un tempo variabile tra 4 e 6 giorni in funzione dell'età, delle malattie coesistenti, della capacità di 13 seguire il programma riabilitativo. La deambulazione inizia in genere in seconda giornata, con l'ausilio di stampelle per evitare di caricare l'arto operato. Negli impianti cementati è possibile eliminare le stampelle precocemente, non appena siano guariti i tessuti molli (entro 2 settimane), mentre in quelli non cementati è preferibile attendere 4-5 settimane per non disturbare il processo di osteointegrazione delle componenti. Questa scelta, prudenziale, non è condivisa da tutti i chirurghi, che a volte anticipano la concessione del carico quando la qualità dell'osso lo permetta.La riabilitazione precoce dopo protesi d'anca, dovrebbe limitarsi all'insegnamento della deambulazione in appoggio sfiorante e degli esercizi di mantenimento del tono muscolare. Dopo 6-8 settimane, in presenza di un decorso regolare, il paziente può tornare ad una vita normale. La presa in carico del paziente avviene al massimo entro 24\48 ore dalla richiesta da parte della U.O, con un trattamento che prevede sedute di terapie fisiche (laser, magnetoterapia, correnti antalgiche ed elettrostimolazioni), mobilizzazione continua passiva su slitta motorizzata, esercizi per il recupero articolare, di rinforzo e riequilibrio muscolare, di riprogrammazione neuromotoria con utilizzo di attrezzature all’avanguardia sotto la guida di personale dedicato (Medico Fisiatra e Fisioterapista) POPOLAZIONE Paziente anziano, comunque complesso, che abbia subito un intervento chirurgico a seguito di una lesione grave dell’anca. PERIODO DI TRATTAMENTO Dall’immediato postoperatorio alla dimissione DURATA MEDIA DELLA SESSIONE 30 minuti FREQUENZA DELLE SESSIONI Una o due sessioni al giorno per sei giorni la settimana INDICATORI : - DI PROCESSO: adesione al profilo di intervento (in tutte le sue parti)>80% - DI ESITO: miglioramento significativo del grado di indipendenza raggiunta dal paziente nello spostamento dal letto e dalla sedia (con o senza strumenti di sostegno) Complementare all’intervento riabilitativo in questa fase di acuzie i, va predisposta una organizzazione della risposta assistenziale, connotata soprattutto per la tempestività (entro 24 ore dal ricovero), che preveda una valutazione diagnostico-prognostica da parte del team, costituito oltre che dall’ortopedico anche dallo specialista in riabilitazione e dai tecnici della riabilitazione, circa le condizioni del paziente, al fine di individuare il percorso riabilitativo più idoneo ed efficiente e gli interventi più appropriati, predisponendo il Progetto Riabilitativo Individuale (Allegato lo Schema) utilizzando il BRIEF ICF CORE SET (allegato): Occorre che il paziente e la famiglia siano consapevoli degli esiti derivanti dalla patologia e pienamente coinvolti nella continuità assistenziale e riabilitativa. Dopo una valutazione funzionale (tale da differenziare la necessità o meno di ricovero presso struttura di degenza e perciò tale da permettere una più mirata programmazione degli interventi successivi), della comorbilità, dei margini di modificabilità del quadro menomativo, del livello di gravità, dello stato di coscienza, del controllo posturale, dell’igiene orale e della deglutizione, necessari all’intervento riabilitativo in fase ospedaliera. il Team Riabilitativo Ospedaliero provvede a mettersi in contatto con l’UOAR del Distretto di residenza del paziente comunicando la presa in carico e fornendo tutte le notizie utili per intraprendere la successiva continuità assistenziale tenendo presente le aspettative e le priorità sia del paziente che dei familiari, indicando anche la tempistica necessaria alla dimissione per il successivo passaggio alle 14 strutture riabilitative