PERCORSO GRACER
Per “grave cerebrolesione acquisita” (GCA) si intende un danno cerebrale, di origine traumatica o
di altra natura, tale da determinare una condizione di coma (GCS<8) più o meno protratto, (in
genere di durata non inferiore alle 24 ore) e danni sensomotori, cognitivi o comportamentali, tali da
determinare disabilità significativa.
Da questa definizione vengono quindi escluse le condizioni di danno cerebrale dovuto a cause prenatali, peri-natali o immediatamente post-natali (che rientrano nel quadro delle paralisi cerebrali
infantili), le patologie degenerative del Sistema Nervoso (che possono evolvere verso uno stato di
deterioramento della coscienza fino al coma) e le patologie cerebrovascolari quando esse non
determinano uno stato di coma.
I pazienti con grave cerebrolesione acquisita presentano fabbisogni riabilitativi di particolare
complessità, con la necessità di prevedere percorsi di cura lunghi ed articolati. In tali percorsi
intervengono reparti diversi, dal Trauma Center nella fase acuta al Reparto di Riabilitazione di
Cesenatico nella fase riabilitativa, con diversi livelli di qualificazione, cercando di mantenere la
persona colpita a maggior contatto con l’ambiente abituale di vita.
Per l’U.O. Medicina Riabilitativa, il trattamento dei pazienti affetti da queste patologie e la presa in
carico delle loro famiglie costituisce un compito impegnativo ed estremamente complesso, non
solo sul piano clinico, ma anche su quello organizzativo. Una persona affetta da grave
cerebrolesione acquisita necessita di ricovero ospedaliero per trattamenti rianimatori o
neurochirurgici di durata variabile da alcuni giorni ad alcune settimane. Dopo questa fase, sono in
genere necessari interventi medico-riabilitativi di tipo intensivo, anch’essi da effettuare in regime di
ricovero ospedaliero, che possono durare da alcune settimane ad alcuni mesi. Nella maggior parte
dei casi, dopo la fase di ospedalizzazione, permangono difficoltà che rendono necessari interventi
di carattere sanitario e sociale a lungo termine, volti ad affrontare menomazioni e disabilità
persistenti e difficoltà di reinserimento familiare, sociale, scolastico, lavorativo.
È dimostrato che iniziare gli interventi riabilitativi precocemente, non appena la situazione lo
consente, comporta un migliore recupero funzionale ed una minore durata della degenza in
ospedale. È necessario che il paziente riceva gli interventi appropriati da parte dei professionisti
giusti e nelle strutture appropriate per ogni fase del suo percorso riabilitativo, senza inutili e
dannose interruzioni.
Elemento caratterizzante l’intervento riabilitativo per questi pazienti è la necessità di un “progetto
riabilitativo individuale” elaborato in base alla specifica situazione di ogni singolo paziente, con una
o più persone di riferimento precise e ben individuate, che possano coordinare i diversi programmi
riabilitativi.
Il Reparto di Riabilitazione, che accoglie questi pazienti specialmente nella prima fase della
riabilitazione, elabora e realizza il progetto in modo inter-professionale. Sono infatti necessarie le
competenze integrate di molti operatori: medico specialista in riabilitazione, psicologo,
neuropsicologo, fisioterapista, logopedista, terapista occupazionale, infermiere, OSS, tecnico
ortopedico, assistente sociale. Per questo si parla in genere di “team riabilitativo”, ossia di una vera
e propria squadra che condivide filosofia, obiettivi e modalità operative e che ha il compito, insieme
al paziente e ai suoi familiari, di predisporre il progetto riabilitativo o di vita del paziente e, in gran
parte, di realizzarlo.
Il percorso di cura delle persone colpite da GCA può prevedere la necessità di proseguire il
trattamento riabilitativo sul territorio a livello ambulatoriale e domiciliare. Il primo obiettivo è
garantire la continuità degli interventi riabilitativi resi in regime di ricovero con quelli territoriali. La
presa in carico a livello territoriale viene effettuata con un progetto riabilitativo a termine, tenendo
conto che si verifica un passaggio a un sistema a minor intensità di cure.
. Progetto Regionale GRACER