che si prenderanno cura della prosecuzione del percorso riabilitativo. Il Team Ospedaliero concorda con il referente del percorso riabilitativo e con la Direzione Sanitaria del Presidio Ospedaliero le modalità ed i tempi (OPZIONE A) del trasferimento ad altra struttura di ricovero (cod.56) o (cod.60) o (OPZIONE B) nel caso di percorso riabilitativo a livello territoriale (ambulatoriale, domiciliare, residenziale semiresidenziale), attiva le procedure per garantire la dimissione programmata-protetta per la prosecuzione dell’iter riabilitativo previsto nel PRI attraverso il coinvolgimento e la presa in carico da parte della UOAR del Distretto di residenza per il successivo step riabilitativo previsto. Per entrambe le opzioni è indispensabile il raccordo urgente con i familiari dell’assistito, il medico di medicina generale ed i servizi sociali, per le proprie competenze, onde prevedere all’interno del progetto riabilitativo anche la rimodulazione degli spazi abitativi e lavorativi. Fase B:Dimissione dalle Unità Ospedaliere per Acuti La dimissione del paziente deve avvenire di norma entro 10 giorni dall’evento acuto quando vi siano le seguenti condizioni: 1)stabilizzazione totale o parziale delle condizioni cliniche; 2)venir meno della necessità di monitoraggio e trattamento intensivo e non vi sia un intervento chirurgico urgente programmato e la ventilazione sia spontanea; Prima di procedere alle dimissioni il Team riabilitativo provvede ad effettuare una nuova valutazione aggiornando il PRI sulla base degli esiti dei primi programmi riabilitativi e in base alla valutazione di modificabilità dello stesso. In base all’esito di questa valutazione verrà determinato il setting più appropriato per la prosecuzione del percorso (Opzione A o B). PROCEDURA Nel caso di dimissione con Opzione B il team trasmette al Distretto di residenza del paziente il PRI aggiornato e concorda con il Team territoriale il livello di assistenza più appropriato a garantire la continuità del percorso coinvolgendo anche il MMG del paziente attraverso il Distretto competente. Nel caso di dimissione con Opzione A ossia per il paziente che necessita di ricovero in cod.56, il responsabile del percorso predispone la richiesta di trasferimento secondo l’allegato 3 che firmato dal responsabile dell’UO del P.O. ove è ricoverato il paziente, viene trasmessa alla Direzione Sanitaria dello stesso Presidio che governerà le fasi del trasferimento, che ne darà comunicazione anche al Distretto Sanitario di residenza del paziente che a sua volta, informerà il MMG Il Team ospedaliero valuta pertanto per l’Opzione B: se il grado di modificabilità biologica è elevato e la disponibilità individuale a interagire con un trattamento riabilitativo intensivo o le condizioni del paziente sono tali da richiedere un ricovero, si orienta per un ricovero ordinario cod.56; se invece il paziente non necessita di assistenza infermieristica continua ma solo di una valutazione clinica diagnostica e/o di trattamento riabilitativo intensivo si provvede al ricovero in DH per riabilitazione intensiva cod.56. Tale attività viene svolta presso l’UO di ricovero. La Dimissione del paziente dalla UOC Ospedaliera si ribadisce dovrebbe avvenire entro 10 giorni dal ricovero se gli indicatori diagnostici e prognostici sono favorevoli. 15 Fase C: Presa in carico in UOC Riabilitazione Intensiva All’atto del ricovero nell’UOC di riabilitazione cod.56, il paziente deve essere rivalutato dal team per la revisione del PRI, i cui programmi attuativi devono consolidarsi entro 30 giorni. La degenza intensiva va attivata nei confronti delle persone che in prospettiva presentano delle condizioni di recupero buone e i cui tempi di recupero siano relativamente rapidi tali da permettere di poter sostenere almeno 3 ore di attività riabilitativa quotidiane. E’ possibile che il paziente sosti in reparto di cod 60 per qualche giorno se non vi è disponibilità immediata al posto letto intensivo. Nel caso di una disabilità residua medio-grave, che non necessita di un approccio intensivo, in alternativa ad un ricovero prolungato, è indicato un progetto riabilitativo territoriale Nel caso di ricovero, quando le condizioni presentano un livello di stabilità e il paziente riesce a svolgere le attività di vita quotidiana in maniera autonoma o con l’aiuto minimo di un’altra persona, si procede alle dimissioni. Almeno 7 giorni prima della dimissione occorre dare tempestiva comunicazione al Distretto di residenza, il quale a sua volta informerà il MMG per permettere l’eventuale prosecuzione del progetto riabilitativo nei setting ambulatoriale o domiciliare. Si ribadisce infine che il PRI elaborato dall’equipe dovrà essere concordato con il paziente, e/o i suoi familiari, fornendone copia al MMG. E’ indispensabile l’utilizzo della posta elettronica per il costante raccordo tra i vari e successivi attori del processo. A tal fine sin dalle fasi iniziali dell’evento sarà opportuno da parte dei vari operatori interessati, acquisire le dovute informazioni (recapiti telefonici, indirizzi e notizie) che possano permettere una puntuale e veloce comunicazione tra i vari attori coinvolti SINTESI 1° GIORNO - Apertura della cartella riabilitativa Presa in carico valutativa (raccolta dati dalla cartella clinica; valutazione del paziente) - Presa in carico riabilitativa: impostazione del programma di trattamento; cura della postura al letto; mobilizzazione passiva, attiva assistita; postura seduta a letto 2° GIORNO E GIORNI SUCCESSIVI Rivalutazione (nel caso in cui le mutate condizioni cliniche non permettano il proseguimento graduale del programma pianificato) Attività riabilitative per ripristinare la deambulazione, e le attività della vita quotidiana (ADL), relative a resistenza fisica, trofismo muscolare, verticalizzazione, recupero dell’autonomia nei passaggi posturali. DIMISSIONE – in questa fase vanno valutati i risultati ottenuti per procedere in sinergia con la UOAR del Distretto e con il MMG alle modalità di presa in carico per i successivi setting riabilitativi più opportuni; Verifica degli obiettivi raggiunti e stesura del PRI Chiusura cartella riabilitativa. Trasmissione della stessa al Distretto ed al MMG.(possibilmente per via telematica) 16 C) Il programma riabilitativo, rivolto al paziente operato per protesi di ginocchio Il ginocchio può essere interessato da diverse patologie che rendono il movimento del femore sulla tibia doloroso e limitato, in particolare quando l’articolazione supporta il peso del corpo. La patologia più comune è l’artrosi del ginocchio o GONARTROSI . La cartilagine non ha possibilità di rigenerarsi , per cui una volta consumata, non ha più la capacità di proteggere l’osso che va così incontro a degenerazione. La cartilagine si usura ed in certi punti scompare, le ossa frizionano direttamente una sull’altra senza essere lubrificate, arrivando ben presto a consumarsi ed a deformarsi. In seguito a ciò compare dolore , gonfiore e limitazione del movimento, costringendo la persona a ridurre le normali attività quotidiane. Spesso il ginocchio si deforma a tal punto da rendere difficoltosa prima ed impossibile poi, la deambulazione. Esistono anche diversi tipi di deformità congenite che possono portare ad un precoce deterioramento delle superfici articolari. Le più comuni sono il ginocchio varo ( gambe a “O”) ed il ginocchio valgo (gambe ad “X”). Quando le eventuali terapie mediche e riabilitative non sono più sufficienti a mantenere una qualità di vita accettabile, si ricorre all’intervento di protesi. La pratica clinica sia nelle protesi d’anca che di ginocchio “programmate” ha evidenziato l’importanza di un trattamento rieducativo da attuarsi già nella fase pre-operatoria con esercizi respiratori, di tonificazione muscolare e addestramento preventivo all’uso degli ausili, utilissimo nell’ottimizzare i risultati del recupero funzionale della conseguente fase post-operatoria. La chirurgia protesica del ginocchio si è evoluta notevolmente negli ultimi anni, permettendo una precoce rieducazione ed una minore invasività dell’intervento, in modo da soddisfare le esigenze del paziente. Gli interventi di sostituzione protesica del ginocchio possono essere classificati in tre tipologie: 1- protesi totale: prevede di intervenire su entrambe le componenti articolari, femorale e tibiale ed eventualmente rotulea. 2- Protesi monocompartimentale ( mediale o laterale ) quando l’artrosi interessa solo la parte interna o esterna del ginocchio. 3- Revisione o riprotesizzazione: prevede la sostituzione di un dispositivo precedentemente impiantato. La protesi totale di ginocchio sostituirà i condili femorali ed il piatto tibiale danneggiati dall’artrosi. E’ costituita da due componenti principali: la componente femorale e la componente tibiale. La protesi monocompartimentale sostituisce solo una componente del compartimento femoro-tibiale ed è indicata in pazienti con gonartrosi che interessa o la parte mediale o la parte laterale del ginocchio, o affetti da necrosi isolata di un condilo femorale. Questi elementi artificiali hanno una forma molto simile a quelle delle estremità ossee che andranno a sostituire. Il materiale della protesi dovrà essere molto resistente e capace di sopportare carichi elevati. FASI DEL PERCORSO RIABILITATIVO: Fase A. Presa in carico riabilitativa precoce; Fase B: Dimissione dalle Unità Ospedaliere per acuti; Fase C. Presa in carico in UOC di Riabilitazione Intensiva; Fase A. Presa in carico riabilitativa precoce Dopo l’intervento, l’arto andrà mantenuto esteso, evitando rotazioni, per la presenza di drenaggio. Il programma di recupero articolare dovrà essere concordato con il chirurgo ortopedico in base al tipo di protesi impiantata e alla tecnica eseguita. E’ stato dimostrato che la mobilizzazione continua passiva ( C.P.M. ), iniziata precocemente, sia determinante per prevenire le complicanze , favorire il riassorbimento del versamento periarticolare e 17 recuperare l’articolarità. A tale scopo vengono da tempo utilizzate apparecchiature motorizzate che consentono di programmare sia la velocità che l’arco di movimento dell’articolazione. Per evitare la comparsa di complicanze trombo-emboliche, parallelamente al trattamento farmacologico prescritto dal medico, si dovranno indossare delle calze elastiche, che andranno indossate anche al rientro al proprio domicilio seguendo le indicazione dell’ortopedico di riferimento. PROGRAMMA TERAPEUTICO Il paziente inizierà il trattamento rieducativo con il fisioterapista tre giorni dopo l’intervento, salvo complicazioni. Durante il periodo di degenza gli obiettivi e le linee guida saranno i seguenti: - minimizzare gli effetti dell’immobilità - non stressare i tessuti che sono in fase di cicatrizzazione - adattare l’intervento riabilitativo alle caratteristiche del paziente La rieducazione sarà molto importante per il recupero dell’articolarità e della forza muscolare. Per raggiungere questo obiettivo, il paziente dovrà partecipare attivamente ed impegnarsi durante il trattamento. Il fisioterapista, tenendo conto delle condizioni dell’articolazione antecedente all’intervento, cercherà di ottenere una completa estensione del ginocchio ed una flessione di almeno 90° gradi. Il fisioterapista, in questa fase, proporrà al paziente una serie di esercizi, consigliando di proseguirli anche al rientro al proprio domicilio. POPOLAZIONE Paziente adulto comunque complesso che abbia subito un intervento chirurgico per implementazione protesi al ginocchio PERIODO DI TRATTAMENTO Dall’immediato postoperatorio alla dimissione DURATA MEDIA DELLA SESSIONE 30 minuti FREQUENZA DELLE SESSIONI Una o due sessioni al giorno per sei giorni la settimana INDICATORI : - DI PROCESSO: adesione al profilo di intervento (in tutte le sue parti)>80% - DI ESITO: miglioramento significativo del grado di indipendenza raggiunta dal paziente nello spostamento dal letto e dalla sedia (con o senza strumenti di sostegno) Complementare all’intervento riabilitativo in questa fase di acuzie i, va predisposta una organizzazione della risposta assistenziale, connotata soprattutto per la tempestività (entro 24 ore dal ricovero), che preveda una valutazione diagnostico-prognostica da parte del team, costituito oltre che dall’ortopedico anche dallo specialista in riabilitazione e dai tecnici della riabilitazione, circa le condizioni del paziente, al fine di individuare il percorso riabilitativo più idoneo ed efficiente e gli interventi più appropriati, predisponendo il Progetto Riabilitativo Individuale (Allegato lo Schema) utilizzando il BRIEF ICF CORE SET (allegato): Occorre che il paziente e la famiglia siano consapevoli degli esiti derivanti dalla patologia e pienamente coinvolti nella continuità assistenziale e riabilitativa. Dopo una valutazione funzionale (tale da differenziare la necessità o meno di ricovero presso struttura di degenza e perciò tale da permettere una più mirata programmazione degli interventi successivi), della comorbilità, dei margini di modificabilità del quadro menomativo, del livello di gravità, dello stato di coscienza, del controllo posturale, dell’igiene orale e della deglutizione, necessari all’intervento riabilitativo in fase ospedaliera. il Team Riabilitativo Ospedaliero provvede a mettersi in contatto con l’UOAR del Distretto di residenza del paziente comunicando la presa in carico e fornendo tutte le notizie utili per intraprendere la successiva continuità assistenziale tenendo presente le aspettative e le priorità sia del paziente che dei familiari, indicando anche la tempistica necessaria alla dimissione per il successivo passaggio alle strutture riabilitative che si prenderanno cura della prosecuzione del percorso riabilitativo. Il Team Ospedaliero concorda con il referente del percorso riabilitativo 18 e con la Direzione Sanitaria del Presidio Ospedaliero le modalità ed i tempi (OPZIONE A) del trasferimento ad altra struttura di ricovero (cod.56) o (cod.60) o (OPZIONE B) nel caso di percorso riabilitativo a livello territoriale (ambulatoriale, domiciliare, residenziale semiresidenziale), attiva le procedure per garantire la dimissione programmata-protetta per la prosecuzione dell’iter riabilitativo previsto nel PRI attraverso il coinvolgimento e la presa in carico da parte della UOAR del Distretto di residenza per il successivo step riabilitativo previsto. Per entrambe le opzioni è indispensabile il raccordo urgente con i familiari dell’assistito, il medico di medicina generale ed i servizi sociali, per le proprie competenze, onde prevedere all’interno del progetto riabilitativo anche la rimodulazione degli spazi abitativi e lavorativi. Fase B:Dimissione dalle Unità Ospedaliere per Acuti La dimissione del paziente deve avvenire di norma entro 10 giorni dall’evento acuto quando vi siano le seguenti condizioni: 1)stabilizzazione totale o parziale delle condizioni cliniche; 2)venir meno della necessità di monitoraggio e trattamento intensivo e non vi sia un intervento chirurgico urgente programmato e la ventilazione sia spontanea; Prima di procedere alle dimissioni il Team riabilitativo provvede ad effettuare una nuova valutazione aggiornando il PRI sulla base degli esiti dei primi programmi riabilitativi e in base alla valutazione di modificabilità dello stesso. In base all’esito di questa valutazione verrà determinato il setting più appropriato per la prosecuzione del percorso (Opzione A o B). PROCEDURA Nel caso di dimissione con Opzione B il team trasmette al Distretto di residenza del paziente il PRI aggiornato e concorda con il Team territoriale il livello di assistenza più appropriato a garantire la continuità del percorso coinvolgendo anche il MMG del paziente attraverso il Distretto competente. Nel caso di dimissione con Opzione A ossia per il paziente che necessita di ricovero in cod.56, il responsabile del percorso predispone la richiesta di trasferimento secondo l’allegato 3 che firmato dal responsabile dell’UO del P.O. ove è ricoverato il paziente, viene trasmessa alla Direzione Sanitaria dello stesso Presidio che governerà le fasi del trasferimento, che ne darà comunicazione anche al Distretto Sanitario di residenza del paziente che a sua volta, informerà il MMG Il Team ospedaliero valuta pertanto per l’Opzione B: se il grado di modificabilità biologica è elevato e la disponibilità individuale a interagire con un trattamento riabilitativo intensivo o le condizioni del paziente sono tali da richiedere un ricovero, si orienta per un ricovero ordinario cod.56; se invece il paziente non necessita di assistenza infermieristica continua ma solo di una valutazione clinica diagnostica e/o di trattamento riabilitativo intensivo si provvede al ricovero in DH per riabilitazione intensiva cod.56. Tale attività viene svolta presso l’UO di ricovero. La Dimissione del paziente dalla UOC Ospedaliera si ribadisce dovrebbe avvenire entro 10 giorni dal ricovero se gli indicatori diagnostici e prognostici sono favorevoli. Fase C: Presa in carico in UOC Riabilitazione Intensiva All’atto del ricovero nell’UOC di riabilitazione cod.56, il paziente deve essere rivalutato dal team per la revisione del PRI, i cui programmi attuativi devono consolidarsi entro 30 giorni. La degenza intensiva va attivata nei confronti delle 19 persone che in prospettiva presentano delle condizioni di recupero buone e i cui tempi di recupero siano relativamente rapidi tali da permettere di poter sostenere almeno 3 ore di attività riabilitativa quotidiane. E’ possibile che il paziente sosti in reparto di cod 60 per qualche giorno se non vi è disponibilità immediata al posto letto intensivo. Nel caso di una disabilità residua medio-grave, che non necessita di un approccio intensivo, in alternativa ad un ricovero prolungato, è indicato un progetto riabilitativo territoriale Nel caso di ricovero, quando le condizioni presentano un livello di stabilità e il paziente riesce a svolgere le attività di vita quotidiana in maniera autonoma o con l’aiuto minimo di un’altra persona, si procede alle dimissioni. Almeno 7 giorni prima della dimissione occorre dare tempestiva comunicazione al Distretto di residenza, il quale a sua volta informerà il MMG per permettere l’eventuale prosecuzione del progetto riabilitativo nei setting ambulatoriale o domiciliare. Si ribadisce infine che il PRI elaborato dall’equipe dovrà essere concordato con il paziente, e/o i suoi familiari, fornendone copia al MMG. E’ indispensabile l’utilizzo della posta elettronica per il costante raccordo tra i vari e successivi attori del processo. A tal fine sin dalle fasi iniziali dell’evento sarà opportuno da parte dei vari operatori interessati, acquisire le dovute informazioni (recapiti telefonici, indirizzi e notizie) che possano permettere una puntuale e veloce comunicazione tra i vari attori coinvolti SINTESI 1° GIORNO - Apertura della cartella riabilitativa Presa in carico valutativa (raccolta dati dalla cartella clinica; valutazione del paziente) Presa in carico riabilitativa: impostazione del programma di trattamento; cura della postura al letto; mobilizzazione passiva, attiva assistita; postura seduta a letto 2° GIORNO E GIORNI SUCCESSIVI Rivalutazione (nel caso in cui le mutate condizioni cliniche non permettano il proseguimento graduale del programma pianificato) Attività riabilitative per ripristinare la deambulazione, e le attività della vita quotidiana (ADL), relative a resistenza fisica, trofismo muscolare, verticalizzazione, recupero dell’autonomia nei passaggi posturali. DIMISSIONE – in questa fase vanno valutati i risultati ottenuti per procedere in sinergia con la UOAR del Distretto e con il MMG alle modalità di presa in carico per i successivi setting riabilitativi più opportuni; Verifica degli obiettivi raggiunti e stesura del PRI Chiusura cartella riabilitativa. Trasmissione della stessa al Distretto ed al MMG.(possibilmente per via telematica) 20 Letto, confermato e sottoscritto. IL SEGRETARIO VERBALIZZANTE f.to dott. Marco Tullo TRASMISSIONE AL COLLEGIO SINDACALE La presente deliberazione è stata trasmessa al Collegio Sindacale della A.S.L. ai sensi dell’art. 35 comma 3 della L. R. 03.11.94 n. 32 con nota n. _________ in data _______________ TRASMISSIONE AL COMITATO DI RAPPRESENTANZA DELLA CONFERENZA DEI SINDACI La presente deliberazione è stata trasmessa al Comitato di Rappresentanza dei Sindaci ai sensi dell’art. 35 della L.R. 03.11.94 n. 32 con nota n. _________ in data _______________ TRASMISSIONE ALLA GIUNTA REGIONALE La presente deliberazione è stata trasmessa alla Struttura Regionale di Controllo della G.R.C. ai sensi dell’art.35 della L.R.03.11.94 n. 32 con nota n. ________ in data _______________ PROVVEDIMENTO DELLA GIUNTA REGIONALE Deliberazione della G.R. n. ________________ del ______________ Decisione: ______________________________________________________________ _______________________________________________________________________ _______________________________________________________________________ IL FUNZIONARIO ______________ INVIATA PER L’ESECUZIONE IN DATA x x x x 14 Ottobre 2016 A: DIRETTORE SANITARIO AZIENDALE DIRETTORE AMM. AZIENDALE COLLEGIO SINDACALE U.O.C. MATERNO INFANT. DISTRET. U.O.C. MEDICINA LEGALE PUBBL.VAL. U.O.C. PATOLOGIA CLINICA U.O.C. U.O.C. U.O.C. U.O.C. U.O.C. U.O.C. U.O.C. U.O.C. U.O.C. U.O.C. U.O.C. U.O.C. U.O.C. U.O.C. U.O.C. U.O.C. U.O.C. PREVENZIONE E PROTEZIONE U.O.C. PROGR. PIAN. VAL. ATTIV. SAN U.O.C. PSICOL.INTEG.DONNA E BAMB. U.O.C. RELAZIONE CON IL PUBBLICO U.O.C. RISK MANAGEMENT U.O.S. ISPETTIVA AMM.VA U.O.S. ISPETTIVA SANITARIA SERV. COORD.TO COMIT.ETICO CAMP. SUD COORD.TO GESTIONE LIQUIDATORIA COORD. TO PROGETTI FONDI COORD.TO SOCIO SANITARIO AZIEND DIPARTIMENTO FARMACEUTICO DIPARTIMENTO PREVENZIONE DIPARTIMENTO SALUTE MENTALE DISTRETTO N. 34 DISTRETTO N. 48 GABINETTO CONTROLLO DI GESTIONE AFFARI GENERALI AFFARI LEGALI ACQUISIZIONE BENI E SERV. ASSISTENZA DISTRETTUALE ASSISTENZA OSPEDALIERA ASS.ZA RIABILITATIVA AREA A ASS.ZA RIABILITATIVA AREA B ASSISTENZA SANITARIA EPIDEMIOLOGIA VALUTATIVA FASCE DEBOLI FORMAZ. E AGGIORN. PROF. GESTIONE ECONOMICO FINAN GESTIONE RISORSE UMANE TECNICO AREA NORD. U.O.C. TECNICO AREA SUD U.O.C. GEST.TECN.SISTEMI INFORM. U.O.C. MATERNO INFANT. OSPEDAL. DISTRETTO N. 49 DISTRETTO N. 50 DISTRETTO N. 51 DISTRETTO N. 52 DISTRETTO N. 53 DISTRETTO N. 54 DISTRETTO N. 55 DISTRETTO N. 56 DISTRETTO N. 57 DISTRETTO N. 58 DISTRETTO N. 59 OO.RR. AREA NOLANA OO.RR. AREA STABIESE OO.RR. GOLFO VESUVIANO OO.RR. PENISOLA SORRENTINA U.O.S.D. A.L.P.I. COLLEGIO DI DIREZIONE